Le porte dei poveri, il nuovo apartheid di New York e Londra

l’integrazione progressista filantropica dell’élite…

27.07.2014

NEW YORK – La front door (la porta principale) è per i ricchi broker di Wall Street, la back door – quella seminascosta, nel retro del palazzo o, qualche volta, in una via senza uscita – è per chi fatica a pagare l’affitto a fine mese. Il grande palazzo della Extell Development Company in costruzione nell’Upper West Side (al numero 40 di Riverside) prevede lungo i suoi trentatré piani degli appartamenti di gran lusso, ma questa settimana il board ha approvato la costruzione di una back door. Con una motivazione (presa dopo lunghe discussioni): nel palazzo ci saranno anche 55 piccoli appartamenti, destinati ai “low-income residents”, le persone che guadagnano poco.

DUE ENTRATE. L’ingresso lussuoso di One Commercial Street a Londra,vicina alla City e l’ingresso laterale dello stesso edificio, riservato agli affittuari meno abbienti.

New York come Los Angeles, come Londra o le altre grandi metropoli dove ricchi e poveri, per varie coincidenze, vivono fianco a fianco. E nel mondo dell’1 per cento contro il 99 i primi non vogliono spartire la stessa porta d’ingresso con gli altri. Sono le poor doors, così vengono chiamate da quando il dibattito e le polemiche sono esplose a New York. Tra vicini di casa, su Internet o nei giornali troviamo anche diverse e colorite denominazioni: “service entrance”, “debtor gate”, “the 99 percent door”.

Un editoriale del Boston Globe affronta l’argomento di petto. “Le cosiddette poor doors potrebbero essere giustificabili se ci fossero due palazzi distinti, ma quelli di cui stiamo parlando sono edifici unici e che avranno lo stesso indirizzo. Ironicamente il tema della campagna elettorale del sindaco di New York Bill de Blasio era “A Tale of Two Cities” (il racconto di due città), quella dei ricchi e quella dei poveri. Ora la sua amministrazione ha approvato il piano del gruppo Extell”. Creare le poor door a New York City sembra quasi uno schiaffo alla storia di questa metropoli. Soprattutto uno schiaffo a quell’Inclusionary Housing Program che dagli anni ’80 ha promosso l’integrazione economica nelle aree un tempo povere e diventate nuove mete dei ricchi grazie ai nuovi lussuosi building (la cosiddetta gentrification). Con un ‘bonus’ alle società edilizie per costruire più piani del previsto in cambio della creazione (o del mantenimento) nel palazzo di appartamenti a basso costo per i meno abbienti.

L’ufficio del sindaco (de Blasio è ancora in Italia) fa sapere che l’amministrazione comunale farà tutto il possibile per eliminare le poor doors dalla Big Apple. Almeno quelle future, visto che con quelle già costruite – per le quali la “colpa” viene scaricata sul vecchio sindaco Bloomberg e alla sua leggina del 2009 – non si può più fare nulla. Quanto al palazzo in costruzione su Riverside (affaccio sul parco e sull’Hudson per i ricchi, retrobottega per gli appartamenti low cost) gli uomini della staff di de Blasio allargano le braccia: “Il progetto ha avuto la luce verde dalla passata amministrazione. Per il futuro cambieremo le cose in modo che riflettano i nostri valori e le nostre priorità”

.Il problema è esploso anche a Londra. Lo racconta il Guardian citando il nuovo progetto edilizio di appartamenti di lusso su One Commercial Street o le aree della metropoli dove il boom delle case (e i prezzi) sembra inarrestabile.

E dove oltre all’ingresso di servizio per i più poveri l’area “segregata” riguarda anche spazi comuni come quello per la spazzatura o per tenere le biciclette.

http://apocalisselaica.net/varie/attualita-cultura-satira-e-umorismo/le-porte-dei-poveri-il-nuovo-apartheid-di-new-york-e-londra?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+ApocalisseLaicaPrimaPagina+%28Apocalisse+Laica%29

Aereo malese abbattuto da esercito dell’Ucraina

Mosca – Gli alti vertici dell’esercito russo durante una conferenza stampa a Moscasulla tragedia del volo MH17 della Malaysia Airlines, hanno rivelato che nel giorno della tragedia, cioe’ giovedi 17 luglio, un aereo da combattimento ucraino guadagnava la quota, tipica manovra d’attacco, nei confronti del Boeing Boeing 777 che con 298 passeggeri a bordo, e’ precipitato nello stesso giorno nell’Est dell’Ucraina vicino al confine con la Russia.

