Gaza: militare israeliano si vanta su Instagram, “oggi ho ucciso 13 bambini palestinesi”, “musulmani andate al diavolo”

fosse successo a qualsiasi altra persona di dire la stessa cosa di un israeliano avrebbero riaperto Norimberga

Israel Gaza

Venerdì, 01 Agosto 2014 10:14

GAZA (IRIB) – Un cecchino israeliano si e’ vantato sul suo profilo Instagram per aver ucciso, in un solo giorno, 13 bambini palestinesi.
Il caso e’ quello del militare israeliano David Ovadia, che ha postato una sua foto in combattimento allegando la scritta “oggi ho ucciso 13 bambini palestinesi” e “musulmani andate al diavolo”.
Non molto dopo la pubblicazione di questo post, però, il suo profilo e’ stato messo fuori uso da un gruppo di hackers. Si tratterebbe dello stesso gruppo che nella notte tra giovedì e venerdì ha attaccato il sito del Mossad, l’intelligence israeliana.
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ISRAELE USA LE SPIAGGE DELLA SARDEGNA PER “ALLENARSI” A BOMBARDARE I BIMBI DI GAZA! DA OGGI LA SUA AVIAZIONE E’ “IN RITIRO” NEL POLIGONO DI CAPO FRASCA

ma non sarebbe il caso di sospenderla? Gli unici che ne possono chiedere l’interruzione sono i 5S non so se l’han già chiesta

Radar, aerei ed esercitazioni in Sardegna. Ecco la partnership militare Italia-Israele

Secondo un documento della Difesa, gli F-15 e gli F-16 dell’Israeli Air Force sono attesi al poligono di Capo Frasca (Oristano): sganceranno bombe inerti da una tonnellata. La cooperazione militare tra Roma e Gerusalemme comprende la fornitura di sensori radar “Gabbiano”, prodotti dalla Selex Galilelo e montati sui droni, e i cannoni navali da 76mm prodotti dalla Oto Melara: tutti armamenti utilizzati nella guerra a Gaza

(il video è stato girato da alcuni turisti lo scorso Giugno)

I cacciabombardieri israeliani voleranno presto dai cieli di Gaza a quelli della Sardegna per condurre esercitazioni di bombardamento insieme all’aviazione italiana e Nato. La notizia lanciata giorni fa dall’Unione Sarda sulla base di documenti militari ufficiali, trova conferma nelle informazioni ottenute dal IlFattoQuotidiano.it. Il “Programma esercitazioni a fuoco secondo semestre 2014″ del Reparto Sperimentale Standardizzazione al Tiro Aereo – Air Weapon Training Installation (Rssta-Awti), datato 3 marzo 2014, prevede che gli F-15 e gli F-16 dell’Israeli Air Forcevengano al poligono di Capo Frasca (Oristano) a sganciare bombe inerti da una tonnellata.

 Il documento non specifica le date della trasferta israeliana, ma lo Stato Maggiore della Difesa e l’Aeronautica Militare confermano la presenza programmata dell’aviazione israeliana in Sardegnaper l’annuale esercitazione bilaterale “Vega” che solitamente si tiene tra ottobre e novembre con base all’aeroporto militare di Decimomannu (Cagliari), da cui dipende il campo di bombardamento di Capo Frasca.

Il ministero della Difesa, interpellato in merito, non ha rilasciato commenti. La questione è stata sollevata anche al ministero degli Esteri in un incontro tra il vice della Mogherini, Lapo Pistelli, e le associazioni pacifiste e disarmiste che chiedono al governo italiano lo stop immediato al supporto militare e alle forniture belliche a Israele, illegali per la legge italiana in quanto destinate a un Paese in guerra. Forniture che non si limitano agli ormai noti cacciabombardieri da addestramento M346 dell’Alenia Aermacchi – utilizzabili anche in “ruoli operativi” – ma che riguardano anche sistemi d’arma che già oggi vengono usati da Israele nella Striscia di Gaza.

 Tra questi i potenti cannoni navali da 76 millimetri prodotti dalla Oto Melara (Finmeccania) montati sulle motocannoniere israeliane classe Sa’ar e ampiamente utilizzati in questi giorni per martellare la Striscia dal mare. Un altro esempio sono i sensori radar Gabbiano prodotti dalla Selex Galilelo (Finmeccanica), fondamentale equipaggiamento dei micidiali droni israeliani Hermes, regolarmente usati a Gaza per compiere bombardamenti missilistici – per la gioia dell’azienda produttrice Elbit, le cui azioni sono salite alle stelle dall’inizio del nuovo conflitto.

