TURISMO, ECCO IL PROGETTO PER COLLEGARE LE STRADE MILITARI DELLA VALLE E RIAPRIRE LA GALLERIA DEI SARACENI

BY  – PUBLISHED: 08/04/2014 – 

di MAURO MINOLA

Dal settembre del 2013 è stata chiusa, per ordine del demanio militare, proprietario della strada, la Galleria dei Saraceni sulla rotabile militare Fenils-Pramand-Jafferau. Ufficialmente la chiusura è avvenuta per motivi di sicurezza, la galleria presenta infatti vistose cadute d’acqua e qualche distacco del rivestimento: tenerla aperta così, per pedoni e mezzi motorizzati, risulta troppo pericoloso.

Peccato che la galleria e la strada di cui fa parte, un vero gioiello dell’architettura militare a cavallo dei secoli Otto e Novecento, consentano l’accesso a uno dei più importanti comprensori montani della Valle di Susa, che va dalle vaste praterie tra il forte Foens e il forte Jafferau ai sentieri che permettono di salire sul Seguret, il caratteristico monte che domina tutta la conca di Oulx. Comprensorio che sarebbe impossibile da raggiungere, anche a piedi, senza passare per il tunnel che aggira la zona franosa delle Grotte dei Saraceni, dove ormai più nessun sentiero è percorribile in sicurezza.

La galleria fa parte della strada militare Fenil-Jafferau, che fu realizzata a partire dal 1890 per collegare con il fondovalle le batterie Fenil, Pramand, Föens e Jafferau, costruite a difesa dell’importante conca di Bardonecchia. Fin dai primi anni il tratto più critico di questa rotabile fu proprio quello che attraversa la zona delle Grotte dei Saraceni, un’area soggetta a frane e a cadute d’acqua, che ridussero ben presto ad un sentiero il tracciato stradale.
Proprio per prevenire il continuo crollo di massi sulla strada dalle pendici del monte Seguret, nel 1925 il Genio militare progettò la realizzazione di una galleria, lunga 876 metri, con un tracciato ad U che penetrava all’interno del monte, aggirando la zona franosa.

La larghezza della carreggiata era tale da rendere possibile il transito solo in una direzione per volta (per l’incrocio vi era uno slargo a circa metà galleria); sui muri, erano poste delle lanterne per l’illuminazione. I lavori di costruzione si protrassero per 4 anni, fino al 1929. Nel 1940, dopo che una grande frana distrusse il tracciato nei pressi dell’imbocco meridionale, furono necessari nuovi lavori, con lo scavo di un breve tunnel di raccordo.

Nel secondo dopoguerra la manutenzione della strada passò alla Provincia di Torino, che intraprese diversi lavori. Ancora qualche anno fa, grazie ai contributi europei, fu possibile mettere in sicurezza il fondo stradale e la volta della galleria. Poi più nulla.

E la galleria, come la strada, iniziò ad andare in pezzi, nell’indifferenza generale: la Provincia non esiste più, le amministrazioni comunali, peraltro senza fondi per garantire una regolare manutenzione, preferiscono evitare problemi con un’ordinanza di chiusura e così, quello che, persino all’estero, tutti ci invidiano quale tesoro di ingegneria stradale da conservare e valorizzare, va incontro ad una rapida dissoluzione.
Pensare che, solo fino a poco tempo fa, si facevano grandi progetti turistici sull’impiego di queste nostre, uniche, strade militari.

Negli ultimi giorni si parla di un progetto che i Comandi militari, ancora proprietari della rotabile, vorrebbero concordare con le amministrazioni comunali e quella regionale, per creare un anello turistico tra Susa, Oulx, Bardonecchia e Sestriere, usando le rotabili militari (Strada Assietta, Colle Finestre, Fenil-Jafferau), anche con l’introduzione di un pedaggio per coprire, almeno in parte, le spese di manutenzione. Sarebbe proprio una bella iniziativa, che potrebbe incentivare il turismo nella Valle di Susa, sia quello con i mezzi motorizzati a due e a quattro ruote, opportunamente disciplinato, che quello degli escursionisti a piedi, che così potrebbero nuovamente accedere ai sentieri in quota che permettono di raggiungere cime come il Seguret e i monti del gruppo Vallonetto.

Anche perché l’alternativa è proprio secca: se non si parte con un’iniziativa di recupero, la Galleria dei Saraceni, secondo quanto si dice, verrà fatta franare con una bella carica di dinamite, come è accaduto alla galleria del Monte Rotta. Sarebbe un brutto colpo, non solo per la tutela di un manufatto storico, ma ancora di più per il rilancio del turismo sostenibile, in una valle sempre più indifferente al patrimonio che ha ereditato dal passato.

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TURISMO, ECCO IL PROGETTO PER COLLEGARE LE STRADE MILITARI DELLA VALLE E RIAPRIRE LA GALLERIA DEI SARACENIultima modifica: 2014-08-07T23:11:10+02:00da davi-luciano
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