Egitto furioso contro la UE: “Doppi standard e ignoranza delle norme”

o signur, ora i politically correct tanto innamorati dei flli musulmani di cui il Pd in Italia è il rappresentante saranno ancora più incattiviti con i due, che ovviamente sono due despoti dittatori, come la eurodeputata di SEL Eleonora Forenza definì Putin per la vicenda delle ribelli Pussy Riot (quelle che lottano per la libertà di infilarsi polli nella vagina) 

mercoledì, 17, settembre, 2014
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Alla UE piaceva il fratello musulmano Morsi e non è andato giu’ che la Russia e l’Egitto “hanno concluso un accordo preliminare per la fornitura di armi russe al Cairo del valore di 3,5 miliardi di dollari“, come scrivono i media egiziani citando il capo dell’agenzia russa per gli armamenti. E’ quindi partita la vendetta per gettare fango e discredito sull’Egitto.
 
L’Egitto di Al Sisi ha quindi convocato gli ambasciatori dell’Ue al Cairo per esprimere “malcontento” dopo le critiche dell’Unione sulla situazione dei diritti umani nel Paese.
“Respingiamo la posizione Ue, un messaggio negativo mentre l’Egitto sta combattendo il terrorismo”, tuona il ministero degli Esteri. Le critiche “riflettono i doppi standard europei” e “l’ignoranza” della normativa egiziana, si legge in una nota. Ieri a Ginevra l’Ue ha espresso preoccupazione per le “torture in carcere”.

ONU: ci serve un miliardo di dollari per contrastare l’Ebola in Africa occidentale

sarà mica un assist a dare il via ai prestiti dell’associazione mondiale dei banchieri nota come FMI che strozza le nazioni?
giovedì, 18, settembre, 2014
Serve circa un miliardo di dollari, 773 milioni di euro, per contrastare Ebola in Africa occidentale, oltre il doppio dei fondi previsti meno di un mese fa. Questa la richiesta dell’Onuche ha stabilito le necessità finanziarie per la battaglia contro il virus in una riunione a porte chiuse a Ginevra con i Paesi donatori. Per Valérie Amos, responsabile delle operazioni umanitarie delle nazioni Unite “si tratta – ha detto in una conferenza stampa – di una sfida finanziaria enorme”, considerando che solo all’inizio di settembre le stime della stessa organizzazione si attestavano a circa 450 milioni di euro. Le Nazioni unite stimano che sono 22,3 milioni le persone che vivono nelle regioni dove è stato segnalato il virus. E tutti hanno bisogno di aiuto. In questi ultimi giorni Sati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Francia, Cuba e Commissione europea hanno annunciato contributi importanti.
 
Ebola “è un virus che non perdona, che non mostra pietà anche in presenza di un minimo errore. A oggi, circa 300 operatori sanitari sono stati infettati e circa la metà di loro è morta”. Lo ha detto Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, parlando a Copenhagen al Comitato Regionale dell’Oms per l’Europa, che riunisce ministri e funzionari della sanità e della salute pubblica dai 53 Stati membri dell’Ue.
 
“Prima dello scoppio dell’epidemia, i tre Paesi più colpiti, vale a dire Guinea, Liberia e Sierra Leone – ha spiegato Chan – avevano solo 1-2 medici disponibili per trattare quasi 100.000 persone. La morte di ogni singolo medico o infermiere diminuisce quindi in modo significativo la capacità di risposta” dei sistemi sanitari al virus.
 
“Le pressioni dell’epidemia di Ebola stanno rivelando alcune debolezze dell’Oms, alcuni elementi disfunzionali che devono essere corretti con urgenza nel quadro di una riforma organizzativa a ogni livello”, ha ammesso Chan. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – voglio che sappiate che l’Organizzazione mondiale della sanità può muoversi molto velocemente e in modo efficace in alcuni settori chiave. Due settimane fa, abbiamo riunito i maggiori esperti mondiali sulle molte questioni complesse che riguardano l’uso di farmaci sperimentali e vaccini. E di conseguenza questo potrebbe essere il primo focolaio di Ebola nella storia che potrà essere affrontato con vaccini e farmaci. Per i vaccini, i test su volontari umani è già iniziato. Se tutto continua ad andare bene, due potrebbero essere pronti verso la fine di questo anno. Fra i 5 e i 10 medicinali sono inoltre in fase di sviluppo”.
 
“In Liberia – ha evidenziato – ci sono casi confermati ormai in 14 delle 15 contee del Paese. Il numero di nuovi casi è in aumento in modo esponenziale, ma non c’è nemmeno un posto letto a disposizione in tutto il Paese. Nel commercio e nel turismo tutta l’Africa sub-sahariana è in sofferenza. La percezione che si ha al di fuori del Continente è che si tratta di una “malattia africana”, e che tutta la regione dell’Africa sia in qualche modo contaminata. Onorevoli ministri, potete solo immaginare se una cosa del genere accadesse al vostro Paese, alla vostra gente?”, ha chiesto il direttore dell’Oms.
 
“Ringrazio i tanti Paesi rappresentati in questa sala, l’Unione europea, e altri per l’enorme sostegno che state fornendo ai governi dei paesi colpiti. Dobbiamo combattere questo virus in uno spirito di solidarietà globale. Un mondo umano non può lasciare che la gente dell’Africa occidentale soffra a questi straordinari livelli”, ha concluso.
 
Intanto, continua la mobilitazione internazionale per far fronte all’emergenza. Gli Stati Uniti invieranno migliaia di militari per rispondere all’epidemia di ebola in Africa occidentale con la costruzione di cliniche e la formazione di centinaia di operatori sanitari. E’ quanto annuncerà il presidente americano Barack Obama, che ha definito l’epidemia una minaccia alla sicurezza nazionale.
 
Il presidente Usa ha anche in programma di recarsi al Centers for Disease Control and Prevention (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) di Atlanta per incontrare esperti che sono al lavoro per combattere il virus. Ingegneri militari americani, hanno riferito alti funzionari dell’amministrazione, si coordineranno con i governi locali per costruire 17 cliniche con 100 posti letto ciascuna per la cura dei pazienti che hanno contratto la malattia.
 
Gli Stati Uniti, inoltre, formeranno fino a 500 operatori sanitari alla settimana per almeno sei mesi e, oltre a fornire disinfettanti e farmaci, distribuiranno migliaia di kit sanitari. L’Africa Command del dipartimento della Difesa, hanno riferito funzionari americani, stabilirà un comando congiunto a Monrovia, capitale della Liberia, per monitorare gli Stati Uniti e gli sforzi internazionali ed offrirà circa 3mila militari per le attività di aiuto.

Ebola: Il Fmi vuole prestare 300 mln di dollari ai Paesi colpiti

il FMI è noto istituto filantropico, vuoi che non si preoccupi?  Il FMI, quello che vuole le riforme, è magnanimo. E’ un istituto sovrannazionale ed in quanto tale è santo, benefico, onesto e corretto per default.Così ci hanno educato per anni, tutto ciò che è locale/nazionale è brutto e razzista a prescindere

mercoledì, 17, settembre, 2014

 
18 settembre – Il FMI non si smentisce: Mai sprecare una buona crisi. L’epidemia di Ebola ha “un impatto economico e umano acuto” che richiede “un’azione rapida da parte della comunità internazionale”. Per questo, come si legge in una nota, il Fondo monetario internazionale raccomanderà al proprio Board di “concedere ulteriori aiuti finanziari a Guinea, Liberia e Sierra Leone per circa 127 milioni di dollari”. Che commovente generosità,
 
Una volta arrivato il via libera del Board, che esaminerà la questione a inizio ottobre, “i fondi saranno resi immediatamente disponibili” e contribuiranno a coprire il gap di finanziamenti stimato in 300 milioni di dollari nei prossimi sei-nove mesi.
 
I principali paesi colpiti dall’ebola – Sierra Leone, Guinea, Liberia – sono già nei “programmi di salvataggio”  (prestiti a strozzinaggio), ma con la “comunità mondiale sempre pronta a rispondere,” Il FMI è felice di intervenire ed elargire altri prestiti per colmare le lacune di finanziamento. Gli affari sono affari.
 
Il FMI dice che i Paesi più colpiti dall’epidemia, hanno chiesto ulteriore sostegno per coprire le necessità finanziarie a cui devono fare fronte a causa dell’Ebola, che rappresenta “una grave crisi umana, sociale ed economica che richiede una risposta risoluta da parte della comunità internazionale”, ha detto il direttore generale del Fondo Christine Lagarde.
 
Inutile dire che è assolutamente falso. E’ la banca mondiale che strepita l’urgenza con la stessa frase che sempre utilizza quando c’è fretta di business “Agire in tempo”
 
Questo avrebbe  dovuto essere  un anno brillante per i tre governi profondamente poveri. Dopo 50 anni ininterrotti di malgoverno dittatoriale, la Guinea aveva previsto di mettere all’asta una concessione minerale di ferro multimiliardario. La Liberia, teatro di una orribile guerra civile durata 14 anni, aveva cominciato a mettere all’asta blocchi petroliferi offshore. Per la  Sierra Leone era stata prevista una rapida crescita economica per la seconda volta in tre anni, il FMI aveva proiettato.
 
