19 paesi che costruiscono droni di guerra

https://www.youtube.com/watch?v=pvMDsuRE8ms

1. Australia – 0:04
2. Austria – 0:20
3. Belgium – 0:28
4. Brazil – 0:36
5. Canada – 0:48
6. China – 1:04
7. France – 1:32
8. Germany – 1:52
9. India – 2:08
10. Iran – 2:25
11. Israel – 2:44
12. Japan – 2:57
13. The Netherlands – 3:12
14. Russia – 3:20
15. Serbia – 3:44
16. South Africa – 3:52
17. Sweden – 4:00
18. United Kingdom – 4:13
19. United States – 4:36

Gravi omissioni del MIT sulla saturazione della linea storica? 

Marco Scibona: Gravi omissioni del MIT sulla saturazione della linea storica? Vediamoci chiaro!

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01022

Atto n. 3-01022

Pubblicato il 10 giugno 2014, nella seduta n. 258

SCIBONA , CIOFFI , TAVERNA , LUCIDI , MORONESE , BERTOROTTA , DONNO , AIROLA , FUCKSIA , SERRA , CASTALDI , SANTANGELO , BUCCARELLA – Al Presidente del Consiglio dei ministri. –

Premesso che:

sono in corso in valle di Susa (Torino) i lavori di scavo di un tunnel geognostico preparatorio e funzionale alla realizzazione di una linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione (NLTL), comprensiva di un tunnel di collegamento tra Italia e Francia della lunghezza di 57 chilometri;

la linea dovrebbe affiancare l’attuale linea convenzionale perfettamente utilizzabile anche dai vagoni ferroviari con i profili più ampi attualmente circolanti in Europa;

il presupposto legislativo sottostante alla creazione di una linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione è rappresentato dalla legge 27 settembre 2002, n. 228, con la quale l’Italia ha ratificato l’accordo intergovernativo intervenuto con la Francia in data 29 gennaio 2001 costituente, tuttora, l’atto normativo fondamentale relativo alla linea ferroviaria in questione;

a seguito del precedente Accordo firmato il 15 gennaio 1996 a Parigi tra il Governo italiano e quello francese venne costituita una Commissione intergovernativa italo francese (CIG) con il compito di indirizzare e seguire, per conto dei due Governi, i lavori di Alpetunnel la società incaricata del progetto del maxitraforo ferroviario sotto il Moncenisio consistenti, essenzialmente, in studi circa la fattibilità e sostenibilità ambientale e finanziaria della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione che avrebbe consentito il transito di decine di milioni di tonnellate di traffico merci;

la predetta Commissione intergovernativa si avvalse di 3 gruppi di lavoro (il Gruppo tunnel, preposto ai problemi geologici e ingegneristici, il Gruppo economia e il Gruppo Ambiente e territorio) e, il 15 gennaio 2001, consegnò ai Governi il proprio rapporto conclusivo. In detto rapporto, recependo le osservazioni del Gruppo Economia e di quello Ambiente e territorio (coordinato dalla professoressa Maria Rosa Vittadini, professore presso l’Università di Venezia e, dal 1998 al 2002, direttore generale del Servizio valutazione impatto ambientale del Ministero dell’ambiente) si esprimevano forti “preoccupazioni circa l’inutilità” della nuova linea considerata “la debolezza della domanda passeggeri e merci” e il conseguente “pericolo che l’ingentissimo investimento si traducesse in un ingentissimo spreco di denaro” pubblico;

il rapporto dei predetti Gruppi di lavoro è la base della “prudenza” dell’Accordo intergovernativo Italia-Francia di Torino del 29 gennaio 2001 in cui la realizzazione della nuova linea viene espressamente subordinata alla saturazione della linea storica. Tale condizione, pur espressa (non a caso, a giudicare dai successivi sviluppi) con una formulazione imprecisa e ambigua, è il vero dato caratterizzante l’accordo del 2001, così come espresso nell’articolo 1 che recita: “I Governi italiano e francese si impegnano, in applicazione del presente Accordo, a costruire o a far costruire le opere della parte comune italo-francese necessarie alla realizzazione di un nuovo collegamento ferroviario misto merci-viaggiatori tra Torino e Lione la cui entrata in servizio dovrebbe avere luogo alla data di saturazione delle opere esistenti.”;

il citato testo differisce l’entrata in funzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione ad un evento futuro: l’intervenuta saturazione della linea storica;

