LA POSTA IN GIOCO – It’s all about Gaz(a)

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GIOVEDÌ 17 LUGLIO 2014

 Mancano i nazisti di Kiev

“Dico con tutta la forza della mia anima che il nostro paese è realmente un paese che fa parte del quadro occidentale, appartiene all’Unione Europea, alla NATO e questo non si mette in discussione …” (Alexis Tsipras – intervista ad Antenna tv (emittente greca) maggio 2014).

“Il processo dell’inganno massmediatico deve essere cosciente per essere attuato con sufficiente precisione. Ma deve essere anche inconscio , perché sennò provocherebbe una sensazione di falsità e dunque di colpa. Raccontare deliberate bugie credendovi sul serio, dimenticare ogni fatto che sia diventato sconveniente e, poi, quando torni ad essere necessario, tirarlo fuori dall’oblio per il tempo necessario, smentire l’esistenza di una realtà oggettiva e, simultaneamente, tener conto della realtà che si nega, tutto questo è necessario e indispensabile”. (George Orwell, “1984”)

Al vincitore non si chiede mai di dire la verità”. (Adolf Hitler)

Questa e nient’altro è la radice dalla quale cresce un tiranno: quando appare inizialmente si presenta come protettore”. (Platone)

Amici, una tregua anche per noi. Per una mesata vado fuori Italia e ci ritroveremo dopo Ferragosto. Continuerò comunque a leggere con attenzione i vostri commenti. Non perdetevi tra gli ombrelloni e gli stambecchi e non perdetevi soprattutto d’animo. Occhio aguzzo su quanto commetterà di infame, come sempre nella disattenzione estiva, il Circo degli orrori con i suoi guitti, farabutti e veline. Ciao.

I cicisbei, i gigolò e le zoccole che popolano i media occidentali e tra i quali i nostri mantengono il primato Guinness, non vi hanno fatto sapere:

–       che Boko Haram, i terroristi nigeriani mandati da USraele a creare caos creativo nel più grosso e petrolifero dei paesi africani, si è dichiarato membro dell’ISIL. Serve per occultare l’identità di sicari di USraele dei tagliagole impegnati nel caos creativo in Siria e Iraq;

–       che un oscuro gruppo di jihadisti palestinesi, mai comparso prima, si è dichiarato anch’esso costola dell’ISIL (Califfato Islamico in Iraq e nel Levante) e ha rivendicato il rapimento e l’uccisione dei tre coloni ultrà sionisti. Operazione negata da Hamas e datutti, ma a Hamas attribuito da Netaniahu. Sepolta dal ridicolo l’attribuzione a Hamas, si è rimediato con questa seconda False Flag per contrastare la valanga di indizi che rivelano l’attentato finalizzato a giustificare la soluzione finale per Hamas. Manovra tanto incredibile da essere stata occultata perfino da cicisbei, gigolò e zoccole;

–       che il fallimento della “tregua” negoziata tra Israele e l’Egitto non è affatto dovuta ai razzi di Hamas, bensì, primo, al fatto che l’accordo era stato scritto dal criminale di guerra Tony Blair e non ha mai coinvolto i palestinesi e, secondo, che pretendeva lo scioglimento di Hamas e la consegna di tutte le sue armi a Israele. Dicesi resa. Inoltre non contemplava nessuna delle richieste di Hamas: fine degli attacchi israeliani a Gaza, apertura dei valichi con Israele e Egitto, rilascio dei prigionieri rastrellati in Cisgiordania nelle ultime settimane, pagamento da parte dello’ANP dei salari ai dipendenti pubblici di Gaza;

–       che alla tv panaraba “Al-Maydeen TV” lo sceicco Nabil Naiem , fondatore dell’organizzazione jihadista in Egitto e già numero tre dell’agenzia CIA  Al Qaida, con Osama bin Laden e Ayman Zawahiri, ha dichiarato: “Il leader dell’ISIL, Abu Bakr al Baghdadi, è un agente della Cia. Gli Usa lo hanno rilasciato dalla prigione e dotato di 30 milioni di dollari per creare l’ISIL. I primi campi di addestramento furono creati in Giordania e gestiti dai Marines. Ricevevamo armi Usa e finanziamenti per decine di migliaia di dollari, soprattutto dall’Arabia Saudita che promuove il terrorismo jihadista da almeno trent’anni. I combattenti ISIL feriti non vengono curati in Siria, Egitto o Arabia Saudita, ma in Israele. Attualmente vi sono 1.500 feriti di ISIL e di Al Nusrah negli ospedali del Golan e di Tel Aviv. Noi ottemperiamo alle regole del fondatore della “Guerra di Quarta Generazione”, Bernard Lewis, secondo il quale, al posto degli eserciti transcontinentali che provocano nazionalismi avversi e il rientro di bare con cittadini americani, si devono utilizzare agenti all’interno dei paesi-bersaglio che facciano il lavoro dei nostri militari e a cui, con la complicità dei media, possiamo addossare le responsabilità per ogni tipo di crimine e atrocità. A noi spetta il controllo delle tecnologie, delle risorse, delle finanze e dell’intelligence”.