Ma ora il FMI stima che l’epidemia taglierà la crescita in Sierra Leone all’8%. La crescita della Liberia sarà più che dimezzata al 2,5%. La Guinea vedrà le sue prospettive scendere al 2,4% da un tasso precedentemente previsto del 3,5%. Così Il FMI presterà loro ancora più soldi, mettendoli in debito ancora di più …
 
Tutti e tre i paesi erano già in programmi di salvataggio. Il FMI ha approvato un prestito di 200 milioni di dollari nel 2012 per la Guinea, un prestito di $ 100 milioni per la Sierra Leone alla fine dell’anno scorso e una linea di credito 80 milioni dollari per la Liberia due anni fa.
 
La Banca Mondiale ha anche accresciuto il suo finanziamento alla regione, mobilitando un pacchetto di 230 milioni dollari per i tre paesi più colpiti, tra cui 105 milioni dollari in sussidi di emergenza.
 
Ora il FMi ha detto che ciascuno dei tre paesi deve affrontare un disavanzo finanziario di tra $ 100 milioni e 130 milioni dollari a causa del caos che colpisce l’agricoltura e il commercio. Questo è un ottimo motivo per prestare denaro chiedendo come pegno le immense risorse naturali e poi impadronirsene.
 
Per un approfondimento leggere qui >>

Partigiani contro l’Euro: “La moneta unica è di destra, bisogna uscirne”

dopo aver passato 20 anni a denigrare chiunque dubitasse della moneta unica, basti pensare all’ultima tornata elettorali ed alle invettive contro gli euroscettici definiti ed attaccati come nzisti fascisti, anni passati a santificare qualsiasi cosa povenisse dalla Ue come santa e benefica, dopo aver realizzato cosa sia l’euro e a chi serva, (davvero non lo hanno mai saputo fino al primo luglio?????) parte il controordine (altrimenti perdono “elettori”? per rifare una unova sinistra con altri valori per poi tradirli con un dodecalogo?)

martedì, 1, luglio, 2014
Treviso TV –  A Milano abbiamo incontrato Shirin Chehayed di Bottega Partigiana, parte del Coordinamento della Sinistra contro l’Euro, che sta per avviare una grande mobilitazione ad agosto.
http://www.imolaoggi.it/2014/07/01/partigiani-contro-leuro-la-moneta-unica-e-di-destra-bisogna-uscirne/

USA, Europa e Regno Unito temono l’indipendenza della Scozia

Politici ed economisti USA e UE stigmatizzano la vittoria dei SI in Scozia, come si dice “la paura fa 90”, fanno a gara tutti dalla Regina d’Inghilterra a tutti i politici UE a chi le spara più grosse sul disastro indipendenza  della Scozia. La realtà dell’indipendenza scozzese è un’altra , significa la possibilità di aprire spazi di democrazia e di riaffermare la sovranità delle nazioni su quella delle élite private mondiali,
perciò apre e da spazio alla sovranità dei popoli e degli stati, che finora sono piegati da politicanti servi che fanno solo l’interesse di massoni, élite, lobby e delle multinazionali d’oltre oceano, dalle affermazioni riportate nell’articolo di RT si capisce bene cosa vogliono fare alla Scozia questi energumeni. Sa Defenza
 
Analisti politici ed economisti americani continuano a fare previsioni apocalittiche sulla Scozia nel caso diventasse indipendente. Ma perché Washington è così allarmata a riguardo?
Siamo interessati ad un Regno Unito che rimane forte, solido e unito“, ha riferito Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca. Votare ‘sì’ nel referendum per l’indipendenza sarebbe un errore economico per la Scozia e un disastro geopolitico per l’Occidente. O, almeno, questo è quello che pensano esperti americani intervistati dal quotidiano ‘The Financial Times’.
 
Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve spiega che in realtà le conseguenze economiche di una Scozia indipendente sarebbero “sorprendentemente negative”. Secondo lui, non vi sarà alcuna possibilità che Londra accetti l’unione monetaria, gli scozzesi dovrebbero smettere di usare la sterlina molto rapidamente.
Ho il sospetto che non funzionerà bene per gli scozzesi,” afferma Robert Bruce Zoellickex vice segretario di Stato ed ex presidente della Banca Mondiale. Nell’analizzare l’impatto che l’indipendenza scozzese avrebbe su Washington, diventa chiaro perché l’élite americana preferisca dare previsioni così pessimistiche.
La disintegrazione del Regno Unito sarebbe un declino per la Gran Bretagna e una tragedia per l’Occidente, proprio nel momento in cui l’America ha bisogno di forti alleati“, ammette lo stesso Zoellick.
La perdita della Scozia indebolirebbe l’influenza del Regno Unito nell’Unione europea. Attualmente, il paese, con la Germania e la Francia è la grande triade del blocco. In caso di perdita della popolazione scozzese, sarebbe al quarto posto dietro l’Italia. Ciò significherebbe un minor numero di seggi al Parlamento britannico e meno influenza nel prendere decisioni politiche. “Nell’Unione europea, le dimensioni contano“, ha detto Almut Moeller, esperto nel Consiglio delle relazioni estere in Germania, come riportato da Fox News.
Una Scozia indipendente non solo risulterà fuori dall’Unione europea, ma può anche causare l’uscita del Regno Unito dal blocco comunitario. Anche perché gruppi politici in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, che sostengono di lasciare l’Unione europea, diventeranno proporzionalmente più forti nel parlamento nazionale. “È il nostro incubo: l’indipendenza della Scozia seguito dall’uscita del Regno Unito dall’Ue“, ha ammesso un funzionario americano a condizione di rimanere anonimo al ‘The Financial Times ‘, sostenendo che questo renderebbe Londra un partner molto più debole.
Un altro motivo di preoccupazione per i responsabili politici americani è la cooperazione militare. Come ha detto il senatore repubblicano John McCain a ‘The Financial Times’, l’indipendenza scozzese provocherà danni all’intelligence militare e alle relazioni che Washington ha con Londra, il suo più importante alleato militare.
Una volta fuori dal Regno Unito, la Scozia sarà anche automaticamente fuori della NATO. In attesa del processo di reinserimento (molto lungo, tra l’altro), è necessario iscriversi e raggiungere nuovi accordi per pattugliare le rotte vitali nel Nord Atlantico e nel Mare del Nord. Se la Scozia scegliesse di non aderire, sorgerebbe un dilemma per la NATO senza precedenti: cosa fare con la perdita di un territorio dell’Alleanza sviluppato e governato democraticamente che ha scelto la neutralità, sottolineaDaniel Troupesperto canadese del Consiglio della NATO citato da Fox News.
Un altro dettaglio: i sostenitori della sovranità scozzese insistono sul fatto che il paese dovrebbe sbarazzarsi delle armi nucleari. Si dovrà trovare, quindi, un altro porto dotato di missili balistici intercontinentali Trident II D5, testate termonucleari, per ancorare quattro sottomarini della Royal Navy attualmente dispiegati nelle acque del fiume Clyde. È un rischio che “mina la deterrenza e difesa collettiva degli alleati della NATO,” ha commentato il Ministero della Difesa del Regno Unito. Washington preferirebbe continuare a vedere Londra come una potenza nucleare, ma se la Scozia sarà indipendente, molti analisti metteranno in dubbio la possibilità che un Regno Unito minore possa continuare a sostenere i costi delle sue forze nucleari.
Gli analisti politici americani temono anche che il referendum Scozia influenzerà la posizione della Casa Bianca sulla crisi ucraina. Da un lato, esso potrebbe indebolire la capacità di USA e UEdi dare una risposta comune a causa dell’influenza ridotta del Regno Unito all’interno del blocco. Dall’altro, ‘incentiverebbe’ Mosca. “La Russia potrebbe sostenere che in realtà i movimenti separatisti sono perfettamente legittimi, sia in Crimea o in Ucraina orientale“, ha detto a ‘The Financial Times’ Ivo Daalder, ex inviato degli Stati Uniti nella NATO.
 RT
tradusiu editau Sa Defenza

CAZZI AMARI PER OBAMA – AL QAEDA OFFRE UN PATTO AGLI “SCISSIONISTI” DELL’ISIS: SEPPELLIRE L’ASCIA DI GUERRA E UNIRSI PER COMBATTERE IL NEMICO OCCIDENTALE – LA NUOVA RETE JIHADISTA, DAL MAGHREB ALLE FILIPPINE

l’art ripreso da dagospia è de lastampa, in pratica il giornale ripetitore degli ordini USA.
Basta leggere per capire che l’art offre l’alibi per proseguire la lotta al terrorismo, quindi molto comoda agli usa.
Come non dimenticare la fanatica sostenitrice delle Pussy Riot ora eurodeputata di SEL Eleonora Forenza che definiva Putin un dittatore, proprio come gli Usa.
(per la serie l’altra europa sì, ma per fortuna la stessa America)

