Ci sono più schede SIM che persone,Il numero di dispositivi mobili connessi alle reti cellulari è vicino ai 7,3 miliardi

ROMA – Il numero di dispositivi mobili connessi alle reti cellulari ha superato il numero di abitanti della Terra: secondo il contatore messo a punto da Gsma, l’associazione degli operatori “mobile” nel mondo, le connessioni sono vicine ai 7,3 miliardi, mentre per il Census Bureau’s americano la popolazione mondiale è attualmente stimata intorno ai 7,2 miliardi.

La stima non implica che ogni singolo abitante della Terra sia connesso ad una rete mobile. C’è infatti differenza tra il numero di connessioni mobili, cioè di schede Sim attive, e il numero di abbonati unici. Nei paesi occidentali, ad esempio, è molto frequente che un singolo utente disponga di più smartphone e tablet ed abbia quindi sottoscritto più abbonamenti. La situazione è diversa nei paesi in via di sviluppo. Stando a un recente rapporto stilato da McKinsey & Company in collaborazione con Facebook, nel mondo tra 1,1 miliardi e 2,8 miliardi di persone vivono fuori dalla portata di una rete mobile esistente.

“Nessun’altra tecnologia sta impattando su di noi come il “mobile”. È il fenomeno che è cresciuto più velocemente da zero a oltre 7 miliardi”, ha detto al blog Cnet, Kevin Kimberlin, presidente della società di venture capital americana Spencer Trask & Co.

http://www.cdt.ch/tempo-libero/tecnologia/116452/ci-sono-piu-schede-sim-che-persone.html

Genova – La celere contro gli spalatori !

Lunedì 13 Ottobre 2014

Genova, spalatori invitano la polizia a “sporcarsi la divisa”. E arriva la celere

Mentre a Genova si spala il fango e si contano i danni lasciati dall’ennesimo disastro annunciato, l’ultima cosa di cui ci sarebbe bisogno sono stupide provocazioni da parte delle forze dell’ordine.

E invece sembra che nemmeno di fronte alle centinaia di giovani (e non) che in questi giorni si sono messi al lavoro nei vicoli genovesi la polizia riesca a trattenersi dal fare l’ennesima figura indegna.

In un video che sta circolando in queste ore in rete, infatti, si vede un plotone di celerini circondare un gruppo di “angeli del fango”, provocando e pretendendo i documenti di tutti i presenti.

Il pretesto sarebbe stato dato dalla comprensibile esternazione di qualche ragazzo intento a spalare, che vedendo un gruppo di poliziotti passare senza muovere un dito li avrebbe invitati a “sporcarsi un po’ la divisa”. Tanto è bastato perché i prodi tutori dell’ordine chiedessero l’intervento della celere, che ha identificato alcuni dei presenti tra lo sbigottimento e la rabbia delle persone che stavano lavorando in mezzo al fango.

Il video a questo link si commenta da sé…

http://www.infoaut.org/index.php/blog/varie/item/12935-genova-spalatori-invitano-la-polizia-a-sporcarsi-la-divisa-e-arriva-la-celere

Maltempo, drammatica alluvione in Piemonte: alessandrino in ginocchio [FOTO]

lunedì 13 ottobre 2014, 12:24 di Peppe Caridi

Una nuova drammatica alluvione, dopo quella che ha colpito Genova e provincia la scorsa settimana, sta colpendo stamattina in basso Piemonte e in modo particolare la provincia di Alessandria, dove la situazione è drammatica in modo particolare tra Gavi e Castelletto d’Orba dove sono caduti oltre
350mm di pioggia da ieri sera, in poche ore. I vigili del fuoco sono impegnati con 60 squadre nel soccorso alle persone nelle zone più colpite, la valle Scrivia, Novi Ligure e la zona di Ovada. Problemi per la circolazione con sottopassi e strade allagate, e smottamenti. Ad Arquata Scrivia una casa è stata coinvolta in una frana, ma fortunatamente la famiglia all’interno è riuscita a mettersi in salvo. Problemi anche per la circolazione ferroviaria nella zona, sospesa in diversi tratti.

http://www.meteoweb.eu/2014/10/maltempo-drammatica-alluvione-in-piemonte-alessandrino-in-ginocchio-foto/335461/

Draghi: un messaggio dai toni inquietanti

sicuramente glielo ha detto la Merkel, la Germania è sempre colpevole ora poi che le borse, o i fantomatici “mercati” additano la Germania come malata d’europa chi siamo noi per contrariare il verbo della finanza??