“Kiev deve spiegare perché il jet militare stava seguendo l’aereo passeggeri” – ha detto il Ministero della Difesa russo ai giornalisti. “Un caccia da guerra dell’aviazione ucraina è stato rilevato guadagnare quota, a una distanza dall’aereo malese tra i 3 e i 5 chilometri” – ha detto ai cronisti il Capo della Direzione Operazioni Principali del Quartier Generale delle forze militari russe, il Tenente Generale Andrey Kartopolov. Al momento dello schianto dell’MH17 un satellite americano stava volando sopra l’Ucraina orientale” – secondo il Ministero della Difesa russo che ha esortato gli Stati Uniti a pubblicare le foto satellitari e i dati acquisiti. Inoltre, l’MH17 malese si è schiantato nella zona coperta dai sistemi Buk dell’esercito ucraino, missili semoventi terra-aria a medio raggio” – ha detto il Tenente Generale russo.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/164850-aereo-malese-abbattuto-da-esercito-dell-ucraina

Libia: deposito di benzina in fiamme a Tripoli, si teme esplosione

bel lavoro, democrazia esportata e diritti umani ora sono a posto vero? Con il regime amico sotto il regno del Washington consensus i diritti umani sono senz’altro garantiti e rispettati. Nessun presidio all’orizzonte

lunedì, 28, luglio, 2014

Un razzo ha colpito stanotte un serbatoio di carburante a 10 miglia da Tripoli causando un grave incendio che rischia di provocare una “catastrofe”, riferisce il portavoce della società petrolifera Noc spiegando che i vigili del fuoco non sono riusciti a circoscrivere le fiamme e sono stati costretti ad abbandonare il luogo dove ora si teme un’esplosione, con effetti fino a 3-5 km.
I residenti sono stati invitati ad abbandonare la zona, teatro negli ultimi giorni di scontri tra milizie rivali.
Diversi paesi occidentali, tra cui l’Italia, hanno invitato i propri connazionali a lasciare la Libia, teatro da settimane di scontri tra milizie rivali a Tripoli e Bengasi. Nella capitale il bilancio delle vittime di due settimane di combattimenti nella zona dell’aeroporto è di almeno 97 morti e oltre 400 feriti, mentre a Bengasi, nell’est del paese, almeno 38 persone, per lo più soldati, sono rimaste uccise in 24 ore di scontri tra esercito e gruppi islamici.
In una nota diffusa ieri la Farnesina ha sottolineato che, “a fronte del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza in Libia e dei recenti scontri che stanno interessando in questo periodo in particolare la capitale, si ribadisce ai connazionali il pressante invito a non recarsi in Libia e a quelli tuttora presenti a lasciare temporaneamente il Paese”. Nella nota si sottolinea che l’ambasciata italiana rimane aperta e regolarmente funzionante. Sempre ieri il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha riferito del trasferimento di oltre 100 italiani avvenuto nei giorni scorsi, precisando che “l’uscita dalla Libia è avvenuta con convogli via terra verso la Tunisia e con il ricorso a velivoli dedicati disposti dall’unita di crisi”.
Sabato scorso gli Stati uniti hanno evacuato il proprio personale via terra, sotto copertura aerea, dopo che il segretario di Stato John Kerry aveva denunciato un “rischio reale” per la loro sicurezza. Ieri è stato l’omologo tedesco a riferire di una “situazione estremamente imprevedibile e incerta”, invitando i connazionali a lasciare il paese. Stesso appello lanciato da Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Turchia, Spagna e Malta. (fonte Afp)
http://www.imolaoggi.it/2014/07/28/libia-deposito-di-benzina-in-fiamme-a-tripoli-si-teme-esplosione/

Fuga degli occidentali dalla Libia, già 100 italiani rimpatriati
A causa degli scontri in corso da settimane tra le milizie rivali nel Paese
TMNews

Tripoli, 28 lug. (TMNews) – Diversi paesi occidentali, tra cui l’Italia, hanno invitato i propri connazionali a lasciare la Libia, teatro da settimane di scontri tra milizie rivali a Tripoli e Bengasi. Nella capitale il bilancio delle vittime di due settimane di combattimenti nella zona dell’aeroporto è di almeno 97 morti e oltre 400 feriti, mentre a Bengasi, nell’est del paese, almeno 38 persone, per lo più soldati, sono rimaste uccise in 24 ore di scontri tra esercito e gruppi islamici.

In una nota diffusa ieri la Farnesina ha sottolineato che, “a fronte del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza in Libia e dei recenti scontri che stanno interessando in questo periodo in particolare la capitale, si ribadisce ai connazionali il pressante invito a non recarsi in Libia e a quelli tuttora presenti a lasciare temporaneamente il Paese”.

Nella nota si sottolinea che l’ambasciata italiana rimane aperta e regolarmente funzionante. Sempre ieri il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha riferito del trasferimento di oltre 100 italiani avvenuto nei giorni scorsi, precisando che “l’uscita dalla Libia è avvenuta con convogli via terra verso la Tunisia e con il ricorso a velivoli dedicati disposti dall’unita di crisi”.

Sabato scorso gli Stati uniti hanno evacuato il proprio personale via terra, sotto copertura aerea, dopo che il segretario di Stato John Kerry aveva denunciato un “rischio reale” per la loro sicurezza. Ieri è stato l’omologo tedesco a riferire di una “situazione estremamente imprevedibile e incerta”, invitando i connazionali a lasciare il paese. Stesso appello lanciato da Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Turchia, Spagna e Malta.

http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/fuga-degli-occidentali-dalla-libia-gia-100-italiani-rimpatriati-20140728_081525.shtml

CACCIA SI AUTORIZZA ANCORA STERMINI

URGENTISSIMO, INONDIAMOLI DI EMAIL!!!

