Ci sono “dubbi” e “incongruità” sulle lesioni denunciate dagli agenti per gli scontri del 2011 in Val Susa con i No Tav. Ne ha parlato, alla ripresa del maxiprocesso contro 53 attivisti, il medico legale Luca Ferraro, consulente della difesa. “Per un sasso che colpì il casco – ha detto – la prognosi all’ospedale fu 7 giorni per una distrazione del collo. Il medico della polizia ne aggiunse 23. Difficile che un colpo così provochi un movimento del collo tanto brusco. La prognosi è incongrua”.
Sono almeno una quarantina i casi in cui sono sorti “dubbi” e “incongruenze” sulle lesioni patite dagli agenti delle forze dell’ordine durante gli scontri del 2011 in Valle di Susa con i No Tav. E’ quanto affermano fonti fra le difese dei 53 imputati del maxi processo, ripreso oggi nell’aula bunker delle Vallette a Torino con la deposizione di un loro consulente tecnico. Il medico legale, Luca Ferraro, ha parlato di “sproporzione” fra le lesioni certificate durante i primi soccorsi e le successive prognosi degli uffici medici di polizia. Ha parlato, per esempio, di una contusione a una mano giudicata guaribile in sette giorni all’ospedale Cto e, in seguito, con 53. I casi al vaglio del consulente si riferiscono agli agenti che al maxi processo si sono costituiti parte civile.
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