Assurdo: ferma 3 camionisti e li uccide perché falliscono il “quiz sul Corano” VIDEO

16.giu 2014
Falliscono ‘quiz sul Corano’: giustiziati dal boia di ISIS – VIDEO SHOCK
https://www.youtube.com/watch?v=0teNrBDE8dQ

In mezzo a figure vestite di nero e a volto coperto, lui è l’unico uomo a mostrare il suo volto. È Shakir Wahiyib, un ‘giudice’ temuto dello Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham, e il suo volto è spesso l’ultimo che qualcuno vede.
La star di una serie di video jihadisti macabri, tra cui uno in cui tre uomini vengono giustiziati dopo aver fallito il suo “quiz coranico”, Wahiyib è uno dei pochi leader pubblicamente identificati del gruppo jihadista che ha imperversato in Siria e ora nel nord dell’Iraq.
Il movimento, altrimenti noto come ISIS, invita in generale i suoi seguaci a mantenere i loro volti mascherati per ridurre al minimo le probabilità di essere rintracciati dai governi. Ma mentre il suo comandante in capo, Abu-Bakr al-Baghdadi, è anche solito travestirsi nel rispetto degli altri comandanti, Wahiyib non ha tali riserve. Mostrando notevole gusto per il suo lavoro, egli sorride ai cameramen jihadisti.
“Lui è l’unico che uccide senza coprire il suo volto, e sta lavorando alla creazione di uno stato islamico”, ha detto il colonnello Yassin Dwaij, un poliziotto anziano nella provincia di Anbar occidentale dell’Iraq, dove i funzionari hanno messo 50.000 $ di taglia sulla sua testa. “E ‘pericoloso e astuto.”
Wahiyib ha guadagnato la notorietà attraverso un video agghiacciante che emerse sui siti jihadisti la scorsa estate, nel quale lui e la sua banda giustiziano tre camionisti siriani che stavano guidando attraverso il territorio ISIS ad Anbar.
Dopo aver ordinato ai camionisti di alzare le mani, Wahiyib ha cercato di capire se erano alawiti, la setta sciita eretica del presidente Assad che i fanatici islamici ISIS stanno combattendo in Siria. Quando i tre negarono, dicendo di essere musulmani sunniti come lui, è iniziato un quiz sulla loro conoscenza religiosa. Pochi minuti dopo, e dopo aver ignorato le suppliche disperate dei tre che stavano solo “cercando di guadagnarsi da vivere”, li costrinse a inginocchiarsi a terra e poi un miliziano li uccise con una mitragliatrice.

Tratto da: Voxnews
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La crisi irachena fa impennare il prezzo dei carburanti

Aumentano benzina e diesel sia delle compagnie più accreditate sia per quelle no logo. Schizza anche il Gpl che sale a 0,761 cent/litro.
lunedì 16 giugno 2014 10:41

Continuano a salire i prezzi dei caraburanti a causa del rialzo dei mercati per le fibrillazioni del greggio a causa dell’aggravarsi della crisi irachena. Hanno cominciato sabato Q8 e IP con aumenti dei prezzi raccomandati di 1 centesimo di euro/litro su benzina e diesel (per Esso +0,5 cent su entrambi i prodotti). Questa mattina è stata la volte del market leader, l’Eni che rincara i prezzi con decisione. la benzina sale infatti di 1,5 cent come pure il diesel dello stesso importo. Shell aumenta invece con +1cent per entrambi i prodotti.

Aumenti anche di TotalErg per benzina e diesel, saliti rispettivamente di + 1 e +0,5 cent. A livello di prezzi praticati sul territorio, inevitabili rincari generalizzati comprese le no logo. Più nel dettaglio, le medie nazionali «servite» della benzina e del diesel sono adesso a 1,821 e 1,723 euro/litro (Gpl a 0,743). Le «punte» in alcune aree sono per la «verde» fino a 1,879 euro/litro, il diesel a 1,769 e il Gpl a 0,761.

La situazione su scala nazionale, sempre in modalità «servito», secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale per il Servizio Check-Up Prezzi QE, vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,810 euro/litro di Esso all’1,821 di Q8 (no-logo a 1,694). Per il diesel si passa dall’1,712 euro/litro di Eni all’1,723 di Shell e Tamoil (no-logo a 1,596). Il Gpl, infine, è tra 0,728 euro/litro di Eni e 0,743 di Shell e Tamoil (no-logo a 0,710).

http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=59236&typeb=0&La-crisi-irachena-fa-impennare-il-prezzo-dei-carburanti

Israeliani rapiti, miccia per una esplosione devastante

Israele/Territori Occupati. Netanyahu: pronti a qualsiasi scenario. Ora si teme una escalation militare. Israele schiera altre migliaia di soldati in Cisgiordania, non solo per le ricerche dei giovani dispersi.
La vicenda dei tre ado­le­scenti israe­liani scom­parsi gio­vedì sera nella Cisgior­da­nia occu­pata, si sta tra­sfor­mando nella mic­cia che può pro­vo­care una esplo­sione deva­stante. La loro sorte — rapiti da un gruppo armato pale­sti­nese ha con­fer­mato ieri sera il pre­mier Israe­liano Benya­min Neta­nyahu – non genera solo emo­zione in tutta Israele, otte­nendo gran parte dello spa­zio sui media nazio­nali, ma rende per­sino più grave il qua­dro israelo-palestinese. Senza con­tare che non man­cano coloro che met­tono la vicenda addi­rit­tura in rela­zione agli ultimi svi­luppi in Iraq e nel resto della regione.

I gior­nali, già prima della noti­zia del (pro­ba­bile) seque­stro dei tre ragazzi, ave­vano pub­bli­cato com­menti e ana­lisi sull’infiltrazione dello “Stato Isla­mico in Iraq e Siria” anche in Gior­da­nia, quindi alle porte del paese. Così quando venerdì è giunta la riven­di­ca­zione del seque­stro da parte di un sedi­cente gruppo “Stato dell’Islam”, per i media israe­liani è stato facile fare due più due, quat­tro. Una riven­di­ca­zione poco cre­di­bile, per ammis­sione degli stessi uomini dell’intelligence, ma che ali­menta la tesi dei nazio­na­li­sti israe­liani che vuole i pale­sti­nesi sem­pre più “estre­mi­sti”, “fana­tici”, quindi inaf­fi­da­bili per il rag­giu­gi­mento di qual­siasi accordo poli­tico. Lo stesso pre­mier Neta­nyahu ha pron­ta­mente col­le­gato il seque­stro alla recente ricon­ci­lia­zione tra pale­sti­nesi e alla costi­tu­zione del nuovo governo dell’Anp con l’appoggio del movi­mento isla­mico Hamas. Israele farà ”di tutto e con tutti i mezzi” per rin­trac­ciare i tre ragazzi che ”sono stati rapiti da un’organizzazione ter­ro­ri­stica” e impe­dire che ”siano tra­sfe­riti a Gaza o altrove”, ha avver­tito Neta­nyahu che è tor­nato ad accu­sare l’Anp di essere respon­sa­bile per­ché gli autori del rapi­mento ”sono par­titi dal ter­ri­to­rio sotto suo con­trollo” e ha ammo­nito che le forze israe­liane sono pronte ”a qual­siasi scenario”.