–       che, ancora più autorevolmente, quanto sopra è stato confermato da Edward Snowden, il denunciante dello spionaggio NSA, con la rivelazione documentata che i servizi segreti di Usa, Regno Unito e Israele hanno lavorato insieme per creare l’ISIL. Un piano che punta a riunire il terrorismo mondiale in un’entità chiamata “Il nido di vespe”. Per un anno intero Al Baghdadi sarebbe stato militarmente addestrato dal Mossad e istruito in teologia e in tecnica di comunicazione

 Il mattatoio israeliano, perché?

A nessuno dei cicisbei, gigolò e zoccole è venuto in mente ed è uscito dalla penna  per quali motivi al macellaio premier israeliano sia stato dato, dai poteri supremi, il via alla mattanza. In una settimana 500 tonnellate di esplosivo, 2500 “bersagli”, cioè case, colpiti, 228 morti, l’80% civili, per un terzo donne e bambini, e 1.600 feriti, contro 1 ausiliario di Tsahal ucciso. 200 a 1: il rapporto di valore tra vite buone e vite cattive. E i tonni gazawi sono appena all’inizio della Camera della morte. Come da me visti in Libano nella guerra del 2006 e a Gaza dopo “Piombo Fuso”, decine di corpi lacerati o carbonizzati da armi proibite, dette “Dime” (Dense Inert Metal Explosive) che rendono incurabili le ferite agli organi vitali, oltreché da missili all’uranio e al fosforo bianco. Cosa ha mosso la nazi-giunta di Tel Aviv, sostenuta da Washington, a sfidare un ulteriore peggioramento dell’immagine dello Stato Canaglia nel mondo e le relative prese di distanza, alla faccia di cicisbei, gigolò e zoccole?

 fosforo bianco su Gaza

I servizi dalla Palestina, al netto sopportabile di qualche sollevamento di sopracciglia sugli orrori commessi da Israele in Cisgiordania e Gaza, hanno dilagato su giornali e televisioni, relegando a trafiletti le mostruosità commesse dall’ISIL in Iraq e Siria e, soprattutto, l’olocausto apparecchiato dai fantocci nazisti di Kiev alle popolazioni martiri russe nel Donbass. Rimanendo sul piano propagandistico dei depistaggi, si è occultato l’epocale iniziativa dei BRICS, in accordo con i paesi latinoamericani della CELAC, successiva a quella del blocco euroasiatico, di dotarsi di una propria banca comune, a detrimento dei ricatti e delle devastazioni di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Altrettanto è stato rimosso dalla centralità palestinese la jacquerie terroristica e il sabotaggio economico innescati, fin da febbraio, contro il Venezuela di Maduro, ai fini di un colpo di Stato pro-USA, successivo a quelli che hanno “normalizzato” l’Honduras e il Paraguay e che ora si tentano contro l’Argentina della renitente Kirchner, mediante un default provocato da creditori avvoltoi statunitensi. Effetto collaterale: non ci si lascia impressionare da un Putin che, con il blocco asiatico e il suo giro trionfale in America Latina, volge l’assedio e l’isolamento della Russia in assedio e isolamento degli Usa.

Clown, sì, ma con gli artigli.

