CNN ACCUSE : LES FORCES DE KIEV UTILISENT DES MISSILES BALISTIQUES CONTRE LEUR PROPRE PEUPLE DANS LE DONBASS

Luc MICHEL/ En Bref / Avec CNN – PCN-SPO/ 2014 07 29 /

LM.NET - EN BREF cnn kiev utilise des missiles (2014 07 29) FR

Les « troupes ukrainiennes utilisent des missiles balistiques de courte portée dans les combats à l’Est du pays », rapporte la chaîne américaine CNN, en citant des sources dans le renseignement américain.

 Selon la chaîne, « depuis deux jours, les autorités du pays se servent des missiles équipés d’ogives de 454 kg avec un rayon d’action de 89 km. C’est l’arme la plus destructrice à être utilisée depuis le début du conflit », explique CNN.

 L’une des sources de la chaîne a indiqué « qu’il est peu probable que les Etats-Unis puissent montrer des images satellites qui confirment le lancement des missiles de type » (sic).

 Jusqu’ici seul le IIIe Reich avaient frappé des populations civiles avec des missiles, les V1 et V2. C’était Londres et Anvers en 1944. Voici la junte néofasciste de Kiev qui marche sur les pas de Hitler. Mais cette fois pas contre des populations ennemies, mais contre son propre peuple !

 Un crime de guerre ? oui !

Une violation de toutes les lois internationales ? oui !

Le conseil de sécurité de l’ONU se saisit de l’affaire, la CPI intervient ? Non …

 Luc MICHEL

_________________________

Luc MICHEL /

PROFIL Facebook  https://www.facebook.com/luc.michel.505

Twitter  https://twitter.com/LucMichelPCN

PAGE OFFICIELLE Facebook  https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

Website  http://www.lucmichel.net/

ROMA: EQUITALIA SENZA SCRUPOLI, ENTRA NEL CONTO CORRENTE PER PIGNORARTI I SOLDI

come? Fattura meno a causa della crisi? Menzogna! C’è la ripresa da anni ormai

29 luglio 2014

Se si ritarda anche soltanto un giorno per pagare una rata all’Agenzia delle entrate, meglio tenersi i soldi. Meglio non pagare. La buona volontà non ha cittadinanza presso il fisco italiano. È il caso dell’ingegner Giuseppe Lucarini, titolare di uno studio di ingegneria civile ad Ancora al quale un temporeggiamento di poche ore è costato carissimo, nonostante 42 anni di libera professione senza macchie nei rapporti con l’erario. «Nel 2010 – racconta – ho avuto difficoltà a pagare 10.212,15 euro di Iva». La crisi cominciava a farsi sentire pesantemente. Ma il professionista marchigiano non è un evasore, non intende sottrarsi agli obblighi con il fisco nonostante il momento difficile, e concorda con l’Agenzia delle entrate di rimborsare il debito a rate. Lucarini non cerca, né ottiene, sconti: «Il piano di rientro prevedeva 20 versamenti trimestrali in cinque anni di 556,89 euro ciascuno. Gli interessi complessivi ammontavano a 925,76 euro».
La prima rata scadeva il 19 ottobre 2012, un venerdì. Malauguratamente il pagamento è avvenuto lunedì 22. Siccome sabato e domenica non sono giornate lavorative, di fatto il ritardo è di un giorno appena. Tuttavia i ritardi con il fisco non sono peccati veniali. Sono colpe gravissime. «Avevo pagato la settima rata il 30 aprile scorso, come previsto. Pochi giorni dopo, il 26 maggio, l’Agenzia delle entrate mi notifica che ero decaduto dal beneficio della dilazione in quanto non avevo rispettato la prima scadenza». Nessuna considerazione per il fatto che il versamento fosse poi effettivamente avvenuto, non conta che tutte le rate seguenti fossero state onorate. Le Entrate hanno iscritto il debito a ruolo applicando alla lettera la legge che impone di calare la ghigliottina sul capo dei contribuenti ritardatari anche di poche ore.(…)

Leggi tutto su ilgiornale

http://www.crisitaly.org/notizie/roma-equitalia-senza-scrupoli-entra-nel-conto-corrente-per-pignorarti-i-soldi/

Bugie profuse e copiose dei soliti noti

“Bugie profuse e copiose dei soliti noti, loro mentiranno ancora, noi li smentiremo sempre!”