Per la destra fuori e den­tro il governo, il pre­si­dente pale­sti­nese Abu Mazen avrebbe mostrato in que­sti ultimi mesi e set­ti­mane il «suo vero volto», quello dell’estremista nemico di Israele e non del mode­rato favo­re­vole a al com­pro­messo poli­tico che piace ai governi occi­den­tali. Peral­tro il seque­stro aggiunge ten­sione anche in casa pale­sti­nese dove la ricon­ci­lia­zione Fatah-Hamas e la nascita del nuovo ese­cu­tivo di con­senso nazio­nale non ha cam­biato nulla sul ter­reno. L’altro giorno il pre­mier Rami Ham­dal­lah, rispon­dendo alle domande del New York Times, ha detto che la sua auto­rità rimane ine­si­stente a Gaza dove, di fatto, con­ti­nua a gover­nare Hamas. Il movi­mento isla­mico replica che anche in Cisgior­da­nia le cose non sono cam­biate e che i suoi atti­vi­sti e sim­pa­tiz­zanti sono presi di mira non solo dall’esercito israe­liano ma ancora dall’intelligence dell’Anp che, aggiunge, pro­se­gue la sua col­la­bo­ra­zione di sicu­rezza con Tel Aviv. In un qua­dro tanto com­plesso e fra­gile, gli avver­ti­menti minac­ciosi lan­ciati da Neta­nyahu ad Abu Mazen vanno presi molto sul serio. Even­tuali svi­luppi dram­ma­tici della scom­parsa dei tre israe­liani, inne­sche­ranno senza alcun dub­bio una duris­sima rea­zione mili­tare di Israele nei Ter­ri­tori occu­pati, con con­se­guenze incalcolabili.

Il mini­stro della difesa israe­liano, Moshe Yaa­lon, è con­vinto che i tre ado­le­scenti siano in vita. «Fino a quando non sapremo il con­tra­rio, lavo­riamo pre­sup­po­nendo che siano ancora vivi» ha detto, aggiun­gendo che l’esercito ha sven­tato nel 2013 trenta seque­stri di israe­liani e quin­dici nel 2014. Le ricer­che dei tre scom­parsi — Gilad Shaar, 16 anni, della colo­nia di Tal­mon; Naf­tali Fren­kel, 16, del vil­lag­gio di Nof Aya­lon sulla “linea verde”; Elad Yifrach, 19, di Elad nei pressi di Petah Tikva — si con­cen­trano nella zona di Hebron dove si trova la scuola rab­bi­nica che fre­quen­ta­vano. Tra le varie pos­si­bi­lità c’è quella che i rapiti siano stati sepa­rati, ren­dendo così più dif­fi­cile il ritro­va­mento, allo scopo di avviare trat­ta­tive per uno scam­bio di pri­gio­nieri. L’esercito israe­liano ha dispie­gato più di 2.000 sol­dati nell’area di Hebron. Tre bat­ta­glioni di para­ca­du­ti­sti e uno di un’altra unità sono stati inviati in altre zone vicine. Ieri il segre­ta­rio di stato Usa John Kerry ha discusso Abu Mazen dell’intera vicenda, visto che, tra l’altro, uno degli scom­parsi ha anche la cit­ta­di­nanza americana.

?Michele Giorgio
Fonte: www.ilmanifesto.it
15.06.2014

E’ una miccia che fa comodo ad Israele, non ai palestinesi in questo momento per cui si vede lontana un miglio l’ombra del candeliere.
E passa inosservato il fatto che ministri di Gaza hanno dovuto giurare in videoconferenza perchè Israele ha negato loro di potersi recare in Cisgiordania.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=71944
Israele sta minacciando sanzioni e sta ponendo ogni tipo di ostacolo alla riuscita dell’unità inter-palestinese.

Lunedì, 16 Giugno 2014 15:12

Cisgiordania, arrestato il presidente del Parlamento palestinese
Gerusalemme occupata – Il presidente del Parlamento palestinese Aziz Dweik, esponente di Hamas, e’ stato arrestato dalle forze israeliane, come una rapressaglia alla scomparsa di tre adolescenti israeliani avvenuta giovedì scorso nella Cisgiordania occupata.

Secondo il regime sionista, sarebbero stati rapiti da Hamas. In un comunicato, l’esercito israeliano dei occupazione ha fatto sapere di aver arrestato oltre 40 palestinesi in Cisgiordania aggiungendo che tra gli arrestati figura anche Dweik. “L’esercito sta prendendo di mira quanti hanno partecipato, quanti sono stati coinvolti o quelli che hanno informazioni sul luogo in cui si trovano Gilad Shaar, Naftali Frenkel e Eyal Yifrah”, ha detto un portavoce dell’esercito in un comunicato. Sono oltre 150 le persone arrestate finora da Israele dopo che il falco Netanyahu ha puntato il dito contro Hamas.

http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/161930-cisgiordania,-arrestato-il-presidente-del-parlamento-palestinese

Gaza-InfoPal. Nella tarda serata di lunedì 16 giugno, l’aviazione da guerra israeliana ha nuovamente lanciato una serie di attacchi contro la Striscia di Gaza: F16 hanno lanciato diversi missili contro aree disabitate nella città di Gaza, mentre elicotteri apache hanno preso di mira un laboratorio per la lavorazione di metalli, a nord-est.
http://www.infopal.it/nuovi-bombardamenti-aerei-contro-la-striscia-di-gaza/

Gaza: caccia israeliani hanno nuovamente bombardato la Striscia di Gaza
GAZA- Aerei da guerra del regime sionista hanno di nuovo bombardato Striscia di Gaza. Non ci sono ancora notizie di vittime.
http://www.infopal.it/nuovi-bombardamenti-aerei-contro-la-striscia-di-gaza/

Cisgiordania:quinto giorno di ricerche per i tre israeliani rapiti

17 giu 2014
by Redazione

Continua la massiccia operazione dell’esercito di Tel Aviv per ritrovare i tre giovani, rapiti lo scorso giovedì. Israele sta valutando l’ipotesi di espellere tutti i leader di Hamas dalla Cisgiordania. Intanto il Ministro israeliano dell’Economia, Naftali Bennet, promette: “Israele renderà le tessere di appartenenza ad Hamas un biglietto per l’Inferno”.
Roma, 17 giugno 2014, Nena News – Quinto giorno di ricerche per ritrovare i tre ragazzi israeliani Gilad Shaer (16), Naftali Frenkel (16) e Eyal Ifrach (19) rapiti giovedì scorso. Durante i rastrellamenti di questa notte sono state “arrestate” 41 persone. Si tratta per lo più di militanti di Hamas attivi nelle aree di Nablus ed Hebron.

