OBAMA-RENZI-HOLLANDE PER «NUOVE MISURE» CONTRO RUSSIA

scatenano la guerra civile in Ucraina (Gli Usa hanno ammesso di aver “investito” 5 mld di dollari per un regime change) e la colpa è della Russia naturalmente

Lo riferisce il governo francese dopo conference call su Ucraina (ANSA) – PARIGI, 28 LUG – Hollande, Obama, Merkel, Cameron e Renzi sono per «nuove misure» contro la Russia in relazione alla crisi ucraina: è quanto riferisce il governo francese dopo la conference call tra i cinque. (ANSA).

Z04 28-LUG-14

Ripulito un disoccupato: «Erano i soldi per le bollette»

Per un aiuto per quest’uomo e sua moglie?
Che succede loro se non pagano quelle bollette?
La società civile che fa?

Bloccato e derubato davanti all’Auchan: “Ha una gomma a terra, si fermi”. Via il borsello col bancomat
 Un ladro fruga in una borsa Un ladro fruga in una borsa

Fano, 29 luglio 2014

«ALMENO che mi restituiscano il borsello e i documenti che c’erano dentro: ai ladri non costa nulla, ma per me è importantissimo: vedono l’indirizzo e me lo possono portare a casa, o comunque vicino», si appella Carlo, 65 anni, disoccupato, fanese residente in centro, vittima di un furto con destrezza che gli ha lasciato, oltre che un’amarezza profondissima, anche il conto corrente al verde.

Lui stesso racconta al ‘Carlino’ cosa è successo. «Giorni fa — dice — vado a fare la spesa all’Auchan, riparto sulla mia Punto, quando all’altezza del distributore posto sulla destra della zona Tre Ponti qualcuno mi suona e mi lampeggia da una macchina, mi pareva una Ypsilon 10, colore scuro, alla guida una uomo e accanto una donna. Quella stessa macchina mi sorpassa in curva, e la donna al posto del passeggero mi dice che ho la gomma tagliata. Era vero. A quel punto accosto e mi fermo, cerco di rigonfiare la gomma con un piccolo compressore ma senza riuscirci. Chiamo mia moglie, mi raggiunge con la sua auto, torniamo verso casa e dopo aver parcheggiato mi accorgo che non c’era più il borsello, contenente una serie di documenti importanti, oltre a bancomat, 10 assegni inutilizzati ecc…».

LA COPPIA di ladri probabilmente ha prima rubato il borsello all’uomo, poi ha tagliato la gomma per fargli perdere tempo e procedere ai prelievi con il suo bancomat, come puntualmente avvenuto: due da 250 euro l’uno alla Bcc di Fano in via Mattei, poi all’Auchan dove sempre con il suo bancomat hanno fatto una spesa di 1268 euro e poi altri 149 euro in un negozio di oro sempre dentro l’Auchan.

DA QUI l’appello dell’uomo: «Mia moglie è invalida all’80%, quei soldi mi servivano per pagare le bollette, ora non ho nenache il denaro per cambiare la ruota alla macchina. Almeno ridatemi il borsello e i documenti».
http://www.ilrestodelcarlino.it/fano/derubato-auchan-gomma-a-terra-1.87255

PRELIEVO FORZOSO, MANOVRA DA 20 MILIARDI E ARRIVO DELLA TROIKA. E’ UN INCUBO O LA VERITA’ ?

Postato il Martedì, 29 luglio

Secondo il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, in Italia sarà necessaria subito una manovra da 20 miliardi, sarà effettuato un prelievo forzoso e arriverà la Troika.

