Ripreso il processo “del compressore”

Molotov e intercettazioni telefoniche, i testi spiegano. L’aula strapiena, il pubblico chiede più volte il rispetto dei numeri, “siamo 48 e la polizia non ci fa arrivare a 60”.

di Gabriella Tittonel.

“Il Giudice non decide niente, decidiamo noi” – questo affermato da alcuni esponenti del Servizio investigativo al gruppo di persone che chiedevano, dentro e fuori l’aula bunker, di poter entrare in aula fino a sessanta presenze, così come da accordi presi in precedenza. Affermazione che ha suscitato rumorose proteste, scemate con la soddisfazione della richiesta. Così si è aperta oggi, dopo la pausa estiva, l’udienza ormai nota come “del compressore”, udienza partita a ritmo ridotto, dovuto in parte proprio dal riprendere un dibattimento che vede a tutt’oggi in prigione, dal 16 dicembre dello scorso anno quattro ragazzi e dal 10 luglio scorso, per gli stessi fatti, altri tre.

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Con un po’ di nervosismo iniziale e con l’assenza, dovuta a un incidente avvenuto sulla Torino-Milano, fino alle ore 11 di due avvocati della difesa, Pelazza e Losco, è iniziato il processo, che ha visto la deposizione di tre teste, di Strapanzano Fabrizio, della Polizia Scientifica della Questura di Torino, che ha relazionato sui rilievi effettuati sui reperti trovati nella mattinata del 14 maggio 2013, di Muffo Paolo, Digos della Questura di Torino, che si è occupato della trascrizione delle intercettazioni telefoniche, redatte il 30 maggio 2013 e Luigi La Sala, consulente balistico della Procura.

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Minuziose le descrizioni dei reperti ritrovati, la descrizione dello scenario in cui si sono fotografati e poi prelevati, lavoro minuzioso che ha sofferto in seguito del passaggio da una mappa a una formattazione in pdf e che lascia alcuni interrogativi ancora tutti da chiarire. Con qualche curiosità, una di queste non soddisfatta, della domanda dell’Avv. della difesa Novaro che verteva sul numero rilevato di bottiglie inesplose e di colli di bottiglie utilizzate.

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E inquietante, per coloro che non ne sono a conoscenza, la relazione sulle intercettazioni telefoniche, un vero e proprio orecchio sempre vigile, pronto ad utilizzare informazioni, chiaramente non esaustive e facilmente riutilizzabili con significati diversi. In questo senso va la perplessità avanzata dall’Avvocato Losco che ha chiesto di poter contare su una perizia sulle intercettazioni da parte di un consulente informatico che sia esperto di riconoscimento della voce, cosa questa non ancora avvenuta. Nella prossima udienza dovrebbe essere affrontata la questione.

Mentre si è fatta chiarezza sulle qualità degli artifici utilizzati. Anche oggi sono stati presenti alcuni spezzoni di filmati e alcune fotografie. Su un cantiere del quale si parla molto, ma che è, questa è l’impressione che se ne coglie, conosciuto da pochi. Col rischio di trasformare un luogo concreto in un luogo dell’immaginario, una sorta di set cinematografico. Sul quale i giurati dovranno dichiararsi. E del quale pare sia certamente più importante l’aspetto degli affari piuttosto che quello delle relazioni umane e dell’ascolto.

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Con il termine dell’udienza, con i saluti da parte dei famigliari e degli amici ai quattro imputati, la questione del processo, dei processi su quest’opera, si è spostato altrove, in piazzetta Nizza, sempre a Torino, per condividere con la gente comune della città una situazione altrimenti “patrimonio” delle parti interessate e degli organi di informazione e per tenere, nel pomeriggio un’assemblea. In aula si ritorna mercoledì 24 settembre.

G.T. 18.09.14

Ripreso il processo “del compressore”ultima modifica: 2014-09-19T13:47:49+02:00da davi-luciano
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