Il Governo salva i superburocrati e abbandona gli insegnanti

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2014/08/quota-96-volpe-decreto-pa.html

Parlamento 5 Stelle

Scritto da M5S Camera News pubblicato il 06.08.14 12:24 

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 C’è l’Italia degli insegnanti beffati mentre varcano la soglia della pensione.

E c’è l’Italia dei Volpe.

Per i primi l’emendamento del M5S che poneva fine all’ingiustizia perpetrata da Monti & Fornero è stata oggetto di relazioni, pareri, polemiche del commissario Cottarelli fino alla definitiva mannaia che l’ha tagliato fuori.

Per i secondi c’è la solita manina che – taaac – piazza nel decreto pa la norma che elimina un altro emendamento del M5S: quello che poneva fuori ruolo tutti i magistrati, avvocati e procuratori dello Stato già in aspettati perché “prestati” alla pubblica amministrazione.

I primi sono 4mila, i cosiddetti “Quota ’96”).

I secondi sono i superburocrati, i “mandarini di Stato”, come Italo Volpe: capo degli affari legali dell’Agenzia delle dogane e magistrato al Tar di Bologna. Il suo stipendio è di 210mila euro l’anno. È in aspettativa solamente dal 1993.

Ma sono tanti i Volpe in Italia, qualche nome:

Donato Marra, consigliere di Stato, segretario generale del Quirinale

Paolo Troiano, consigliere di Stato, commissario Consob

Michele Corradino, consigliere di Stato e più volte capo e vice capo di gabinetto di ministri (Santagata, Scajola, Prestigiacomo, Catania), appena nominato all’Anac

Roberto Garofoli, consigliere di Stato, capo gabinetto Padoan (già segretario generale presidenza Letta e capo gabinetto di Patroni Griffi)

Mario Alberto Di Nezza, consigliere di Stato, capo gabinetto Lorenzin,

Gerardo Mastrandrea, consigliere di Stato, capo ufficio legislativo ministro Lupi

Giuseppe Chiné, consigliere di Stato, capo ufficio legislativo ministro Lorenzin

Ora non hanno più il problema di scegliere se tornare a fare il magistrato o meno.

Gli insegnanti, invece, non hanno scelta.

Il sindaco No Tav di Susa convocato dal ministro Lupi

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/08/06/news/il_sindaco_no_tav_di_susa_convocato_dal_ministro_lupi-93263529/

Oggi vertice a Roma sulla Torino-Lione. Plano: ribadirà la contrarietà all’opera. Convocato anche il primo cittadino di Chiomonte

di MARIACHIARA GIACOSA

06 agosto 2014
Il sindaco No Tav di Susa convocato dal ministro Lupi

I sindaci di Susa, Sandro Plano, e di Chiomonte, Silvano Ollivier, sono stati invitati per oggi pomeriggio a una riunione a Roma dal ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi per fare il punto sulla Torino-Lione. Si tratta del primo incontro tra i due amministratori e il ministro delle infrastrutture, nella cornice della task force sulla Torino-Lione, durante la quale si parlerà dell’opera e soprattutto delle compensazioni previste per i comuni che ospiteranno i cantieri.  
“Esprimerò – ha annunciato prima di partire Plano, iscritto al Pd ma da sempre fermo oppositore della Tav – la contrarietà all’opera dell’amministrazione che rappresento e la necessità di invitare a queste riunioni tutti i Comuni coinvolti dal progetto”. Più morbido l’atteggiamento  di Ollivier che si aspetta dal ministro un’accelerata sulle compensazioni. “Qualcosa si sta muovendo, ma i tempi sono davvero biblici – spiega – se vogliamo far capire alla gente che le risorse ci sono e che si fa sul serio dobbiamo marciare un po’ più spediti”. 

Griseri stratega (o portavoce) del Tav

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Regolarmente quando si parla di Tav spunta qualche personaggio politico in cerca di notorietà oppure un giornalista “appannato” che prova a candidarsi come portavoce dei Si Tav cioè quelli che, si sa, i soldi li mettono un po’ dappertutto.

Ed ecco che anche ieri, come tradizione vuole, l’articolo pubblicato su La Repubblica ci ha restituito un nuovo appassionato stratega del Tav.

L’articolo in questione Tav: tra espropri e cantieri in autunno si gioca la partita decisiva a firma di Paolo Griseri tradisce un certo entusiasmo, incontenibile quando arriva la citazione di Chiamparino, elevato ad oracolo dei tempi moderni: “Come disse una volta Sergio Chiamparino quando ancora era sindaco di Torino – in valle si cercano soluzioni tecniche per risolvere problemi politici – E questo accadrà.”

Concedeteci una risata. Nonostante le certezze del Chiampa è evidente a tutti, anche ai sostenitori del Tav, come le soluzione tecniche adottate finora siano decisamente naufragate (tra le molte vi citiamo solo L’Osservatorio e le compensazioni…). Anche il tentativo di ridurre l’opposizione all’Alta Velocità ad una mera questione di ordine pubblico non ha dato i risultati sperati e, quindi, cosa rimane a fronte di ciò?