Che le cose non stiano andando bene lo si capisce dall’intervista di ieri del premier Matteo Renzi a La7, dove ha ammesso che sarà difficile centrare l’obiettivo di crescita del governo dello 0,8% per quest’anno. Tuttavia, il premier ha aggiunto che una crescita dello 0,4%, 0,8% o dell’1,5% sarebbe indifferente, perché nulla cambierebbe nella vita ordinaria delle persone. Se a fare la battuta non fosse il capo di un governo, ci sarebbe da ridere. Difficile immaginare che per un’economia, il cui pil è del 9% più basso di quello del 2007 e che presenta una disoccupazione prossima al 13%, una crescita zero o una dell’1,5% sia uguale.
Comunque sia, si è trattato della prima ammissione del premier, seguita all’ennesima smentita (tutti “gufi”?) anche da parte del Fondo Monetario Internazionale, che ha stimato la crescita italiana a non più dello 0,3%. Per Bankitalia e Confindustria non andremo oltre lo 0,2%. Anche l’Istat avverte che la ripresa potrebbe non esserci stata nemmeno nel secondo trimestre.
Crescita giù, conti pubblici a rischio. Ormai non esiste un serio analista che non preveda la necessità di una manovra correttiva a settembre. Per JP Morgan e Mediobanca sarà nell’ordine di 20 miliardi di euro, che è anche la stessa cifra di cui si parla a porte chiuse nel PD, il partito del presidente del consiglio. Una stangata, insomma, tanto che si vocifera che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, stia pensando a un prelievo sugli assegni pensionistici oltre i 3 mila euro all’anno. Peccato che non si è riusciti ad oggi a toccare le tasche dei pensionati d’oro, ossia di quanti percepiscono assegni mensili spropositati, rispetto ai contributi versati.

La profezia di De Bortoli

Ieri, poi, alcuni organi di stampa hanno ripreso una presunta affermazione resa in privato agli amici da parte di niente di meno che del direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, il quale avrebbe definito Matteo Renzi “la rovina d’Italia”. De Bortoli avrebbe confidato agli amici che il governo sarà costretto a varare ad ottobre una manovra da 20 miliardi, che sarebbe in arrivo un prelievo forzoso, e che dopo arriverà la Troika (UE, BCE e FMI). E pare che il banchiere Giovanni Bazoli – presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa-Sanpaolo, a sua volta azionista in Rcs (il gruppo editoriale che controlla il Corriere) – condividerebbe le idee del direttore.

Potremmo declassare le affermazioni di De Bortoli a semplice sfogo, a boutade, a esagerazioni del tutto personali e senza fondamento. Ma stiamo parlando non solo del numero uno del principale quotidiano italiano, bensì di colui che gestisce l’organo di informazione dei salotti buoni italiani, che ha perfetta percezione di cosa pensi la finanza nazionale e internazionale. Se De Bortoli arriva ad affermare che ci sarà una maxi-manovra da 20 miliardi, che sarà effettuato un prelievo forzoso e che alla fine arriverà la Troika, significa che verosimilmente ha informazioni che lo spingono a esternare simili frasi.

Fonte: www.investireoggi.it
Link: http://www.investireoggi.it/economia/prelievo-forzoso-manovra-da-20-miliardi-e-arrivo-della-troika-e-un-incubo-o-la-verita/

20.07.2014

Illuminati: “rivolte così non ci fanno paura”

della serie, vi abbiamo infiltrato e governato da dentro per disinnescarvi. Nella migliore delle ipotesi, quando non sono stati direttamente creati da loro

30 luglio 2014

Indignados e nuovi populismi non vogliono cambiare il sistema. “Per fortuna sono proteste senza progetto politico”, dichiara il think-tank globale dei poteri forti Aspen Institute.

ROMA (WSI) – Secondo gli illuminati ed elite del mondo “rivolte come queste non devono fare paura”. Uno studio pubblicato di recente fornisce lo sguardo dei padroni del mondo nel trattare le rivolte degli ultimi anni, come se fossimo giunti alla fine di un’epoca fondata sui diritti, scrive il giornale comunista Contropiano, citando l’ultima ricerca dell’Aspen institute, organizzazione che orienta la leadership mondiale.