 Esercitazioni aeree congiunte e forniture militari rientrano nel quadro degli accordi bilaterali di cooperazione militare stretti tra Roma e Tel Aviv nel 2005 (governo Berlusconi) e nel 2012 (governo Monti): accordi di cui in questi giorni di guerra le opposizioni, Sel e Cinquestelle, chiedono l’immediata sospensione.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/31/gaza-i-caccia-israeliani-si-esercitano-in-sardegna/1077549/

http://www.grandecocomero.com/italia-israele-collaborazione-militare-test-sardegna-caccia/

I profughi sbarcati dalla Sicilia arriveranno a Montagnana. Precisamente all’albergo Maxim’s, davanti alle mura della cittadina in via Sant’Antonio

perché alcuni in albergo ed altri sotto ai ponti, lasciati suicidare, o a darsi fuoco davanti ai sindaci? Qual’è la differenza? Secondo quali criteri questo stato tratta da umani di serie A e B?

di Felice Paduano

 MONTAGNANA. I profughi sbarcati dalla Sicilia arriveranno a Montagnana. Precisamente all’albergo Maxim’s, davanti alle mura della cittadina in via Sant’Antonio. L’associazione temporanea d’impresa formata da Sergio Enzini, titolare della struttura e da una coop che si occupa di sociale e che integrerà i servizi previsti, oltre a vitto e alloggio (assistenza linguistica e sanitaria) si è aggiudicata la gara indetta dalla prefettura con un ribasso dell’1,05% a 34,63 euro a profugo. Dietro all’Ati Enzini/Balansino, si sono piazzati l’Ecofficina, la Città solare e l’Ati costituenda.

Sergio Enzini si era già detto disponibile ad offrire il proprio albergo, che conta una decina di stanze, per ospitare i profughi, rispondendo in questo modo sia all’esigenza di avere le stanze piene garantite in un periodo di crisi, sia a quella di dare una mano alle persone che soffrono, in difficoltà. La sua volontà, che ora è stata ufficilizzata dall’assegnazione del bando di gara, ha già suscitato nella pagina di Facebook della città murata, apprezzamenti e qualche lamentela.

La famiglia Enzini, che attualmente gestisce il Maxim,s di Montagnana dotato di una grande sala ristorante, è originaria di Boscoreale ed ha gestito vari ristoranti e pescherie a Baiano e ad Avella, nel basso avellinese ed a pochi chilometri della più nota Nola. I 38 profughi, assegnati a Padova e provincia dal Ministero dell’Interno che dovevano arrivare già sei giorni fa, sono arrivati, invece, solo martedì sera con un volo dalla Sicilia, atterrato a Villafranca di Verona, assieme ad altri 150 compagni di viaggio, originari quasi tutti dall’Africa Sub-Sahariana.

31 luglio 2014

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/07/31/news/l-hotel-maxim-s-di-montagnana-ospitera-i-profughi-1.9686582

CORMONS: PIZZAIOLO IN DIFFICOLTÀ ECONOMICHE SI SUICIDA IMPICCANDOSI NEL SUO RISTORANTE

 31 luglio 2014

E’ andato nel suo ristorante, in quel momento chiuso, ha scritto una lettera ai suoi familiari e si è tolto la vita, impiccandosi sul montante di uno dei mobili di arredo. L’ennesima vittima di questa crisi economica che sembra non avere fine, è Mario Lo Re, 69enne titolare del ristorante pizzeria La Filanda di Brazzano, a Cormons. Lo Re, noto pizzaiolo goriziano e fratello della “tigre” Gigi Lo Re, aveva rilevato da pochi mesi il locale di Brazzano, trasformandolo nella “Pizzeria da Mario”. A trovare il suo corpo, ieri attorno alle 19, è stato un conoscente che passava di lì nonostante il locale fosse chiuso.(…)

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http://www.crisitaly.org/notizie/cormons-pizzaiolo-in-difficolta-economiche-si-suicida-impiccandosi-nel-suo-ristorante/

CUSANO MILANINO: GLI STACCANO LA LUCE, UOMO CERCA DI DARSI FUOCO DAVANTI ALL’UFFICIO DEL SINDACO

come mai agli indigenti italiani SE NON PAGANO LE BOLLETTE VIENE DISCONNESSA L’UTENZA???? E LE ISTITUZIONI??? QUELLE ALLE QUALI VANNO IL 53% DI TASSE per dare servizi ai meno abbienti che fanno?  e si chiedono pure perché….