Estratto dell’Audizione del Ministro dell’Interno in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali e replica di Marco inerente la precipitosa ed errata attribuzione di intimidazioni.

https://www.youtube.com/watch?v=xrq7rrH-c2M

Spagna: famiglie senza lavoro occupano villaggi turistici

di: WSI | Pubblicato il 29 luglio 2014

Luoghi abbandonati in Andalusia presi d’assalto. Da scoppio bolla sfratti alle stelle e aumento vertiginoso di edifici senza proprietario: 700 mila.
NEW YORK (WSI) – Manoli Herrera, spagnolo, 39 anni, disoccupato, non ce l’ha fatta più a pagare il mutuo della sua casa. Poche settimane fa ha deciso di consegnare il suo appartamento alla banca e si è trasferito in uno di sei edifici abbandonati, occupati da altre famiglie senza lavoro, a Sanlucar de Barrameda, una città sulla costa meridionale della Spagna.
“Non volevo che i miei due bambini di sperimentassero, oltre alle difficoltà di questi anni, anche la violenza di uno sfratto ” ha detto in un’intervista all’agenzia Afp.
Qui sono circa venti le famiglie, con figli a carico, che si sono trasferite il 30 giugno scorso. Un esempio seguito, pochi giorni dopo, da altre 60 famiglie che hanno occupato altri cinque edifici vicini. Si tratta di un complesso turistico, che appartenevano a un immobiliarista, andato in bancarotta e di cui si sono perse le tracce.
Un messaggio scritto su un lenzuolo bianco che pende da uno dei cortili recita: “Ogni individuo ha diritto ad una casa”.
Gli edifici occupati sono stati ribattezzati “I cortili della dignità.” Il nome è stato ispirato al nome di un altro edificio occupato a Siviglia nel maggio 2012 da circa 20 famiglie, chiamato “Utopia cortile.”
Quello di Manoli Herrera è solo un esempio dell’esercito di famiglie spagnole che ha perso l’abitazione in seguito allo scoppio della bolla immobiliare nel 2008. Da allora, mentre gli sfratti sono saliti alle stelle, si stima che siano oltre 700.000 le nuove abitazioni vuote sparse in tutta la Spagna, spesso occupate da squatter.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1716293/spagna-famiglie-senza-lavoro-occupano-villaggi-turistici.aspx

Israele: “Tregua di 12 ore”. Bbc: “Hamas non c’entra coi ragazzi rapiti”

Un portavoce della polizia alla Bbc: dietro l’evento scatenante i raid su Gaza non ci sarebbe Hamas. Kerry: “Avanti coi negoziati”
 
Luca Romano – Ven, 25/07/2014 –
Mentre a Gaza continuano i bombardamenti, Israele rifiuta la bozza di cessate-il-fuoco proposta dal segretario di Stato Usa John Kerry.
  
Nel documento si parla di una settimana di stop ai combattimenti, che comincerebbe nel fine settimana, durante la quale si lavorerebbe a una tregua più duratura e comprensiva.

 Ma dopo una seduta di gabinetto il governo israeliano ha chiesto modifiche al testo. In particolare, Israele vorrebbe restare a Gaza per continuare a distruggere i tunnel di Hamas.

 
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha accordato una tregua di 12 ore a partire dalle 7 (le 6 in Italia) di domani mattina. Il ministro della Difesa Moshe Yaalon ha annunciato però che Israele potrebbe allargare in maniera significativa l’operazione di terra a Gaza.
 
“Stiamo lavorando a un cessate il fuoco umanitario di 7 giorni che dia a entrambe la parti la possibilità di fermare la violenza”, ha detto il segretario di stato Usa John Kerry, “Il mondo guarda la tragedia e sia israeliani che palestinesi meritano di vivere in modo normale. La violenza porta violenza, risultati a breve non ispireranno cambiamenti di lungo periodo, necessari e che tutte le parti vogliono. Ma non si può rimanere fermi e inattivi a guardare questo bagno di sangue. Domani sarò a Parigi per incontrare le controparti e altri leader per parlare e vedere se possiamo ridurre il divario”.
 
