Le contraddizioni di Renzi sul TAV

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/trasporticomunicazioni/2014/06/le-contraddizioni-di-renzi-sulla-tav.html

Le contraddizioni di Renzi sulla Tav
Comunicazione, lavori pubblici e trasporti 

Renzi parla a vanvera e continua a contraddirsi. L’ha fatto anche durante l’assemblea degli industriali a Gambellara dove ha affermato che il TAV è un’opera urgente e che l’alta velocità veneta sarà inserita nel consueto “decreto-disastro” di fine luglio, lo “Sblocca Italia”. Forse non tutti ricordano che, alla vigilia della sua elezione a sindaco di Firenze, Renzi sosteneva tutto l’opposto, affermando di essere contrario al TAV (“Se dovessi iniziarla oggi, direi no alla Tav”) e mettendo in discussione la stessa utilità dell’opera. E ancora, non più tardi di un anno fa, in vista delle primarie del PD, sempre lo stesso Renzi ribadiva la sua netta presa di posizione contro il Tav, ritenendo l’opera uno spreco di soldi pubblici (“Sono soldi impiegati male”). Evidentemente, ora che è diventato capo del governo, il nostro Presidente del Consiglio ha cambiato drasticamente la sua opinione sul TAV, che magicamente non è più un’opera inutile ma per la quale ora c’è “l’urgenza,di intervenire immediatamente”. Queste dichiarazioni schizofreniche di Renzi fanno trasparire la totale confusione ed incoerenza della politica sull’argomento. . L’Italia dovrebbe seguire il realismo della Francia che ha rivisto il proprio piano dei trasporti e della mobilità alla luce dell’insostenibilità finanziaria di alcune opere, tra cui l’AV Torino-Lione, la cui realizzazione – ritenuta non più prioritaria dai francesi – è stata rimandata al 2040! E’ perciò ufficiale: il corridoio mediterraneo AV non si farà, ma nonostante ciò il governo Renzi continua ad insistere per la realizzazione della tratta italiana! La TAV rappresenta un enorme spreco di risorse pubbliche di cui non sono stati resi noti né i tempi di realizzazione, né le modalità di attuazione, né le previsioni di spesa né, tantomeno, i reali benefici, nonostante il fortissimo impatto ambientale e l’incidenza paesaggistica del tracciato. E le dichiarazioni di Renzi sul TAV ci ricordano molto la disastrosa presa di posizione di Prodi sul Mose.
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Cina: Pechino ordina un’inchiesta sulle Ong straniere operanti nel Paese

venerdì, 20, giugno, 2014
La Cina ha ordinato una vasta inchiesta sulle attivita’ delle organizzazioni non governative straniere che operano in Cina. Lo ha riportato la stampa, un segnale della volonta’ del Partito comunista di rafforzare il suo controllo sul Paese. Queste ”approfondite indagini” sono state decise dal Consiglio di Sicurezza dello Stato, un organismo creato durante un recente ‘plenum’ del Partito comunista cinese per giocare un ruolo di coordinamento tra attori della sicurezza, civili e militari.
La conduzione dell’inchiesta, avviata nella discrezione a maggio e che dovrebbe durare fino a luglio, e’ responsabilita’ delle autorita’ locali, ha precisato un sito di informazione governativa della provincia settentrionale di Shanxi. Sono in particolare interessate le camere di commercio straniere, le organizzazioni benefiche e le fondazioni senza scopo di lucro. asca
http://www.imolaoggi.it/2014/06/20/cina-pechino-ordina-uninchiesta-sulle-ong-straniere-operanti-nel-paese/

La Nato denuncia finanziamenti russi in ONG anti gas di scisto. L’autogol di Rasmussen