Per Al Baghdadi è un risultato importante perché Al Qaeda finora non ha riconosciuto il suo Califfato e se Al Zawahiri ha autorizzato questa apertura è perché Isis sta dimostrando di saper edificare una “coalizione jihadista globale” – Per resistere agli Usa, il Califfo sta mettendo su una rete terrorista che va dal Marocco all’Asia…

Maurizio Molinari per “la Stampa”
 
L’unità delle truppe jihadiste da Gibilterra alla Filippine, e una disposizione tattica in Iraq e Siria per sfuggire ai raid: sono le mosse con cui Abu Bakr Al Baghdadi, Califfo dello «Stato Islamico» (Isis), risponde alla coalizione di Barack Obama lasciando intendere di pianificare una lunga guerra su più fronti.
L’unità jihadista è il risultato più importante per Al-Baghdadi, che lo scorso anno si è ribellato al leader di Al Qaeda Ayman al Zawahiri scegliendo in Siria di sfidare Jubat al Nusra, emanazione diretta della centrale afghano-pakistana. Al Qaeda nella Penisola Arabica e Al Qaeda nel Maghreb Islamico, le due organizzazioni più agguerrite di Al Qaeda, in un comunicato congiunto offrono un patto d’alleanza al secessionista Al-Baghdadi chiedendo ai «fratelli jihadisti» di «cessare di ucciderci l’un l’altro per unirci contro la campagna americana e la diabolica coalizione che ci minaccia».
«Washington guida una nuova crociata contro tutti i musulmani – affermano le due organizzazioni – e dobbiamo combattere assieme». Per Al Baghdadi è un risultato importante perché Al Qaeda finora non ha riconosciuto il suo Califfato e se Al Zawahiri ha autorizzato questa apertura è perché Isis sta dimostrando di saper edificare una «coalizione jihadista globale» mietendo adesioni proprio fra i fedelissimi della centrale afghano-pakistano.

Il caso più eclatante è Gouri Abdelmalek, capo militare di Al Qaeda nel Maghreb Islamico, che all’inizio di questa settimana ha annunciato la nascita dei Soldati del Califfato in Algeria trasferendosi al servizio di Al Baghdadi. Nelle settimane precedenti il Califfo aveva incassato la fedeltà di tre cellule di Al Qaeda in Marocco e gruppi salafiti in Giordania ma soprattutto, in agosto, dal Sinai era arrivata l’adesione da parte di Bayt al Maqqdis, i jihadisti del Sinai. Un comandante di Bayt al-Maqqdis spiega a Reuters l’accordo con Isis: «Comunichiamo via web, ci insegnano a dare le operazioni».
Forse questo è motivo per cui, da agosto, si è impennato il numero di soldati egiziani e «collaboratori di Israele» a cui Bayt al Maqqdis taglia la testa, trasformando la decapitazione dei nemici in una sorta di firma del Califfato. La collaborazione dei beduini del Sinai consente a Isis – secondo la polizia israeliana – di «cercare reclute fra arabi-israeliani e tribù del Negev» riuscendo a trovare volontari come Rabiya Shahade, 26 anni di Hebron, che in video promette di «bere il sangue di sciiti ed alawiti».

Ma è guardando ancora più a Est che ci si accorge dell’efficacia del reclutamento di Isis che dall’inizio dei raid Usa in Iraq ha ottenuto l’«adesione» di 4 gruppi jihadisti afghano-pakistani e 4 del Kashmir oltre a cellule di Maldive, Singapore, Malaysia, Indonesia e Filippine accomunati dalla convinzione che «il Califfato è obbligatorio come la Jihad».
Ma non è tutto perché le sue mosse sono anche tattiche: nell’ultima notte ha reagito ai raid Usa a sud di Baghdad ordinando ai soldati di «creare postazioni d’artiglieria incassate nel terreno», distribuirsi sul territorio in gruppi esigui e «muoversi in fretta» per rendere più difficile le missioni dei raid Usa. Nulla da sorprendersi se il ministro degli Esteri saudita, Saud al-Faisal, prevede che la guerra contro Isis «durerà almeno 10 anni».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cazzi-amari-obama-qaeda-offre-patto-scissionisti-84626.htm?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

“Contro” lo Stato islamico, chi c’è dietro il califfato?

settembre 14, 2014
 
Prof. Michel Chossudovsky, Global Research, 12 settembre 2014
Lo Stato islamico (IS) viene ritratto come nemico degli USA e del mondo occidentale. Con il supporto indefettibile dell’alleato inglese, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ordinato una serie di bombardamenti sull’Iraq presumibilmente al fine di sconfiggere l’esercito ribelle dello Stato islamico (IS). “Non vacilleremo dalla nostra determinazione a contrastare lo Stato islamico… Se i terroristi pensano d’indebolirci con le minacce, non fanno che sbagliarsi al massimo“. (Barack Obama e David Cameron, Rafforzare la NATO, London Times, 4 settembre 2014) Ma chi c’è dietro lo Stato islamico? Con amara ironia, fino a poco prima i ribelli dello Stato islamico, già noto come Stato islamico dell’Iraq e Levante (SIIL), vennero presentati come “combattenti per la libertà” in Siria impegnati a “ripristinare la democrazia” e a scalzare il governo laico di Bashar al-Assad. E chi c’è dietro l’insurrezione jihadista in Siria? Chi ha ordinato i bombardamenti è lo stesso che pianifica il califfato. La milizia dello Stato islamico (IS), che sarebbe obiettivo dei bombardamenti “antiterrorismo” di USA-NATO, era sostenuta e continua ad essere sostenuta segretamente da Stati Uniti e alleati. In altre parole, lo Stato islamico (IS) è una creazione dell’intelligence degli Stati Uniti, con il sostegno di MI6 inglese, Mossad israeliano, Inter-Services Intelligence (ISI) pakistano e Presidenza dell’intelligence generale (GIP o Ryasat al-Istiqbarat al-Amah), saudita. Inoltre, secondo fonti dell’intelligence israeliana (Debka) la NATO, in collegamento con l’Alto Comando turco, è coinvolta nel reclutamento di mercenari jihadisti fin dall’inizio della crisi siriana, nel marzo 2011. In relazione alla rivolta siriana, i combattenti dello Stato Islamico, insieme alle forze di al-Qaida dei jihadisti del fronte al-Nusra, sono la fanteria dell’alleanza militare occidentale, segretamente sostenuti da USA-NATO-Israele. Il loro compito è l’insurrezione terroristica contro il governo di Bashar al-Assad. Le atrocità commesse dai combattenti Stato Islamico in Iraq sono simili a quelle commesse in Siria. Il risultato della disinformazione dei media è un’opinione pubblica occidentale che non sa che i terroristi dello Stato islamico dall’inizio sono sostenuti da Stati Uniti e alleati. L’assassinio dei civili da parte dei terroristi dello Stato Islamico in Iraq è usato come pretesto e giustificazione per l’intervento militare USA. I bombardamenti ordinati da Obama, tuttavia, non hanno lo scopo di eliminare lo Stato islamico, che costituisce una “risorsa dell’intelligence” degli Stati Uniti, al contrario, gli Stati Uniti prendono di mira la popolazione civile assieme al movimento di resistenza irachena.
 
Il ruolo di Arabia Saudita e Qatar
L’ampiamente documentato supporto segreto di USA-NATO allo Stato islamico avviene attraverso gli alleati più fedeli: Qatar e Arabia Saudita. È riconosciuto dai media occidentali che Riyadh e Doha agiscono d’intesa e per conto di Washington svolgendo (e continuando a svolgere) un ruolo centrale nel finanziamento dello Stato islamico (IS), così come nel reclutamento, addestramento e indottrinamento dei mercenari terroristi schierati in Siria. Secondo il londinese Daily Express “Loro [i terroristi dello Stato islamico] ricevono soldi e armi da Qatar e Arabia Saudita”.
 