GRAZIE A QUESTI SIGNORI SARA’ POSSIBILE:
– CACCIARE GLI UNGULATI SULLA NEVE
– STERMINARE LE NUTRIE TOGLIENDO LORO OGNI TUTELA
– CONTINUARE A CATTURARE MIGLIAIA DI UCCELLI MIGRATORI PER FARNE RICHIAMI VIVI
– POSSIBILITÀ’ DI CARICARE IL FUCILE CON 5 COLPI NELLA CACCIA AGLI UNGULATI

POTEVANO FERMARE TUTTO QUESTO, POTEVANO SANARE LA PROCEDURA D’INFRAZIONE DELL’UE NEI CONFRONTI DELL’ITALIA PER LA VIOLAZIONE DELLA DIRETTIVA UCCELLI, MA NON L’HANNO FATTO.

NON TUTTO E’ PERDUTO. ABBIAMO BISOGNO DI VOI.

LA PIU’ GRAVE RESPONSABILITÀ  E’ DEL PD,PARTITO DI MAGGIORANZA, CHE  – TRANNE PER LE BRAVISSIME CIRINNA’ E PUPPATO, E’ RIMASTO SORDO ALLE MIGLIAIA DI RICHIESTE DEI CITTADINI, ALLE 200.000 FIRME  LIPU ED ENPA TRAMITE AVVAZ CONSEGNATE DI RECENTE, AL GRANDE CLAMORE SUSCITATO, ALLE RICHIESTE DI INCONTRO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE ED ANIMALISTE. ALCUNI SENATORI PD HANNO PRESENTATO EMENDAMENTI PEGGIORATIVI SUI RICHIAMI VIVI RISPETTO AL TESTO STESSO DEL GOVERNO PER COMPIACERE LA LOBBY VENATORIA. ALTRI NE HANNO APPROFITTATO PER INSERIRE MODIFICHE PEGGIORATIVE E PRETESTUOSE, DEL TUTTO FUORI TEMA,  PER PERMETTERE PIÙ’ SPARI, ANCHE CONTRO LA FAUNA SELVATICA STREMATA DALLA NEVE! IL PD INOLTRE NON HA LASCIATO – COME HANNO FATTO ALTRI PARTITI – UNA LIBERTÀ’ DI VOTO, RENDENDO GLI SFORZI DELLE ASSOCIAZIONI E LE INTERLOCUZIONI DIFFICILISSIME.
VOGLIAMO SCRIVERE ANCHE DUE RIGHE, MA PERSONALI – A QUESTI SIGNORI? E AL SEGRETARIO DEL PD?  COSA  PENSA DEI “SUOI” SENATORI CHE HANNO PRESENTATO EMENDAMENTI PER AMPLIARE LE POSSIBILITA’ DI SPARO E DI UCCIDERE ANIMALI SELVATICI? FACCIAMOLO, TUTTI. SOLO COSI’ POSSIAMO ANCORA SPERARE. (in fondo un comunicato delle associazioni per prendere spunto opportuno..)
TRANNE RENZI, QUESTI SONO I SENATORI CHE HANNO FIRMATO GLI ORRIBILI EMENDAMENTI, APPROVATI PER POCHISSIMI VOTI.

matteo@governo.it; segretario@partitodemocratico.it; bruno.astorre@senato.it; camilla.fabbri@senato.it; stefano.vaccari@senato.it; massimo.caleo@senato.it; vincenzo.cuomo@senato.it; patrizia.manassero@senato.it; pamelagiacoma.orru@senato.it; mariateresa.bertuzzi@senato.it; pasquale.sollo@senato.it; francesco.giacobbe@senato.it; luciano.rossi@senato.it; franco.panizza@senato.it; albert.laniece@senato.it; aldo.dibiagio@senato.it; bruno.mancuso@senato.it; info@salvatoretomaselli.it
ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali
URGENTISSIMO, INONDIAMOLI DI EMAIL!!!

Meno di un italiano su due in eta’ da lavoro ha un impiego, occupazione al 48,7%

a qualcuno interessa di che vive il 52 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE SENZA REDDITO????????
Davvero sono “solo” 10 milioni i poveri???
I PALADINI DEGLI ULTIMI CHE DICONO, quando non sono impegnati a difendere acciaierie e banche?

lunedì, 28, luglio, 2014

Meno di un italiano su due in eta’ da lavoro ha un impiego. Il nostro paese ha un tasso di occupazione del 48,7%, superiore solo a quello della Grecia, dove pero’ il tasso di disoccupazione supera il 25%, e si colloca al penultimo posto nell’Eurozona.
E’ quanto ha rilevato uno studio dell’Associazione Bruno Trentin della Cgil realizzato elaborando i dati dell’Istat tratti dalla Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro.
Lo studio analizza l’anomalia del tasso di occupazione. Nel nostro Paese, infatti, a un tasso di disoccupazione sostanzialmente in linea con la media europea (12,2% in Italia e 11,9% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013) corrisponde un tasso di occupazione di quasi 8 punti inferiore rispetto alla media europea (48,7% in Italia, 56,2% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013).
La peculiarita’ italiana appare ancora piu’ chiara osservando i dati relativi ad alcuni dei paesi europei piu’ colpiti dalla crisi, come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, dove il tasso di disoccupazione registrato lo scorso anno e’ superiore al nostro, ma anche il tasso di occupazione, con la sola eccezione della Grecia, e’ piu’ alto di quello italiano.
(Asca)

Boeing malese: nessuna reazione UE e USA ai dati forniti dalla Russia

By Edoardo Capuano – Posted on 25 luglio 2014

Traiettoria boeing malese il 22 luglio la Russia ha ufficialmente consegnato tutti i dati di monitoraggio obiettivi riguardanti l’incidente che ha coinvolto il Boeing malese in Ucraina. Il passaggio è avvenuto all’indomani del briefing tenuto a Mosca in cui il Ministero della Difesa russo ha rivelato i dati delle strutture di monitoraggio russe che hanno coperto la regione di Donetsk prima dello schianto del Boeing.