Il Segretario Generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha accusato la Russia di finanziare le ONG che si battono contro il gas di scisto. In un’intervista a Chatham House, un think tank londinese, Rsmussen ha dichiarato: “Ho incontrato alleati che possono riportare come la Russia finanzi le ONG che si battono contro il gas di scisto – con l’obiettivo di mantenere la dipendenza europea sul gas importato dalla Russia. Almeno questa è la mia interpretazione”, ha dichiarato.
Per Rasmussen il fatto che il fraccking per l’estrazione del gas di scisto provochi devastazioni naturali e sia altamente inefficiente a livello di costi economici non è importante. Meglio far campagna per l’imposizione dell’esportazione di questo gas dagli Usa all’Europa e incolpare chi “addirittura” finanzierebbe ONG che si pongono questo problema ecologico-ambientale.
La Nato come organizzazione ha preso le distanze dalle dichiarazione del suo Segretario, smentendo di fatto chi è al suo comando. Lo riporta EuObserver.
Notizia del: 20/06/2014

Fmi chiederà alla Bce misure di “quantitative easing”. FT

oohhh ma che bello, l’austerità è finita, il FMI ci salverà dalla cattiva Germania che si oppone….Ops peccato che in Usa in anni di iniezioni a suon di 85 miliardi di dollari AL MESE, le tendopoli continuino ad espandersi….

Il Financial Times riporta che il Fondo Monetario Internazionale chiederà alla Banca centrale europea di considerare una politica monetaria aggressiva del tipo ‘quantitative easing’ applicata dalla FED.

All’interno delle misure che la Bce dovrebbe applicare secondo il FMI acquisti su larga scala dei bond dei governi per prevenire i rischi di deflazione e spingere la crescita nella zona euro.
Notizia del: 19/06/2014
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=8156

Financial Times: Scaroni (ex a.d. Eni) sarà vicepresidente della banca Rothschild

venerdì, 20, giugno, 2014

Stando a quanto riporta il Financial Times, l’ex amministratore delegato di Enel ed Eni, Paolo Scaroni starebbe per diventare vicepresidente della banca d’investimento Rothschild. Scaroni, 67 anni, secondo il quotidiano inglese, porta con sé una serie di contatti importanti nel settore energetico a livello mondiale e in Italia, ed è visto come un ‘apriporta’ in questo settore per la banca.
Si tratta di una mossa insolita per Rothschild, che difficilmente si affida ai grandi nomi dell’economia. Scaroni lavorerà a Londra per 2-3 giorni a settimana. Decisivo il suo rapporto personale con il presidente della banca, David de Rothschild, costruito nel periodo precedente la crisi finanziaria, quando si sono seduti insieme nel board della banca olandese Abn Amro, quando fu discussa la maxi operazione con Royal Bank of Scotland, Fortis e Santander nel 2008. Sul nuovo incarico, pare che non abbiano pesato le condanne e le accuse mosse a Scaroni dalla magistratura italiana.
http://www.imolaoggi.it/2014/06/20/financial-times-scaroni-ex-a-d-eni-sara-vicepresidente-della-banca-rothschild/

George Soros il manipolatore

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Lo scacchiere della grande finanza internazionale pone sul banco tanti nomi e sono tutti abilissimi uomini apparentemente raffinati ma in realtà gestiscono direttamente il potere i media !Uno di questi è George SorosG !Egli insignito(pensate)per ricevere il premio Nobel ha pensato di agire per dirottare e destabilizzare la coscienza popolare(vedasi la situazione in Ucraina e il movimento Occupally Wall Street) per uno scopo ben preciso! Instaurare il Nuovo Ordine Mondiale .Espongo brevemente alcuni refusi in modo da rimarcare per bene il personaggio :
 
George Soros nasce a Budapest nel 1930 da una famiglia di origini ebraiche.Seguendo con sagacia le stesse posizioni della conferenza di Bretton Woods tenutasi alla fine del secondo conflitto mondiale quando fu creata la Banca Mondiale e il FMI , divenne un abile protagonista nell’alta finanza! Ma non solo!
 