Il legame USA-saudita
La prima fonte di finanziamento del SIIL finora proviene dai Paesi del Golfo, soprattutto l’Arabia Saudita, ma anche Qatar, Quwayt ed Emirati Arabi Uniti“, (secondo il dr. Günter Meyer, direttore del Centro di ricerca sul mondo arabo presso l’Università di Mainz, Germania, Deutsche Welle). Il denaro arriva ai terroristi del SIIL che combattono contro le forze governative in Siria: “Attraverso gli alleati degli occidentali Arabia Saudita e Qatar, i gruppi dei ribelli filo-occidentali da allora sono divenuti il SIIL e le milizie di al-Qaida”. (Daily Telegraph, 12 giugno 2014) Secondo Robert Fisk, il piano del califfato dell’IS “è finanziato dall’Arabia Saudita”: “...l’ultimo contributo mostruoso dell’Arabia Saudita alla storia mondiale: il califfato islamico sunnita dell’Iraq e Levante, conquistatore di Mosul e Tiqrit, Raqqa in Siria, e forse Baghdad, umiliando l’ultimo Bush ed Obama. Da Aleppo nella Siria settentrionale al confine iracheno-iraniano, i jihadisti del SIIL e dei vari gruppuscoli comprati dai wahhabiti sauditi e dagli oligarchi del Quwayt governano migliaia di chilometri quadrati“. (Robert Fisk, The Independent, 12 giugno 2014) Nel 2013, nell’ambito del reclutamento dei terroristi, l’Arabia Saudita prese l’iniziativa di liberare i prigionieri nel braccio della morte delle carceri saudite. Un memorandum segreto rivelò che i prigionieri venivano “reclutati” per le milizie jihadiste (al-Nusrah e SIIL) che combattono contro le forze governative in Siria. I prigionieri avrebbero avuto offerto un accordo, rimanere ed essere giustiziato o combattere contro Assad in Siria. L’accordo offrvia ai ai prigionieri “perdono e stipendio mensile alle famiglie, autorizzate a rimanere nel regno sunnita”. I funzionari sauditi a quanto pare gli diedero una scelta: decapitazione o jihad? In totale, i detenuti da Yemen, Palestina, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Giordania, Somalia, Afghanistan, Egitto, Pakistan, Iraq e Quwayt scelsero di combattere in Siria. (Global Research, 11 settembre 2013)
 
“Voltafaccia”: una svolta
L’11 settembre 2014, in coincidenza con la commemorazione del 9/11, il re dell’Arabia Saudita con i re del Golfo annunciavano il loro impegno inflessibile a sostenere la guerra santa di Obama contro lo Stato islamico (IS), che continua ad essere finanziato da Qatar e Arabia Saudita con un’operazione d’intelligence accuratamente pianificata. Arabia Saudita e Stati del Golfo, che hanno attivamente finanziato lo Stato islamico, per non parlare del reclutamento ed addestramento dei terroristi per conto di Washington, sono impegnati a sostenere inflessibilmente la campagna di Obama per “degradare e distruggere” lo Stato islamico. La dichiarazione di sostegno del comunicato impegna “gli Stati arabi a collaborare con gli Stati Uniti ad interrompere il flusso di combattenti stranieri e fondi allo Stato islamico“, confermando inoltre di aver discusso “una strategia per distruggere il ISIL ovunque sia, in Iraq e anche in Siria”. L’Arabia Saudita ha capito che il gruppo dello Stato islamico è una seria minaccia, come pure che non segue la tradizione sunnita. Il piano di Obama mira a minare le rivendicazioni ideologiche e religiose islamiche dei militanti dello Stato islamico. L’amministrazione spera che Riyadh usi la sua influenza tra i capi religiosi islamici. (Voice of America, 11 settembre 2014)
 
Reclutamento di “terroristi moderati”
Nell’ambito dell’accordo, la Casa dei Saud “ospiterà una struttura per addestrare migliaia di ribelli siriani per combattere sia lo Stato islamico che il regime del Presidente Bashar al-Assad”. Fino al 9 settembre, “ufficialmente” l’Arabia Saudita sosteneva lo Stato islamico contro il governo di Bashar al-Assad e ora deve reclutare i jihadisti per combattere lo Stato islamico. Una proposizione assurda e falsa, ma i media non uniscono i puntini per scoprire la menzogna. Si tratta di un piano diabolico: Gli architetti dello Stato islamico informano il mondo che “colpiranno” i propri terroristi, nell’operazione antiterrorismo. Anche se tali azioni sono intraprese sotto la bandiera della “guerra globale al terrorismo”, gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di colpire le proprie brigate terroristiche dell’IS integrate da forze speciali e agenti dei servizi segreti occidentali. In realtà l’unica campagna significativa ed efficace contro i terroristi dello Stato islamico è condotta dalle forze governative siriane. Inutile dire che il sostegno di Stati Uniti, NATO, Arabia Saudita e Qatar e relativo finanziamento dello Stato islamico, continueranno. L’obiettivo non è distruggere lo Stato islamico come promesso da Obama, ma un processo sponsorizzato dagli USA per destabilizzare e distruggere l’Iraq e la Siria. La campagna contro lo Stato islamico è utilizzata per giustificare i bombardamento di entrambi i Paesi, colpendo soprattutto i civili. Il fine è destabilizzare l’Iraq come Stato-nazione e scatenarne la partizione in tre entità separate. L’obiettivo strategico di USA-NATO è destabilizzare l’intera regione del Medio Oriente-Nord Africa-Asia Centrale e Meridionale, compresi Iran, Pakistan e India.
 
L’Iran sospetta della coalizione anti-IS degli USA
Xinhua13/09/2014
 
Gli Stati Uniti cercano di violare la sovranità dei Paesi con il pretesto della lotta al terrorismo, ha detto il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniano Ali Shamkhani. Gli Stati Uniti tentando di creare una coalizione antiterrorismo in coordinamento con numerosi Paesi sospetti, avrebbe detto Shamkhani secondo l’agenzia IRNA. La nuova mossa degli Stati Uniti ha lo scopo di deviare l’opinione pubblica internazionale dal “loro ruolo centrale nel sostenere e armare i terroristi in Siria con la copertura degli aiuti per rovesciare i governanti siriani“. Shamkhani ha detto che la coalizione contro lo Stato islamico (IS) è volta ritrarre i funzionari statunitensi quali eroi che salvano gli Stati Uniti dalla propria crisi. Il portavoce del Majlis (parlamento) iraniano Ali Larijani ha detto a Press TV che la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che combatterebbe i militanti dell’IS, non ha la capacità di risolvere i problemi del Medio Oriente. La coalizione degli Stati Uniti per contrastare i militanti dell’IS non riuscirà a sradicare il gruppo terroristico e innescherebbe l’odio nella regione, avrebbe detto Larijani. Secondo lui gli Stati Uniti non possono sradicare il gruppo terrorista dell’IS con attacchi aerei. Inoltre, il presidente iraniano Hassan Ruhani ha detto a Teheran che l’idea di sradicare il terrorismo con gli attacchi aerei è “ingenua” e non basta ad eliminarlo. Senza la partecipazione degli Stati regionali, gli assalti aerei non risolveranno il problema del terrorismo nel Medio Oriente, ha detto Ruhani al 14° vertice della Shanghai Cooperation Organization nella capitale tagika Dushanbe. “Combattere il terrorismo esige pianificazione, cooperazione bilaterale e multilaterale ed eliminazione di povertà economica e culturale“, ha detto il presidente, esortando i Paesi regionali ad utilizzare il loro potenziale per combattere il terrorismo. La risoluzione del problema del terrorismo richiede impegno internazionale, ha aggiunto. Inoltre, un alto comandante iraniano ha detto che la cooperazione tra Iran e Stati Uniti nella lotta contro l’IS è impossibile. “Tale cooperazione non è possibile perché l’Iran resiste all’IS mentre gli Stati Uniti l’hanno creato“, ha detto il Vicecapo di Stato Maggiore iraniano Masud Jazayeri, citato da Press TV. I militanti dell’IS non possono avvicinarsi ai confini dell’Iran, in quanto si troveranno di fronte la potenza delle forze armate iraniane, ha aggiunto Jazayeri.
Un mese dopo il lancio degli attacchi aerei contro l’IS in Iraq, il presidente Barack Obama ha promesso che “non esiterà a prendere provvedimenti” contro l’IS in Siria e in Iraq, aggiungendo che Washington lavorerà con i suoi amici e alleati a “degradare e in ultima analisi distruggere” le forze dell’IS, osservando che gli Stati Uniti guideranno un’ampia coalizione che userà il potere aereo laddove tali forze “esistano”, eliminando la minaccia terroristica per i cittadini di Iraq e Siria, così come quelli del Medio Oriente, tra cui personale e strutture statunitensi. Ma la portavoce del ministero degli Esteri iraniano Marzieh Afkham ha detto che “ci sono dubbi sulla serietà della coalizione nata dopo il recente vertice NATO, nella lotta contro i terroristi.” La portavoce iraniana ha criticato ciò che chiama il “doppio standard dell’occidente” verso terrorismo ed estremismo, dicendo che l’azione occidentale contro il terrorismo non comporterà “nessun risultato se non la diffusione di terrorismo ed estremismo, nonché la nascita di loro nuove filiali in diverse parti del mondo“. Afkham ha detto che alcuni membri della cosiddetta coalizione sono sostenitori finanziari e militari dei terroristi in Iraq e in Siria, ed altri non sono riusciti ad agire secondo le loro responsabilità internazionali verso l’Iraq e la Siria. L’IS ha suscitato allarme dopo lo sconfinamento in vaste aree del territorio di Iraq e Siria nel tentativo di creare un proprio Stato-nazione governato da leggi islamiche radicali. I terroristi hanno ucciso bambini, giustiziato prigionieri e schiavizzato vittime. Hanno anche scioccato il mondo con la decapitazione di due giornalisti statunitensi postando i video della loro orribile morte.
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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Wikileaks. Nei nuovi Spay Files anche l’Italia fra gli acquirenti di captatori informatici

TG Valle Susa

L’Italia risulterebbe dagli ultimi Spy Files rilasciati da Wikileaks come acquirente di software dedicato all’intrusione informatica dell’azienda tedesca FinFisher.

di Leonardo Capella 

Il 15 settembre, WikiLeaks ha rilasciato una nuova versione degli Spy Files. La distribuzione di queste informazioni è iniziata nel 2011 e oggi è arrivata al quarto rilascio. Oggetto di questo nuovo Spay Files è un azienda tedesca, la FinFisher, facente parte del Gamma Group International (fino al 2013). L’azienda distribuisce e vende sistemi di intrusione per computer, per exploit software e sistemi di monitoraggio a distanza che sono in grado di intercettare le comunicazioni e i dati da OS X, Windows e Linux, così come da Android, IOS, BlackBerry, Symbian e dispositivi Windows Mobile. 

