Art. 18: ma davvero è la fonte di tutti i nostri mali?

Continua la fiera delle parole sulle riforme al punto da rabbrividire ogni qual volta se ne sente parlare. Passata (?) l’ubriacatura delle improrogabili riforme costituzionali è la volta del lavoro. Altre mirabolanti rivoluzioni ci attendono con nomi ammiccanti (Job Act). Poi c’è il famigerato articolo 18 la causa, di tutti i nostri mali. Davvero?

di Davide Amerio

Trattare l’argomento è come muoversi sopra un campo minato. Qualsiasi considerazione rischia di scontentare qualcuno.

L’art. 18 è figlio delle lotte operaie per la conquista dei diritti, tra questi il diritto al lavoro. Ma che significato ha oggi il diritto al lavoro? Possiamo continuare a ragionare negli stessi termini di 30 o 50 anni fa? Davvero è l’articolo 18 ‘il’ problema della mancanza di lavoro? Secondo chi ne promuove l’abolizione sembra di sì. Ma è lecito avere dei dubbi dal momento che ogni qual volta il ‘potere’ in Italia punta il dito su qualcosa o qualcuno ci dimostra la chiara intenzione di distrarci dai veri problemi?

La questione assume, come sempre, i toni di opposte tifoserie. O sei dalla parte dei lavoratori o sei dalla parte delle imprese. Su questo terreno sei costretto a giocare in una delle due squadre e non importa se in questo modo i veri nodi non vengono risolti correndo dietro il pallone dei falsi problemi e tutto il sistema – quindi tutti noi – ci perdiamo. La fede ideologica è salva, le bandiere sventolano, tutti urlano ma il campo di gioco affonda e nessuno ci fa caso.

Nella mia vita – lavorativa- ho conosciuto ‘lavoratori’ ottimi, dediti con passione e senso di responsabilità alla loro mansione.  Ugualmente mi sono imbattuto, direttamente o meno, in imprenditori che credono in ciò che fanno; nell’azienda, nel rischio che si assumono, nel duro lavoro e nel riconoscimento e rispetto di quello di chi lo svolge nella loro impresa.

Poi ho conosciuto ‘non lavoratori’, grandi ‘fancazzisti’, ciarlatani ma di buona dialettica, al punto che ad ascoltarli pare l’azienda si regga tutta sulle loro spalle.  Infine ‘non-imprenditori’ ma beceri opportunisti, arraffoni, corruttori e imbroglioni. Oppure brave persone ma pasticcione che finiscono per distruggere ciò che hanno creato. Esperienze comuni a quanti hanno vissuto nel mondo del lavoro reale.

Errore è considerare il lavoro come una categoria a parte e non come il risultato di un processo di politica economica. Sono le scelte di questa che determinano il livello di occupazione: ciò che voglio produrre, come lo produco, quanto investo in ricerca e tecnologia,  quanto posso esportare etc etc.

E’ ormai noto che il progetto di liberalizzazione del mercato del lavoro altro non persegue che la strada di compressione dei salari e degli stipendi così come piace ai tecnocrati dell’Europa. La teoria economica ci spiega come in assenza di sovranità monetaria, che consenta di svalutare la moneta quando è “troppo forte”, per diventare – o restare, – competitivi, si deve incidere sulle retribuzioni per diminuire i costi.

In un contesto economico di recessione conclamata questa scelta rappresenta un vero e proprio suicidio.

Ridurre ulteriormente  le retribuzioni attraverso un processo di precarizzazione per il quale le persone possono essere indotte ad accettare qualsiasi lavoro a qualsiasi condizione economica pur di sopravvivere, oppure son costrette  a subire demansionamenti  pur di mantenere il posto di lavoro, conduce direttamente sulla strada di un clima di sfiducia sia dei consumatori (che tenderanno a spendere sempre meno vista l’incertezza del loro futuro) sia degli imprenditori (che investiranno sempre meno di fronte a un mercato dei consumi in agonia). Follia quindi, in tutto e per tutto.

Sappiamo bene che il freno agli investimenti in italia non è determinato dal costo del lavoro quanto da altri fattori: corruzione, giustizia, costi infrastrutturali.

Se vi siete presi il disturbo di leggere la seconda parte della nostra intervista all’economista Loretta Napoleoni e quella intera  a Gaestano Alessi che parla di mafia e di intreccio con la politica e l’economia del paese, potete avere bene in chiaro il quadro in cui questa classe politica ci ha confinato: un paese “medio orientale” dominato da oligarchie (in combutta con le mafie) nel quale non si usano le armi ma le male parole per delegittimare le opposizioni.

La corruzione è il cancro che corrode dall’interno questo paese e anche le pietre sanno che se fai l’imprenditore devi scendere a patti con una gestione mafiosa del potere. Poi ci sono proprio le aziende che fanno capo direttamente a mafiosi conclamati che operano indisturbati. La giustizia è lenta per cui qualsiasi controversia con un lavoratore o per esigere crediti da un debitore diventa un pellegrinaggio di avvocati, tribunali e cause. D’altro canto un paese che promuove i corrotti e gli evasori fiscali a ‘padri costituenti’ delle riforme costituzionali non può certo avere a cuore l’efficienza di un sistema giudiziario. Sempre la corruzione agisce sui costi reali delle infrastrutture; ciò che potrebbe costare 100 a prezzo di mercato, lo Stato (e quindi i cittadini) lo pagano da due a cinque volte tanto. E i prezzi dei servizi sono maggiorati di conseguenza e si riversano sulle spalle dei cittadini (che rivendicano poi stipendi maggiori) e sulle imprese (che vedono lievitare i costi aziendali a discapito della competitività).

L’abolizione dell’art. 18 è quindi un falso problema. Nel senso che la sua cancellazione non comporterebbe alcun vantaggio economico bensì inciderebbe solamente sulla lesione dei diritti delle persone che sarebbero alla mercé di imprenditori senza scrupoli (e non ci mancano nemmeno questi).

Sarebbe comunque opportuno che i sindacati smettessero di proteggere i ‘fannulloni’ pretendendo strumenti legislativi che consentano di valorizzare, e proteggere, chi lavora seriamente  da chi non lo fa. Ci sono gravi responsabilità dei sindacati (più che altro della triplice)in questo paese, troppo avvezzi a giocare ruoli personali in politica o a far da sponda invece che tutelare i lavoratori o tutelandone solo una parte.

Un vero atto ‘rivoluzionario’ degno del nuovo millennio sarebbe concepire e progettare nuovi ‘modelli di impresa’. Nella nostra storia ci sono esempi rivoluzionari come quello di Adriano Olivetti. Se dobbiamo modificare qualcosa lo dobbiamo fare non nella direzione di rivendicare o combattere dei ‘diritti’ ma in quella di costruire una visione diversa dell’impresa e del lavoro.

Dotare il sistema economico di leggi e strumenti che favoriscano processi di collaborazione all’interno di una azienda e non più di competizione. Dove il ‘guadagno’ sia ripartito, in modo automatico, tra l’imprenditore e i lavoratori, equamente, riconoscendo sia il rischio di impresa sia il valore e il contributo del lavoro ai risultati. Questo consentirebbe di ripartire il senso di responsabilità tra imprenditori e dipendenti con la chiara prospettiva per questi di veder effettivamente riconosciuta la propria collaborazione alla prosperità dell’azienda.

Costruire un sistema nel quale i ‘migliori’ imprenditori incontrano i ‘migliori’ lavoratori e, fatto salvi alcuni diritti fondamentali, sia la coesione e il senso di compartecipazione all’interno dell’azienda a renderla ‘competitiva’ sul mercato.

Fantascienza? Può darsi! Ma non credo. Di sicuro l’alternativa che le filosofie economiche europee ci stanno imponendo per mano di burattini messi a capo dei governi ci condurranno alla povertà progressiva e a conflitti sociali probabilmente violenti.

L’immaginazione e la visione di un progetto nuovo è ciò che realmente ci manca. Senza di queste non c’è futuro.

D.A. 26.09.14

Marocco. Aman Iman, “senza acqua non c’è vita”

Un intero villaggio – Imider, 8mila anime incastonate tra le vette dell’Atlante e le sabbie del Sahara – è in rivolta da tre anni contro lo sfruttamento intensivo delle sue risorse naturali e la marginalizzazione economica sofferta nella zona, malgrado le ricchezze del sottosuolo.

 Dall’agosto del 2011 gli abitanti della borgata berbera si sono accampati sul monte Alebban per bloccare il pozzo di alimentazione che fornisce acqua alla vicina miniera d’argento, impoverendo la falda e riducendo alla sete la popolazione, e per ricordare alle autorità del regno che la loro terra e la loro dignità non sono in vendita.

“Ci rubano l’acqua, uccidono i raccolti con i deflussi contaminati da cianuro e mercurio e nessuno dice niente. Le autorità pensano solo a difendere gli interessi dell’azienda (di proprietà del sovrano marocchino, ndr)” afferma Omar, studente universitario che ha lasciato gli studi per unirsi alla protesta.

Tre anni di lotta, trascorsi a 1400 metri di altitudine, dove le prime tende in tela giallastra hanno lasciato il posto a piccole case di sassi e terra battuta, costruite a mano dai ragazzi del villaggio.

“Da quando abbiamo fermato le pompe, i ritmi di estrazione si sono ridotti e il livello dell’acqua è tornato a salire”.

Nessuno di loro è intenzionato a cedere, né di fronte alle asperità atmosferiche – dal caldo torrido al gelo invernale – né di fronte alle ondate di arresti sommari. “La zona è militarizzata, la polizia protegge tutti gli accessi alla miniera e al villaggio e controlla il transito sulla statale”, conferma Yassine che ha già pagato con un anno di carcere il suo impegno nel movimento.

 Su Nigrizia di settembre, ancora in edicola, il reportage da Imider del nostro Jacopo Granci.

Contro le trivelle nel Canale di Sicilia, associazioni e Comuni ricorrono al Tar

“È fondamentale che si crei un movimento sempre più ampio che blocchi il folle piano di Renzi di trivellare i nostri mari per estrarre petrolio e gas che basterebbero all’Italia solo per pochi mesi”.

di Eloisa Spinazzola

Numerose realtà ambientaliste e diversi comuni siciliani hanno presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio contro il provvedimento che dà il via libera al progetto Off-shore Ibleo di Eni. Il decreto 149/14 prevede la costruzione di due perforazioni esplorative e sei pozzi di produzione commerciale, una piattaforma e alcuni oleodotti al largo della costa di Gela e Licata, per poter estrarre gas e petrolio dai giacimenti presenti nel Canale di Sicilia.

Il ricorso è stato presentato da Greenpeace, WWF, Legambiente, Italia Nostra, LIPU Birdlife Italia, Touring Club Italia, ANCI Sicilia e Legacoop Pesca Sicilia insieme ai Comuni di Licata, Ragusa, Scili, Palma di Monte Chiaro e Santa Croce Camerina. Un fronte così nutrito contro le trivellazioni off-shore dimostra la volontà di associazioni e amministrazioni locali di preservare il mare e le attività a esso correlate, quali il turismo e la pesca. In particolare, Greenpeace, Legambiente e WWF, dicendosi soddisfatte della partecipazione hanno dichiarato che “è fondamentale che si crei un movimento sempre più ampio che blocchi il folle piano di Renzi di trivellare i nostri mari per estrarre petrolio e gas che basterebbero all’Italia solo per pochi mesi”. In particolare, continuano i comunicati delle organizzazioni, “è importante il fatto che questo ricorso venga promosso in un momento così delicato per le scelte energetiche del nostro paese”.

Infatti, il progetto Off-shore Ibleo è stato il primo a ottenere il benestare del Ministero dell’Ambiente, nonostante, secondo quanto testimoniato dal dossier dell’organizzazione ambientalista Greenpeace  la Valutazione di Impatto Ambientale risultasse carente. Ciò fa nascere il timore che si procederà nella medesima maniera per le altre quattordici richieste avanzate dai petrolieri nella stessa area.

E.S. 22.09.14

A Giaglione bocciata la delibera di contrarietà alla Linea Torino-Lione

“Sto con le persone che lavorano, con le Forze dell’Ordine, la Magistratura, sono per l’assoluta legalità, per la certezza dei diritti e delle pene” dichiara il sindaco, Ezio Paini.

di Gabriella Tittonel

“Tutti conoscono la mia contrarietà all’opera ma preciso di non poter accogliere l’invito a votare la delibera perché noi siamo gli amministratori di tutti, sia dei favorevoli che dei contrari… rispetto le altre opinioni, ma voglio aggiungere che quando parlo di legalità io sto con le persone che lavorano, con le Forze dell’Ordine, la Magistratura, sono per l’assoluta legalità, per la certezza dei diritti e delle pene… non ho altro da aggiungere…” – così si è espresso il sindaco di Giaglione, Ezio Paini, nel corso del Consiglio comunale che si è tenuto giovedì sera. Consiglio nel quale il gruppo di minoranza, Progetto Giaglione composto da Monica Gagliardi, Roberto Ronsil ed Enrico Pozzato, ha presentato la proposta di deliberazione di contrarietà all’opera del Tav redatta sulla falsariga di quella votata dai Comuni a Foresto il 22 luglio scorso.

Ma la proposta, dopo la dichiarazione del primo cittadino, è stata bocciata all’unanimità dal gruppo di maggioranza tra lo sconcerto della minoranza e di una parte del pubblico presente.

Mentre si è chiarito che si intende  usufruire di possibili compensazioni.

Un altro tassello su detta questione si è dunque posto, dopo il precedente, quello sul mancato assenso all’utilizzo del salone polivalente la sera del 1° agosto di cui si è parlato, con vari esperti di Tav e salute, alla luce dei dati attualmente a disposizione e che si possono definire sicuramente preoccupanti.

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Dati sui quali riflettere con serietà e dati forniti ai coraggiosi intervenuti, in mezzo ad un robusto temporale, dal quale ci si è riparati grazie ad alcuni gazebo prestati dal comune di Venaus! Proprio perché le porte del salone sono rimaste sbarrate: Il motivo? La domanda di utilizzo non era pervenuta a nome di una associazione, riconosciuta, del paese, ma dal gruppo di minoranza… Nei giorni successivi questo episodio suscitò un vespaio di commenti, e nei consiglieri di minoranza il desiderio di riscrivere un regolamento di utilizzo della struttura, nata per essere di supporto alle tante attività del paese. Regolamento poi realizzato e presentato in consiglio. Anch’esso bocciato. “Noi valuteremo attentamente l’ipotesi di un nuovo regolamento, che realizzeremo a nostra immagine e somiglianza, non sappiamo ancora quando…” – così ancora  è intervenuto il sindaco.

Insomma tutto quanto ruota intorno alla questione tav pare questione di un altro mondo. Dimenticando che ci sono una serie di incognite aperte, quelle sull’acqua, ad esempio, che potrebbe essere intercettata e sparire. E certezze, come quelle sulla qualità dell’aria, segnata dalla presenza di specifiche polveri capaci di far ammalare, anche molto seriamente, un significativo numero di persone, soprattutto bambini ed anziani.

E polveri con le quali già attualmente devono fare i conti lavoratori del cantiere del Tav e Forze dell’Ordine. Persone  spesso citate dai molti che parlano di un cantiere che non vedono mai, che non conoscono, dai molti che giurano di essere fortemente per la tutela del lavoro. Dimenticando che a fianco di questa, imprescindibile, vi è l’irrinunciabile tutela della salute!

G.T. 26.09.14

Maxiprocesso, le dichiarazioni spontanee degli imputati – diretta 26 settembre 2014

LaFarsaFinale

Sono le 9:15, inizia l’appello imputati, legali, parti civili.
L’udienza del 30 settembre viene spostata al 7 ottobre.