Proprio come dice Chiamparino, rimane un problema politico, aggiungiamo noi bello grosso, per chi vorrebbe chiudere la partita ma sa di non potercela fare, ma anche per gli italiani che in un periodo nero di crisi si vedono sottrarre tanti denari per un’opera inutile.

Delle tante finezze di cui l’articolo è farcito, vogliamo però sottolineare un’omissione grossa come una casa, scrive Griseri: “ L’opposizione del movimento No Tav potrebbe impedire l’esproprio del rimanente 20 per cento (come sta tentando di fare in queste ore al Terzo Valico) e in quel caso i contribuenti italiani pagherebbero 6 milioni in più del previsto. C’è tempo comunque un anno e mezzo per sciogliere il nodo.”

Altra risata sul nodo. Perché non dire agli italiani, allora, che se si rinunciasse a quest’opera inutile e dannosa di soldi se ne risparmierebbero ben di più, tipo alcuni miliardi che potrebbero servire a sostenere chi oggi è senza lavoro, a dare una casa a chi oggi la sta perdendo oppure a finanziare la ristrutturazione di scuole, ospedali ecc…?

L’articolo continua con tutta una serie di ipotesi e molti paragrafi in cui i “ma” e  “se” si alternano a numerosi  “?” e non è un caso poiché, per quanto a certi personaggi piacerebbe poter pianificare il futuro, sanno che la variabile determinante finora è stata soprattutto quella del movimento No Tav che, nonostante gli innumerevoli sforzi di politica e magistratura, resiste e non si arrende.

Per ora, quindi, nonostante le profezie di Griseri o gli auspici del Chiampa, noi rimaniamo concentrati sui nostri obiettivi, cioè rallentare i lavori al cantiere del tunnel esplorativo, denunciare le infiltrazioni mafiose tra le aziende che operano in valle e palesare la colossale truffa che vorrebbero portare avanti a danno degli abitanti di questo paese.

Il resto, lo decideremo come sempre a casa nostra e se mai decidessero di scendere più a valle, di una cosa potete essere sicuri: ai nostri posti sempre ci troverete!

Noam Chomsky – L’incubo di Gaza

http://www.internazionale.it/opinioni/noam-chomsky/2014/08/04/lincubo-di-gaza/

  • 4 agosto 2014
Ha insegnato linguistica all’Mit di Boston. Il suo ultimo libro uscito in Italia è 11 settembre. Dieci anni dopo (Il Saggiatore 2011).

 

Lo scopo di tutti gli orrori a cui stiamo assistendo durante l’ultima offensiva israeliana contro Gaza è semplice: tornare alla normalità.

Per la Cisgiordania, la normalità è che Israele continui a costruire insediamenti e infrastrutture illegali per inglobare nel suo territorio tutto quello che ha un minimo di valore, lasciando ai palestinesi i luoghi meno vivibili e sottoponendoli a repressioni e violenze. Per Gaza, la normalità è tornare a una vita insopportabile sotto un assedio crudele e devastante che non consente nulla di più della mera sopravvivenza.

La scintilla che ha provocato l’ultimo attacco israeliano è stato il brutale assassinio di tre ragazzi di un insediamento della Cisgiordania occupata. Un mese prima, a Ramallah erano stati uccisi due ragazzi palestinesi, ma la loro morte aveva fatto poco scalpore. Cosa comprensibile, visto che è la norma. “Il disinteresse istituzionalizzato di tutto l’occidente non solo ci aiuta a capire perché i palestinesi ricorrono alla violenza”, dice l’esperto di questioni mediorientali Mouin Rabbani, “ma spiega anche l’ultimo attacco di Israele contro la Striscia di Gaza”.

L’attivista per i diritti umani Raji Sourani, che vive a Gaza da anni nonostante l’atmosfera di terrore e i continui episodi di violenza, ha dichiarato in un’intervista: “Quando si comincia a parlare di cessate il fuoco, la frase che sento dire più spesso è: ‘Per noi è meglio morire che tornare alla situazione in cui eravamo prima di questa guerra. Non vogliamo che sia di nuovo così. Non abbiamo più né dignità né orgoglio, siamo bersagli facili, la nostra vita non vale nulla. O la situazione migliora sul serio o preferiamo morire’. E sto parlando di intellettuali, accademici, persone comuni. Tutti dicono la stessa cosa”.

Nel gennaio del 2006, quando si sono svolte elezioni libere e attentamente monitorate, i palestinesi hanno commesso un terribile crimine: hanno votato nel modo sbagliato, dando il controllo del parlamento a Hamas.

I mezzi d’informazione continuano a ripetere che Hamas vuole la distruzione di Israele. In realtà i suoi leader hanno chiarito più di una volta che accetterebbero la soluzione dei due stati che è stata proposta dalla comunità internazionale e che Stati Uniti e Israele bloccano da quarant’anni. Israele, invece, a parte gli occasionali discorsi vuoti, vuole la distruzione della Palestina e sta mettendo in atto il suo piano.