Intanto nuovi dettagli emergono sull’episodio che ha dato il via ai raid di Tel Aviv su Gaza Nell’uccisione dei tre ragazzi israeliani rapiti il 12 giugno e rinvenuti senza vita il 30 giugno scorsoHamas non c’entrerebbe nulla.
 
La rivelazione-choc arriva da un portavoce della polizia israeliana, Mickey Rosenfeld, all’inviato della Bbc a Gerusalemme, Jon Donnison, come riporta PiccoleNote.it. Secondo lui, infatti, a ucciderli sarebbe stata una “cellula solitaria”.
 
aggiunge che, “se il rapimento fosse stato ordinato dalla leadership di Hamas, (la polizia) lo avrebbe saputo per tempo”.
 
Nella Striscia vanno però avanti i raid aerei da parte d’Israele, dove nel frattempo sono risuonate a più riprese le sirene d’allarme. Hamas ha anche lanciato tre razzi, intercettati, contro l’aeroporto di Tel Aviv. Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto un corridoio umanitario per evacuare i feriti e far entrare beni di prima necessità a Gaza, la situazione è diventata molto tesa anche in Cisgiordania. Almeno cinque palestinesi sono stati uccisi tra Hebron e Nablus: uno è rimasto vittima dei colpi di arma da fuoco sparati da alcuni coloni, la cui auto era stata presa a sassate. Due avevano invece perso la vita e duecento erano rimasti feriti, alcuni in modo gravissimo, negli scontri notturni avvenuti a Qalandiya, durante una marcia di protesta tra Ramallah e Gerusalemme Est.
 

Roma, capo Rom minaccia presidente Onlus: ‘Ti mando in coma se parli del mio campo’

video al link sotto – Non è intimidazione mafiosa? No, una richiesta di rispetto della propria cultura.

“Se lei parla ancora della Barbuta, la mando in coma, la mando in coma, lo dico qui: mi autodenuncio”. E’ la minaccia reiterata di Sartana Halilovic un “capo” del campo nomadi ‘La Barbuta’ di Roma, rivolta a Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, una Onlus, che si occupa di promuovere i diritti dei rom e sinti in Italia. La minaccia – ripresa in esclusiva dalle telecamere de ilfattoquotidiano.it – è chiara: non si deve toccare l’insediamento in questione, altrimenti è guerra. Cala il silenzio. Stasolla è scosso, pietrificato dalle intimidazioni. Le parole di Halilovic, accompagnato da almeno quattro uomini che poi si allontaneranno con lui, rimbombano nella piccola sala rossa del municipio VII di Roma nel popoloso quartiere di Cinecittà, dove l’associazione ha sciorinato un lungo elenco di cifre che alimentano quello che, senza mezzi termini, viene definito il rapporto ‘Nomadi Spa’, il sistema ‘campi’ della Capitale. Un rapporto, il primo, che analizza nel dettaglio le spese che il Comune effettua per il mantenimento degli insediamenti rom di Roma. Le cifre sono esorbitanti: nel2013 l’amministrazione comunale ha speso 24 milioni di euro per la gestione di 11 insediamenti. E l’assessore al commercio del Pd, Massimo De Simoni, commenta: “Questo rapporto a me fa paura, se presentiamo questi conti non vorrei che qualche testa calda interpreti male e si possa scatenare uno scontro”. L’altro fatto grave è che nonostante fossero presenti diversi consiglieri comunali e municipali, nessuno ad oggi ha denunciato le gravissime minacce alle autorità competenti (leggi l’articolo integrale) di Loredana Di Cesare e Mauro Episcopo