Esso possiede enormi reti di protezione per tessere organizzazioni di infiltrazione spalleggiate da altri gruppi(OTPOR) per egemonizzare il potere finanziario e la globalizzazione insieme aRotschild e Rockfeller.In questo modo si rende più sensibile e sgretolante uno Stato nazione che si oppone e può essere pappato più facilmente! Lo stesso Soros dimostra di avere particolarmente a cuore il sistema mercato e la globalizzazione . Il leasing di tali operazioni dello speculatore si sono fatti sentire anche in Italia con  l’acquisizione di alcune societa italiane del settore immobiliare di pregio presente in Italia(in modo particolare l’acuisizione del 5% della IGD immobiliare societa controllata da Coop Adriatica (43,56%) e Unicoop Tirreno (13,91%) per un invenstimento di 20 milioni.
 
Un processo datato ma che risponde perfettamente a quanto avvenuto in passato quando venne ceduto il patrimonio pubblico dello Stato oltre alla cessione di Banca Italia che venne slegata dal ministero del Tesoro per avviare le privatizzazioni.
 
E’ la dimostrazione vivente che l’Europa,gli Stati ,l’Italia ,le istituzioni , i partiti di centrodestra sinistra sono complici di questo intrigo di potere ed è altrettanto vero che se un paese è privo della capacita di battere moneta non c’è scampo per il suo patrimonio e per le sue risorse.

WikiLeaks: l’accordo segreto per liberismo selvaggio

Si chiama Tisa (Trade in Services Agreement) il documento che l’Espresso è in grado di rivelare grazie all’organizzazione di Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi per liberalizzare i servizi: dai dati personali alla sanità passando per le assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla politica

DI STEFANIA MAURIZI
WikiLeaks: ecco l’accordo segreto per il liberismo selvaggio
Un trattato internazionale che potrebbe avere enormi conseguenze per lavoratori e cittadini italiani e, in generale, per miliardi di persone nel mondo, privatizzando ancora di più servizi fondamentali, come banche, sanità, trasporti, istruzione, su pressione di grandi lobby e multinazionali. Un accordo che viene negoziato nel segreto assoluto e che, secondo le disposizioni, non può essere rivelato per cinque anni anche dopo la sua approvazione.
L’Espresso è in grado di rivelare parte dei contenuti del trattato grazie a WikiLeaks, l’organizzazione di Julian Assange, che lo pubblica in esclusiva con il nostro giornale e con un team di media internazionali, tra cui il quotidiano tedesco “Sueddeutsche Zeitung”. Una pubblicazione che avviene proprio in occasione dell’anniversario dei due anni che Julian Assange ha finora trascorso da recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, come ricorda l’organizzazione .

GUARDA IL DOCUMENTO IN ESCLUSIVA :

http://speciali.espresso.repubblica.it/interattivi-2014/wikileaks/index.html

Si chiama “Tisa”, acronimo di “Trade in services agreement”, ovvero “accordo di scambio sui servizi”. E’ un trattato che non riguarda le merci, ma i servizi, ovvero il cuore dell’economia dei paesi sviluppati, come l’Italia, che è uno dei paesi europei che lo sta negoziando attraverso la Commissione Europea. Gli interessi in gioco sono enormi: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70 per cento del prodotto interno lordo globale. Solo negli Stati Uniti rappresenta il 75 per cento dell’economia e genera l’80 per cento dei posti di lavoro del settore privato. L’ultimo trattato analogo è stato il Gats del 1995.

A sedere al tavolo delle trattative del Tisa sono i paesi che hanno i mercati del settore servizi più grandi del mondo: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, più Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. Con interessi in ballo giganteschi: gli appetiti di grandi multinazionali e lobby sono enormi.

La più aggressiva è la “Coalition of Services Industries”, lobby americana che porta avanti un’agenda di privatizzazione dei servizi, dove Stati e governi sono semplicemente visti come un intralcio al business: «Dobbiamo supportare la capacità delle aziende di competere in modo giusto e secondo fattori basati sul mercato, non sui governi», scrive la Coalition of Services Industries nei suoi comunicati a favore del Tisa, documenti che sono tra i pochissimi disponibili per avere un’idea delle manovre in corso.