I palestinesi sono stati immediatamente puniti per il crimine commesso nel 2006. Stati Uniti e Israele, con il vergognoso consenso dell’Europa, hanno imposto durissime sanzioni alla popolazione colpevole e Israele ha alzato il livello della violenza. Con l’appoggio degli Stati Uniti ha subito progettato un colpo di stato militare per rovesciare il governo eletto. Quando Hamas ha avuto la sfrontatezza di sventare quel piano, gli attacchi si sono intensificati.

Non dovrebbe essere necessario ricordare tutto quello che è successo da allora. L’assedio e i violenti attacchi sono stati intervallati da momenti in cui “si falciava il prato”, per usare la simpatica espressione con cui Israele definisce gli omicidi indiscriminati nell’ambito di quella che chiama la sua “guerra di difesa”. Una volta che il prato è stato falciato e la popolazione indifesa cerca di ricostruire qualcosa dalle rovine, di solito si arriva a un accordo per il cessate il fuoco. L’ultimo è stato deciso dopo l’attacco israeliano dell’ottobre 2012, chiamato Operazione pilastro di difesa.

Anche se ha continuato il suo assedio, Israele ha ammesso che Hamas ha rispettato quel cessate il fuoco. La situazione è cambiata nell’aprile del 2014, quando Hamas e Al Fatah hanno stretto un patto di unità nazionale che prevedeva la formazione di un governo di tecnocrati non associati a nessuno dei due partiti. Naturalmente Israele si è infuriato, e la sua rabbia è cresciuta quando gli Stati Uniti e il resto dell’occidente hanno approvato il patto, che non solo indebolisce l’affermazione di Israele secondo cui è impossibile trattare con una Palestina divisa, ma anche il suo obiettivo a lungo termine di dividere la Striscia di Gaza dalla Cisgiordania.

Bisognava fare qualcosa, e l’occasione si è presentata il 12 giugno, quando in Cisgiordania sono stati uccisi i tre ragazzi israeliani. Il governo di Benjamin Netanyahu sapeva dall’inizio che erano morti, ma ha finto di ignorarlo fino a quando non sono stati ritrovati i corpi, così da avere l’opportunità di attaccare la Cisgiordania. Il primo ministro Netanyahu ha affermato di sapere con certezza che Hamas era responsabile di quelle morti. Ma anche quella era una bugia.

Uno dei maggiori esperti israeliani di Hamas, Shlomi Eldar, ha dichiarato quasi immediatamente che gli assassini dei ragazzi probabilmente appartenevano a un gruppo dissidente di Hebron che da tempo è una spina nel fianco per Hamas. E ha aggiunto: “Sono sicuro che non sono stati autorizzati dai leader di Hamas, hanno solo pensato che fosse il momento giusto per agire”.

Ma i 18 giorni di offensiva seguiti al rapimento sono riusciti a mettere in crisi il tanto temuto governo di unità e hanno consentito a Israele di intensificare la repressione, sferrando decine di attacchi anche contro Gaza. In quello del 7 luglio sono morti cinque membri di Hamas, che poi ha reagito lanciando razzi (i primi da 19 mesi) e fornendo così il pretesto per lanciare l’Operazione margine di protezione dell’8 luglio.
Alla fine di luglio i morti palestinesi erano già 1.400, quasi tutti civili, tra cui centinaia di donne e bambini, mentre solo tre civili israeliani erano morti. Vaste zone di Gaza sono ridotte in macerie e quattro ospedali sono stati bombardati, il che costituisce un crimine di guerra.

Le autorità israeliane si vantano dell’umanità di quello che definiscono “l’esercito più virtuoso del mondo”, perché prima di bombardare una casa avverte le persone che ci abitano. In realtà si tratta solo di “sadismo ipocritamente travestito da clemenza”, per usare le parole della giornalista israeliana Amira Hass, “un messaggio registrato che chiede a centinaia di migliaia di persone di lasciare le loro abitazioni già prese di mira, per andare in un altro posto altrettanto pericoloso a dieci chilometri di distanza”. Non esiste nessun posto nella prigione di Gaza in cui si può essere al sicuro dal sadismo israeliano, che potrebbe anche superare i terribili crimini dell’Operazione piombo fuso del 2008-2009.

Tanto orrore ha suscitato la solita reazione dal parte del presidente più virtuoso del mondo, Barack Obama, che ha espresso grande simpatia per gli israeliani, ha condannato duramente Hamas e invitato alla moderazione entrambe le parti.

Quando questa ondata di attacchi avrà fine, Israele spera di essere libero di riprendere la sua politica criminale nei territori occupati senza alcuna interferenza e con il sostegno che gli Stati Uniti gli hanno sempre garantito. Gli abitanti della Striscia di Gaza saranno invece liberi di tornare alla normalità della loro prigione, mentre i palestinesi che vivono in Cisgiordania potranno stare tranquillamente a guardare Israele che smantella quel che resta dei loro possedimenti.

Questo è quanto probabilmente succederà se gli Stati Uniti continueranno a fornire il loro appoggio decisivo e praticamente unilaterale a Israele e a respingere una soluzione diplomatica a lungo sostenuta dalla comunità internazionale. Ma se gli Stati Uniti ritirassero quell’appoggio, il futuro sarebbe molto diverso.

