La svolta di Grillo sull’euro: una mossa tattica o una scelta ineludibile?

grillo
di Luciano Lago
 
Alla fine anche Grillo è arrivato da ultimo sulle conclusioni a cui erano arrivati da molto tempo la Lega di Salvini ed altri movimenti in Europa come il Front National di Marine Lepen in Francia, come Geert Wilders ed il suo partito in Olanda, come Heinz-Christian Strache del Partito FPO (Partito delle Libertà) in Austria e tanti altri movimenti politici che hanno sostenuto scelte di dissociazione dall’euro, di ritorno alla sovranità e di autonomia dalle direttive dell’Unione Europea.
 
Il movimento di Grillo, alla necessità di uscire dalla gabbia dell’euro, ci arriva tardi ed ormai fuori tempo, dopo aver tergiversato ed essere rimasto ondivago su questa come sui altre questioni in questi mesi, occupandosi di altre tematiche, pur importanti e condivisibili ma non ugualmente essenziali.
 
Grillo vuole farsi promotore di un referendum sull’uscita dall’euro che sarebbe comunque senza efficacia legale (non ammesso dalla Costituzione) che richiederebbe tempi lunghi per raccogliere le firme ed alla fine controproducente perchè i “mercati” e le centrali finanziarie avrebbero tutto il tempo di stringere l’Italia in una morsa per non permettere una manovra unilaterale ed indolore di uscita dall’euro a cui, è di fondamentale interesse per la grande finanza, tenere ancorata l’Italia.
 
Si tratta di una proposta che può essere fatta soltanto da chi ha una visione molto superficiale delle cose (e non sembra il caso di Grillo) o da chi è in mala fede o persegue altri fini.
 
I poteri sovranazionali che hanno sottratto sovranità all’Italia e l’hanno a poco a poco spolpata economicamente e disarticolata socialmente, non si farebbero certo scappare la preda per effetto di una iniziativa politica del movimento di Grillo, anche se questi fosse in grado di otttenere il 60% dei consensi. Consideriamo che, soltanto per gli interessi sul debito, l’Italia paga alle banche oltre 80 miliardi l’anno e che, per i versamenti ai fondi europei come il MES/ESM, ci sono altre decine di miliardi di euro ogni anno da versare nelle casse di Bruxelles (127 miliardi soltanto il MES). Ovvio che aumenta il debito pubblico ma questo non si dice.
 
Quando mai il cartello bancario, che è il detentore dell’euro e garante del sistema, potrebbe rinunciare ad una simile gallina dalle uova d’oro.
 
Chi opera nella comunicazione sa bene quale sia il potere di condizionamento e di manipolazione di cui dispongono i poteri dominanti del sistema , padroni della quasi totalità dei media, possiamo immaginarci come questi influenzerebbero l’opinione pubblica, in una eventuale referendum per l’uscita dall’euro, con una campagna terroristica che prospetterebbe al pubblico italiano, facilmente influenzabile e non preparato su questi temi, l’idea di un annullamento dei risparmi e l’annientamento dei redditi che ( farebbero abilmente credere) deriverebbe da una uscita dell’Italia dall’euro.
 
Inutile anche pensare di fronteggiare la possente macchina della propaganda mediatica di cui il sistema dispone per falsare la realtà, imporre una visione distorta e seminare paura ed apprensione nel pubblico. Questo significa che si avrebbe un effetto del tutto controproducente con un formidabile assenso di massa alle politiche del governo per far rimanere il paese ancorato a Bruxelles ed all’euro, fatto questo che imprigionerebbe l’Italia nella gabbia dell’euro vita natural durante sottraendo del tutto qualsiasi possibilità di cambiamento.
 
Possiamo quindi chiederci perchè Grillo ha fatto proprio adesso questa proposta e la risposta, a nostro avviso, va ricercata in due fattori:
 
1) in una possibile manovra di recupero del consenso (che in parte si stava erodendo) riportando alla ribalta il suo movimento su un tema attuale, nel momento in cui tutti gli indicatori economici ci dicono che il paese si trova ormai sulla china in discesa verso commissariamento e possibile default, causa l’avvitarsi dell’indebitamento, decrescita e deflazione con tutte le coseguenze in termini di nuove manovre di tagli alla spesa pubblica e svendita del patrimonio pubblico.
 