Questi software sono normalmente utilizzati dalle agenzie di intelligence di tutto il mondo, come sostiene la stessa azienda. La capacità di questo software vanno dal monitorare le attività svolte, al monitorare le conversazioni Skype, le email, le chat, sino ai files salvati sul computer. 

spyfiles

Sin dai primi Spy Files rilasciati da Wikileaks, i ricercatori hanno pubblicato rapporti che identificavano la presenza di prodotti FinFisher nei vari paesi del mondo e documentavano il loro utilizzo contro i giornalisti, gli attivisti e i dissidenti politici.

Rilasciando questi nuovi files Wikileaks da la possibilità ai ricercatori sulla sicurezza di tutto il mondo di analizzarli con lo scopo di trovarne vulnerabilità e fingerprint (impronte lasciate dal software).

Così infatti dichiara Julian Assange, fondatore di Wikileaks: “Questo rilascio completo di dati aiuterà la comunità tecnica a predisporre strumenti in gradi di proteggere le persone da FinFisher, anche tracciando i suoi centri di comando”

La stima degli introiti della FinFisher ammontano secondo le stime di Wikileaks a circa 48 milioni di euro. 

L’elaborazione fatta WikileaksInteressante sui dati ci rende l’elenco degli stati che hanno acquistato dall’azienda tedesca , essi sono: Slovacchia, Mongolia, Sicurezza di Stato del Qatar , Sud Africa, Bahrein, Pakistan, Estonia, Vietnam, Australia NSW Police, Belgio, Nigeria, Paesi Bassi KLPD, PCS sicurezza di Singapore, Bangladesh, Servizi segreti dell’Ungheria, Italia e Bosnia Erzegovina Intelligence.

L’Italia compare in questo elenco per l’acquisizione di licenze con due clienti per una cifra totale di quasi 2 milione di euro nel solo 2013. I trojan usati per fini investigativi in Italia sono chiamati captatori informatici e il loro inquadramento giuridico sembra ancora piuttosto indistinto. In alcuni casi la giurisprudenza sembra equipararli a intercettazioni telematiche, mentre in altri casi li considera come intercettazioni di comunicazioni.

L.C. 18.9.14

Aula bunker, processo defunto compressore 18 settembre – diretta

9:40 inizia il processo, mancano gli avvocati, in ritardo a causa di un grave incidente sulla Torino Milano, è presente solo l’avv. Novaro.

Il giudice si esprime sulle opposizioni da parte degli avvocati della difesa per l’acquisizione in questo procedimento delle intercettazioni ambientali (vedi udienza precedente).
Quanto alla misura cautelare del 10/7 (gli altri 3 imputati) viene acquisita in quanto documento, rilevante in quanto attiene soggetti indagati per i medesimi fatti. 
Non vengono acquisite le annotazioni della Digos.

Entra il primo teste, nonostante l’assenza degli avvocati.

Entra il teste dell’accusa STRAPANZANO Fabrizio,  polizia scientifica Questura di Torino, presente al cantiere di Chiomonte in Clarea. Contattati verso le 5 del mattino, resi edotti dell’attacco notturno, furono inviati sul posto verso le 7,
“dove ci spiegarono ulteriormente la situazione di ciò che era successo, dopodiche facemmo i nostri rilievi, numerato e fotografato  i reperti interni ed esterni al cantiere”
Il pm Padalino accenna anche ad un video della Polizia di stato che viene mostrato.
Il teste spiega le inquadrature del piazzale, in particolare un aggeggio giallo che porta ossigeno all’interno del tunnel:
“in questa zona, camminamento e casetta, abbiamo rilevato resti di manufatti, stoppini imbevuti di liquido e bottiglie ancora integro da cui abbiamo fatto prelievo del contenuto mentre stoppini repertati così com’erano.
Per il reperto 2 si parla di residui di materiale combusto presumibilmente legno con chiodi; reperto 3 torcia di circa 1 metro e 20 realizzata con bastone in legno e stoffa legata. Rilievi 8, 9 e 10 illustrano residui di vetro, cocci bottiglia molotov combusta…Rilievi 12 e 13 illustrano quello che è chiamato reperto 5, trovato subito nei pressi casetta in pietra a destra tunnel esplorativo, frammento di carta di artifizio pirotecnico. Poi ci sono i vari reperti trovati sul piazzale, a livello tunnel esplorativo, dove si è concentrato lancio di oggetti. Rilievo 12 stoppino. Rilievo 13 residuo materiale in vetro con stoppino in tessuto, probabile bottiglia di birra. Rilievo 33 e successivi 34, bottiglia Moretti con liquido accelerante, presumibilmente benzina, o non è stata accesa o non si è rotta, quindi doppia repertazione, liquido e bottiglia. Rilievo 35 su reperti 14 e 15 bottiglia plastica, 37 su reperto 16, residuo materiale vetro con stoppino stoffa. Siamo alla destra tunnel esplorativo.”
Pm chiede di mostrare carta.
“Reperto 16, anche residuo vetro con stoppino. Nella stessa zona, rilievo fotografico 39, reperti 17 e 19…”
Pm qui c’è una baracca…
Teste Presumo fosse zona per stoccaggio, si vedono pezzi di ferro, siamo a circa una quindicina di metri dal tunnel. Rilievo fotografico 42, + vicino a tunnel, reperto 19, torcia lunga 125 cm, bastone con legato con fil di ferro, tessuto imbevuto accelerante e combusto
Pm a che scopo
Teste per illuminare o per accendere. Rilievo 44, siamo in prossimità muro a destra, suddiviso in 2, 20a e 20b, si tratta di residui vetro con stoppini su bogttiglia birra. Rilievo 46 e 47, a sinistra tunnel nel tratto discendente camminamento…

Siamo ora al centro del piazzale. Rilievo 14, reperto 6 bastone con legati fuochi artifizi, mentre il rilievo 16 reperto 7 si riferisce a zona verso il cancello, chiamato all’epoca cancello 4 è composto da mortaio con cilindro cavo diametro 8 x 46 di profondità, rilievi 17 18 19, ora siamo ad altezza autostrada. Il 20 e 21 sono boccette plastica con liquido presumibilmente accelerante, a 50 metri dalla recinzione del cantiere. Il 22 e 23 lì vicino sono involucri di plastica arancione con scritto shuttle, artifizi pirotecnici chiamati in gergo razzi paracadute. Il 24 e 25 sono accendino plastica colore blu, mentre il 26, in zona cancello 4, e poi altri analoghi di stoppini in tessuto con materiale combusto. 29, 30 e 31  mostrano invece residui di gruppo elettrogeno danneggiato, bruciato inutilizzabile”
Pm “torniamo al reperto fotografico 2”
Teste: “si osserva il filo spinato tranciato in più punti”
Pm “rilievo 5”
Teste “panoramica rilievo 2,3 e 4, torcia e materiale combusto.”
Pm: “poi?”
Poi la nostra attività si è conclusa in ufficio, dove abbiamo steso verbale di sequestro, e il 21 maggio 2014 sono stato contattato dalla digos sezione terrorismo che mi chiedeva di un errato schizzo planimetrico che avevamo allegato a relazione, e allora ci siamo accorti che c’erano anomale collocazioni di reperti, e ce lo siamo spiegato con errata formattazione della funzione stampa, ad esempio scompaginata freccia non ancorata al documento…
Avv. Novaro esamina copie errate e corrette, integrazione 21 maggio 2014.
Parte civile nessuna domanda
Avv. Novaro: “partiamo dall’immagine sullo schermo del compressore: quello giallo sostituiva quello bruciato o è stato aggiunto dopo?”
Teste “La posizione è quella che si nota sul fotogramma, direi che non è stato spostato, ma le immagini sono state fatte dal personale dopo che sono tornato in ufficio”
Avv. “Come hanno fatto alla digos ad accorgersi dell’errore di cui sopra nello schizzo?”
Teste “ripete quanto detto sopra circa la formattazione intervenuta e non ricontrollando il documento. Il posizionamento all’epoca era stato corretto, non dovuto a nostra non conoscenza.”
Interruzione dovuta a ticchettìo nell’audio…
Avv. “non m’interessa tanto la causa dell’errore, ma vorrei sapere il criterio di misurazione…”
Teste “schizzo non in scala, probabilmente corretto, dato che nel cantiere non esistono punti fissi, le casette sono senza fondamento e tutto può essere spostato in qualsiasi momento. L’unica cosa certa sono i rilievi fotografici”
Avv. “Quindi lo schizzo planimetrico è puramente indicativo”
Teste “Sì. Durante i sopralluoghi si prendono appunti dopodiche con fotografie alla mano si posizionano ancorando anche i reperti dopo l’errore di formattazione”
Avv chiede altre precisazioni su alcuni reperti, in particolare su quante bottiglie molotov sono state trovate, non precisato e pezzi filo spinato, pochi repertati.
Teste dichiara di avere lavorato da solo perché il collega era in malattia.