12 ottobre 2014

Sappiamo tutti che col termine di “linguaggio mafioso” intendiamo un modo di esprimersi allusivo, ma al tempo stesso minaccioso, quasi mai diretto e, proprio per questo, forse ancor più intimidatorio.

Quando però l’allusione non viene compresa, il linguaggio mafioso può anche diventare schietto e diretto, ma, in questo caso, si tratta anche dell’ultimo avvertimento.

E’ la considerazione che mi sono sentito di fare quando ho letto la dichiarazione di Mario Draghi: “Se non fanno le cose giuste spariranno per sempre dalla scena politica, perché non saranno rieletti”.

Dunque, facciamo chiarezza, Mario Draghi è … il Presidente della Bce, quindi un banchiere centrale, i suoi interventi dovrebbero riguardare essenzialmente i mercati finanziari e limitarsi alle questioni di politica monetaria.

In questo caso, invece, egli non solo si intromette in questioni che non gli competono, ma va molto al di là.

Andiamo con ordine. Chiediamoci innanzitutto a chi si sta rivolgendo Draghi. Sembrerebbe evidente che il suo sia un monito agli attuali governanti dei vari Stati dell’eurozona, ma a tutti? Beh, no di certo, diciamo solo a quelli “indisciplinati”. E chi sono questi? Proviamo ad indovinare: Hollande? Renzi?

Ora, se Draghi avesse fatto solo “un’invasione di campo” il problema sarebbe stato di poco conto, spingersi al di fuori della propria sfera di competenza non può essere considerato un crimine, qui, però, la cosa è di ben altro spessore.

Draghi minaccia addirittura di “far sparire dalla scena politica” e “per sempre” chi “non fa le cose giuste” … e le cose giuste chi le decide? Lui?

Ed, ancor peggio, aggiunge “perché non saranno rieletti” … e chi decide coloro che verranno eletti? Lui? O il popolo sovrano?

Sembra proprio, a leggere le parole di Draghi, che le elezioni siano una sceneggiata, una specie di pantomima, per far credere ai cittadini di vivere in una democrazia e quindi far loro ritenere che sia il popolo ad essere sovrano, mentre nella realtà è lui, sì insomma il potere che egli rappresenta, a decidere chi sarà eletto e chi no.

Ma a vostro parere è accettabile, per un cittadino che crede di vivere in una società democratica, sentire certe affermazioni?

E nessuno ha niente da obiettare a Draghi? Dobbiamo davvero accettare tutto passivamente?

C’è di che rimanere allibiti!
http://www.finanzainchiaro.it/draghi-un-messaggio-dai-toni-inquietanti.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews  

Il leader No Tav Alberto Perino prosciolto per invasione di terreni

Il leader No Tav Alberto Perino prosciolto per invasione di terreni
ottobre 10 2014
Alberto Perino, lo storico leader del movimento No Tav, è stato prosciolto dal reato di invasione di terreni che sarebbe avvenuto in una manifestazione nel gennaio 2010 a Susa. Non luogo a procedere arrivato dal giudice Paolo Gallo anche per altri tre attivisti, tutti e quattro giudicati in un altro procedimento per lo stesso fatto. Perino e gli altri tre, infatti, erano stati multati dal tribunale per un presidio che si era svolto nella frazione di Susa Traduerivi, con l’intento per ostacolare i sondaggi preliminari per la costruzione della ferrovia Torino – Lione. La sentenza era stata pronunciata dal giudice Giorgio Giannetti. 