In quel caso si potrebbe andare verso quella “soluzione duratura” per la Striscia di Gaza che il segretario di stato John Kerry ha auspicato suscitando reazioni isteriche da parte di Israele, perché quell’espressione poteva essere interpretata come un invito a mettere fine al loro assedio e, orrore degli orrori, addirittura come un invito ad applicare il diritto internazionale nel resto dei territori occupati.

Quarant’anni fa Israele prese la fatale decisione di preferire l’espansione alla sicurezza, respingendo il trattato di pace offerto dall’Egitto in cambio dell’evacuazione dal Sinai, che Israele aveva occupato e dove stava dando il via ai suoi insediamenti. Da allora non ha mai abbandonato questa politica.

Se gli Stati Uniti decidessero di schierarsi con il resto del mondo, le cose cambierebbero molto. Più di una volta Israele ha rinunciato ai suoi piani quando Washington glielo ha chiesto. Questi sono i rapporti di potere tra i due paesi.

Dopo aver adottato politiche che l’hanno trasformato da paese ammirato da tutti a stato temuto e disprezzato, politiche che ancora oggi persegue con cieca determinazione nella sua marcia verso la decadenza morale e forse la distruzione finale, ormai Israele non ha molte alternative.

È possibile che la politica statunitense cambi? Forse. In questi ultimi anni l’opinione pubblica, soprattutto tra i giovani, si è notevolmente spostata e non può essere ignorata del tutto. Già da alcuni anni i cittadini chiedono a Washington di rispettare le sue stesse leggi, che proibiscono di “fornire alcuna assistenza a paesi il cui governo viola costantemente i diritti umani internazionalmente riconosciuti”, e impongono quindi di ridurre gli aiuti militari a Israele.

Israele è di sicuro colpevole di queste costanti violazioni, e lo è da molti anni. Il senatore del Vermont Patrick Leahy, che ha proposto questa legge, ha sollevato l’ipotesi che possa essere applicata a Israele in alcuni casi specifici. Con una campagna educativa ben organizzata si potrebbe lanciare un’iniziativa in questo senso, che già in sé avrebbe un notevole impatto e potrebbe costituire un trampolino di lancio per ulteriori azioni volte a costringere Washington a schierarsi con “la comunità internazionale” e a rispettare le sue leggi.

Non c’è niente di più importante per i palestinesi, vittime di anni di violenza e repressione.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

BRUXELLES – AUTORIZZATI GLI OLI D’OLIVA DEODORATI

dopo il succo d’arancia senza arancia l’Europa dei popoli (così descritta in venti anni di progetto europeo dai collaborazionisti del capitale) sdogaga l’olio d’oliva deodorato.
SEMPRE NELL’INTERESSE DEI POPOLI……mica delle multinazionali.

Posted on agosto 6, 2014 by pjmanc
BRUXELLES – Autorizzati gli oli d’oliva deodorati

PORTE APERTE A MISCELE DI OLI DI DUBBIA QUALITA’. Questo il rischio che comporta l’entrata in vigore,  del nuovo regolamento comunitario che autorizza la vendita di olio con dicitura ‘extra-vergine’ con un quantitativo massimo di alchil esteri pari a 150 mg/kg, composti chimici che si formano nei prodotti di scarsa qualità.”La presenza di oli deodorati deve almeno essere indicata in etichetta “.Il nuovo regolamento comunitario in vigore dal 1° aprile autorizza la vendita di olio con dicitura ‘extra-vergine’ con un quantitativo massimo di alchil esteri pari a 150 mg/kg, composti chimici che si formano nei prodotti di scarsa qualità. Questa norma rischia di spalancare le porte dei mercati europei a miscele di olii di dubbia qualità, poiché un olio ottenuto da olive sane spremute subito dopo la raccolta contiene al massimo 10-15 mg/kg di alchil esteri, che possono arrivare in via eccezionale a 30.

BRUXELLES – Autorizzati gli oli d’oliva deodoratiIL LIMITE DI 150 mg/kg fissato dal regolamento europeo, non è rappresentativo di un olio extra-vergine ottenuto da olive sane e non scoraggia i produttori dal miscelare olio extra-vergine con un prodotto di qualità inferiore come il deodorato con elevati valori di alchil esteri.“Gli oli che hanno bisogno di essere deodorati sono quelli di bassa qualità. È inaccettabile che un procedimento chimico finora vietato in oli extra-vergine venga sostanzialmente permesso per consentire a chi non produce qualità di arrivare sul mercato con un prodotto adulterato che il consumatore non sarà in grado di riconoscere dall’etichetta”, dichiara Carlo Petrini, presidente Slow Food.“È una legge che va esattamente in direzione contraria a quella che sembrerebbe volere imboccare la nuova Pac del Commissario Ue all’agricoltura Dacian Ciolos. Non si protegge la qualità danneggiando in modo così grave una categoria, i produttori onesti di olio extra-vergine di oliva, che in questo momento è già in grave difficoltà. La presenza di oli deodorati deve almeno essere indicata in etichetta a protezione del diritto del consumatore all’informazione e alla salute”, conclude Petrini.
Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org 