Bozze del trattato, informazioni precise sulle trattative non ce ne sono. Per questo il documento che oggi l’Espresso può rivelare, pubblicato da WikiLeaks, è importante. Per la prima volta dall’inizio delle trattative Tisa viene reso pubblico il testo delle negoziazioni in corso sulla finanza: servizi bancari, prodotti finanziari, assicurazioni. Il testo risale al 14 aprile scorso, data dell’ultimo incontro negoziale – il prossimo è previsto a giorni: dal 23 al 27 giugno – ed è un draft che rivela le richieste delle parti che stanno trattando, mettendo in evidenza le divergenze tra i vari paesi, come Stati Uniti e Unione Europea, e quindi rivelando le diverse ambizioni e agende nazionali.

Segretezza. A colpire subito è la prima pagina del file, che spiega come il documento debba restare segreto anche se può essere discusso utilizzando canali non protetti: «Questo documento deve essere protetto dalla rivelazione non autorizzata, ma può essere inviato per posta, trasmesso per email non secretata o per fax, discusso su linee telefoniche non sicure e archiviato su computer non riservati. Deve essere conservato in un edificio, stanza o contenitore chiusi o protetti». E il documento potrà essere desecretato «dopo cinque anni dall’entrata in vigore del Tisa e, se non entrerà in vigore, cinque anni dopo la chiusura delle trattative».

Pare difficile credere che, nonostante la crisi senza precedenti che ha travolto l’intera economia mondiale, distruggendo imprese, cancellando milioni di posti di lavoro e, purtroppo, anche tante vite umane, le nuove regole finanziarie mondiali vengano decise in totale segretezza. Ma una spiegazione c’è: Tisa è l’eredità del “Doha Round”, la serie di negoziati iniziati a Doha, Qatar, nel 2001, e condotti all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), per la globalizzazione e la liberalizzazione dell’economia, che ha scatenato proteste massicce in tutto il mondo e che è fallito nel 2011, dopo dieci anni di trattative che hanno visto contrapposti il mondo sviluppato, Stati Uniti, Giappone Unione Europea, e quello in via di sviluppo, India, Cina, America Latina.

Con il fallimento del Doha Round, gli Stati Uniti e i paesi che spingono per globalizzazione e liberalizzazioni, hanno spostato le trattative in un angolo buio (impossibile definirlo semplicemente discreto, vista la segretezza che avvolge le negoziazioni e il testo dell’accordo), lontano dall’Organizzazione mondiale del Commercio, per sfuggire alle piazze che esplodevano in massicce, e a volte minacciose e violente, proteste no global. Il risultato è il Tisa, di cui nessuno parla e di cui pochissimi sanno. Eppure questo accordo condizionerà le vite di miliardi di persone.

Cosa prevede il Tisa? Impossibile capirlo con certezza fino a quando l’intera bozza dell’accordo non sarà disponibile, ma il draft sui servizi finanziari rivelato oggi da WikiLeaks rivela un trend chiarissimo. «Il più grande pericolo del Tisa è che fermerà i tentativi dei governi di rafforzare le regole nel settore finanziario», spiega Jane Kelsey, professoressa di legge dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, nota per il suo approccio critico alla globalizzazione. «Il Tisa è promosso dagli stessi governi che hanno creato nel Wto il modello finanziario di deregulation che ha fallito e che è stato accusato di avere aiutato ad alimentare la crisi economica globale», sottolinea Kelsey. «Un esempio di quello che emerge da questa bozza filtrata all’esterno dimostra che i governi che aderiranno al Tisa rimarranno vincolati ed amplieranno i loro attuali livelli di deregolamentazione della finanza e delle liberalizzazioni, perderanno il diritto di conservare i dati finanziari sul loro territorio, si troveranno sotto pressione affinché approvino prodotti finanziari potenzialmente tossici e si troveranno ad affrontare azioni legali se prenderanno misure precauzionali per prevenire un’altra crisi».