Altri quattro attivisti, tra cui Luigi Casel (uno dei leader del movimento) sono invece stati multati dai 200 ai 400 euro.

Walmart taglia l’assistenza

DOMENICA 12 OTTOBRE 2014
di Michele Paris

A conferma del carattere fondamentalmente regressivo della “riforma” del sistema sanitario americano voluta dal presidente Obama e approvata a fatica dal Congresso di Washington nel 2010 c’è stata qualche giorno fa la decisione dei vertici del colosso della vendita al dettaglio Walmart di eliminare l’assicurazione sanitaria offerta a una parte dei propri dipendenti a partire dal primo gennaio 2015.

Negli Stati Uniti la maggior parte della popolazione con un lavoro dispone di una qualche copertura sanitaria per sé e i propri familiari grazie al proprio datore di lavoro. Questa realtà sta però rapidamente cambiando dopo l’avvento della legge sul sistema sanitario (Affordable Care Act o ACA) e un numero crescente di lavoratori sta vedendo svanire i benefici che aveva a disposizione grazie al proprio impiego.
Questi ultimi non avranno ora a disposizione come alternativa un piano sanitario pubblico e universale, bensì una soluzione diversa al centro della “riforma” di Obama, cioè la possibilità di scegliere tra un ventaglio di piani offerti da compagnie private – e quasi sempre con serie limitazioni – da acquistare grazie a sussidi del governo federale.

La cessazione dei benefit sanitari da parte delle aziende americane è consentita nel caso in cui i loro dipendenti lavorino meno di 30 ore settimanali. Ciò è quanto accaduto questa settimana nel caso di Walmart, con la multinazionale con sede a Bentonville, nell’Arkansas, che ha appunto annunciato la fine della copertura sanitaria compresa nei contratti di lavoro dei propri dipendenti che lavorano meno di 30 ore la settimana.
Ad essere colpiti dal provvedimento saranno così in 30 mila, circa il 2% della forza lavoro di un’azienda che impiega più di un milione di persone soltanto negli USA. La decisione presa la scorsa settimana non è peraltro la prima in questo ambito, visto che già nel 2011 – un anno dopo l’approvazione di una “riforma” che i suoi vertici avevano fermamente appoggiato – Walmart si era liberata dalle incombenze sanitarie relative ai propri “associati” che lavorano meno di 24 ore settimanali.

Il comunicato ufficiale della compagnia ha fatto riferimento al continuo “aumento dei costi sanitari”, che hanno reso così necessarie “decisioni difficili”. A subire le conseguenze delle “decisioni difficili” saranno però solo i dipendenti meno pagati di Walmart, dal momento che, ad esempio, l’amministratore delegato della società, Douglas McMillon, si è visto riconoscere lo scorso anno un aumento del 168% dei propri compensi, saliti a 25,6 milioni.

Nonostante un certo rallentamento delle vendite, Walmart ha incassato 4 miliardi di utili nel secondo trimestre del 2014, una cifra che stride sia con gli stipendi notoriamente miseri offerti ai propri dipendenti sia con le spese sanitarie crescenti che dovranno affrontare dal prossimo anno i lavoratori part-time per ottenere nuove coperture sanitarie decenti. Secondo i vertici di Walmart, la previsione di spesa complessiva dell’azienda per le polizze sanitarie dei suoi dipendenti nel 2014 è salita a 500 milioni di dollari, contro i 330 milioni stimati solo pochi mesi fa.

Come se non bastasse, anche per i dipendenti full-time che conserveranno la propria polizza sanitaria tramite Walmart si annunciano tempi difficili, visto che la compagnia ha prospettato un aumento del 20% della parte dei premi assicurativi che i lavoratori dovranno pagare di tasca propria.