6-8-1945: l’Enola Gay “esporta la libertà” in Giappone

Per gli Usa e suoi sciuscià è sempre stata prassi quella di sterminare civili. IMPUNEMENTE. Tanto poi ci pensano i collaborazionisti sul posto a chiamarla liberazione

festeggiamento HIroschima
video dedicato alle vittime di uno dei più gravi crimini di guerra che ancora oggi è rimasto impunito
https://www.youtube.com/watch?v=rABktT2mslA

L’UE?: è la nuova URSS, parola di due ex dissidenti sovietici

l’unica differenza con la Ue è che la Ursss almneno garantiva casa e lavoro ai cittadini. LA UE, a parità di vessazione, TOGLIE CASA E LAVORO PER ARRICCHIRE LE BANCHE. Si si i collaborazionisti parlavano di una Europa solidale (dove per solidarietà costoro intendevano che taluni paesi fossero costretti a pagare le mafie di altri paesi, non le pensioni e redditii di cittadinanza…) prospera, benestante etc. Tutte puttanate. O meglio, lo dicevano e si è avverato per coloro che rappresentavano, OSSIA I BANKSTERS.
 
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Di Salvatore Santoru
 
Spesso l’Unione Europea viene paragonata all’Unione Sovietica.
Al di là di quanto possa sembrare esagerato tale paragone, effettivamente ci sono alcune interessanti somiglianze.
Difatti, l’UE come l’URSS si basa su un sistema centralizzato di tipo tecnocratico, dove le decisioni importanti vengono prese per volere dei pochi burocrati facenti parte della Commissione mentre il Parlamento le ratifica, un pò come il Parlamento sovietico (“Soviet Supremo“) era tenuto a ratificare le decisioni del Politburo, i cui membri, come quelli della CE, non erano eletti da nessuno.
Inoltre, come per l’URSS, l’integrazione dei diversi paesi parte dell’UE è basata sull’omologazione, invece che sul rispetto e la valorizzazione delle diversità di essi, e sul predominio degli standard economici su tutto il resto.
Vi sono anche alcune somiglianze dal punto di vista della comunicazione, con il forte ricorso al politichese, e nella poca tolleranza delle posizioni critiche etichettate indistintamente come “populismo”.
Naturalmente ci sono delle differenze dal punto di vista economico: difatti l’UE è basata sulla dottrina neoliberista, quella che la giornalista e attivista canadese Naomi Klein chiama come la “dottrina dello shock economico”, mentre l’URSS sul collettivismo statalista.
 
A dar man forte a questi parallelismi, ci sono le interessanti riflessioni di due ex dissidenti sovietici: Anatolliy Golitsyn e Vladimir Bukovskij.
AnatolIy Golitsyn, disertore del KGB sovietico, nel 1984 avvertì che ci sarebbe stata una “falsa liberazione” dell’Unione Sovietica e dell’Europa dell’Est, e che ciò sarebbe stato accolto con grande entusiasmo dall’Occidente e avrebbe portato alla fusione della Comunità Europea con alcuni paesi dell’ex Unione Sovietica, esattamente ciò che è successo di lì a poco.
Bukovskij, storico dissidente sovietico, durante una visita al Parlamento europeo parlò di documenti segreti del Politburo e del Comitato Centrale che aveva potuto leggere nel 1992, e che riguardavano proprio la stessa UE.
In quei documenti si faceva riferimento alla conferenza organizzata nel 1989 dalla Commissione Trilaterale con il presidente sovietico Michail Gorbaciov.
A capo di essa vi era il fondatore della stessa Trilateral, David Rockefeller, e l’ex segretario di Stato statunitense e cofondatore Trilateral Henry Kissinger, e anche l’ex presidente francese Valéry Giscard d’Estaing, tra l’altro tutti e tre accomunati dal fatto di essere membri del Bilderberg, un altro gruppo di potere particolarmente rilevante per la nascita dell’UE.
 
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Mentre si discuteva di come Gorbaciov dovesse necessariamente integrare l’URSS nell’accordo di libero mercato del GATT, nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale, D’Estaing intervenne affermando che praticamente a breve l’Europa si sarebbe trasformata in uno “stato federale” e che sia Gorbaciov che i leader europei avrebbero dovuto trovare il modo migliore per favorire tale situazione e trovare le modalità con cui integrare anche i paesi dell’Europa dell’Est :
 
Questa conferenza fu tenuta tre anni prima che venisse ratificato il Trattato di Maastricht, che trasformò la CEE in UE,  e per il quale lo stesso D’Estaing ha avuto un ruolo importante.
 
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Nel suo discorso al Parlamento europeo, Bukovskij aveva anche affermato che il Parlamento europeo gli ricordava il Soviet Supremo, designato proprio per sembrare “supremo” mentre in realtà il controllo era nelle mani dei burocrati del Politburo, che lo stesso considera analogo alla Commissione Europea.
http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/08/lue-e-la-nuova-urss-parola-di-due.html

# SOMMET USA-LEADERS AFRICAINS A WASHINGTON CES 4-6 AOUT 2014 :

EODE PO - pub 3 émissions Sommet Washington (2014 08 05) FR

Le dessous des cartes de la nouvelle arnaque des USA vers l’Afrique décrypté …

 Dans 3 EMISSIONS SPECIALES

Coproduites par Luc MICHEL – AFRIQUE MEDIA – EODE-TV,

Présentées par Bachir Mohamed Ladan

 Diffusées en direct ces 5, 6 et 7 août

* plusieurs rediffusions prévues sur AMTV,

* ensuite dispo sur le Website Vimeo de EODE-TV.