Durante i raid notturni sarebbe stato sequestrato anche un ingente quantitativo di armi secondo quanto ha affermato un portavoce dell’esercito israeliano. Con gli ultimi “arresti” sale a 200 il bilancio (temporaneo) dei palestinesi fermati dalle truppe israeliane da quando sono spariti i tre israeliani. Tremila sono i soldati di Tel Aviv impegnati in questi giorni in questa complessa (e delicata) operazione salvataggio. Le ricerche si concentrano in particolare nell’area di Hebron.

“Siamo di fronte ad una complicata operazione. Dobbiamo essere preparati alla possibilità che questa richiederà del tempo” ha detto ieri il Premier israeliano Netanyahu in un discorso alla nazione. Il Primo Ministro è convinto che dietro il rapimento dei tre giovani israeliani ci sono i “terroristi” di Hamas.

“Quelli che hanno rapito i tre ragazzi – ha detto Bibi domenica durante la riunione del suo esecutivo – sono membri di Hamas, la stessa Hamas con cui Abu Mazen [il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, ndr] ha formato un governo di unità nazionale”. Ieri, però, era stato proprio Netanyahu a telefonare Abu Mazen (telefonata non confermata ancora da Ramallah) dicendogli di aspettarsi un aiuto da parte palestinese per risolvere nel migliore dei modi l’“incidente”. L’ufficio del Presidente palestinese si era subito affrettato a pubblicare una nota in cui, se da un lato veniva condannato il rapimento, dall’altra veniva duramente criticata la vasta operazione militare israeliana in Cisgiordania.

“Mi aspetto un suo aiuto per riportare a casa i giovani rapiti e per catturare i loro rapitori” avrebbe detto il Primo Ministro israeliano al Presidente palestinese. Se confermata, sarebbe la loro prima conversazione telefonica dopo quasi un anno di silenzio. Significativa se si pensa che tra Ramallah e Tel Aviv regna ormai un silenzio tombale dallo scorso 24 aprile, da quando cioè i palestinesi hanno annunciato (e recentemente formato) un governo di unità nazionale. Una vera iattura per Tel Aviv che ha subito protestato con la comunità internazionale e con l’alleato statunitense (invano per ora) affinché non fosse conferita legittimità ad un governo che ha i “terroristi” di Hamas al suo interno.

Il rapimento dei tre giovani israeliano ha reso il clima politico incandescente. Non che, in verità, fosse difficile a riscaldarlo. Il governo israeliano ha già le sue grane interne. Le due aree della maggioranza governativa sono ormai ai ferri corti. Quella “moderata” (nettamente minoritaria) rappresentata da Tzipi Livni è sempre più un corpo estraneo all’interno di una coalizione dove a dettar legge sono sempre di più i “falchi” come il Ministro dell’Economia israeliano, Naftali Bennet. Proprio Bennet, con il linguaggio colorito che lo contraddistingue, ha stamattina dichiarato alla radio militare che Israele “renderà le tessere [di appartenza, ndr] ad Hamas, un biglietto per l’Inferno”. Parole durissime che non hanno bisogno di grosse interpretazioni e che fanno il paio con quelle pronunciate ieri. “Noi faremo in modo che i membri di Hamas diventino una seccatura per la popolazione palestinese”. Bennet ha poi lanciato monito: “se solo un capello dei nostri tre ragazzi sarà toccato, noi daremo la caccia a chiunque è coinvolto nel rapimento sia direttamente che indirettamente”.

Sulla questione dei giovani rapiti è intervenuto ieri anche il Ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman. Lieberman ha detto che i rapitori “devono essere combattuti con tutta la forza possibile. Il terrorismo è terrorismo e non fa distinzioni tra New York, Natanya o Gush Etzion” ha scritto sul suo account di Facebook. Ma il vulcanico Ministro ha anche approfittato del clima teso per ribadire un suo caposaldo politico: il rilascio dei “terroristi” – un “buon gesto” per riattivare le negoziazioni di pace – è vantaggioso solo per le organizzazioni terroristiche. Israele va solo a perderci.

Intanto il governo israeliano di estrema destra sta valutando la possibilità di espellere tutti i leader di Hamas presenti in Cisgiordania. Eventualità inaccettabile per il movimento islamico palestinese. “Le espulsioni non sono mai riuscite a spezzare la volontà e la determinazione dei palestinesi” ha dichiarato all’agenzia palestinese Ma’an Mushir al-Musri, membro del Consiglio legislativo palestinese. “La detenzione di ‘Aziz Dweik, Presidente del Parlamento palestinese, e di altri parlamentari è una mossa stupida e non farà altro che peggiorare la situazione”.

Clima rovente nelle strade palestinesi. Stamattina sei palestinesi sono stati feriti durante gli scontri con le forze israeliane vicino al checkpoint di Qalandya vicino a Ramallah. I soldati di Tel Aviv hanno sparato ai manifestanti con proiettili veri e di acciaio ricoperti di gomma. Un ragazzo, il diciassettenne Yazan Yaco’ub, è stato colpito al petto ed è in grave condizioni. Yaco’ub era tra le centinaia di palestinesi che oggi hanno protestato contro le truppe israeliane per l’omicidio del ventenne Ahmad Sarabin del campo profughi di Jalazon (Ramallah). Secondo fonti di sicurezza palestinesi l’esercito israeliano ha sparato poche ore fa anche nel distretto di Salfit nel nord della Cisgiordania. Ferito al piede nel villaggio di Haris Hamada Suf, 25 anni. Un portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, ha confermato la sparatoria e ha detto che i palestinesi stavano gettando pietre sugli autobus nei pressi della colonia di Ariel.

Tensione anche nella Striscia di Gaza. Nella notte aerei da guerra israeliani hanno colpito la città di Khan Younis nel sud della Striscia. Al momento non si registrano né feriti né danni. L’attacco israeliano è una ritorsione al missile lanciato ieri da Gaza verso la cittadina israeliana di Ashkelon nel sud d’Israele. Anche qui non sono stati riportati danni. Nena News

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Hamas rifiuta le accuse di Netanyahu per il rapimento dei coloni
News – 16/6/2014

Memo. Nella giornata di domenica 15 giugno, il movimento di resistenza palestinese Hamas ha rigettato le accuse del premier israeliano Benjamin Netanyahu di aver rapito tre coloni ebrei in Cisgiordania.
Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha respinto le accuse di Netanyahu definendole “stupide” e “pilotate dall’intelligence”.
Netanyahu ha accusato Hamas di aver rapito tre coloni israeliani, dei quali si sono perse le tracce da giovedì.
Egli ha detto di essere in grado di rivelare soltanto le accuse, almeno fino a quando le forze di sicurezza israeliane non avessero terminato le irruzioni nelle case di decine di leader e membri di Hamas in Cisgiordania e solo dopo averli arrestati.
Tre coloni ebrei adolescenti sono scomparsi nel tardo giovedì nel sud della Cisgiordania.
Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità per il rapimento dei tre.
Abu Zuhri ha messo in guardia Israele contro l’aumento delle aggressioni contro il popolo palestinese dopo le accuse di Netanyahu.
“Israele sarà responsabile per qualsiasi escalation nelle violenze contro il popolo palestinese e i suoi leader”, ha affermato in un discorso rilasciato all’Agenzia Anadolu.
L’esercito israeliano ha circondato la città di Hebron, in Cisgiordania, allo scopo di ricercare i tre coloni ebrei adolescenti.
Sono stati anche chiusi tutti i passaggi verso la Striscia di Gaza.
Le forze israeliane avevano già trattenuto in precedenza decine di leader di Hamas durante i raid prima dell’alba, prelevandoli dalle loro case in Cisgiordania.
Tra i detenuti vi sono ex-ministri, uomini di legge ed imam di moschee, secondo l’Ong “Palestinian Prisoners’ Club”.

http://www.infopal.it/hamas-rifiuta-le-accuse-di-netanyahu-per-il-rapimento-dei-coloni/

Irlanda: bimbi come cavie. Paese sotto choc!