Ore 11:00, viene decisa una pausa, gli avvocati da Milano non sono ancora arrivati (causa incidente sull’A4).

11:15, si riprende e sono arrivati gli avvocati da Milano.

Avv. Dominioni chiede di poter produrre la sentenza LTF depositata e passata in giudicato , e si riferisce a sentenza 14 luglio in cui il presidente riferiva di non esserne a conoscenza…
Pm vorrei sapere cosa c’entra
Avv. Dominioni avevo inteso se conosco l’italiano che si dovesse acquisire
Interviene avvocato LTF
Giudice dice che essendo sentenza non passata in giudicato e non essendoci accordo tra le parti non viene acquisita
Avv. Chiedo scusa per la mia ignoranza
Presidente E’ scusato
La decisione della Corte è questa.
Avv, Pelazza Se vuole ci ritiriamo un attimo e deliberiamo, ma prima eravamo tranquilli… se vuole l’ultima parola…Andiamo avanti

Entra il teste MUFFO Paolo Osvaldo, digos questura Torino, che ha proceduto a trascrizione intercettazioni telefoniche redatte il 31 maggio 2013
Pm esibisco trascrizione e chiedo venga acquisita agli atti perizia
Avv, Losco bisogna sentire le parti, quindi non possono essere acquisite al momento
Avv. Novaro non si può procedere a perizia se non c’è consenso delle parti
….giudice consente
Pm Si è occupato anche di analisi interpretativa?
Teste Sì, è possibile controllare il traffico storico utenze, quante chiamate e a chi sono state fatte. Tale traffico non è facilmente intellegibile: il nostro compito è proprio tradurre questo linguaggio delle varie compagnie telefoniche quando c’è attività giudiziaria e fornire alla polizia gestendo mole dati mulotimediali elaborandoli con 2 software, che rendono in grafico: spiega fotogramma: cerchietto rosso il cellulare e poi codice numerico univoco che rende in 15 cifre, numero seriale, come si fa in caso di smarrimento. Al centro c’è il numero operatore, questo caso Wind, poi nr telefonico …..69: poi c’è microchip e SIM con numero univoco visibili a destra, uno di 15 cifre e l’altro ridotto. Poi ci sono dati titolare.

La cella radiomobile è un’infrastruttura di base utilizzata dalle reti radiomobili, geograficamente il territorio dove un operatore commerciale fa la sua attività, è il servizio che fornisce la telecom, il cellulare di per sé è un apparato inerte. Quello che noi chiamiamo ripetitore in realtà non è un ripetitore, è una base ricetrasmittente che, sollecitata dal cellulare, emette il segnale che poi dà luogo alla conversazione. Quando mi trovo due cellulari all’interno di una cella, il mio cellulare dal momento che è acceso è sempre connesso alla cella, quando vado a sollecitarla da chiamante a chiamata, l’antenna, il ripetitore, emette o riceve il segnale (nel caso in cui io, in quella cella, vengo chiamato da qualcuno).
Questo in maniera semplice come funziona una rete, ogni rete usa ripetitori diversi (3G, 4G) e geograficamente coprono delle aree individuabili in maniera molto precisa. Nell’immagine davanti viene fatto un esempio di comunicazione, il triangolo viene usato per rappresentare la cella, l’acronimo BTS.. la stazione radio base. Quando abbiamo il cellulare che non prende diciamo non  c’è campo, ed è perché non essendoci segnale di copertura da parte del ripetitore il nostro apparato cellulare non serve a nulla. Il numero sotto la cella viene definito CGI, un acronimo di un codice univoco che serve ad identificare quella cella in maniera precisa e oggettiva. Una parte di questo codice stabilisce dove fisicamente è posizionata l’antenna trasmettente, quindi un indirizzo preciso.
L’ultima parte è il codice che rappresenta il numero seriale di quell’antenna.
L’indirizzo posto sotto è quello che corrisponde al CGI, in questo esempio è la cella di Monpantero presso l’ENEL  dove c’è un trasmettitore di segnale dell’operatore Wind che ha un controllo di radiazione che è oggettivamente riconducibile in quella zona. Per quanto riguarda eventuali misurazioni dipende dalla situazione morfologica e atmosferica. Se in ambiente urbano gli operatori danno un servizio più forte, a distanza di poche centinaia di metri l’operatore mette più ripetitori, in ambienti non urbani le antenne vengono messe a distanze più ampie anche perché devono servire meno utenti.
PM Padalino Io produrrei la nota esplicativa fatta dall’assistente.
Teste: se il cellulare è spento con gli strumenti che abbiamo noi non possiamo localizzare un cellulare se è spento (rispondendo a domanda del Presidente).

Il tecnico spiega che se il cellulare è acceso ma non c’è attività non rimane sul tabulato il dato della localizzazione.

PM Rinaudo: in riferimento a quello che lei ha detto guardando l’immagine sul video, se lei potesse spiegare in quel momento riferito al contenuto della cella io vedo due numeri, 169 finale e 162, ci vuole spiegare cosa significa che il 20 maggio c’è scritto chiamata alla cella di Monpantero… e poi porta alla cella della corte di Susa?
Teste: il dato è questo, se sappiamo che l’utenza 169 entra in contatto con la 162 possiamo mettere in relazione i dati dell’utenza 162, inclusa la localizzazione. Quindi la cella in basso a destra è la 169, quella in alto a sinistra è la 162. Nei dati c’è una discrepanza di un secondo, ma il dato è sempre univoco, dipende dal momento in cui parte la telefonata, al chiamato arriverà in maniera successiva, quindi i dati si riferiscono alla stessa conversazione, tanto che si parla di contatti…  loro vanno a registrare tutti i dati.
PM: Quindi riassumendo questo grafico leggo a sinistra 20:12:16 e a destra 20:12:17 quindi è il numero di sinistra che chiama il destro?
Teste si, è la registrazione dell’evento, non l’inizio della vera e propria conversazione, quelle le abbiamo dalle intercettazioni audio. 

Avv.Losco: possiamo capire qual è la cella primaria?
Teste è un dato al quale non sappiamo risalire…
Avv Losco: quindi non può dire se è la cella primaria o secondaria, quindi se sono esattamente li’…
Avv Novaro: se io faccio una chiamata ma l’interlocutore non risponde, c’è traccia sul tabulato?
Teste si, tant’è che gli operatori si fanno anche chiamare il servizio (con il messaggio che ti avvisa che quell’utente è reperibile).
Avv Pelazza: Leggo dal suo verbale che ha eseguito la trascrizione delle intercettazioni nell’operazione di ascolto effettuate a Bologna, inviate il 15 maggio dalla squadra mobile della questura di bologna. Vedo che le trascrizioni si fermano alle 8:53:59 secondi del 14 maggio però l’intercettazione è proseguita fino al 15 maggio e io vorrei cercare di capire, il 14 maggio 2013 alle 13:28 sull’utenza intercettata, che finisce con 169, arrivano una serie di chiamate da un numero 393xxxxxx e il brogliaccio di Bologna dice SMS di localizzazione. Vorrei sapere cosa si intende e se è stata individuata l’utenza che effettua questa serie, 6 chiamate. E’ nel brogliaccio che viene inviato da Bologna e sul quale, come dice il verbale, lui effettua la trascrizione dell’intercettazione.
PM Rinaudo: Qui si chiede al teste per quale motivo non ha fatto l’accertamento….
Avv. No, ho chiesto il numero di telefono, se è stato individuato, il 3933xxxxx e che cosa si intende per test sms di localizzazione, perché da questo numero sarebbe partito un SMS di localizzazione e sono i file che ci sono stati trasmessi.