31 luglio 2014

Un uomo ha cercato di darsi fuoco davanti all’ufficio del sindaco di Cusano Milanino. E’ accaduto poco fa, quando l’uomo, un cusanese di circa cinquant’anni, si sarebbe introdotto nel palazzo di piazza Tienanmen come un comune cittadino. Una volta salite le scale e raggiunto l’ufficio della segreteria del sindaco, avrebbe estratto un contentiore dove teneva della benzina, cospargendosi dalla testa ai piedi.

alle grida allarmate del personale, hanno risposto prontamente gli agenti della Polizia Locale, fortunatamente presenti nella stessa struttura del comune, e dei Carabinieri, che sono intervenuti evitando il peggio. Attualmente l’uomo parrebbe in stato confusionale ma tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine, che stanno cercando di capire le ragioni dell’insano gesto.

Dalle prime informazioni, parrebbe si tratti di una situazione delicata: l’uomo sarebbe una persona già assistita dai servizi sociali, che versa in uno stato di indigenza e al quale avrebbero staccato la luce dell’abitazione negli scorsi giorni.(…)

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http://www.crisitaly.org/notizie/cusano-milanino-gli-staccano-la-luce-uomo-cerca-di-darsi-fuoco-davanti-allufficio-del-sindaco/

MANFREDONIA: MAMMA CON 5 FIGLI SOTTO SFRATTO, SENZA LAVORO E CON LA CORRENTE ELETTRICA RIDOTTA

solidarietà per loro? Nessun albero disposto ad ospitarli? I Sindacati? Chiese? Società civile? SILENZIO??

31 luglio 2014

Oltre alla mancanza di fondi e lavoro, da 15 giorni siamo con i kilowatt della corrente ridotti e dobbiamo dunque sperare di arrivare a domenica con la luce. Sicuramente da lunedì ci sarà staccato tutto”. Appello a Statoquotidiano di una giovane donna di Manfredonia, “mamma di 5 figli e come tante famiglie nella disperazione” a causa di “uno sfratto” e della mancanza di lavoro. “Mio marito sono mesi che è in cerca di un’occupazione. E’ sempre più depresso. Non sappiamo cosa fare, non sapremo dove andare ad abitare fra qualche mese. Ricordate quell’uomo di 35 anni che circa un mese fa tentò di darsi fuoco sul Comune? Era mio marito. Nessuno – neanche dopo quel gesto – si è preoccupato di lui, di noi. Ci siamo rivolti anche alle istituzioni. Ma finora niente. I servizi sociali ci avevano promesso un contributo mai arrivato. Ma del resto a cosa sarebbe servito: 200 euro, e poi? Siamo senza lavoro, senza nulla e sinceramente non ho più nulla da perdere, per anni ho abitato in una casa del Comune occupata abusivamente. Mi sento umiliata per quello che stiamo passando”.

Per un sostegno, in termine di offerta di lavoro, alla signora è possibile contattare: Antonella Ciccone e/o Giuseppe Galletti sul relativo profilo facebook.

 Fonte statoquotidiano

http://www.crisitaly.org/notizie/manfredonia-mamma-con-5-figli-sotto-sfratto-senza-lavoro-e-con-la-corrente-elettrica-ridotta/