Entra il primo teste, dott. Luca Ferrero, medico chirurgo specialista medicina legale presso l’ASL TO3 di Rivoli.
Avv Vitale: ha esperienza di consulenze giudiziarie?
Teste si, mi sono specializzato nel ’99
Avv : ha avuto modo di vedere la documentazione relativa a questo processo?
Teste si
Avv la documentazione che lei ha visto è relativa alle lesioni, di che documentazione si trattava?
TEste prevalentemente di certificazioni di pronto soccorso, specialistiche, esami strumentali o altri certificati medici redatti dai medici dei corpi di polizia, guardia di finanza a seconda dell’appartenenza del corpo.
Avv: quindi lei si è basato sulle sue conoscenze scientifiche?
Teste si, accertamento del nesso causale su quanto diagnosticato e la durata della prognosi e ho preso visione anche della testimonianza resa in dibattimento
Avv partirei con le posizioni che lei ha esaminato, partiamo con i fatti del 27 giugno, il signor Luigi Angelini
Presidente che i nomi siano chiari…
Avv Angelino Luigi. Ecco, ci vuole dire cos’ha potuto esaminare?
Teste Non c’è documentazione medica, dalla testimonianza emerge che il soggetto è stato colpito da un sasso al casco, dichiara di essere stato visitato all’ospedale di Susa il 27, diagnosi distorsione e distrazione 7 giorni, poi altri 23 giorni dal medico della polizia, complessivamente 30 giorni. Dal punto di vista medico legale i traumi distorsivi al rachide cervicale sono quelli classici,  per potersi verificare richiedono un movimento di pre estensione molto violento, brusco, ma pare piuttosto difficile che un sasso … che ha colpito il casco possa determinare questo tipo di lesione. Non c’è documentazione medica di nessun tipo, in ogni caso la prognosi di 30 giorni è completamente incongrua e sproporzionata rispetto a quello che si verifica di norma, le contusioni semplici richiedono una decina di giorni, le distrazioni anche lievi 10-15 giorni, quindi c’è anche una prognosi incongrua e sproporzionata rispetto alla diagnosi presunta.
Avv produrrei l’esame per poter verificare. Lei diceva di questa sua considerazione, ci vuole spiegare cos’è la distrazione del rachide?
Teste è un trauma tipico, il classico colpo di frusta, iperflessione che comporta uno stiramento della muscolatura e delle strutture legamentorie, di fatto una distrazione-distorsione che, quando c’è sufficiente energia cinetica può determinare una sintomatologia tipica nausea, vertigine, stiramento delle radici dei nervi spinali, quindi normalmente è caratterizzata da dolore al collo e contratture muscolari, normalmente si risolvono se non ci sono complicanze come lesioni ossee o nervose, nell’arco di 10-15 giorni.
Avv quindi se ho ben compreso la distrazione non è causata da un colpo in testa ma da una forza cinetica che fa spostare il corpo della persona, non tanto il capo…
Teste esatto, di solito è un meccanismo tipicamente diretto e indiretto, una pietra sul casco più facilmente determina un trauma di tipo contusivo
Avv una pietra, un oggetto che dovesse colpire lateralmente il capo di una persona potrebbe causare la distorsione del rachide ?
Teste no, ipotizzando che deve avere una certa dimensione e peso, per dare una lieve distorsione o distrazione deve colpire almeno frontalmente, non lateralmente
Avv tornando alla durata della malattia, lei ha detto normalmente sono 10 – 15 gg, può spiegare perché e quali sono le possibili complicanze?
Teste questa è la regola generale biologica dei fenomeni riparativi, normalmente non ci sono neanche fenomeni emorragici, si risolvono in 7-10 giorni, quando c’è distrazione c’è un lieve stiramento che richiede processi riparativi canonici che hanno una cronologia ben stabilita e ben precisa che normalmente si risolve in 10 giorni, lo stesso discorso vale per la sintomatologia dolorosa legata ai fenomeni riparativi. Le complicanze sono fratture, in casi di trauma molto violenti, e lesioni delle terminazioni nervose che richiedono anche esami strumentali precisi, una visita neurologica o altri esami cone risonanza magnetica, una tac, quando sono complicate.
Avv quindi se ho ben compreso le complicanze sono tutte scientificamente accertabili?
Teste si, sono tutte scientificamente accertabili
Avv lei dice che normalmente sono 10-15 giorni, quindi in assenza di queste complicanze una prognosi di 3-4 volte tanto è impossibile?
Teste direi scientificamente impossibile.
Avv lei ha visitato il signor Ascione Luigi, ha avuto modo di visitare qualcuno di questi soggetti?
Teste no, non ho visitato nessuno, tenuto conto del tempo trascorso sarebbe stato del tutto inutile
Avv parlavamo di Ascione luigi.
Teste risulta un cercato di PS del 27, diagnosi di contusione della spalla sinistra, distrazione rachide cervicale, prognosi 10 giorni. Sostiene di essere stato colpito da una pietra o un bullone, la spalla sinistra, e da un grosso masso o un estintore alla schiena. Di essere stato visitato da altri medici specialisti e di essere stato in malattia per tre mesi, rientro in servizio a settembre. Anche qui vale il discorso analogo, per quanto riguarda… da un punto di vista medico legale, è molto discutibile. Anche qui vale il discorso di prima, si tratta di un colpo di frusta che richiede un’energia cinetica importante come quelli da incidente stradale,  quando la sollecitazione dinamica è molto importante. In questo caso non c’è documentazione medica, c’è il certificato di PS ma la prognosi totale risulterebbe di 91-92 gg, non c’è documentazione relativa a questo prolungamento oltre quella di PS che è di 10 gg, quindi anche in questo caso la prognosi è completamente incongrua e sproporzionata, anche qui vale il discorso di prima, le contusioni si risolvono completamente in 10 giorni, mentre anche nel caso di una lieve distrazione del rachide cervicale siamo sempre a 15 giorni come prognosi totale.
Avv torno un attimo alla distorsione del rachide: una lesione di questo tipo può essere causata da una caduta, da un urto della persona contro un oggetto fisso o un’altra persona?
Teste si, questo è possibile perché si può, se l’urto è molto importante, avere una situazione simile anche se lieve, il colpo di frusta in questo caso sarebbe un tamponamento tra persone, anche una caduta è lo stesso
Avv quindi se io sto correndo e chi corre davanti a me si ferma e lo urto potrebbe causare un colpo di frusta?
Teste una forma lieve, ma è possibile in questo caso
Avv si parlava anche delle contusioni, ha detto che la guarigione arriva in circa 10 giorni, ci può spiegare?
Teste la contusione è l’effetto da trauma da corpo contundente, in questo caso è la classica contusione cutanea, sottocutanea, in questo caso comporta un travaso traumatico… con un assorbimento progressivo completo che normalmente si risolve in 7 giorni, massimo 10 giorni, con le classiche modificazioni cromatiche che ognuno può vedere sulla propria cute, il passaggio dalla colorazione iniziale violacea, verdastra, fino alla scomparsa, che si risolve in 10 giorni al massimo.
Avv fa riferimento anche alla scomparsa di modificazioni cromatiche? Quindi la funzionalità può essere anche precedente?
Teste si, la limitazione funzionale può durare 7-10 giorni
Avv quindi anche una contusione in assenza di complicanze… quali possono essere le complicanze?
Teste più che complicanze la contusione può essere profonda, quindi determinare la formazione di ematomi, anche questi sono tutti scientificamente accertabili, richiedono esami ecografici o di altro genere , scientificamente accertabili
Avv sono lesioni che dovrebbero essere diagnosticate subito o possono emergere successivamente?
Teste quando la contusione è importante dovrebbe essere valutata subito, oltre agli RX si fanno anche ecografie della parte muscolo-tendinea
Avv lei ha visto che abbiamo un certificato di PS piuttosto scarno, in presenza di lesioni di questo tipo il protocollo prevede questi esami?
Teste si, prevede anche visite specialistiche ed esami strumentali non di routine come l’RX ma specifici.
Avv quindi questo vale in via generale ovviamente, perché non si lamentano lesioni di questo genere in capo al signor Ascione, se vi è una frattura deve essere necessariamente rilevata al PS?
TEste normalmente si.
Avv. il signor Belardinelli ENRICO
Teste certificato di PS del CTO, distorsione primo grado caviglia sinistra e contusione metacarpo polso sinistro, la prognosi è 20 giorni, da testimonianza risulta che il soggetto è stato poi visitato con prolungamento malattia altri 30 giorni. Anche in questo caso la prognosi di 50 giorni, appare di fronte alla diagnosi incongrua e sproporzionata, anche qui stesso discorso. Le contusioni, anche con ematoma, si risolvono in 10 giorni. Le distorsioni della caviglia, qui siamo a distorsione di primo grado, quindi lieve, guariscono in massimo 20 giorni.
Avv. quindi mi sembra sia lamentata una distorsione. Come può essere cagionata? Un colpo….
Teste no, non è mai da trauma contusivo diretto ma sempre trauma contusivo indiretto, chiamato normalmente la storta, il soggetto inciampa da qualche parte, è uno stiramento
Avv: signor CENTOMANI CIRO
Teste risulta un pronto soccorso CTO, diagnosi ematoma contusivo polpaccio sinistro, prognosi 10 giorni, dalla testimonianza risulta invece una prognosi di 37 giorni. Anche in questo caso la prognosi NON DOCUMENTATA è da ritenersi incongrua e sproporzionata. Anche qui le contusioni si risolvono in 10-15 giorni, quindi la prognosi del PS è più che corretta.
Avv Qui abbiamo un referto ecografico che parla del polpaccio, esteso ematoma intramuscolare, di cosa si tratta?
Teste come dicevo prima l’estensione dell’ematoma ha comportato un approfondimento diagnostico con ecografia che dimostra ematoma contusivo, che giustifica l’allungamento della prognosi da 10 a 15 come è stato fatto al PS, ematoma profondo richiede un po’ più di tempo per assorbimento, e dai 10 giorni classici si passa ai 15.
Avv. Signor COLACICCHIO
Teste risulta un certificato di PS diagnosi di frattura scomposta prima falange pollice destro, la frattura è stata ridotta con gesso, prognosi 35 giorni. Dalla testimonianza emerge prognosi complessiva di 100 giorni prolungata da medico della polizia, anche in questo caso la prognosi dichiarata non è documentata da certificazione medica oltre quella iniziale ed è anch’essa incongrua e sproporzionata. Trattasi di frattura, anche se scomposta, della falange del pollice, quando non sono complicate queste fratture guariscono in 30-35 giorni come indicato nella prognosi iniziale del PS.
Avv venendo un attimo all’eventuale prosecuzione della malattia, per poter affermare che la malattia non è ancora guarita, sono necessari esami strumentali nel caso di contusioni o in caso come questo?
Teste nel caso delle fratture dopo la rimozione del gesso si fa una radiografia di controllo per la valutazione clinica della formazione del callo osseo se la frattura è consolidata, si ritiene la quasi completa guarigione, di solito può seguire un breve periodo di convalescenza, in questo caso è una frattura del pollice, quindi il primo dito della mano, sicuramente può allungare ancora di 15-20 giorni al massimo la prognosi totale.
Avv quindi per ferificare , affermare oggi se quella lesione abbia avuto durata maggiore sarebbe necessario un esame successivo dopo 15 giorni?
Teste esatto, un rx di controllo, una visita ortopedica, eventualmente fisiatrica per eventuale riabilitazione
Avv. FUSCO DOMENICO
Teste per il signor Fusco risulta certificato PS del CTO, del 27, lesione apparato estensore, prognosi 40 giorni, lesione tendinea, estensore del lunare sinistro, di solito da contusione violenta. Di solito richiede l’applicazione di un tutore che viene mantenuto 6 settimane, e comporta poi una successiva convalescenza di circa un mese come indicato dal certificato di pronto soccorso.  Da testimonianza risulta ulteriore prognosi di 76 giorni oltre quella documentata, quindi siamo a 116 giorni complessivi, non c’è documentazione relativa a questo prolungamento, anche in questo caso anche la prognosi di 116 giorni è del tutto incongrua e sproporzionata, questo tipo di lesioni normalmente si risolvono come è stato correttamente previsto dal PS, in 60 giorni, 40 giorni di tutore… diciamo massimo 70 giorni, ma non certo 116 giorni che sono eccessivi.
Avv ecco, in questo caso di lesioni tendinee quali sono le possibili complicanze?
Teste possono essere soprattutto legate ad un mancato consolidamento del tendine che può rimanere parzialmente o completamente rotto, possono esserci aderenze, possono esserci lesioni di altro genere, anche queste sono tutte accertabili e richiedono visite specialistiche, in questo caso ortopediche, fisiatriche o anche neurologiche a seconda del problema, esami strumentali che evidenziano il problema.
Avv sig. MADUCCIO?
Teste per Maduccio risulta un certificato del 26/6, diagnosi frattura scapola destra, prognosi 30 giorni. La prognosi complessiva dichiarata è di 108 giorni , non  documentata per la parte successiva al PS, anche questa appare incongrua e sproporzionata, le lesioni come queste non danno di solito esiti permanenti salvo documentazione medico legale che dimostra la persistenza di sintomatologia dolorsa, di solito dovuta al mancato consolidamento, ad un callo osseo, tutti problemi documentabili strumentalmente.
Avv Vuole spiegare cosa sono le fratture scapolari, articolari?
Teste in questo caso la frattura interessa il corpo della scapola, una parte che sta al di fuori dell’articolazione che interessano la scapola, normalmente le fratture danno postumi perché non interessano le articolazioni..

