Sandro Plano, Susa e la sua valle: «Il futuro è insieme»

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Intervista al sindaco rieletto, con i cantieri Tav sullo sfondo: «Non mi muoverò mai da solo, prima confronto coi sindaci»

Sandro Plano sa bene che quella “poltrona” che tanto ha desiderato, su cui è già stato seduto per 10 anni e su cui siederà nuovamente per i prossimi cinque anni, prefigura un mandato “di fuoco”, durante il quale è facile prevedere che si troverà ad affrontare questioni scottanti e momenti difficili. Ma sa anche che al suo fianco avrà, presumibilmente, una fetta consistente dei sindaci della bassa valle di Susa, in buona parte “planiani”. Quelli vecchi, cioè riconfermati, e quelli nuovi, freschi di elezione. Non è probabilmente un caso che quando gli si chiede quale sarà la sua prima mossa da sindaco di Susa sulla questione Tav, lui risponde che chiederà di incontrare tutti i suoi colleghi di alta e bassa valle per decidere insieme come muoversi.«Questa sarà anche la sostanziale differenza tra me e il sindaco che mi ha preceduto – osserva – per noi il Tav è un tema di valle, e non un tema che riguarda solo Susa in quanto comune maggiormente toccato dal tracciato e dai previsti cantieri: in questo senso l’approccio sarà diverso. Non voglio avere fretta, ma non farò le cose da solo: qualsiasi decisione o posizione da tenere che riguarderà anche soltanto il territorio di Susa, la sottoporrò prima ad un ragionamento di valle».

su Luna Nuova di venerdì 30 maggio 2014

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Spilla No Tav, sequestrato per una ora e mezza.

Rappresentante di lista 5s con la spilletta No Tav, viene sequestrato dalla polizia inutilmente.

di Valsusa Report

Vincenzo, un rappresentante di lista per il Movimento 5 Stelle, si presenta al seggio con una vistosa spilletta No Tav, per espletare le sue funzioni, arrivato, il presidente del seggio gli fa notare che ci sono delle incongruenze sull’invio dei documenti per la designazione dei rappresentanti di lista.

Vincenzo esce e viene raggiunto da due figuri in borghese che – subito cercano di strapparmi la spilletta, io ho pensato fossero dei rappresentanti degli altri schieramenti – si qualificano con documenti della questura – ci

VIDEO DI VINCENZO

segua, lei non è un vero rappresentante di lista.

Vincenzo viene portato in uno stanzino della scuola e sorvegliato da due poliziotti, 2 del personale digos e un poliziotto municipale (ex-vigile urbano), passa una ora e mezza, si svela l’arcano, la firma sotto la delega non corrisponde con la firma della carta d’identità, – per loro la firma era falsa ed in pratica il M5S aveva falsificato la firma.

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Tutto falso da lì a poco Vincenzo viene liberato, – mi raccomando non  racconti nulla. Cosa c’è da raccontare?, l’ennesimo abuso? o un compito che normalmente svolge il presidente di lista viene incamerato a responsabilità dalla questura?

Sei No Tav, e tanto basta, – è un violento, è venuto qua dentro con una spilla chissà cosa vuole fare!! – queste le frasi ascoltate oltre la porta da Vincenzo.

VR (28/05/14)

Europee 2014, onore al Movimento 5 Stelle

http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/jfo/

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di Jacopo Fo | 29 maggio 2014

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Perché dobbiamo ringraziare Grillo.