Infine, questi dipendenti dovranno sostenere anche una quota maggiore di spese sanitarie a proprio carico, in quanto le polizze previste dai loro contratti di lavoro copriranno una percentuale inferiore dei costi totali delle prestazioni.
Walmart non è ovviamente l’unica grande azienda americana ad agire in questo modo. Molte compagnie hanno infatti già approfittato dell’occasione offerta dalla “riforma” di Obama per ridurre i costi tramite la cancellazione delle polizze sanitarie garantite ad una parte dei loro dipendenti. Solo negli ultimi mesi, altri giganti della distribuzione come Target, Home Depot e Trader Joe’s hanno annunciato mosse simili a quella di Walmart, mentre UPS ha eliminato la copertura assicurativa dei coniugi dei loro dipendenti che hanno la possibilità di accedere al mercato privato regolato dal governo federale.

Il risultato di questa evoluzione è che nel 2013 il 62% delle compagnie di distribuzione al dettaglio negli USA non offrivano benefici sanitari ai propri dipendenti part-time, contro il 56% nel 2009. Visti i recenti annunci di aziende come Walmart, questo dato è destinato a crescere sensibilmente nel 2014.

Come già anticipato, le aziende statunitensi possono prendere più facilmente decisioni come quella di Walmart perché i loro dipendenti a basso o bassissimo reddito possono optare per i piani sanitari offerti dalle compagnie assicurative private, da acquistare grazie ai sussidi pubblici.
La maggior parte dei media d’oltreoceano ha addirittura definito vantaggiosa la cessazione dell’assicurazione sanitaria da parte di Walmart per i lavoratori part-time, visto che questi ultimi potranno ora sottoscrivere una polizza privata pagando talvolta anche un premio inferiore.

Ciò che non viene detto è però che il mercato delle polizze private regolato dai singoli stati americani o dal governo federale per coloro che hanno redditi molto bassi offre piani di copertura ridotti all’osso con, ad esempio, molte prestazioni da pagare di tasca propria o strutture sanitarie e medici diversi da quelli abituali e spesso lontani dai luoghi di residenza dei pazienti. Al di sopra di un certo reddito, inoltre, gli americani hanno l’obbligo di acquistare una polizza sanitaria, pena il pagamento di sanzioni crescenti.

Gli effetti della “riforma” sanitaria di Obama – scritta di fatto assieme ai rappresentanti delle grandi aziende e delle compagnie assicurative – continuano dunque a confermare il vero obiettivo del provvedimento del 2010, non esattamente quello di garantire una copertura sanitaria universale e accessibile.

Fin dall’inizio, infatti, quando l’ipotesi dell’alternativa di un piano pubblico era stata rapidamente accantonata, l’intenzione dell’amministrazione Obama e dei suoi sostenitori è stata quella di ridurre i costi dell’assistenza sanitaria, creando un esercito di assicurati con coperture estremamente ridotte e, parallelamente, un serbatoio di nuovi clienti per le compagnie private.
http://www.altrenotizie.org/esteri/6209-walmart-taglia-lassistenza-.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews  

Polonia, sfumano le ambizioni del fracking

La controversa tecnica del fracking, per la Polonia, doveva essere il mezzo per conquistare l’indipendenza energetica dalla Russia. Ma i risultati stentano ad arrivare e molte società petrolifere gettano la spugna…
 
La controversa tecnica del fracking, per la Polonia, doveva essere il mezzo per conquistare l’indipendenza energetica dalla Russia. Ma i risultati stentano ad arrivare e molte società petrolifere gettano la spugna.
La ricerca di gas “non convenzionale” in Polonia, ricorda l’agenzia Bloomberg, dura ormai da cinque anni. Il Paese, che attualmente importa dalla Russia il 57% del proprio gas naturale, si è sempre schierato a favore di questa metodologia (contestata dagli ambientalisti e vietata da altri governi). Ma il flusso massimo ottenuto durante la fase di test corrisponde solo al 30% della quantità necessaria per la produzione commerciale. Di conseguenza si diradano gli entusiasmi: il numero di licenze attive è ormai calato del 43% rispetto al picco raggiunto a gennaio 2013 e – ha dichiarato il viceministro all’Ambiente Slawomir Brodzinski – molte di quelle che scadono quest’anno probabilmente non verranno rinnovate. Si è tirata indietro anche 3Legs Resources, la prima società straniera ad accaparrarsi una licenza nel Paese. Exxon Mobil ha già abbandonato il Paese nel 2012, seguita da Talisman Energy e Marathon Oil nel maggio del 2013 e da Eni all’inizio di quest’anno.  
13 Ottobre 2014
Valentina Neri    @ neri@valori.it
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LUC MICHEL SUR ‘CITOYEN TV’: JUSTICE POUR LA CÔTE D’IVOIRE