Sono le note armi di distrazione di massa, tipo quelle del clown con gli artigli che, sotto i fumi narcotizzanti degli 80 euro, sta facendo passare l’ulteriore rapina a quanto resta al popolo (10 milioni sotto la soglia di povertà, 30% in povertà relativa, un milione di disoccupati in più, 1 italiano su 3 senza lavoro, il tutto sottostimato); l’ininterrotto aumento del debito, ora a 2000,3 miliardi; l’annientamento UE del proposito di “flessibilità” contro  l’austerità e per la crescita; la “ghigliottina” al dibattito parlamentare e quella ai lavoratori uccisi dal Jobs Act; la riduzione a livelli Caritas dei servizi sociali; la distruzione dell’ habitat umano, animale e vegetale con lo “Sblocca-Italia” e con il via libera a migliaia di trivelle petrolifere di terra e di mare; l’aumento di tutte le tasse, l’abolizione dell’organo parlamentare dimostratosi troppe volte correttore di abusi e illeciti e che va di pari passo con l’eliminazione di organi intermedi verso il basso come le province e quella – annunciata – di Tar e Consiglio di Stato, spesso demolitori dei crimini di Stato; una legge elettorale che farebbe arrossire il legislatore fascista Acerbo e che, con soglie ammazza-milioni di elettori e premio di maggioranza da radere al suolo ogni opposizione, decidere tutto, compreso il Capo dello Stato-duce; contro gli insubordinati tante Genova G8, anche per portare a casa, con le Grandi Opere e quant’altro, il consenso e la partecipazione delle mafie, del Vaticano, della massoneria e la dittatura postmoderna dei pochi, furbi e ladri, sovrani per grazia degli dei a stelle e strisce e stella di David. Tutto questo in perfetta continuità con il piano iperfascista di Licio Gelli e in combutta con una banda di pregiudicati, inquisiti, rinviati a giudizio, condannati

 Hamas delendum est

Tornando alla nazi-giunta di Tel Aviv, sul piano politico e militare, l’operazione Netaniahu-Lieberman doveva riuscire dove era fallita quella di “Piombo Fuso”: eliminare dalla scena Hamas. L’occasione veniva resa più appetibile dall’indebolimento in tutta la regione dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas è parte, e quindi del peso del Qatar a cui Hamas, trascinato dalla sua leadership all’estero, si era affidato, se non venduto. Altre difficoltà ai FM  venivano dalla debacle militare in Siria e a casa del turco Erdogan. La nuova credibilità internazionale acquisita dalla Palestina con il governo di unità nazionale Fatah-Hamas, osservatore all’ONU, avendo posto fine a una lacerazione che minava il ruolo del regime di Abu Mazen e frantumava la coesione sociale, andava distrutta. L’ANP di Fatah e di Mahmud Abbas, che aveva dato così buona prova nella collaborazione geostrategica e repressiva con la Gestapo israeliana (anche negli eventi in corso, dove ha contribuito con la sua polizia a schiacciare ogni protesta), sarà pure stata un migliore interlocutore internazionale avendo incluso anche il maggioritario (nelle ultime elezioni) Hamas, ma per l’occupante era preferibile il Fatah addomesticato di Abu Mazen, con il contorno di gruppi senza voce e senza midollo e senza la zavorra di un’organizzazione combattiva, molto armata e sostenuta dal popolo, come Hamas. Dunque “Hamas delenda est”, con gli arresti  in massa in Cisgiordania, con gli stermini di Gaza, con l’infiltrazione di alcuni dei provetti jihadisti all’opera nei paesi vicini.

Ottusi come zombie, i conquistadores fanno sempre il solito errore psicologico. Credono che, a forza di mazzate su un paese, con sanzioni, campagne di demonizzazione, terroristi assortiti, rivoluzioni colorate e guerre civili, bombe, il popolo se la farà sotto e si rivolterà contro le forze che resistono. Così, nel caso palestinese, dovrebbe andare a finire, per la gioia del nemico e dei “mediatori”  Al Sisi, nemico mortale della Fratellanza, e Tony Blair, genocida collaudato in aree popolate da musulmani antipatici (gli Usa tentennano, dopotutto I Fratelli Musulmani erano la loro prima carta per la regione). Invece,. come non ha funzionato in Iran, Venezuela, Siria, Russia, così non funziona in Palestina, se è vero, come è documentato e testimoniato, che in Cisgiordania Hamas non è mai stato così popolare e, checché sciacalli, succubi e idioti insistano a dare del terrorista a Hamas e a cerchiobottare tra Israele e palestinesi, la popolazione martire di Gaza dispersa tra le macerie, dopo 9 anni di inaudite sofferenze, dice che, a tirare razzi, Hamas fa bene. Finchè si resiste si è vivi. Finchè un invasore occupa e stupra la terra di Palestina, perfino la Carta dell’ONU autorizza a sparare. E questo vale per la Palestina tutta. Altro che Oslo.

