LE GRAND JEU (1) : LA ‘GRANDE-TURQUIE’ D’ERDOGAN

“ LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE”, la nouvelle série d’émission de Luc MICHEL et Bachir Mohamed LADAN …

 Conception et direction Luc MICHEL /

Images EODE-TV – RT – TVNET – COK – Syria Tube /

Présentation Bachir Mohamed Ladan /

Montage Ibrahim Kamgue/ Réalisation Romain Mbomnda/

Recherche documentaire Yannis Vz /

Coproduction Luc MICHEL – EODE-TV – Afrique Media

 # LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE:

LA « GRANDE-TURQUIE » D’ERDOGAN

EODE-TV - AMTV GRAND JEU 1. erdogan (2014 10 11) FR 1

Emission complète sur : https://vimeo.com/109011138

 Bienvenue pour cette première édition d’une nouvelle série d’émission : LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE, produites avec Luc MICHEL, le correspondant international d’AFRIQUE MEDIA et le patron d’EODE-TV, qui apportera son expertise à l’émission. Et nous dévoilera le dessous des cartes de la géopolitique mondiale et des idéologies qui mènent le monde. Avec sa vision transnationale ouverte sur les dimensions continentales, Luc MICHEL nous donnera les clés des géopolitiques rivales vues de Moscou, Washington, Bruxelles ou encore Pékin …

 Pour cette première émission, notre expert, le géopoliticien Luc MICHEL, décrypte la « Grande-Turquie » de Recep Erdogan et ses rêves néo-ottomans. Il analyse aussi la place de la Turquie dans les visions géopolitiques de l’Union Européenne et dans les projets de remodelage du « Grand Moyen-Orient » mis en œuvre par Washington.

 Luc MICHEL répond notamment aux questions suivantes :

 * LA GEOPOLITIQUE D’ERDOGAN ET DE L’AKP

EODE-TV - AMTV GRAND JEU 1. erdogan (2014 10 11) FR 2

Que penser du grand sujet d’actualité géopolitique du moment, le fameux « plan Erdogan » pour la Syrie ? Dans quelle perspectives géopolitiques s’insére-t-il ?

Qu’est qui expliquerait le rôle surdimensionné de la Belgique dans les réseaux terroristes islamistes et le djihadisme ?

Quelles sont les options géopolitiques qui s’offrent à Erdogan ?

Quel est le rôle de la géopolitique des USA dans tout cela ?

La crise actuelle au Levant, quel rôle y joue la Turquie d’Erdogan ?

Le fameux « plan Erdogan », quels sont ses buts et ses grandes lignes ?

 * LE RÉGIME AUTORITAIRE DE RECEP ERDOGAN

Comment s’est-il instauré ?

A quelles forces politiques s’oppose-t-il ?

Et les conséquences de cet autoritarisme ? Comment la société turque a-t-elle accepté cela ?

Erdogan s’est finalement retourné contre ses alliés islamistes. Pourquoi ce revirement ?

Deux Turquie s’opposent-elles, celle qu’a bâtie Attaturk et celle que veut imposer Erdogan ?

 * LE DJIHADISME ET LES RESPONSABILITES TURQUES

Et la question du terrorisme, que vous préférez appeler « djihadisme » ? Quelle sont les responsabilités d’Erdogan et de son régime dans ce dossier sanglant ?

Comment se sont constituées les filières de combattants djihadistes ?

 * LES ALLIES D’ERDOGAN

Qui sont les partenaires de la Turquie d’Erdogan ?

Vous placez Israël dans ceux-ci alors que celui-ci a pourtant une réputation d’antisionisme proclamé, et même d’antisémitisme affirmé. Merci de nous précisez votre analyse ?

Et le dossier des Missiles Patriotes installés en Turquie ? Faut-il l’envisager dans cette perspective de l’alliance occulte avec Tel-Avi ?

PUIS jusqu’à la fin.

La clé pour comprendre l’émergence d’Erdogan et ses rêves grandioses de renaissance ottomane : c’est évidemment les rapports entre la Turquie et l’Union Européenne ?

Pourquoi la Turquie persiste dans son rêve européen ?

 A bientôt sur AFRIQUE MEDIA et EODE-TV, l’Axe Eurasie-Afrique des Médias, pour une nouvelle émission du GRAND JEU, qui vous conduira à nouveau AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE …

 EODE Press Office / 2014 10 11 /

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www.afriquemedia.tv

EODE T-V on Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

“Renzi taglierà le pensioni, non ha alternativa”: report shock del FMI ottobre 12 2014

si si lo dice la Merkel, che ovviamente comanda il FMI che sti tagli li impose già 20 anni fà all’America Latina..

 

A fare la cupa previsione è Andrea Montanino, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, che ha presentato alla Luiss di Roma il country report sul nostro paese. “La crescita potenziale dell’Italia di fatto crolla per gli anni futuri, siamo inchiodati allo 0,5%”.
 
Il Fondo, nel suo World economic outlook diffuso martedì, stima per l’Italia una contrazione del pil 2014 dello 0,2% (contro lo 0,3% del precedente report, risalente a luglio) e un +0,8% nel 2015.
 
Per l’Italia, così come per l’Europa in generale, ha detto poi Montanino, “è il momento di aprire seriamente un mercato dei capitali”. Negli Stati Uniti, ha ricordato, il private equity (cioè gli investimenti in società non quotate da parte di fondi specializzati) è nove volte più sviluppato che nella Ue. La diagnosi, dunque, è che ”siamo banco-centrici”.
 
E su questo fronte “bisogna fare di più”. Anche perché “le banche italiane hanno fatto progressi, ma devono affrontare sfide e venti contrari ciclici”.
 
Il capo missione per l’Italia dell’istituzione di Washington, Kenneth Kang, ha poi avvertito che il piano di riforme dell’Italia “è audace e ambizioso, ma bisogna agire in fretta per implementarlo”. Infatti “il debito pubblico (che quest’anno secondo il Fondo toccherà il picco del 136,7% del Pil, ndr) è sostenibile, ma il Paese resta vulnerabile sui mercati”.
 
In questo quadro, per rilanciare la crescita “bisogna ridurre le tasse sul lavoro, fare investimenti pubblici e rendere la revisione della spesa parte integrante del budget”. Per esempio, ha ribadito Kang, “la spesa pensionistica è troppo alta e un taglio della spesa pubblica deve passare per un taglio della spesa previdenziale”.
 