Drammatiche rivelazioni sulle attività illecite nelle case di accoglienza per ragazze madri Lo scandalo in Irlanda purtroppo si amplifica. Sono passati solo pochi giorni da quando a Tuam, cittadina della contea di Galway, si è scoperta una fossa comune dove accanto a una casa di accoglienza per ragazze madri gestita fino agli anni ’60 dalle suore del Bon Secours, sono stati ritrovati i corpi di 796 bambini.
L’Irlanda ora è di nuovo sotto choc per la notizia che in altre 10 case di accoglienza per ragazze madri, tra il 1960 e il 1976, 298 bambini sono stati sottoposti a sperimentazioni di vaccini e 80 bimbi si sono gravemente ammalati dopo che è stato somministrato loro accidentalmente un vaccino destinato al bestiame. “La situazione” – racconta Paul Keenan, redattore dell'”Irish catholic” – “è al momento di molta confusione. Cominciano a emergere altri scandali e la gente percepisce che la storia di Tuam è solo l’inizio. I racconti poi su come erano trattate le madri e i loro bambini provoca rabbia. Le persone sono furiose”. Minori utilizzati per test. Il governo irlandese ha annunciato l’apertura di un’inchiesta istituendo una speciale Commissione di indagine. Ma si trova di fronte a una realtà che sta drammaticamente montando. Partita da una casa di accoglienza nella contea di Galway, l’indagine si sta aggravando con l’accusa che centinaia di bambini sono stati utilizzati per prove di vaccinazioni. Sarebbe addirittura coinvolta una casa farmaceutica britannica, la GlaxoSmithKline, che avrebbe potuto agire – questa la loro “giustificazione” – perché fino al 1987 in Irlanda non c’era una legislazione in materia di test medici. Già nel giugno 2001 era stata avviata un’indagine sui test compiuti su 58 bambini tra il 1960 e il 1961, in sei case di accoglienza. I risultati di quelle sperimentazioni furono addirittura pubblicate sul “British Medical Journal” nel 1962.

Ma quell’indagine fu bloccata perché il professore Patrick Meenan, autore dello studio, aveva 86 anni e a causa dell’età e del suo stato di salute non poteva comparire in aula. Una successiva inchiesta giudiziaria è stata bloccata nel 2004. Dunque, se lo scandalo è emerso con tutta la sua virulenza oggi, in passato qualcosa in Irlanda già si sapeva. L’ipocrisia della società. “Ciò che in profondità più sconvolge l’opinione pubblica – ammette Paul Keenan – è il ruolo più ampio che la società irlandese ha svolto in questa terribile storia. A cominciare dai genitori di quelle ragazze madri: hanno preferito nascondere le loro figlie. Per finire a come la società intera guardava a quelle ragazze madri e ai loro figli ‘illegittimi’. Il modo con cui sono stati trattati – madri e figli – il loro stato di denutrizione, il modo in cui sono stati sepolti, spesso senza nome, sono tutti elementi che svelano un’indicibile disumanità”. Il nuovo scandalo sulle vaccinazioni aggiunge rabbia a rabbia. Apre un nuovo capitolo di un film dell’orrore che si teme possa avere nuovi e più inquietanti sviluppi. La reazione del governo e dei vescovi. La Commissione d’indagine istituita dal governo esaminerà gli elevati tassi di mortalità che si sono registrati nelle case di accoglienza nei decenni del XX secolo, le pratiche di sepoltura che si sono utilizzate, le adozioni segrete e illegali e le sperimentazioni di vaccini sui bambini. Si stima che siano state circa 35mila le ragazze madri accolte nelle 10 case gestite da ordini religiosi in Irlanda. Il ministro per l’Infanzia, Charlie Flanagan, ha detto che è ora di far luce su questo periodo buio della storia irlandese. È “assolutamente essenziale” stabilire “la verità, piuttosto che indulgere sulle speculazioni”. Riuniti a Maynooth, i vescovi irlandesi hanno salutato con favore l’istituzione di una speciale Commissione di inchiesta e in una dichiarazione pubblica, esprimono un vero e proprio “mea culpa”: “purtroppo ci viene ricordato di un tempo in cui le madri non sposate erano spesso giudicate, stigmatizzate e rifiutate dalla società, compresa la Chiesa. Questa cultura d’isolamento e ostracismo sociale era dura e spietata mentre il Vangelo ci chiama a trattare tutti, in particolare i bambini e le persone più vulnerabili, con dignità, amore, compassione e misericordia”. “La Chiesa – commenta Paul Keenan – viene fuori da un difficilissimo periodo durante il quale è stata travolta dallo scandalo degli abusi sessuali commessi al suo interno. Da quello scandalo, la Chiesa ne è uscita profondamente danneggiata. Ma da quella esperienza drammatica, ha saputo trarre una lezione importantissima. Ha capito che l’unico modo per andare avanti è dire tutta la verità”.

http://www.radiormt.com/index.php?option=com_content&view=article&id=6358%3Airlanda-sotto-choc-bimbi-usati-come-cavie-per-testare-i-vaccini&catid=50%3Aaltre-notizie&Itemid=85

FRANCIA: VINCONO I FRALIBIENS. BATTERE LE MULTINAZIONALI E LE DELOCALIZZAZIONI SI PUO’

che razzisti, non vogliono che i loro fratelli polacchi possano lavorare?? Mancano proprio di solidarietà….egoisti!