PCN-TV avec Citoyen TV/

2014 09 10/

PCN-TV - LM sur CITOYEN TV côte d'ivoire (2014 09 10) FR

Luc MICHEL sur CITOYEN TV

– la TV de la Diaspora africaine (Paris) –

parle de la situation politique en Côte d’Ivoire, des dossiers  Gbagbo et Blé Goudé et de l’ingérence française

dans le JOURNAL du 10 septembre 2014 (à 0 min 50) …

 Le Journal complet sur : https://vimeo.com/108737783

 PCN-SPO

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STREET ART / ‘281 ANTI NUKE’: LE ‘BANKSY JAPONAIS’ UTILISE SA BOMBE CONTRE LE NUCLÉAIRE

Agence TEM/ Trans-Europa Médias

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https://www.facebook.com/trans.europa.medias.presse TEM - STREET ART - 281 Anti nuke le Banksy japonais (2014 10 11) 1

L’artiste britannique Banksy s’est fait connaître pour son street art revendicatif.

Au japon, 281 ANTI NUKE, commence à se faire un nom. Il est l’artiste urbain le plus connu du pays. Son leitmotiv: la lutte contre le nucléaire.

 Depuis la catastrophe de Fukushima, le Japonais milite par le biais de ses graffs pour critiquer la politique du gouvernement japonais et pour rappeler aux citoyens la catastrophe nucléaire.

 “J’ai été très frustré par ce qu’il s’est passé et surtout par le fait que rien n’ait été fait. J’ai pensé que le street art était le seul moyen en ma possession pour exprimer mon opinion”, explique-t-il dans un article publié sur le site scmp.com.

 TEM - STREET ART - 281 Anti nuke le Banksy japonais (2014 10 11) 2

A l’instar de nombre de ses collègues, il préfère rester anonyme par peur de la police et des bandes d’extrême-droite.

 Son travail lui vaut régulièrement des menaces de mort…

 TEM / 11 octobre 2014 /

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Genova: un disastro causato da incuria, cementificazione e grandi opere inutili come il Terzo Valico

11 ottobre 2014

da radiondadurto.org

Non da tregua il  su  e Liguria. Le alluvioni di questi giorni sono avvenute a causa del , cementificazione selvaggia, mancate opere di risanamento e anche devastanti grandi opere inutili come quella del terzo valico.

La protezione civile ha comunicato che l’allerta 2, il livello massimo di rischio, è stata prolungata fino a mezzanotte di lunedì per tutta la regione esclusa Imperia. Era previsto che terminasse alle 12 di oggi.

Un’ altra notte di paura quella di ieri nel capoluogo Genova a causa di due nubifragi che hanno allagato molte zone della città trasformando le strade in torrenti. Uno smottamento nella notte ha isolato Favale di Malvaro, una frana ha isolato 40 famiglie nel comune di Recco. All’alba una tempesta si è abbattuta sul Tigullio provocando problemi alla linea ferroviaria Livorno-Genova.

I tecnici sono ancora al lavoro per ripristinare la doppia linea Genova-Milano e Genova-Torino, interrotta da ieri per il deragliamento di un Frecciabianca a causa di una frana provocata dai cantieri dell’inutile grande opera del terzo valico ferroviario. Su questo incidente e più in generale sulla situazione che si registra a Genova e in Liguria vi proponiamo la corrispondenza con Toni,  terzo valico della Valpolcevera, dove è avvenuto il deragliamento del FrecciaBianca.