Queste informazioni dell’esercito russo fanno pongono molte domande a Kiev. In particolare, cosa ha causato l’aumento di attività del radar ucraino prima e il giorno della tragedia e l’ordine di “cessare” dopo lo schianto? Che cosa hanno fatto nei pressi del territorio controllato dalle milizie le batterie ucraine di missili anti-aerei “Buk”, prima dello schianto e perché subito dopo sono state ritirate? Perché il SU-25 delle forze aeree ucraine era vicino al Boeing a una distanza tra i 3 e i 5 km poco prima del disastro e perché questo fatto è negato da Kiev?

Kiev non ha risposto alle domande di Mosca. Il capo del comando operativo dello Stato Maggiore dell’esercito russo Tenente Generale Andrej Kartapolov in un briefing a Mosca ha chiesto agli Stati Uniti che è di fondamentale importanza chiarire le circostanze del disastro dell’aereo.

Secondo i propri rappresentanti gli Stati Uniti hanno a disposizione le immagini dallo spazio, a conferma che il lancio contro il velivolo della Malesia è stato compiuto dalle milizie. Ma nessuno ha visto queste immagini. Se la parte americana possiede immagini satellitari, è pregata di fornirle alla comunità mondiale per uno studio dettagliato. È casualità o no, ma il tempo di osservazione satellitare degli Stati Uniti in merito allo schianto del Boeing malese nel territorio ucraino coincidono.

Gli americani non hanno trasferito a nessuno queste immagini: né all’UE né alla Malaysia, né alla Russia. Lo stesso giorno, in un briefing a Washington, funzionari dei servizi segreti americani non erano in grado di fornire alcuna prova del coinvolgimento delle milizie e della Russia allo schianto del Boeing. Anche se la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato all’unisono hanno promesso che i servizi speciali presenteranno prove convincenti sull’abbattimento del Boeing malese. Noi non conosciamo il nome, non sappiamo a che titolo e non siamo al 100 per cento sicuri della nazionalità del tiratore del Boeing, ha affermato l’intelligence degli Stati Uniti.

Al briefing, gli agenti dell’intelligence non hanno presentato immagini satellitari in esclusiva, ma foto dallo spazio poco dettagliate e dati provenienti dai social network. E su questa base, hanno annunciato la versione secondo cui il velivolo, probabilmente, è stato abbattuto per errore dalle milizie. Tuttavia, le agenzie di intelligence statunitensi, hanno riconosciuto che non possono confermare l’autenticità dei materiali tratti da Internet, rilasciati dal governo ucraino. In precedenza, un certo numero di esperti ha indicato i segni di montaggio dei filmati delle reti sociali a cui si agganciavano gli elementi di prova dei funzionari americani ed ucraini.

Igor Shishkin, Vice Direttore dell’Istituto di CSI, dice che non c’è nulla di inatteso nella posizione degli Stati Uniti:

Dovrebbero essere previsti tali sviluppi. In qualsiasi circostanza, qualsiasi siano le prove della Russia sull’incidente, gli USA non le riconosceranno. Hanno dichiarato le prove russe ufficialmente come propaganda. Essi insistono sulla loro versione, senza fornire alcuna prova. Che, sembra, non esista proprio.

Un funzionario dell’intelligence USA ha riconosciuto al briefing che la loro agenzia non ha alcuna prova del coinvolgimento di Mosca nell’incidente, o prova che la Russia avrebbe addestrato le milizie ad usare i missili anti-aerei “Buk”.

È fallita la versione ripetuta molte volte in Occidente che questi complessi vengano trasportati dalla Russia ai miliziani. Un rappresentante dei servizi speciali ha ammesso che l’intelligence statunitense non ha registrato alcun spostamento del sistema missilistico “Buk” attraverso il confine tra Russia e Ucraina.

VIDEO: Russia presenta le immagini satellitari

Fonte: LA VOCE DELLA RUSSIA
www.ecplanet.com/node/4321

Ex consigliere Rifondazione Comunista: ‘Riaprite i campi di sterminio subito’