Avv signor GIANLUCA ALAIMO?
Teste ALAIMO risulta certificato del Martini di Torino, sia del 3 che del 4 luglio, il primo riporta diagnosi di trauma contusivo ginocchio destro, la prognosi  è di 8 giorni, poi prognosi complessiva, documentata, 24 giorni. In questo caso anche se la prognosi è documentata, soprattutto nella parte successiva, quella iniziale, appare incongrua e sproporzionata, trattandosi di contusioni anche se multiple le contusioni vanno a guarigione in una decina di giorni, quindi una prognosi di 24 giorni è piuttosto incongrua.
Avv nei certificati rilasciati dal medico del reparto vi è indicazione di trauma policontusivo, ci vuole spiegare?
Teste è una diagnosi generica, non è specificato il motivo per cui è stato prolungata la prognosi, se son stati chiesti degli accertamenti, se sintomatologia dolorosa… andrebbe indicato il motivo della prosecuzione, una visita medica, oltre alla sintomatologia occorre un quadro strumentale che verifichi la situazione oggettiva per motivare la prosecuzione
PM Alaimo gianluca?
Teste si, ALaimo Gianluca.
Avv AMATO ANGELO?
Teste risulta pronto soccorso del 3/7, diagnosi verosimile (quarto dito mano sinistra) l’esame radiografico evidenzia minima irregolarità per la quale non si può escludere (?), prognosi 10 giorni. Poi c’è ulteriore certificato CTO, prognosi 12 giorni. Poi certificato questura di Salerno, per un totale di 65 giorni. Dalla testimonianza emerge invece una prognosi complessiva di 85 giorni, che tra l’altro è documentata solo per 65 giorni a livello documentale, appare anche qui incongrua e sproporzionata. Qui inizialmente c’era un dubbio infrazione poi confermato successivamente, l’esame parlava di minima irregolarità corticale, infrazione limitata alla superficie esterna dell’osso, cioé la parte corticale, quindi minima, normlamente queste fratture guariscono in circa 20 giorni, è stata posizionata una stecca prognosi iniziale 10, poi 18, arriviamo a 30 giorni, non ci sono complicanze che giustifichino l’allungamento della prognosi a 85 giorni.
Avv Sig. LUIGI ARZANO
Teste il sig. Arzano risulta un certificato di PS del 3/7, la diagnosi è contusione gomito sinistro, prognosi 6 giorni. Nella testimonianza emerge che il soggetto è stato colpito da pietra, un piccolo razzo al braccio sinistro, si è assentato dal lavoro per 20 giorni complessivi. Anche qui la prognosi di 20 giorni non è documentata da certificazione successiva, quella di PS parla di 6 giorni, appare incongrua e sproporzionata, anche qui le contusioni si risolvono in 10 giorni. Qui viene segnalata una piccola ferita molare (?) probabile sia una piccola ferita lacera che non ha richiesto sutura e che non cambia la prognosi delle contusioni classiche che è sempre 10 giorni
Avv i punti di sutura devono essere indicati?
Teste si, è un intervento di tipo chirurgico e quindi deve essere refertato anche con i punti dati e richiede un controllo successivo
Avv lei dice che era una piccola ferita lacero, anche sulla base delle dichiarazioni?
Teste si, viene riferito trauma contusivo quindi la ferita è quasi sicuramente di natura lacero contusa come classico in questi casi.
Avv signor LUIGI BASILE
Teste il Sig. Basile risulta la documentazione di PS del 3 luglio con diagnosi di policontusione la prognosi è di 10 giorni, un esame radiografico del rachiede lombo-sacrare che evidenzia una contusione, risulta anche una visita ortopedica, è riportata una risonanza magnetica del rachide che è quella di cui non ho visto… Da testimonianza resa in dibattimento il soggetto riferisce di essere stato colpito da vari massi, di avere avuto una prognosi di 63 giorni complessivi e di avere avuto il risarcimento complessivo delle spese mediche. Ci sono riportati a livello strumentale dei fenomeni legati al trauma come la riduzione della lordosi lombari, o la contrattura del trapezio, mentre sono evidenziati anche problemi pre esistenti come la riduzione dello spazio discale 561, tipica discopatia, sicuramente cronica, con peduncoli corti costituzionali, altra zona anatomica congenita, trattasi in questo caso di lesioni sicuramente preesistenti al trauma che non hanno nessun rapporto causale, sono fenomeni degenerativi su base artrosica, precedenti al trauma, legati anche ad aspetti costituzionali. Dal punto di vista medico legale anche qui la prognosi di 63 è ingiustificata, eccessiva, anche in presenza delle patologie pre esistenti, la preesistenza di patologie può allungare la prognosi iniziale che in questo caso era una contusione di 10 giorni, può essere allungata  per una ventina di giorni ma non certo di 60 giorni. Anche in questo caso si tratta di lesioni contusive e per definizione non possono determinare danni permanenti, il danno grosso è preesistente, ed è di natura non traumatica ma degenerativa.
Avv ecco, in considerazione delle altre patologie preesistenti, le algie, la contrattura, possono avere origine traumatica o anche diversa origine sulla base della documentazione che lei ha?
Teste inizialmente sono legate al trauma, mentre invece tardivamente sono legate… riferibili ai problemi vertebrali, che sono di tipo degenerativo, che possono avere allungato la prognosi del trauma ma non dipendono dal trauma.
Avv MARCO BRATTI?
Teste per BRATTI risulta certificato della polizia di stato del 4 luglio, ferite da taglio, risulta dalla testimonianza che il soggetto è stato colpito da una catena. Qui il problema è che si parla di ferita da TAGLIO, che però è una diagnosi in disaccordo con quanto dichiarato, una ferita da taglio non può essere dichiarata da un colpo contundente come una catena, per definizione le ferite da taglio sono da armi con lame taglienti, vetri o altri materiali che hanno spigoli vivi, quindi che hanno azione tagliente. Non c’è compatilità con la diagnosi di ferita da taglio e quanto dichiarato.
Avv il signor CACCIAPOTI LORENZO?
Teste risulta certificato PS del CTO del 3/7 con diagnosi di contusione mano destra, prognosi 5 giorni. Dalla testimonianza emerge invece che il soggetto ha avuto prognosi di 30 giorni, visita ortopedica, risonanza magnetica, risarcimento per inabilità temporanea. Anche qui la prognosi di 30 giorni non è documentata, ed è del tutto incongrua e sproporzionata. Si tratta di una contusione che va in guarigione completa in 10 giorni, la previsione iniziale era 5 quindi molto lieve, non ci sono postumi permanenti, per definizione le contusioni non danno postumi permanenti.
Avv lei ha detto che la prognosi iniziale è significativa, 5 giorni?
Teste si, significativa del fatto che la contusione era molto lieve, le contusioni più importanti hanno almeno 10 giorni…5  è veramente minima.
Avv CALEFATI GIOVANNI
Teste Calefati non risulta documentazione medica, almeno a me che ho visionato, dalla testimonianza emerge che il soggetto è stato colpito da pietra, spalla e piede, visitato al Martini di Torino, diagnosi trauma contusivo piede sinistro e torace, prognosi 10 giorni, guarito dopo 27 giorni. Dal punto di vista medico legale non c’è alcuna prova documentale della diagnosi e della prognosi, in ogni caso una prognosi di 27 giorni appare del tutto incongrua e sproporzionata.., si sarebbe dovuta risolvere in 10 giorni.
Avv atteso che il PS attestava il trauma contusivo vuol dire che di questo si trattava
Teste si, anche la prognosi riferita è compatibile con il trauma contusivo, 10 giorni, quella corretta per un trauma contusivo semplice
Avv CECCARELLI MICHELE
Teste certificato di PS del 3/7 frattura mediale primo dito mano dx, 5 giorni. Frattura di un osso accessorio del dito, ci sono diverse caratteristiche individuali, è un osso in più rispetto alle ossa delle dita, della falange. La prognosi come dicevo è 25 giorni, il signor Ceccarelli riferisce di essere entrato in servizio il 20/8, la prognosi quindi è 40 giorni, non documentata da certificazioni ulteriori, prognosi incongrua e sproporzionata, questo tipo di fratture normalmente in 20-25 giorni vanno a guarigione e non richiede neanche applicazioni di gessi, stecche o altri apparecchi di mobilizzazione.
Avv signor CERALDI LUCA
Teste per CERALDI non risulta documentazione medica, dalla testimonianza emerge che il soggetto è stato colpito da sassi al piede sinistro, visitato a orbassano, diagnosi trauma contusivo, prognosi 7 giorni, ulteriore prognosi da ospedale militare per 60 giorni. Non ci sono prove documentali, la prognosi complessiva è di 60 giorni è incongrua e sproporzionata, trattasi di banale trauma contusivo, la prognosi è di 7 giorni e guarisce di norma in 10 giorni.
Avv: in assenza di esami strumentali visibili da parte del consulente è possibile accertare il nesso di causalità tra l’evento come descritto e una indicazione generica del certificato di PS?
TEste in completa assenza di documentazione medica l’unico modo è visitare la persona nel giro di pochi giorni dal trauma, per valutare riscontro di ecchimosi o un reperto obiettivo, quindi qui in questo caso l’unica cosa che possiamo dimostrare la lesione è la documentazione medica.
Avv quindi anche un esame obiettivo sarebbe stato utile ai fini della ricostruzione?
Teste si, non fatto adesso ma fatto all’epoca.
Avv CILIONE FRANCESCO
Teste il signor CILIONE risulta certificato PS del Mauriziano del 3/7, prognosi 15 giorni, trauma polso sinistro, poi GdF licenza convalescenza giorni 30. Dalla testimonianza il soggetto riferisce di essere stato colpito da sasso con prognosi di 30 gg complessivi. Prognosi che appare incongrua e sproporzionata trattandosi di una semplice contusione, qui tra l’altro la diagnosi è TRAUMA POLSO SINISTRO quindi non viene specificata ma si deduce dai 15 giorni che si tratta di contusione, che guariscono nell’arco di 10 giorni… qui non è riportato ematoma.
Avv nella documentazione, in particolare della dichiarazione medica del reparto medico GdF Piemonte, è indicato “infermità omissis” poi vi sono varie voci che possono essere crocettate ed è crocettato “licenza convalescenza giorni 30″, sono le uniche indicazioni leggibili, da queste lei riesce a riportare a quell’evento la richiesta di convalescenza?
Teste mancando la diagnosi non è possibile stabilire, l’unico è il criterio cronologico, la data, la convalescenza è il periodo successivo alla guarigione, non fa parte dello stato di malattia ma è convalescenza, che appare comunque eccessivo per il tipo di lesione subita.
Avv DANNA ANTONIO
Teste risulta un certificato di PS del CTO con diagnosi di frattura composta base primo metacarpo mano destra con applicazione di gesso, 35 giorni. Poi diagnosi a Napoli con prognosi complessiva di 89 giorni, confermata dal soggetto nella testimonianza. Sotto il profilo medico legale questa prognosi di quasi 90 giorni per quanto documentata appare del tutto incongrua, le fratture delle ossa metacarpali in capo a 30 giorni vanno incontro a guarigione completa, qui siamo invece a 90 giorni quindi… prognosi TRIPLICATA.
Avv lei ha detto che è documentata, ma è anche motivata la prosecuzione della prognosi?
Teste: qui non ci sono motivi … una frattura di questo tipo può subire una prosecuzione se c’è una complicanza, per esempio una mancata formazione di callo osseo, etc , ma richiederebbe visite ortopediche, fisiatriche ,accertamenti strumentali che non risultano.
Avv DAURIA FRANCESCO
Teste risulta certificato del CTO, diagnosi cervicalgia, prognosi 7 giorni, poi diagnosi ufficio medico PS polizia di Taranto, prognosi complessiva 33 giorni, in testimonianza ha riferito di essere stato colpito da una pietra sul casco. Anche qui la diagnosi poco specifica di cervicalgia è una sintomatologia soggettiva, più che una diagnosi. Posso desumere che si tratta di un trauma contusivo distursivo, ma è sempre il discorso del colpo di frusta che richiede energia cinetica importante come negli incidenti stradali. In ogni caso ipotizzando si tratti di un trauma distorsivo.. trauma che non ha comportato la perdita di coscienza, anche la prognosi di 33 giorni, nonostante sia documentata, non è congrua, perché lievi distrazioni e contusioni vanno a guarigione completa nell’arco di 10 giorni.
Avv. DAPICE ANDREA
Teste certificato di PS del CTO, contusione mano destra, prognosi 7 giorni. Poi successiva prognosi fino al 27, da polizia di torino, complessivamente 25 giorni. Da testimonianza risulta prognosi complessiva 33 giorni. In ogni caso dal punto di vista medico legale è incongruo e sproporzionato, trattandosi di una semplice contusione della mano che richiede al massimo 10 giorni per guarire.
Avv guardando in questo caso la documentazione proveniente dal reparto, noto che abbiamo il 14 una certificazione in cui si dice “giudizio medico legale altri 5 giorni”…. nella prosecuzione successiva, i giorni da 18 diventano 10, è spiegabile come mai inizialmente vi è una prosecuzione inferiore, dopo è maggiore, a fronte della stessa voce?
Teste si, possibile ma deve essere specificato perché c’è una ulteriore prosecuzione rispetto alla precedente, almeno a livello obiettivo le motivazioni (complicanze di tipo osteo articolare, legamentose, che richiedono visite specialistiche e accertamenti strumentali)
Avv quindi nel momento in cui si dice solo “è stato visitato, postumi”, vuol dire che è solo un atto di certificazione
Teste diciamo che il medico si è limitato a scrivere una diagnosi, con una terminologia anche non corretto dal punto di vista medico legale perché postumo è l’esito PERMANENTE, quindi stabilizzato, e si valuta ad almeno 4 o 6 mesi dall’evento, posto che le contusioni NON DANNO POSTUMI quindi utilizzato impropriamente dal punto di vista clinico, non ha nessun significato obiettivo il termine postumo.
Avv DE MATTEO LUIGI
Teste certificato PS del San Luigi, diagnosi policontusione, prognosi 10 gg, da testimonianza resa emerge invece che il soggetto riferisce di non avere più ripreso servizio fino al 16 -10 data in cui è stato riformato. La prognosi successiva dichiarata è di 106 giorni, non è documentata, dal punto di vista medico legale è del tutto incongrua e sproporzionata, normalmente richiede i soliti 10 giorni, trattasi di trauma contusivo semplice che di solito non dà postumi permanenti, che devono invece essere accertati da un punto di vista medico legale, si parla di dolori, mal di testa, disturbi dell’umore, alquanto vaghi come sintomatologia riferita, non c’è documentazione specialistica…
Avv DI TINCO NICOLA
Teste qui abbiamo una diagnosi OMISSIS, diagnosi escoriazione, prognosi 8 giorni. Per quanto riguarda la prognosi iniziale non c’è certificazione medica di PS, non risulta, il certificato della polizia di stato NON riporta una DIAGNOSI specifica ma solo la prognosi, la visita ortopedica di agosto parla di una gonalgia, quindi un problema al ginocchio sinistro, con una sintomatologia che farebbe pensare ad un trauma di tipo distorsivo, del tutto in disaccordo con quanto riferito in testimonianza, si parla di trauma contusivo da corpo contundente non specificato sulla gamba sinistra, quindi in una sede anatomica diversa rispetto a quella relativa alla gamba, non è il ginocchio. Del resto la prognosi iniziale di 10 giorni è compatibile con la contusione della gamba, mentre dopo si parla verosimilmente di trauma distorsivo al ginocchio che ha una prognosi diversa.
Avv il colpo da parte di un oggetto al ginocchio non può causare una distorsione?
Teste la distorsione richiede uno spostumento come avviene appunto… sono legate a meccanismi indiretti, anche qui se il soggetto è inciampato, lo spostamento ha un nome, che stirano…
Avv lascerei un attimo proseguire il collega melano e riprendo subito dopo
Avv Melano: BARCARO SIMONE
Teste sempre 3 luglio (si). Risulta un certificato di PS regione veneto, trauma cranico lieve, prognosi 5 giorni. Successivo certificato di PS ASL 17 regione veneto 8/7 diagnosi trauma contusivo all testa, prognosi 3 giorni. Certificato medico curante 11/7, prognosi complessiva 18 giorni. Dalla testimonianza emerge che il soggetto riferisce di essere stato colpito da una pietra sul casco e di avere avuto una prognosi complessiva di 20 giorni. Sotto il profilo medico legale si parla di una piccola escoriazione perietale riscontrata… il capo era secondo la testimonianza protetta dal casco quindi è assolutamente possibile che un corpo contundente abbia provocato escoriazione con il casco…

(ore 10:47, mi prendo una pausa… )
Rientro alle 11:04, il consulente continua analizzando ogni singolo referto dei tanti feriti che abbiamo ascoltato nelle prime udienze. La valutazione è sempre la stessa, prognosi eccessive e non documentate scientificamente.