Riceviamo e pubblichiamo
In merito alle immagini ed ai commenti diffusi in rete da ilfattoquotidiano.it, sulle minacce rivolte da un sedicente Capo Rom al presidente dell’associazione 21 Luglio Carlo Stasolla, occorrono alcune urgenti precisazioni.
1. Anzitutto l’associazione interveniva su invito della Lista Civica Marino, con la presenza dei suoi due consiglieri, il capogruppo Francesco Laddaga e Davide Tutino.
2. Il municipio era presente ai massimi livelli istituzionali, così dimostrando la forte esigenza di confronto scientifico sulle buone pratiche per l’integrazione dei Rom. È intervenuta la presidente del Municipio Susi Fantino, il vicepresidente del Consiglio Davide Tutino, il Capogruppo della Lista Civica Francesco Laddaga, ed hanno partecipato ai lavori diversi assessori e consiglieri.
3. Come è facile riscontrare da una visione integrale delle immagini, l’intervento di facinorosi, apparentemente interessati a determinare disordini e scongiurare la presentazione del rapporto, è stata prontamente disinnescata, grazie ad una accorta gestione dell’assemblea.
4. In questo quadro, le minacce del sedicente Capo Rom a Stasolla tendevano evidentissimamente a fomentare scontri. Unicamente per questa ragione si è scelto di non assecondare questi toni, e di lasciar cadere nel vuoto le provocazioni.
5. Il vicepresidente Tutino, riprendendo la parola dopo le minacce stesse, ha affermato di non averne interrotto l’espressione proprio perché fosse tutto registrato. Lo stesso Tutino, in conclusione dei lavori, ha affermato che la violenza manifestata dimostra che occorre smettere di considerare questi personaggi come gli interlocutori delle istituzioni.
I consiglieri Francesco Laddaga e Davide Tutino – Lista Civica Marino (Municipio 7)
Controreplica
Gent.mi consiglieri, quello che abbiamo rilevato è stata l’assenza di reazione delle istituzioni politiche locali (maggioranza e/o opposizioni) di fronte alle minacce esplicite di morte del “sedicente capo Rom”, rivolte al Presidente dell’Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla. Visibilmente scosso dalle gravissime intimidazioni. Una minaccia che doveva essere immediatamente denunciata ai media e alle autorità competenti, forze dell’ordine e magistratura. Questo dovrebbero fare i rappresentanti eletti dai cittadini. L’atto avrebbe permesso così di identificare il minacciante e adottare misure di protezione per il minacciato. Questo sì sarebbe stato un “gesto accorto”. Purtropponessun comunicato di solidarietà a Stasolla è stato diffuso in modo tempestivo. Ci auguriamo che il tutto possa avvenire da parte vostra in questi giorni. A testimonianza, e a disposizione degli inquirenti, c’è il video della nostra testata.
Loredana Di Cesare e Mauro Episcopo
18 luglio 2014

NSA senza fine: monitoraggio anche dopo la morte

Le nuove rivelazioni di The Intercept mostrano le “regole” con cui entrare nella blacklist dei federali e da cui è difficile uscire, anche da deceduti