PM Rinaudo: si tratta di collegamenti, questi SMS si collocano dalle 13:28 in avanti quindi in un arco di tempo successivo ai fatti per i quali stiamo giudicando gli imputati, è un dato del tutto irrilevante per la ricostruzione storica del fatto e si chiede ad un teste che non ha le competenze per dire cosa sia un sms di localizzazione
Avv Novaro: anche quello delle 8 è successivo
PM Sentendo altri testi vedrete che alle 8:53 ci sono ancora dialoghi rilevanti che sono all’interno delle trascrizioni
Avv Pelazza: se sono stati chiesti i tabulati ci sarà anche l’identificazione con il titolare di questo numero di telefono
Teste: come ho detto prima io mi sono occupato della trascrizione, non ho fatto l’analisi dei tabulati che sta riferendo lei, avvocato, quello è stato un compito svolto da altri colleghi quindi non posso riferire direttamente.
Avv Pelazza: Quali colleghi? E cosa si intende x sms di localizzazione?
Teste sono SMS dei tentativi di chiamata verso un numero che non risponde o è irraggiungibile. Poi i colleghi hanno fatto controlli su tutte le utenze che sono venute in contatto ma non le ho fatte io, io ho trascritto i contatti che ci sono stati trasmessi, ma io non ho ascoltato direttamente le telefonate delle intercettazioni, a me è stato dato il compito di riascoltare e trascrivere le conversazioni utili quindi è ovvio che nel verbale non ho messo….
Avv Pelazza: Quelle che lei ritiene utili?
PM Non ha detto questo, avvocato
Presidente: lei ha già detto e spiegato che SMS di localizzazione vuol dire quando invio un messaggio…
Teste è un tentativo di chiamata
Presidente e allora mi mandano il recall?
Teste si, è quello.
Avv Pelazza: chi ha fatto questi accertamenti e se risulta l’intestatario del numero
Teste non ho fatto io questo approfondimento, c’è il commissario Di Gregori che ha coordinato…

Avv Losco: lei prima ha detto che anche le domande senza risposta ad un telefono spento lasciano un segno sul tabulato, sia del chiamante che del chiamato?
Teste assolutamente si, su tutti e due. Nel momento in cui c’è un numero attivo l’operatore cerca di consegnare il messaggio che dice “sei stato chiamato alle ore x dall’utente x”.
Il teste viene congedato.

Entra il teste Luigi La Sala, consulente balistico della Procura. Acconsente alla ripresa.

PM Rinaudo: Lei è stato incaricato dalla procura di redigere una relazione balistica su manufatti sequestrati il 14 maggio 2013?
Teste si
PM Prima di entrare nel merito dell’esito del suo operato, se vuole spiegare al tribunale quali sono le sue competenze e come le ha acquisite
Teste io ho conseguito la specialità in polizia scientifica nel lontano 1970 presso la scuola superiore di Polizia scientifica italiana e ho diretto la PS dal 1974 al 1991 in maniera ininterrotta. Mentre redigevo questo ufficio ho partecipato a incontri bilaterali, ho avuto incarichi europei e ho sempre effettuato indagini di polizia scientifica. Confermo le tre relazioni che ho fatto.
Presidente: quindi possiamo fermarci solo su alcuni punti e non ripercorrerle tutte…
Avvocati: una, non tre
Presidente: una divisa in tre?
Teste sono tre relazioni distinte e separate.
PM Rinaudo: quella che interessa noi è quella del 15 ottobre, originariamente registrata come Mod.44.Depositata il 15 ottobre 2013 presso ufficio Procura della Repubblica. Parleremo solo di questo. Io partirei dal punto in cui lei descrive quelle che sono comunemente denominate bottiglie molotov. Noi qui abbiamo sentito dei testi che hanno riferito che sono stati rinvenuti nel luogo dove si sono svolti i fatti degli involucri in vetro denominati bombe molotov. Se lei vuole spiegarci com’è una bomba molotov, come può essere prodotta….
Presidente: sintenticamente, sappiamo tutti cos’è una bomba molotov, non per averla lanciata…
PM Rinaudo: per un dato di chiarezza
Presidente Vabbè facciamola descrivere
Teste: come Molotov si intende un manufatto artigianale composto da una bottiglia di vetro all’interno del quale si inserisce del liquido infiammabile, normalmente della benzina per facile infiammabilità. Poi viene tappata con un tappo di sughero e all’esterno del collo della bottiglia si mette un pezzo di stoffa a sua volta imbevuto da sostanza infiammabile. Nel momento in cui si adopera si dà fuoco alla parte esterna, al pezzo di tessuto che caratterizza l’imboccatura, e si lancia quest’ordigno. Quando l’ordigno raggiunge il bersaglio il contenitore s’infrange e la fiamma originale, già posizionata sul collo della bottiglia, trasmette la fiamma al liquido incendiario e si dà luogo ad una vera e propria fiammata enorme che si estingue solamente quando si è esaurito tutto il contenuto del contenitore di vetro. Ovviamente si mette la benzina perché è più facile, qualche volta si aggiunge qualche additivo come il gasolio, per aumentare nel tempo la durata della fiamma viva. Non c’è bisogno, perché funzioni, che ci siano altri elementi.
Quindi è un ordigno….
Presidente: pubblicità birra moretti (si riferisce alle immagini)
PM RInaudo: hanno carattere micidiale?
Teste sono ordigni micidiali per la loro potenzialità offensiva, contro oggetti, persone e contro l’incolumità pubblica
PM Rinaudo: lei conferma che siano considerate armi da guerra?
Teste assolutamente si, sono equiparate ad armi da guerra.
PM RInaudo: il reperto numero 9, razzo di segnalazione nautico, se può spiegare l’uso normale e quali effetti di un uso anomalo.
Teste : Razzi impiegati normalmente nelle imbarcazione, per segnalare eventuali difficoltà, ma sono razzi che hanno una certa pericolosità perché hanno una gittata di 300 metri, e lanciano questo bengala che ha un segnale luminoso. Se impiegato su una barca per questo scopo nessun problema, ma se viene indirizzato contro una persona crea danni molto gravi. Tanto per capire… quello che è avvenuto nel porto di Imperia, allorché un razzo di segnalazione utilizzato contro delle persone a distanza di 60 metri ha causato il ferimento molto grave di questa persona che è ancora in coma. tanti anni fa fu ucciso un tifoso della Lazio proprio con uno di questi congegni.
PM Quindi lanciato ad altezza uomo in direzione di una persona può avere effetti micidiali?
Teste certamente, lo può avere e lo ha già avuto, come da episodi che ho citato.
PM Poi sono stati utilizzati mortai artigianali, ci vuole spiegare…?
Teste si, ho esaminato i mortai, e ne ho sinteticamente indicato le finalità perché non avendo trovato gli elementi poi inseriti per il lancio non ho potuto essere preciso
PM Vengono impiegati a che fine?
Teste il fine è sempre di offendere … si mettono all’interno di questi mortai dei razzi
PM Perché vengono inseriti nei cilindri?
Teste per regolarne l’utilizzo, per utilizzarli bene o per metterne due o tre insieme … il mortaio dà la direzione
PM Ma possono essere impiegati sia in posizione verticale che orizzontale?
Teste si, essendo mobili possono essere utilizzati nella maniera più opportuna, orizzontali, obliqui, in altezza, in tutte le maniere.
PM Se lei conferma quanto è scritto a sua firma non ho altre domande
Teste confermo integralmente quello che ho scritto.
Avv. Losco: Lei ci ha detto in relazione al reperto del razzo segnaletico che se viene lanciato in un determinato modo può anche causare dei danni, ma lei ha potuto appurare dal materiale che ha visionato le modalità di questo lancio, magari anche dal reperimento dell’involucro esterno?
Teste questo assolutamente non posso dirlo perché io ho esaminato il reperto come mi è stato consegnato, in un contenitore
Avv ha potuto visionare il luogo?
Teste assolutamente no
Avv quindi lei non è a conoscenza delle modalità di lancio?
Teste assolutamente no
Avv Nella sua relazione lei parla di un “residuo che potrebbe essere compatibile … parte basale del congegno pirotecnico, probabilmente una fontana luminosa”
Teste si, la fontana luminosa non ha la pericolosità di una bomba molotov o di un razzo di segnalazione, ma sono oggetti che se lanciati possono creare un certo SCOMPIGLIO
Avv ma sono i classici fuochi d’artificio usati nelle feste ?
Teste si, certo
Avv. Le mostro un filmato, per capire se quello che le faccio vedere potrebbe essere la fontana luminosa, al minuto 3:14… io lo posso far vedere dal mio tablet, se la procura lo può far vedere (sui monitor) è il primo, quello delle 3:14

Ecco volevo sapere se questa può essere una fontana luminosa
Teste certo, l’effetto di una fontana luminosa
Avv mi conferma che anche nel secondo mortaio che è stato mostrato c’è una sostanza compatibile..
Teste confermo
Avv in relazione al reperto numero 6 del verbale delle 12:30 del 14 maggio della P.S. parla di un bastone di legno della lunghezza di cm 180 (pagina 18 della sua consulenza) a cui è fissata una batteria di artifizi pirotecnici esplosi,
Teste anche questo qui è un congegno per poter applicare razzi o congegni pirotecnici
Avv Sono molto piccoli…
Teste si, sono di media grandezza, praticamente l’asta è stata repertata senza niente
Avv ma una volta che vengono accesi partono in maniera…
Teste possono essere attivati, dipende dal tipo di congegno che viene usato, possono essere attivati in sequenza o contemporaneamente
Avv non hanno una sola miccia?
Teste dipende dal tipo di congegno, io non li ho trovati quindi non posso dire
Presidente: qui si parla però di una batteria di artifici…
Teste quelli sono usati normalmente nelle feste di paese, vengono attivati e partono in sequenza.
Avvocato ecco questo volevo capire, attivati, partono in sequenza, vengono usati nelle feste di paese.