 

En direct sur : www.afriquemedia.tv

ou en streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm

EODE T-V sur Vimeo : https://vimeo.com/eodetv

 Avec les analyses exclusives de Luc MICHEL :

Qui vous dévoilera les vrais plans des USA pour recoloniser l’Afrique.

Qui vous expliquera comment fonctionnent les réseaux de subversion des USA en Afrique.

Qui vous analysera la vision géopolitique prédatrice de l’Afrique qu’ont les américains.

Qui loin de la vision optimiste de certains africains, vous avertira de la tempête américaine qui menace l’Afrique …

 L’information la plus complète sur ce Sommet.

Toutes les thématiques analysées.

Et en plus de nombreuses images du Sommet depuis nos correspondants à Washington …

 EODE Press Office

LE COUP DE GUEULE D’UN PANAFRICANISTE : OBAMA RECOIT LES ‘LEADERS AFRICAINS’ A LA MAISON BLANCHE …

Gilbert NKAMTO pour ALAC & ELAC Website /

2014 08 05 / 

ALAC - OBAMA RECOIT LES AFRICAINS A LA MAISON BLANCHE v2 (2014 07 05) FR

Qui l’aurait cru ? Barack Hussein Obama – cet homme hybride, président des Etats-Unis, dont les deux mandats resteront dans l’histoire africaine, le pire cauchemar que les Africains aient connu après le siècle de l’esclavage et la balkanisation de l’Afrique – vient de tendre la main aux chefs d’Etat africains pour un sommet qu’il avait convoqué depuis le mois d’août 2013 à la Maison Blanche en l’honneur de « l’Afrique » disait-il.

Avec toutes les pressions de prédation qui s’exercent sur l’Afrique, aucun chef d’Etat invité à la Maison Blanche n’a fait honneur aux peuples africains et à l’Afrique en remettant cet agenda ultérieurement. Comme des écoliers se rendant à l’école en venant d’horizons divers, ils se rendent en rangs dispersés à la Maison Blanche pour rencontrer leur enfant-professeur qui leur donnera des leçons de gouvernance, de gestion de crise et de bandes armées, de l’économie et de gestion des ressources naturelles, de développement social et infrastructurels.

 Voila la recette des différentes matières que nos leaders sont allées étudier aux USA en 48 heures. Des enseignements qu’ils devraient recevoir de la Maison Blanche au sortir duquel ils obtiendront leur diplôme, une photo de famille des chefs d’états et de gouvernements africains posant avec l’homme le plus fort de la planète.

 Il apparaît que ce soit un rêve pour certains leaders africains qui n’avaient jusqu’ici eu le privilège que de poser auprès d’un Sarkozy (parti) ou d’un Hollande (partant) ou de Hu Jintao l’ex-président chinois. Cette fois, c’est le comble pour ceux-là, d’avoir été à Pékin, Paris, et Washington et pourquoi ? Pour représenter leurs villages et contrées et non nos « pays » africains du point de vue du Congrès de Berlin.

 Il faut le savoir, ils y sont allés pour y être humiliés. Quelques jours auparavant, leur professeur monsieur Obama, leur a présenté leurs potentiels héritiers, ces 500 jeunes africains qui devraient leur succéder à la tête de leurs pays selon Washington. Et sans honte, ces hommes et femmes politiques et diplomates africains qui font aujourd’hui le malheur de l’Afrique se sont laissés aller à leur tour après leurs petits enfants pour apprendre par la voix du maître du monde, qui seront les futurs héritiers, qu’ils le veuillent ou non.

 REVENONS AU PROBLÈME DE FOND !

 Dans le mode opératoire du prédateur qu’il est, le président des USA a appâté les dirigeants africains en leur indiquant qu’ils devraient parler de l’économie, de la situation sécuritaire en Afrique. Or même l’Africain le moins instruit sait très bien pourquoi Obama a invité nos leaders africains aux USA. Non seulement cette invitation a permis à certains leaders africains, qui auraient du mourir ou quitter le pouvoir en ayant visité seulement New-York où se trouve le fourre-tout des Nations-Unies qui accueillent tous les ans tous les monstres politiques du monde, de voir aussi Washington. Obama a cette fois donc permis à certains leaders africains de visiter Washington. Washington… Quel rêve !? Mais il ne fallait pas qu’ils ratent une telle occasion.

 Pourquoi les intellectuels africains auraient-ils du demander aux leaders africains de ne pas se rendre à Washington ? Pour qu’ils perdent une occasion unique du genre… qui ne se répéterait peut-être plus jamais pour certains parmi eux ?! On dit ici chez nous en Afrique que le ridicule ne tue pas et évidemment, ce ridicule de tous les ans, à Paris, à Pékin, à Tokyo, New-Delhi n’a jamais tué un leader africain. Quelle ironie !!!