Il Fondo, d’altronde, già a metà settembre ha esortato il governo di Matteo Renzi a intervenire con le forbici sulle maggiori voci di uscita del bilancio pubblico, a partire proprio dalle pensioni e senza dimenticare la sanità.
 
Il Fondo mercoledì ha anche presentato il Fiscal monitor, il rapporto sull’evoluzione dei conti pubblici dei diversi Paesi. Per quanto riguarda l’Italia, il documento calcola che il rapporto tra deficit e Pil si attesterà al 3% nel 2014 per poi calare al 2,3% l’anno prossimo.
 
Il documento affronta poi il problema di come rilanciare la crescita nell’Eurozona e in Giappone, aree che restano a rischio stagnazione mentre gli Usa sono ripartiti a pieno ritmo. C’è bisogno, spiega il Fondo, di una politica monetaria accomodante (e da questo punto di vista l’acquisto di Abs da parte della Bce è un “buon passo nella giusta direzione”). Ma servono anche, ribadisce l’istituzione guidata da Christine Lagarde, le “solite” riforme. Tra cui misure “mirate” per far sì che le persone anziane partecipino di più al mercato del lavoro. “L’evidenza dimostra che l’aumento dell’età pensionabile non necessariamente porta a un aumento della partecipazione della forza lavoro”, scrive il Fmi. Di qui la proposta di riforme “complementari”, che potrebbero “includere regole per il pensionamento anticipato, razionalizzando i benefici, e l’adozione di altri incentivifinanziari, insieme però a politiche che aumentino la domanda per coloro che intendono posticipare il pensionamento”. Questi interventi vanno però affiancati a una “riduzione delle imposte sul lavoro” che si concentri “su gruppi specifici, come i lavoratori poco qualificati o giovani, per i quali il problema della disoccupazione può essere più grave”.
 
Ce n’è poi anche per il sistema bancario: gli istituti, si legge nel rapporto, “devono rivedere il loro modello di business ed essere pronte ad agganciare la domanda di credito”. La politica “può aiutare questa trasformazione strutturale che consentirà di migliorare la redditività e sostenere l’economia tramite i finanziamenti. Questo è importante soprattutto in Ue, dove le banche giocano un ruolo importante nel finanziare la ripresa”.
 

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MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE 2014

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Non posso nemmeno distrarmi un attimo….
Qui sta crollando tutto (come culmine di una tendenza generale al ribasso che ormai perdura da giorni)
DAX a -2,2%
FTSE MIB a -3%
Parigi e Madrid -2,2% a cranio 
Atene a -10% (adesso ha recuperato un po’ e sta a -7,5% dopo che se ben ricordo ieri ha già perso il 5%)
Futures sul Dow Jones quasi a -1%
e l’euro che invece si rafforza sul dollaro fino a 1,276…(boh?)
Ho sentito dei miei contatti nelle sale operative
e mi dicono che ………………….. da giorni sul Mercato Italiano quando si iniziano a vedere le vendite su un titolo quello crolla e non ci sono ordini di acquisto…insomma mi dicono che tira una brutta aria
L’aria sarebbe simile a quella pre-crack Lehman Brother…
dico sarebbe perché siamo nel territorio inesplorato della Grande Bolla voluta e monitorata da FED&soci dunque “i precedenti” non è detto che valgano più… 
Mi metto l’elmetto, vado in trincea e poi ci aggiorniamo ….
Vado a controllare un po’ di titoli di stato…

Aggiornamento delle 15.34
Da Rischio Calcolato 
ALERT: Borsa di Atene -10.23% (-30% in un mese), Bond Decennale al 7.06% #tuttobene
Per la serie: tutto sotto controllo.
Sicuri che domani ad Atene ci sarà ancora un governo?

da Zero Hedge
….As we explained in detail yesterday, between governments hopes to exit the bailout program early (in order to save their election) – which the market does not like the idea of – and fears over the reality of OMT, Greek markets are tumbling. Greek stocks are down over 9% – the biggest plunge in 6 years and bond yields are surging… it appears the market is demanding Draghi get back to work as the “whatever it takes” gains have been halved (Greek stocks -35% from March 2014 highs).

  • *GREEK ASE INDEX FALLS 9.3% BIGGEST INTRADAY DROP IN 6 YEARS

Greek stocks are down 8% and have retraced at least 50% of the “whatever it takes” gains…

Aggiornamento delle 15.40

Mah? Come giustificazione non mi convince…continuiamo a snasare… 
Alert depressione: Bund vola!
NEW YORK (WSI) – È meglio prepararsi a un lungo periodo di rendimenti bassi o negativi. Continua oggi sui mercati europei la caccia ai titoli di Stato ed in particolare al Bund tedesco. Le preoccupazioni sull’economia europea spingono i capitali verso lidi sicuri come i titoli di Stato e Bond tedeschi sono i preferiti dagli investitori.
Ad innescare le fibrillazioni è stato il report dell’agenzia di rating Fitch sullo stato di salute delle banche greche, ancora gravate da consistente fardello di crediti in sofferenza in vista dei risultati degli stress test e asset quality review da parte della Bce…………….

.

Aggiornamento delle 15.46
I Dati Macro USA non è che diano esattamente una mano…
Del resto ormai lo sappiamo: la mega-bolla USA sta pompando i dati macro ma se…. etc etc etc

 

 

 

 

 

Intanto il ns. FTSE MIB #passodopopasso si sta avvicinando a -4%….

Aggiornamento delle 16.00
Una buona interpretazione incentrata sul Petrolio come effetto scatenante
e poi vai di effetto domino…

….accade che il prezzo del greggio inizi a calare.
Inizialmente i mercati non ci fanno troppo caso, ritenendolo rumore e non segnale. 
Poi accade che il maggior produttore del pianeta decida di tagliare i listini ufficiali, e che l’Agenzia Internazionale dell’Energia stimi un calo della domanda globale di greggio per il 2015; ed inizia il panico.
Che giunge a correlare i prezzi del greggio agli indici azionari, ma non come ci si attenderebbe bensì al contrario.

