I più fottuti d’Europa. Un altro record di tasse, ecco le riforme

nooo….le imprese pagano? In Italia siamo tutti o choosy o evasori o tutti e due.Tra l’altro per il 2014 qui scrive 44% ma la confcommercio a fine luglio ha calcolato una pressione fiscale del 53% A quei pochi che lavorano (tasso di occupazione del 47% quindi il restante oltre 50% è a spasso e senza reddito di cittadinanza), conviene proprio lavorare in Italia.

di REDAZIONE

Secondo il Def (Documento di Economia e Finanza) approvato nella primavera scorsa, quest’anno la pressione fiscale è destinata a toccare il livello record del 44%: la stessa soglia raggiunta nel 2012. Con un record di tasse che ci proietta ai vertici della classifica dei più tartassati d’Europa, le imprese italiane versano al fisco italiano ben 110,4 miliardi di tasse all’anno. Nell’Ue, sottolinea l’Ufficio studi della CGIA, solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti più delle nostre, anche se va ricordato che la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 più dell’Italia.

Anni Pressione fiscale (% sul Pil)

1980 31,4

1981 31,1

1982 34,1

1983 36,3

1984 34,9

1985 34,6

1986 35,0

1987 35,4

1988 36,6

1989 37,3

1990 38,2

1991 39,2

1992 41,7

1993 42,7

1994 40,6

1995 40,9

1996 41,4

1997 43,4

1998 42,2

1999 41,9

2000 41,3

2001 41,0

2002 40,5

2003 41,0

2004 40,4

2005 40,1

2006 41,7

2007 42,7

2008 42,6

2009 43,0

2010 42,6

2011 42,5

2012 44,0

2013 43,8

2014 44,0

Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat e Mef

Dal 1980 ad oggi, segnala l’Ufficio studi della CGIA, la pressione fiscale in Italia è aumentata di 12,6 punti percentuali: un vero “salasso” che si è abbattuto sui portafogli dei contribuenti onesti.

“Con un carico fiscale di questa portata – sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – è difficile fare impresa e soprattutto creare le condizioni per far ripartire l’economia.”
Ma quali sono, secondo il leader degli artigiani mestrini, le cause di questo nuovo record fiscale ?

“Gli effetti legati alla rivalutazione delle rendite finanziarie, all’aumento dell’Iva, che nel 2014 si distribuisce su tutto l’arco dell’anno, all’introduzione della Tasi e, soprattutto, all’inasprimento fiscale che graverà sulle banche, compensano abbondantemente il taglio dell’Irap e gli 80 euro lasciati in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi medio bassi. Alla luce di tutto ciò, la pressione fiscale di quest’anno è destinata a salire di 0,2 punti percentuali rispetto al livello raggiunto l’anno scorso”.

Ritornando al carico fiscale che grava sulle imprese, se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle aziende sul gettito fiscale totale, a guidare la classifica europea è il Lussemburgo, con il 17 per cento. Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16 per cento, mentre al terzo troviamo l’Irlanda, con il 12,3 per cento.

FISCO E IMPRESE NELL’EUROPA DEI 15

Rank Nazioni % Tasse Milioni di euro

1 Lussemburgo 17,0 2.864

2 Italia 16,0 110.474

3 Irlanda 12,3 5.784

4 Belgio 12,1 20.583

5 Spagna 11,7 39.247

6 Germania 11,6 121.014

7 Paesi Bassi 11,4 26.589

8 Regno Unito 11,2 76.589

9 Austria 11,1 14.653

10 Portogallo 10,8 5.794

11 Grecia 10,3 6.745

12 Francia 10,3 94.179

13 Finlandia 9,4 7.960

14 Danimarca 8,2 9.671

15 Svezia 7,8 14.024

Unione Europea 11,3 538.684

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

(*) E’ un indicatore che aiuta a comprendere l’elevato livello di tassazione a cui sono sottoposte le aziende: misura l’incidenza percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale. Come si può vedere, le imprese italiane sono tra le più tartassate. Le imposte considerate in questa analisi sono: IRAP, IRES, quota dell’IRPEF in capo ai lavoratori autonomi, ritenute sui dividendi e sugli interessi, imposte da capital gain. Non sono state considerate altre forme di prelievo per le quali non è possibile effettuare un confronto omogeneo con gli altri paesi considerati in questa comparazione. Ci riferiamo ai contributi previdenziali, all’IMU, al tributo sulla pubblicità, alle tasse sulle auto pagate dalle imprese, alle accise, ai diritti camerali, etc.

Nota I dati si riferiscono al 2012 (ultimi disponibili) e sono relativi all’”Europa a 15”. La percentuale relativa all’Italia è stata integrata in modo da considerare anche la quota IRAP relativa al costo del lavoro del settore privato, che nelle tabelle originarie di Eurostat viene attribuita in capo ai redditi da lavoro dipendente.

