Il finto manifesto di Chiamparino realizzato dai #NoTav che ha invaso Torino – il testo completo

http://www.quotidianopiemontese.it/2014/05/20/finto-manifesto-chiamparino-realizzato-dai-notav-invaso-torino-testo-completo/#.U3yCyvl_vlM

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Questa mattina sono apparsi per le strade di Torino decine di manifesti elettorali a firma del candidato alla presidenza della Regione Sergio Chiamparino. Una lunga lettera che l’ex sindaco avrebbe scritto ai cittadini parlando di Tav e promettendo impegni per la realizzazione e pugno duro contro chi la ostacola. I manifesti riportano anche il simbolo del Pd e molti cittadini si sono fermati a leggerli prendendoli per buoni. Leggendo però il testo con attenzione ci si accorge che è un falso, realizzato dagli attivisti NoTav. Qui di seguito riportiamo il testo completo della finta lettera. I manifesti sono stati affissi anche sugli spazi destinati alla campagna elettorale, quindi è probabile che verranno presto rimossi. Dopo il testo trovate una breve fotogallery che mostra il manifesto nel dettaglio.

Cari Piemontesi, dopo un’esperienza molto gratificante e remunerativa al timone della Compagnia di Sanpaolo, ritengo sia mio dovere ritornare sulla scena politica della nostra amata regione: siete la mia famiglia e avete bisogno di me. E proprio come un padre con i suoi filgli, voglio intanto condividere con voi una mia grande preoccupazione.
Ciò che mi affligge è l’avversione sempre più manifesta e diffusa contro il Partito che io rappresento, il Partito Democratico. Non si contano i gesti di ostilità che ci hanno colpito:  ultimi in ordine di tempo i tafferugli durante il corteo del Primo maggio e prima i numerosissimi danneggiamenti delle nostre sedi, non solo a Torino ma in tutta Italia. Perhè tanto odio?
E’ presto detto: siamo accusati di essere i mandanti morali dell’arresto di quattro pericolosi terroristi NoTav e delle tante iniziative giudiziarie che la procura torinese sta conducendo con coraggio e abnegazione contro quei violenti che si nascondo tra gli oppositori dell’alta velocità. Cari piemontesi: il Pd si è schierato senza induggi a favore dell’alta velocità perchè questa è un’opera di straordinaria importanza che garantirà alla nostra città e alla nostra regione un posto in prima fila sul palcoscenico europeo. Ma non è solo per questo che invochiamo il pugno di ferro contro chi vi si oppone: quella che si sta svolgedno in Val di Susa, come sosteneva con acume da statista d’altri tempi il mio collega Pierluigi Bersani, “non è più una battaglia per un treno, ormai è in gioco la democrazia”.
In quella piccola e insignificante valle, infatti, una piccola e insignificante popolazione si vuole arrogare il diritto di decidere cosa sia meglio per se, senza tenere in alcun conto ciò che è stato già deciso da politici, banchieri ed imprenditori. E cos’è la democraziooa se non il nostro governo, il governo dei padroni? E dovremmo perdere il nostro tempo per colpa di quattro bifolchi?
Secondo questi presuntuosi montanari esiste una differenza tra ciò che è giusto e ciò che è legale. E ritenendosi nel giusto hanno provato ad ostacolare in ogni modo la realizzazione dell’alta velocità, arrivando persino a danneggiare ed incendiare mezzi delle ditte coinvolte nell’affare. E, peggio ancora, a vantarsene pubblicamente. Che qualcuno non sia d’accordo con le decisioni prese da politici ed imprenditori passi: le opinioni differenti sono il sale della democrazia. Ma che queste si trasformino in opposizione concreta a quanto deciso sotto il giusto impero della legge, questo no!
Dove andremmo a finire se questo esempio pernicioso si diffondesse fuori da quella valle di testardi? Chi si piegherebbe più agli interessi dei proprietari nelle poche fabbriche ancora aperte, nelle ditte di trasporto, o nei call center? Chi, nelle nostre città, accetterebbe mai di venire sfrattato dalla propria casa? Chi, addirittura, si rassegnerebbe a pagare l’affitto ai palazzinari che han costruito i nostri bei quartieri, o il mutuo alle banche? O a pagare la luce, il riscaldamento o il cibo stesso, ora che gli industriali hanno trovato paesi migliori per i loro investimenti, e qui di soldi ne gireranno sempre meno?
Al solo pensiero mi si accappona la pelle, sono certo che possiate capirmi.
Questo allora è il mio impegno prioritario, la mia promessa: se diventerò vostro governatore non permetterò che simili incubi diventino realtà. Non permetterò agli uomini e alle donne che vivono in questa regione di farsi confondere dall’esempio che arriva dalla Val di Susa, non permetterò a nessuno di decidere sulla propria vita. Per decidere sulle vostre vite basto io: ve lo garantisco.
Sergio Chiamparino