il raffronto con altri testi contenuti negli atti delle attività preparatorie e con gli iter normativi sottostanti alla realizzazione della stessa confermano il presupposto caratterizzante l’impianto decisorio dell’opera: la necessaria indagine prognostica della saturazione della linea esistente;

in particolare alcuni di questi testi, anche normativi, sono: il dibattito parlamentare che precedette la ratifica dell’Accordo del 2001 da parte del Parlamento francese, (Assemblea nazionale seduta del 13 febbraio 2002, pag. 1366, discussione progetto di legge ratifica) ove si è dato atto che “la saturazione della linea esistente è precondizione indispensabile”; il testo degli articoli 4 e 5 dello stesso Accordo del 2001 (art.4 “Il titolo secondo del presente Accordo definisce la prima fase della realizzazione della parte comune italo-francese della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Il presente Accordo sarà integrato da protocolli addizionali per definire le modalità di realizzazione delle fasi seguenti”. Art.5 “L’oggetto del presente titolo è la definizione delle condizioni secondo le quali saranno condotti nella prima fase, che inizia nel 2001, gli studi, le ricognizioni e i lavori preliminari della parte comune italo-francese della sezione internazionale. Essa si concluderà allorché la CIG avrà proposto ai due Governi un progetto di protocollo addizionale al presente Accordo per la realizzazione delle opere definitive della parte comune italo-francese del collegamento, in conformità alle disposizioni dell’articolo 4. I suddetti lavori comportano, in particolare, l’esatta definizione del tracciato e delle procedure di valutazione ambientale applicabili nei due Stati, lo scavo delle discenderie e delle gallerie di prospezione, i lavori annessi e l’insieme degli studi necessari alla definizione del progetto della parte comune italo-francese del progetto.”); l’Accordo intergovernativo tra Italia e Francia concluso a Roma il 30 gennaio 2012 prevede, all’articolo 1, comma 3, che “Il presente Accordo non costituisce uno dei protocolli addizionali previsti dall’articolo 4 dell’Accordo firmato a Torino tra i Governi italiano e francese il 29 gennaio 2001. In particolare, non ha come oggetto di permettere l’avvio dei lavori definitivi della parte comune italo-francese, che richiederà l’approvazione di un protocollo addizionale separato, tenendo conto in particolare della partecipazione definitiva dell’Unione europea al progetto”;

quanto descritto, almeno sotto il profilo normativo, riguarda la fase preparatoria, intendendosi per essa una fase in cui deve essere definito l’eventuale progetto definitivo ma, prima ancora, deve essere verificata l’esistenza della precondizione per la sua realizzazione, consistente nella saturazione della linea storica;

considerato che:

è pacifica la massiccia riduzione dei traffici (sia di passeggeri che di merci) sulla linea ferroviaria Torino-Lione e, più in generale, sulla direttrice Est-Ovest e ciò indipendentemente dall’attuale crisi economica;

vi è l’impossibilità di un giudizio prognostico sulla futura saturazione della linea storica (oggi utilizzata in appena un quarto delle sue potenzialità);

l’attuale linea, già a doppio binario, è stata recentemente ammodernata e migliorata, da ultimo nel 2011, come annunciato da nota della Rete ferroviaria italiana del 29 maggio 2012 a firma Giovanni Costa con la quale si annunciava la utilizzabilità della linea anche da parte dei rotabili a maggior profilo come i “Modalhor”;

sulla attuale linea ferroviaria transitano attualmente 3,4 milioni di tonnellate di merci all’anno, come indicato dal rapporto AlpInfo 2012 dell’ Ufficio federale dei trasporti elvetico (UFT);

nel Quaderno n. 1 dell’Osservatorio governativo Torino Lione (“Linea Storica – Tratta di valico”) pubblicato nel 2007, la capacità della linea storica è indicata in 32,1 milioni di tonnellate di merci all’anno teorici e di 26,7 milioni di tonnellate di merci reali (calcolando le manutenzioni, guasti, calamità, eccetera);

la capacità della linea storica è pari ad oltre 9 volte l’attuale traffico merci ferroviario e a 3 volte il massimo storico registrato;