Lo studio porta la firma dell’intellettuale bulgaro Ivan Krastev, 50enne presidente del ‘Centro di strategie liberali’ di Sofia e molto critico nei confronti del populismo montante in Europa (“La gente sta diventando apertamente anti liberale mentre le elite stanno diventando segretamente anti democratiche”, ha scritto in un’analisi sul tema).

È un esponente della nuova classe dirigente dell’Est europeo e uno dei più grandi intellettuali dell’ultimo decennio, secondo le classifiche di Foreign Policy (2008). Krastev ha analizzato i movimenti di rivolta come da un osservatorio satellitare, “disinteressandosi dei dettagli”, secondo il giornalista Davide Barontini che offre un resoconto approfondito dello studio.

“Le proteste differivano – scrive – ma gli slogan erano incredibilmente simili: ai quattro angoli del globo i manifestanti si scagliavano contro la corruzione delle élite, le crescenti diseguaglianze economiche, la mancanza di solidarietà e di giustizia sociale e il disprezzo per la dignità umana”.

Ma aggiunge: “I manifestanti, a differenza dei loro padri rivoluzionari, non mirano a un rovesciamento violento dell’ordine costituito”. La nuova generazione degli indignados – di Grecia e Spagna, Italia e Ucraina, Brasile e Portogallo – non ci pensa proprio a “cambiare il sistema”.

“Non possiede le conoscenze di base, le categorie, la cultura per poter pensare che questo “sistema” sia rovesciabile; non è insomma in grado di immaginare un altro realistico modo di vivere”. Soprattutto, aggiunge Barontini su Contropiano, “è ai margini del pensiero politico, non dentro”.

All’estero l’Aspen annovera tra le sue file Rockefeller, il finanziere e miliardario ungherese George Soros, gli ex segretari di Stato Usa Madeleine Albright, Condy Rice e Henry Kissinger. In Italia, solo per citarne alcuni, Giulio Tremonti e Mario Monti, e tra i grandi sponsor aziendali Generali, Fincantieri, Confindustria, Rai, Mediaset, Pirelli, Enel, Fiat e BNL.

http://www.wallstreetitalia.com/article/1716709/illuminati-rivolte-cosi-non-ci-fanno-paura.aspx

PADULI: 49ENNE DISOCCUPATO SI DISTENDE SUI BINARI E TENTA IL SUICIDIO. SALVATO DAI CARABINIERI

qualcuno della società civile si offre di aiutarlo? Le istituzioni alle quali va l’introito della tassazione più elevata al mondo che fanno?????????????

21 luglio 2014
Suicidio sventato nella tarda mattina sui binari della tratta ferroviaria Benevento-Foggia, all’altezza della contrada Ponte Valentino, dove un 49enne operaio, attualmente disoccupato, originario della provincia sannita, aveva deciso di farla finita sdraiandosi sui binari in attesa dell’arrivo di un convoglio. La Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Benevento ha contattato la Polizia Ferroviaria per segnalare la presenza dell’individuo, chiedendo di fermare il flusso dei treni in transito su quella tratta ed inviava le pattuglie in circuito in quella zona.
Immediatamente è giunta sul luogo la pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Paduli, che dopo aver localizzato un uomo disteso sui binari, lo ha tratto in salvo.(…)

Leggi tutto su ilquaderno

http://www.crisitaly.org/notizie/paduli-49enne-disoccupato-si-distende-sui-binari-e-tenta-il-suicidio-salvato-dai-carabinieri/

Civile e rispettosa convivenza ed integrazione

Non capita a casa Boldrini. Un altro Ministro, disse che bastava occupare una terra per accamparne ogni diritto e legittimità. Gli aventi diritto precedenti?
Chi se ne frega. Far west style. I precedenti aventi diritto saranno solo dei razzisti cattivi

CLANDESTINI: DOPO LA PAGHETTA, ARRIVA LA CASETTA! MA LA TUA CASA! ECCO COME FANNO A MILANO A PROCURARSI UNA CASA VERA!
A Milano c’è un condominio che non va in ferie: “Se andiamo via ci occupano le case”

