Appello del Partito Comunista Italiano ai fratelli in Camicia Nera. (P. Togliatti), 1936

E pensare che Palmiro Togliatti era definito “Il MIGLIORE”; chissà come saranno stati gli altri.

Agli operai e ai contadini,
Ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai militi,
Agli ex-combattenti e ai volontari della guerra abissina,
Agli artigiani, ai piccoli industriali e ai piccoli esercenti, Agli
impiegati e ai tecnici,
Agli intellettuali,
Ai giovani,
Alle donne,
A tutto il popolo italiano!
Italiani!
L’annuncio della fine della guerra d’Africa è stato da voi salutato
con gioia, perché nel vostro cuore si è accesa la speranza di veder,
finalmente, migliorare le vostre penose condizioni di esistenza.
Ci fu ripetuto che i sacrifici della guerra erano necessari per
assicurare il benessere al popolo italiano, per garantire il pane ed
il lavoro a tutti i nostri lavoratori, per realizzare – come disse
Mussolini – “quella più alta giustizia sociale che, dal tempo dei
tempi, è l’anelito delle moltitudini m lotta aspra e quotidiana con
le più elementari necessità della vita”, per dare terra ai nostri
contadini, per creare le condizioni della pace.
Sono trascorsi parecchi mesi dalla fine della guerra d’Africa, e
nessuna delle promesse che ci vennero fatte è stata ancora mantenuta.
Anzi, le condizioni delle masse sono peggiorate con la fine della
guerra africana; mentre si accresce di giorno in giorno per il nostro
paese, la minaccia di esser trascinato in una guerra più grande, in
una guerra mondiale.
Perché le promesse che vengono fatte al popolo non sono mai
mantenute? Perché il nostro popolo non riesce a risollevarsi, e viene
gettato nelle guerre a ripetizione che dovrebbero salvarlo dalla
miseria e che aumentano, invece, sempre di più la sua miseria?

Italiani!
La causa dei nostri mali e delle nostre miserie è nel fatto che
l’Italia è dominata da un pugno di grandi capitalisti, parassiti del
lavoro della Nazione, i quali non indietreggiano di fronte
all’affamamento del popolo, pur di assicurarsi sempre più alti
guadagni, e spingono il paese alla guerra, per estendere il campo
delle loro speculazioni ed aumentare i loro profitti.
Questo pugno di grandi capitalisti parassiti hanno fatto affari d’oro
con la guerra abissina; ma adesso cacciano gli operai dalle
fabbriche, vogliono far pagare al popolo italiano le spese della
guerra e della colonizzazione, e minacciano di trascinarci in una
guerra più grande.
Solo la unione fraterna del popolo italiano, raggiunta attraverso
alla riconciliazione tra fascisti e non fascisti, potrà abbattere la
potenza dei pescicani nel nostro paese e potrà strappare le promesse
che per molti anni sono state fatte alle masse popolari e che non
sono state mantenute.
L’Italia può dar da mangiare a tutti i suoi figli.