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Usciremo dall’euro e da questa Ue, il problema è come

Si è scatenata «una campagna terroristica sugli effetti di un’uscita dell’Italia dall’euro», che parla di inflazione alle stelle, mutui insostenibili che costringerebbero a vender casa, termosifoni spenti, cure mediche proibitive, aziende fallite. «Mi spiace notare che anche “Il Fatto” si sia associato a questa campagna», annota Aldo Giannuli nel suo blog, prendendo le distanze da chi pretende che ci si debba semplicemente rassegnare all’euro, visto che ormai c’è.

«Ma chi via ha garantito che l’euro sia destinato a restare in piedi?». La moneta unica, ricorda Giannuli, nacque alla fine della guerra fredda, dalla Francia di Mitterrand, come contrappeso alla riunificazione tedesca. Due versioni: quella “buonista” dice che gli eurocrati speravano che la moneta unica «avrebbe aiutato i paesi meno forti favorendo una dinamica virtuosa convergente delle diverse economie nazionali che, a sua volta, avrebbe spinto verso una celere unificazione politica». L’altra versione, la peggiore, spiega forse meglio l’attuale catastrofe: l’euro nacque essenzialmente come piano criminale dell’élite contro la democrazia sociale europea, quella del welfare.Lo sostiene tra i tanti il professor Alain Parguez, insider all’Eliseo all’epoca in cui il “monarca” Mitterrand si circondava di personaggi come Jacques Delors, futuro primo presidente della Commissione Europea, e di super-consiglieri come Jacques Attali, ben consci che l’euro non fosse certo nato «per la felicità della plebaglia europea».

Una moneta senza Stato, per Stati senza più moneta, non funzionerà mai, disse Giorgio La Malfa a Tommaso Padoa Schioppa, il quale rispose: «E credi che non lo sappiamo?»Nino Galloni, per anni alto dirigente del Tesoro, sintetizza: il futuro centrosinistra italiano – ben conscio che l’euro avrebbe rovinato l’Italia – decise ugualmente di lavorare per la cessione della sovranità nazionale senza vere contropartite, pur di liberarsi per sempre della classe dirigente della Prima Repubblica, quella dei tangentocrati indagati da Mani Pulite.

Che l’euro non potesse “funzionare” non è mai stato un mistero per nessun potente: e l’apparente fallimento messo in luce dall’attuale spaventosa recessione, in realtà, corrisponde a un successo fino a ieri impensabile per l’oligarchia economico-finanziaria, che ha visto schizzare in cielo il proprio potere e la propria ricchezza a spese della maggioranza della popolazione, su cui si è scaricato interamente il costo della cosiddetta crisi.

Dal canto suo, Giannuli si limita a constatare che l’unificazione politica europea «è una leggenda persa nelle brume di un futuro vaghissimo», visto che «da sette anni infuria una crisi senza precedenti dal 1929» e che «le economie nazionali europee divergono più che mai e diversi paesi sono sull’orlo del default». In queste condizioni politiche e finanziarie, conclude Giannuli, «il rischio di un crollo dell’euro è più che una semplice possibilità teorica». Se dovessero cedere una serie di paesi come Grecia, Portogallo e Irlanda, «la sopravvivenza della moneta unica diverrebbe assai problematica». Se poi il default dovesse riguardare Italia o Spagna, «non si vede come la costruzione possa restare in piedi». Ma attenzione: «Anche sviluppi imprevisti della crisi Ucraina potrebbero innescare dinamiche divaricanti nella Ue tali da mettere a rischio la moneta». Senza calcolare che, a un certo punto, «i costi di mantenimento dell’unione monetaria potrebbero rivelarsi tali da rendere inevitabile l’uscita di alcuni partner, con l’effetto di un “rompete le righe” generalizzato».Questa, per Giannuli, è esattamente la prospettiva più probabile: «E non è detto che a iniziare debbano essere i paesi deboli come Grecia o Portogallo, potrebbe iniziare uno scollamento anche di uno dei paesi forti e persino la Germania non è esente da queste tentazioni». E se la cosa non sarà stata preparata e dovesse avvenire con un improvviso crack – poco importa se finanziario o politico – allora finiremmo dentro una tempesta devastante. «E qui si capisce cosa non funziona nel ragionamento degli “euristi ad oltranza”: non prevedere il rischio di un crollo improvviso della moneta e non capire che dalla moneta unica si può uscire in modo scarsamente traumatico, a condizione che questo avvenga nei modi e nei tempi opportuni». Paradossalmente, continua Giannuli, «i fautori di “euro o muerte” ragionano allo stesso modo della Lega e dei populisti che tanto disprezzano».