No Tav-Terzo Valico, imbrunire al cantiere di Isoverde-Cravasco

post — 2 agosto 2014 at 12:51
terzoStasera (ieri n.d.r.), appena due giorni dopo le cariche e i lacrimogeni ad Arquata, ben oltre un centinaio di no tav si sono recati al cantiere di Isoverde-Cravasco, recentemente aperto e attualmente molto attivo (i turni serali finiscono a notte inoltrata). Una volta giunti sotto il cantiere, hanno trovato un imponente numero di forze dell’ordine ( piani alti della questura genovese, digos, otto camionette di poliziotti e carabinieri schierati in antisommossa ) ad attenderli, bloccando l’ingresso del cantiere e occupando lo spazio circostante. Una rumorosa battitura ha scandito incessantemente il presidio; cori cantati a gran voce per tutto il tempo e uno striscione per la liberazione dei compagni no tav arrestati con i loro nomi scanditi con tutta la forza e con tutto il cuore. Nel frattempo, tra le lucciole e i caprioli, protetti dalle montagne e dal buio della notte, alcuni no tav si sono intrufolati dall’alto dentro il cantiere, arrampicandosi sul ripido pendio che lo costeggia sopra l’imbocco della galleria; da lì hanno calato un grosso striscione sulle reti para-massi: “Questo schifo va fermato”, illuminando la notte con fuochi pirotecnici appena sopra il cantiere. Tutto ciò ha creato agitazione nel cantiere: gli operai sono stati richiamati dai lavori e fatti uscire, mentre la polizia cercava, con l’ausilio delle torri faro, di scovare i notav. Il cantiere di fatto è stato presidiato dalle sette alle undici, bloccando i lavori e l’entrata-uscita dei mezzi pesanti che da giorni attagliano il paese di Isoverde; a quel punto il corteo ha ripreso la marcia verso Isoverde, con le fiaccole in mano e una serata di lotta nel cuore; gli operai sono transitati via veloci sui camion, scortati dalla polizia.

Ancora contro l’alta velocità, in solidarietà agli arrestati e a chi ha resistito agli espropri mercoledì 30 ad Arquata, una serata che segna il passo della lotta al tav e al terzo valico,rilanciando l’appuntamento di domenica 3 agosto sera ad Arquata, dove si svolgerà una fiaccolata contro il TAV-Terzo Valico.

da notavterzovalico.info

UNA REPUBBLICA AFFONDATA DALLA TECNOLOGIA – PER LA “LONDON SCHOOL OF ECONOMICS” LA METÀ DEI LAVORI IN ITALIA SCOMPARIRÀ ENTRO 20 ANNI – IMPIEGATI, SEGRETARIE, MAGAZZINIERI: I PRIMI A ESSERE SOSTITUITI DA ROBOT E MACCHINE

è il progresso, come tutti i morti di fame che si lascerà dietro. Soprattutto dove non esiste reddito di cittadinanza. La chiamano pure “evoluzione”….

Si salvano avvocati, artisti e medici. Meno evoluti di noi solo la Romania (62%) e il Portogallo (59%) – All’estremità inferiore della scala di sostituibilità ci sono invece quei lavori dove c’è poca ripetitività e dove conta l’intelligenza sociale: manager, ricercatori, scienziati, insegnanti, avvocati, artisti, medici e infermieri…

Eugenio Facci per “Libero Quotidiano”

E’ una previsione da brividi, che certo non fa bene al già tormentato mercato del lavoro italiano: secondo la London School of Economics il 56% dei lavori in Italia rischia di sparire entro due decenni, a causa di robot e macchine sempre più intelligenti che andranno a sostituire lavoratori in carne ed ossa.

Ma è lo stesso studio a dare anche una speranza ai lavoratori del nostro paese: le aziende italiane sono infatti storicamente lente a sostituire i dipendenti con macchine, e il problema vero per il sistema Italia sarà invece quello di competere con altri paesi dove i robot prenderanno piede velocemente.

A produrre l’allarmante analisi è Jeremy Bowles, un economista della London School of Economics che ha incrociato dati sul mercato del lavoro europeo con studi sulla crescente capacità di macchine e robot di “imparare” come ci si comporta in vari contesti lavorativi (ad esempio “lavorando” come cameriere, centralinista, o manager).

L’Italia, rispetto agli altri Paesi europei e soprattutto rispetto alle principali economie del Vecchio Continente, viene fuori malconcia dall’analisi a causa della diffusione nel nostro paese di lavori ripetitivi e facilmente sostituibili come impiegati, segretarie e magazzinieri. Peggio di noi stanno solo la Romania, dove il 62% dei lavori rischiano di essere sostituiti da macchine entro vent’anni, Portogallo (59%), e Croazia (58%), mentre al nostro stesso livello (56% di lavori sostituibili) ci sono Polonia, Bulgaria e Grecia.

Sorprendentemente meglio dell’Italia si posizionano invece vari paesi considerati di solito economicamente meno avanzati, come Repubblica Ceca (54%), Slovenia (53%), Lituania (52%) e Lettonia (51%).