Il web è pieno di ironie sui pentastellati: vinciamo poi… Ma se usciamo dalla miopia del momento e guardiamo a quel che sarà scritto sui libri di storia dobbiamo innanzitutto essere grati a questo gruppo di persone appassionate. Una cosa fuori da ogni dubbio è che il M5S è stato capace di rovesciare la situazione italiana come un calzino. E i primi che dovrebbero ringraziare Grillo sono i militanti del Pd. Senza Grillo il vecchio gruppo di potere sarebbe ancora in sella e risultati elettorali sarebbero stati ben diversi. Solo grazie al terrore per il M5S Renzi è riuscito a diventare segretario e poi premier. È grazie al terrore per il M5S che si sono ridotti (un poco) i costi della politica ed è stato messo un tetto agli stipendi da paura dei manager pubblici, è partita l’anagrafe fiscale e si è iniziato a parlare seriamente di riforme. Quindi, amici miei vi ringrazio. E non prendetevela per questo arretramento. Ogni secondo del vostro impegno politico è stato ben speso e ha già dato frutti che (forse) faranno uscire l’Italia da 50 anni di corruzione. Nessuna forza politica, era mai riuscita a cambiare tanto profondamente e rapidamente la realtà italiana. E ancora, con il vostro 22% siete la più potente assicurazione contro la tentazione di non fare le riforme. E se siete tristi ripensate al povero Fassino quando disse: “Se Grillo vuol far politica fondi un partito… si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende…” Avete fatto la storia! Spero comunque che si voglia riflettere sui motivi di questa sonora battuta d’arresto. I fatti hanno dimostrato l’esistenza di due errori nella visione del M5S. Il primo lo ha subito ammesso Beppe: l’Italia è un Paese dove i pensionati mentali sono troppi. Persone che non hanno voglia di costruire un mondo migliore per i loro figli. È stato un errore credere che sarebbe stato possibile arrivare prima al 51% dei voti e poi cambiare l’Italia. Non c’è nessuna possibilità fisiologica che questo succeda in un Paese dove una grande parte della popolazione vive di clientele, evasione fiscale, raccomandazioni, assistenzialismo, e dove il 75% della popolazione non arriva a leggere due libri all’anno… Nun gliela si fa! Il secondo errore discende direttamente dal primo: se vuoi riformare l’Italia devi seguire una strategia dei piccoli passi. Devi capire di volta in volta su quali punti c’è una sufficiente convergenza di interessi. Devi allenarti a distinguere ciò che è giusto in teoria ma non praticabile da quel che si può ottenere subito. E devi concentrarti sugli obiettivi possibili. A questo proposito il buon sindaco di ParmaPizzarotti potrebbe tenere dei corsi…. Questa capacità di mediazione il M5S l’ha dimostrata, ad esempio, riuscendo a far approvare la legge sulla possibilità per chi ha un credito con lo Stato di detrarre quei soldi dalle tasse che deve pagare. In questo caso si è saputo individuare un obiettivo che raccoglieva il sostegno della stragrande maggioranza del Paese (oltre che del più banale buon senso!). Il pericolo oggi per il M5S è quello di non capire che anche se Renzi è cattivo dentro riuscirà a realizzare un’enorme riforma dello stato, culturale e legislativa. Non farà le riforme come le farei io, non saranno perfette, non renderanno l’Italia un paese giusto. Ma è un fatto che oggi esiste una maggioranza di italiani (che comprende anche gli elettori del M5S) che pretende il cambiamento e che pure gli interessi del grande capitale e degli imprenditori spingono in questa direzione: portare l’Italia a un livello austriaco di legalità ed efficienza. Il M5S potrebbe avere un peso enorme in questo processo di rinascita, ma per riuscirci deve sviluppare l’arte della trattativa. Oppure può continuare a scegliere la via dell’intransigenza nell’attesa della vittoria finale. Gli resterà il merito di essere la forza che costringe la Casta a cambiare. Ma l’Italia che ne uscirà sarà peggiore di quella che potremmo avere se il M5S usasse il suo potere di mediazione. Perché, è triste ma è così, la politica non è l’arte delle azioni perfette, è l’arte del possibile. Ps. In questi giorni ho pubblicato un articolo molto importante che a causa del caos elettorale non è stato notato. Cerchiamo collaborazione per una grande impresa umanitaria. Leggi qui e se sei d’accordo aiutaci.Ecotecnologie: vuoi dare una mano a due miliardi di persone?(Ti prego: linka questo articolo in maniera esagerata!).

Un’Italia malata

Un ritorno di tsunami elettorale respinge a riva i 5 Stelle che contavano quasi di vincere. In Piemonte prevale Chiamparino, il vecchio che ritorna, mentre (naturalmente) resiste, anzi avanza la Val Susa, sempre più spina nel fianco del sistema. Scampoli di analisi.