E cioè che cali di prezzo sono visti come segno e conferma della debolezza della congiuntura globale……

Poi accade che ci si domandi se l’Arabia Saudita non stia in realtà giocando a sbattere fuori mercato i produttori americani di shale oil, che hanno non lievi problemi. 

Tra cui si enumerano costi di estrazione non bassi e tassi di depletion dei pozzi che non di rado possono arrivare al 60% annuo, e che sono quindi condannati ad investire. 

Solo che questa ubriacatura di investimenti avviene in via prevalente con debito, visto che i flussi di autofinanziamento sono e restano nel complesso esili…..

Ed ecco quindi che ci si preoccupa della possibilità che le obbligazioni High Yield (quelle ad alto rendimento e minor merito di credito degli emittenti) delle società petrolifere attive sulloshale possano saltare
E questo causa un contagio all’intera asset class degli HY, considerata “colpevole per associazione”, antico male dei mercati quando i nervi cedono. 

A questo si aggiunge (oggi) una tripletta di dati statunitensi pessimi…….
La tempesta perfetta, che getta benzina sul fuoco di dati tedeschi del mese di agosto fortemente negativi per la manifattura tedesca…..
In questo contesto, come sempre e da sempre, i primi a soffrire sono gli asset più speculativi, quelli cosiddetti ad alto beta
Non stupisce, allora, che l’Italia paghi dazio, con rialzo dei rendimenti dei Btp e pesanti sottoperformance dell’azionario……………………

Aggiornamento delle 16.07
– US 10yr yield breaks below 2.0% for the first time since June 2013 as the S&P 500 erases all YTD gains
– With the sharp decline in equities and US bond yields stalling in recent trade, some have attributed the moves partially to a large fund selling stocks via ETFs in order to purchase US paper…
– Btp, spread su Bund 10 anni allarga ancora a 170 pb, massimo da 2 mesi.– Raffica di sospensioni: Unicredit -5%, Mediobanca -4,9%, Mediaset -4,7%, Intesa -5%, Finmeccanica -4,6%, Bpm -4,8%, Banco -4,9%

Aggiornamento delle 16.51
Improvvisa accelerazione al ribasso del nostro cess-FTSE MIB = -4,2% 18.360 pt -790pt
#passodopopasso #statesereni & #paratevi-il-culo … sia dalle Bolle che dai Cazzari…
(io l’ho già fatto…da tempo e per tempo…)

Aggiornamento delle 17.05
 (con sarcasmo) Miii che palle!
Sempre ‘sto zombie della Grecia che torna spaventarci ed a rompere la pax artificiale creata da Draghi con tanto amore a maestria…
Ma uscissero dall’euro a tornassero alla Lira…opssss…volevo dire alla Dracma ‘sti pezzentoni…..
Ecco una buona descrizione degli ultimi casini ellenici….
(sempre con sarcasmo) Nel frattempo l’Athex 20 ha messo a segno un incoraggiante recupero da -10% a -6,5% ed il ns. FTSE MIB #passodopopasso e mettendo da parte i Gufi ha messo a punto un brillante recupero da -4,2% a -3,4%….

…..E’ un film già visto: Atene che affonda tutte le Borse europee. La scena si ripete oggi.
In Grecia crolla la Borsa e un’ondata di vendite si espande sui listini azionari del Vecchio Continente. La Borsa di Atene viaggia in profondo rosso: l’indice Ase è arrivato a mostrate un tonfo di circa 10 punti percentuali sotto la soglia dei 300 punti, ai minimi da oltre un anno.
I sintomi si erano già intravisti ieri quando la piazza greca aveva lasciato sul parterre oltre 5 punti percentuali in scia all’intenzione del Governo di abbandonare prima del previsto il piano di salvataggio concordato con l’Unione Europea e il Fondo monetario internazionale.
Il programma di salvataggio scade a fine dicembre per la parte concordata con Bruxelles e ad inizio 2016 per quanto riguarda la parte con il Fmi.
Il Governo di Atene, invece, vorrebbe interrompere il piano con l’istituto di Washington e tornare sul mercato dei capitali per finanziarsi autonomamente.
A peggiorare la situazione ci ha pensato questa mattina Fitch che ha lanciato l’allarme sul portafoglio prestiti delle banche greche.
Secondo l’agenzia di rating, inoltre, gli stress test potrebbero evidenziare una carenza di capitale per gli istituti ellenici…….. 

There are two factors absolutely tearing into Greek markets this week. The Athens Stock Exchange is down 6.25% today, and 23.24% since January.
One of those factors is the seemingly unstoppable rise of SYRIZA, Greece’s anti-establishment and anti-austerity radicals
 They’re establishing a solid lead in the polls, and given the unpredictable nature of Greek politics, they could upset the market in a massive way.
But there’s another major factor. Despite Greece’s pretty grim economic state, Prime Minister Antonis Samaras wants to end the country’s international bailout early, without taking the €8.2 billion ($10.44 billion) still left in the package.
……………….Greece’s 10 year bond yields beg to differ with the government, and are definitely not seeing any positive market effects.




Bond yields are climbing way back up above 7%, the highest level in six months.

The Greek government has already tentatively experimented with going back to the bond market, issuing small amounts of debt…..

There’s also a vicious cycle here. A plan to exit the bailout early sends bond yields upwards, making the prospect of Greece going it alone increasingly scary.
So, bond yields go up some more. 

This morning, A Fitch report came out this morning saying that the “large amounts of unreserved problem loans leave the four major banks’ balance sheets vulnerable to developments in an improving but still very weak economy.”
Greece’s big listed banks are right in the middle of Wednesday’s brutal sell-off, with the National Bank of Greece, Alpha Bank, Pireaeus Bank and Eurobank’s share prices all dropped by more than 10% during the day.  
……………..

Aggiornamento delle 18
Eccoci alle chiusure delle Borse Europee…
And the Winner is…… (#passodopopasso)

.
Fuori concorso la Grecia con un bel -6,57%
C’è chi dice che sia tutta colpa della Merkel ….ed anche un po’ di Grillo e dei Gufi…
C’è chi dice che sia una discesa pilotata dalla Banche Centrali e che tutto sia previsto al millimetro
C’è chi dice che sia tutta colpa dei Greci (come al solito)
Sarà o non sarà…. lo vedremo…
ma a me preme soprattutto sottolineare come tutto questo MOSTRI per l’ennesima volta che siamo di fronte alla più GRANDE BOLLA DI SEMPRE…è sarà pure che This Bubble is Different
ma comunque ci vuole un fisico bestiale
ed un bell’elmetto.