Tra i nostri principali competitor segnaliamo che la Germania fa segnare l’11,6 per cento, il Regno Unito l’11,2 per cento, la Francia il 10,3 per cento, mentre la media dell’Ue dei 15 è pari all’11,3 per cento.

“Alle nostre imprese – conclude Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – viene richiesto lo sforzo fiscale più pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è al top”.

Il risultato ottenuto dal Lussemburgo merita una riflessione. Come è possibile che il Granducato guidi questa speciale graduatoria se è riconosciuto internazionalmente come un “paradiso fiscale” ? Innanzitutto, va ricordato che questo piccolo Paese conta solo 500.000 abitanti: pertanto, il gettito fiscale complessivo è molto contenuto. Grazie ad una forte fiscalità di vantaggio, sono moltissime le multinazionali che hanno deciso di pagare le imposte in Lussemburgo. Di conseguenza, nonostante paghino pochissimo, l’incidenza su un gettito complessivo relativamente molto contenuto fa apparire le imprese lussemburghesi molto “generose”. In linea generale questo ragionamento vale anche per l’Irlanda.

http://www.rischiocalcolato.it/2014/08/i-piu-fottuti-deuropa-un-altro-record-di-tasse-ecco-le-riforme.html

Papa Francesco, cappellano militare di BombObama

ma Obama e Papa Francesco son tanto politically correct come si fa a criticarli e malignare pensando siano mondialisti guerrafondai????

AGOSTO 20, 2014 DI BYEBYEUNCLESAM

“È lecito fermare l’aggressore ingiusto”…così parlò ieri Papa Francesco con evidente riferimento alla nuova missione “umanitaria” degli USA in Irak.
Fatta di bombardieri e droni a tutto campo e di centinaia di “consiglieri militari” di vietnamita memoria.
Chi sia “l’aggressore ingiusto” il Papa lo ha solo fatto intuire malgrado avrebbe potuto pure nominarlo, in fin dei conti gode dell’infallibilità di giudizio.
Credo proprio che il Califfo dell’ISIS fosse il suo bersaglio, il demone di turno da “fermare” come precisato nell’uso del verbo.
Oddio, a me è venuto spontaneo pensare agli appelli dei Papi che esortavano alle Crociate per “liberare” la Terra Santa.
Od a quelli che imploravano i governanti dell’epoca a “fermare li Turchi”.
Sempre contro i musulmani però, guarda caso.
Ieri ed oggi.
Poi maliziosamente mi è tornato in mente quando, proprio per le stragi commesse dai Crociati in Terra Santa, un non lontano predecessore di Sua Santità chiese “perdono” per i massacri e le violenze perpetrate dai “missionari” in quel di Acri e Gerusalemme ai danni dei civili (donne e bambini) maomettani.
Stragi, particolare non trascurabile per chi abbia la memoria corta, eseguite “in trasferta”.
Certo, il Califfo e le sue truppe sono estremamente violenti.
Le teste cadono letteralmente a migliaia, i cristiani sono in fuga e corrono seri pericoli.
Ma decidere chi sia “l’aggressore ingiusto” sulla Terra non è come pontificare su Angeli e Demoni.
Papa Francesco sa benissimo che con il verbo “fermare” gli USA intendono radere al suolo tutto ciò che si oppone ai loro disegni di “pace”.
BombObama ha “fermato” già “pericoli” in tanti, troppi posti ed in altri ci tenta.
Irak, Afghanistan, Libia, Siria, Yemen, Somalia sono le principali destinazioni delle amorevoli cure americane.
Sempre con contorno di migliaia di morti di donne e bambini, “effetti collaterali” delle azioni.
Spesso e volentieri autorizzate da quell’ONU richiamato impropriamente da Francesco come legittimato a decidere chi sia “buono o cattivo”.
E che, ma Francesco fa finta di non saperlo, con veti e controveti di soli 5 Stati, tutto è tranne che “democratico”.
Faccio pure notare (metto un carico sgradito a tanti) che mai e poi mai un Papa ha chiesto di “fermare” Israele che pure si è annessa Gerusalemme e che per stragi di civili non scherza.
Personalmente, e me ne assumo responsabilità, ritengo quindi questa uscita papale degna non del Vicario di Cristo ma del “cappellano militare di BombObama”.
Vincenzo Mannello

http://byebyeunclesam.wordpress.com/2014/08/20/papa-francesco-cappellano-militare-di-bombobama/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews  

COMMENT LA CRIMEE EST REDEVENUE RUSSE/ UKRAINE VERSUS NOVOROSSIYA (1)

Conception et direction Luc MICHEL / Images EODE-TV – Krimm24 – Rossiya24/

Présentation Bachir Mohamed Ladan/

Montage Ibrahim Kamgue/ Réalisation Romain Mbomnda/

Coproduction Luc MICHEL – EODE-TV – Afrique Media

EODE-TV - UKR. V. NOVOROSSIYA 1 crimée (2014 08 14) FR

Emission 1 complète sur :

https://vimeo.com/103799370

 EMISSION ‘UKRAINE VERSUS NOVOROSSIYA’ 1/

COMMENT LA CRIMEE EST REDEVENUE RUSSE

(première diffusion le 14 juillet 2014)

 La crise ukrainienne est à la Une des médias depuis la fin novembre 2013.