Teste: IANNONE, contusione al braccio, prognosi 14 giorni. Soggetto riferisce risarcimento per inabilità temporanea e lamenta tuttora disturbi al braccio. In questo caso per i postumi trattasi di una contusione con ematoma, non dà mai per definizione postumi permanenti, tant’è vero che l’assicurazione non ha risarcito esiti permanenti ma solo quelli temporanei, quindi riferisce di lamentare ancora disturbi al braccio ma non c’è documentazione che giustifichi o provi l’esistenza di postumi che di solito non si hanno mai in caso di contusioni.
Avv in sede di testimonianza è stato riferito che vi era stato un muscolo lacerato
Teste questo è compatibile con un ematoma, anche se la lacerazione muscolare richiederebbe esami strumentali specifici come l’ecografia quindi non è tanto una distrazione muscolare ma un ematoma…
Avv ma una lacerazione muscolare del muscolo è rilevabile in sede di PS?
Teste si, normalmente si perché la lacerazione muscolare determina oltre che una sintomatologia dolorosa più spiccata anche un’alterazione del profilo anatomico del muscolo obiettivabile, e spinge il medico intervenuto a fare quanto meno un’ecografia per valutare l’effettiva lacerazione del muscolo  o il travaso emorragico dovuto a lesioni vascolari che comporta la formazione di un ematoma.
Avv IANNUZZO ANTONIO
Teste certificato PS del Martini, diagnosi contusione caviglia sinistra e dito uno mano sinistra, prognosi 8 giorni, poi secondo certificato del Martini con diagnosi di acufeni post trauma da scoppio che conferma la prognosi di 8 giorni, poi certificato PS, prognosi fino al 4 agosto 2011. C’è anche risonanza magnetica del 15 luglio, postumi lesioni distrattiva di modesta entità legamento pironeo, successiva documentazione ortopedica esiti distorsione tibio-tarsica sinistra. Da testmonianza emerge che il soggetto è stato colpito ripetutamente da pietre e investito da bomba carta vicino ai piedi, prognosi totale 52 giorni, risarcito, lamenta ancora dolori alla gamba sinistra. Dal punto di vista medico legale non c’è compatibilità … si parla inizialmente di contusione caviglia sinistra, mentre solo successivamente con la risonanza si parla di lesione distrattiva, che non è compatibile né con trauma contusivo, sia diretto che indiretto, si tratta di lesioni da colpi contundenti che non possono avere determinato una lesione di tipo distrattivo come quella del legamento peroneo, è la classica lesione da storta del piede, richiede una dislocazione violenta e brusca dei capi articolari della caviglia che vanno a ledere… anche se lievemente i legamenti, in questo caso il legamento peroneo anteriore.
Avv le chiedo solo su questo punto, la risonanza magnetica è del 15 luglio, 12 giorni successiva, anche in considerazione di questo si può affermare che c’è un nesso di causalità tra la pietra e la distorsione?
Teste non c’è nesso causale tra lancio di una pietra, trauma contusivo, e lesione di tipo distrattivo. Una pietra che colpisce il tendine in maniera violenta non determina una distrazione del tendine ma al limite una rottura completa, la distrazione richiede uno stiramento come è tipico delle storte.
Avv Lei è ingrado di certificare se la prognosi è stata imputata all’uno o all’altro trauma?
Teste 52 giorni  in ogni caso sproporzionato, sia per una contusione che per una distrazione tibio-tarsica, normalmente 10 giorni le contusioni e 10-15 giorni per le distrazioni di caviglia, è verosimile che la prosecuzione sia legata alla distrazione ma è comunque eccessiva.
AvV LENA FABRIZIO
Teste per il signor LENA risulta certificato PS del CTO con contusione lesione calcagneare destro, prognosi 7 giorni. Dalla testimonianza risulta prognosi 25 giorni più ulteriore licenza 30 giorni. Questa prognosi non è documentata da alcuna certificazione, è del tutto incongrua e sproporzionata sempre per il motivo che le contusioni sono guaribili normalmente in 10 giorni, qui è stata indicata per 7 giorni, contusione alquanto lieve
Avv MACAGLIONE DANIELE
Teste MACAGLIONE risulta certificato CTO con diagnosi spalla, e trauma contusivo distorsivo rachide cervicale, prognosi 5 giorni. Il soggetto riferisce di essere stato colpito da oggetti imprecisati, prognosi conclusiva 22 giorni. Anche qui non c’è compatibilità tra quanto riferito (oggetti contundenti) e trauma contusivo distorsivo del rachide cervicale, il colpo di frusta degli incidenti stradali che richiede energia cinetica importante. Anche la prognosi di 22 giorni è eccessiva, sproporzionata, la prognosi iniziale era di 5 giorni quindi trauma molto lieve, non ci sono motivazioni documentali che abbiano un significato di prolungamento della prognosi.
AVV Maglione Pasquale
Teste il signor Maglione non risulta documentazione medica, il soggetto dice di essere stato colpito al piede sinistro, diagnosi trauma contusivo piede sinistro, poi ulteriore prognosi fino al 1 settembre 2011. Dal punto di vista medico legale sia la diagnosi che la prognosi non sono documentate, la prognosi è di 60 giorni, del tutto incongrua e sproporzionata, si parla di trauma conclusivo, quindi richiede i soliti 10 giorni per guarire completamente. Per il signor Maglione non c’è documentazione medica, e in testimonianza riferisce solo la prognosi complessiva dal 4/7 al 1/09, di 60 giorni.
Avv in udienza aveva riferito di essere stato ferito da un masso al piede e di avere riportato trauma contusivo…
Teste si, c’è completa incompatibilità con la prognosi
Avv MATTEINI EMILIANO
Teste certificato di PS del CTO prognosi 5 giorni. Dalla testimonianza emerge che il soggetto ha avuto prognosi di 30 giorni prolungata dal medico curante. Non è documentata, oltre quella dei 5 giorni di PS, ed è del tutto incongrua e sproporzionata per il tipo di lesioni riportate. Una contusione sicuramente lieve che può avere al massimo determinato una prognosi di 10 giorni.
Avv avendo indicato contusione cos’ha voluto significare?
Teste contusione indica semplicemente trauma da oggetto contundente, ecchimosi, non credo neanche un ematoma perché avrebbe avuto una prognosi superiore, di 10 giorni. Contusione indica semplicemente una generica ecchimosi
Avv se vi è un ematoma deve essere indicato?
Teste si, viene specificato perché comporta chiaramente un periodo di tempo superiore di assorbimento, che è sempre di 10 giorni.
Avv PENSABENE CRISTIANO
Teste risulta certificato di PS del 3 luglio, diagnosi trauma acustico da esplosivo, irritazione congiuntivale. Risulta anche certificato PS di Livorno, prognosi 30 giorni, la certificazione dell’uff. sanitario della questura di Livorno prognosi fino all’8 febbraio 2012, prognosi di 221 giorni, anche visita cardiologica del 7 settembre, pressione da controllare, visite oculistiche del 16/12 2011, 20/2/2012 da cui emerge un visus ODV 10/10 naturali e OSV 10/10 con correzione e un’iperemia congiuntivale, un arrossamento della congiuntiva su base infiammatorie,Risultano anche visite psichiatriche nel dicembre 2011, disturbo post-traumatico da stress. E’ stata fatta anche una gastroscopia da cui risulta un’esofagite, un’ernia iatale. Dalla lettera liquidazione danni risulta la copertura di una polizza infortuni ina-assitalia un’inabilità temporanea totale di 55 giorni e una di 120 giorni al 70%. L’invalidità permanente valutata 15%. Il verbale del medico legale riporta queste conclusioni diagnostiche, postumi da trauma acustico, da inalazioni fumi tossici, e irritazione congiuntivale. Secondo il giudizio medico legale le infermità sono conseguenti al 3/7, 15% danno biologico. Nella testimonianza il soggetto riferisce di essere stato investito da uno scoppio di una bomba carta vicino al viso, cadendo a terra e di aver riportato la perdita dell’udito, nonché un calo della vista, l’erna iatale e l’ipertensione arteriosa. I postumi permanenti accertati in ambito assicurativo privato e pubblico sono un’ipocusia sinistra, modesti esiti da inalazione fumi tossici, una distrazione del rachide cervicale e un’irritazione congiuntivale. Per quanto riguarda il trauma acustico si tratta di ipocusia, non perdita di udito, gli altri disturbi riferiti dal soggetto non sono stati prontamente riconosciuti in quanto non riconducibili all’evento traumatico, il calo visivo non può essere in alcun modo conseguenza di un’irritazione congiuntivale perché trattasi di due patologie completamente differenti, una interessa il rivestimento dell’occhio esterno e la miopia è un problema del cristallino all’interno dell’occhio, non esistono miopie traumatiche accertate. L’ipertensione riferita come postumo è stato un mero riscontro occasionale, la visita cardiologica effettuata sia in data settembre 2011, sia dopo è risultata nella norma, mentre per l’ernia iatale, strumentalmente accertata, ma dipende da fattori diversi, è legato all’alimentazione. Anche il disturbo post traumatico da stress non è … è poco documentato, è molto difficile da valutare e da interpretare, ha una genesi incerta nel caso specifico, tant’è vero che non è stato preso in considerazione dalla commissione valutativa militare, che ha rilevato un esame neuro psichico nei limiti della norma,come riportato sul verbale.
Avv senta, gli esiti.. dei fumi tossici, può essere determinata dai gas CS?
Teste si è compatibile ma si parla di modesti esiti, con spirometria basale, funzionalità respiratoria normale.
Avv l’irritazione congiuntivale può essere determinata dai lacrimogeni CS?
Teste si, anche questo può essere determinato dal contatto diretto delle congiuntive con l’aerosol dei gas…
Avv l’erma iatale ?
Teste è una lesione dello stomaco associata all’esofagite, malattia da reflusso gastrico esofageo, problema cronico
Avv abbiamo nel certificato PS una distrazione del rachide cervicale, prognosi 15 giorni. Successivamente si parla di modesti esiti di distrazione del rachide cervicale, a distanza di 2 anni circa, è compatibile un esito a distanza di 2 anni?
Teste  c’è anche una scarsa compatibilità con l’evento dichiarato, non ci sta tanto con un trauma esplosivo, che difficilmente dà questo tipo di lesione
Avv Pippa Pasquale
Teste contusione piede sinistro, prognosi 10 giorni. Successiva prognosi a Milano, contusioni multiple, sublussazione di 1.2 2.1 denti incisivi superiori e inferiori con frattura coronale, convalescenza giorni 20. La visita odontoiatrica successiva rivela frattura margine incisale elemento dentale 2.1, il certificato del medico curante riporta poi ulteriore prognosi per complessivi 39 giorni. Dalla testimonianza emerge che il soggetto è stato assente per 60-70 giorni, questa prognosi dichiarata non è documentata in modo continuativo, solo parzialmente dagli atti da me visionati, in ogni caso è incongrua e sproporzionata, le fratture dentali sono limitate in realtà allo smalto, quindi non complicate… quindi vanno incontro a completa guarigione nell’arco di 20 giorni.
Avv. Il signor Pippa ha riferito di aver ricevuto un sasso in testa e questo colpo avrebbe determinato la chiusura improvvisa della bocca, è compatibile con la frattura?
Teste sembra abbastanza difficile, soprattutto una frattura limitata, inizialmente si parlava di sublussazione di più elementi dentali ma la frattura è limitata ad un unico dente, quindi mi sembra un po’ difficile, diciamo che dipende anche dalle dimensioni del sasso, se indossava il casco….
Avv chiederei al collegio, ci sono ancora 15 posizioni, se si può fare una pausa perché è più di dure ore che il consulente è sottoposto ad esame…
Il presidente accorda 10 minuti.

 