Aggiornamento delle 20
Beh…anche negli USA non è che stiano scherzando…
Il Dow Jones sta buscando più o meno un -2,5% -415pt a 15.900pt e dintorni
E più in prospettiva:
Dow Drops 1500 Points In 3 Weeks, Nasdaq Enters ‘Correction’ As VIX Breaks 30

Aggiornamento del “giorno dopo”…
Beh…le Borse USA hanno evitato il peggio…anzi…ancora un po’ e l’essenza massima della BOLLA ovvero il NASDAQ se ne andava persino in positivo.
Il Dow Jones dagli abissi ha recuperato quasi 350 punti chiudendo comunque a -1%.
Ripetete con me: per vedere un vero e massiccio crollo di tutte le borse, PRIMA devono crollare le borse USA. Amen

http://www.ilgrandebluff.info/2014/10/ueiiii-ragaaaavado-un-attimo-in-bagno.html

Quando il Pd gridava, “giù le mani dall’articolo 18”.

ora governano i giusti, quelli eletti, dall’élite ovviamente, i moralmente superiori e i responsabili….

Ecco cosa dichiarava appena quattro anni fa il Partito Democratico su quell’articolo che il presidente del Consiglio Mattero Renzi solo poche settimane fa ha definitoinutile e da togliere” … la coerenza, termine sconosciuto per i nostri politici!

GLI UOMINI CHE SUSSURANO A RENZI

ma non era una marionetta in mano alla Merkel? Lo dice unanime l’informazione mainstream e certi guru della cosiddetta controinformazione ..

14 OCTOBER 2014

In attesa di saperne di più circa le sorti e  gli sviluppi della “riforma” sul Lavoro (Jobs Act) alla Camera dei Deputati, è utile dare una ripassatina su tutti gli uomini di Renzi. E non parlo solo deisupporter alla sua candidatura alle primarie e alle europee come Giorgio Gori, Briatore, Confalonieri, Bini Smaghi, i Frescobaldi, buona parte dell’aristocrazia fiorentina, numerosi settori che gravitano attorno a Montepaschi ecc. Ma di quelli che hanno un ruolo stabile nel suo staff di consiglieri e consulenti. Insomma quei sussuratoripiù o meno occulti, più o meno nell’ombra che gli suggeriscono mosse e contromosse. Riforme e più spesso controrifome. Cominciamo con un pezzo da novanta che gravita in ambienti neocon, ma fa niente, dato che  intanto Renzi ha il ruolo di far sparire le nozioni classiche di “destra” e “sinistra”, presentandosi al pubblico come chi ne sarebbe “al di là” e in qualche modo, pure al di sopra: ovvero Michael Ledeen.

Ledeen, membro di spicco dell’AmericanEnterprise Institute, un pensatoio neocon, ha interessi in Italia da decenni, è già stato coinvolto in passato in molti misteri e trame occulte nostrane, da “esperto” in aiuto di Cossiga al tempo del sequestro Moro a consulente (o agente, nome in codice 23, secondo il faccendiere Francesco Pazienza) dei servizi segreti – Ledeen viene bollato come “indesiderato” a metà anni ’80 dall’ex numero uno del Sismi, Fulvio Martini.
La sua figura, molto nebulosa, potrebbe rappresentare la causa delle “discutibili” scelte politiche del del nostro Paese nelle recenti controversie in Medioriente e Russia. E’ proprio questo uno dei motivi per cui dovremmo interessarci di Ledeen: se le nostre aziende sono messe in ginocchio dall’embargo russo, potrebbe essere anche “merito” di questo equivoco personaggio che Renzi ha voluto con sè” scrive Manlio Di Stefano del M5s sul suo blog. E ancora
Ledeen è membro dell’American Enterprise Institute uno degli organismi che, dopo l’11 Settembre, hanno forzato la politica estera Usa nell’attuale e rovinosa guerra al terrorismo globale, hanno indotto l’invasione dell’Afghanistan, l’occupazione dell’Iraq, hanno provato ripetutamente l’aggressione dell’Iran. Consulente di vari ministri israeliani, Ledeen è stato anche tra i capi del Jewish Institute for National Security Affairs(JINSA), ossia la cupola semi-segreta in cui si allacciano i rapporti inconfessabili tra l’esercito israeliano, alcuni settori del Pentagono e l’apparato militare industriale americano. (blog cit).

Tutto il resto su Ledeen, l’amico amerikano qui , nel quale si scrive che secondo alcuni bene informati, tra i suoi consigli potrebbe esserci anche un dossier segreto incentrato su Silvio Berlusconi, forse  per tentare di spingere il leader di FI a non mettere il bastone tra le ruote dell’ex sindaco di Firenze.  A casa mia, questo chiamasi “ricatto”. Ma si sapeva che il Cavaliere era un soggetto  ultra-ricattabile.

Il personaggio numero due èMarco Carrai,denominato il Gianni Letta di Renzi, Vicino a Cl, vicino all’Opus Dei, Carrai che si è sposato da poco, ha avuto l’onore di avere per testimone di nozze, il presidente del Consiglio, suo ministro.

Amico di una vita, fiorentino e coetaneo, vale a dire classe 1975, Carrai era a capo della segretaria di Renzi in Provincia e stava nel gruppo della Margherita in Comune. Imprenditore nella vita privata, è diventato in rapida successione a.d. della municipalizzata Firenze Parcheggi,membro del cda dell’Ente Cassa risparmio e, recentemente, presidente della Aeroporti di Firenze Spa.