di Fabrizio Salmoni

Sto leggendo i titoli de La Stampa del 27 Maggio: Pag. 30. Arrestato l’ex ministro Clini (quello delle Larghe Intese di Monti, che contrastava i magistrati di Taranto); pag.31: ‘Tutta l’Italia è diventata un’immensa discarica’“. Ascolto la radio e apprendo che il capo camorrista Iovine ha appena dichiarato ai magistrati che la malavita organizzata “non ha infiltrato la politica ma bensi le si è sovrapposta” condizionando sindaci campani di ogni colore. In altre pagine de La Stampa ci sono invece i report elettorali con la “marcia trionfale” di Renzi: il 47% dei votanti (66%) lo ha scelto. L’Italia rimane in balia di una nuova Democrazia Cristiana, tecnocratica e prepotente, di un sistema di potere clientelare e corrotto che invece di cedere si consolida malgrado le inchieste della magistratura. Un Potere forse peggiore della vecchia Dc – mi fa notare qualcuno – perchè almeno quella prevedeva e gestiva una spesa sociale. Questi tagliano, spendono e depredano.

Distonia? Evidentemente no. C’è un’Italia malata di clientelismo, assuefatta al malaffare, drogata dai media, noncurante di qualsiasi cosa che interferisca con la propria quotidianità difficile ma infarcita di superfluo tecnologico, disposta a sopportare di tutto o a dare fiducia a chi le vende fumo. Come negli ultimi vent’anni berlusconiani con i suoi disastri etici e morali e con un patto occulto tra le parti che solo da poco, con l’inizio delle Grandi Intese, ci è stato disvelato; come nell’era democristiana (40 anni), come per il fascismo (allora ci volle una guerra perduta e la fame per fare incazzare gli italiani).

Un’Italia che sbuffa, mugugna, ce l’ha con tutti e tutto, rassegnata (quante volte abbiamo sentito dire: “Tanto fanno quello che vogliono…”?), disabituata alla partecipazione, disposta a barattare quel poco che ha e l’onestà con un voto pur di non essere disturbata: pensare sta diventando una fatica in più.

E’ un’Italia che subisce il voto di scambio scambiandolo per un regalo, a cui non importa dell’aria che respira, dell’ambiente mefitico che le si sta costruendo attorno: cemento, discariche, inceneritore; a cui non importa che i propri figli nascano già indebitati per opera di una classe politica predatrice e probabilmente diversi di loro si ammaleranno di qualche schifezza che già respirano o mangiano.

Nel voto a questa Pd/ue c’è anche del paradossale: chi per vent’anni è stato ingannato dal messaggio che le due parti fossero avverse, e ricattato per conculcarne il voto (Se no vince Berlusconi…) oggi che il patto è alla luce del sole vota ancora gli ingannatori di sempre. Perchè “Se no questa volta vince Grillo“. Materia da psicanalisi. Scoraggiante, senza dubbio, perdere voti per fattori pscicologici piuttosto che per ragionato dissenso. Ma questa è la vera antipolitica di cui si nutre il regime.

Per farla breve, il sistema ha avuto paura, molta paura, e ha attivato tutti i suoi anticorpi, compreso un Presidente senza pudore che ha fatto campagna elettorale per Renzi tuonando contro i populismi antieuropei.

La sinistra è un discorso a parte. Una vecchia amica incontrata al Primo Maggio mi diceva “Non posso votare Grillo, abbiamo una storia alle spalle!“. E’ un esempio di falso senso di appartenenza per cui il Pd è sempre e ancora “la sinistra” e le varie metamorfosi non hanno disturbato certi “nostalgici” come non li disturba sentirsi rappresentati da La Ganga, Penati, Greganti e Quagliotti (solo per citarne alcuni). Potenza di legami ormai frusti ed effimeri, che vengono da lontano, che appartengono a chi sogna di un partito che non c’è più mentre le persone sono sempre le stesse, legate dai ricordi, da codici mai dismessi, da una apparente continuità col passato, da rapporti di dipendenza per il lavoro.

vitellone

Poi c’è il Sud che ha disertato in massa le urne malgrado la schiacciante disoccupazione giovanile, un Sud abulico, per lo più marginale, sottoproletario, chiuso in logiche di mutuo soccorso per vie clan-familistiche, che neanche gli 80 euro scuotono perchè destinati agli occupati. Un Sud per cui neanche il reddito di cittadinanza è credibile perchè “chissà quando”. Un Sud che dove ha votato, ha dato un milione abbondante di voti a indagati (Scopelliti, Fitto) o ha confermato pacchetti di voti a impresentabili come Mario Pirillo, padrino di campioni renziani come Picierno e Pittella.