Une crise diplomatique entre le duo Washington-Bruxelles contre Moscou. Où les politiciens de Kiev ne sont que des pions.

Une crise transformée en sale guerre à l’Est, par la Junte pro-occidentale de Kiev arrivée au pouvoir par le putsch du 21 février 2014. Sur ordres de ses maîtres, les USA et le FMI.

Un dossier complexe, plein d’arrière-plans occultés, où Géopolitique, idéologies, Histoire, appétits économiques, et expansion de l’OTAN à l’Est se mélangent et s’imbriquent.

 Nous ouvrons pour vous ce dossier avec Luc MICHEL, le correspondant international d’AFRIQUE MEDIA et le patron d’EODE-TV. Nous allons vous présenter 4 émissions spéciales UKRAINE VERSUS NOVOROSSIYA.

Voici  la première consacrée au Dossier du retour de la Crimée à la Russie. La Crimée aura vu deux événements décisifs pour l’histoire de l’Europe et du monde. Lors de la conférence de Yalta en 1943. Et lors de ce référendum du 16 mars 2014.

 Luc MICHEL était en Crimée au moment du référendum d’autodétermination puisque qu’avec son Ong EODE il en a organisé la Mission internationale de Monitoring (la réaction des occidentaux a été une campagne de haine contre lui, dont plus de 1.200 articles diffamatoires).

Il montre des analyses inédites faites au cœur de l’action du 15 au 18 mars 2014. Et aussi partage des images exclusives filmées par l’équipe d’EODE-TV qui le suivait là-bas. Voici aussi le référendum de Crimée au cœur de l’événement.

 GEOPOLITIQUE – HISTOIRE – IDEOLOGIES …

 Dans la crise ukrainienne, histoire et idéologies se mêlent étroitement. La confrontation en Crimée, qui est celle des deux Ukraines, celle de l’Ouest et celle du Sud-Est est aussi et surtout un choc idéologique. Fascisme et anti-fascisme, nostalgie du fascisme de Bendera et souvenir de la Grande Guerre Patriotique. Luc MICHEL nous explique en quoi cette confrontation a à la fois causé et précipité la crise ukrainienne et le soulèvement du peuple de Crimée.

Une telle confrontation explique les résultats du référendum du 16 mars 2014. Vous verrez notamment le meeting de  la victoire du OUI et des pro-russes, au soir du 16 mars, Place Lenine à Simferopol. C’est ce que les médias de l’OTAN vont appeler sans honte ni remord « un climat de peur et un référendum sous la menace de l’armée russe ». Vous jugerez par vous même !

 Nous émission se clôture sur des images fortes. Celle de la foule à Simferopol qui vient de recevoir les résultats du référendum dans la nuit du 16 mars. C’est OUI à 96%. Sur le podium les chefs du soulèvement triomphant, dont le nouveau président de la République Axionov et le nouveau maire de Sébastopol. Et les marins de la Flotte russe. Retenti alors un vibrant hymne russe. La Crimée est de nouveau russe !

Luc MICHEL est là, à quelques mètres, dans la foule, qui rit et qui pleure, dans une communion fervente. « Un soir de victoire, Un moment fort de ma vie politique » dit-il …

 EODE Press Office

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 # AFRIQUE MEDIA a co-produit une série d’émissions spéciales avec le géopoliticien Luc MICHEL et sa chaîne EODE-TV sur le thème : UKRAINE VERSUS NOVOROSSIYA, la crise ukrainienne. L’information la plus complète sur la crise en Ukraine et en Mer Noire.

Toutes les thématiques analysées.

 Avec Luc MICHEL, géopoliticien et expert des mondes russe et ukrainien, nous allons découvrir le dessous des cartes. Notre expert connaît en effet intimement la région. Depuis les Années 80, Luc MICHEL a voyagé dans toute l’Europe de l’Est : pays baltes, Europe centrale, Russie, Sibérie, Ukraine, Belarus, Yougoslavie, Caucase, Balkans … Parfois observateur, souvent acteur des événements. Nombreuses missions pour son ONG EODE qui organise du monitoring électoral et fait de « la diplomatie parallèle » selon la presse belge. Nombreuses actions politiques ou conférences pour son organisation politique transnationale en Eurasie, le PCN. Il connaît particulièrement l’Ukraine, la Moldavie et la Transdniestrie (PMR), et les autres pays de la Mer Noire et des Balkans. Enfin il a orienté aussi à l’Est sa vie privée, compagne ukrainienne, puis marié à une Russe de Riga. Son épouse actuelle est native de Transylvanie.

 www.afriquemedia.tv

EODE T-V sur Vimeo : https://vimeo.com/eodetv