Il suo nome infatti è salito agli onori della cronaca per quello che è diventato il classico favore tra imprenditoria e politica: il pagamento dell’affitto di abitazione di lusso.
Stiamo parlando della casa di Firenze dove Renzi ha abitato per 34 mesi, un attico in Via degli Alfani 8, a due passi dalla cupola del Brunelleschi. E’ Carrai che pagava, a lui era intestato il contratto d’affitto. Do ut des? Carrai dichiarò di averlo fatto solo per “amicizia”. Nell’agosto 2004, dopo essere stato eletto consigliere al Comune di Firenze con la Margherita diventa capo-segreteria del neo-eletto Presidente della Provincia Renzi.
 Nel 2005 è amministratore delegato della Florence Multimedia, la società creata ad hoc da Renzi per gestire la comunicazione della Provincia sulla quale la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta per gravi irregolarità.
Nel 2009 entra (in quota MPS) nel consiglio di amministrazione diFirenze parcheggi S.P.A. E’ stato Presidente della C&T Crossmedia, la società che, senza nessun bando pubblico, nel 2012 si aggiudica l’appalto per la gestione delle guide su tablet per il museo di Palazzo Vecchio. Nel 2013 diventa Presidente di AdF, aeroporti di Firenze. Guarda caso, nel novembre dello stesso anno diventa azionista di Intesa S. Paolo. Su Carrai, il Gianni Letta renziano, ecco qui un bel ritrattino fatto da l’Espresso.

Passiamo al Terzo Uomo, il finanziere Davide Serra. Ma lui non ama che lo  si chiami così. Preferisce autodefinirsi “investitore istituzionale”. Buono quello! Lo chiamano “il Bandito delle Cayman” per il suo fondoAlgebris off shore.  Si è laureato alla Bocconi e ha lavorato in varie banche d’affari ed è diventato una star alla Morgan Stanley.  Qualcuno (Bersani) è stato pure da lui denunciato per il citato soprannome. La sintesi del suo programmino politico l’ha fatta lui stesso in un’intervista alFatto: “Abbatti le pensioni d’oro e quelle ordinarie, rendi licenziabili tutti quelli sopra i 40 anni. Così magari i giovani avranno una possibilità: costano meno e, lavorando, un domani potrebbero avere una pensione. Il mercato del lavoro è troppo rigido. La riforma Fornero ha provato a cambiare le cose. Era fatta male, ha bloccato i vecchi dentro e le aziende non hanno assunto i giovani. In Italia si era creata la flessibilità delle partita Iva e la Fornero l’ha tolta”.  Consulente del governo britannico (vive a Londra), pare che Serra sia stato ascoltato pure da Cameron. Ohé, ma quanto onore! La sua “riforma” delle pensioni l’ha espressa con chiarezza aOtto e mezzo dalla Gruber. Tagliare, tagliare e tagliare ancora le pensioni. Così, secondo la sua ricetta,  si dà lavoro ai giovani. O meglio, mettere le mani direttamente nelle tasche dei pensionati. La riforma Fornero, evidentemente non basta ancora.

Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=L-F8iMQ9xks

Last but not least, Ytzhac Yoram Gutgeld(Buondenaroin tedesco), cittadino israeliano diventato poi cittadino italiano, grazie alla sua candidatura nel PD. E’ stato a capo della multinazionale Mc Kinsey,  che ha dovuto lasciare dopo la sua elezione.  E’ lui che ha avuto la brillante idea dei fatidici 80 euro, decisi con un sms inviato a Renzi, nel quale ne spiegava le ragioni. E ora ha avuto la pensata del TFR in busta paga. Cioè togliere il tesoretto per la vecchiaia a chi lavora per renderlo subito “spendibile” e magari illudersi che faccia “ripartire i consumi”.  In realtà sarà un’inconsistente regalìa  già tassata alla fonte. Marchionne, ovviamente, plaude all’ iniziativa. I piccoli e medi imprenditori, invece no, dato che verranno privati di quel poco di liquidità residua.
Yoram Gutgeld è ormai consigliere economico assai ascoltato da Renzi e anche lui come Serra ha una pensata geniale sulle pensioni Se diventasse ministro taglierebbe le pensioni da 3.000-3.500 euro lordi. “Non farei cose popolari, lo dico subito”, dice nell’intervista all’Huffington post. “Siamo il primo bancomat d’Europa nella previdenza. Abbiamo una quota spesa pensionistica di circa 50 miliardi non coperta da contributi versati. C’è una quota importante di pensioni inferiori a 1.000 euro che non possono essere toccate. Ce ne sono però anche più alte e c’è una fetta di pensioni superiori ai 3.000 euro cui non corrispondono contributi versati”. Dalla lettura integrale della citata intervista, come si vede, per far quadrare i conti ha la stessa trovata del suo compare delle Cayman: prelevare direttamente dalle tasche dei pensionati per vedere l’effetto che fa. (Intervista a Huffington post).
L’Italia, secondo costoro, non è né deve essere,  un paese per vecchi. E nemmeno per giovani, visto che molti ragazzi prendono la valigia e se ne vanno.

Come si vede, gli uomini che sussurrano alle orecchie del cavallino Renzi, sono uno peggiore dell’altro, per le sorti degli Italiani. E Renzi, non solo li ascolta, ma trotta, trotta, galoppa, galoppa…
Che Dio ce la mandi buona.

SE IN SVIZZERA VINCE IL SI’ AL REFERENDUM SULL’ORO L’EURO PRECIPITERÀ’ ALL’INFERNO.

oro
ottobre 12 2014
 
Il 30 novembre gli elettori svizzeri dovranno pronunciarsi sull’iniziativa che chiede alla Banca nazionale svizzera il rimpatrio dell’oro del paese depositato all’estero, che le vieta di vendere il metallo prezioso e che la obbliga a fare in modo che il 20% delle sue riserve sia in oro. Tre decisioni molto importanti.
 
E l’economista svizzero Egon von Greyerz ritiene possibile che l’iniziativa referendaria abbia successo. In una recente intervista sul portale Kingworldnews.com, von Greyerz ha dichiarato : “La Banca nazionale svizzera afferma che l’oro elvetico depositato all’estero non è stato dato a terzi, dunque il rimpatrio non dovrebbe porre alcun problema.”
 
Ma il punto principale non è il rimpatrio dell’oro depositato all’estero. “Se l’iniziativa dovesse passare – prosegue von Greyerz – questo vorrebbe dire che la BNS sarebbe obbligata ad acquistare 1.700 (mille e settecento) tonnellate di oro, ossia circa il 70% della produzione annua mondiale, per un valore di 66 miliardi di dollari”.
 
“Non vi è una vera opposizione all’iniziativa – ha aggunto l’economista –  Penso abbia buone possibilità di successo. E se vincesse il sì, il mercato dell’oro ne sarebbe sconvolto. Non solo la Banca Nazionale Svizzera dovrebbe acquistare un’enorme quantità di oro fisico, ma questo spingerà altri paesi a rimpatriare le loro riserve all’estero”.
 