Il teste viene congedato.

PM Rinaudo: a questo punto possiamo risolvere la questione dei consulenti della difesa che non si sono presentati oggi
Avv Novaro: è un difetto di coordinamento nostro, abbiamo provato a contattarli nei giorni scorsi non trovandolo…
Presidente: se salta qualcosa salta tutto
Avv Novaro: ho provato a contattarlo ma non sono materialmente riuscito a parlarci, se si potesse spostare al 2 ottobre…
Presidente e cosa facciamo la prossima volta?
PM E’ possibile Di Gregori sui tabulati, etc, però…
Avv Losco: possiamo sentire anche il dotto Petronzi
PM No, assolutamente, il dott. Petronzi lo ascoltiamo come e quando decidiamo noi
Presidente:la mia domanda era questa qui: se la prossima volta non facciamo questa sequenza, possiamo fare altro? Non ricordo cosa manca e cosa non manca, se ci sono ancora dei testi da sentire… vorrei solo cercare di andare avanti
PM RInaudo: Potremmo sentire come ufficiale di PG solo Di Gregori io ritengo che il Dott. Petronzi non possa esser sentito se non..
Presidente: lasciamo perdere Petronzi, ne abbiamo altri?
PM No, i nostri sono esauriti
Presidente: io mi trovo ancora delle caselle abbastanza vuote…
Avv Novaro ci sarebbe quello di Bologna (Morelli), sulle intercettazioni di Bologna.
Presidente:io avevo segnato Morelli, Pezzera, Sgueglia, Mattina
PM Padalino: sono sempre sulle voci.. sul riconoscimento vocale
Presidente: l’iter logico credo sia stato questo, prima alcuni ufficiali di PG hanno riconosciuto le voci e poi si è fatta la perizia, no?
PM Padalino: Se Morelli che è di bologna ci dice che per una settimana non è in grado di venire…
Presidente, cominciamo a fare un elenco: Morelli, Pezzera, Sgueglia, Di gregori e Mattina. Colaianni abbiamo già rinunciato, era quello con Muffo.

PM Rinaudo: Morelli, Pezzera, Sgueglia, Mattina, Di Gregori e gli ultimi due sarebbero Ieva e Di Carlo sull’analisi dei tabulati telefonici.
Presidente: il consulente Abbà? Qual è il problema di Abbà?
Avv Novaro: è un nostro consulente, volevamo sentirlo poi… perché non c’è un contraddittorio con nessuno… ma non so se ha già prodotto la dichiarazione, non so se ha ultimato il lavoro, era rimasto fortemente indietro
Presidente: aspettiamo ancora un po’…. peccato perché lo sentivamo proprio perché non ha contraddittorio poteva venire qua… lo faccia venire.
PM Padalino: L’annotazione di Burgigno era stata prodotta il 16 luglio.
Presidente: allora facciamo cosi’ sperando che vengano…
PM Padalino: Poi dopo ci saranno solo Petronzi e Villa.. la dr.ssa Villa, quindi 22,23,24,25, 30 e 31 (PS), poi 16 (Di Gregori).
Presidente: e Di Ieva e Di carlo dell’anticrimine di Roma?
PM Si, sono quelli che sentiremo, 30 e 31, vanno a integrare Di Gregori. Sono capitolati sull’analisi delle celle telefoniche… perché l’hanno fatta a livello centrale l’analisi. Di Gregori spiegherà il lavoro… sono già indicati per il 24, speriamo che riescano a venire.
PM Rinaudo: stabiliamo anche le udienze successive, il 2 Gobbi, Romito (come consulenti) e poi Villa e gli altri 3 di Milano, insieme a Villa, 27 e 28, Pavesi, Guzzolo e Gavallo. Poi l’udienza successiva Petronzi.
Presidente non riusciamo a farlo il 2?
PM No, Petronzi non riusciamo a farlo insieme ai consulenti.. è tutta la ricostruzione dell’indagine.
Presidente: e Paoloni, naturalmente, insieme ai due… prendere o lasciare, piuttosto si chiede la relazione ( consulente tecnico della difesa)

 Avv. Losco: c’è da discutere sulla consulenza sulle intercettazioni ambientali (ndr quelle del procedimento che coinvolge i 3 no tav arrestati a luglio per lo stesso episodio), la consulenza è stata fatta per pulire il suono e ascoltare meglio le conversazioni, è un consulente informatico non esperto sul riconoscimento della voce.. da quello che si evince è un esperto informatico che poi ha fatto una trascrizione che si è basata molto sui brogliacci raccolti dalla Digos di Milano, io ho notato delle incongruenze che ho notato dal primo ascolto, noi abbiamo interesse che questo processo finisca il più presto possibile però è un elemento nuovo, non abbiamo ancora fatto una consulenza neanche nell’altro procedimento, quindi riterrei opportuno che la perizia venga effettuata.

Presidente: questo chiude un po’ la cosa perché tanto se non siamo d’accordo….
PM Rinaudo: Quindi la prossima udienza un perito, Dezzani, per fare la consulenza…
Presidente: la prossima volta, il 24, diamo l’incarico. Mettiamo a verbale.

Ore 12:34 l’udienza termina, i solidali gridano LIBERTA’! LIBERTA’! LIBERTA’!

Simonetta Zandiri – Maria Eleonora Forno  TGMaddalena.it

Il legionario Fontana partecipa a una manifestazione pro Kiev a Milano

16 settembre 2014 
È di Avanguardia Nazionale e combatte insieme ai nazisti di Pravy Sektor nell’est dell’Ucraina. Ha anche partecipato agli scontri che hanno portato alla strage di Odessa. Doveva essere arrestato al suo rientro in Italia. Invece, eccolo in piazza a Milano a raccontare le sue avventure.

 di Franco Fracassi

Francesco Fontana alla manifestazione organizzata a Milano dall’associazione Italia-Ucraina-Maidan.

Francesco Saverio Fontana con indosso una maglietta di Casa Pound. Anche se, come ha tenuto a precisare, non ha mai aderito al movimento politico. «Sono sempre stato fedele ad Avanguardia Nazionale».

Il paramilitare del battaglione Azov Fontana intervistato da Al Jazeera.
 
 Francesco Saverio Fontana, alias Françcois Fontaine, alias Stan. I lettori di Popoff hanno letto le sue gesta in Ucraina. «Ero a Odessa il giorno del rogo». E ancora: «Io sono volontario. Non ricevo denaro in cambio di quello che faccio. Mi sono pagato il biglietto per venire in Ucraina. Questa esperienza l’ho sognata per tutta la vita. Non c’è spazio per i sentimentalismi. Questa è la guerra. Sono qui per uccidere». Membro di Avanguardia Nazionale ed amico di Stefano Delle Chiaie, da aprile Fontana combatte come mercenarie tra le milizie paramilitari naziste che affiancano l’esercito di Kiev contro i separatisti ucraini. Per le leggi del nostro Paese dovrebbe essere un fuorilegge, dovrebbe essere arrestato non appena rimette piede in Italia. Fontana in Italia è tornato per una breve licenza. È persino apparso in piazza a Milano durante una manifestazione dell’associazione “Italia-Ucraina-Maidan”. Terminata la manifestazione è tornato in Piemonte dalla moglie e dai suoi due figli, e presto ritornerà a combattere in Donbass. A quanto pare il carcere non apparterrà al suo futuro.

 Invitato dal presidente dell’associazione (Mauro Voerzio) a condividere la sua esperienza con i presenti in piazza, Fontana ha detto: «È una vita durissima. Abbiamo a disposizione pochissime armi: qualche Flobert rinforzata, un buon numero di mazze. Gli scontri sono quasi sempre ravvicinati. Combattiamo spesso a colpi di Molotov. È durissima, si lotta corpo a corpo. Da giovane militavo in Avanguardia Nazionale. Sognavo un giorno di prendere parte a una vera rivoluzione patriottica. Questa è la mia ultima opportunità per farlo: come potevo lasciarmela sfuggire?».

 La manifestazione era stata indetta dall’associazione per raccogliere fondi per i combattenti sul fronte ucraino. «C’è urgenza di tutto, dagli anfibi alle mimetiche, ai giubbotti antiproiettile. Ho visto i combattenti del battaglione Kiev. Vanno in trincea con le scarpe da ginnastica», ha spiegato Voerzio.