La rabbia dei residente negli appartamenti dell’Aler in viale Mar Jonio 7 al quartiere San Siro. “Loro, gli stranieri, sfondano la porta, cambiano la serratura e ci lasciano a spasso. Qui c’è il racket”

Al primo impatto il casermone di viale Mar Jonio numero 7, a Milano, sembra crivellato dai colpi di un mitra, poi ti avvicini bene ed è solo l’intonaco grigio che si sgretola. Nessuna guerra in corso o forse sì, fra questi caseggiati popolari: il politicamente corretto vorrebbe si dicesse tra chi rispetta le regole e chi no, ma qui la pazienza è finita da un pezzo e a certe sottigliezze non ci si pensa più. Guerra è quindi, ma «tra noi e loro». “Noi”, gli italiani. “Loro”, marocchini, romeni, tunisini, indiani e tutto il resto, decine di etnie diverse e un’integrazione che non esiste.

Nella sede del comitato di quartiere San Siro ci sono ritagli di articoli di giornale, una foto di Giuliano Pisapia sorridente, il gagliardetto dell’Anpi, un carrello della spesa con le confezioni di aranciata rimaste dalla festa organizzata insieme con il Sunia Cgil. Siamo al pian terreno, al terzo piano (l’ultimo) sta venendo giù il soffitto o poco ci manca: una volta lì in cima ci stava proprio l’associazione dei partigiani, poi l’ufficio è diventato inagibile. Una quindicina di sciure imbufalite si sono date appuntamento per prendere il tram, direzione Palazzo Marino. Andranno dai consiglieri comunali, dagli assessori, dal sindaco, a dire che loro hanno paura finanche di andare in vacanza.

«Quelli ti sfondano la porta, prendono le tue cose, le buttano dalla finestra, cambiano la serratura e tu resti a spasso», racconta la signora Carla. «È successo anche a una signora che era stata ricoverata all’ospedale, stessa faccenda», le fa eco Leda. È razzismo o cosa? Sembra tutto molto più complicato, in realtà. «Questo era un quartiere popolare e operaio bellissimo, forse il migliore della città — ricorda Lucia Guerri, una vita qui — abbiamo assistito all’emigrazione dal sud, fu massiccia, ma era diverso: condividevamo la lingua e la religione. Ma con loro, no, con loro è impossibile…». Loro fanno (o pare facciano) questo: «occupano le case»; raccolta differenziata «nemmeno a parlarne, uno schifo»; cura nel vivere collettivo, «ma figuriamoci!, sono prepotenti».

Magari cose piccole, sgarbi piccoli, ma dai oggi e dai domani «qui è il degrado totale, siamo alla mancanza di civiltà, non c’è più solidarietà, non c’è più coscienza», spiega Giulia, nipote di Lucia. Il corto circuito sociologico è di quelli belli impegnativi, soprattutto per la sinistra. Basta evocare l’ultimo scontro di qualche giorno fa. «Qui abbiamo un monumento dedicato ai partigiani del quartiere, i martiri della nostra Resistenza — riprende la Guerri — e loro cosa facevano? Giocavano con la corona di alloro, ce l’avevano tra i piedi, si rende conto? I nostri morti, la nostra storia. Non hanno rispetto di nulla».

Di sfondo più che le occupazioni abusive in sé c’è il racket, delle occupazioni abusive. Con “agenti immobiliari” che alla modica cifra di qualche migliaio di euro ti individuano l’appartamento giusto, te lo aprono e te lo consegnano. Tra gli immigrati si sparge la voce, hai un parente che arriva dalla Tunisia e cerca un tetto? Ecco, basta chiedere. L’altro comitato distante poche centinaia di metri, invece, è quello del Cantiere, legato ai centri sociali: combattono gli sgomberi e promuovono le occupazioni. Il solo nominarli scalda ulteriormente l’atmosfera. «Non si rendono conto che fanno il gioco degli speculatori. E intanto noi onesti siamo abbandonati, la situazione è esplosiva — ragiona Silvia — le istituzioni ci devono dire cosa vogliono farne di questo quartiere».