 Nos leaders vont rentrer de Washington avec dans leur bagages, la validation de leurs héritiers potentiels – 500 bons jeunes appelés à les remplacer à la tête de nos pseudo-états -, l’ouverture de l’Afrique aux homosexuels, l’octroi sans conditions des terres africaines et de nos sous-sols aux yankees, en plus de l’APE avec l’UE, ça sera l’APE avec les USA et petit à petit on sera engloutis économiquement non seulement par l’Union européenne mais par les ‘amérequins’, je veux dire, les Américains pour petit à petit nous fondre dans l’abîme, comme ce que vit de nos jours la Palestine sur sa terre. Une terre palestinienne rayée de la carte du monde au détriment de l’Israël… une terre palestinienne devenue oasis sur une terre ferme. Voila où nous conduisent nos chefs d’état actuels, voila où s’enfonce cette Afrique qu’on voulait unie et débarrassée de toutes menaces extérieures.

L’UA MORIBONDE

 En tout cas, l’UA signera au soir de ce 6 août 2014, depuis Washington son acte de décès.  Depuis 2011, l’UA était dans le coma aux urgences depuis la destruction de Tripoli, elle ne s’en sortira peut-être plus car elle va définitivement vers la mort et nous aurons juste nos yeux pour pleurer. Africom arrive et va prendre la destinée de l’UA en mains.

 Aucun Africain, digne et respectueux de l’éthique africaine, n’accepterait une telle humiliation surtout lorsqu’il s’agit des leaders qui, en notre temps, sont les leaders de l’Afrique indépendante… je souligne ici la figure de Robert Mugabe. Qu’il ne soit pas sur la liste des invités, semble un honneur pour les indépendantistes africains, mais seul, que fera-t-il dans un océan de traîtres africains.

 Le pire est que c’est un prédateur noir, l’homme qui, pour une première fois dans l’histoire de l’Afrique, a déversé plus de 8000 bombes à uranium appauvri et/ou enrichi sur le sol africain, c’est cet homme là, qui reçoit les Africains pour soi-disant « ouvrir un nouveau chapitre dans la relation entre les Etats-Unis et l’Afrique ». L’homme noir que les grands fauves de l’Amérique ont utilisé pour assassiner plus de 350.000  Libyens et tuer l’homme le plus aimé de l’Afrique, le Colonel Kadhafi.

 Que nos Africains s’asseyent à ses côté, ils jettent l’opprobre sur la tombe des martyrs africains.  En tout cas, ils y sont allés pour eux et leurs familles et non pour l’Afrique. Les réactions des Africains sur la chaine panafricaine AFRIQUE MEDIA TV ont montré à suffisance au cours de ces deux dernières semaines que 8/10 des téléspectateurs qui ont appelé pour réagir sur le sommet USA-Afrique étaient entièrement contre le déplacement des chefs d’état et de gouvernement africains à la Maison Blanche.

 Ces leaders africains, écoutent-ils leur peuple ?

 QUEL ENSEIGNEMENT CES LEADERS AFRICAINS VEULENT LAISSER A LA POSTERITE ?

 Ils ont perdu le sens de l’Honneur et le reste du monde en profite pour les traiter en moutons d’abattoir. Ils sont pitoyables dans leur être lorsque tous les ans ils se rendent en longue file indienne dans les capitales étrangères pour faire la salle de classe devant un professeur dont le nom est à tour de rôle : France, Chine, Japon et aujourd’hui, USA.

Qu’avons-nous fait pour mériter un tel sort ?

 Est-ce que ces dirigeants africains ne peuvent pas abandonner leur souveraineté à l’UA pour se rendre en duo, UA-USA, UA-CHINE, UA-FRANCE, UA-INDE, UA-ETC… pour résoudre les problèmes de l’Afrique. Quel est ce malheur qui frappe sur le front des Africains, qui, chaque fois doivent être la risée des autres nations ? J’ai du mal à être dans la peau de ces chefs d’état sans gloire ni honneur.

 ET LE PRÉDATEUR ?

 Ce que les Africains n’ont pas compris là où les Latino-Américains ont déjà pris leurs distances, c’est que ces leaders noirs ne connaissent pas les enjeux mondiaux de l’heure ou bien, ils le savent mais créent les conditions pour pourrir l’Afrique après eux.

 Les USA n’ont jamais été un partenaire fiable. Ils ont toujours dupé, fait croire au paradis aux peuples du monde, mais ce paradis s’est toujours transformé en enfer de l’enfer. Les pays Latino-Américains en sont bien avertis, l’Iraq, l’Afghanistan, le Pakistan, la Libye décapitée sous nos yeux, la Somalie d’aujourd’hui, la Syrie actuelle en sont des illustrations éloquentes.