domenica, 27, luglio, 2014

“Riaprire i campi……..subito!”. È il post pubblicato sulla pagina Facebook di un ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista di Teramo, Lanfranco Lancione, accanto ad una foto dell’ingresso di Auschwitz con la scritta ‘Arbeit macht frei’. “È una provocazione – precisa in un commento allo stesso post, pubblicato il 23 luglio, che ha scatenato subito numerose polemiche – ma per favore cominciamo a dire le cose come stanno! Gli ebrei con la storia dell’antisemitismo hanno stufato…non si può dire ne fare nulla contro di loro, sono autorizzati a fare tutto, da 50 anni stanno massacrando un Popolo che ha come unica colpa quella di essere stato invaso e costretto ad abbandonare la propria terra”.
“Quello che fanno al Popolo Palestinese non può essere accettato da nessun uomo libero! – aggiunge – Chi fa finta di non vedere o prova a fare la differenza fra sionismo e semitismo è complice del massacro. Gli ebrei sono soltanto ebrei non ci sono ebrei buoni ed ebrei cattivi…sono ebrei e basta!”.
Subito è arrivata la presa di distanza di Rifondazione Comunista in una nota firmata da Maurizio Acerbo, segreteria nazionale Prc, Marco Fars, segretario regionale Prc, Marco Palermo, segretario provinciale Prc. “Teniamo a precisare che l’ex-consigliere comunale Lanfranco Lancione non è iscritto al nostro partito almeno dal 1998 – precisa in una nota la federazione provinciale di Teramo di Rifondazione Comunista – quando aderì alla scissione del Pdci di Cossutta e Diliberto”.
“Se fosse un iscritto a Rifondazione apriremmo immediatamente una procedura per l’espulsione perché posizioni di questo genere sono incompatibili con i nostri principi antifascisti e anti-razzisti e quindi con l’appartenenza al nostro partito – prosegue la nota – Cretinate orrende come quelle scritte da Lancione sulla sua pagina fb non giovano certo alla causa del popolo palestinese e anzi gettano discredito sulle mobilitazioni in corso contro i bombardamenti israeliani e l’assedio di Gaza”.
“Ci stupiamo che chi milita da una vita a sinistra possa inneggiare e giustificare i campi di concentramento e lo sterminio nazista – prosegue la nota di Prc – L’indignazione che suscita la politica criminale del governo israeliano e l’oppressione del popolo palestinese non giustificano in alcun modo la riproposizione di ideologie razziste antisemite che, tra l’altro, storicamente si sono sempre accompagnate all’anticomunismo”.
“Ricordiamo a Lancione – prosegue la nota – che le direttive hitleriane ai soldati tedeschi per la ‘soluzione finale’ mettevano in diretta connessione, come tutta la propaganda nazista, ebraismo e comunismo: ‘In quanto portatori del bolscevismo e guide spirituali dell’idea comunista, gli ebrei sono il nostro nemico mortale. Bisogna annientarli’. Ci stupisce che Lanfranco Lancione si esprima col linguaggio tipico dell’estrema destra neofascista, ma d’altronde Lenin definiva l’antisemitismo come ‘il socialismo degli imbecilli’ – conclude la nota – Restare umani, come ci invitava a fare Vittorio Arrigoni, significa anche non cedere all’imbarbarimento della cultura e del linguaggio”. adnkronos
http://www.imolaoggi.it/2014/07/27/ex-consigliere-rifondazione-comunista-riaprite-i-campi-di-sterminio-subito/

MH17 e “Operazione Northwoods”: Ennesima False Flag ?

le foto dei docs scansionati sono al link in fondo

Incolpare la Russia ? Fabbricare un pretesto per fare la guerra: MH17 e l'”operazione Northwoods”
Mentre Gaza è sotto gli occhi di tutti, compresi i colpevoli dietro alle stragi, nel caso delle quasi 300 vittime dell’incidente al MH 17 della compagnia aerea malese stiamo ricevendo più domande che risposte.

Mentre scrivo i miei pensieri sono con le vittime innocenti a Gaza, così come coloro che sono morti nel caso del’MH-17, così come con le loro famiglie.

Entrambe le questioni dominano le notizie ovunque.

Mentre a Gaza è sotto gli occhi di tutti chi perpetra la strage, il caso delle quasi 300 vittime del MH 17 ci sta dando più domande che risposte.

Quando cerchiamo risposte non dobbiamo dimenticare una operazione importante che è stata progettata dal Capo di Stato Maggiore congiunto statunitense nel 1962, un complotto per la fabbricazione di un casus belli (motivo per andare in guerra) con Cuba. E’ stato chiamato “Operazione Northwoods”.

Mi è saltata in mente questa ipotesi non appena la guerra di propaganda relativa alla tragedia aerea è iniziata ad essere implementata. Il documento Northwoods è stato prodotto dai militari americani ma la sua attuazione era stata respinta dall’allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. Ad oggi le circostanze sono cambiate e non posso fare a meno di chiedermi se l’incidente MH-17 non sia una ripetizione di “Operation Northwoods” con la tecnologia di oggi su una scala più grande. Questa volta cercando di coinvolgere la Russia.

Tra le altre cose il documento propone vi sono le seguenti (ho inserito in grassetto i miei commenti per illustrare perché l’incidente MH-17 potrebbe essere imputabile a questa strategia):

E’ possibile creare un incidente che dimostri in maniera convincente che un aereo cubano (un sistema missilistico Buk Anti-Aircraft fornito dalla Russia ai “Separatisti” in Ucraina orientale) abbia attaccato e abbattuto un aereo civile (Malaysian Airlines MH-17 ) in rotta dagli Stati Uniti ( Amsterdam, aeroporto di Schipol) in Giamaica, Guatemala, Panama o Venezuela (Kuala Lumpur) .