Difficile individuare di chi siano di preciso le colpe, ma è soprattutto l’Aler a finire sulla graticola. «Gestita in modo fallimentare, manutenzione scadente, controlli inesistenti, se paghi l’affitto ti senti quasi uno scemo». Quanto al Comune, invece, «non capisce: l’assessore Marco Granelli ha mandato due pattuglie che stanno fisse ad un angolo della strada — dice Giulia — ma a cosa serve?
A nulla. Serve un presidio mobile, non le statuine». Più tardi in consiglio comunale sempre Granelli proverà a rassicurare: «Abbiamo posto il problema al prefetto. C’è un piano di intervento per contrastare le occupazioni abusive, anche in agosto».

https://www.facebook.com/pages/Politici-che-non-hanno-MAI-lavorato-ELENCO-UFFICIALE-MANDIAMOLI-A-CASA/274354875910343

FONTE:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/07/29/news/a_milano_c_un_quartiere_che_non_va_in_ferie_se_andiamo_via_ci_occupano_le_case-92624729/?ref=fbpl
http://www.grandecocomero.com/casa-popolare-stranieri-immigrati-abusivi-sfondano-cambiano-chiave-milano/

5 persone uccise in casa di cura

anziani Ukraina uccisi

Cinque persone anziane sono state uccise in una casa di cura in Luhansk dell’esercito ucraino bombardamento.” Foto e video dal luogo del decesso dell’esercito ucraino di anziani.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=765134280217748&set=pcb.765134530217723&type=1&theater

Clamoroso! L’Unità deve pagare 110 milioni di euro di debiti alle banche ma i DS li hanno “girati” allo Stato! Schifo!