nel febbraio 2012 la Corte dei conti francese ha evidenziato lo scarso successo della Autostrada ferroviaria alpina (AFA Aiton-Orbassano lungo il tracciato della Torino-Lione) indicando, in particolare, che dopo 10 anni di sperimentazione: “Non è stato raggiunto neanche lontanamente nessuno degli obiettivi esposti all’inizio della sperimentazione, poi prorogata, degli anni 2003-2006. “La trasformazione a tempo indeterminato del progetto di autostrada ferroviaria si fonda sulla prospettiva di un aumento dei traffici che non è scontato e su criteri di redditività da definire.” “Non è stata condotta nessuna valutazione economica e socio-ambientale per evidenziare la convenienza del servizio rispetto agli investimenti pubblici richiesti”;

per il raggiungimento dell’equilibrio finanziario del progetto Autostrada ferroviaria alpina (AFA) si sono resi, quindi, indispensabili continue sovvenzioni pubbliche;

l’Unione europea ha indicato di non aver interesse alcuno alla linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione (NLTL), non essendo il progetto prioritario 6 (asse 6 del quale è segmento la linea Torino Lione) previsto quale linea ad alta velocità, come già riconosciuto dal sottosegretario al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture, Rocco Girlanda;

il coordinatore europeo ai Trasporti, Laurens Jan Brinkhorst, ha dedicato, nella propria Relazione annuale di ottobre 2013 sul Progetto prioritario 6 (del quale la linea Torino Lione è segmento), queste parole: “La terza riunione è stata dedicata in particolare alla linea storica e al ruolo che può svolgere quale asse ferroviario principale tra la Francia e l’Italia. I partecipanti hanno riconosciuto la necessità di riattivare la linea esistente e renderla il principale asse ferroviario per il trasporto di merci tra la Francia e l’Italia, convenendo sull’infattibilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza fare tutto il possibile affinché quella esistente torni a essere la principale arteria di trasporto in seguito ai lavori di ampliamento nel traforo ferroviario del Fréjus/Moncenisio”;

la riunione suddetta si è svolta in data 22 gennaio 2013 senza che gli enti locali abbiano potuto parteciparvi, nonostante la espressa previsione della loro presenza;

si assiste a ripetuti e diffusissimi scandali sulla gestione della finanza pubblica, da ultimo quello riferito all’opera “Mose” a Venezia che ha seguito quelli riferiti al Ministro pro tempore dell’ambiente Clini, all’Expo 2015, al TAV (Treno alta velocità) Firenze, al porto di Molfetta, all’Ilva di Taranto;

gli scandali, con una frequenza ravvicinata, coinvolgono amministratori pubblici appartenenti all’intero arco parlamentare e loro sodali, le cui criminali gesta trovano terreno fertile nelle grandi opere;

queste grandi opere sono ritenute, dai tecnici competenti, utili al solo scopo di saccheggiare la cosa pubblica;

nonostante quanto sopra espresso, la nuova linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione continua ad essere propagandata quale opera strategica anche attraverso omissioni da parte dello stesso Ministro delle infrastrutture che mai ha comunicato l’essersi svolta una riunione nel gennaio 2013 al cui esisto si è convenuta la “(…) infattibilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza fare tutto il possibile affinché quella esistente torni a essere la principale arteria di trasporto “, come indicato dallo stesso Coordinatore ai trasporti Brinkhost nell’ottobre 2013;

la gravità delle omissioni, a parere degli interroganti, è tanto più evidente quando si consideri che allo stesso Brinkhost è stato omesso di comunicare l’avvenuto ammodernamento dell’attuale linea storica,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza delle omissioni sollevate in premessa ed in particolare di quanto dichiarato da Brinkhost nella sua relazione annuale del 2013 sulla infattibilità politica della costruzione di una nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lione in presenza di una linea storica che viene definita “principale asse ferroviario per il trasporto di merci tra la Francia e l’Italia”;

se abbia notizia che la riduzione dei finanziamenti della UE di marzo 2013 è conseguenza dell’accertamento, da parte della Commissione europea, di ritardi tecnici ed amministrativi nel corso dell’anno 2010, come riferito da Siim Kallas, nell’aprile del 2014;

quali iniziative intenda assumere relativamente alle gravissime omissioni riportate;

se non intenda adoperarsi affinché si giunga alla sospensione di ogni attività propedeutica alla realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lione.