Molto migliore invece la situazione di Regno Unito e Svezia, i due Paesi europei messi meglio con “solo” il 47% delle mansioni a rischio sostituzione, mentre in Germania, Francia e Spagna i lavori sostituibili sono invece rispettivamente il 51%, 50%, e 55%.

L’Italia al momento abbonda purtroppo di quei tipi di lavori che lo studio identifica come facilmente sostituibili, come impiegati, lavori di supporto amministrativo e segretariato, magazzinieri, e (sorprendentemente) venditori. Come fa notare l’Ocse riguardo all’esperienza di Amazon sulle vendite, i computer non sanno infatti “vendere” direttamente, ma prevedono molto meglio i gusti dei compratori in base ai loro acquisti precedenti e allo status socio-economico.
All’estremità inferiore della scala di sostituibilità ci sono invece quei lavori dove c’è poca ripetitività e dove conta l’intelligenza sociale: manager, ricercatori, scienziati, insegnanti, avvocati, artisti, medici e infermieri.

Per il lavoratore italiano la buona notizia potrebbe però arrivare dalla lentezza storica delle aziende italiane nel sostituire le persone con macchine e soprattutto dall’importanza data ai dipendenti nel contesto delle piccole e medie imprese. Il problema a quel punto diventerà però quello di affrontare mercati dove altre aziende riusciranno a produrre a costi inferiori grazie all’uso di macchine e robot. Per il sistema Italia potrebbe essere proprio questa, nei prossimi decenni, una delle sfide principali.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/repubblica-affondata-tecnologia-london-school-of-82043.htm?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

“Picchiato selvaggiamente da due agenti in Questura”: la denuncia di un imprenditore agrigentino

Scritto Giovedì 31 Luglio 2014 15:34 Da Redazione

La notizia è trapelata nelle scorse ore e sta già facendo discutere molto in città e non solo; un imprenditore infatti, sarebbe stato picchiato da due poliziotti in servizio per la sola colpa, come sostiene lo stesso imprenditore, di non aver rispettato un segnale di stop. Il fatto è ancora tutto da verificare e del caso se ne stanno occupando il Procuratore Capo, Renato Di Natale, ed il Procuratore Aggiunto, Ignazio Fonzo; saranno adesso gli inquirenti ad accertare un fatto che, se confermato, sarebbe di una certa gravità. L’imprenditore in questione è Angelo Capraro; è stato lui stesso, dopo i fatti narrati, a chiamare il suo avvocato, Giuseppe Scozzari, per denunciare il fatto dopo essersi recato per le cure al Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

Ma proprio al Pronto Soccorso, nella stessa sera dei fatti, si sarebbero presentati anche i due poliziotti accusati del pestaggio; insomma, la vicenda ha davvero i contorni poco chiari. Si sa, come unica assoluta certezza, che i medici del Pronto Soccorso hanno riscontrato ferite guaribili in 5 – 10 giorni sia ad Angelo Capraro che ai due poliziotti in questione. Di seguito, il comunicato stampa pervenuto in redazione, con cui l’avvocato Giuseppe Scozzari fornisce la versione dei fatti del suo assistito.

“Nella notte di ieri due poliziotti della Squadra Volanti della Questura di Agrigento hanno picchiato selvaggiamente il giovane imprenditore incensurato di Agrigento Angelo Capraro titolare dell’azienda Capraro Macchine srl.
Il motivo della ignobile aggressione risiede nel fatto che Angelo Capraro non aveva osservato ad un incrocio – verso la mezzanotte – la segnaletica stradale dello STOP. I due poliziotti dopo avere colto in “flagrante” l’automobilista “pirata” hanno fermato il sig. Capraro e gli hanno intimato di recarsi in Questura, al posto di elevare una banalissima contravvenzione.
Il sig. Capraro non avendo nulla da temere (ignaro di quello che gli sarebbe accaduto da li a poco) ha seguito i poliziotti in Questura. Questi dopo averlo chiuso in una stanza, volevano obbligarlo a sottoscrivere un verbale di contravvenzione palesemente falso perché non aderente ai fatti. Al rifiuto i due poliziotti a freddo lo hanno colpito selvaggiamente prima al volto, poi alla testa, lo hanno afferrato per il collo e lo hanno violentemente sbattuto contro l’armadietto in ferro posto all’interno della stanza, sul quale è visibilmente stampigliata la sagoma del sig. Capraro. Nel corso dell’aggressione il sig. Capraro ha chiesto aiuto gridando, perché fortemente impaurito che potesse finirgli come altre note vittime, sperando che gli altri poliziotti in servizio ed alcuni anche nei corridoi adiacenti la stanza dell’aggressione, potessero intervenire per bloccare l’ignobile aggressione. Nessuno ha osato aprire quella porta!!!
Il sig. Capraro ha sporto denuncia nei confronti dei poliziotti. Immediatamente dopo ricoveratosi in ospedale (dove è stato in osservazione per tutta la notte) i medici hanno diagnosticato – dopo avere eseguito la TAC CELEBRALE – un grave trauma cranico e contusione della colonna dorsale con evidenti segni di eritema al collo sia nella parte destra che nella parte sinistra e diffuse ecchimosi.