Il tesoro dei dati. L’articolo undici del testo fatto filtrare da WikiLeaks non lascia dubbi su come i dati delle transazioni finanziarie siano al centro delle mire e delle agende dei Paesi che trattano il Tisa. Nel testo, Unione Europea, Stati Uniti e Panama, noto paradiso fiscale, portano avanti proposte diverse. L’Europa richiede che «nessun paese parte delle trattative adotti misure che impediscano il trasferimento o l’esame delle informazioni finanziarie, incluso il trasferimento di dati con mezzi elettronici, da e verso il territorio del paese in questione». L’Unione europea precisa che, nonostante questa condizione, il diritto da parte di uno Stato che aderisce al Tisa di proteggere i dati personali e la privacy rimarrà intatto «a condizione che tale diritto non venga usato per aggirare quanto prevede questo accordo». Panama, invece, mette le mani avanti e chiede di specificare che « un paese parte dell’accordo non sia tenuto a fornire o a permettere l’accesso a informazioni correlate agli affari finanziari e ai conti di un cliente individuale di un’istituzione finanziaria o di un fornitore cross-border di servizi finanziari». Gli Stati Uniti, invece, sono netti: i paesi che aderiscono all’accordo permetteranno al fornitore del servizio finanziario di trasferire dentro e fuori dal loro territorio, in forma elettronica o in altri modi, i dati. Punto. Nessuna precisazione sulla privacy, da parte degli Stati Uniti.

Quello che colpisce di questo articolo del Tisa sui dati è che risulta in discussione proprio mentre nel mondo infuria il dibattito sui programmi di sorveglianza di massa della Nsa innescato da Edward Snowden, programmi che permettono agli Stati Uniti di accedere a qualsiasi dato: da quelli delle comunicazioni a quelli finanziari. Ma mentre la Nsa li acquisisce illegalmente, nel corso di operazioni segrete d’intelligence e quindi la loro utilizzabilità in sede ufficiale e di contenziosi è limitata, con il Tisa tutto sarà perfettamente autorizzato e alla luce del sole.

In altre parole, il Tisa rende manifesto che la stessa Europa – che ufficialmente ha aperto un’indagine sullo scandalo Nsa in sede di ‘Commissione sulle libertà civili, la giustizia e gli affari interni’ del Parlamento Europeo (Libe) – sta contemporaneamente e disinvoltamente trattando con gli Stati Uniti la cessione della sovranità sui nostri dati finanziari per ragioni di business. E sui dati, i lobbisti americani della ‘Coalition of services industries’, che spingono per il Tisa, non sembrano avere dubbi: «Con il progresso nella tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, sempre più servizi potranno essere forniti all’utente per via elettronica e quindi le restrizioni sul libero flusso di dati rappresentano una barriera al commercio dei servizi in generale».

Fino a che punto può arrivare il Tisa? Davvero arriverà a investire servizi fondamentali come l’istruzione e la sanità? L’Espresso ha contattato ‘Public Services International’, (Psi) una federazione globale di sindacati che rappresentano 20 milioni di lavoratori nei servizi pubblici di 150 paesi del mondo. L’italiana Rosa Pavanelli, prima donna alla guida del Psi dopo una vita alla Cgil, non sembra avere dubbi che le negoziazioni del Tisa mirano a investire tutti i servizi, non solo quelli finanziari, quindi anche «sanità, istruzione e tutto il discorso della trasmissione dei dati». E per l’Italia chi sta trattando? «L’Italia, come la maggior parte dei paesi europei, ha delegato alla Commissione europea», spiega sottolineando la «grande segretezza intorno al Tisa». Daniel Bertossa, che per Public Services International sta cercando di seguire e analizzare le trattative, racconta a l’Espresso che, anche se nessuno lo ha reso noto, «per ragioni tecniche che hanno a che fare con il Wto, noi sappiamo che il Tisa punta a investire tutti i servizi e i paesi che stanno negoziando sono molto espliciti sul fatto che vogliono occuparsi di tutti i servizi». Perfino quelli nel settore militare che «sempre più fa ricorso al privato», spiega Bertossa, sottolineando quanto sia problematica la riservatezza intorno ai lavori del trattato e il fatto che sia condotto al di fuori del Wto, che,«pur con tutti i suoi problemi, perlomeno permette a tutti i paesi di partecipare alle negoziazioni e rende pubblico il testo delle trattative». Invece, per sapere qualcosa del Tisa c’è voluta WikiLeaks. Ai signori del mercato, stavolta, è andata male.