  Parigi

Cosa che hanno capito e condiviso i 40mila manifestanti per i palestinesi a Londra, le decine d i migliaia a Parigi, le centinaia di migliaia nei vari paesi riscattati latinoamericani, i governi non arruolati e comandati di mezzo mondo (da noi qualche gruppetto delle solite brave persone che appaiono quando in Palestina il tasso di mortalità da assassinio supera lo stillicidio normale).

Venendo al sodo, un sodo che anch’esso non ha trovato una riga nel profluvio di analisi e reportage sugli eventi mediorientali, salvo in un articoletto dell’ottimo Manlio Dinucci, sfuggito dalle maglie della ginocrate del “manifesto”, Rangeri, si deve parlare di idrocarburi. Israele, in fatto di risorse energetiche, sarebbe secco quanto un osso di seppia. Quanto gli garantiscono ora i curdi iracheni attraverso l’oleodotto Kirkuk-Haifa è uno sgocciolio rispetto all’inondazione che potrebbe arrivare sfruttando il bacino di idrocarburi del Mediterraneo orientale, tra Gaza e Cipro. Ne sarebbero titolari, oltre a Israele, Siria, Libano e Gaza, la quale ultima nasconde sotto terra anche un cospicuo giacimento di petrolio. Ma a Israele spetta, per volontà di Jahve e decisione USraeliana, l’intero bottino. Con gli altri si vedrà, intanto si inizia a togliere di mezzo i palestinesi. Non gli lasciano l’acqua, figuriamoci il gas.

Nel 2007, un anno prima di “Piombo Fuso”, l’attenzione di Moshe Yaalon, ministro della Difesa e già capo di Stato Maggiore, si concentrò sui 1,4 trilio0ni di metri cubici di gas naturale  scoperto nel 2000 al largo di Gaza – giacimenti Marine 1 e Marine 2 –  e del valore di 4 miliardi di dollari. In mano a Hamas avrebbe dato vita a uno Stato palestinese di discreta agibilità. Ora se quella roba deve essere negoziata, non con i  morbidoni dell’ANP (che, contro  l’avviso di Hamas, ha già concluso un accordo con il British Gas Group per  lo sfruttamento del giacimento di Gaza e aveva tentato addirittura di coinvolgere i russi di Gazprom), ma con un governo che comprende Hamas, le cose si farebbero più ardue.  Per eliminare dalla partita gli islamisti e inserire il gas di Gaza nelle adiacenti installazioni off-shore israeliane,  bisognava distruggerne armi, infrastrutture, sistemi di controllo, istituzioni, la stessa popolazione. Mai che i palestinesi possano sognarsi di disporre di proprie riserve energetiche.

Ma il gioco s’è fatto più grande. Israele scopre che davanti alle coste ci sono altre ricchezze. Come il Campo Leviatano con stimati 18 trilioni di metri cubi di gas, porzione dei ben 122 trilioni e dei 1,6 miliardi di barili di petrolio nell’intero bacino del Levante. Sotto traccia si stanno già svolgendo feroci dispute sui confini delle acque territoriali tra Siria, Libano, Cipro e, appunto, Gaza. Mettere le mani su quel mare di idrocarburi eliminerebbe il terrore israeliano di un default energetico e renderebbe Israele addirittura esportatore netto, capace di aprire e chiudere il rubinetto a Egitto, Siria, Libano, Giordania ed Europa. Per questa tocca neutralizzare anzitutto Siria, Libano e Hezbollah,  Gaza e Hamas, a partire dallo sfoltimento delle rispettive basi sociali e dall’ incapacitarne gli strumenti politici e militari. E’ quanto gli ausiliari dell’ISIL stanno facendo in Siria e Iraq. E allora hai voglia a fare campagne di boicottaggio, sanzioni, disinvestimenti, a sparlare di Israele. Se il conflitto Kiev-Mosca incidesse sul flusso di gas all’Europa, se si riescono a bloccare gli oleo- e gasdotti russo-europei North Stream e South Stream, il rubinetto israeliano diventerebbe arbitro dell’economia europea (come già lo sono gli Usa). Ma tutto questo Alice non lo sa. Nessuno glielo dice.