Sintesi e video della testimonianza di Marco Revelli:

10 giugno, aula bunker, quella che sembra essere la cornice preferita dalla Procura di Torino per i processi ai NO TAV. Siamo quasi alle ultime battute per i testi della difesa, ed è Revelli ad aprire una nuova prospettiva sulle giornate del 27 giugno e del 3 luglio 2011, oggetto del processo a 54 attivisti.Il noto politologo e professore ordinario di Scienza della Politica e sistemi politici comparati presso Università Piemonte Orientale studia da anni il movimento e le sue dinamiche, ne condivide l’ideologia e racconta, essendo stato testimone diretto di quelle  giornate, di non aver visto “atteggiamento bellicoso, tutt’al più ci si preparava ad una resistenza passiva”. All’avanzare della ruspa, nelle operazioni di sgombero, i manifestanti gridavano “mafia!mafia” ed è su questo particolare che si innesca il tentativo, da parte della difesa (Avv. Bertone) di fare ammettere un’informativa dei Carabinieri risalente al 2011, su vicende oggetto del processo Minotauro che potrebbero confermare qualcosa di più del sospetto della vicinanza di alcune aziende coinvolte nei lavori alla Maddalena con esponenti di spicco della ‘ndrangheta (il caso Iaria /Martina / Italcoge). Il collegio, con una decisione ad alta velocità, chiude la lunga discussione e senza colpi di scena, accoglie le opposizioni del PM e dell’avv. Bertolino (SAP e ITALCOGE-fallimento, parti civili in questo processo) e NON AMMETTE il documento.
Di mafia e ‘ndrangheta, insomma, non si deve parlare. “E’ un fatto tecnico”, spiega Quinto Bosio. Certo. Quindi “tecnicamente” la mafia, ancora una volta, non esiste.
E poco importa che un altro avvocato della difesa aggiunga un ulteriore dettaglio sul fallimento Italcoge (che è parte civile), facendo notare che il curatore (anche esponente delle forze dell’ordine) è stato costretto di recente a dare le dimissioni in quanto coinvolto in altra vicenda giudiziara. Questa è l’Italia.
Sulle due giornate del 2011 Revelli, come già raccontato dai tanti testimoni della difesa, dichiara di non aver visto alcun atteggiamento bellicoso e giudica l’intervento del 27 giugno “improvvido” per “L’alto numero delle persone presenti, la composizione, il numero di anziani e donne, la non bellicosità e i danni fisici che avrebbe comportato un attacco frontale. Terzo elemento il loro atteggiamento, pacato, di convivialità, di persone che difendevano il territorio e si opponevano allo sperpero di pubblico denaro, dal mio punto di vista”.
Trascrizione completa

http://www.tgmaddalena.it/10-giugno-aula-bunker-maxiprocesso/

Simonetta – TGMaddalena

Indipendentisti veneti: non paghiamo le tasse, i soldi finiscono ai politici ladri

eretici folli, servono per finanziare i servizi che lo stato elargisce nei confronti dei meno abbienti….abbiamo un welfare da fare invidia alla Svezia…

martedì, 10, giugno, 2014
https://www.youtube.com/watch?v=71Zz8x7z-tc

Gianluca Busato, presidente di Plebiscito.eu (la piattaforma che ha organizzato il referendum digitale sull’indipendenza del Veneto dello scorso marzo) annuncia una grande mobilitazione di piazza il 20 giugno a Mestre. E ribadisce che ai protagonisti dello scandalo Mose verrà chiesto di pagare per il gravissimo danno arrecato all’immagine internazionale di Venezia.
http://www.imolaoggi.it/2014/06/10/indipendentisti-veneti-non-paghiamo-le-tasse-i-soldi-finiscono-ai-politici-ladri/

Usura bancaria: indagati vertici di banche, Saccomanni e la Tarantola

martedì, 10, giugno, 2014

Per concorso in usura bancaria sono indagati a Trani i vertici di Bnl, Unicredit, Mps e di Banca popolare di Bari (Bpb). Tra le 62 persone alle quali la Gdf di Bari sta notificando l’avviso di fine indagine ci sono anche ex dirigenti di Bankitalia e del ministero dell’Economia. Agli indagati si contestano tassi usurari su finanziamenti.
Indagati anche il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in qualità di ex capo della Vigilanza di Bankitalia, e il ministro dell’Economia del governo Letta Fabrizio Saccomanni, ex dg di Bankitalia.
Il reato di usura (bancaria) continuata ed aggravata viene contestato dalla procura di Trani ai danni di alcuni clienti-imprenditori del barese delle banche sottoposte ad accertamenti in relazione a finanziamenti concessi prevalentemente sotto forma di anticipazioni su conto corrente. Secondo il pm inquirente, Michele Ruggiero, il reato di usura è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e di un attuale dirigente del dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e Finanze.
http://www.imolaoggi.it/2014/06/10/usura-bancaria-indagati-vertici-di-banche-saccomanni-e-la-tarantola/