E’ possibile creare un incidente che farà sembrare che comunisti cubani RPI (‘separatisti’ Ucraini orientale) abbiano distrutto un aereo USAF (aereo passeggeri malese) su acque internazionali (il loro territorio) in un attacco non provocato.

Di seguito sono riportate pagina 7 e 8 dell’allegato relativo al documento segreto Northwoods intitolato “pretesti per giustificare l’intervento militare”:

Capita a cosa mi sto riferendo? Sicuramente questa linea di pensiero deve essere inclusa in quanto questo incidente potrebbe essere facilmente utilizzato come un altro pretesto fabbricato per ottenere il sostegno pubblico per azioni ostili. Può essere possibile che il regime di Kiev, o fazioni all’interno di esso, abbiano usato questo modello e l’abbiano messo in pratica?

Le sanzioni sono già in corso di attuazione e la retorica ostile abbondano. Possiamo solo sperare che questa volta il pubblico avrà la verità. Ma dato che il registratore vocale, consegnato al team malese di investigatori sulla scena dell’incidente, sono ora nelle mani delle autorità britanniche, che Kiev ha confiscato le registrazioni vocali dei controllori del traffico aereo ucraino e non li sta rendendo loro disponibili e l’ US Military non rilascia le loro informazioni sui radar e i satelliti, le probabilità sono sottili che otterremo una versione dei fatti non manipolata.

Quello che ci rimane è la consapevolezza che non possiamo fidarci di nulla che esca dai media mainstream e dobbiamo fare affidamento sugli sforzi dei media alternativi per andare a fondo a questa tragedia.

FONTE
Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality

Ast di Terni, la lotta si intensifica: un operaio entra in sciopero della fame

vuoi che Sel, il partito di Archinà non difenda le acciaierie?
Certo, lo fa per il bene dei lavoratori mica per far avere più soldi DEI CONTRIBUENTI AI MAGNATI DELL’ACCIAIO.
Mai preoccupati dei senza reddito, come mai questa discriminazione? Per i senza reddito non conviene lottare, non cè nessun magnate da proteggere

27/07/2014 12:02 | LAVORO – ITALIA | Autore: fabrizio salvatori
 
Scatta anche lo sciopero della fame all’Ast di Terni contro il piano di licenziamenti presentato dalla ThyssenKrupp. Ad avviarlo da ieri e’ stato un lavoratore 40enne dell’acciaieria. Nei giorni scorsi ci sono stati diversi scioperi e iniziative.
La cartella clinica del dipendente Ast, insieme ad una lettera indirizzata al premier Matteo Renzi in cui si chiede al Governo un intervento urgente per salvaguardare lo stabilimento ternano, e’ stata consegnata dal segretario della Cgil locale, Attilio Romanelli, al deputato del Pd Walter Verini durante l’incontro tra parlamentari eletti in Umbria e sindacati che si e’ svolto nei giorni scorsi. Nella lettera di invito, spedita a tutti i parlamentari di Roma e Bruxelles, i sindacati ribadiscono di considerare “irricevibile ed inaccettabile” il piano industriale presentato da ThyssenKrupp al Mise. “Tale piano – scrivono – sancirebbe in maniera inaccettabile la deindustrializzazione di Terni e della Regione dell’Umbria, con un impatto occupazionale di oltre 1000 unita’. Inoltre, si metterebbe in discussione un’eccellenza (la produzione di acciai speciali) che costituisce un punto di riferimento fondamentale per uscire dalla crisi che il nostro Paese sta attraversando”.

“La vicenda delle Acciaierie Speciali Terni – sottolinea Giorgio Airaudo, deputato di Sel – dimostra quanto sia urgente per il nostro Paese dotarsi di politiche industriali. Da sempre manca una politica industriale capace di mantenere un ruolo efficace nei settori trainanti e strategici del sistema economico del Paese. In Italia esiste un problema enorme che si chiama siderurgia che coinvolge anche Piombino, Taranto, Terni e altri stabilimenti nel nostro territorio e che vede i lavoratori lasciati soli insieme alle loro comunita’ battersi per la difesa del lavoro e della salute. Serve un piano nazionale sulla siderurgia innovativa e pulita che tuteli salute e ambiente al pari dei profitti. Piano quanto mai necessario e urgente anche alla luce di quanto sta avvenendo in queste ore a Terni. Il Governo cosa fa?”, conclude Airaudo.
http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2014/7/27/41751-ast-di-terni-la-lotta-si-intensifica-un-operaio-entra-in/

Davvero Israele estende tregua Hamas la respinge?

Di seguito il titolo e il pezzo dell’ Ansa, mentre alle 7,46 una breve dà la notizia di un soldato israeliano ucciso da un colpo di mortaio partito da Gaza.

Quindi mentre ieri si leggeva “Israele rifiuta tregua proposta dagli USA”, oggi leggeremo “Hamas rifiuta tregua proposta da Israele ?”

Ma davvero è così ?.

Non ho potuto seguire attentamente le cronache degli ultimi due giorni ma la mia senzazione di oggi è che si voglia far passare Hamas per coloro che rifiutano la tregua ed Israele per quella che è costretta a non interrompere l’ azione militare.