28-07-201412:32

Nelle 166 pagine pubblicate da The Intercept, il sito di Gleen Greenwald è chiaro che basta davvero poco per far parte dell’esclusiva lista dei presunti terroristi della NSA. La “Watchlisting Guidance” è stata redatta nel marzo del 2013, per una ristretta cerchia di agenti, e resa pubblica qualche giorno fa dal portale dell’ex giornalista del Guardian. Secondo il materiale diffuso dal sito, sono diversi i criteri per cui un normale individuo possa essere targettizzato come “probabile terrorista”. Dalle amicizie ai contatti di lavoro, è tutto sotto l’occhio del Big Brother a stelle e strisce.
Uno dei fatti più rilevanti che emergono dalle pagine del report è che la NSA non fermava il proprio lavoro di spionaggio nemmeno dopo la morte. Il motivo è che il nome di una persona deceduta poteva essere ri-utilizzato come alias da un sospettato, proprio per cercare di fuggire alle eventuali ricerche da parte del governo. Così il nome di migliaia di cittadini americani (ma non solo) morti un anno o venti anni fa, è ancora nei database dell’Agenzia, pronto ad essere analizzato e incrociato con quello di altri individui in giro per il mondo.
Gli stessi nomi e cognomi che, anche post-mortem, sono presenti anche negli archivi degli agenti che controllano i gate agli aeroporti. Un altro punto oscuro dei documenti è infatti al lista “no-fly” che esclude certe persone dalla possibilità di imbarcarsi. Basta essere un omonimo di un terrorista (o presunto tale) per non poter prendere un aereo? La risposta è sì, anche se quel terrorista (o presunto tale) è morto.
A differenza dei documenti precedenti, intesi come vera e propria “parola” da seguire per ogni agente, la lista viene considerata dalla stessa Intelligence solo come una base da cui partire per il lavoro di monitoraggio e non il fine ultimo dello stato-spia. “La National Security Agency – spiegaThe Intercept – sa che la watchlist non è una scienza esatta”. Si tratta di sorta di manuale con delle regole da seguire nel caso si abbiano dubbi sull’eticità di un certo individuo o un gruppo di persone. Vale più o meno la stessa regola calcistica per cui se un difensore e un attaccante si trovano in aerea di rigore e l’episodio non è chiaro, si fischia a favore della squadra che difende. A vincere è il “dubbio”: nel calcio la colpa è del difensore, per la NSA il cittadino è un terrorista. Un dubbio che basta per essere etichettato come “persona di interesse”.
Il problema è che i criteri per entrare di diritto nella lista hanno acquisito maglie sempre più larghe con il passare del tempoStando a The Atlantic , dalla presidenza Bush a quella Obama, complice anche la transizione in anni difficili come il 2001 (per l’11/9), le “scuse” per cominciare ad indagare su una persona per motivi di sicurezza nazionale sono diventate meno chiare e oggetto di varie interpretazioni. Se alla NSA serviva una basa legislativa per portare avanti il proprio lavoro di monitoraggio, il Patriot Act del 2001 gliel’ha data.
L’ultima ombra che si erge dalla diffusione della “Watchlisting Guidance” è la fonte. Sul sito di Greenwald non si fa riferimento ad Edward Snowden o a quanto il ragazzo abbia contribuito a svelare finora. Che ci sia di mezzo un altro informatore? Alcuni indizi dei primi di luglio farebbero pensare proprio di sì.

Altri suicidi e aspiranti – SILENZIO!! non intervenire

ALESSANDRIA: RAGAZZA 25ENNE SENZA LAVORO E CON PROBLEMI ECONOMICI MINACCIA DI LANCIARSI SUI BINARI

28 luglio 2014

Una pattuglia del Distretto Centro della Polizia Municipale ha sventato, nella serata di sabato 26 luglio, un tentativo di suicidio. Erano da poco passate le 21, quando un passante ha avvisato la sala operativa della Polizia che in viale Brigata Ravenna una giovane donna aveva scavalcato il parapetto di sicurezza, minacciando di lanciarsi nel vuoto sui binari della ferrovia. Gli agenti, con il sottufficiale di servizio, si sono immediatamente recati sul posto ed hanno saputo dialogare con la ragazza – B.S, una venticinquenne residente nel capoluogo – fino a quando lei stessa, dopo aver accolto con fiducia la mano sporta dagli agenti, si è lasciata aiutare per oltrepassare quello stesso parapetto che poco prima aveva scavalcato per l’estremo gesto. Alla genesi di tale decisione forse l’oppressiva situazione economica, da ricercare nella mancanza di un lavoro ed una difficile situazione sociale.(…)

Leggi tutto su alessandrianews

http://www.crisitaly.org/notizie/alessandria-ragazza-25enne-senza-lavoro-e-con-problemi-economici-minaccia-di-lanciarsi-sui-binari/