Postato il Martedì, 17 giugno
fralibiens
DI ANGELO MASTRANDREA
 
ilmanifesto.it
 
In Provenza la Unilever, che aveva delocalizzato in Polonia la produzione di tè Lipton e tisane con marchio Elephant, si è arresa alla resistenza operaia: pagherà milioni di euro alla nuova cooperativa dei lavoratori

Nella Fran­cia con­qui­stata dal Front Natio­nal è acca­duto qual­cosa di signi­fi­ca­tivo, non solo dal punto di vista sim­bo­lico ma per­sino mate­riale: dopo 1.336 giorni di lotta, Davide, vale a dire 76 lavo­ra­tori della Fra­lib di Gémé­nos, in Pro­venza, ha scon­fitto fra­go­ro­sa­mente Golia, cioè la mul­ti­na­zio­nale anglo-olandese dell’alimentazione Uni­le­ver. La big com­pany, che aveva deciso da un giorno all’altro di delo­ca­liz­zare la pro­du­zione del tè Lip­ton e delle tisane con il mar­chio Ele­phant in Polo­nia, ha dovuto infatti arren­dersi alla resi­stenza ope­raia: pagherà 19,1 milioni di euro per i danni cau­sati dallo stop all’azienda, men­tre i ter­reni e i mac­chi­nari, già bloc­cati dalla muni­ci­pa­lità di Mar­si­glia (un equi­va­lente delle nostre pro­vince, a guida socia­li­sta) al prezzo sim­bo­lico di un euro e valu­tati altri sette milioni, saranno tra­sfe­riti alla nuova coo­pe­ra­tiva, messa in piedi dai lavo­ra­tori. In totale fanno oltre 26 milioni di euro, ai quali andrà som­mato il soste­gno della mul­ti­na­zio­nale alla ven­dita dei pro­dotti della Fra­lib, almeno nella prima fase.

Una noti­zia a dir poco incon­sueta, di que­sti tempi in Europa. È figlia di una lotta ini­ziata nel 2011, quando la Uni­le­ver, pro­prie­ta­ria del mar­chio Lip­ton e di quello Ele­phant (brand molto cono­sciuto Oltralpe), aveva deciso di chiu­dere lo sta­bi­li­mento fran­cese e di tra­sfe­rirsi armi e baga­gli in Polo­nia. I dipen­denti ave­vano però occu­pato la fab­brica, impe­dendo che i mac­chi­nari fos­sero smon­tati e che i locali fos­sero ven­duti o, peg­gio, abban­do­nati. La lotta dell’«ele­fan­tino» aveva imme­dia­ta­mente tro­vato il soste­gno «mili­tante» dei lavo­ra­tori delle fab­bri­che dell’area indu­striale di Gémé­nos, un comune di sei­mila abi­tanti della Pro­venza. Si erano mobi­li­tati in cen­ti­naia, da ven­ti­cin­que aziende di set­tori diversi, otte­nendo l’appoggio del sin­da­cato Cgt, non­ché di asso­cia­zioni e movi­menti locali. Tutti insieme ave­vano par­te­ci­pato a scio­peri e pic­chetti, e ave­vano con­tri­buito anche a pre­si­diare lo sta­bi­li­mento durante l’occupazione. Anche la poli­tica era stata costretta a muo­versi: prima che diven­tasse Pre­si­dente della Repub­blica, Fran­cois Hol­lande era venuto alla Fra­lib a pro­met­tere che, in casi estremi, la fab­brica sarebbe stata requi­sita dallo Stato. La bat­ta­glia dell’elefantino (gli abbiamo dedi­cato una coper­tina di Alias) è pro­se­guita per tre anni e mezzo, tra minacce azien­dali, ten­ta­tivi di sgom­bero con con­trac­tors pri­vati adde­strati nelle guerre bal­ca­ni­che e allet­tanti offerte eco­no­mi­che indi­vi­duali per rom­pere il fronte della protesta.

La resi­stenza della Fra­lib ha fatto il giro del mondo, al punto che, alla fine di gen­naio, nelle cam­pa­gne pro­ven­zali sono arri­vati lavo­ra­tori recu­pe­rati da tutta Europa per orga­niz­zare una rete fra loro. L’ultima arma nelle mani degli ope­rai è stata la cam­pa­gna di boi­cot­tag­gio dei pro­dotti della Uni­le­ver, che ha preso piede in men che non si dica. Pro­ba­bil­mente è stata quest’ultima a con­vin­cere la mul­ti­na­zio­nale che il danno d’immagine rischiava di essere più pesante della resa a Géménos.

«Tutti ci dice­vano che era­vamo pazzi a sca­gliarci con­tro dei miliar­dari, ma la nostra fol­lia alla fine ha pagato», ha com­men­tato un lavo­ra­tore. Già si pensa a come ripar­tire. Gli ope­rai hanno costi­tuito una coo­pe­ra­tiva che si chiama Thé et infu­ses e stretto accordi con pro­dut­tori locali di erbe bio­lo­gi­che. Non si use­ranno più aromi arti­fi­ciali e addi­tivi chi­mici con i quali l’azienda aveva sosti­tuito i pro­dotti locali natu­rali per rispar­miare sui costi e che alla Fra­lib con­ser­vano ancora in un capan­none, ma la pro­du­zione sarà di grande qua­lità: le tisane al tiglio, gli infusi alla lavanda pro­ven­zale, il mate. Gli ope­rai rica­pi­ta­liz­ze­ranno la società inve­stendo parte della liqui­da­zione, men­tre i soldi della Uni­le­ver ser­vi­ranno a finan­ziare la for­ma­zione dei lavo­ra­tori e una ricerca di mer­cato. La mul­ti­na­zio­nale aiu­terà anche la nuova società a muo­vere i primi passi sul mer­cato. È una vit­to­ria su tutta la linea, per l’elefantino imbiz­zar­rito della Pro­venza, in cui ognuno ha fatto la sua parte: la soli­da­rietà ope­raia innan­zi­tutto (estesa anche al di fuori della Fra­lib, come abbiamo visto), le orga­niz­za­zioni che hanno ade­rito alla cam­pa­gna di boi­cot­tag­gio (in pri­mis l’Associazione per l’autogestione che ha orga­niz­zato il mee­ting delle fab­bri­che recu­pe­rate), il sin­da­cato Cgt e il Front de Gau­che. Infine, le isti­tu­zioni: per costrin­gere la Uni­le­ver all’accordo sono dovuti scen­dere in campo Hol­lande e il mini­stro del Lavoro Arnauld Montebourg.

Rimane ancora aperta la que­stione del logo: i lavo­ra­tori Uni­le­ver vor­reb­bero che l’elefantino rima­nesse di loro pro­prietà, per­ché «mar­chio regio­nale tipico» e in quanto tale non delo­ca­liz­za­bile. Una fac­cenda di non poco conto, sia per la nuova impresa, che potrebbe appog­giarsi a un brand rico­no­sciuto, che dal punto di vista giu­ri­dico: se i giu­dici doves­sero ricon­se­gnare l’elefantino ai lavo­ra­tori la vit­to­ria sarebbe totale e cam­bie­rebbe lo sta­tuto giu­ri­dico della pro­prietà pri­vata nel con­ti­nente. Ma l’impressione è che su que­sto punto i lavo­ra­tori della Fra­lib siano stati costretti a cedere.

Ora i «fra­li­biens», come ven­gono defi­niti in Fran­cia, annun­ciano che a fine giu­gno a Gémé­nos ci sarà una grande festa per cele­brare l’inizio di una nuova sto­ria. Poi dedi­che­ranno una gior­nata alla pre­sen­ta­zione dei nuovi pro­dotti. Non più «da fab­brica in lotta», come reci­tava il logo prov­vi­so­rio che si erano inven­tati durante l’occupazione, ma sta­volta «da fab­brica recuperata».