Metto molti punti interrogativi e ripeto non sono informato bene in questo momento, ma il tema che ho proposto mi sembra meriti attenzione e subito.
Marcopa

ANSA.it

Guerra a Gaza: Israele estende tregua, Hamas respinge
Continua a crescere il numero di cadaveri, “molti già in stato di decomposizione”
Redazione ANSA
26 luglio 201423:29 News

l gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato l’estensione di “una pausa umanitaria nei combattimenti” fino alle 24.00 (ora locale) di domani sera, su richiesta delle Nazioni Unite. Lo rendono noto i media israeliani. Durante il periodo della pausa umanitaria, l’esercito israeliano – hanno aggiunto i media – continuerà a neutralizzare i tunnel di Gaza e “risponderanno alle violazioni della pausa stessa”. Il gabinetto di sicurezza è stato riconvocato domani dal premier Benjamin Netanyahu per discutere “i prossimi passi nell’operazione militare a Gaza”. Intanto sono morti in ospedale due soldati israeliani per le ferite riportate in combattimento la settimana scorsa. Lo ha reso noto un portavoce militare. Allo stato attuale i militari morti sono 42

Hamas respinge proroga, morti sono mille

Giornata di tregua nel conflitto di Gaza, una tregua che Israele aveva prorogato fino alla mezzanotte, ma che Hamas ha respinto in serata rivendicando il lancio di sette razzi sul sud e nel centro del paese, e gelando così la richiesta un cessate il fuoco “innovabile” giunta dal vertice diplomatico internazionale di Parigi. La calma durata dodici ore ha consentito ai soccorritori di arrivare nei quartieri più colpiti: dalle macerie sono stati estratti decine di corpi e il bilancio delle vittime e’ salito a piu’ di 1.000.

La disponibilità del governo di Benyamin Netanyahu a prorogare la tregua, aveva fatto seguito all’appello rivolto da Parigi dai ministri degli esteri di Francia, Usa, Italia, Qatar, Turchia, Germania ed altri paesi, per una proroga di ”24 ore rinnovabili”. Israele ha convocato per la serata a Tel Aviv una riunione del Gabinetto di sicurezza per decidere -a quanto sembra – non solo l’andamento dell’operazione sulla Striscia (giunta al 19/o giorno) ma anche le prossime mosse su un possibile cessate il fuoco per cui preme la comunita’ internazionale.

Una cosa pero’ Israele ha ribadito: anche in presenza di una sospensione del conflitto, non rinuncera’ a individuare e distruggere i tunnel ”del terrore” che da Gaza minacciano lo stato ebraico. La risposta di Hamas è stata invece la ripresa del lancio di razzi. Parigi dunque, dopo ieri il Cairo, e’ stato il centro degli sforzi diplomatici con il vertice dei responsabili esteri dei paesi piu’ coinvolti, a partire dal segretario di Stato Usa John Kerry. “E’ stata una riunione positiva – ha detto il ministro degli esteri Laurent Fabius – qui siamo tutti per un’estensione del cessate il fuoco a Gaza”. ”Ora la priorità – ha incalzato il ministro degli esteri Federica Mogherini – è fermare la perdita di vite umane.

L’incontro è stato molto utile per fare il punto della situazione e coordinare gli sforzi per giungere a un’estensione del cessate il fuoco sostenibile nel lungo periodo”. La tregua di 12 ore – cominciata stamattina alle 8 ora locale – ha dato un po’ di sollievo, in vista anche della fine del Ramadan, alla popolazione di Gaza. La gente di Sajaya (circa 50mila abitanti) – proprio a ridosso con il confine israeliano e da dove, secondo il portavoce militare sono stati lanciati circa 140 razzi – e’ tornata nel proprio quartiere colpito in modo pesante nei giorni passati. La sensazione – hanno raccontato fonti locali – e’ stata quella di trovarsi in una zona colpita da un sisma. Nell’aria – hanno aggiunto – si respirava la morte: decine di corpi in decomposizione (oltre 80, secondo fonti palestinesi) sarebbero stati recuperati sotto le macerie nel corso della mattinata. In tutti i visitatori prevaleva una sensazione di shock. In un’altra cittadina della Striscia, a Khan Younis, 22 persone della stessa famiglia sarebbero perite in un bombardamento prima dell’entrata in vigore della tregua.

Gli sfollati in tutto -secondo l’Unrwa – sarebbero circa 165mila. Israele – nelle ore di tregua – ha perso altri tre soldati con un totale tra i militari di 40 morti, piu’ tre civili. I feriti tra i soldati sono, secondo il portavoce militare, 138, di cui alcuni gravi. L’esercito ha mostrato alla stampa, nelle vicinanze del kibbutz di Nir-Am (nel Neghev occidentale), uno dei tunnel -oggi ne sono stati trovati altri 4 e il totale secondo i militari e’ finora di circa 30 con oltre 100 aperture diverse – dal quale ”Hamas avrebbe potuto far passare” fino in territorio israeliano ”decine di terroristi, forse anche centinaia”. ”La sua scoperta – ha detto un ufficiale – ha sventato un attentato di grande portata”. In Cisgiordania, dopo gli incidenti in manifestazioni contro la guerra della scorsa notte in cui sono stati uccisi due giovani palestinesi, oggi la situazione e’ apparsa finora calma. A Tel Aviv in serata si e’ svolta una manifestazione di protesta contro la guerra nella centralissima Piazza Rabin, mentre dall’altra parte della piazza si sono ritrovati i sostenitori dell’operazione.