A tutta questa Italia è difficile chiedere di cambiare: troppo impegnativo. Avrebbe tutto da guadagnare ma non è in grado, non se la sente di rischiare neanche con il solo voto. Conformismo, sindrome del gregge, bisogno un po’ fascista di un leader illusorio a cui affidare totalmente le sorti proprie e del paese?

Un’Italia malata, conservatrice, pavida,”prostrata culturalmente” (Carla Ruocco – M5S), difficile da recuperare. Probabilmente andrà sempre a traino di cambiamenti voluti da altri o frenerà, come ha fatto finora, qualsiasi cambiamento. Bisogna tenerne conto.

 Dove prende i voti Renzi

Tutti gli osservatori sono concordi nell’attribuire al Pd il circa 10% perso da Forza Italia, quote di Lega veneta, la quasi totalità di Scelta Civica e quegli elettori 5 Stelle 2013 che non avevano capito il messaggio e che speravano in accordi con il Pd “per essere propositivi“. Su Renzi sono confluiti i voti dell’apparato clientelare, “dei poteri forti e una bella fetta di moderati, felici dei suoi accenti antisindacali, della legalizzazione del precariato e dello sbeffeggiamento di Equitalia” (Marco Politi). Dietro di lui ci sono le banche, le Camere di Commercio, i dirigenti della pubblica amministrazione, gli apparati sindacali, i boiardi di partito inseriti nelle partecipate, le coop rosse e la Compagnia delle Opere, tutti gli interessati alle Grandi Opere, mafia compresa. Basta vedere la lista di governo di un Chiamparino per rendersi conto dell’identità dei poteri che sostengono questa nuova Pd/ue: c’è Paolo Bertolino (CCIAA) destinato alle Attività Produttive e c’è Carla Ferrari (Compagnia di San Paolo) al Bilancio. E siamo solo all’inizio.

Altri voti sono arrivati da chi ha avuto paura della rabbia delle nuove generazioni semitecnologizzate, del web, del “rischio Grillo” nel suo insieme, cioè da una nuova maggioranza silenziosa.

Ci si è messa anche la sinistra residuale di Tsipras a togliere voti ai 5 Stelle (quanto coscientemente?): almeno l’1,5%, dicono gli analisti. Per cosa? Per prendere meno voti di Rivoluzione Civile nel 2013 (5,4%), mandare a Bruxelles tre deputati e sentirsi ancora vivi.

Per il resto, sono stati lanciati messaggi rassicuranti. Ha funzionato la carta del forzoso ottimismo, della non-rassegnazione, e la rabbia ha spaventato. I pavidi dovranno farsene una ragione perchè la rabbia non potrà che crescere.

Totòspaghetti

Dove si è sbagliato

Quanto è accaduto è un passo indietro che non deve sconvolgere ma riportare alla realtà un Movimento sano ma ancora giovane e politicamente immaturo. Tante sono le questioni da ridiscutere o da approfondire, le cose da cambiare senza però buttare tutto all’aria o alimentare rancori interni di cui i Pd/uisti sono pronti ad approfittare (è già ripartita la caccia al dissidente nei gruppi parlamentari col solito aiuto di servizi mirati sui media). Azzardiamo qualche punto, non in ordine di importanza.

 

Errori di comunicazione. Sicuramente ci sono stati eccessi e ingenuità di Grillo (Sono oltre Hitler…) che l’hanno reso ostico a qualche strato di elettori e preda dei media in agguato; d’altra parte Di Battista e Di Maio sono stati molto bravi in tv, meno assatanati, molto preparati. Hanno un futuro davanti.

Si è forse trascurato il messaggio più chiaro su cui puntare: l’onestà. Era la carta vincente, inattaccabile. Purtroppo è rimasta affogata nel pastone di rivendicazioni che obbligatoriamente rimanevano in superficie, non approfondite mentre le incertezze o le vacuità sull’Europa e sull’euro venivano sottolineate dalla controparte. Expo e Tav potevano essere argomenti da indicare più ampiamente di quanto sia stato fatto come esempio di malaffare, con cui spiegare come funziona il sistema. La comprensione del modello Tav è stata fondamentale per i valsusini per capire come va il mondo; perchè non poteva essere utilizzato di più come elemento esplicativo?

E perchè sul palco di Torino non si è attaccato il Pd e Chiamparino sui loro punti deboli: Tav, inceneritore, rapporti con la ‘ndrangheta, Greganti & co.,. e ci si è limitati invece a stare molto sulle generali? Paura delle querele?