Spinelli:il collegio Centro perchè SeL inaffidabile + Caso Spinelli, Furfaro: “Deciso tutto in 4 stanze”. Ma Maltese: “Scelta collettiva”

fiducia reciproca, rispetto, solidarietà e trasparenza viene emanata a pié sospinto dall’Altra Europa di Tsipras…..i veri valori si vedono dal mattino?

Spinelli:il collegio Centro perchè SeL inaffidabile   
Il Fatto Quotidiano

Caso Spinelli, Furfaro: “Deciso tutto in 4 stanze”. Ma Maltese: “Scelta collettiva”

La scrittrice aveva deciso, in caso di elezione, non di non andare a Strasburgo. Poi ha cambiato idea. L’esponente di Sel – che a causa del dietrofront, non andrà in Ue – critica l’assenza di un processo democratico. Il giornalista di Repubblica eletto in Europarlamento: “Contenti che non fosse candidato di bandiera”

di Salvatore Cannavò | 10 giugno 2014

Prima Barbara Spinelli accetta di candidarsi per la lista Tsipras, specificando che, in caso di elezione, rinuncerà al seggio. Poi, trascorsi alcuni giorni dall’esito elettorale, fa dietrofront: andrà a Strasburgo. Quindi, niente più dimissioni. Una decisione che suscitato molte polemiche tra gli elettori, Sel e Rifondazione comunista. Ecco cosa ne pensano Marco Furfaro (Sel), che a causa della scelta della giornalista ha perso il seggio al Parlamento europeo, e Curzio Maltese, l’editorialista di Repubblica eletto a Strasburgo.

Marco Furfaro: “Hanno deciso tutto in quattro stanze” – L’espressione “usati come carne da macello” adoperata a caldo, una volta appreso di essere il candidato “beffato” dal dietro front di Barbara Spinelli, non se la rimangia: “Niente è falso di quello che ho scritto. Alcune espressioni possono essere riviste. Ma ora mi interessa parlare del merito”.

La accontentiamo: cosa non ha funzionato in questo progetto?
Un processo politico così delicato, che ha visto il successo di una sinistra che si metteva insieme, aveva bisogno di due cose. Innanzitutto, la cura, non delle persone o delle sigle, ma di un processo collettivo. E la dovevano avere coloro che detenevano le redini del percorso. Secondo: la democrazia, da intendere non come un orpello ma come una pratica politica. A prescindere dai seggi e dai ripensamenti. Per quanto mi riguarda ho cercato di avere cura del processo politico e al di là di quello che stava succedendo non ho mai alzato la voce.

C’è quindi una responsabilità precisa dei garanti?
Non si doveva restare chiusi nelle stanze. Sono venti anni che perdiamo perché c’è chi guarda dall’alto in basso, chi parla di operai e non sa dove stanno. La responsabilità dei garanti è di tutti coloro che non hanno cura dei processi e della democrazia. Possono essere garanti, segretari, intellettuali. Io non personalizzo nulla, ci sono persone e persone, ma in queste ultime due settimane un processo politico è stato sequestrato. E invece avremmo bisogno di un milione di garanti, tanti quanti sono gli elettori.

Pensa che dopo questo contraccolpo il vostro progetto reggerà ancora?
Sì, se si fuggirà dal politicismo per cui la sinistra si mette insieme su tre o quattro individualità. La sinistra, per me, è un’idea del mondo, una visione della società. Invece, abbiamo preferito il politicismo alla politica. Ricostruire la sinistra significa rimettere insieme un processo politico aperto e partecipato. Serve una sinistra che sappia cambiare, cosa che in questi giorni non si è vista. È questa la vera voglia di chi ha votato la lista Tsipras, ma anche chi ha votato M5S e Pd. La sinistra di questo paese va al di là del 4% o di un partitino.

L’aggregazione della lista Tsipras andrà avanti o è destinata a finire?
Le formule organizzative vengono sempre dopo. La sinistra si costruisce con coloro che ci credono, nella lista Tsipras ma anche fuori di essa. Se qualcuno pensa che debba diventare escludente e minoritaria non sarò io a mollarla ma tutti gli elettori.