Pd salva l'Unità

Il tribunale ha emesso tre decreti ingiuntivi per 110 milioni a favore delle banche che prestarono i soldi a L’Unità e, come mostriamo in esclusiva, i Ds si adoperarono perché a pagare fosse Palazzo Chigi. (Scoop del Corriere della Sera).
I debiti li hanno fatti l’Unità e i Ds, ma a pagarli sarà lo Stato. Ed è una cifra che fa paura: 110 milioni di euro. Poche settimane fa tre pool di banche, capitanati da Intesa San Paolo, Bnl e Banca Popolare, hanno ottenuto dal Tribunale di Roma l’emissione di altrettanti decreti ingiuntivi contro la presidenza del Consiglio dei ministri, per avere indietro i soldi prestati al quotidiano fondato da Antonio Gramsci e gestito fino al 2001 – assai male, a vedere i risultati – dai Democratici di Sinistra. La sentenza non è esecutiva solo perché Palazzo Chigi – conferma il Capo dipartimento dell’Editoria Roberto Marino – ha fatto ricorso tramite l’avvocatura dello Stato. La decisione finale è prevista a ottobre.
Come mai a pagare questi debiti dev’essere lo Stato? Per capirlo ci tocca fare un passo indietro, a 13 anni fa. Nel 2001 Ugo Sposetti, per anni tesoriere del Pci-Pds-Ds, oggi senatore Pd e presidente della Fondazione Ds, si trova alle prese col debito monstre del partito: 447 milioni di euro. Di questi 125 milioni di euro provenivano da mutui concessi a l’Unità (di cui 82 a carico di Bnl, 32 di Intesa, 20 di Ifibanca, oggi Banco popolare). Debiti che non preoccupavano più di tanto i vertici dei Ds, perché avevano una garanzia a prova di crack: quella dello Stato. Quando la Quercia, nel 2002, chiama in aiuto un pool di consulenti tecnici per capire come evitare un fallimento che sembra sicuro, i maghi dei conti lo scrivono nero su bianco, in un documento riservato: l’obiettivo è «trasferire il debito del partito derivante dai mutui editoria allo Stato, il quale peraltro ne è già garante».
Come è possibile? Grazie ad un legge, varata nel 1998 dal governo Prodi, che permette di trasferire la garanzia posta dallo Stato fin dal 1987 sui debiti dei quotidiani di partito «anche a soggetti diversi dalle editrici concessionarie» (cioè, in questo caso ai Ds). Specifica la legge: «La garanzia concessa a carico dello Stato è escutibile a seguito di accertata e ripetuta inadempienza da parte del concessionario». Tradotto: siccome la Fondazione Ds è inadempiente, allora paga lo Stato, con tanto di interessi di mora. D’altronde la Fondazione, che ancora oggi garantisce circa 4 milioni di euro di contributo pubblico a l’Unità, è la bad company del vecchio partito della sinistra italiana. Ha ancora una montagna di debiti, ma prima della nascita del Pd ha ceduto tutto il suo patrimonio a un gruppo di 55 fondazioni locali. Alcune banche, tra cui Unicredit, per avere indietro i propri soldi oggi contestano proprio questa operazione di “sparizione”. E chiedono alle fondazioni locali di entrare in possesso di alcuni immobili (due in Friuli, uno a Bergamo, uno a Pomigliano).
La cattiva pratica di far debiti – e non pagarli – a l’Unità non è passata di moda. Oggi la Nie (Nuova iniziativa editoriale, la società che edita il quotidiano) è in liquidazione. Lascia un conto salatissimo a banche e creditori: 35 milioni di passività, di cui 10 con le banche (di cui 4 con Unicredit) e 6,5 milioni verso i fornitori. Per le imprese editrici de l’Unità è il quarto fallimento in vent’anni. Ed è proprio in questi repentini crack e cambi societari che il debito de l’Unità passa in capo ai Ds. L’editrice storica – l’Unità Spa – attiva fin dal 1944, va in liquidazione nel 1994; le subentra Arca Spa, controllata al 99,9 per cento dai Ds, che finisce a gambe all’aria nel 1998; poi arriva la Uem Spa, di cui il partito controlla la quota di maggioranza, ma a cui partecipano anche privati come la Tosinvest degli Angelucci e la Asset Spa di Marchini, oltre alla fondazione Italiani europei di Massimo D’Alema. Ma nel 2000 anche la Uem è costretta a chiudere bottega. Prima, però, cede il marchio – e il contributo pubblico – alla Nie spa. Oggi nuovamente in liquidazione.
Il rosso del giornale non dovrebbe però colpire il Pd, il cui bilancio ha “solo” 10 milioni di debiti, nessuno dei quali provenienti dal quotidiano. Il premier Matteo Renzi ha promesso di salvare l’Unità e ha ridato alle feste del partito il nome dell’antico giornale della sinistra. Ma il conto, ora, rischia di pagarlo proprio Palazzo Chigi. Gramsci non avrebbe approvato.
http://www.ilnord.it/c-3349_CLAMOROSO__LUNITA_DEVE_PAGARE_110_MILIONI_DI_EURO_DI_DEBITI_ALLE_BANCHE_MA_I_DS_LI_HANNO_GIRATI_ALLO_STATO_SCHIFO

roba da Pd

CMC obbligazioni

Scritto da George Stern • 29 luglio 2014

untitled Anche le coop vanno sul mercato. Parliamo della Cooperativa muratori di Ravenna, l’unica ad avere dimensione e proiezione internazionale, che ha emesso un bond da 300 mln di euro.

CMC Ravenna    7,50% 08/01/21 XS1088811423     RL   7,40   rating   B

Si tratta di un H Y, che rende di più dell’obbligazione Salini 6,5% scadenza 2018 emessa per acquisire Impregilo, essendo un’azienda di minori dimensioni. Emissione coop ma non popolare. Pezzatura minima 100.000 euro.

http://www.finanzaelambrusco.it/articoli/finanza/cmc-obbligazioni/

RENZI IL “PRIVATIZZATORE”

di Giuliano Augusto

Quello di Monti era il governo della Goldman Sachs. Quello di Letta, il nipote, era il governo dell’Aspen Institute. Per dire che erano entrambi molto orientati a fare gli interessi della finanza anglo-americana.