Teste: PUGLISI, anche qui 53 giorni prognosi complessiva è sproporzionata vista la prognosi iniziale di 7 giorni indicativa di contusione molto lieve. Anche in questo caso non vengono specificate le motivazioni per cui la contusione ha determinato una prognosi cosi’ lunga.. Non è scientificamente possibile che una contusione lieve della mano determini una prognosi di addirittura 56 o 57 giorni, non è assolutamente accettabile.
ROTUNDO ANGELO: risulta certificato PS del CTO diagnosi di trauma policontusivo e inalazione gas lacrimogeni, il soggetto riferisce di essere stato colpito sul petto da una pietra e sul braccio da una bottiglia di acido, prognosi complessiva 23 giorni. Dal punto di vista medico legale la riferita USTIONE dell’avambraccio NON E’ DOCUMENTATA in alcun modo, non è RIPORTATA nella certificazione di PS e anche in questo caso la diagnosi di 23 giorni è incongrua e sproporzionata trattandosi di trauma contusivo, 10 giorni massimo.
Avv ma l’ustione da acido è immediatamente rilevabile?
Teste si, in questo caso l’ustione da sostanze chimiche è rilevabile immediatamente e segnalata dal PS e richiede anche intervento specialistico del chirurgo plastico, richiede anche una precisa medicazione adeguata, ma il trauma policontusivo indica solo contusioni multiple, l’ustione è un trauma completamente diverso che richiede anche accertamenti diversi che non sono stati fatti. Il soggetto ha riferito un’estesa bruciatura che doveva essere quindi molto ampia… impossibile che non venga rilevata e che non richieda quanto meno una visita specialistica da parte di un chirurgo plastico che deve valutare intanto il grado di ustione, un diagnosi specifica, una terapia adeguata e dei controlli successivi.
Il sig. SCIALAPPA certificato CTO, senza perdita di coscienza, lamenta dolori, presenta tumefazione regione frontale, bendaggio elastico per 7 giorni. Dubbia amnesia lacunare per l’accaduto e infrazioni dentali multiple. Da certificazioni della polizia trauma cranico commotivo con prognosi 20 giorni. Certificato medico privato del 24 luglio, prognosi 20 giorni, certificazioni mediche ufficio questura di Palermo prognosi fino al 5/9, quindi totale 65 giorni, confermati dal soggetto che riferisce di aver avuto una prognosi complessiva di oltre 60 giorni. Anche qui la prognosi complessiva è incongrua e sproporzionata, si parla semplicemente di una contusione che richiede 10 giorni, una distorsione del rachide cervicale che invece richiede al massimo 15 giorni, si parla anche di infrazioni dentali, apicali, che guariscono in una ventina di giorni quindi la prognosi di 65 giorni è eccessiva e ingiustificata.
Avv ma quando si parla di trauma cranico cosa significa dal punto di vista medico?
Teste diciamo che nella diagnosi si parla di contusioni multiple, il trauma cranico rientra nelle contusioni multiple, una contusione cranica è specificata nell’obiettivo, non perdita di coscienza… è in disaccodo con quanto scritto dal sanitario della polizia di stato che parla invece di trauma cranico commotivo, il PS parla anche di dubbia amnesia lacunare sull’accaduto, probabilmente il soggetto ha riferito che non ricordava cos’è successo ma è una situazione soggettiva …
Avv quindi trauma cranico è come dire trauma ad un arto non è un giudizio di valore medico
Teste in questo caso viene riportato il dato più importante che è senza perdita di coscienza, quindi una semplice contusione.
Avv SICARA VITTORIO
Teste SICARA, certificato di PS del CTO di TOrino, diagnosi di lesioni da scoppio, prognosi 15 giorni. Poi certificazione ufficio sanitario questura di torino con altri 15 giorni. Dal dibattimento emerge che il soggetto riferisce prognosi complessiva 30 giorni, non documentata da certificazioni mediche oltre quella di PS, quella del 4 della questura conferma quella di 15 giorni spostandola di uno, la complessiva sarebbe di 16, non è quella dichiarata di 30 giorni. Si tratta di un complesso di lesioni sicuramente ferite lacero-contuse che richiedono al massimo 15 giorni per la guarigione, non risultano punti di sutura, quindi probabilmente erano piccole e minime, o avrebbe richiesto la sutura.
Avv VINCIGUERRA IVAN
Teste: Risulta certificato PS del CTO con diagnosi di distrazione rachide cervicale, contusione ginocchio e caviglia sinistra, prognosi 8 giorni, prescritto collare e bendaggio per 8 giorni, ulteriore certificato diagnosi contusione prognosi 7 giorni. Poi visita fisiatrica, trauma contusivo, da riferito incidente stradale del 3/7 2011, questo con prognosi 20 giorni. Poi visita ortopedica, poi visita medica GdF, prognosi fino al 16/10. C’è anche una visita medico sportiva che riporta floglosi di entrambe le rotule, tendinite femorale, certificati del medico curante, che sono vari, riportano tendinite post traumatiche, riporta bendaggio, prognosi complessiva di 152 giorni. C’è anche un certificato medico del 5/12/2011 fino al 5/01/2012 per gonalgia bilaterale in esiti incidente automobilistico. Dalla testimonianza in dibattimento il soggetto dice di essere stato colpito da pietre alla testa e sullo scudo e avrebbe successivamente urtato le ginocchia (…). Il soggetto riferisce di essere stato colpito da pietre , la ginocchiera però era intatta, mentre la contusione sarebbe avvenuta a livello del parastinco quindi in disaccordo anche con la diagnosi, l’impatto sarebbe avvenuto sulla gamba e non sul ginocchio, in corrispondenza dello stinco protetto dal parastinco. Inoltre per quanto riguarda la lesione cervicale, nonché quella del ginocchio, in ben due visite, quella fisiatrica del 28/8 e quella del medico curante, del 5/12, si parla di riferito incidente stradale, esiti di incidente automobilistico, suggerendo quindi una eziologia diversa di una o più lesioni riferite, diagnosticate. Trattasi cmq di lesioni che non possono determinare esiti permanenti trattandosi di traumi contusivi o lievi, salvo complicanze.
Avv solo una precisazione, nella visita psichiatrica nell’anamnesi riferita dal paziente, oltre a bendaggio, deambulazione con stampelle, tutore, caviglia ingessata, ma nel certificato del 7 dello stesso mese c’è solo scritto diagnosi contusione ginocchio destro con prognosi 7 giorni, sono compatibili con bendaggio, gamba ingessata?
Teste come dicevo non c’è alcuna documentazione medica, specialistica, dove venga riportata la prescrizione di questi ausili, bendaggio, tutore, stampelle, perché le diagnosi sono di contusioni e le contusioni  non richiedono questo tipo di terapia, per cui l’uso di questi ausili è solo riferito dal paziente, ma non è stato PRESCRITTO da medici specialisti.
Avv se fosse stato necessario dovrebbe essercene traccia?
Teste di sicuro, tenendo conto che ci sono due pronto soccorsi se anche nel primo fosse sfuggito, una distorsione che richiede uso di tutore, stampelle, gesso alla caviglia è impossibile che non sia stato segnalato in seconda battuta al CTO 3 giorni dopo.
Avv ZARBOTTI LUCIANO
Teste risulta certificato del CTO con diagnosi contusione spalla sinistra, prognosi 7 giorni, ma in dibattimento il soggetto riferisce prognosi complessiva di 45 giorni prolungata dal proprio medico curante, NON DOCUMENTATA. Appare del tutto incongrua e sproporzionata.
Avv ZUCCARINI UMBERTO
Teste certificato di PS del CTO di Torino diagnosi trauma distorsivo contusivo spalla sinistra, tumefazione coscia sinistra, frattura composta omerale prognosi 30 giorni. Da testimonianza il soggetto riferisce di essere caduto a terra con contusione al collo e prognosi successiva 60-90 giorni. La lesione cervicale non è documentata ma solo riferita, non sembra riconducibile al trauma da caduta, è verosimile che si tratti di una discopatia protusiva, classico quadro degenerativo artrosico cronico, certamente antecedente al trauma. Questo tipo di lesioni, ernie cervicali, si manifestano in casi molto gravi come le precipitazioni dall’alto, per dare un’idea della violenza richiesta che abbia un’efficienza lesiva, in ogni caso una prognosi di 60-90 giorni non è tra l’altro documentata, oltre i trenta iniziali, è incongrua e sproporzionata trattandosi di una patologia …. anche considerando che la patologia preesistente possa aver prolungato la sintomatologia nell’ordine di una ventina di giorni, ma non di più. Anche questa tra l’altro è una frattura extra articolare, un processo traverso dell’osso che di solito non dà complicanze di nessun tipo.
Avv: noi abbiamo finito le indicazioni che lei ci ha fornito, che riguardavano le persone offese costituite parti civili, il dott. Ferrero produrrà la sua relazione. Le farei alcune domande su alcuni altri soggetti che rientrano tra le persone offese e che non si sono costituite parti civili. Inizierei con PIGNATARO FABIO, sono due, primo reparto mobile di Firenze, nato 1984. Il signor Pignataro… inizialmente gli viene riscontrato trauma contusivo avambraccio destro, vi è in realtà un altro certificato in atti in cui si fa riferimento a una frattura al radio, lui dice non è stato inizialmente ingessato perché doveva sgonfiarsi, prognosi iniziale 10 giorni, poi 90 giorni complessivi, è compatibile?
Teste no, le fratture del radio che richiedono ingessatura hanno prognosi di 35-40 giorni può seguire un breve periodo di convalescenza ma non si va oltre i 50-60 giorni
Avv salvo accertate complicanze?
Teste sempre salvo accertate complicanze, nel caso del radio ci può essere una lesione nervosa del plesso ma viene accertata subito perché ha un quadro sintomatologico tipico.
Avv Pignataro Fabio, del 1970, sempre reparto mobile di Roma, ha un verbale di Pronto Soccorso in cui sono indicate policontusione da aggressione e successivamente ulteriori certificati medici in cui vi è una progressione della malattia, in particolare 13 agosto da parte del medico del reparto, 10 giorni per postumi di politrauma, 23 luglio ospedale Brindisi 10 giorni, etc etc…  la sospetta lesione del menisco mediale emergerebbe solo a distanza di più di un mese, è possibile?
Teste no, anche qui si tratta di una lesione tipicamente o degenerativa o conseguente a trauma di tipo distorsivo, se il trauma è stato di natura contusiva come riferito, in più parti del corpo, non c’è nessuna compatibilità causale che una contusione al ginocchio porti alla lesione del disco mediale.
Avv ci sono altri certificati medici, 15 giorni, poi medico privato con ulteriori 7 giorni, ecco noi osserviamo una modifica delle cause di prosecuzione della malattia, traumi che compaiono e ricompaiono, questo è abituale nella documentazione della malattia?
Teste è possibile ma è evidente che la lesione discale è verosimilmente preesistente, perché è degenerativa e cronica, quindi diciamo che sarebbe dovuta comparire fin dall’inizio, in ogni caso anche qui la prognosi è incongrua e sproporzionata anche ammettendo una contusione su una preesistente discopatia la prognosi puòallungarsi di 15 20 giorni ma non certo 50
Avv possiamo dirlo anche per un politrauma complesso come questo?
Cioé una contusione mandibola, polso, inizialmente refertate per 10 giorni, possono condurre a un esito sino all’8 settembre?
Teste no, le contusioni accertate, salvo complicanze, non giustificano una prognosi di questo tipo, qui è evidente che l’allungamento è legato soprattutto al problema meniscale e l’unica cosa che si aggiunge, ad agosto del 2011, prolungamento che dipende da patologia preesistente e di certo non è con causalmente derivante dal trauma contusivo.
Avv passiamo a EDUARDO VERRILLO, siamo al 27 di giugno, certificato del PS che ci dice contusione base secondo metacarpo mano sinistra e tendine rotula ginocchio sinistro, per una prognosi di 10 giorni. In sede di esame dichiara anche che sono stati fatti tutti gli esami comprese le radiografie al PS, però poi ci viene riferito di una malattia durata 7 mesi con un risarcimento da parte dell’assicurazione. Quello riscontrato al PS è compatibile con questa durata?
Teste no, non c’è alcuna compatibilità, la diagnosi è completamente incongrua e sproporzionata, eccessiva, anche ci fosse stata una lesione completa del tendine, 7 mesi appaiono comunque esagerati. Lesione che peraltro avrebbe dovuto essere documentata da esami strumentali e da visite specialistiche.
Avv il signor ANGELICO GIUSEPPE, torniamo al 3 luglio, il referto ci parla di distorsione alla caviglia destra, prognosi 7 giorni. In sede di esame ci dice che poi la prognosi viene prolungata a 30 giorni, riferisce però di essere stato colpito da un sasso, poi di essere indietreggiato e di essere inciampato cosi’ da essersi procurato la distorsione. Ecco, il sasso può avere causato la distorsione?
Teste no, la distorsione è conseguenza del secondo evento riferito, quindi della storta, è inciampato da qualche parte, ma non può essere stata determinata dalla contusione, un trauma contusivo non ha le caratteristiche di un trauma distorsivo, un sasso non può determinare la distorsione della caviglia.
Avv discorso analogo per PITAU Andrea, in sede di esame riferisce di essere accorso per aiutare dei colleghi ma di  non essere inciampato, di essere stato colpito da diverse pietre,  è possibile che il colpo di una pietra causi un trauma distorsivo alla caviglia?
Teste non è accettabile da un punto di vista medico legale, la distorsione non è possibile a seguito di una contusione.
Avv BRAVACCINO ALBERTO: abbiamo un certificato del PS che ci parla di ferite in seguito a scontri, trauma contusivo, prognosi 7 giorni, poi un certificato della clinica chirurgica universitaria trauma acustico da bomba carta. Le chiedo se il trauma contusivo al piede sia compatibile con quanto riferito, cioé è stato lo scoppio di una bomba carta che avrebbe causato la lesione
Teste solo se lo scoppio ha determinato lo spostamento di oggetti che hanno colpito il piede, lacerando l’anfibio, non è possibile se l’anfibio non è stato lacerato.
Avv il sig. CASUCCI , al PS trauma contusivo mano destra, prognosi 7 giorni, mentre poi si parla di altri 20 giorni circa, è compatibile con trauma compatibile?
Teste anche qui la prognosi non è compatibile, qui la prognosi è di 7 giorni, trattandosi di trauma contusivo semplice con ferita lacerocontusa è corretta la prognosi di 7 giorni, massimo 10, salvo complicanze.
Avv per quanto riguarda CECCHINI ANDREA abbiamo un certificato medico in cui si parla di trauma acustico da esplosivo, 10 giorni, poi vengono prolungati a 65. le chiedo se un mero trauma cosi’ come refertato dall’ospedale S.Giovanni Battista sia compatibile con una prognosi di 65 giorni
Teste no, è sproporzionata, trauma all’orecchio può avere prognosi di 10-15 giorni salvo complicazioni che richiedono visite specialistiche nonché esami audiometrici, una timpanoscopia, cioé salvo complicanze la prognosi è ingiustificata.
Avv Melano: lei ha visionato anche la documentazione relativa a DE FAZIO MAURIZIO?
Teste si
Avv da questa documentazione qual è il trauma che ha riferito la persona offesa alla centrale idroelettrica e quali sono le modalità di causazione del trauma?
Teste non c’è documentazione medica, risulta una sassata sulla mano sinistra e un altro sasso sul piede, sinistro. Riferisce prognosi di 5 giorni, che si sarebbe fatto refertare dal CTO. Riferisce anche un pregresso trauma rachide cervicale per precedente sinistro stradale. La diagnosi posso desumerla, trauma contusivo mano sinistra e piede sinistro, non è riportata, sostiene che non si sarebbe fatto refertare al CTO di Torino
Avv GINEPRA SAVERIO, ha visionato la documentazione?
Teste riferisce trauma polso destro da sasso che ha colpito quella sede, prognosi iniziale 5 giorni prolungata poi da medico curante, 20 giorni totali, anche qui la prognosi appare sproporzionata rispetto al trauma riferito e non c’è NESSUNA documentazione MEDICA.
Avv dal punto di vista medico scientifico quale può essere il termine di guarigione?
Teste in questo caso 10 giorni, la prognosi riferita di 5 è indicativa del fatto che il trauma contusivo è molto lieve, massimo 7 , 10 giorni.
Avv LA NOTTE VINCENZO
Teste riferisce di essere stato visitato al pronto soccorso, trauma contusivo diretto spalla sinistra, non deficit periferici. Riferisce di essere stato colpito da sassi sulla spalla e di avere effettuato 20 giorni totali. C’è un certificato di prognosi di 7 giorni, che è corretto, per il tipo di lesione contusiva, anche qui il tempo massimo è 10 giorni.
(…)

Avv POSSEMATO ANTONIO
Teste ho visionato solo la testimonianza, non c’è documentazione medica. Viene riferito trauma rachide dorsale, non specificato, verificato in conseguenza a colpi di sassi e altri oggetti e quindi una caduta all’indietro e un urto della schiena.la prognosi riferita è 15 giorni, non c’è documentazione, non viene specificato che tipo di trauma sia, se distorsivo (poco probabile) o un semplice trauma contusivo, che comunque richiede anche in questo caso 7-10 giorni al massimo di prognosi
Avv in questo caso la persona riferisce una prognosi maggiore…
Teste riferisce 15 in tutto
Avv su domande del PM fa riferimento a 60 giorni
Teste si, poi arriva a 60 giorni, chiaramente incongrua… si può arrivare al massimo a 15 giorni ma non certo a 60 giorni.
Avv BARBATO GABRIELE, quali sono i traumi riferiti?
Teste il 27 riferisce di essere stato colpito da pietre, viene riportato un trauma rachide cervicale con 3 gg di prognosi, è stato visitato dal medico della polizia. Il 3 luglio riferisce di nuovo un trauma rachide cervicale sempre da lancio oggetti contundenti, prognosi iniziale 15 giorni, altri 7, in tutto 21, in entrambi i casi il trauma distorsivo del rachide cervicale non è per nulla in accordo con quanto riferito perché si parla di traumi da colpi contundenti, pietre, che non hanno sufficiente forza lesiva per determinare il movimento di iper estensione..PROGNOSI INCONGRUA E SPROPORZIONATA e non risulta documentazione medica.
Avv Bertone: le protezioni delle quali sono dotati, rendono compatibili le eventuali escoriazioni?
Teste è possibile se ci sono parziali lacerazioni delle protezioni
Avv se le protezioni sono integre?
Teste a meno che le dimensioni e il peso dell’oggetto lanciato siano compatibili.. poi dipende dalla sede..
Avv dipende anche dall’angolazione?
Teste si, è chiaro che se l’oggetto lanciato ha spigoli vivi l’impatto con lo spigolo vivo può avere maggiore efficienza lesiva rispetto a superficie intatta

PM Pedrotta: mi riaggancio a quest’ultima domanda, le protezioni. Lei ha visto le protezioni di cui erano dotate le persone offese?
Teste no, ho visionato solo le testimonianze
PM Ha visto dei filmati?
Teste no
PM Senta lei ci ha spiegato lungamente come si può cagionare una distorsione, io ho preso nota di una sua affermrazione: per spostamento dei capi articolari, è corretto? (SI) E di solito a seguito di una causa esterna? Di un urto con terzi?
Teste No, la distorsione implica un movimento , come dicevo, uno spostamento abnorme dei capi articolari uno rispetto all’altro, di solito si verifica su articolazioni dove c’è importante peso del corpo, caviglia, ginocchio, è legato ad un’instabilità posturale, la causa esterna può essere una buca, un gradino, qualcosa che fa inciampare
PM E non può essere un oggetto?
Teste no, salvo dimensioni veramente considerevoli questo tipo di distorsioni da contusione diretta si verificano per esempio negli incidenti stradali, quando un’autovettura investe una persona in corrispondenza del ginocchio, oltre alla massa dell’autovettura, parliamo di ossa con resistenza biologica altissima…
PM Quindi lei ha fatto un calcolo dell’energia cinetica rispetto ad un masso che potrebbe aver colpito la persona offesa?
Teste essendo medico legale non ho fatto calcoli su energia cinetica
PM E un estintore non potrebbe avere una massa sufficiente?
Teste sicuramente una contusione, un ematoma o una frattura, ma NON CERTO UNA DISTORSIONE
PM Mi sembra che sul rachide cervicale lei abbia riferito che potrebbe essere stato cagionato anche da urto con i colleghi?
TEste questo è possibile per il colpo di frusta, è chiaro che non avrà la gravità dei casi di incidenti stradali ma è possibile se l’energia cinetica è notevole
PM E l’energia cinetica di una persona che urta un’altra secondo lei è superiore rispetto all’energia cinetica di un estintore o di un masso?
Teste sicuramente si, ipotizzando 70-80 kg in movimento e le due persone si sommano è sicuramente superiore all’estintore
PM Ma lei sa la velocità della persona che viene a colpire? Di quale velocità stiamo parlando?
Teste io le dico sulla base dell’esperienza medico legale…
PM Lei ha parlato ripetutamente di prognosi incongrue e sproporzionate, nella sua relazione, su quali criteri si basa?
Teste nel caso ad esempio delle contusioni è proprio cronologicamente accertato, dimostrabile e ricostruibile anche con istologico se fatto al momento giusto, risalire esattamente al momento
PM Ma nella sua relazione quando lei dice una distorsione del rachide cervicale guarisce in 10-15 giorni, c’è l’indicazione della pubblicazione scientifica?
Teste le pubblicazioni scientifiche di questo tipo risalgono ai primi del 900 forse dell’800, sono dati consolidati ormai da più di 100 anni
PM Senta quando lei ha esaminato la documentazione sanitaria dei vari reparti si è soffermato lungamente dicendo che non c’erano indicazioni circa esami clinici strumentali, visite specialistiche, lei conosce le procedure di questi uffici sanitari? Lei può escludere che siano stati fatti accertamenti?
Teste lo posso escludere perché ci sono casi con complicanze, lesioni degenerative, che sono state riportate. Tutto quello che sulla certificazione medica viene riportato è importantissimo per la ricostruzione successiva, il dato documentale è fondamentale dal punto di vista medico legale, quello che viene fatto viene scritto, è una conclusione che traggo da 15 anni di valutazione di documentazione, di solito il medico quando fa qualcosa lo scrive, per documentare quello che ha fatto ed è diventato BASILARE, se il medico rileva un dato soggettivo -oggettivo che comporta una complicanza tale da allungare la prognosi LO DEVE RIPORTARE come è stato riportato quando la complicanza è comparsa.
PM Lei ha riferito su DE MATTEO LUIGI, lo può riprendere?  Ha svolto alcune osservazioni circa il trauma psicologico, è questo l’aspetto che lei ritiene non compatibile?
Teste no io ho semplicemente preso atto della riferita sintomatologia dolorosa, tra cui cefalea e disturbi dell’umore, riferiti in merito al mancato risarcimento assicurativo da parte del sig. De Matteo
PM E lei ritiene che i disturbi dell’umore siano incompatibili con le altre dichiarazioni sulla sua vicenda?
Teste con una diagnosi di policontusioni sono poco compatibili in ogni caso dovrebbero essere documentati da certificazioni specialistiche, lamenta dolori, cefalea a distanza di 3 anni, dovrebbe produrre certificazione medica neurologica, visite psichiatriche, psicologiche che accertino dal punto di vista medico legale la sussistenza di questi sintomi.
PM Non ho altre domande.
Avvocatura di stato (parte civile): Lei non ha rapporti con gli ospedali, che hanno emesso i certificati?
Teste ma io essendo medico conosco la maggior parte dei medici del piemonte e d’italia, qualcuno lo conosco di persona…
Avv volevo sapere se ha fatto accertamenti in relazione a questi accertamenti
Teste no mi sono limitato a vedere la documentazione medica fornita dagli avvocati che mi hanno incaricato
Avv lei ritiene che i certificati di PS siano corretti e tutti redatti sulla base di esami specialistici?
Teste io mi sono limitato a valutare la compatiblità della prognosi con la diagnosi… quando erano necessari accertamenti specialistici sono stati indicati e fatti, non sono di routine ma vengono fatti quando necessario, quando la situazione è complicata e richiede ulteriori approfondimenti, non vengono fatti di routine.
Avv questa valutazione, sia quella del PS che la sua, che in linea di massima coincidono, attengono a una valutazione medico legale ordinaria?
Teste si, sono criteri consolidati che vengono dati nella medicina .. per scontati.
Avv ma valgono in generale?
Teste valgono in generale, è la cosiddetta norma, è legata non solo alla casistica ma anche a fenomeni biologici precisi
Avv le risulta che in ambito INAIL vengano adottate valutazioni di altro tipo?
Teste in ambito lavorativo ogni ambito ha una valutazione diversa che non è la prognosi clinica vera e propria, ho lavorato anche all’INAIL e viene valutata l’inabilità temporanea totale rispetto al lavoro, specifico, che è diversa da quella biologica generale.
Avv nel caso specifico, la maggior parte dei traumi di cui abbiamo parlato sono riconducibili a rachide cervicale e alle mani. Lei ha considerato nella valutazione medico legale, nei tempi occorrenti, ad esempio il fatto che il soggetto per il suo lavoro debba, nel caso di lesioni al rachide, indossare caschi protettivi pesanti?
Teste nel caso specifico di lesioni al rachide cervicale l’indicazione tipica è il collare che viene mantenuto max 10-15 giorni, anche perché dopo determina effetto opposto, quindi dopo lo stato di malattia può durare una convalescenza di 10 giorni
Avv se poi il soggetto deve indossare il casco questo ha incidenza?
Testa no, direi di no
Avv e nel caso di lesioni alla mano se deve usare armi da fuoco?
Teste dipende dal tipo di lesioni, una frattura comporta prognosi lunga ma una banale contusioni può essere al massimo 7 giorni, salvo lesioni tendinee che l’allungano di poco, ma il dolore non può durare più di 15 giorni.