Due facce della stessa medaglia: «I populisti più estremi prospettano un’uscita dalla moneta unica, con ritorno alla moneta nazionale, con una decisione semplice ed immediata: hic et nuc! E gli “euromani” ragionano solo su questo scenario. Ma dall’euro non si può uscire come da una festa fra amici: “Scusate, dobbiamo andare: abbiamo lasciato i bambini soli a casa”».Secondo Giannuli, non è che – una volta liberi «dall’orrenda moneta» – tutto ricomincia a girare per il verso giusto, con l’economia che rifiorisce d’incanto: l’euro è una micidiale camicia di forza, certo, ed è il principale “mandante” della devastante politica di austerità, però – intorno a noi – c’è anche una gigantesca crisi planetaria del modello produttivo globalizzato, che richiede «un ripensamento complessivo dell’ordinamento neoliberista dell’economia mondiale».

Meglio allora le soluzioni intermedie: lasciare l’euro come unità di conto (com’era l’Ecu) cui agganciare le monete nazionali, con bande di oscillazione prestabilite, «in modo da dare il tempo di far riprendere la bilancia dei pagamenti dei paesi del sud Europa». Oppure, adottare per un certo periodo «un regime di doppia circolazione, con retribuzioni date in parte con una moneta e in parte con l’altra». Complesso, certo. «Ma neppure il passaggio all’euro è avvenuto in due minuti:

da Maastricht all’entrata in funzione della moneta unica sono passati ben 10 anni».Il problema sembra economico, ma è eminentemente politico – lo stesso euro, del resto, è uno strumento politico che verticalizza il potere e fa sparire la democrazia, con le sue imposizioni tassative. «Non è detto che la Ue debba restare questo mostro onnivoro che è oggi», si augura Giannuli. «Di fatto, questa fusione delle tre Europe (del nord, del sud e dell’est) non ha molto funzionato né politicamente (e si pensi al fianco est), né economicamente (e si pensi al fianco Sud). Forse l’ipotesi di una unificazione politica potrebbe essere più facilmente realizzata fra paesi più omogenei, con tre federazioni a sua volta alleate fra loro. Tre federazioni europee (del nord, del sud, dell’est) sembrano una soluzione più praticabile di un’improbabilissima unione politica di tutto il continente. E la questione della moneta potrebbe trovare uno scioglimento in questo ordinamento a tre». Conclude Giannuli: «La Storia non è finita, come pensava quell’imbecille di Francis Fukuyama, e l’esistente è solo il presente. Non l’eternità».

Libree Idee

Vi Prego, Accontentate Fassino

Parrebbe che quella roba chiamata Stato Italiano non sia in grado neppure di decidere una tassa.

Ragione per cui la Tasi slitterebbe a Settembre, vito che i comuni non sono riusciti a decidere per tempo le aliquote (non è chiaro di chi sia la colpa, ma ha importanza?)

Il Presidente dell’Anci (associazione Comuni Italiani) Pietro Fassino Avverte:

Se il governo vuole intervenire e prorogare i termini per il pagamento della prima rata della Tasi, lo può legittimamente fare”, apre Piero Fassino (presidente dell’Anci) ma “alla proroga il governo dovrà accompagnare l’ anticipazione delle risorse ai Comuni che altrimenti finirebbero in ginocchio, con un buco di liquidità che impedirebbe loro il pagamento degli stipendi e il finanziamento dei servizi”. Quanto? “L’intera Tasi vale oltre 4 miliardi. Non meno della metà, dunque”.
Vi prego facciamo la prova.

http://www.rischiocalcolato.it/2014/05/vi-prego-accontentate-fassino.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

già perché le tasche dei torinesi son sempre piene per cui ravanare pure altrimenti fallisce il comune.