E Sel reggerà?
Sel è una comunità democratica in cui ci si rispetta e prenderemo una decisione collettiva. Si chiama democrazia.

Curzio Maltese: “Basta, non serve terapia di gruppo”- Com’è andata veramente la vicenda delle dimissioni, poi ritirate, di Barbara Spinelli, lo chiediamo a chi da subito ha voluto che l’editorialista di Repubblica, di cui è collega, sedesse a Strasburgo: “Ci siamo trovati dopo le elezioni – spiega Curzio Maltese, neo-parlamentare europeo – con Barbara che, piena di dubbi, ci ha comunicato che sarebbe andata al Parlamento europeo. Noi tutti, chiamati a dare la nostra opinione, abbiamo detto che eravamo contenti e che non era giusto non fare il candidato di bandiera.

Parliamo dei garanti?
Parliamo di Moni Ovadia, Marco Revelli, Guido Viale, Massimo Torelli e me. In quella riunione non ho sentito Luciano Gallino, ma mi dicono che la pensasse così. Noi pensavamo di chiedere a Barbara di non scegliere il collegio e di trovare un accordo o un sorteggio. ………………………………………………………………………………………………………………………………………Lei ha sostenuto invece che avrebbe scelto il collegio del Centro perché trovava inaffidabile Sel……………………………………………………………………………………………………………………………………. Una cosa che ci ha sorpreso perché sia Sel sia Rifondazione sono stati entrambi leali e se non lo fossero stati non ce l’avremmo fatta.

Perché questa idea?
Perché c’era il rischio che Sel non rispettasse la scelta del gruppo europeo (il Gue-Ngl e non il Pse, ndr).

Quindi, è stata una decisione collettiva?
Sì, certo. Difficile da gestire, come è evidente, ma c’è stata anche una richiesta di Tsipras in tal senso ed eravamo tutti d’accordo che lei accettasse di fare la parlamentare. Anche se in disaccordo sulla polemica dura con Sel.

Difende comunque questa decisione?
Sì, anche perché non credo sia la cosa più importante a livello politico. Come garanti, io e Moni Ovadia, ci abbiamo messo un’ora a decidere. Per me è finita lì. Sono contento che venga al Parlamento europeo, anche se trovo ingiusto muovere accuse a Sel.

E qual è il futuro di questa lista?
La lista è nata fuori dai partiti e in collaborazione con loro. Credo che continuerà così. Parlando però di problemi seri e concreti. Siamo partiti male perché siamo alla terapia di gruppo su scelte personali. Ora occorre dedicarsi ai temi concreti. Pochi sanno, ad esempio, che si vogliono privatizzare le tv pubbliche in tutta Europa.

Eppure in Rete lei viene accusato di non essere andato, come unico eletto certo, alla riunione dei comitati Tsipras, lo scorso sabato.
Vengo anche accusato di voler passare con i socialisti del Pse. Sabato, come è noto, ero alla festa di Repubblica a Napoli, impegno preso da due mesi. Forse ho il difetto di fare quel che dico.

da Il Fatto Quotidiano del 10 giugno 2016

La pornostar pro-immigrati: serve una Caritas sessuale

ora che prostituzione e droga entrano nel Pil, “sfruttiamo le risorse”. E’ accoglienza, dicono. Non istigazione alla prostituzione per un piatto di pasta

martedì, 10, giugno, 2014

di Turi Peri Peri
Più d’una pornostar, più d’una filosofa, più d’un politico, è questa Valentina Nappi. Celebre pornostar che fa parlare di sé e non solo nel mondo dell’hard. Le sue provocazioni viaggiano veloci sul web, attraverso facebook e le sue taglienti prese di posizione, fanno discutere sui social. L’ultima provocazione è di qualche ora fa: “Sarebbe davvero umano, fondare una Caritas sessuale. Chi mi dà una mano?”.
Pornostar Valentina Nappi: italiani mediamente stupidi, bisogna scopare con gli stranieri
La solidarietà per la bella Valentina, non si ferma davanti alla miseria economica e sociale della povertà, ed entra anche nel campo della sessualità, perché c’è chi ha bisogno di un piatto di pasta o di un lavoro, ma c’è anche chi ha bisogno di “affetto” e dunque, perché non fondare un’organizzazione che soddisfi i bisogni di povertà “sentimentalsessuale” degli italiani. Ci pensa la bella Valentina da oggi. Chi vuole dargli una “mano” si faccia avanti, la solidarietà degli italiani (e delle italiane?) sarà all’altezza delle aspettative?
http://www.imolaoggi.it/2014/06/10/la-pornostar-pro-immigrati-serve-una-caritas-sessuale/

“bisogna scopare con gli stranieri”
SE UNO O UNA SI RIFIUTA E’ RAZZISMO????

