Il doppio gioco americano nella lotta all’Isis

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I media di tutto il mondo da qualche settimana riportano costantemente e ingrandiscono smisuratamente gli sforzi multilaterali della diplomazia Usa per montare una colossale coalizione di ben 40 Paesi per battere e annientare il cosiddetto Stato Islamico (l’Isis), sempre più dipinto come uno spauracchio mondiale.
Nel frattempo, sempre secondo quanto fanno credere i media occidentali, è grazie ai caccia bombardieri dell’aviazione americana, a cui ora si sono uniti quelli francesi, che forze irachene ed anche I militanti peshmerga curdi riescono a contenere quella che viene dipinta come una possente “armata delle tenebre”.
 
E ancora una volta si vuole far passare l’immagine di un’America super potenza che corre in soccorso delle popolazioni che rischiano di essere massacrate dal cattivo di turno, con accanto i soliti francesi che, quando c’è da buttare bombe dove c’è odore di petrolio, non restano mai indietro. E in effetti gli Usa, nell’area del Golfo, di mezzi per condurre un’offensiva aerea ne hanno in abbondanza.Tutti questi mezzi possono essere diretti sui bersagli con precisione millimetrica da aerei, droni, satelliti e centinaia di elementi delle Forze Speciali che operano sul campo come Fac (Forward Air Controller), vale a dire controllo aereo avanzato. Con questa tecnologia a disposizione, in condizione di allerta continua e costante, di giorno o di notte, in un ambiente piatto e scoperto come quello iracheno, le colonne di mezzi delllo  spauracchio made in Usa, chiamato “califfato” sarebbero un bersaglio ideale quanto indifeso.
 
Il leader del movimento per la resistenza libanese Hezbollah, Seyyed Hassan Nasrallah ha rilasciato durante una sua recente intervista video rilasciata alla televisione libanese Al-Manar, ha dichiarato che la Resistenza libanese non farebbe mai parte della coalizione anti Isis, costituita dagli Usa e dei loro alleati, proprio perche’ e’ guidata da chi è “la fonte” di tutto il terrorismo nel mondo, gli Stati Uniti.“
 
A nostro parere, l’America è la madre del terrorismo, la fonte del terrorismo. Se c’è il terrorismo in tutto il mondo, la causa è l’America”, ha affermato il segretario generale.“L’America fornisce un supporto completo per il terrorismo dello Stato sionista. Sostiene Israele militarmente, economicamente, giuridicamente, e le fornisce anche il veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. “Colui che ha sganciato la bomba atomica sulla popolazione del Giappone, che ha ucciso in Vietnam e in mezzo mondo, non è qualificato eticamente e moralmente per presentarsi come leader di una coalizione per combattere il terrorismo. La realtà è che tutti i Paesi che fanno parte della coalizione anti-Isis, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Bahrain, sono i sostenitori e finanziatori dei terroristi che stanno attualmente combattendo in Iraq e in Siria.Nell’ultimo suo discorso, Nasrallah, ha osservato che gli Stati Uniti hanno deciso di impegnarsi nella lotta contro l’Isis, solo quando i miliziani si sono avvicinati alla regione curda dell’Iraq, che è strategicamente importante per l’Occidente.
 
Come e’ noto a tutti, nell’ultimo mese e mezzo, vi sono state diverse operazioni militari contro l’Isis con tanto di armamenti pesanti e pesanissime. Ma e’ piu’ che leggittimo chiedersi quale sia l’obiettivo vero di tanto movimento militare e politico e l’impiego di tutta questa possente armata aerea, a cui stanno per unirsi anche i Tornado inglesi? Circa 180 missioni, meno di quattro al giorno, e neanche tutte da attacco perché in buona parte da ricognizione, controllo e rifornimento.
 
Se la volontà di Washington fosse davvero quella di eliminare l’“armata del califfatto Takfiri”, con quei mezzi a disposizione potrebbe incenerirla in una settimana, invece, a parte le bufale riportate dalla stampa, ha incenerito qualche decina di pick-up e qualche blindato: il minimo indispensabile per fingere di fare qualcosa o comunque per far credere che la minaccia di Isisi, creata da loro stessi, sta alle porte dell’Occidente. Il gruppo terroristico Isisi, chiamato anche Daesh in arabo, è una minaccia troppo preziosa per distruggerla; la scusa ideale per giustificare la destabilizzazione e lo smembramento dell’Iraq, con il petrolio di Mosul e Kirkuk messo in mano ai curdi insieme alle armi per difenderlo. E dal Kurdistan, via Turchia, portarlo ai quattro angoli del mondo, Israele in testa. E questa è solo una delle ragioni per mantenere in vita una gigantesca operazione mediatica criminale che vende i propri servizi al miglior offerente.
 
Per ora l’importante è fingere di combattere l’Isis, agitando il pericolo delle “bandiere nere” per giustificare qualunque azione; quando non servirà più svanirà come tanti altri comodi fenomeni usa e getta creata dalla diabolica volonta’ israeloamericana.
 
Il doppio gioco americano nella lotta all’Isisultima modifica: 2014-10-16T15:20:57+02:00da davi-luciano
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