Angelo Mastrandrea

Fonte: www.ilmanifesto.it

16.06.2014

via senzasoste.it

tratto da il Manifesto del 16 giugno 2014

YUK!

pippo
Questa è l’onomatopea preferita di Pippo  ed è diventata l’acronimo di una sovrattassa nelle tasse. Sì, vabbé non si scrive proprio così all’americana, ma la si italianizza in IUC.  E magari si limitasse ad essere solo un suono gutturale!
Il problema per i contribuenti italiani è che non solo devono incessantemente pagare durante tutti i 12 mesi dell’anno, facendo rimpiangere i governi della Prima Repubblica, i quali per lo meno, avevano la grazia di sospendere le decime nei periodi estivi, per poi mitragliarci ad ottobre con la solita manovra finanziaria! Era un gesto di tregua fiscale che serviva a far spendere un po’ di soldini (allora erano lirette) agli Italiani, permettendo loro di andare in vacanza, di togliersi qualche sfizio. Ora invece il messaggio è chiaro: niente vacanze, niente rinnovo del guardaroba  estivo, nemmeno un costume da bagno, perché dovete sborsare; e sborsare fino allo strozzo, fino al soffocamento. Usque tandem?
Ma la cosa più umiliante e mortificante –  quella che dovrebbe scatenare per tutta la Penisola gruppi sempre più numerosi e agguerriti di resistenza e opposizione fiscale, è che i comuni non si degnano nemmeno di fornire informazioni, di fornire bollettini precompilati, di mettere il tartassato contribuente nelle condizioni di poter ottemperare. Proliferano già i calcoli on line sulla Tasi (paga e tasi!),  un vero schifo nello schifo indegno di un paese civile! Come al solito il cittadino inerme deve subire la politica dello”scaricabarile” e delle responsabilità che vengono sistematicamente rimpallate fra la Pubblica Amministrazione e i suoi organismi periferici (Comuni, Regioni ecc.) .
Ma ricapitoliamo con gli acronimi della Malora.
  • IUC è l’acronimo di Imposta Unica Comunale: si tratta di unanuova tassa sulla casa che andrà a sostituire l’IMU (imposta municipale unica) : la nuova imposta IUC non sarà applicata alla prima casa (ad esclusione di quelle di lusso) e l’aliquota massima sarà del 10,6 per mille. In pratica, una patrimoniale!
La IUC, come la precedente IMU, sarà suddivisa nelle due componenti “raccolta dei rifiuti” e “servizi indivisibili” (ossia quell’insieme di attività gestite dal comune come illuminazione pubblica, sicurezza, manutenzione stradale, arredo urbano, semafori, servizio anagrafe ecc.).
  • TASI – La Tasi rappresenta la componente che tassa i servizi indivisibili forniti dal Comune,. Che significa “servizi indivisibili”? quelle attività comunali quali l’illuminazione pubblica, la sicurezza, l’anagrafe, la segnaletica stradale, i semafori, la manutenzione delle strade che dovrebbero andare a beneficio di tutta la cittadinanza. Molti comuni obbligano a pagarla entro il 16 giugno. Cioè lunedi prossimo. Altri hanno rinviato a settembre-ottobre. Altri ancora pensano di risucchiare direttamente dalle tredicesime di Natale: c’est plus facile!
E’ giusto trattare le amministrazioni comunali come aziende che per pareggiare i loro bilanci prelevano direttamente dalle tasche dei cittadini? risposta NO, è un abuso.
E’ giusto che i sindaci si prestino a tutto ciò? NO, è una vergogna! sono amministratori, non gabellieri a strozzo! E lo sanno così bene, che durante tutta la campagna elettorale se ne sono stati quatti quatti, per la paura di non venir votati.
  • TARI – La tassa sui rifiuti (TARI) è stata istituita dalla Legge n. 147 del 27 Dicembre 2013, commi 639, decorre dal 1 Gennaio 2014 e sostituisce quel  vecchio prelievo vigente fino al 31 Dicembre 2013 a nome di TARES .
Il tutto qui enunciato, come avviene per le scatole cinesi,  è parte integrante della citata IUC, una vera e propria patrimoniale su casa dintorni municipali estorta ai cittadini. I quali in questo mese di giugno dovranno pagare altre tasse come l’IMU seconda casa (ultimo giorno: il 16 giugno), il bollo auto, le assicurazioni, le bollette, le quote condominiali,  i consumi e per chi ha figli, l’iscrizione scolastica per l’anno prossimo.
Renzi è riuscito a compiere la grande bastardata: fingere di dare la briciola (80 euro ai suoi clientes) per poi incassare la  grassa braciola:  YUK!
O IUC! E tutto quello che contempla in termini di contenitore di altre tasse e tributi.
Sorpresina dell’ultima ora: l’usuraio Befera è stato rimpiazzato all’Agenzia delle Entrate ed Equitalia, ma gli Italiani facciano a meno di stappare bottiglie e di brindare: dal Grande Fratello siamo passati alla Grande Sorella. Infatti la sostituta è una quota rosa. Anzi, no, una “quota rossa”. Dio ce ne scampi e liberi! Nominando l’ex consigliera rossa di Empoli  Rossella Orlandi,  il Piccolo Sicario Fiorentino ha proclamato di fatto la sua occupazione manu militari di tutta l’amministrazione pubblica  ora in mega quota PD.
Doppio YUK!!!

“La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”. Carl von Clausewitz

Iraq. La riprova che la guerra e il terrorismo non sono che la continuazione della politica con altri mezzi.
 
BLOG | 13 GIUGNO, 2014 – 11:45 | DA FERNANDO ROSSI
 
Restiamo nel campo ‘militare’ e partiamo con il ragionamento dallo stesso punto in cui partirono i media di proprietà e/o indirizzati di soci dell’Aspen Institute (grande finanza, sue banche e multinazionali, suoi governi e suoi partiti) : 1) Fare guerra per togliere a Saddam le armi di distruzione di massa. 2) Distruggere i covi del terrorismo jihadista.
 
Tirando le somme: oggi sappiamo che le presunte prove della esistenza reale delle due motivazioni furono ‘ fabricate’ dai servizi italiani, inglesi e americani.
I risultati, rispetto alla pace, ai tanto predicati ‘diritti umani’, alle ‘migrazioni’ di milioni di persone (che Napolitano, Boldrini e Kyenge ospiteranno certamente a casa propria ed a proprie spese, magari facendosi aiutare da Renzi che è abilissimo a trovare appartamenti in uso gratuito), sono disastrosi.
L’ex ambasciatore Sergio Romano, ben introdotto in ambienti sionisti e massonici, fa il giro di radio, TV e giornali italiani a sostenere che, di fronte a quanto avviene in Afghanistan, Iraq, Libia (non l’ho ancora sentito parlare delle migliaia di persone di fede cristiana o islamica, ma non jihadista, trucidate e seviziate dalle bande mandate in Siria da USraele, Nato e pedo-monarchie del golfo), gli Stati Uniti devono rivedere la politica estera impostata da BUSH essendosi rivelata costosissima e non avendo raggiunto nessun dei suoi obiettivi.
 