L’avv Giuseppe Scozzari ha poi in fine dichiarato: “Si tratta di un fatto di inaudita gravità, degno dei Paesi a regime totalitario e poliziesco. Ho personalmente informato il Questore chiedendo una formale inchiesta amministrativa. Ho anche chiamato il Procuratore Aggiunto presso la Procura di Agrigento per informarlo del gravissimo accaduto. Della vicenda informerò il Ministro affinché poliziotti come questi possano essere cacciati dalla Polizia perché creano disdoro e infamia nei confronti di un Corpo che merita la più alta considerazione ed apprezzamento da parte dei cittadini. Faremo in modo che questo caso non venga insabbiato, anche perché i miei assistiti sono disposti a denunciare anche eventuali responsabilità di potenziali “insabbiatori” .

LA SMENTITA DEI POLIZIOTTI – Ad ingarbugliare maggiormente la vicenda, arriva la smentita dei due poliziotti coinvolti. I due poliziotti, oltre a smentire la versione dei fatti data dall’imprenditore Angelo Capraro, hanno affidato ai propri avvocati la controquerela nei confronti dello stesso, affermando come le ferite riscontrate al Pronto Soccorso avrebbero altra natura e non sono conseguenza di pestaggio.
http://www.infoagrigento.it/37164-picchiato-selvaggiamente-da-due-agenti-in-questura-la-denuncia-di-un-imprenditore-agrigentino

In dieci senza biglietto sul bus, controllore accerchiato e picchiato

dobbiamo imparare da loro, dice la Boldrini. Ma temo che a noi farebbero la multa, potere dell’eguaglianza

PORTOGRUARO – Non pagano il biglietto dell’autobus, poi si scagliano contro il personale dell’azienda dei trasporti. Un dipendente dell’Atvo è finito al Pronto soccorso, mentre l’aggressore, un giovane marocchino, è stato arrestato dai carabinieri.
Parapiglia nell’autostazione di via Diaz, con una decina di giovani che hanno affrontato il personale in servizio.

Tutto è cominciato a Bibione, quando il gruppo, composto da ragazzi stranieri, è salito a bordo del bus di linea proveniente da Lignano e diretto a Portogruaro. Il controllore ha presto scoperto che tutti erano senza biglietto. «È il solito gruppo che ogni settimana cerca di non pagare – ricorda Vanni Zonta, responsabile dell’unità operativa portogruarese dell’Atvo -. Quei giovani vanno in discoteca a Lignano, poi rientrano e scendono tra San Stino e Ceggia».

Il controllore è stato quindi apostrofato pesantemente dal gruppo di giovani che non volevano saldare il dovuto, così la segnalazione è arrivata ai colleghi di Portogruaro che, a loro volta, hanno allertato il 112. Così quando il bus è arrivato in stazione, i dieci ragazzi hanno fatto forza di gruppo. A quel punto hanno cercato in ogni modo di non pagare, urlando pesantemente contro il personale in servizio. Uno di loro un 18enne residente a San Stino, si è poi scagliato contro il dipendente in divisa, gettandolo a terra e procurandogli delle lesioni. «Ci hanno attorniato e volevano liberare il loro compagno – racconta ancora Zonta – ma poi sono arrivati i carabinieri e c’è stato il fuggi fuggi generale». A quel punto i militari hanno trasferito il giovane aggressore al Comando. Per lui, posto ai domiciliari, l’accusa è di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale
http://www.gazzettino.it/NORDEST/VENEZIA/controllore_autobus_atvo_picchiato/notizie/823949.shtml