 Furio Colombo, il Manuel Neuer dello Stato Canaglia

Non riesco ad esimermi dal chiudere con un campione, un padre nobile del giornalismo italiano e internazionale. Furio Colombo, editorialista e inventore di lettere al giornale “Il Fatto Quotidiano”. Il surrealismo noir delle pagine di esteri del quotidiano sono note, ma i funambolismi di questo attempato ex-newyorchese Fiat, in difesa dello Stato più violento del mondo, lasciano intravvedere, al fondo del rovesciamento della realtà nel suo contrario, quanto meno un vitalizio del Mossad, se non la massima onorificenza imperialista-sionista per aver contribuito in misura decisiva a collocare l’Italia al 50° posto della libertà di stampa, subito sotto il Niger. Due colonne di Colombo il 15 luglio, riescono a fare del carnefice la  vittima. Copertosi le vergogne con dieci righe di lacrimucce sui massacrati di Gaza, il nostro dice di “mettersi nei panni di Israele”. Panni, peraltro, indossando i quali ha attraversato l’intera sua carriera

Ecco come ci invita a farlo.. “Quel territorio lo vogliono solo perchè ci hanno abitato per alcuni secoli. Non è che gli ebrei occupano troppo territorio. E’ che, per loro, non ne devono occuparne alcuno. Tutt’intorno a Israele c’è un mondo di violenza e di morte, di massacri fratricidi, un mondo che non vuole dialogare con il vicino indesiderato. Vogliono distruggere le colonie, solo per poi distruggere tutto Israele (ricordate Ben Gurion, padre della patria, mentre sterminava arabi e rubava terre, con il suo “gli arabi vogliono rigettare a mare i sopravvissuti dell’olocausto”?). Sono sempre quelli di Gaza che iniziano ogni volta un nuovo periodo di morte. Sono loro a  incominciare e a provocare risposte terribili. Meno male che le armi di chi ha deciso la distruzione di Israele sono per ora imperfette (e che più che perfette siano le nostre cluster, i nostri fosforo e uranio). La proclamazione del califfato, che il mondo prende per una favoletta da Mille e una notte,  non è che una paurosa lettera di intenzioni (peccato che i combattenti feriti del Califfato vadano a curarsi in Israele). Israele, per potente che sia, ha contro il mondo intero (che per Colombo ha le dimensioni di Usa e UE, più qualche schiavetto esotico). Ogni giudizio negativo viene buttato su Israele perché non lo hanno ancora ferito a morte (mentre Israele è impegnato a definitivamente ferire a morte il popolo titolare della Palestina e quanti altri lì intorno obiettano al Grande Israele tutto solo per ebrei)… “

Immaginiamo che il mistificatore del “Fatto” programmi di trascorrere liete vacanze accanto ai compatrioti che, sul confine di Gaza, dalle loro sedie a sdraio con drink, si godono lo spettacolo del genocidio di Gaza, tra formidabili hola per ogni obiettivo polverizzato. Da quelle parti scodinzola in questi giorni anche la nostra Mogherini, impegnata a garantire alla nazigiunta la continuità del nostro ruolo di primo fornitore di armi a Israele.

Naturalmente, per questo Pulitzer dei nazisionisti, i 4 bambini disintegrati dagli antropofagi israeliani mentre giocavano sulla spiaggia di Gaza erano stati messi lì da Hamas a fargli da scudi umani. Subissato dalla revulsione dei lettori perbene del suo giornale, l’osceno ribaltamento boia-vittima si ripete quando, il 17 luglio, l’emissario paragiornalistico esterna: “Le donne e bambini sono mandati a morire da un immenso potere arabo che possiede tutto ma non ha potuto eliminare Israele e non si dà pace”. Quell’immenso potere arabo dei satrapi, teocrati e antipalestinesi come Israele, con il quale il primo Stato Canaglia intreccia complicità geopolitiche e la comune cura dei terroristi jihadisti. E le 80 risoluzioni ONU, contro altrettanti crimini contro l’umanità commessi dal rigurgito razzista incistatosi in Palestina, erano dispetti di antisemiti. Posso vomitare?

A me è venuto in mente il celebre Maggiore Kong, detto “King” Kong, nel film di Kubrick “Il Dr. Stranamore”. Ricordate quando, a cavalcioni sulla bomba atomica, urlando e sventolando il cappello da cowboy, si precipita  su un bersaglio sovietico, ma che sarà poi l’intero pianeta?

LA POSTA IN GIOCO – It’s all about Gaz(a)ultima modifica: 2014-07-17T21:20:21+02:00da davi-luciano
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