Italiani!
Il nostro paese può dar da mangiare a tutti i suoi figli e non ha da
temere, come una disgrazia, l’aumento della popolazione.
Guardate, figli d’Italia, fratelli nostri, guardate i gioielli
dell’industria torinese, le mille ciminiere di Milano e della
Lombardia, i cantieri della Liguria e della Campania, le mille e
mille fabbriche sparse nella Penisola, dalie quali escono macchine
perfette e prodotti magnifici che nulla hanno da invidiare a quelli
fabbricati in altri paesi.
Tutta questa ricchezza l’avete creata voi, operai italiani: l’ ha
creata il vostro lavoro intelligente e tenace, accoppiato al genio
dei nostri ingegneri e dei nostri tecnici. Guardate, figli d’Italia,
le nostre campagne dove si è accumulato il lavoro secolare di
generazioni di contadini. Sì, il nostro è il paese del sole,
dell’azzurro cielo e dei fiori; ma la nostra Italia è bella
soprattutto perché i nostri contadini l’ hanno abbellita con il loro
lavoro.
Queste opere le avete create voi, con il vostro lavoro, operai
italiani, voi che avete fatto dare al nostro popolo il nome
di “popolo di costruttori”.
Noi abbiamo ragione di inorgoglirci. Questa Italia bella, queste
ricchezze sono il frutto del lavoro dei nostri operai, dei nostri
braccianti, dei nostri ingegneri, dei nostri tecnici, dei nostri
artisti, del genio della nostra gente.
Ma questa ricchezza non appartiene a chi l’ ha creata.
Essa è nelle mani di poche centinaia di famiglie, di grossi
finanzieri e di capitalisti, di grandi proprietari fondiari, che sono
i padroni effettivi di tutta la ricchezza del paese, che dominano
l’economia del paese.
Questo pugno di dominatori del paese sono i responsabili della
miseria del popolo, delle crisi, della disoccupazione. Essi non si
preoccupano dei bisogni del popolo, ma dei loro profitti.
A questa gente non importa che milioni di operai e di braccianti
siano senza lavoro, che migliaia e migliaia di giovani vivano
nell’ozio forzato, che la gioventù uscita dalle scuole non trovi una
occupazione, mentre utilizzando tutta questa grande forza, oggi
inoperosa, si potrebbero moltiplicare le ricchezze del paese.
I pescicani capitalisti affamano il popolo, gettano sul lastrico gli
operai, aumentano lo sfruttamento degli operai che lavorano e
abbassano il loro salano, provocano la rovina dei contadini, dei
piccoli industriali, dei piccoli commercianti, e degli artigiani; e
quando il popolo è caduto nella miseria gli dicono che bisogna fare
la guerra, che bisogna andare a farsi ammazzare per riempire le loro
casseforti.
I pescicani non vogliono pagare le conseguenze della crisi che essi
hanno provocata, anzi, si fanno pagare da tutta la Nazione i miliardi
necessari a colmare il passivo delle loro aziende!
I pescicani impongono al popolo una spesa annua di sei miliardi di
lire per la preparazione della guerra!
E per tenere a freno il popolo affamato, per imporgli i più duri
sacrifici, i pescicani hanno bisogno di un forte apparato di polizia
che costa al paese più di un miliardo all’anno.
Quarantatre milioni di italiani lavorano e penano per arricchire un
pugno di parassiti.
Sono questi grandi magnati del capitale che impediscono l’unione del
nostro popolo, mettendo fascisti e antifascisti gli uni contro gli
altri, per sfruttarci tutti con maggiore libertà.
Sono questi parassiti del lavoro nazionale e del genio italiano che
hanno tolto ogni libertà al popolo, hanno imbavagliato i lavoratori,
i tecnici, gli intellettuali, fascisti e non fascisti, per sfruttarli
meglio ed asservirli; sono questi grandi razziatori della ricchezza
del paese che hanno corrotto la nostra vita pubblica, arricchendo
certi alti funzionari e gerarchi dello Stato e del Partito fascista,
che ieri erano poveri ed oggi hanno ville, automobili e capitali
investiti, – per farsene degli strumenti servizievoli; sono questi
briganti che ci portano alla guerra, perché la guerra aumenta
enormemente i loro profitti ed offre loro la possibilità di nuove
ladrerie, di nuove ladrerie, grandi accumulazioni di ricchezze.
Popolo Italiano!
Unisciti per liberare l’Italia da queste canaglie che dispongono
della vita di quarantatre milioni di italiani, che affamano il nostro
paese, e lo portano alla rovina, alla guerra in permanenza; unisciti
per far pagare ai pescicani le spese della guerra e della
colonizzazione!

[..]

I comunisti fanno proprio il programma fascista del 1919, che è un
programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei
lavoratori […]
Lottiamo uniti per la realizzazione di questo programma…
FASCISTI DELLA VECCHIA GUARDIA! GIOVANI FASCISTI!
Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere assieme a voi
LAVORATORE FASCISTA, noi ti diamo la mano perchè con te volgiamo
costruire l’Italia del lavoro e della pace, e ti diamo la mano perchè
noi siamo, come te, figli del popolo, siamo tuoi fratelli, abbiamo
gli stessi interessi e gli stessi nemici, ti diamo la mano perchè
l’ora che viviamo è grave, e se non ci uniamo subito saremo
trascinati tutti nella rovina [.] ti diamo una mano perchè vogliamo
farla finita con la fame e con l’oppressione. E’ l’ora di prendere il
manganello contro i capitalisti che ci hanno divisi, perchè ci
restituiscano quanto ci hanno tolto
[…]