Non a caso il governo Monti realizzò lo scorporo della Snam, che gestisce la rete di distribuzione del gas in Italia, dalla holding Eni. Una richiesta che era venuta non soltanto dagli esponenti della canaglia liberista in Italia (legati mani e piedi agli ambienti di Wall Street e della City) ma anche da azionisti dell’Eni come il fondo di investimento americano Knight Winke che si era assunto il ruolo di assillare il governo con tale questione che poi Monti aveva finito per risolvere a suo modo all’inizio del 2012.

Anche Matteo Renzi, che nel 2009 il settimanale americano Time aveva definito “l’Obama italiano” (triplo sic), si è mostrato fedele alla linea “atlantica” ed ha avviato le grandi manovre per mettere in vendita quote azionarie di società sotto controllo pubblico come Eni, Enel, Poste, Finmeccanica e Fincantieri tanto per citare le più note. Ma anche di Enav, Cdp Reti, Rai Way e Stm. In particolare Renzi è intenzionato a vendere una quota del 5% di Eni ed Enel portando in tal modo la quota pubblica dal 30% al 25%.

Attualmente l’Enel è controllato dal Tesoro con una quota del 31,244% mentre l’Eni è controllata al 26,369% dalla Cassa Depositi e Prestiti (il cui principale azionista è il Tesoro con l’80,1%) e dal Tesoro con il 3,94%. Collegata a tali operazioni c’è la questione dell’Opa obbligatoria che il PD al governo vorrebbe fare scendere al 25% dall’attuale 30%, mentre il relatore del provvedimento alla Camera, Massimo Mucchetti, voleva portarla al 20%. Il che avrebbe obbligato il Tesoro e la CDP a vendere la quota azionaria eccedente tale percentuale. Sia che si tratti di quota diretta (Tesoro) che indiretta (CDP).

In tale ottica, quelli degli interessi esteri anglofoni, Renzi si sta confermando come l’uomo giusto al posto giusto. E’ appena il caso di ricordare che all’ultima assemblea dell’Eni, quella che ha approvato il bilancio 2013, i soci privati stranieri, per la prima volta nella storia della società, sono risultati maggioritari nei riguardi dell’azionista pubblico italiano. Quindi del Tesoro-CDP. Soci stranieri che potrebbero aumentare la propria quota e decidere, tale eventualità non è poi così peregrina, che la sede dell’Eni venga trasferita all’estero, tanto per gettare le premesse di un futuro assorbimento da parte di un colosso concorrente come l’americana Exxon. Al povero Enrico Mattei gli staranno girando i cosiddetti.

La linea di Renzi è in buona sostanza quella di trasformare Eni, Enel e le altre società a controllo statale in “pubblic company”. Ossia società ad azionariato diffuso, nelle quali non ci sia più un socio di riferimento ma dove i tanti soci privati eleggano di volta in volta gli amministratori.

Con tale scenario anche il ruolo dell’Eni sullo scenario internazionale andrebbe a farsi fottere. E con esso, qualsiasi possibilità dell’Italia di avere una politica energetica autonoma in Europa e nel mondo. Sarebbe la risposta dell’amerikano Renzi alle critiche venute dagli europei “atlantici” e dagli stessi Stati Uniti per l’eccessiva “simpatia” italiana verso la Russia di Putin. La vicenda Mogherini dovrebbe pur insegnare qualcosa.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha stimato in 10 miliardi il ricavato delle svendite-privatizzazioni che sarebbero usati per coprire una parte trascurabile dell’enorme debito pubblico. Tra queste la vendita a gruppi cinesi del 49% di CdP-Reti, società che controlla appunto la Snam. Tra americani e cinesi cambia poco.

Continua la colonizzazione del nostro Paese.

Fonte: Rinascita.eu
http://www.controinformazione.info/renzi-il-privatizzatore/#more-5938