Strano che ad un ‘osservatore’ tanto scafato e ben introdotto sfuggano alcuni particolari:
a) Obama ha portato avanti la stessa politica dei Bush, per conto della grande finanza, e l’ha addirittura potenziata ed intensificata (Libia, Siria, Centro Africa, Ucraina, Honduras .. ), quindi lasciar credere che una via d’uscita sia quella di chiudere la politica di Bush per aprirsi maggiormente a quella di Obama non è che una ‘false flag’, un modo per evitare di far scoprire e comprendere i reali obiettivi del progetto politico della globalizzazione voluta dalle onnipotenti famiglie della grande finanza e portata avanti dai loro coordinamenti (Trilaterale, Bilderberg, CFR, ecc.).
b) Wikileaks e decine di giornalisti non embedded (non ‘incastrati’ nel sistema dei potere mediatico della grande finanza), ci hanno fornito una enorme quantità di documenti, prove e informazioni sul ruolo di USraele (anche attraverso i rispettivi servizi militari e ‘civili’), NATO e monarchie del Golfo (Arabia Saudita e Qatar, in primis, …mantenuti al potere come guardiani delle risorse petrolifere per conto delle multinazionali) nel finanziare, armare e utilizzare Al Qaeda, Al Nussra, Isil e jihadisti vari..
c) In Libia, Siria, Ucraina…in prima fila, nelle foto a fianco dei terroristi non c’erano i Bush ma la clinton prima e Kerry poi , Segretari di stato di Obama.
Non credo che a Sergio Romano (Prodi Romano, Frattini, D’Alema, Terzi (per conto..), Bonino (Bilderberg), fino alla attuale Renziana Mogherini, già responsabile di ‘sinistra per Israele’, sfugga che i terroristi sedicenti ‘islamici’ furono mandati in Jugoslavia a fiancheggiare l’UCK, così come sono stati mandati in Libia, poi in Siria e ora in Ucraina…
d) Per sostenere che sia stato commesso un ‘errore’, nell’aprire (in realtà: organizzare, armare e finanziare) il ‘Vaso di Pandora’ del terrorismo e che ora ..vada intensificata la lotta al terrorismo, bisogna essere stolti e/o pensare che gli altri lo siano. Con centri universitari, fondazioni, servizi di intelligence, premi nobel a go-go, sparsi in tutta la parte del pianeta da loro già controllata, come potrebbero incorrere in errori di valutazione tanto grossolani?
 
Guardiamo allora in faccia alla realtà.
– Dei ‘diritti umani’ alla grande finanza & suoi complici non importa proprio nulla.
– L’esportazione della ‘democrazia occidentale’ (!?) non è che una espansione della globalizzazione attraverso l’utilizzo di decenni di caos, criminalità e morte, per distruggere le nazioni, la loro cultura e la loro sovranità. (https://www.facebook.com/notes/fernando-rossi/ma-quali-interventi-umanit…).
– Complementare, organica alla guerra militare, è la guerra commerciale e monetaria portata avanti dalle banche e dalle multinazionali, per estendere e concentrare il potere assoluto della grande finanza su tutto il globo.
– Perchè possa cambiare il destino per noi scritto dalla grande finanza (facendo restare in vita l’uccellino azzurro della Speranza che era nel fondo del Vaso di Pandora), bisogna sfuggire alle loro ‘false flag’ che vogliono addormentare, dividere, disperdere in mille nicchie ‘particulari’ e/o spingere al suicidio politico, culturale e civile del disinteresse (e purtroppo anche , vero e proprio), milioni di persone.
 
Non c’è altra via di scampo che unire chi ha compreso e fare massa critica sotto la bandiera della costruzione di una società guidata da cittadini sovrani, colti e coesi ….e quindi liberi dalla oppressione della grande finanza, dei suoi partiti, dei suoi media, delle sue multinazionali e banche.

Torino, incinta di 9 mesi su auto con fermo amministrativo, i vigili sequestrano l’auto e la lasciano a piedi

5 milioni di famiglie erano esentate perfino dall’Imu. Una volta le tasse, si raccontava, servivano per aiutare i meno abbienti ai quali, non solo erano riservati esoneri dal pagamento, ma erano destinatari di aiuti sovvenzionati con la raccolta tasse sugli altri. Questa è pura leggenda, mi viene il dubbio sia mai stato così  E riguardo al rispetto delle donne, eccone un esempio. FARABUTTI ESATTORI CRIMINALI

donna incinta girava con un’auto sottoposta a fermo amministrativo ed i vigili urbani di Torino l’hanno fermata e, come da regolamento, le hanno sequestrato la macchina lasciandola a piedi. Peccato però che la protagonista di questa storia sia incinta al nono mese e forse sarebbe stato il caso di gestire la cosa in maniera diversa. Repubblica riporta la vicenda di Miriana, che vive a Ivrea ed è venuta a Torino per alcuni esami clinici. Qui, in largo Giachino, è stata fermata dai vigili, che le hanno contestato di viaggiare su un mezzo sottoposto a blocco amministrativo e sequestrato la macchina. Quando la donna ha chiesto un po’ di umanità e come poter risolvere la situazione, le sarebbe stato risposto di chiamare un taxi. Anche in questa risposta non c’è nulla di irregolare, gli agenti si sono comportati come prescrive il regolamento. Solo che il regolamento non prevede il caso in cui una donna incinta al nono mese rimanga in mezzo alla strada carica di oggetti tolti dalla macchina sequestrata. macchina che peraltro non è nemmeno sua, ma della madre del suo compagno e le era stata prestata proprio per il viaggio fino a Torino.
http://www.quotidianopiemontese.it/2014/06/17/torino-incinta-9-mesi-col-bollo-non-pagato-i-vigili-sequestrano-lauto-lasciano-piedi/#_

Israele ha sequestrato 740 minorenni palestinesi nel 2014 + Decine di palestinesi rapiti in Cisgiordania

Israele ha sequestrato 740 minorenni palestinesi nel 2014
Nei primi mesi del 2014, 740 minorenni palestinesi sono stati sequestrati dall’esercito israeliano. Dove sono stati i nostri media mainstream, nel frattempo?

http://www.infopal.it/740-minorenni-palestinesi-sequestrati-dallesercito-israeliano-nei-primi-mesi-del-2014/

Decine di palestinesi rapiti in Cisgiordania
News – 16/6/2014

Cisgiordania-Imemc. I soldati israeliani hanno condotto una vasta campagna militare in svariate aree del territorio cisgiordano occupato, che ha avuto come esito il rapimento di diverse decine di palestinesi, per lo più membri del partito di Hamas e dello Jihad islamico, legislatori, leader politici e studenti.