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/06/19/news/wikileaks-ecco-l-accordo-segreto-per-il-liberismo-selvaggio-1.170088?ref=HREC1-6

Gerald Celente : l’Irak fa salire il valore del dollaro

Circa 10 anni fa il presidente americano George Bush annunciava con gran fracasso la fine della guerra in Irak. In questi giorni, fazioni ribelli irachene marciano sulla capitale Baghdad e hanno minacciato di prendere il controllo di un’importante raffineria, causando l’aumento del corso del barile di Brent.

L’economista Gerald Celente ne parla in un’intervista sul portale King World News.com.

“Tutti gli sguardi sono puntati sull’Irak – spiega Celente – Si tratta di una guerra che dura da ormai 11 anni. Malgrado il presidente Bush avesse dichiarato “missione compiuta” e diversi generali avessero assicurato che la guerra in Irak fosse vinta, ancora oggi ne vediamo le disastrose conseguenze.

Il corso del barile di Brent è ancora salito di 3.24 dollari. Una conseguenza disastrosa per l’economia. Inoltre in Ucraina i russi esigono un determinato prezzo per il loro gas, mentre gli ucraini vogliono pagare di meno. E’ in atto una crisi energetica, una specie di crisi che il pianeta non aveva vissuto da tempo.

L’economia americana è in difficoltà. Sono appena state pubblicate le statistiche delle vendite al dettaglio di maggio, inferiori alle previsioni. Alle previsioni di chi? Degli economisti del sistema. Il genere di previsioni che si aspettano lo 0.6%, mentre la crescita è stata dello 0.3%.
Se da queste statistiche togliete le vendite di petrolio e di gas, la cifra diventa zero.
Inoltre sono aumentate le iscrizioni alle indennità di disoccupazione.
Non c’è nessuna crescita, c’è solo una cortina di fumo messa in atto dalle autorità. Il disastro è che lo stato reale dell’economia americana è nascosto dalle liquidità iniettate sul mercato dalle banche centrali.

Il Ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ha detto :”Il lusso di avere mercati calmi e stabili che salgono può durare ancora, ma non in eterno. In fin dei conti, non è normale che i tassi siano a zero”.

I tassi d’interesse a zero non sono normali ? Che lo vada a dire alla Banca centrale europea, che ha tassi d’interesse negativi, perchè in apparenza vogliono perpetuare il loro sistema di Ponzi.
Sempre Blankfein ha aggiunto : “Assisteremo a una crescita superiore. Quando accadrà, i soldi quali risorsa inizieranno a costare. Questo causerà uno choc sui mercati.”

In altre parole, significa che le banche e gli hedge funds hanno accesso a soldi freschi a interesse zero che possono iniettare sui mercati e utilizzare per firmare un numero record di fusioni e acquisizioni.

Ecco perchè io credo nell’oro. Quando i tassi d’interesse saliranno, il sistema di Ponzi crollerà. Certamente, il corso dell’oro è aumentato grazie agli eventi in corso in Irak, all’aumento del corso del petrolio e alle pessime notizie economiche. In poche parole, cercheranno disperatamente di dare una sferzata all’economia, ma sono a corto di idee. Siamo di fronte a un potenziale enorme disastro.”

Fonte: www.ticinolive.ch
Link: http://www.ticinolive.ch/2014/06/17/gerald-celente-lirak-fa-salire-il-valore-del-dollaro/
17.06.2014