Popolo Italiano!
Noi comunisti italiani combattiamo per rovesciare il dominio dei
capitalisti nel nostro paese, per strappare dalle mani dei
capitalisti che le monopolizzano le ricchezze del nostro paese e
restituirle al popolo che le ha prodotte; noi combattiamo per fondare
in Italia uno Stato in cui ogni cittadino abbia il diritto al lavoro
e a ricevere una rimunerazione a seconda della quantità e qualità del
lavoro fornito, per ogni cittadino abbia diritto al riposo pagato ed
a tutte le assicurazioni sociali e per la vecchiaia, a spese dello
Stato; uno Stato in cui ogni cittadino abbia diritto alla istruzione
gratuita, da quella elementare a quella superiore; uno Stato di
lavoratori liberi in cui tutti i cittadini abbiano la più completa
libertà politica, di pensiero, di organizzazione e di stampa, uno
Stato che sia nelle mani dei lavoratori, governato dai lavoratori. In
uno Stato simile la disoccupazione sarà distrutta per sempre, le
crisi saranno abolite, le ricchezze del paese saranno messe a
profitto di tutto il popolo.
I nostri giovani, i nostri ingegneri, i nostri tecnici avranno largo
campo di sviluppare le loro capacità; e tutti lavoreranno un minor
numero di ore al giorno, migliorando le proprie condizioni materiali
e culturali.
I contadini non peneranno più sulla terra che non è loro.
La cultura che oggi è ristretta e compressa avrà uno sviluppo mai
raggiunto nel nostro paese.
Noi vogliamo fondare una Italia forte, libera e felice, come forte
libera e felice e la Unione dei Soviet, dove in questi giorni 170
milioni di lavoratori discutono la nuova Costituzione, la Carta della
libertà, lo Statuto di una società di lavoratori liberi. La vittoria
del programma dei comunisti, in Italia, sarà la libertà assicurata
dalla disciplina cosciente del popolo padrone dei propri destini,
sarà il pane e il benessere e la cultura garantiti a tutta la
popolazione lavoratrice, sarà la politica della pace e della
fraternità tra i popoli, garantita dal popolo al potere.
Noi comunisti difendiamo gli interessi di tutti gli strati popolari,
gli interessi dell’intera Nazione.
Perché la Nazione è il popolo, è il lavoro, è l’ingegno italiano,
perché la Nazione italiana è la somma di tutte le sofferenze e le
lotte secolari del nostro popolo per il benessere, per la pace, per
la libertà, perché il Partito Comunista, lottando per la libertà del
popolo e per la sua elevazione materiale e culturale, contro il pugno
di parassiti che l’affamano e la opprimono, è il continuatore e
l’erede delle tradizioni rivoluzionarie del Risorgimento nazionale,
l’erede e il continuatore dell’opera di Garibaldi, di Mameli, di
Pisacane, dei Cairoli, dei Bandiera, delle migliaia di Martiri ed
Eroi che combatterono non solo per l’indipendenza nazionale
dell’Italia, ma per conquistare al popolo il benessere materiale e la
libertà politica. Nella lotta per questo grande ideale di giustizia e
di libertà, diecine di comunisti sono caduti, e migliaia sono stati
condannati in questi anni a delle pene mostruose. Centinaia di questi
eroici combattenti per la causa del .popolo languono nelle prigioni e
nelle isole di confino. Diecine, .tra di essi, sono nelle prigioni da
dieci anni. Uomini come Antonio Gramsci, Umberto Terracini, Mauro
Scoccimarro, Gerolamo Li Causi, Giovanni Parodi, Battista Santhià,
Adele Bei, e cento e cento altri, il fiore della classe operaia e del
popolo italiano, i difensori eroici della cultura italiana e degli
interessi del paese che essi amano di un amore che non ha l’eguale,
ed al quale hanno dedicato la loro vita, – non hanno indietreggiato
di fronte a nessun rischio per proclamare la necessità della
riconciliazione del popolo italiano per fare l’Italia forte, libera e
felice.
Ma questo programma non potrà essere realizzato se non con la volontà
del popolo. Oggi il popolo non vede ancora possibile la lotta per
tale programma. Oggi il ‘popolo vuole risolvere i problemi più