Pensioni agli immigrati: grande truffa all’Inps, 50 stranieri coinvolti
martedì, 10, giugno, 2014

I padri, ultrasessantacinquenni, tornavano in Albania appena incassata la prima mensilità della pensione. I figli, rimasti in Italia, continuavano a percepire l’assegno sociale che l’Inps concede agli anziani migranti per il ricongiungimento familiare.
Una maxi truffa da 220mila euro, con 50 stranieri coinvolti, scoperta dalla Guardia di finanza nella comunità albanese che risiede a Matelica (Macerata). Le denunce sono scattate per indebite percezioni di erogazioni dello Stato.
Paghiamo una pensione di 500 euro al mese a 56mila immigrati. “Ora basta”
http://www.imolaoggi.it/2014/06/10/pensioni-agli-immigrati-grande-truffa-allinps-50-stranieri-coinvolti/

L’Onu lo sa CHE AGLI ITALIANI NON VENGONO DATI 33 EURO AL GIORNO (ah giusto è una bugia dei razzisti, i migranti campano d’aria) ED UN ALLOGGIO GRATIS?

L’ONU contro l’Italia: profughi maltrattati, serve un piano di accoglienza
martedì, 10, giugno, 2014
Milano, 10 giugno 2014 – Centinaia di profughi sono approdati martedì mattina alla stazione di Rogoredo a Milano. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr – ONU) esprime “sconcerto” per la maniera in cui sono stati trattati circa 400 migranti e rifugiati di varie nazionalità (provenienti principalmente da Siria, Somalia ed Africa Sub-Sahariana) dopo essere stati sbarcati lunedì a Taranto.
Agli operatori dell’Unhcr hanno riferito di essere stati divisi in gruppi in base alla destinazione preferita. Sono stati poi caricati su dei pullman e, dopo aver viaggiato tutta la notte, sono stati abbandonati nei parcheggi di Roma Anagnina e Milano Rogoredo.
“E’ inaccettabile – afferma l’Unhcr in una nota – che migranti e rifugiati vengano privati dell’assistenza minima, caricati su dei pullman e abbandonati alle periferie di Roma e Milano. Sono stati trovati scalzi, disorientati, senza che avessero ricevuto nè da bere nè da mangiare”. Pur consapevole delle difficoltà relative alla gestione di grandi flussi di persone in arrivo, l’organizzazione ritiene che quanto accaduto oggi a Roma e Milano sia “un esempio di quanto è importante e urgente la messa a punto di un piano strutturato per la prima accoglienza su tutto il territorio nazionale che includa sia le Regioni che i Comuni”. ilgiorno.it/milano/cronaca
http://www.imolaoggi.it/2014/06/10/lonu-contro-litalia-profughi-maltrattati-serve-un-piano-di-accoglienza/

Livia Turco (Pd): Se i politici rubano è colpa del cattivo esempio degli italiani

il partito moralmente superiore che difende i poveri e i lavoratori

MARTEDÌ 10 GIUGNO 2014 10:51REDAZIONI 
La parlamentare del M5S Giulia Sarti ha pubblicato uno status su Facebook alcune ore fa che ha mandato in tilt la rete.
 
 Citava una recente dichiarazione di Livia Turco(una che tra PCI, PDS, DS e PD si è fatta 6 legislature consecutive con il culo attaccato alla poltrona e ora attende la pensione pagata dai contributi elettorali in veste di funzionario del Pd) che ha fatto aumentare la rabbia dei cittadini nei confronti della classe politica.
“Se i politici rubano è perché hanno preso il cattivo esempio dai cittadini italiani, che chiedono la raccomandazione e pagano l’idraulico in nero per risparmiare”.
 
Attendiamo ora la replica del partito stupratori: “Le violenze sessuali sono colpa delle donne spesso poco vestite e troppo avvenenti”. Poi, quella del partito dei pirati della strada: “E’ colpa di chi attraversa sulle strisce che non usa vestiti coi catarinfrangenti”. E infine quella del Movimento per la vivisezione efferata: “E’ colpa dei cani e delle scimmie che non hanno un sindacato”.
 