(…)
C’è rinuncia per gli altri consulenti medico-legali.

Viene acquisita la consulenza. Alle 13:00 il teste viene lasciato andare.
Avv Bertone: farei produzione del manuale del ministero dell’interno, realizzato dal dipartimento di PS, reparti speciali, manuale tecnico operativo che spiega come vengono utilizzati i reparti speciali, le dotazioni, i divieti, durante le operazioni di OP, in particolare a pag. 35 le modalità di lancio dei gas lacrimogeni, uno dei vari documenti che la procura aveva negato esistessero. Il secondo documento si chiama dueclorobenzili… (CS), uno studio sulla pericolosità dei lacrimogeni, il terzo è uno studio a cura di professori dell’università di Genova sugli effetti mutageni. www.petizioneputtlica.it . Consegno al PM.

PM Pedrotta: Questo documento del Ministero dell’INterno non capisco la provenienza, c’è opposizione, non so qual è la genesi di questo documento, se non mi dice come se l’è procurato….
Avv lo contesti
PM Lo contesto, infatti, se non mi dice dove se l’è procurato non posso sapere se è originale
Avv quindi secondo lei è un falso?
PM Non capisco se è documento pubblico, da dove arrivi, se mi dice dove se l’è procurato io posso verificare, io allo stato ho dei dubbi
Avv quindi il timbro sarebbe artefatto? E’ un documento pubblico, o mi dice che è falso…
PM Non c’è data, non c’è neanche la data
Avv ma ciò non toglie che sia un documento del ministero… mi dia la prova che non è un documento del Ministero
PM Ma io sto facendo delle osservazioni sulla sua produzione visto che dovrebbe essere un documento interno del ministero voglio sapere  come se l’è procurato. Sulle altre produzioni non ho nulla da osservare.

Avvocatura dello Stato: al di là della provenienza del documento, il fatto che non sia datato non consente di capire se queste disposizioni sono vigenti o erano vigenti nel 2011 e questo rende la produzione irrilevante, a mio avviso lo sarebbe in ogni caso perché i dispositivi di PS del 27 maggio e del 3 luglio sono quelli che ci interessano e sono stati regolamentati con ordinanze del Prefetto e del questore… Non sapendo a quale epoca dobbiamo riferirci non possiamo utilizzarle. Le produzioni sulla tossicità dei CS sono irrilevanti, abbiamo ascoltato il consulente, il tema esula totalmente dall’oggetto del processo, c’è opposizione su tutti i file.

(breve pausa, devono decidere rispetto alle richieste di cui sopra).

L’udienza riprende, con le dichiarazioni spontanee degli imputati.

TOBIA IMPERATO

Siamo giunti alla fine di questo dibattimento. A voi non resta che giudicarci secondo le norme del codice penale.
Nonostante abbiano un soggetto, il legislatore, tanto impersonale quanto irraggiungibile – quasi un dio infallibile dispensatore di giustizia -, in realtà i codici non sono altro che una banale creazione umana. Non solo la loro compilazione, ma anche la loro interpretazione e applicazione non sono altro che semplici azioni umane.
La giustizia, quella vera, si sottrae alla norma e non potrà mai essere codificata. Appartiene alla sfera dei valori e solo il giudizio storico – una volta che le passioni del presente saranno sopite – decreterà, attraverso il comune senso civile, se la vostra sentenza sarà stata o meno giusta.
In quest’aula sono state delineate due visioni diametralmente opposte dei medesimi eventi.
Una – quella della procura – che vede centinaia di agenti violentemente aggrediti e feriti nell’adempimento del proprio dovere.
L’altra – quella che noi e le nostre difese abbiamo esposto – racconta di un movimento popolare pacifico aggredito brutalmente senza che avesse messo in atto nemmeno il semplice reato di disobbedienza civile. Sì, perché noi siamo stati violentemente attaccati mentre eravamo pacificamente attestati in un luogo in cui non solo avevamo il diritto di rimanere ma di cui avevamo persino pagato il suolo pubblico. Un’area che era al di fuori – e lo rimane tuttora nonostante le recinzioni illegittime che ne inibiscono l’accesso – dall’area destinata al cantiere.
Non solo quindi il 27 giugno alla Maddalena le forze dell’ordine effettuarono un’azione illegale, da tutti noi percepita come tale, ma la fecero con altissimo disprezzo per la salute di chi si trovava di fronte.
Io non temo di essere retorico affermando che quel giorno lo Stato italiano intraprese una vera e propria guerra chimica ad alta intensità contro i propri cittadini.
In questi ultimi anni si è parlato molto di CS, il gas espulso dai lacrimogeni di cui è vietato l’uso bellico dalle convenzioni internazionali. Proibito nella guerra fra stati ma ammesso nella guerra interna contro i propri cittadini che dissentono.
In Italia il primo uso massiccio di questo gas si ebbe nel 2001 a Genova contro i manifestanti che contestavano il G8. E tutti sanno della riprovazione a livello internazionale di cui fu oggetto la polizia italiana per come fu gestito in quei giorni l’ordine pubblico. Numerose testimonianze già allora descrissero quanto questo gas fosse micidiale, causando svenimenti nausea vomito problemi respiratori infiammazioni oculari irritazioni cutanee. Gli studi medici ci dicono che una forte e prolungata esposizione potrebbe creare danni permanenti a occhi polmoni stomaco fegato cuore reni e persino provocare aborti. E non si conoscono ancora le conseguenze nel lungo periodo, conseguenze cui patiranno non solo coloro che ne sono stati colpiti ma anche agli agenti che ne hanno fatto largo uso. Non a noi, quindi, dovrebbero rivolgersi i loro sindacati. Come ha insegnato la vicenda delle bombe all’uranio impoverito, gli apparati statali si disinteressano non solo della salute dei propri cittadini ma persino di quella dei loro servi.
Ebbene, io ho partecipato alle giornate genovesi e vi posso dire in tutta tranquillità che – sotto questo profilo, confrontate alle giornate della Maddalena – furono meno traumatiche. In Val Susa – nelle giornate del 27 giugno e del 3 luglio 2011 – la quantità e la concentrazione di CS fu enormemente più alta. Fu decisamente la più massiccia da quando questo gas è in dotazione alle forze di polizia in Italia.
Chi diede l’ordine di accerchiare la libera repubblica della Maddalena e, come in una tonnara, gasare tutti i presenti, precludendo ogni via di fuga e gasandoli anche tra i boschi dove avevano cercato scampo e riparo? I dirigenti sul posto, dai nomi secretati in questo processo? Il questore? Il prefetto? Il ministro degli interni? Il presidente del consiglio?
Contro di noi, in questo procedimento, si sono costituiti come parti civili reclamando il risarcimento dei danni subiti, ben tre ministeri. Ebbene, io dichiaro apertamente che non sono loro le parti lese, anzi dovrebbero rispondere alla comunità per il grave attentato commesso alla salute di tutti i cittadini presenti a Chiomonte in quelle due giornate, per averli proditoriamente sottoposti per ore all’esposizione di gas venefici.
Ora, pare che la legislazione italiana consideri il CS arma non-letale con effetti reversibili e ne consenta l’uso da parte della forza pubblica. Ma l’uso di uno strumento di dissuasione coercitivo dovrebbe essere sempre effettuato con moderazione e con dei limiti ben precisi. Come una mano può non essere letale in un semplice schiaffo, la stessa mano può diventare letale se strozza alla gola. E’ della cronaca di questo periodo come a Ferrara l’uso spropositato di uno strumento ordinario in dotazione agli agenti di pubblica sicurezza, il manganello, abbia condotto a morte il giovane Federico Aldovrandi o come un altro strumento frequentemente usato nelle strutture psichiatriche, il letto di contenzione, abbia barbaramente assassinato il maestro salernitano Francesco Mastrogiovanni.
Questo uso incontrollato esagerato e spropositato di CS è all’origine della nostra reazione. Era quello che serviva per trasformare con un colpo di bacchetta magica un movimento popolare pacifico ventennale in un’accolita di violenti.
Perché, solo dopo il 27 giugno e il 3 luglio 2011 – improvvisamente – il movimento NO TAV diventa un problema di ordine pubblico, tanto da originare summit governativi, relazioni di servizi segreti e dichiarazioni deliranti di ministri e uomini politici? Solo per giustificare il conseguente accanimento giudiziario? Per arrivare ad accuse di terrorismo per il lancio di petardi o a condanne di anni di reclusione per la sola detenzione e trasporto di artifici pirotecnici?
Chi ha decretato questo inasprimento di livello dello scontro? Il movimento NO TAV o lo Stato italiano?
La risposta è di una banalità sconcertante. Non potendo controbattere pubblicamente con valide argomentazioni le ragioni del movimento, lo si è volutamente criminalizzato. Non potendo convincere si è scelto di agire con la forza, per schiacciare il dissenso manu militari. Questa è la moderna democrazia che ci governa, una vera e propria democrazia totalitaria.
Noi in quelle due giornate fummo presi alla gola, aggrediti in maniera letale e ci siamo difesi.
Non lo neghiamo e non abbiamo paura di rivendicarlo.
Persino il codice riconosce la legittima difesa. Non credo abbia importanza – almeno sul principio – se chi offende veste una divisa e chi si difende no. Perché quel giorno, è evidente, la legalità non stava dalla parte di chi la difendeva.
E in cosa è consistita praticamente la nostra difesa di fronte ad un’aggressione chimica di tale portata? Nel gesto più semplice e naturale, quello di tirare dei sassi.
Quando andavo alle elementari ricordo che nel libro di testo vi era l’illustrazione di un ragazzino che scagliava un sasso contro dei soldati austriaci. E la didascalia ne parlava come di un eroe, autore di un gesto coraggioso che aveva innescato la sollevazione di tutta la città di Genova contro l’invasore. Era il Balilla. Solo più avanti scoprii che la sua figura era stata successivamente strumentalizzata in senso nazionalista dal fascismo. E ancora più avanti scoprii che molti altri sassi erano stati lanciati dalle folle in tumulto, come fece il popolo di Milano per chiedere il pane nel 1898, richiesta cui lo Stato sabaudo rispose con il cannone. Nella storia moderna i movimenti popolari hanno sempre usato questa forma di difesa, semplice spontanea diretta ed elementare.
Io sono fermamente convinto che siano stati proprio quei sassi – impugnati, in svariate lotte, dalle generazioni ribelli che ci hanno preceduto – a permettere alla società civile di progredire, a permettere l’affermazione e il riconoscimento di tutti quei diritti sociali e quelle libertà civili che ormai sono patrimonio comune acquisito. Diritti per la cui difesa e ampliamento dovranno essere gettati ancora tantissimi sassi.
Detto questo, mi auguro che ora la procura torinese non sequestri, per istigazione alla violenza, tutti i libri in cui compare l’immagine del ragazzino genovese.
Secondo il governo e le sue fonti informative di sicurezza il nostro movimento sarebbe ormai ostaggio di frange violente e la Val Susa sarebbe diventata una palestra per i violenti di tutta Europa. Come a dire che coloro che hanno tirato dei sassi, tagliato delle reti o gettato dei petardi nel cantiere sono altra cosa rispetto a coloro che per anni hanno animato il movimento NO TAV. E oltre a essere diversi, la maggior parte non sarebbe nemmeno composta da valsusini.
Nulla di più palesemente falso, perché in questa lotta tutti contribuiscono con le proprie capacità e possibilità. Non tutte le persone possono avere la prestanza fisica per arrampicarsi su per i sentieri, ma anche a chi resta indietro il cuore non cessa mai di battere all’unisono con tutti quelli che stanno tagliando le reti e sabotando i lavori.
E che il movimento abbia raccolto con simpatia la solidarietà di numerose persone che, anche con sacrificio personale, sono accorse in Val Susa a sostenere la nostra lotta è un dato di fatto. Se il 27 luglio – a difendere la Maddalena – eravamo per lo più piemontesi, il 3 luglio sono giunti da tutta la penisola per protestare contro l’aggressione subita, che da tutti era considerata un atto di forza ingiustificato e violento da parte dello Stato italiano. Se non vi fosse stato questo alto grado di coscienza collettiva non si sarebbe certo radunata tanta gente. La parola d’ordine “Assediamo il cantiere” e l’obiettivo di quel giorno, l’abbattimento delle recinzioni, erano stati ampiamente pubblicizzati e condivisi da tutti. Per questo le reti furono attaccate in punti diversi, non solo dalla strada ma anche dai boschi, per questo finita la manifestazione, la gente non se ne era andata ma era rimasta sul posto a incitare coloro che le buttavano giù.
E le forze dell’ordine ancora una volta sono ricorse alla guerra chimica, sparando migliaia di candelotti lacrimogeni, non solo su chi danneggiava le reti ma anche, proditoriamente, sugli inermi. E ancora una volta ci siamo difesi.
Fra noi non ci sono differenze. Noi siamo un’unica comunità resistente.
Si può resistere lanciando un sasso, sabotando le recinzioni e le attrezzature del cantiere, occupando un terreno, effettuando un blocco stradale, costruendo un presidio, intraprendendo un’azione legale, organizzando un dibattito o un volantinaggio e persino creando un gruppo di preghiera. E poi marciando tutti insieme.
Il nostro è un movimento che, per condivisione di idee e unità di popolo, è stato giustamente paragonato – anche se in altro contesto storico e con altri mezzi – a quello della resistenza al nazifascismo. Sì, perché in Val Susa lo Stato italiano sta pesantemente militarizzando il territorio, continuando a inviare truppe che sono percepite dalla popolazione alla stregua di un esercito invasore.
Più saremo attaccati, più ci mostreremo uniti. Un popolo, una lotta.
Per portare un esempio personale, io sono stato obiettore di coscienza e resto tuttora convinto antimilitarista. Mai avrei immaginato nella mia esistenza di marciare in corteo assieme agli alpini NO TAV e di ritrovarmi dopo a bere e a scherzare con loro. Questa è la magia del nostro movimento. Un movimento di popolo che supera ogni divergenza, rispetta ogni differenza, e si stringe come un pugno solidale abbracciando tutti quelli vi si ritrovano. Questo è il motivo per cui nessuno riesce a dividerci.
In questo processo si è parlato soprattutto di scontri, di agenti feriti, di manifestanti assetati di sangue. Chiunque abbia ascoltato le testimonianze degli agenti  che hanno deposto si è reso conto di come molti di loro si siano accidentati da soli, per imperizia della montagna, distorcendosi cadendo o addirittura respirando il loro stesso gas, che i sassi dei manifestanti ben poco potevano contro caschi scudi e le robuste protezioni delle divise, che la maggior parte ha continuato il servizio fino alla fine per poi marcare visita e accorgersi delle “ferite” solo in serata. Quasi tutti i referti medici riportano prognosi brevi poi gonfiate a posteriori con presunte complicazioni. Lo stesso carabiniere, l’unico che il 3 luglio ebbe un contatto diretto con i manifestanti, che ha dichiarato in quest’aula di essere stato massacrato di botte, ne è uscito con una prognosi esigua di 10 giorni, segno evidente che le percosse ricevute erano di lieve entità. Non così è accaduto a Fabiano Di Bernardino, NO TAV arrestato nella stessa giornata e poi pestato brutalmente all’interno del cantiere, riportando ulna radio e naso fratturati. Due pesi e due misure della stessa procura torinese, noi sul banco degli imputati, archiviazione per i massacratori in divisa.
Noi non siamo fautori dello scontro a tutti i costi. Lo abbiamo accettato per legittima difesa ma non lo cerchiamo. Quello che ci interessa, ci anima e ci appassiona sono i momenti costruttivi di crescita collettiva della nostra lotta. Quei momenti in cui la storia si interrompe – anche se per un tempo brevissimo – e si può pensare e viversi in un mondo diverso, in cui condividere valori e speranze.
E uno di questi momenti è stato la libera repubblica della Maddalena, che è stata una vera palestra, non di violenza ma di democrazia. Non della democrazia rappresentativa in cui si delega il potere ad altri che poi ne abuseranno a piacimento, ma della democrazia reale, quella in cui tutto un popolo si confronta, discute, decide e agisce in prima persona.
Noi siamo un movimento che si oppone alla costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità che consideriamo inutile costosa e nociva.
Nociva per l’ambiente, che verrà devastato in maniera irreversibile, e per la salute degli abitanti della Val Susa e di Torino, che saranno esposti per anni alla contaminazione di polveri d’amianto e persino radioattive.
Inutile perché tutte le più elementari previsioni di traffico lo prospettano ampiamente.
Costosa perché così vuole il sistema clientelare dei partiti che è alla base ogni grande opera nel nostro paese. Opere progettate per impinguare le casse di vari gruppi finanziari, di potenti lobbies di costruttori, di partiti politici e associazioni mafiose. La corruzione eletta a sistema. Costoro non hanno alcuna remora, per i propri miserabili tornaconti di bottega, a sottrarre sempre più risorse alla scuola, alla sanità, alla cultura, alle pensioni, alla salvaguardia del territorio e ai servizi per i cittadini.
Di tutto questo – cioè delle ragioni e delle motivazioni degli imputati – in questo processo non se ne è voluto parlare. Come se le nostre ragioni – che dei tecnici competenti avrebbero ampiamente illustrato – non fossero attinenti al processo.
E nemmeno di ‘ndrangheta si è voluto parlare. Nonostante i giornali riferissero dei rapporti tra questa organizzazione mafiosa e le ditte appaltatrici del cantiere TAV di Chiomonte, proprio di quell’Italcoge che ha la faccia tosta di costituirsi parte civile contro di noi.
Mentre noi venivamo denunciati, arrestati, vessati da misure cautelari sproporzionate, la mafia – dietro i reticolati – sotto la protezione delle forze dell’ordine e dell’esercito italiano, in tutta tranquillità faceva i suoi affari asfaltando le strade all’interno del cantiere.
Gli svariati tentativi dei nostri difensori di introdurre questi elementi all’interno del processo sono sempre stati rigettati dal tribunale come non pertinenti. Si è deciso di fare in fretta e di chiudere gli occhi.
Solo dibattendo su queste problematiche il tribunale avrebbe potuto avere un quadro esaustivo della posta in gioco, per entrambe le parti. Invece abbiamo assistito a un processo contro più di 50 oppositori del TAV in cui non si è discusso né del TAV né delle infiltrazioni mafiose che lo accompagnano.
Qui si è preferito dibattere solo sulle distorsioni e sui lividi riportati dagli agenti per poi presentare il conto in pene detentive e pecuniarie.
Io credo che sia impossibile giudicare qualsiasi fatto se lo si estrapola dal contesto in cui è maturato. La stessa azione che in una data circostanza può essere considerata riprovevole, all’inverso, può presentarsi virtuosa in altro contesto.
Comunque le nostre ragioni – anche se non in quest’aula – sono ormai all’attenzione di tutto il paese. Una sempre più ampia fascia di persone sta cominciando a comprendere i meccanismi della truffa ad alta velocità della linea ferroviaria Torino-Lione. L’opposizione sta lentamente montando in tutta la penisola, e anche in Francia.
Per noi lottare contro questa devastazione che lo Stato vuole imporre alla Val Susa è anche una questione morale.
Noi abbiamo non solo il diritto ma anche il dovere di opporci.
Non riconosciamo la regola che ogni decisione presa dalla maggioranza degli eletti sia indiscutibile e irrevocabile.
Pensiamo che i cittadini debbano intervenire direttamente su ogni problema che li riguarda.
Abbiamo indicato un nuovo modello di democrazia, in cui le minoranze hanno pari dignità delle maggioranze e non accettiamo diktat da parte dello Stato.
E non ci fermeremo, nonostante la procura torinese continui a depositare decine di denunce nei nostri confronti, ipotizzando reati spropositati persino per episodi penalmente irrilevanti. Giustizia a tempo pieno e ad alta velocità solo contro il movimento NO TAV, che nelle aule di tribunale – a dispetto dei tempi lunghi – gode di una specifica corsia preferenziale.
Non abbiamo paura.
Noi, a differenza dei sostenitori del TAV, non abbiamo interessi particolari da difendere, non siamo qui seduti sul banco degli accusati per esserci illecitamente appropriati di qualcosa per mero tornaconto personale. Quello che ci muove è solo un’idea di giustizia. Noi siamo animati da alti valori etici e sociali.
Coloro che in una determinata epoca storica sono ritenuti pericolosi delinquenti e come tali sono incriminati e sanzionati dalla legge possono diventare gli eroi di domani. Molti sovversivi che vennero condannati e patirono lunghe pene detentive durante gli anni bui del fascismo poi furono considerati i padri della repubblica, tanto che uno di loro ne è diventato persino il presidente. Lo stesso è accaduto a Nelson Mandela.
Il movimento NO TAV – sia nel caso di vittoria, sia di sconfitta – sarà comunque riconosciuto dalle generazioni future come un modello eroico di resistenza.
Per quanto ci riguarda, attendiamo il vostro verdetto senza timore, come sempre, con serenità e determinazione, con la coscienza e l’orgoglio di essere nel giusto. Perché le ragioni sono tutte dalla nostra parte.
Il movimento NO TAV sta scrivendo la storia di questo paese.
E la storia vi giudicherà.

