Un viaggio nel tempo alla festa patronale di Susa

5 agosto festa patronale a Susa, la cittadina si anima di iniziative promosse dal Comune. Oltre la musica, i fuochi artificiali alcune novità in collaborazione con esperti di Rafting e la Banca del Tempo di Gravere

Banca del Tempo

di Davide Amerio.

Grande festa ieri per le vie di Susa in onore della Madonna del Rocciamelone patrona della città. I segusini e i turisti hanno potuto godere di un pomeriggio di sole, finalmente, e di due iniziative che sono state molto apprezzate.

La prima riguarda il Rafting sulla Dora Riparia dove, sotto la guida di esperti, i temerari hanno potuto cimentarsi in una ‘gita’ sul gommone tra le ripide della Dora. Nonostante i tempi tecnici di attesa l’iniziativa ha riscosso successo.

Numerosi i curiosi lungo le rive del fiume su corso Trieste e sul ponte della Dora.

 La seconda è stata organizzata dalla Banca del Tempo di Gravere con il patrocinio dellaCittà di Susa e con al collaborazione della Associazione Onlus Antare.

Per le vie del centro ha preso corpo la “Fiera degli Antichi Mestieri” un viaggio nel tempo per ‘conoscere le radici del passato per capire il futuro‘ attraverso banchetti nei quali maestri artigiani esibivano la propria maestria in antiche arti artigianali.  Ci siamo avvicinati e abbiamo documentato questo viaggio nel tempo per i nostri lettori.

Il primo sito sono le vetrine dell’Associazione Liuterica Piemontesedel maestro Gianfranco Dindo che ha la sua sede sotto i portici delle vie del centro. La liuteria viene considerata dal maestro Dindo ‘l’arte del fare i miracoli’. E di ‘miracoli’ se ne vedono tra queste vetrine che illuminano il laboratorio dell’associazione dove, per incanto, pezzi di legno vengono trasformati nel sublime strumento musicale per eccellenza: il violino. Tecnica, passione, arte si fondono in questa scuola, diretta da Andrea Michetti, per trasformare i legni di abete rosso della val di Fiemme, dell’acero e del pioppo in un’anima musicale.

‘Zigo, zago, zigo, zig…’ è la famosa canzoncina che i piazzisti insegnavano alle ragazze al momento della vendita a rate della loro macchina da cucire, sopratutto perché imparassero a pedalare al ritmo giusto. L’idea della macchina per cucire meccanicamente dovette attendere un centinaio d’anni fino al 1755 per trovare nel luglio di quell’anno un brevetto inglese (per opera di Charles F. Weisental), poi la svolta la si ebbe grazie ai Francesi nel 1830, si racconta al banchetto di Martinasso Maria Paola esperta di cucito e Sartoria.

 

Calzolaio – Susa

Bisogna non essere proprio giovanissimi per ricordare l’odore misto di colla e lucido che ti entrava d’impeto nelle narici quando varcavi la soglia del negozio del Calzolaio. Antichissimo mestiere che si perde nella note dei tempi: da quando l’uomo ha deciso che indossare delle calzature qualcuno si è occupato di ripararle. Se nel sentire comune il mestiere non ha particolare considerazione la categoria gode di famosi ‘patroni’ protettori: Simone d’Atene (allievo di Socrate), Giacomo Pantaleone (diventato Papa con il nome di Urbano IV) e i SS. Martiri Crispino e Crispiniano. Qui le mani esperte sono quelle di Berardinelli Giancarlo.

 

Cestaio – Susa

Il centro di documentazione Storico Etnografico Ambientale di Mattie ha presentato un film documentario dal titolo “Eligio il fabbro“, scritto e diretto daFranco Favro Bertrando, girato negli anni ’70 presso le Officine Eligio Plano.

L’arte di Bosio Virgilio (di Almese) è quella del ‘cestaio‘. Ci vuole un’ora e mezza di tempo per la lavorazione di un ‘cavagnin ‘d gure ed sars’ ovvero un cestino di rami di salice (vimini). I cavagnin si impiegavano per portare le pesche (le ‘persi’) prima dell’uso delle cassette di legno (i ‘platò’). I rami vengono messi in ammollo in una pozzanghera d’acqua per due-tre giorni e successivamente il cestaio sceglierà una ventina di rami per comporre i montanti del cesto e il manico.

 Davanti al comune banchetti diversi mostrano le maestrie nella cardatura, tessitura della lana (Beccaris Bruno e Patrizia),

 nonché la gramolatura e la filatura della canapa.

 

Intaglio nel legno -Susa

 La scuola di Scultura e Intaglio di Monpantero si presenta con uno stand in cui sono esposte le opere in legno prodotte dagli artisti ( Beccari & Chirico).

 A proposito di incisioni sul legno un ricco stand di Pirografi mostra tavole di legno incise con il fuoco; qui gioca un ruolo importante la luce: le immagine sono scavate nel legno ma da lontano sembra un disegno ma da vicino si vedono i rilievi e l’effetto è notevole (diRavetto Marco).

  

Lavorazione del ferro – Susa

 E non poteva mancare il fabbro (Mejer Silvio) per mostrare un po’ della magia che avvolge chi sta di fronte a una fucina osservando il ferro che si surriscalda sino a diventare incandescente e pronto per essere lavorato da colpi sapienti

  

Ricami – Susa

 E poi ancora ricami a mezzo punto(Cortese Lucia) , lavorazioni con il legno per creare una foresta di Gnomi (Olivero Gualtiero) che accompagnano le Streghe alternative della Val di Susa (Silvia, Milena, Anna) che mostrano i loro manufatti di Patchwork, lavorazioni con la lana, bambole, bottoni in legno …

 Chiudiamo menzionando per  la parte dedicata alla fotografia: una panoramica sulla storia (di Fulcheri Diego) e una galleria fotografica promossa da Flavio Mariazzi appassionato fotografo della Val di Susa.

D. A. 06.08.14

Un viaggio nel tempo alla festa patronale di Susaultima modifica: 2014-08-08T20:14:29+02:00da davi-luciano
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