E pensare che la Turco fu anche Ministro della Salute.

Nessun accordo tra Russia e Ucraina: “Pagate oggi 2 miliardi per il gas”

“Noi crediamo di aver messo in campo proposte costruttive, che dovrebbero essere adatte a tutte le parti in causa. Continueremo oggi i colloqui”, ha detto il ministro russo per l’Energia Alexander Novak, ma il commissario europeo all’energia Guenther Oettinger ha dato una valutazione molto negativa dell’andamento dei negoziati

Redazione10 giugno 2014

La compagnia del gas ucraina Naftogaz deve a quella russa Gazprom ancora 2 miliardi di dollari, da pagare entro oggi. L’ha affermato, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax, il ministro per l’Energia russo Alexander Novak, dopo un infruttuoso nuovo ciclo di negoziati Russia-Ucraina-Unione europea che ha avuto luogo a Bruxelles.

Naftogaz, secondo Novak, deve pagare ancora 1,45 miliardi di dollari per forniture avvenute a novembre e dicembre dello scorso anno e 500 milioni di dollari a parziale saldo per il gas fornito ad aprile-maggio. Novak ha inoltre spiegato che nei negoziati si è toccato anche il tema del prezzo del gas per i futuri pagamenti e delle forniture di giugno agosto.

Inoltre sono state fatte proposte sul calendario per la chiusura del debito, sull’affidabilità del transito del gas attraverso l’Ucraina verso l’Europa, sui depositi sotterranei e sulla solvibilità di Kiev. “Noi crediamo di aver messo in campo proposte costruttive, che dovrebbero essere adatte a tutte le parti in causa. Continueremo oggi i colloqui”, ha detto il ministro russo.

Il commissario europeo all’energia Guenther Oettinger, dal canto suo, ha dato una valutazione molto negativa dell’andamento dei negoziati. Secondo il rappresentante europeo, ci sono ancora “questioni aperte” e “posizioni differenti”. Oettinger ha spiegato che le delegazioni russa e ucraina dovranno consultarsi con i loro governi e capi dello stato e negoziati potrebbero riprendere o nella serata di oggi o domattina.

http://www.today.it/mondo/russia-ucraina-gas.html

Comunicato No Tav – La solidarietà No Tav a chi lotta per la casa

Comunicato

Nella giornata di martedì la procura torinese ha messo in campo l’ennesima operazione repressiva con 11 ordini di custodia cautelare in carcere o domiciliare, oltre a diverse altre misure restrittive.

Tutto ciò avviene nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge attivisti del movimento di lotta per la casa molti dei quali sono da tempo presenti anche nella lotta in Valle contro la costruzione dell’alta velocità.

E’ il caso di Chiara, Niccolò e Claudio, tutt’ora in carcere con l’assurda accusa di terrorismo nonostante la recente sentenza della cassazione, e di Forgi, ai domiciliari da quasi un anno, a cui sarà impedito con la nuova misura il permesso di andare a lavorare.

Come movimento No Tav da tempo condividiamo il percorso di lotta per la casa e del diritto all’abitare e sosteniamo chi combatte speculatori, palazzinari e cementificazioni selvagge.

Rispetto all’art. 5, del vergognoso piano casa approvato dal governo Renzi, che colpisce duro proprio chi la casa non ce l’ha e decide di occuparla, vogliamo sottolineare come il relatore in aula sia stato proprio il senatore Esposito, ormai il Borghezio del PD, a noi ben noto per le sue uscite deliranti e la sua ossessiva ricerca di visibilità mediatica.

Evidente risulta altresì come questa operazione della procura torinese, capitanata da personaggi molto discutibili come il pm con l’elmetto Rinaudo, segua la scia tracciata dal persecutore dei No Tav Giancarlo Caselli ed abbia il “sapore della vendetta” contro chi è attivo nelle diverse lotte che si esprimono sui territori.

Secondo questa logica chi partecipa alle lotte sociali viene elevato a “nemico pubblico” e in quanto tale merita quindi essere colpito da accuse sempre più pesanti e roboanti.

Come movimento No Tav esprimiamo totale solidarietà a tutti gli arrestati e agli inquisiti di martedì scorso, augurandoci di vederli ben presto liberi nelle lotte.

Il Movimento No Tav

Villar Focchiardo 4 giugno 2014