Un “prelievo forzoso” dagli stipendi: la mannaia di Renzi non conosce pausa

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Scritto da M5S Senato News pubblicato il 25.09.14 15:08 

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È in arrivo l’ennesimo scippo ai danni degli italiani.

Il Governo Renzi, portando avanti il fondo di solidarietà residuale concepito dalla rovinosa legge Fornero sul mercato del lavoro, carica lavoratori e imprese di un nuovo peso in un contesto di pressione fiscale già insostenibile. Da settembre, infatti, si dovrà versare un contributo sociale dello 0,5% sulla retribuzione mensile. L’ulteriore tributo sarà pagato per 1/3 dal lavoratore e per 2/3 dall’impresa.

Non bastasse questo, il primo versamento sarà ben più consistente. Siccome il fondo doveva essere inaugurato all’inizio dell’anno, ma le direttive Inps non sono arrivate che di recente, lavoratori e imprese pagheranno l’aliquota dello 0,5% moltiplicata per i mesi trascorsi da gennaio ad oggi.

Stiamo parlando di nuovi balzelli per far fronte alla ormai cronica mancanza di fondi per finanziare la cassa integrazione. La disoccupazione esplode a livelli record e lo Stato invece di chiedere più flessibilità all’Europa dell’austerità carica i costi dello Stato sociale sulle spalle di chi produce ricchezza. È un gioco al massacro in cui a perderci sono tutti i cittadini, in un rincorrersi di tasse, crollo dei consumi e nuove tasse, con imprese che chiudono i battenti, lavoratori che diventano disoccupati o sottoccupati, e arretramento di quello Stato del benessere costruito nel secondo dopoguerra, a tutto favore di grandi élite finanziarie e industriali.

Il M5S si batte da solo contro questo modello di sottosviluppo lacerante, che ha già prodotto tensioni sociali in tutta Europa e che Renzi ha sempre detto di voler combattere, in campagna elettorale. La realtà è che di tassa in tassa, iltributo sacrificale di questo Governo sull’altare europeo si chiama Italia.

Processo per terrorismo. L’orgoglio e la dignità

Le dichiarazioni a sorpresa degli imputati cambiano la faccia del processo e lasciano ai pm i loro “giochi di guerra”. Ora il processo si fa più politico. I testi integrali delle dichiarazioni degli imputati.

di Fabrizio Salmoni

In un’udienza tutta dedicata a ricostruire i percorsi di indagine a partire dalle intercettazioni telefoniche, i quattro imputati hanno chiesto e ottenuto di fare dichiarazioni spontanee, un passo concordato con gli avvocati per spostare il focus del processo dall’impostazione paraterroristica della Procura ad un piano realistico e coerente con le loro scelte di lotta.

“Quella notte io c’ero. Quelle voci sono le nostre e abbiamo deciso di intervenire oggi prima che questo processo si trasformi in una sede di perizie e controperizie.- ha esordito Mattia Zanotti –  In Valle c’è un motto: si parte e si torna tutti insieme, nessuno va lasciato indietro. A questo sono servite le nostre voci quella notte. Lascio il culto della guerra agli altri. Mi tengo i valori della resistenza, dell’amicizia e della forza”;

“La notte tra il 13 e il 14 maggio 2013 ho preso parte al sabotaggio del cantiere a Chiomonte – ha detto Claudio Alberto – ma qualsiasi cosa faccia riferimento a guerra e eserciti mi fa orrore. Dall’accusa di terrorismo non ho intenzione di difendermi, ma la solidarietà e l’affetto che ho ricevuto sono sufficienti a demolire questa assurda imputazione”.

“C’ero quella notte ed è mia la voce femminile che si sente. Ne sono fiera e felice” a sua volta ha rivendicato Chiara Zenobi; “Dietro quelle reti c’eravamo tutti” – ha confermato Nicolò Blasi con l’orgoglio di chi sa di avere dalla sua la ragione e la forza di tutta la Val Susa.

La verità, gettata a sorpresa in faccia ai pm, è che la montatura e l’accanimento giudiziario sono armi di un Potere semiprivato che protegge i propri interessi con la violenza contro la gente e l’ambiente naturale. Non c’è bisogno di essere pericolosi  terroristi per andare a sabotare il cantiere, di “gruppi d’assalto”come li ha definiti il supercop De Grigori, addetto Digos alle intercettazioni, che in realtà si chiamavano tra loro  “gruppo marmotte”, di “linguaggio criptico” per dirsi dove ritrovarsi tutti insieme dopo l’azione, di “artifizi micidiali” quando poi tra i reperti c’è una trombetta “per dare i segnali di attacco e ritirata”.

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“Solo protesta collettiva con attenzione all’incolumità delle persone… La verità è più semplice e meno roboante” della terminologia di guerra usata dai pm per una detenzione punitiva che dovrebbe far paura a tutta la Valle..

Le dichiarazioni dei ragazzi, insieme alla loro rinuncia a farsi interrogare, chiudono la fase di indagine indiziaria per accertare l’identità degli intercettati e ne aprono una nuova in cui sarà in discussione l’interpretazione dei fatti in una luce in cui le “particolari motivazioni di carattere sociale” potranno avere un peso e in cui il processo si farà più politico. La nuova strategia, concordata con i difensori, si avvarrà di altri elementi che potranno essere usati anche in sede di Riesame, il prossimo 6 Ottobre. D’altra parte, dicono i difensori, i tempi del processo non vengono sostanzialmente modificati ed è possibile che di fronte a una giuria popolare e a un presidente che non si lascia mettere i piedi sul collo dai pm (oggi ha respinto un paio di obiezioni) a differenza di quello del maxiprocesso, un’ammissione motivata di responsabilità contribuisca a isolare dei pm a cui probabilmente è stata lasciata da risolvere una situazione critica per l’immagine della Procura da loro stessi creata. (F.S. 24.09.2014)

 LE DICHIARAZIONI DEGLI IMPUTATI

Conoscevo la Maddalena e la Val Clarea prima che ci venisse impiantato il cantiere dell’alta velocità. In quei boschi ho camminato, ho dormito, ho mangiato, ho cantato, ho ballato. In quei luoghi ho vissuto frammenti di vita preziosa insieme ad amici che ora non ci sono più e che porto nel cuore.

In quei luoghi sono tornato più volte negli anni.

Di giorno, di notte, di mattino, di sera; d’estate, d’inverno, in autunno e in primavera. Ho visto quei luoghi cambiare nel tempo, gli alberi cadere abbattuti a decine per fare spazio a siepi di acciaio spinato. Ho visto il cantiere crescere e un pezzo di bosco sparire, le torri-faro spuntare numerose e l’esercito arrivare a sorvegliare un desolato sterrato lunare con gli stessi mezzi blindati che pattugliano i monti afgani.

Così in Val Clarea son tornato una volta ancora in quella ormai celebre notte di maggio.

Molto, troppo, è stato detto e scritto su quella notte e non sta a me, né mi interessa, dire come si trascriva quel gesto nella grammatica del codice penale.

Quello che posso dire è che quella notte c’ero anch’io.

Che non fossi lì con l’intento di perseguire il terrore altrui o anche peggio, lo può capire qualsiasi persona dotata di buonsenso che abbia anche solo una lontana idea di quale sia la natura della lotta no-tav e quale il quadro di coordinate etiche all’interno del quale questa lotta esprime la sua ventennale resistenza.

Che fossi lì per manifestare una volta di più la mia radicale inimicizia verso quel cantiere e, se possibile, sabotarne il funzionamento, ve lo dico io stesso.

E se abbiamo deciso di prendere la parola oggi prima che questo processo si addentrasse nella selva delle perizie e delle controperizie vocali è proprio per affermare una semplice verità: quelle voci sono le nostre.

Su questo la procura ha costruito una storia.

Una storia in cui i cellulari diventano prove dell’esistenza di una catena di comando, addirittura di una pianificazione paramilitare, ma la verità -come spesso accade- è molto più semplice e meno roboante.

Esiste un motto in Val Susa che da anni è entrato nel bagaglio comune della lotta no tav e ne orienta nella pratica le azioni di disturbo al cantiere.

Questo motto è: “si parte e si torna insieme”. A significare che in questa lotta ci si muove insieme. Insieme si parte e insieme si torna.

Nessuno va lasciato indietro. A questo servivano i telefoni quella notte, a questo si sono prestate le nostre voci.