“Se venisse votata con la vittoria dei sì – ha concluso – questa iniziativa sarebbe il catalizzatore che metterà fine a una lunga correzione di 3 anni sul mercato dell’oro. Assisteremmo a un nuovo aumento a lungo termine.”
 
Ma c’è un effetto tutt’altro che trascurabile, riferito all’acqusito di oro fisico da parte della BNS, se vincessero i sì. Infatti, l’acquisto dovrà essere eseguito in dollari USA e quindi la Banca Centrale Svizzera dovrà vendere una parte molto consistente delle proprie riserve valutarie in euro per convertirle in USD al fine di comprare oro sui mercati internazionali.
 
Al riguardo, scrive il Sole 24 Ore: “Gli analisti intravvedono forti rischi anche per l’euro. La banca centrale elvetica, che alla fine di settembre aveva riserve in valuta estera per ben 462 miliardi di franchi (382 miliardi di euro) su un totale di 522 miliardi, per comprare lingotti avrebbe bisogno di dollari. Ad essere sacrificata nel mix delle riserve sarebbe quindi soprattutto la divisa europea”  Sta a significare che la vendita massiccia di euro contro dollari produrrà certamente una caduta verticale del valore di cambio dell’euro, innescando anche a livello mondiale altrettante fughe dalla moneta unica europea.
 
Sarebbe, in buona sostanza, l’avvio di una super speculazione al ribasso contro l’euro, che costrigerebbe la Bce a formidabili interventi per provare a bloccarla. Ma la Bce ha abbastanza dollari in suo possesso per riuscirci?
 
Fonte: ilnord.it

STAMPA E REPUBBLICA sullo sciopero al CAAT di stanotte

Ancora una volta le due testate pubblicano online articoli che non corrispondono alla realtà dei fatti,strumentalizzando la morte di un ambulante per un malore, scaricando la responsabilità sugli “antagonisti” : moltissimi erano i solidali di tutte le provenienze, anche NOTAV.., ma non hanno provocato la morte di nessuno!

Tanto per cambiare, i giornalisti sono Numa e Di Blasi…
Hanno mobilitato centinaia di agenti, ma lo sciopero è riuscito, pochi facchini sono entrati, pochi camion scaricati 
in segno di lutto per la morte dell’ambulante, QUESTA SERA CONTINUA LO SCIOPERO AL CAAT  MA SENZA PRESIDIO 
 
16 ott 14 Stampa :

Protesta ai mercati generali di Torino, ambulante muore d’infarto. Cinque fermati

L’uomo ha avuto un diverbio con i manifestanti che all’alba hanno bloccato l’accesso dei camion nella struttura di Grugliasco. Portati in questura quattro attivisti dei centri sociali dell’autonomia e una militante dell’area anarchica

Massimo Numa, Patrizio Romano

http://www.lastampa.it/2014/10/16/cronaca/protesta-ai-mercati-generali-di-torino-ambulante-colto-da-infarto-e-muore-oRq51ec445vuL4dPJv8p9K/pagina.html

 16 ott 14 Repubblica :

Torino: scontri durante la protesta ai mercati generali. Un ambulante muore di infarto

Un gruppo di antagonisti ha iniziato un lancio di pietre, bulloni e petardi contro le forze dell’ordine che hanno risposto con lacrimogeni e cariche. Un ambulante che cercava di entrare, dopo un litigio, si è accasciato per un malore ed è morto

di Erica Di Blasi

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/10/16/news/crisi_tensione_a_protesta_mercati_generali_torino_un_ambulante_muore_di_infarto-98215307/

 VIDEO : Scontri con la polizia durante la protesta ai mercati generali di Torino

http://video.repubblica.it/edizione/torino/scontri-con-la-polizia-durante-la-protesta-ai-mercati-generali-di-torino/180368

 FOTO : Torino, tensione alla protesta ai mercati generali

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/10/16/news/crisi_tensione_a_protesta_mercati_generali_torino_un_ambulante_muore_di_infarto-98215307/#gallery-slider=98215470

Il doppio gioco americano nella lotta all’Isis

irib
I media di tutto il mondo da qualche settimana riportano costantemente e ingrandiscono smisuratamente gli sforzi multilaterali della diplomazia Usa per montare una colossale coalizione di ben 40 Paesi per battere e annientare il cosiddetto Stato Islamico (l’Isis), sempre più dipinto come uno spauracchio mondiale.
Nel frattempo, sempre secondo quanto fanno credere i media occidentali, è grazie ai caccia bombardieri dell’aviazione americana, a cui ora si sono uniti quelli francesi, che forze irachene ed anche I militanti peshmerga curdi riescono a contenere quella che viene dipinta come una possente “armata delle tenebre”.
 
E ancora una volta si vuole far passare l’immagine di un’America super potenza che corre in soccorso delle popolazioni che rischiano di essere massacrate dal cattivo di turno, con accanto i soliti francesi che, quando c’è da buttare bombe dove c’è odore di petrolio, non restano mai indietro. E in effetti gli Usa, nell’area del Golfo, di mezzi per condurre un’offensiva aerea ne hanno in abbondanza.Tutti questi mezzi possono essere diretti sui bersagli con precisione millimetrica da aerei, droni, satelliti e centinaia di elementi delle Forze Speciali che operano sul campo come Fac (Forward Air Controller), vale a dire controllo aereo avanzato. Con questa tecnologia a disposizione, in condizione di allerta continua e costante, di giorno o di notte, in un ambiente piatto e scoperto come quello iracheno, le colonne di mezzi delllo  spauracchio made in Usa, chiamato “califfato” sarebbero un bersaglio ideale quanto indifeso.
 