2) perchè Grillo è in possesso di informazioni riservate, come altre volte è successo (vedi il caso Parmalat) su un possibile piano B già previsto da Bruxelles o dalla Germania per la fuoriuscita dell’Italia e di altri paesi dal sistema dell’euro ed in questo caso sta cercando di anticipare i tempi.
 
Possiamo soltanto ipotizzare chi abbia fornito a Grillo queste informazioni riservate, visti i buoni rapporti intercorrenti tra lui stesso, il Casaleggio ed altri loro collaboratori, con ambienti della finanza anglosassone, nonchè con la stessa ambasciata USA e con quella britannica. Naturalmente tutte le ipotesi sono buone ma non possiamo dimenticare che Grillo si trovò nel ‘1992 sul famoso Panfilo Britannia e che Casaleggio dispone di forti collegamenti con ambienti finanziari.
 
D’altra parte sono le stesse testate finanziarie britanniche a informarci che la situazione dell’economia italiana è ormai vicinissima al punto di non ritorno, come hanno scritto giornali come il “Financial Times” attraverso la penna di Wofgang Munchau, oltre al The Telegraph di Ambrose Evans Pritchard che si sono più volte occupati dell’Italia. naturalmente nulla è apparso sui media italiani riguardo a queste analisi che non provengono da organi di stampa complottisti o populisti ma da prestigiose e qualificate testate internazionali.
 
In Italia, grazie ad un incredibile travisamento della realtà operato dai media, TV e giornali, si continua a credere che sia sufficiente qualche riforma portata avanti dal “prestigiatore fiorentino” per far ripartire il paese mentre invece i sentori sono ormai diversi: fuga massiccia di capitali, fuga delle imprese, voci dall’estero che danno già l’Italia per spacciata verso il default.
 
Nel paese manca ormai la liquidità, lo Stato deve chiedere una moneta straniera in prestito, dietro interessi, tutti i nodi sono venuti al pettine come dimostra anche la vergognosa vicenda dell’alluvione a Genova, con l’evidenza di una classe politica locale e nazionale totalmente incompetente e dedita all’affarismo ed al clientelismo, mentre il paese sprofonda letteralmente tra frane, allagamenti, nubifragi e paralisi procurata per effetto della burocrazia e della tassazione record.
 
La stessa protezione Civile, già vanto dell’Italia fino a poche anni addietro, non ha più il denaro che servirebbe per rappezzare qualche emergenza e salvare un pò di vite. Il denaro viene speso soltanto per accogliere una massa di immigrati e profughi, quelli si sono fondi stanziati e subito spesi, per pagare gli stipendi ai dirigenti pubblici ed alle alte burocrazie di Stato (magistrati e alti funzionari) che dispongono del potere di poter paralizzare qualsiasi decisione e qualunque riforma.
 
Chi volete che venga ad investire in un paese così: i capitali si dirottano altrove e in Italia arrivano soltanto i grandi avvoltoi dell finanziarie e delle multinazionali per acquisti a saldo.
 
Sarà interessante vedere nelle prossime settimane se i 5 Stelle sceglieranno la strada di associarsi agli altri partiti o movimenti che hanno fatto dell’uscita dall’euro il nerbo del loro progrmma (la Lega di Salvini e F.lli D’Italia) o se vorranno mantenersi distanziati come hanno fatto in occasione della formazione dei gruppi al Parlamento europeo.
 
Il movimento di Grillo e Casaleggio è composto da varie anime, potrebbe essere insidiato da forze interne e arrivare ad una scissione fra coloro che sono d’accordo con la linea ufficiale e quelli che non lo sono, tuttavia sarà soltanto il tempo a farci verificare la sincerità della nuova posizione assunta da Grillo ed acclamata come svolta del movimento in quel del Circo Massimo. Nella palude della politica italiana, appiattita nell’attesa dei provvedimenti salvifici di Renzi, qualsiasi sbuffo di Grillo fa notizia.
 
La svolta di Grillo sull’euro: una mossa tattica o una scelta ineludibile?ultima modifica: 2014-10-15T21:05:24+02:00da davi-luciano
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