No Tav. Processo per terrorismo. Gli imputati rivendicano

“Ero lì a manifestare una volta di più la mia radicale inimicizia per questo cantiere e se possibile sabotarne il funzionamento, ve lo dico io stesso”

di Redazione

Aula bunker. Gli imputati No Tav  rilasciano dichiarazioni spontanee. Rivendicano la loro presenza al cantiere la sera del 14 maggio 2013, rivendicano l’azione, seppure con i debiti distinguo. Non si trattò di un’azione terroristica. Non si trattò di un’azione paramilitare, ma di un’azione di resistenza.

“Ero lì a manifestare una volta di più la mia radicale inimicizia per questo cantiere e se possibile sabotarne il funzionamento, ve lo dico io stesso” dichiara Mattia Zanotti. Le voci intercettate erano le loro, quelle su cui è stata imbastita l’indagine, ma su cui si sono proiettate le più sinistre fantasie fatte di capi, catene di comando, organigrammi. Interpretazioni che gli imputati rifiutano, perché non è mai esistita una volontà terroristica né tanto meno una presunta organizzazione.

Parlano a turno anche i restanti tre e quando Chiara Zenobi termina la sua dichiarazione il pubblico ne accompagna le parole gridando “Libertà!”

Per un attimo il rischio che l’aula venga fatta sgomberare è concreto. Lo chiede il Pm Padalino.

No Tav. Processo per terrorismo. Gli imputati rivendicanoultima modifica: 2014-09-29T13:18:49+02:00da davi-luciano
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