BARI: CASSINTEGRATO SI TOGLIE LA VITA, LA PROCURA INDAGA PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO

28 luglio 2014

Si indaga per istigazione al suicidio. La morte di Fabrizio Budano, operaio 50enne di Surbo travolto dal dramma della ricollocazione mancata degli ex dipendenti della British American Tobacco, diventa un caso giudiziario. L’ipotesi di reato al momento è a carico di ignoti ma l’intenzione del pm Elsa Valeria Mignone è di scoprire le ragioni di un decesso che ha gettato nello sconforto una famiglia, composta da moglie e tre figli. Bufano si è allontanato da casa mercoledì. I suoi cari lo hanno cercato a lungo, poi hanno sollecitato le forze dell’ordine e venerdì mattina è arrivata la notizia che non avrebbero mai voluto ascoltare: il corpo del cinquantenne è stato trovato senza vita nella sua Renault Clio in località Borgo Piave, alla periferia di Lecce. In mano aveva ancora la pistola con cui si sarebbe sparato un colpo in testa. Su quell’arma l’ingegnere Riccardo Ramirez svolgerà una perizia balistica, mentre il medico legale Alberto Tortorella effettuerà l’autopsia, che dovrà chiarire innanzitutto a quando risale il decesso. Raccolti i primi elementi oggettivi, l’inchiesta scaverà nel passato dell’operaio, travolto insieme a circa cinquecento lavoratori dalla fuga della Bat dal Salento, avvenuta nel 2010. Da quattro anni a questa parte, infatti, è stato un susseguirsi di promesse non mantenute da parte delle aziende subentrate alla manifattura tabacchi, che si erano impegnate a garantire i livelli occupazionali. Dei tanto sospirati contratti, negli anni non si è vista neppure l’ombra e lo spettro della disoccupazione si è avvicinato sempre di più anche alle persone, come Budano, che usufruivano della cassa integrazione. L’incertezza del futuro, ad una lettura superficiale, potrebbe essere stata la causa scatenante del gesto estremo di un padre che pensava di riuscire più a mantenere i suoi figli.(…)

Leggi tutto su bari.repubblica

http://www.crisitaly.org/notizie/bari-cassintegrato-si-toglie-la-vita-la-procura-indaga-per-istigazione-al-suicidio/

EMPOLI: 43ENNE SENZA CASA E LAVORO MINACCIA IL SUICIDIO DAL PONTE DELL’ARNO

29 luglio 2014

Un uomo di 43 anni alle prese con problemi economici e senza casa ha minacciato di buttarsi dal ponte dell’Arno. Nel tratto in cui minacciava il gesto, prima di essere fermato dai soccorritori, l’acqua è bassa quindi se avesse davvero attuato la propria minaccia avrebbe potuto farsi molto male. L’impressione comunque è che si trattasse di un gesto dimostrativo e che l’uomo non fosse veramente intenzionato a suicidarsi. Dopo i primi soccorsi l’uomo è stato ricoverato all’ospedale San Giuseppe.(…)

Leggi tutto su gonews

http://www.crisitaly.org/notizie/empoli-43enne-senza-casa-e-lavoro-minaccia-il-suicidio-dal-ponte-dellarno/

LUCCA: RUBA PER FAME ALL’ESSELUNGA DI SAN CONCORDIO, DENUNCIATO 30ENNE

28 luglio 2014

Compie un furto all’Esselunga di San Concordio, ma viene notato dagli addetti alla sicurezza interna del locale mentre infila i prodotti in una sacca di tela e finisce nei guai. E’ un trentenne, di origine maghrebina, che è stato beccato subito dopo aver oltrepassato le casse e, senza opporre resistenza, ha estratto dalla sacca tre confezioni di salmone, un pezzo di parmigiano, due focacce e due confezioni di bagnoschiuma che costituivano il suo bottino, confessando di non disporre dei 50 euro necessari per acquistarli. L’uomo è stato accompagnato in questura ed identificato ma è risultato in regola con i documenti e soprattutto mai conosciuto dalle forze dell’ordine per atti del genere. La direzione dell’Esselunga ha comunque presentato regolare denuncia per il furto.

Fonte luccaindiretta

http://www.crisitaly.org/notizie/lucca-ruba-per-fame-allesselunga-di-san-concordio-denunciato-30enne/

ROMA: ARRESTATI DUE ISPETTORI AGENZIA DELLE ENTRATE PER CONCUSSIONE

29 luglio 2014

Due ispettori dell’Agenzia delle Entrate di Roma sono stati arrestati oggi con l’accusa di concussione dai finanzieri del Gico. A ordinare l’arresto su richiesta del pm Mario Palazzi è stato il gip Simonetta d’Alessandro. Al centro della vicenda giudiziaria la richiesta di una tangente tra i sette e gli ottomila euro per ogni ‘scontò di 100mila euro sulla somma che non era stata corrisposta al fisco ed era stata oggetto di accertamento da parte dei due ispettori.