Parlare invece di capi, di organigrammi, di commando, di strateghi, significa voler proiettare su quell’evento l’ombra di un mondo che non ci appartiene e stravolgere il nostro stesso modo d’essere e di concepire l’agire comune.

Per quanto mi riguarda lascio agli entusiasti speculatori ad alta velocità il triste privilegio di non avere scrupolo della vita altrui, e a loro lascio anche il culto della guerra, del comando e del profitto ad ogni costo.

Noi ci teniamo stretti i valori della resistenza, della libertà, dell’amicizia e della condivisione e da questi cercheremo di trarre forza ovunque le conseguenze delle nostre scelte ci porteranno.

Mattia.

 La notte fra il 13 e il 14 maggio ho preso parte al sabotaggio avvenuto al cantiere della Maddalena a Chiomonte. Ecco svelato l’arcano.

Non mi stupisce che gli inquirenti nel tentativo di ricostruire i fatti usino parole come “assalto, attentato terroristico, gruppi paramilitari, armi micidiali”. Per chi è solito vivere e difendere una società fortemente gerarchizzata non può comprendere quello che è avvenuto negli ultimi anni in Val di Susa. Per descriverlo attingerà dalla propria cultura intrisa di termini bellici. Non è mia intenzione annoiarvi sui motivi per cui ho deciso di impegnarmi nella lotta contro il tav o su cosa significhi la difesa di quella valle, voglio solo sottolineare che qualsiasi cosa che abbia a che fare con guerra o eserciti mi fa ribrezzo.

Capisco lo sgomento dell’opinione pubblica e dei suoi affabulatori per la ricomparsa di questo illustre sconosciuto, il sabotaggio, dopo che si erano tanto spesi nel seppellirlo sotto quintali di menzogne.

Alla lotta contro il treno veloce il merito di aver rispolverato tale pratica, di aver saputo scegliere quando e come impiegarla e di essere riuscita a distinguere il giusto dal legale.

Alla lotta contro il treno veloce la grossa responsabilità di mantenere fede alle speranze che molti sfruttati ripongono in lei e di far assaporare ancora il gusto sapido del riscatto.

Mi permetto di rispedire alcune accuse al mittente. Siamo accusati di avere agito per colpire delle persone o quantomeno incuranti della loro presenza, come se provassimo profondo disprezzo per la vita altrui. Se c’è qualcuno che dimostra tale disprezzo è da ricercare nei militi che esportano pace e democrazia in giro per il mondo, gli stessi che presidiano con devozione e professionalità il cantiere della Maddalena. Per quanto concerne l’accusa di terrorismo non ho intenzione di difendermi. La solidarietà che abbiamo ricevuto dal giorno del nostro arresto ad oggi ha smontato a sufficienza un’incriminazione così ardita. Se dietro quest’operazione c’era il tentativo, non troppo velato, di chiudere i conti con la lotta no tav una volta per tutte, direi che è fallito miseramente.

Claudio

 I motivi che mi hanno spinto in Val di Susa a prendere parte a questa lotta sono tanti; i motivi che mi hanno spinto a restare e continuare su questa strada sono ben di più.

In mezzo c’è un percorso di maturazione collettiva, di assemblee pubbliche e private, di campeggi e presidi, di confronto e scontro. In mezzo c’è la vita, quella di tutti i giorni, quella delle alzatacce e delle nottate insonni, della gola secca sui pendii rocciosi e dei pasti frugali, dei piccoli impegni e delle grandi emozioni.

In questo percorso chi lotta ha imparato la precisione del linguaggio, a chiamare le cose per quello che sono e non per l’involucro formale con cui si pubblicizzano, come un cantiere che prima era un fortino ed ora sta diventando una fortezza. Parole in grado di restituire il portato emotivo e l’impatto sulle proprie vite di determinate scelte della controparte, di chi ha deciso di invischiarsi in questa grande opera. Parole rispolverate da un lessico che sembrava antico e invece si riscoprono in tutta la loro potenza e semplicità nel descrivere le proprie azioni.

Un’accortezza di linguaggio che mi accorgo non essere così diffusa nel mondo circostante, quando leggo di improbabili ”commando” che secondo una certa ricostruzione propinata anche dai giornali avrebbero assaltato il cantiere nella notte del 13 maggio. Una parola quanto mai infelice non solo per il suo richiamo all’atto del comandare ma anche per una certa allusione mercenaria, inaccettabile, di chi sarebbe disposto a qualsiasi mezzo pur di raggiungere il proprio fine.

Di contro chi lotta ha imparato a convogliare con intelligenza persino le passioni forti e irruente che nascevano dai tanti colpi subiti quando un amico perdeva un occhio per via di un lacrimogeno o un altro era in fin di vita.

Per quanto mi riguarda la Val Clarea mi è amica fin da quando nel 2011 rilanciavamo la terra a mani nude nei buchi scavati dalle ruspe durante gli allargamenti del cantiere.

Ricordo che tra le tende di quel campeggio eccheggiava una canzone, tra le tante inventate per divertirsi e darsi forza, sulle note di un vecchio canto partigiano. Il primo verso recitava ”dai boschi di Giaglione uniti scenderemo….”. In questi anni molte volte è stato dato seguito e rilanciato quelle parole e qualcuno in quella notte di maggio ha deciso di farlo con altrettanta convinzione e io ero tra loro. Una delle voci dietro a quel telefono è la mia. Ma soffermarsi su una responsabilità personale per tesserne o meno le lodi non è in grado di restituire quel sentimento collettivo maturato nelle case di tante famiglie, di valle e di città, o tra una chiacchierata e una bevuta in un bar, nelle piazze e nelle strade, nei momenti conviviali come quelli più critici. Un sentimento che ha saputo esprimersi in uno degli slogan più gridati dopo i nostri arresti e che descrive bene la vera appartenenza di quel gesto: “dietro a quelle reti c’eravamo tutti…”. Uno slogan che ci riporta direttamente ad un assemblea popolare tenutasi a Bussoleno nel maggio 2013 con cui l’intero movimento salutava e accoglieva quel gesto chiamandolo sabotaggio.

E se dietro quelle reti c’eravamo tutti, dietro queste sbarre un pezzetto di ognuno ha saputo sostenerci e darci forza. Per questo, anche qui, qualunque siano le conseguenze delle nostre azioni, ad affrontarle non saremo soli.

Niccolò.

 In quest’aula non troverete le parole per raccontare quella notte di maggio.

Usate il linguaggio di una società abituata agli eserciti, alle conquiste, alla sopraffazione.

Gli attacchi militari e paramilitari, la violenza indiscriminata, le armi da guerra appartengono agli Stati e ai loro emulatori.

Noi abbiamo lanciato il cuore oltre la rassegnazione.

Abbiamo gettato un granello di sabbia nell’ingranaggio di un progresso il cui unico effetto è l’incessante distruzione del pianeta in cui viviamo.

C’ero quella notte ed è mia la voce femminile che è stata intercettata.

Ho attraversato un pezzo della mia vita insieme a tutti quegli uomini e a tutte quelle donne che da più di vent’anni oppongono un no inappellabile ad un’idea devastante di mondo. Ne sono fiera e felice.

Chiara.

Caserta: 20enne italiana venduta dal fidanzato romeno per 10 euro e stuprata

violenze sulle donne che non fanno notizia

venerdì, 26, settembre, 2014

Venduta per 10 euro dal fidanzato romeno a un connazionale,  che poi l’ha violentata, di notte, davanti la Reggia di Caserta: vittima del tragico episodio una ragazza italiana ventenne, stuprata lo scorso 14 giugno, nei giardini antistanti il monumento patrimonio dell’Unesco.

Oggi, i carabinieri di Caserta, al termine di indagini, hanno sottoposto a fermo il presunto stupratore, Sali Ibrai, 31 anni, bloccato in piazza Carlo III, di fronte all’ingresso principale del monumento Unesco.
http://www.imolaoggi.it/2014/09/26/caserta-20-italiana-venduta-dal-fidanzato-romeno-per-10-euro-e-stuprata/

Padroni d’Italia: neocon e trotzkisti

24 settembre 2014
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di Sebastiano Caputo
 
La difesa della nazione per gli uni, il conseguimento della rivoluzione per gli altri. L’esistenza di una destra e di una sinistra aveva ancora senso qualche decennio fa. A prescindere dalla guerra fredda, quello che separava (e allo stesso tempo univa) i due schieramenti, era un profondo spirito di appartenenza ideale e una forte identità culturale. Eppure entrambi, come le subculture degli anni Sessanta e Settanta, sono stati inglobati dal sistema dominante per diventare progressivamente forze antinazionali e conservatrici. Il tradimento della sinistra è tuttavia anteriore a quello della destra e affonda le sue radici nell’eccentrica parabola dei trotzkisti italiani. Riuniti sotto diverse sigle (Gruppo Comunista Rivoluzionario, Servire il Popolo, Avanguardia Operaia, Lotta Continua, Potere Operaio) ed eredi del pensiero di Lev Trockij (internazionalismo e anti-sovietismo) questi utilizzarono in particolare dopo le contestazioni del 1968, una strategia definita entrismo sui generis che prevedeva l’infiltrazione nei sindacati, nel Partito Comunista Italiano e nei giornali di area. Probabilmente con il sostegno economico dei servizi statunitensi i quali finanziavano tutte le forze anti-sovietiche e di destabilizzazione dell’epoca, indipendentemente dal colore politico, come del resto si è potuto verificare nei decenni successivi. Non è un caso che quegli stessi trotzkisti che militavano nelle organizzazioni extra-parlamentari si sono successivamente ritrovati ad occupare delle posizioni di potere in ambienti che spaziano da quello accademico a quello mediatico-giornalistico passando per quello politico.
 
I traditori dei principi della sinistra hanno tutti un nome (questi sono i più importanti): Renato Mannheimer (da Servire il Popolo a sondaggista del Corriere della Sera e  docente dell’Università Bicocca di Milano), Antonio Polito (da Servire il Popolo ad membro del gruppo Aspen ed editorialista del Corriere della Sera), Barbara Pollastrini (da dirigente milanese di Servire il Popolo a ministro delle Pari opportunità del governo Prodi e attualmente deputata del PD), Linda Lanzillotta (da Servire il Popolo a senatrice di Scelta Civica di Mario Monti), Michele Santoro (da Servire il Popolo a personaggio mediatico di fama nazionale), Adriano Sofri (da Lotta Continua, al carcere per una condanna quale mandante dell’omicidio di Calabresi, e attualmente editorialista de La Repubblica), Paolo Liguori (da Lotta Continua a conduttore televisivo), Luigi Manconi (da Lotta Continua a docente universitario fino a diventare senatore PD), Gad Lerner (da Lotta Continua a personaggio mediatico di fama nazionale),  Francesco Pardi detto Pancho (da Potere Operaio a senatore PD e principale promotore del “No Cav Day”), Ritanna Armeni (da Potere Operaio a ex conduttrice televisiva con Giuliano Ferrara di Otto e Mezzo) e Paolo Mieli (da Potere Operaio a ex direttore del Corriere della Sera), Toni Negri (da Potere Operaio a sostenitore dell’internazionalismo ai tempi della globalizzazione finanziaria), Paolo Flores D’Arcais (dal Gruppo Comunista Rivoluzionario a direttore della rivista del Gruppo L’Espresso Micromega),  Fausto Bertinotti (dall’extra-parlamentarismo, a Rifondazione Comunista fino alle recenti dichiarazioni: “abbiamo sbagliato tutto, sono anche un liberale”). Una sfilata di nomi che potrebbe concludersi con quello di Ezio Mauro, attuale direttore di Repubblica, estraneo all’extra-parlamentarismo ma erede di quella sinistra perfettamente organica al sistema dominante, il quale ha recentemente pubblicato un editoriale intitolato “L’Occidente da difendere” in cui identifica il nemico russo e quello islamico legittimando di conseguenza l’Occidente capitalista, pseudo-democratico, imperialista e a trazione statunitense.
 
Le dinamiche che hanno portato allo snaturamento della sinistra e dei suoi principi non sono poi così diverse da quelle che in seguito hanno disintegrato la destra. Accecati da un anti-comunismo in assenza di comunismo, furono Gianfranco Fini e i suoi seguaci a sposare definitivamente il liberismo economico di Silvio Berlusconi, come furono i suoi intellettuali a consegnare le chiavi della biblioteca a neocon e teocon (Oriana Fallaci, Giuliano Ferrara, Alessandro Sallusti&soci). Ecco perché i trotzkisti stanno alla sinistra come neocon e teocon) stanno alla destra: stessi finanziatori, stessi interessi, stessi nemici.
 

Il 44% dei pensionati vive in condizioni di semipovertà

venerdì, 26, settembre, 2014

È da criminali dare 1.200 euro al mese ai clandestini e lasciare che un pensionato su due viva in semipovertà.Il 44% dei pensionati, cioè 7,4 milioni di persone, sopravvivono in condizioni di semi povertà, con un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro lordi mensili. E’ quanto emerge dal rapporto realizzato da Cer (Centro Europa ricerche) e Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) sul potere d’acquisto delle pensioni, falcidiate dall’aumento delle addizionali locali e dal “mancato recupero del drenaggio fiscale” …
Nel rapporto Cer-Cupla 2014 si evidenzia che le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre più aggravando a causa della pressione fiscale e dell’insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L’aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili.
Questo in estrema sintesi il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo “Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni” realizzato dal CUPLA in collaborazione con il CER – Centro Europa ricerche – presentato oggi al Teatro Quirino di Roma. L’impoverimento dei pensionati – si legge inoltre nel rapporto – non è solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all’inflazione non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto. L’area del disagio cresce innanzitutto tra i pensionati più poveri, per il solo effetto del prelievo fiscale, le pensioni più basse hanno subìto una perdita del potere d’acquisto del 4%.
Inoltre, le pensioni più povere si collocano oggi oltre tre punti percentuali al di sotto della soglia di povertà assoluta. Un divario determinatosi interamente negli ultimi dieci anni. Le pensioni al di sopra dei 1.500 euro non godono più di un recupero pieno dell’inflazione. La perdita che ne consegue rispetto all’andamento dei prezzi al consumo è consistente, risultando compresa fra il 2 e il 7%. Il ridimensionamento del potere d’acquisto è stato particolarmente pronunciato nel 2010-2013, ossia nel pieno della crisi economica.
In futuro, le misure introdotte con la legge finanziaria 2014 accentueranno ulteriormente la perdita di valore delle pensioni. A fronte di tale situazione, dettagliatamente delineata nel rapporto, le soluzioni che il CUPLA propone al Governo a nome degli oltre cinque milioni di pensionati rappresentati, sono chiare e della massima urgenza. In primo luogo la proposta CUPLA è di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come ci chiede, del resto, la carta sociale europea. Per difendere le pensioni, soprattutto quelle più basse, maggiore attenzione deve essere inoltre prestata al meccanismo di indicizzazione.
L’aumento di costo dei servizi sanitari, delle case di cura, delle spese di accesso al servizio sanitario nazionale colpiscono i pensionati in misura maggiore che non il resto della popolazione. Queste voci dovrebbero trovare un maggiore riconoscimento nel sistema di adeguamento delle pensioni. La riduzione del cuneo fiscale prevista per i soli lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro, che hanno recuperato 80 euro mensili, deve essere estesa anche ai pensionati a partire dalle fasce più basse di reddito.
Il CUPLA ritiene che limitare l’intervento ai soli lavoratori dipendenti sia una misura ingiusta e non in linea con l’obiettivo dichiarato dall’Esecutivo di sostegno sociale e di rilancio dei consumi. Peraltro ciò allargherebbe la forbice già esistente tra lavoratori e pensionati sulla quota di reddito esentata da tassazione (no tax area). Ecco perché il CUPLA ritiene che per ristabilire un minimo di equità e giustizia sociale non sia più differibile l’ampliamento della no tax area ad almeno 13.000 euro (importo pari a due volte quello del trattamento minimo annuo delle pensioni Inps). Infine il CUPLA chiede a Governo e Amministrazioni locali di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nella casa di proprietà ed abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000 euro) se singoli o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall’imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo.
http://www.imolaoggi.it/2014/09/26/il-44-dei-pensionati-vive-in-condizioni-di-semipoverta/