Un tunnel di dieci chilometri sotto il Po e la città

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I vertici del gruppo Gavio e della Sitaf hanno presentato il progetto al sindaco e agli assessori. Costo stimato: un miliardo e mezzo interamente a carico dei privati

di GABRIELE GUCCIONE

11 ottobre 2014

 Un tunnel di dieci chilometri sotto il Po e la città
Piero Fassino (ansa)

Un tunnel di dieci chilometri sotto e attorno al Po, che completerebbe verso est, correndo ai piedi della collina, l’anello della tangenziale. Se ne parla da decenni, e sul tema si sono esercitate schiere di sindaci e di presidenti di Provincia e di Regione, da Valentino Castellani a Sergio Chiamparino, da Mercedes Bresso ad Antonio Saitta. Ma il progetto è riapparso dai cassetti, puntuale come un orologio svizzero, proprio nella settimana di fuoco per i piani che Palazzo Civico ha in serbo sulle infrastrutture di trasporto, dal completamento della Linea 1 verso Cascine Vica all’ipotesi di sdoppiare la Linea 2 in un tratto ferroviario e in uno automatico, fino alla creazione di un tram 4 bis sui binari abbandonati della Torino-Ceres.

Stralciata l’idea di realizzare la Tangenziale est, il tunnel sotto il Po ha fatto la sua ricomparsa. Il progetto è stato illustrato ieri al sindaco Piero Fassino durante un summit convocato a Palazzo Civico con Beniamino Gavio, numero uno di uno dei principali gruppi autostradali d’Italia e uno dei suoi manager di riferimento, Gianni Luciani, amministratore delegato di Sitaf, società che gestisce la A32 Torino-Bardonecchia e il Traforo del Frejus, e Satap (Torino-Milano e Torino-Piacenza). Alla riunione, preceduta da un meeting ristretto tra i primi tre, hanno partecipato gli assessori all’Urbanistica e alle Infrastrutture, Stefano Lo Russo e Claudio Lubatti, insieme con Giancarlo Quagliotti, che oltre ad essere uno dei principali esponenti della corrente Pd che fa riferimento a Fassino è anche il presidente di Musinet, società controllata di Sitaf che si occupa di progettazione.

Il piano che è stato consegnato al sindaco prevede un tracciato ad “s” a ridosso della collina, con due punti in cui è previsto che la galleria attraversi il fiume. È previsto che la corsa del tunnel abbia inizio a nord, in strada Cebrosa, dove si collegherebbe al nodo autostradale verso Milano e Aosta. Da lì la galleria passerebbe sotto il Po in prossimità della “curva delle 100 lire” e una volta attraversata la confluenza avrebbe la sua prima uscita in città all’altezza di Sassi. Le uscite in tutto sono tre: oltre a corso Casale, la seconda è prevista a Torino Esposizioni, una volta riattraversato il fiume, e la terza all’altezza di corso Spezia, subito dopo aver superato le Molinette. Da quel punto l’autostrada sotterranea scorrerebbe dritta fino all’imbocco con lo snodo autostradale sud e la Torino-Savona.
Un’opera faraonica, insomma. Che secondo i costi stimati dal progetto redatto dalla Musinet presieduta da Quagliotti costerebbe almeno un miliardo e mezzo di euro. Soldi che sarebbero a totale carico dei privati, cioè delle società concessionarie delle autostrade torinesi, di cui Gavio è uno degli azionisti. Il pedaggio di 5 euro che viene ipotizzato dal piano servirebbe a ripagare l’opera. Se si sono fatti bene i conti, e non c’è ragione per credere il contrario, il tunnel arriverebbe a essere utilizzato da 40mila automobilisti al giorno. Una cifra che, fatti i dovuti calcoli, porterebbe nelle casse dei gestori dell’opera 70 milioni di euro all’anno. Tempi: un paio d’anni per la progettazione, altri sette per lo scavo.
Il vertice di ieri si è concluso con l’impegno a rivedersi tra un mese. Sindaco e assessori hanno chiesto chiarimenti sulla questione del finanziamento dell’opera: le ipotesi in campo sono diverse. È possibile che l’opera rientri nella trattativa per il rinnovo delle concessioni autostradali: Ativa scade nel 2016, Satap nel 2017, Torino-Savona nel 2018. In questo modo sarebbero le società a farsi carico dei costi. Ma resta aperta anche l’ipotesi di un project financing pubblico-privato. 
Intanto l’altro ieri Fassino, accompagnato dal senatore Stefano Esposito, ha chiuso la trattativa con il ministero delle Infrastrutture sui tempi di finanziamento del tratto Fermi-Cascine Vica della linea 1: anche se sarà difficile aprire i cantieri entro il 31 agosto 2015 (più facile che si arrivi a dicembre), i 100 milioni promessi saranno erogati con il bando a marzo per l’acquisto della tecnologia Val. Ma gli altri 154 milioni saranno spalmanti su tre anni anziché su quattro.

Un tunnel di dieci chilometri sotto il Po e la cittàultima modifica: 2014-10-11T23:34:28+02:00da davi-luciano
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