Fate una bella cosa, tifosi di Renzi & Ue

A futura memoria: chiunque abbia votato per i partiti “europeisti” – e in particolare, qui in Italia, per il Pd di Matteo Renzi – non è semplicemente un illuso, ma un diretto corresponsabile di tutto quello che accadrà d’ora in avanti in campo economico e politico.

Ancora più che in passato, quando certe strategie potevano sfuggire a chi non le osservasse con la dovuta attenzione, non si può concedere nessuna scusante. La verità è semplicissima e brutale: chi si ostina a sostenere l’establishment è un suo connivente. Ovvero, per usare un termine ancora più esplicito, un suo complice. E ad attenuarne la colpa non basta di sicuro il fatto che questa complicità sia destinata a risolversi in un boomerang, per cui le durissime conseguenze delle trasformazioni sociali cui andiamo incontro ricadranno anche sulla generalità dei cittadini che oggi le assecondano, o addirittura le esaltano.

Chi si mette nelle mani di un potere spietato e cinico, che quantomeno in Occidente coincide con la finanza speculativa di cui Bce e Federal Reserve sono i perni istituzionali (e fintamente pubblici), perde ogni diritto a lamentarsi. Avendo scelto di lasciarsi asservire a interessi palesemente oligarchici, nella speranza di riceverne in cambio qualche vantaggio, è tenuto a sapere che la sua non è una forma di fiducia, per quanto ottusa, ma un investimento azzardato, che rovinerà la stragrande maggioranza di coloro che ci cascano. Come si dice nel linguaggio di Borsa, si tratta del “parco buoi”: soggetti pronti ad andare al macello, e tanto di guadagnato se non se ne accorgono e se non traggono alcun insegnamento dalla sorte, fatale, di chi li ha preceduti.

Sono stati truffati? Certo che no. Hanno solo sbagliato i loro calcoli, con l’aggravante di aver distolto lo sguardo da ciò che avevano lì sotto il naso e che poteva facilmente servire a disingannarli, se soltanto avessero avuto (se soltanto avessero voluto avere) quel minimo di lucidità e autonomia che è necessario per scuotersi dal torpore collettivo. Invece no. Invece di giudicare in maniera spassionata i nuovi e vecchi imbonitori, cogliendone la sostanziale omogeneità rispetto ai temi davvero cruciali, connessi all’offensiva neoliberista che mira ad affermare ovunque i modelli sociali statunitensi, si sono adagiati una volta di più sul consueto bisogno di rassicurazione.

Ansiosi di tornare agli standard di prima della crisi, o se non altro a una loro discreta imitazione, hanno abboccato alle promesse di rilancio a tutto campo, inchinandosi di buon grado al totem del Pil. Come se fosse ancora lecito ignorare che esso, il Pil, è un dato da prendere con le molle, visto che da un lato è basato su parametri a dir poco opinabili e dall’altro, soprattutto, prescinde da qualunque garanzia di un’equa distribuzione della ricchezza complessiva.

Un miscuglio di opportunismo babbeo e di frivola vigliaccheria che ha inibito ogni attività intellettiva, e politica, e democratica, degna di tal nome e che ci ha portati a quel che sappiamo. La schiacciante vittoria del Pd, cui vanno affiancati i consensi raccolti dagli alleati espliciti del Ncd-Udc e dai finti oppositori degli altri spezzoni dell’ex PdL, e dunque l’avallo a un avvenire che nelle linee guida prosegua nel segno del recente passato. Un’Europa ancora dominata dalla Troika, con l’unica, eventuale differenza di un blando allentamento del “credit crunch” tramite misure straordinarie imperniate su una variante europea e su scala ridotta dell’enorme quantitative easing adottato dalla statunitense Federal Reserve, e un governo nazionale che acceleri il passo sulla via delle privatizzazioni e del ridimensionamento del welfare.

A futura memoria, quindi, chiunque abbia votato per il Pd di Renzi, o per uno qualsiasi degli altri partiti che vogliono mantenerci succubi dell’euro e dell’attuale (stramaledetta) Unione europea, dovrebbe mettere per iscritto questa sua scelta e custodire il relativo foglietto con ogni cura. In modo da poterlo recuperare non appena si saranno dispiegati appieno gli effetti delle riforme ormai incombenti, e domandarsi se ciò che avrà raccolto coincide oppure no con ciò che si augurava.

Dopo di che, sempre che gli sia rimasta una briciola di consapevolezza, potrà fare nei confronti di sé stesso quello che ha omesso di fare domenica scorsa nei riguardi di Renzi & C.: mandarsi affanculo.

Federico Zamboni    
http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2014/5/28/fate-una-bella-cosa-tifosi-di-renzi-ue.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews  

Fate una bella cosa, tifosi di Renzi & Ueultima modifica: 2014-05-29T08:33:08+02:00da davi-luciano
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