Putin – 2004. Anticipazione dell’attuale scenario geopolitico

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Pubblicato: 02/10/2014 10:56

 Introduzione di Giulietto Chiesa.
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Putin – La Russia si è impegnata a non concentrare determinate quantità di forze militari in alcune località del proprio territorio. Ma cos’è questo? Siamo una colonia? Si può concepire una cosa del genere? Sarebbe come pretendere che l’America non può dislocare le sue forze militari, sul proprio territorio, come meglio le aggrada?

Schroeder – Ecco due posti di alta responsabilità che io non vorrei mai occupare. Il primo è quello del papa di Roma. Perché non voglio spiegarlo qui. Ma io non vorrei mai essere presidente della Russia, perché la Russia è un paese gigantesco, abitato da popoli che sono totalmente differenti gli uni dagli altri.

Speaker – Situazione dell’anno 2000. Guidano il mondo gli Stati Uniti d’America. In Europa le posizioni-guida sono quelle della Germania, della Gran Bretagna e della Francia. Se vogliamo essere onesti dobbiamo riconoscere che nessuno di questi quattro desidera che la Russia diventi un paese forte. Al contrario, per l’Occidente è vantaggioso che la Russia sia piccola, debole e sottomessa; che essa dia gas, petrolio, e ogni altra risorsa naturale senza fare obiezioni e senza chiedere nulla in cambio. Umiliante? Ma è così. E la verità esige che la si guardi negli occhi. Il nuovo presidente è capace di farlo. Per questo in Occidente si è cominciato assai presto a non sopportarlo.

Ma, se questo è stato il benvenuto, si devono aspettare una risposta analoga. Il programma di una guerra a tutto campo per la superiorità sulla nuova Russia è stato messo in atto fin dall’inizio degli anni ’90; il dispiegamento di missili antimissile in Europa orientale è soltanto una parte di quel programma. Per altro esso viene attuato con il pretesto di costruire una barriera contro le presunte testate nucleari dell’Iran e della Corea del Nord.

Putin – Certo si può immaginare che minacce di quel genere emergano in futuro. Ma il fatto è che esse, oggi, non esistono. E quello che ci dicono oggi non è vero per niente. Oggi non esistono minacce né dall’Iran, né dalla Corea Del Nord. E questo lo abbiamo già dimostrato mille volte. In questo momento la difesa antimissilistica è evidentemente diretta a neutralizzare il potenziale missilistico nucleare della Federazione Russa.

Perché dico questo? Perché i radar che vengono piazzati lungo i nostri confini, e i corrispondenti sistemi antimissile, copriranno tutto il nostro territorio fino agli Urali, cioè metteranno sotto controllo tutte le nostre forze missilistiche basate a terra esistenti in quell’area.

Ecco tutto. Loro ci dicono: non temete, non saranno usati contro di voi. Ma, dal punto di vista tecnico, ciò diventerà invece possibile. E loro non sono disposti a darci nessuna garanzia che ciò non avverrà, nemmeno in forma di documenti scritti.

Sarà bene che noi non dimentichiamo che gli Stati Uniti sono fino ad ora gli unici che hanno impiegato l’arma nucleare in un conflitto. E l’hanno fatto – lo si noti – contro un paese che non aveva l’arma atomica. Contro il Giappone. Allora? Lo abbiamo cancellato dalla nostra memoria? Noi no! Noi non intendiamo cancellarlo, non possiamo! Noi reagiremo verso le minacce che sorgono contro il nostro paese.

Voglio ora dire alcune cose molto semplici al riguardo. Molto semplici, comprensibili. Nei fatti esse sono alla base di tutto ciò che sta accadendo ai nostri rapporti con gli Stati Uniti d’America. Noi, come gli Stati Uniti, siamo gli unici a possedere la triade nucleare: a terra, nei cieli, negli oceani.

E la quantità dei missili, e la loro potenza, e la capacità di portarli sugli obiettivi, sono tutte confrontabili, cioè equivalenti. E da tutto ciò dipendono molte decisioni che puntano, tra l’altro, a limitare le capacità di dissuasione della Russia.

Quando, per esempio, nel Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite ci fanno vedere qualcosa di simile a una polverina, affermando che sarebbe stata trovata a Baghdad, o da qualche altra parte dell’Irak, e con questo pretesto – cioè dicendo che quella roba sarebbe un’arma di distruzione di massa – ci dicono che si può attaccare un paese, distruggere il suo esercito, impiccare i suoi dirigenti, non importa chi siano. E poi si scopre che le armi di distruzione di massa non c’erano per niente.

Ecco allora a me vengono dei dubbi: i nostri partners sono davvero così sinceri? Io ho l’impressione che i nostri partners non desiderino avere alleati. Loro vogliono dei vassalli. Vogliono comandare. Ma la Russia non funziona così.

Speaker – Ecco, se il benvenuto è questo, allora la risposta sarà identica. La Russia esce, con la massima decisione, dall’accordo – che fu firmato da Gorbaciov – che limitava i movimenti delle sue forze all’interno del proprio territorio, e esce dall’accordo firmato da Eltsin circa la limitazione delle armi strategiche Start 3. In altri termini la Russia scioglie i legami che aveva accettato le venissero imposti e che avevano finito per degradare la propria forza militare. È cominciata ora una lenta, ma decisa e bene orientata, azione per la modernizzazione delle sue forze, per ristabilire quelle che furono abbandonate nel corso degli anni ’90.

Putin – Noi vediamo come si sta preparando una campagna militare contro di noi. E vediamo dove si prepara la supremazia contro di noi. Per questo le nostre forze armate devono prepararsi al domani. Sia per le armi convenzionali, sia per il potenziale nucleare strategico. Per altro, sotto certi aspetti noi siamo già mezzo passo avanti agli Stati Uniti. Loro hanno alcune specifiche superiorità, soprattutto in mare, in specie la flotta, ma noi abbiamo le nostre.

Speaker – Tra queste superiorità si può annoverare il missile Topol M, il nuovo missile intercontinentale Yaz, e il missile balistico Bulava, dislocato a bordo dei sommergibili nucleari.

Putin – Io non ho detto nulla di nuovo, o di sorprendente, per nessuno. Il mondo cambia e noi non possiamo agire in base a schemi che si formarono dopo la seconda guerra mondiale. Perfino con gli alleati non si può più parlare come in passato. Nuovi pericoli si manifestano, nuovi centri di forza si delineano e tutto ciò dev’essere messo nel conto, perché può accadere che qualcuno ne resti scottato. E noi dobbiamo creare una situazione più sicura, perché se non lo faremo sorgeranno continuamente conflitti.

Speaker – E ora vediamo cos’è rimasto sul fondo: negli ultimi 12 anni, da un paese pressoché a pezzi, degradato, sull’orlo della catastrofe, al quale ci si rivolgeva tutto attorno con disprezzo, emerge una Russia che, di nuovo, può svolgere un ruolo essenziale nell’arena mondiale, insieme agli Stati Uniti, alla Cina e all’Europa Occidentale.

Ciò è stato possibile grazie a una azione diplomatica ferma, pragmatica, accuratamente meditata. Sebbene negli ultimi 12 anni i confini della Russia non siano stati modificati, la Russia ha occupato un posto di gran lunga maggiore sulla carta politica del mondo. È importante, molto importante, bisogna ricordarselo. E tutto ciò dev’essere difeso e custodito.

Putin – 2004. Anticipazione dell’attuale scenario geopoliticoultima modifica: 2014-10-02T21:35:38+02:00da davi-luciano
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