La storia. Incinta muore sotto le bombe, la sua bimba sopravvive
Desta commozione a Gaza, e viene indicata come un messaggio di speranza, la vicenda di una giovane madre morta sotto le bombe mentre era al nono mese di gravidanza. I medici palestinesi sono riusciti a far nascere la bimba e a tenerla in vita. Il dramma e’ iniziato nella notte fra giovedi e’ venerdi’ quando l’abitazione di Ibrahim Sheikh-Al, nel campo profughi di Deir el-Balah (nel settore centrale della Striscia), e’ stata investita dall’onda d’urto di due bombe sganciate da aerei da combattimento F-16. L’uomo, di 28 anni, e’ stato ferito mentre la moglie, Shaima (23 anni), e’ rimasta sotto le macerie. Per circa un quarto d’ora e’ stata data per dispersa. Mentre la zona si trovava immersa nelle tenebre, alcuni vicini sono riusciti a recuperare il corpo della giovane donna, che ormai non respirava piu’, e a trasportarlo all’ospedale locale. Si tratta dell’Ospedale dei Martiri di al-Aqsa, colpito in precedenza e severamente danneggiato del fuoco israeliano. In queste circostanze disperate i medici si sono prodigati per salvare almeno la piccola che Shaima portava in grembo. La bambina e’ stata subito messa in un’incubatrice, nella persuasione che difficilmente sarebbe rimasta in vita. Invece oggi l’équipe medica ha assunto un tono ottimistico e ha informato il padre che, con tutta probabilita’, la figlia di Shaima sopravvivera.

Quattro bambini hanno perso la vita per un colpo di mortaio caduto nel Sinai settentrionale, in Egitto, a pochi chilometri da Gaza e in un’area dove è in corso una guerra a bassa intensità fra jihadisti e forze di sicurezza egiziane. Un colpo di mortaio ha colpito una casa facendo morti e feriti: quattro bambini e ragazzini sotto i 15 anni uccisi e quattro persone ferite, secondo fonti della sicurezza raccolte dall’Afp. Altre fonti parlano di tre bambini uccisi, uno ferito assieme a un uomo e una donna, tutti della stessa famiglia nel villaggio di el Mahdya, a sud di Rafah, la città frontaliera con la Striscia di Gaza. Non è chiaro chi abbia sparato il colpo anche se le fonti Afp puntano il dito contro “rivoltosi” che avevano preso di mira soldati. L’agenzia statale Mena segnala che responsabili egiziani stanno indagando sull’origine del proiettile. Non si esclude quindi che che possa essere venuto da Gaza da dove, secondo vari media, sono partiti colpi di mortaio verso il sud di Israele. L’episodio e’ comunque un ulteriore indizio della pericolosità del Sinai settentrionale, dove opera il principale gruppo jihadista egiziano, Ansar Bait al-Maqdis, i “Partigiani della Sacra dimora” (Gerusalemme) che vorrebbero imporre la sharia in Egitto e hanno appena riconosciuto Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato islamico (Is). Dalla destituzione del presidente islamista Mohamed Morsi nel luglio dell’anno scorso, le forze dell’ordine egiziane sono obiettivo di numerosi attacchi e attentati rivendicati da gruppi jihadisti. Secondo una stima governativa in circolazione da mesi e mai aggiornata, da allora sono stati più di 500 i poliziotti e i soldati uccisi.

Gaza. La verità sulle bugie di oggi in un rapporto ONU del 2009. Operazione Piombo Fuso.
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2617

Puntuale Israele ha ripreso a bombardare, scaricando su Hamas la responsabilità di aver rotto la tregua. C’era stata una tregua umanitaria limitata nel tempo e poi Israele aveva fatto sapere che l’ avrebbe estesa per altre 24 ore. Non so se e come e da chi questo prolungamento di 24 ore sia stato chiesto ad Hamas.

La narrazione mediatica comunque è cambiata da ieri:
da “Israele rifiuta la tregua chiesta dagli USA e dall’ ONU” in “Hamas rompe la tregua accettata da Israele. ”
L’ operazione mediatica, in questo caso è riuscita, sicuramente nei media ufficiali.
Marcopa

di seguito dall’ Ansa:
“L’aviazione israeliana ha ripreso i raid sulla striscia di Gaza alla luce dei “ripetuti attacchi di razzi da parte di Hamas durante il cessate il fuoco umanitario”. Lo ha annunciato il portavoce militare.”

Gaza:Hamas accetta tregua di 24 ore
“In risposta a Onu e vista la situazione del nostro popolo”

Redazione ANSA
TEL AVIV 27 luglio 2014

(ANSA) – TEL AVIV, 27 LUG – Hamas ha accettato una tregua umanitaria di 24 ore che dovrebbe partire tra un’ora. Lo ha comunicato un portavoce dell’organizzazione. “In risposta all’intervento dell’Onu e considerando la situazione del nostro popolo e in occasione della festa di Eid, e’ stato concordato tra le fazioni della resistenza di accettare – ha detto il portavoce citato anche dai media israeliani – una calma umanitaria di 24 ore a partire dalle 14.00 di domenica locali”