Fonti provenienti dal movimento di Hamas hanno dichiarato a Ma’an che l’esercito avrebbe fatto irruzione e perquisito decine di case nel distretto di Nablus, nel nord della Cisgiordania, sequestrando le seguenti persone: Dr. Mohammad Ghazal, Ahmad al-Haj Ali, Hosni al-Bourini, tutti i membri del Consiglio Legislativo Palestinese i cui nomi comparivano sulla lista di Hamas, Firas Jarrar, Samir Abu Shu’eib, Nasser Abu Aisha, Anas Raddad, Talal Abu Asab, Abdullah Bani Odeh, Ahmad Nabhan, Ahmad al-Bayarwy, Samir Abu Shu’eib, Ahmad Malabsha, Hatheefa Salama, Ahmad Hamadna, Mohammad Sawalha, and Mohammad Daghlas.

Nel distretto di Tulkarem, nella parte settentrionale della regione cisgiordana, invece, i soldati hanno rapito il deputato Abdul-Rahman Zeidan, e hanno invaso l’abitazione privata del legislatore Fathi al-Qar’aawy. Dopo aver sottoposto Al-Qar’aawy ad una rigida perquisizione, i militari hanno ordinato ad uno dei figli del deputato palestinese, Hamza, di condurli presso la base militare più vicina per sottoporli ad un interrogatorio completo.

Anche il distretto di Tubas, nella parte centrale della Cisgiordania, è stato invaso da gruppi di militari israeliani che hanno rapito due palestinesi, identificati come Faze’ e Nader Awafta. Altri tre palestinesi, Abdullah Sbeita, Amir ad-Dahbour e Nael Enaya, residenti nel villaggio di Azzoun, vicino alla città di Qalqilya, sono stati catturati dalle forze israeliane.

Inoltre, i soldati hanno condotto invasioni di massa anche nel distretto di Hebron,rapendo almeno otto civili palestinesi, dopo aver fatto irruzione nelle loro abitazioni ed averli interrogati a lungo.

Secondo fonti vicine al partito di Hamas in Cisgiordania, l’esercito, tramite queste operazioni, avrebbe rapito almeno 70 leader e membri del movimento di Hamas.

Tra i palestinesi rapiti sono stati identificati i nomi di:
1.Hasan Yousef, leader di Hamas, Ramallah.
2.Wasfy Habaha, ex Ministro, Jenin.
3.Firas Jarrar, ex prigioniero politico, Nablus.
4. Samir Abu Shu’eib, Awarta – Nablus.
5. Anas Raddad, Tulkarem.
6. Abdullah Bani Odeh, Tammoun – Tubas.
7. Talal Abu Asaba – Qalqilia.
8. Mahmoud Enaya – Qalqilia.
9.Ahmad Awwad, ex prigioniero politico – Nablus.
10. Ahmad Nabhan, leader di Hamas , Campo profughi di Askar– Nablus.
11. Hatheefa Ziyada, villaggio di Madama – Nablus.
12. Mohammad Azmy al-Barbarawy – Hebron.
13. Adeeb Wahdan – Ramallah.
14. Amir Dahbour – Qalqilia.
15. Nael Anaya – Qalqilia.
16. Mahran al-Qashra – Qalqilia.
17. Nasser Barakat.
18. Ahmad Salatna.
19. Abdul-Hakim al-Qadah.
20. Ahmad Malaysha.
21. ‘Alaa Abu Khader.
22. Arafat Nasser – Ramallah.
23. Omar Barghouthi – Ramallah.
24. Mohsen Shreim – Qalqilia.
25. Sheikh Hasan Zeid Sarhan – Nablus.
26. Sajed Khatatba – Nablus.
27. Tareq Sha’baan Abu al-Halawa – Hebron.
28. Marwan Yassin Zahda.
29. Sa’id Qasrawy – Ramallah.
30. Abdul-Hadi Shbeita – Azzoun, Qalqilia.
31. Abdullah Shbeita – Azzoun, Qalqilia.
32. Marwan Mahra – Salfit.
33. Khaled Abu Arafa – Jerusalem (Ex Ministro di Gerusalemme).
34. Mos’ab al-Ashqar – Tulkarem.
35. Mohammad Adeeb Mousa – Bethlehem.
36. Nader Sawafta – Tubas.
37. Faze’ Sawafta – Tubas.
38. Osama Shahin – Doura – Hebron (Capo del Centro per gli Studi Palestinesi)

39. Ammar Manna’ – Tulkarem.
40. Tareq Qa’daan – Jenin.
41. Sobhy Qfeisha.
42. Sajed Khatatba – Beit Furik, Nablus.
43. Mustafa Rabay’a – Jenin.
44. Ja’far Ezzeddin – Jenin.
45. Mohammad Abu Shamma – Tammoun.
46. Abdul-Jabbar Jarrar – Jenin.
47. Karim Ayyad, Campo profughi di Deheisha – Bethlehem.
48. Aref Salim – Azzoun.
49. Hasan Safady – Nablus.
50. Fathi Yassin Abu Srour – Campo profughi di Aida, Bethlehem.
51. Najib Mafarha – Ramallah.
52. Hosni al-Boureeny – Nablus.
53. Fadel Hamdan, legislatore – al-Biereh, Ramallah.
54. Yousef al-Lahham – Campo profughi di Deheisha, Bethlehem.
55. Amro Diab.
56. Mohamamd Ghazzal – Nablus.
57. Qassem Abu Hussein – Hebron.
58. Ahmad Hamadna – Nablus.
59. Yahia Saleh.
60. Mohammad Nidal Daghlas.
61. Adham Shouly.
62. Ali Hannoun – Ramallah.
63. Alaa az-Za’azeeq.
64. Hotheifa Salama.
65. Yousef Abu Sneina – Hebron. Mohamad Sayyed.
66. Sa’id Abu Hussein – Hebron.
67. Ahmad Zeid.
68. Ibrahim Abu Salem – Bir Nabala – Jerusalem.
69. Ahmad Totah.
70. Samer Shawwa.
71. Mohammad Rashed Herzallah – Deir al-Ghsoun, Tulkarem.

Traduzione di Michela Zani

http://www.infopal.it/decine-di-palestinesi-rapiti-in-cisgiordania/

L’Onu abbandona il suo ufficio a Baghdad e il suo personale viene spostato ad Amman, Giordania.

Lo ha detto il portavoce del vice Segretario Generale dell’organizzazione Farhan Hak.

La fuga è dovuta all’avanzata effettuata negli ultimi giorni dai militanti dello “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, in Iraq. Ci sono notizie di combattimenti nella zona dell’aeroporto internationale di Baghdad.
Hak ha riferito che durante il giorno 58 persone facenti parte del personale delle Nazioni Unite sono stati trasportati in Giordania. In totale facenti parte del personale dell’Onu a Baghdad e nei dintorni ci sono ancora circa 200 stranieri.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_06_16/LOnu-e-il-suo-personale-lasciano-Baghdad-8337/