Il leader del movimento per la resistenza libanese Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah ha rilasciato durante una sua recente intervista video rilasciata alla televisione libanese Al-Manar, ha dichiarato che la Resistenza libanese non farebbe mai parte della coalizione anti Isis, costituita dagli Usa e dei loro alleati, proprio perche’ e’ guidata da chi è “la fonte” di tutto il terrorismo nel mondo, gli Stati Uniti.“
 
A nostro parere, l’America è la madre del terrorismo, la fonte del terrorismo. Se c’è il terrorismo in tutto il mondo, la causa è l’America”, ha affermato il segretario generale.“L’America fornisce un supporto completo per il terrorismo dello Stato sionista. Sostiene Israele militarmente, economicamente, giuridicamente, e le fornisce anche il veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. “Colui che ha sganciato la bomba atomica sulla popolazione del Giappone, che ha ucciso in Vietnam e in mezzo mondo, non è qualificato eticamente e moralmente per presentarsi come leader di una coalizione per combattere il terrorismo. La realtà è che tutti i Paesi che fanno parte della coalizione anti-Isis, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Bahrain, sono i sostenitori e finanziatori dei terroristi che stanno attualmente combattendo in Iraq e in Siria.Nell’ultimo suo discorso, Nasrallah, ha osservato che gli Stati Uniti hanno deciso di impegnarsi nella lotta contro l’Isis, solo quando i miliziani si sono avvicinati alla regione curda dell’Iraq, che è strategicamente importante per l’Occidente.
 
Come e’ noto a tutti, nell’ultimo mese e mezzo, vi sono state diverse operazioni militari contro l’Isis con tanto di armamenti pesanti e pesanissime. Ma e’ piu’ che leggittimo chiedersi quale sia l’obiettivo vero di tanto movimento militare e politico e l’impiego di tutta questa possente armata aerea, a cui stanno per unirsi anche i Tornado inglesi? Circa 180 missioni, meno di quattro al giorno, e neanche tutte da attacco perché in buona parte da ricognizione, controllo e rifornimento.
 
Se la volontà di Washington fosse davvero quella di eliminare l’“armata del califfatto Takfiri”, con quei mezzi a disposizione potrebbe incenerirla in una settimana, invece, a parte le bufale riportate dalla stampa, ha incenerito qualche decina di pick-up e qualche blindato: il minimo indispensabile per fingere di fare qualcosa o comunque per far credere che la minaccia di Isisi, creata da loro stessi, sta alle porte dell’Occidente. Il gruppo terroristico Isisi, chiamato anche Daesh in arabo, è una minaccia troppo preziosa per distruggerla; la scusa ideale per giustificare la destabilizzazione e lo smembramento dell’Iraq, con il petrolio di Mosul e Kirkuk messo in mano ai curdi insieme alle armi per difenderlo. E dal Kurdistan, via Turchia, portarlo ai quattro angoli del mondo, Israele in testa. E questa è solo una delle ragioni per mantenere in vita una gigantesca operazione mediatica criminale che vende i propri servizi al miglior offerente.
 
Per ora l’importante è fingere di combattere l’Isis, agitando il pericolo delle “bandiere nere” per giustificare qualunque azione; quando non servirà più svanirà come tanti altri comodi fenomeni usa e getta creata dalla diabolica volonta’ israeloamericana.
 

Quando uno Stato è legittimato a non ripagare il proprio debito estero

Tra debito e garanzia dei diritti fondamentali ai propri cittadini, il diritto internazionale è molto chiaro su chi deve prevalere
 
– di Cesare Sacchetti –
Che l’austerity fosse profondamente sbagliata sotto il profilo economico e desse risultati ancora peggiori nell’ammontare del debito pubblico è stato più volte ricordato e gli effetti nocivi li vediamo sotto i nostri occhi.
 