urgenti ed attuali che lo angosciano, vuole risolvere i problemi più
urgenti del pane, del lavoro, della pace e della libertà per tutti; e
noi siamo col popolo, e facciamo appello alla sua unione e alla sua
riconciliazione perla conquista di queste rivendicazioni
indilazionabili.
Il programma fascista del 1919 non è stato realizzato!
Popolo Italiano!
Fascisti della vecchia guardia!
Giovani fascisti!
Noi comunisti facciamo nostro il programma fascista del 1919, che è
un programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei
lavoratori, e vi diciamo:
Lottiamo uniti per la realizzazione di questo programma […]
Niente di quanto fu promesso nel 1919 è stato mantenuto.
I sindacati, sottratti alla libera direzione degli operai, sono
ridotti alla funzione. di impedire agli operai di far pressione sul
padronato per difendere i diritti dei lavoratori. L’assemblea
parlamentare è comandata dai pescicani e dai loro funzionari, e
nessuna voce indipendente vi si leva a difesa degli interessi sacri
del popolo. Voi rendete omaggio alla memoria di Filippo Corridoni. Ma
l’ideale per il quale Corridoni combatte tutta la vita fu quello di
conquistare alla classe operaia il diritto di essere padrona del
proprio destino. Il sindacalismo di Corridoni espresse la lotta degli
sfruttati contro gli sfruttatori, e sognò la vittoria degli
sfruttati, la loro redenzione dall’oppressione capitalistica.
Fascisti della vecchia guardia!
Giovani fascisti!
Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere assieme a voi ed a
tutto il popolo italiano per la realizzazione del programma fascista
del 1919, e per ogni rivendicazione che esprima un interesse
immediato, particolare o generale, dei lavoratori e del popolo
italiano. Siamo disposti a lottare con chiunque voglia davvero
battersi contro il pugno di parassiti che dissangua ed opprime la
Nazione e contro quei gerarchi che li servono.
Perché la nostra lotta sia coronata da successo dobbiamo volere la
riconciliazione del popolo italiano ristabilendo la unità della
Nazione, per la salvezza della Nazione, superando la divisione
criminale creata nel nostro popolo da chi aveva interesse a spezzarne
la fraternità.
Dobbiamo unire la classe operaia e fare attorno a questa la unità del
popolo e marciare uniti, come fratelli, per il pane, per il lavoro,
per la terra, per la pace e per li libertà.
Dobbiamo ristabilire la fiducia reciproca fra gli italiani; liquidare
i rancori passati; smetterla con la pratica vergognosa dello
spionaggio che aumenta la diffidenza, dobbiamo risuscitare il
coraggio civile delle opinioni liberamente espresse: nessuno di noi
vuoi cospirare contro il proprio paese: noi vogliamo tutti difendere
gli interessi del nostro paese che amiamo.
Amnistia completa per tutti i figli del popolo che furono condannati
per delitto d’opinione. Abolizione delle leggi contro la libertà e
del Tribunale Speciale, che colpiscono i difensori del popolo, che
difendono gli interessi dei nemici del popolo e dell’Italia.
Diamoci la mano, figli della Nazione italiana! Diamoci la mano,
fascisti e comunisti, cattolici e socialisti, uomini di tutte le
opinioni. Diamoci la mano e marciamo fianco a fianco per strappare il
diritto di essere dei cittadini di un paese civile quale è il nostro.
Soffriamo le stesse pene. Abbiamo la stessa ambizione: quella di fare
l’Italia forte, libera e felice. Ogni sindacato, ogni Dopolavoro,
ogni associazione diventi il centro della nostra unità ritrovata ed
operante, della nostra volontà di spezzare la potenza del piccolo
gruppo di parassiti capitalisti che ci affamano e ci opprimono. […]
Ilya Golosov.
Zuyev workers’ club.
Mosca 1926
Ilya Golosov. Zuyev workers’ club. Mosca 1926
Giuseppe Terragni.
Novocomum,
Como 1927
Giuseppe Terragni. Novocomum, Como 1927

Appello del Partito Comunista Italiano ai fratelli in Camicia Nera. (P. Togliatti), 1936ultima modifica: 2014-07-15T20:36:42+02:00da davi-luciano
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