E a proposito di Piemonte, un voto insufficiente merita l’immagine di Davide Bono: già lui non è un mostro di simpatia (lo sa benissimo…) ma quella foto sulle brochure elettorali (l’espressione, gli occhiali bordati di nero), diciamolo, invitava alle più basse scaramanzie.

 

Il Web. Il Paese reale non coincide con la rete, sarà bene metterselo in testa. Strumento di comunicazione e potenzialmente di democrazia partecipata, la rete non è utilizzata oggi dalla massa degli elettori per tenersi informati nè tanto meno per prendere decisioni. Se in prospettiva l’utilizzo della rete nella politica, nei servizi e nel sociale dovrà necessariamente ampliarsi bisognerà pensare a strumenti complementari per “stare tra la gente”, parlarsi e radicarsi nelle comunità.

 

Il personale politico. Fatta salva la maggior parte dei parlamentari che hanno dimostrato di avere acquisito in meno di un anno delle straordinarie capacità, bisognerà introdurre ulteriori criteri di selezione per garantire la qualità degli eletti. Un criterio di preselezione potrebbe riguardare la garanzia di una preparazione derivata da un impegno sociale in qualche misura prolungato se si vorranno evitare candidati scelti con poche decine di voti che alla prima occasione disertano. Dove per esempio il M5S è stato in prima fila per anni, contro il Tav o contro il Muos, ha espresso ottimi e irreducibili parlamentari e ha avuto successo elettorale.

Infine, il dibattito politico nei meetup è carente e “diretto” dai portavoce locali che non sono sempre all’altezza perchè anch’essi neofiti della politica. Non deve più capitare che si affrontino competizioni elettorali contro esperti “squali” di partito semplicemente con le buone qualità umane e morali. E’ un problema di preparazione politica.

 

La Val Susa

E’ l’unica consolazione di questa campagna elettorale. Le liste civiche di tendenza No Tav e per lo più sostenute dai 5 Stelle hanno conquistato tre nuovi comuni: la cruciale Susa, Caprie e Almese rendendo fattibile al più presto il progetto di Associazione dei Comuni contrari all’Opera e più ostico il cammino della lobby del malaffare che invece la persegue e prepara l’apertura dei cantieri a S. Giuliano di Susa.

A Condove, si è consumato l’inganno peggiore per gli elettori con l’affermazione di una finta lista No Tav, votata contemporaneamente dal centrodestra e da Rifondazione Comunista, nel solco delle direttive Pd per intorbidare le acque e impedire il successo delle liste di Movimento. La sensazione è che Prc con le sue mosse opportuniste si sia definitivamente giocata il futuro in Valle ma i fatti parleranno.

Se prima il portavoce 5S in Regione era uno, ora saranno in otto a garantire una buona resistenza istituzionale a fianco dei valsusini. Quindi, almeno sul piano locale le elezioni hanno prodotto un utile avanzamento. Di questo anche i più ottusi astensionisti ideologici dovrebbero tenere conto

La Val di Susa dunque si mostra compatta e solida nella sua scelta 5Stelle/No Tav, unica ma non magra soddisfazione. E’ stata inespugnabile per le Bresso, i Chiamparino sindaco, i Cota e sembra proprio che continuerà ad essere un osso duro per chiunque. (F.S. 29.5.2014)

 

Altri articoli interessanti: 

I luoghi della lotta non appartengono al Pd, di Massimo Lauria – 

http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=104177&typeb=0&NoTav-e-NoMuos-i-luoghi-della-lotta-non-appartengono-al-Pd

Different trains – di Sandro Moiso

http://www.carmillaonline.com/2014/05/28/lezioni-controrivoluzione/

Dietrofront sulla Tav Torino-Lione. Non servirà per le merci, ce lo chiede l’Europa

http://contropiano.org/documenti/item/24292-dietrofront-sulla-tav-torino-lione-non-servira-per-le-merci-ce-lo-chiede-l-europa

Dietrofront sulla Tav Torino-Lione. Non servirà per le merci, ce lo chiede l’Europa