L’aspetto che va più messo in luce è quello di uno stato sovrano funzionante con specifici limiti alle sue obbligazioni, nella fattispecie debiti contratti con altri stati e/o compagnie private straniere. Tradotto: può uno Stato per ottemperare al pagamento di un debito negare sé stesso e rinunciare a tutti i servizi essenziali che ad esso sono connaturati e irrinunciabili, come la sanità, la sicurezza pubblica, la tutela dell’ambiente e le politiche occupazionali instaurando uno stato di anarchia?
A quanto pare no, e non è una velina sovranista a propugnare un tale concetto eversivo agli occhi di molti osservatori e dei valletti della finanza internazionale, ma la dottrina internazionale rappresentata in questo caso dalla ILC (International Law Commission) che nel relativo annuario del 1980 ci fornisce lumi su quel caso peculiare in cui uno Stato può invocare quello che viene definito uno ”stato di necessità” , ovvero quella particolare situazione in cui il debito contratto dallo Stato X nei confronti dello Stato Y possa non essere adempiuto se si dovessero verificare condizioni di impossibilità al pagamento dell’obbligazione e per le quali lo Stato X debitore se dovesse eseguire il pagamento, sarebbe costretto a privare i cittadini dei loro servizi fondamentali come l’istruzione, la sanità, la sicurezza pubblica, etc.
Il caso di scuola è quello del contenzioso tra Grecia e Belgio avvenuto tra gli anni’20 e’30. Il governo greco negli anni’20 appaltò la costruzione di alcune linee ferroviarie con relative forniture dei materiali alla Societè Commerciale de Belgique, che prestò al governo greco la somma necessaria per sostenere i lavori . Il governo ellenico emise titoli del debito pubblico a favore della compagnia belga per garantire il pagamento dell’obbligazione.
Successivamente la Grecia negli anni’30, in seguito alla crisi economica scaturita dal crac finanziario del 1929 fu costretta ad abbandonare il gold standard e a dichiarare il default, dichiarando l’impossibilità a pagare il proprio debito e adducendo come motivazione quello “ stato di necessità” di cui abbiamo fatto cenno sopra, ma la Societè Commerciale de Belgique rifiutò questa spiegazione e con il patrocinio del governo belga fece ricorso presso la Corte Internazionale di Giustizia. La Corte accolse le motivazioni fornite dalla Grecia, dichiarando che il governo ellenico aveva fatto quello che qualsiasi governo responsabile avrebbe fatto al suo posto.
Sono di aiuto le parole del rappresentante greco Youpis presso la Corte Internazionale per capire meglio come uno Stato dovrebbe comportarsi in situazioni del genere: ”possono occorrere circostanze che vanno al di là del controllo umano e che rendono impossibili per i governi ottemperare ai doveri verso i creditori e verso il popolo; le risorse della nazione sono insufficienti per adempiere ad entrambi i doveri. Si rivela impossibile pagare il debito e nello stesso tempo garantire ai cittadini un’amministrazione efficiente e fornire le condizioni essenziali per uno  sviluppo economico, sociale e morale della nazione”.
Quindi a questo punto la domanda da porsi è: quale dei due doveri soccombe? La Corte in proposito non ha dubbi: “ A nessuno Stato è richiesto di adempiere, parzialmente o pienamente, le sue obbligazioni pecuniarie se queste mettono in pericolo il funzionamento dei servizi pubblici e ottengono l’effetto di disarticolare la pubblica amministrazione della nazione. Nel caso in cui il pagamento metta in pericolo la vita economica o comprometta il funzionamento dell’amministrazione, il Governo è autorizzato a sospendere o ridurre il pagamento del debito”. La conclusione da trarsi è che lo Stato non può smettere di fare lo Stato per pagare un debito e le richieste di pagamento lamentate dagli investitori internazionali non possono in nessun caso andare a ledere la sfera dei diritti fondamentali presenti in Costituzione e garantiti dal diritto internazionale.
L’austerità sta sopprimendo proprio quella parte della Carta costituzionale che contiene i diritti fondamentali e che non possono essere compressi né snaturati da nessuna norma, poiché la Costituzione nella gerarchia delle fonti è ancora la fonte primaria del nostro ordinamento, e perciò dobbiamo necessariamente osservare che i trattati europei imponendo politiche economiche e livelli di deficit insufficienti a raggiungere gli obbiettivi dello Stato sociale quali la piena occupazione, il diritto alla salute, il diritto all’istruzione, diritti fondamentali per un’affermazione e uno sviluppo dell’uomo nella società, siano illegittimi e inesistenti da un punto di vista giuridico.
Questo conflitto è insanabile e viene da chiedersi perché mai nessun partito o gruppo parlamentare abbia mai fatto proprie queste istanze e chiesto il recesso o la denuncia dei trattati europei che allo stato attuale delle cose stanno compromettendo la somministrazione dei servizi pubblici essenziali e il Governo italiano sarebbe legittimato a chiederne il recesso per cause di forza maggiore.
Le politiche europee non stanno solo danneggiando le economie degli stati membri ma annullano il ruolo essenziale dello Stato e la sua natura stessa di garante dell’ordine e del benessere sociale per instaurare un modello anarco-liberista fondato sulla legge della giungla, dove la vita stessa dei cittadini è svuotata e priva di valore e quella degli interessi speculativi invece è salvaguardata. Il precedente tra Grecia e Belgio ci mostra come i mercati non possono e non debbono disporre della vita degli stati sovrani, per passare dalla pretesa legittimità di sentenze emesse in paesi stranieri imponendone l’applicazione negli stati sovrani come nel recente caso tra i fondi avvoltoi USA e il Governo argentino, che si è legittimamente rifiutato di applicare una sentenza straniera che cambiava completamente la natura dell’obbligazione.
La Presidenta Kirchner ha dimostrato fermezza e rigore dando il benservito ad una finanza che da troppo tempo ormai continua a succhiare linfa dagli stati e per questo si è guadagnata la reprimenda del Ministro tedesco Schauble ed una pagina diffamatoria del Financial Times. Ecco, questa per noi è veramente una medaglia da appuntarsi al petto con orgoglio.
http://www.informarexresistere.fr/2014/09/30/quando-uno-stato-e-legittimato-a-non-ripagare-il-proprio-debito-estero/

Credono che la sovrappopolazione sia una piaga sulla terra e la principale causa dei problemi

la società civile, quella che idolatra Obama oggi e ieri, e prima ancora Al Gore e mondialisti di ogni risma ha fatto proprie queste istanze.
Si chiama eugenetica, che è abominevole, ma solo se la applicava il Terzo Reich. Oggi si chiama lotta al surriscaldamento climatico…ma che caso, dopo i 75 anni non vale la pena vivere dicono (sarà mica perché come dicono certi pensionati d’oro e senatori a vita, il sistema pensionistico non è più sostenibile? Ma che succede se si chiede il taglio delle loro pensioni d’oro????). Peccato che i Kissinger ed i Rotschild a 90 anni ancora frequentino le logge dalle quali impartiscono ordini

Le persone più potenti al mondo, e i loro più diretti servitori, sono convinte che la sovrappopolazione sia la causa principale dei problemi della terra.  Alcuni di loro hanno fatto dichiarazioni pubbliche che non lasciano dubbi sul proprio credo:  gli esseri umani sono una piaga sulla terra. Così per sconfiggerla offrono i modi per combatterla.

Qui riportiamo alcune delle citazioni più controverse dei leader dei diversi paesi, nelle quali si promuovono idee sul da farsi per affrontare la sovrappopolazione. Eccone alcune:
L’ex consulente alla Salute del presidente Barack Obama e uno dei costruttori del progetto Obamacare, Ezekiel Emanuel:
“La società sarebbero migliori se la gente non vivesse più di 75 anni.” “È inutile sprecare risorse mediche su coloro che non possono avere un’elevata qualità della vita.”
L’ex consulente scientifico di Obama, John P. Holdren:
Un programma di sterilizzazione delle donne dopo il secondo o terzo figlio, anche se si tratta di un’operazione più difficile della vasectomia, potrebbe essere più facile da implementare che cercare di sterilizzare gli uomini.”
 
L’ex consulente scientifico del presidente George W. Bush, Paul Ehrlich:
 “La soluzione fondamentale è quello di ridurre la scala delle attività umane, incluse le dimensioni della popolazione, mantenendo la loro capacità di consumare le risorse nella capacità di carico che ha la terra”.  “Nessuno, a mio parere, ha il diritto di avere 12 figli, o anche tre, a meno che la seconda gravidanza non sia di due gemelli”.
La consigliera di Hillary Clinton, Nina Fedoroff:
“Dobbiamo continuare a diminuire il tasso di crescita della popolazione mondiale. Il pianeta non può sostenere molte più persone”.
Il marito della regina Elisabetta II e co-fondatore del World Wildlife Fund, il principe Filippo di Edimburgo:
Se potessi reincarnarmi, mi piacerebbe tornare come un virus mortale, per contribuire a risolvere la sovrappopolazione”.
Il ministro del Giappone, Taro Aso, parlando di pazienti affetti da gravi malattie, ha detto: “Non puoi dormire bene quando pensi che tutto è pagato dal governo. Questo non si risolverà a meno che non si acceleri la loro morte”.