 Aucune sécurité extérieure (Africom, UE, OTAN, Casques bleus de l’ONU) n’a jamais été et ne sera jamais bénéfique pour l’Afrique sauf si ce sont les Africains eux-mêmes qui en conjuguent les efforts. La sécurité des USA pour l’Afrique c’est l’insécurité totale…

 Il est clair que mon analyse ne changera jamais l’avis de ces chefs d’Etat avides de notoriété. Ils ont payé le prix du diamant pour se payer le luxe en se ruant à Washington poser auprès du noir-blanc africain de la Maison Blanche, qui est détesté lui-même aujourd’hui par les Noirs américains pour ses basses œuvres dans le monde notamment en Afrique et aux Etats-Unis même.

 POUR MÉMOIRE : OBAMA, L’HAMEÇON DES PRÉDATEURS DE LA MAISON BLANCHE POUR LES AFRICAINS…          

 Lorsque cet homme arrive au pouvoir lors de son premier mandat, il montre immédiatement un désintérêt pour l’Afrique. Lors de sa première visite africaine qu’il effectue au Ghana en juillet 2009, il tance les chefs d’Etat africain et les traite de despotes, des infréquentables… puis lors de son discours à Accra il sermonne nos « despotes » africains tel et si bien que l’on n’aurait pu imaginer que ce serait encore lui, cinq ans après, qui les convoquera à la Maison Blanche.

 Bref, il reviendrait aux leaders africains de soigner leurs images écornées. Ces néo-colonisateurs viennent toujours avec des idées sincères… vous croyez que vous êtes en train de consommer un bon poisson mais à votre grande surprise, vous trouvez une vipère vivante – somnolant dans votre plat prête à vous mordre l’œsophage.

 Et pour paraphraser Louis Farrakhan, ami du Guide Kadhafi, « Ne pensez pas qu’ils n’ont pas l’intention de vous voler ce qui se trouve sous votre pied ! Leurs actions ne sont pas à votre avantage, mais à leur avantage (…).  Leur jeu est toujours le même. Ils n’ont jamais changé, et ils ne changeront pas maintenant. Le serpent peut se débarrasser de la « vieille peau », mais la “nouvelle peau” qu’il revêt reste la même: il apparaît juste «frais» et «neuf». »

 Gilbert NKAMTO (*)

 http://www.lucmichel.net/2014/08/05/alac-elac-website-le-coup-de-gueule-dun-panafricaniste-obama-recoit-les-leaders-africains-a-la-maison-blanche/

 Photo : Manifestation contre Obama à Pretoria, Afrique du Sud, le 28 juin 2013.

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(*) www.gilbertrocheteau.blogspot.com

Correspondant du CEREDD à Tripoli, puis Yaoundé.

Secrétaire général du Conseil Panafricain du MDPR /

Mouvement démocratique panafricain pour la renaissance

www.mdpr.populus.ch

Administrateur d’EODE Zone Afrique

www.eode.org

https://www.facebook.com/EODE.africa

Una famiglia per loro non riusciamo a trovarla?

lupetto mordicchio houdini pallino

cucciolone incrocio border-aussie..

dylan2
Mi chiamo Dylan e sono stato abbandonato..stare in strada,per me che non sono abituato..non è facile,non so perchè mi abbiano buttato fuori casa,sono sempre stato bravo e non me lo so spiegare,voglio una casa ed un’amico che mi ami per sempre..tu puoi aiutarmi?in cambio posso darti solo tanto amore….sono a sala consilina (SA) piango e mi dispero tutti i giorni cercando un aiuto e cibo…..grazie…per info 392-0288913 —

EMERGENZA SU TORTONA…..SOS!!!!!

jack

lo stallo casalingo di JACK terminerà sabato, ha un anno e mezzo, taglia mediopiccola..sui 15 kg..se non si trova soluzione,farà i bagagli e tornerà indietro in Sicilia, da dove era partito in cerca di fortuna…urgentissimo stallo!!!!! per info 392/0288913

Cuccioli Da Adottare – Smeralda
 smeralda
Smeralda ed Ametista sono due sorelline, dolcissime e bellissime.
Carattere socievole, sono sempre in cerca di coccole e carezze.
Hanno circa due mesi e mezzo di età, la loro è una futura taglia media.
Anche loro, come tanti cuccioli in questo periodo, sono state abbandonate per strada da qualche personaggio di poco conto che non ha sterilizzato la propria cagna. Per ognuna di loro cerchiamo una famiglia che possa accoglierle ed amarle per sempre.

Sverminate, vaccinate e microchippate.

Adottabili in tutta Italia con modulo di affido e disponibilità a controllo pre e post affido.

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Cuccioli Da Adottare
zac
Zac è un cagnolino dolce e affettuoso, sicuramente era un cane di proprietà, abbandonato per strada insieme ad un altro cagnolino.
Sono stati subito segnalati e portati via.
Anche per lui, si sono aperte le porte del canile e li trascorrerà tutti i giorni che gli rimangono da vivere, tra il cemento e il ferro delle sbarre di un box.
Zac è una taglia medio-piccola pesa circa 12 kg.
Carattere molto socievole, ha circa due anni di età.

Per lui cerchiamo urgentemente uno stallo o un’adozione

Per info
Emanuela 393 2054694
Valentina cucciolidaadottare@gmail.com
2000gabbieaperte@gmail.com