Completo, segreto, silenzioso dietrofront. Oltre ad avere quasi dimezzato i finanziamenti alla Tav Torino-Lione, l’Unione Europea ha messo nero su bianco di non farci passare le merci e di utilizzare invece per queste lo storico traforo del Frejus. Ma proprio il trasporto delle merci doveva essere la pietra angolare della Tav. E’ stupefacente venire a conoscenza di informazioni ufficiali così importanti e che riguardano così da vicino la spesa pubblica italiana con oltre un anno diritardo e solo perchè le ha rese disponibili on line qualche giorno fa la testata francese Reporterre. Eppure…

Antefatto. Il traforo ferroviario del Frejus fra Italia e Francia (per i francesi: traforo del Mont Cenis) risalirà pure ai tempi di Cavour, ma è stato ammodernato due anni fa ed è in grado di trasportare anche gli autocarri caricandoli a bordo dei vagoni ferroviari; è usato ben al di sotto delle sue potenzialità; il traffico merci fra Italia e Francia attraverso il Frejus è in netto calo dal 1997 circa, mentre sembrava in aumento all’inizio degli Anni 90, quando l’Unione Europea ha cominciato a parlare della necessità di costruire un nuovo corridoio ferroviario.

In questo scenario vanno collocate le rivelazioni di Reporterre, che ha messo on line undocumento ufficiale firmato da Laurens Jan Brinkhorst, il coordinatore per conto della Commissione Europea del “progetto prioritario 6″, ovvero del costruendo corridoio ferroviario da Lione alla frontiera ucraina. Il corridoio doveva andare dall’Atlantico a Kiev, ma in Ucraina (con rispetto parlando) non sanno neanche cos’è un treno ad alta velocità; il Portogallo ha già detto da tempo di no ed ora silenziosamente anche la Spagna si è defilata. Il documento firmato da Brinkhorst è il rapporto annuale d’attività 2012-13 ed è datato ottobre 2013.

Vi risparmio l’educata esposizione di Brinkhorst sul pieno marasma ad Est di Trieste. Per quanto riguarda specificamente la Torino-Lione, il suo rapporto – redatto in francese – dice che nelgennaio 2013 si è svolta l’ultima riunione della “plateforme du corridor Lyon-Turin”. O per lo meno: si è svolta l’ultima riunione prima della redazione del rapporto annuale. La “plateforme” riunisce i soggetti italiani, francesi e dell’Ue coinvolti nella Tav; il summit

était centrée sur la ligne historique et le rôle qu’elle pouvait jouer comme axe ferroviaire principal entre la France et l’Italie. Les participants sont convenus de la nécessité de réactiver la ligne existante pour qu’elle devienne l’axe ferroviaire principal pour le transport des marchandises entre la France et l’Italie. Le point de vue partagé est l’impossibilité politique de proposer la construction d’une nouvelle ligne sans avoir entrepris tous les efforts possibles pour rétablir la ligne existante comme artère principale de transport après les travaux d’élargissement du tunnel ferroviaire Fréjus/Mont Cenis

Ovvero: la riunione si è occupata della linea ferroviaria storica (quella dei tempi di Cavour e da poco ammodernata) e del ruolo che essa potrebbe avere come asse principale fra Italia e Francia. I partecipanti hanno convenuto sulla necessità di riattivare la linea già esistente affinchè diventi l’asse principale del trasporto merci fra Italia e Francia. Il punto di vista condiviso è l’impossibilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza intraprendere tutti gli sforzi possibili per ripristinare la linea esistente come la principale arteria di trasporto dopo i lavori di ampliamento del Fréjus-Mont Cenis.

Di questo importantissimo dietrofront emerso durante la riunione della “plateforme” finora non è saputo assolutamente nulla. Comunque la Francia ha già ufficialmente rimandato a dopo il 2030 (leggi: alle calende greche) il raccordo fra la rete ferroviaria nazionale e il tratto internazionale della Tav Torino-Lione: un tunnel sotto le Alpi di circa 60 chilometri il cui costo è stimato in 8,78 miliardi di euro, per il 58% a carico dell’Italia – così ha stabilito l’accordo con la Francia – anche se la galleria ricade solo per il 20% in territorio italiano.

L’Italia insiste che il tunnel è prioritario. Ma visto che ora l’Europa dice di non farci passare le merci, per quanti viaggiatori è prioritario andare da Torino a Lione risparmiando un’ora – soloun’ora – di tempo? E voi spendereste tutto quel denaro pubblico per accontentarli?

da http://blogeko.iljournal.it/