Fonte Adnkronos

http://www.crisitaly.org/notizie/roma-arrestati-due-ispettori-agenzia-delle-entrate-per-concussione/

Orrore in Siria, a decine decapitati dall’Isis

ecco che significa appoggiare quei ribelli attivi per la liberazione in Siria, ora in Iraq e prima in Libia

Le immagini choc diffuse sui social: la scorsa settimana sono stati giustiziati decine di militari. Le teste infisse su una cancellata come macabri trofei
 
Giovanni Masini – Mar, 29/07/2014 – 17:13
  
Decine di teste decapitate e infilzate sulle punte di una cancellata: succede in Siria, dove i miliziani delle Stato islamico (Is) avrebbero occupato una base dell’esercito alla periferia della città di Raqqa, decapitandone gli occupanti e diffondendo le immagini sui social.
 
Nel filmato si vedono diversi corpi decapitati lasciati insepolti su un marciapiede, alla base della cancellata su cui sono state infisse le teste.
 
La base di Raqqa ospitava la 17esima divisione dell’esercito siriano, che era occupata in un’azione di ripiegamento di fronte all’offensiva portata avanti dall’Isis. Ora l’esercito siriano starebbe incalzando i militanti islamici con elicotteri ed aerei da combattimento.
 
L’occupazione della base non costituirebbe una conquista strategica significativa, ma metterebbe comunque a rischio la città di Deir-Ezzor, ancora sotto il controllo siriano ma circondata e minacciata dai militanti islamisti.
 
L’Isis – acronimo per Stato Islamico dell’Iraq e del Levante – è uno stato non riconosciuto autoproclamatosi indipendente nei territori di Iraq e Siria nel giugno scorso, sotto la guida del califfo Abu-Bakr al Baghdadi. Grazie al notevole attivismo di un esercito di fanatici miliziani pronti a tutto pur di imporre la Sharia in tutti i territori conquistati, l’Isis ha fatto parlare di sè in tutto il mondo grazie ad azioni clamorose come la distruzione della moschea di Mosul, risalente all’ottavo secolo d.C.
 
VIDEO CORRELATI
e ritenuta un “rifugio di apostati”.
 
Persino i terroristi di al-Qaidahanno bollato Isis come “estremista”: un giudizio da cui è difficile dissentire. Sempre a Mosul è stata imposta la conversione forzata alla già sparuta comunità cristiana, i cui esponenti sono stati posti di fronte all’alternativa tra pagare una tassa, convertirsi o andarsene. Per chi si rifiutava, c’era l’arruolamento forzato nelle formazioni militari, o addirittura la pena di morte. E ancora, l’utilizzo della crocifissione come bestiale metodo di esecuzione per i nemici, le copie del Corano distribuite per strada a passanti ed automobilisti.
 
Inoltre nei giorni scorsi si era diffusa la notizia – poi smentita – secondo cui lo stesso Al Baghdadi avrebbe ordinato l’infibulazione coatta di tutte le donne dello Stato Islamico. Anche tra i più accesi sostenitori della guerra santa contro l’Occidente, però, si sono levate molte voci di biasimo contro i delitti raccapriccianti di cui si macchiano i soldati dell’Isis. Su Twitter le foto dei soldati siriani decapitati vengono accolte da un fiume di commenti choccati:”Combattere e uccidere sul campo di battaglia va bene, ma esibire le teste dei nemici in questo modo è contrario agli insegnamenti della Sunna (una delle principali fonti della legge islamica, ndr)“, scrive @Ajaz707, che pure esibisce un account pieno di riferimenti alla sovranità universale di Allah.

La civiltà dei ribelli takfiriti (quelli dell’Isis attivi anche in Libia e Siria nei rispettivi comitati di liberazione)

Isis Siria

Guerra Sionista

EIIS mató a cientos de musulmanes chiítas en Mosul. Este vídeo muestra takfiris en la matanza ellos, así como takfiris masacraron a los rehenes que tomaron y los tiraron al río. #Irak

https://trutube.tv/video/26913/ISIS-in-Iraq-Murdering-Civilians-in-Iraq