Ha da dare 12mila euro al mese al city manager…chissà quanto di interessi sui derivati…mica ne ha di sprechi la giunta più politically correct che c’è

Tagliare reti, ora c’è app No Tav

http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2014/05/18/tagliare-reti-ora-ce-app-no-tav_13d98bb1-9631-4f0d-afeb-edba5c627124.html

Su Google Play compare da oggi il giochino ‘Flappy Giacu’

Redazione ANSATORINO18 maggio 201417:19NEWS

(ANSA) – TORINO, 18 MAG – L’attacco al cantiere del Tav a Chiomonte, in Valle di Susa, diventa un gioco da fare sul telefonino: questo almeno, è quanto promette ‘Flappy Giacu’, una applicazione che da oggi compare su Google Play e che, a quanto si afferma, dovrebbe essere scaricabile liberamente. Il protagonista, chiamato ‘Giacu’ come il folletto-simbolo degli attivisti, si sposta sullo schermo e con un paio di grosse cesoie recide del filo spinato.
   

Manette in vista

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Il plastico di Grillo da Bruno Vespa
Tutti in carcere: Politici, faccendieri e giornalisti asserviti al potere

Nel carcere del plastico, Matteo Renzi è già dietro le sbarre che guarda fuori dalla finestra. E’ ovvio che se vincesse il M5S, uno ad uno gli impostori della politica salteranno, verranno a galla coloro che hanno rubato, chi si è messo a far politica per tornaconto personale e chi ha commesso danni all’erario e allo stato!
Qualcuno sta pensando ad uno scherzo, ad una battuta, ma vi posso garantire che in Italia molti sono i nostri connazionali che presi dalla disperazione si suicidando, chi perde casa, chi non arriva alla fine del mese e chi tra i giovani si ritrova in miseria e senza un lavoro, impossibilitato a farsi una famiglia e ad avere un futuro normali, il pronostico di Beppe Grillo realmente molto realistico, anche contando il fatto che molti di costoro, gente onesta, a breve saranno loro stessi a svolgere incarichi dentro le istituzioni come cittadini eletti: Non pochi sono coloro che hanno rubato, che hanno permesso che l’Italia fosse spolpata delle sue ricchezze, e vi posso garantire che le previsioni del plastico di Beppe Grillo, sono una promessa da parte di tutta quella Italia onesta che ha detto basta! Grillo, su questo genere di previsioni non si è mai sbagliato, mai, anche quando le ipotesi potevano sembrare paradossali ed assurde! Anche questa volta ci ha azzeccato perché oramai grazie alla informazione libera della Rete la gente ha aperto gli occhi, adesso si sa chi sono i buoni e chi i cattivi e il desiderio di cacciare in gattabuia chi ha avuto le mani in pasta nella mala-politica è grande! Tutti in carcere, e non è assolutamente uno scherzo! Chi merita la galera è li che deve andare! Ora stiamo assistendo al cambio di guardia e non appena i cittadini eletti entreranno nelle istituzioni, i farabutti solcheranno la soglia del carcere!

Chi ha dubbi su questo? Non stiamo affatto scherzando! Staneremo tutti uno ad uno come ratti di fogna, e a riprova della concretezza delle intenzioni ci stanno i fatti, già adesso l’avvento del M5S sta dando i suoi frutti, si è sbloccata la situazione di stallo:
Nuova Tangentopoli, Expo, 7 arresti. Pisapia guarda avanti…
CAOS PD/ Arresto Genovese e Greganti…
Dell’Utri verso un carcere d’alta sicurezza possibile prima tappa Opera o Rebibbia…
Migliaia di fascicoli su politici e favori L’archivio di Scajola sotto sequestro…
Cosentino dal carcere lancia grida di dolore: “Sto impazzendo”…

Impostori della politica è giunta ora che incominciate a tremare!

SCANDALOSO, con Matteo Renzi terrore e minacce a consiglieri PD: “se non voti a favore sospensione dal partito”

http://www.laretenonperdona.it/2013/12/29/scandaloso-con-matteo-renzi-terrore-e-minacce-a-consiglieri-pd-se-non-voti-a-favore-sospensione-dal-partito/

Aggiunto da Redazione il 29 dicembre 2013.
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Non lo afferma un membro dell’opposizione, ma lo stesso Andrea Pugliese membro del PD:” se ci fosse stata votazione contraria all’approvazione del bilancio, ci sarebbe stata la richiesta di sopsensione dal gruppo democratico del PD”. Lo stesso afferma Cecilia Piazza del PD:” lui va in giro a dire che ci vuole fuori.. Lui è un fintissimo democratico..La gente in giro ha paura a schierarsi per le primarie..”.

E’ invece un Matteo Renzi calato totalmente nelle vesti di Berlusconi, quello che elude le domande del giornalista e lo ammonisce ricordandogli: “lei è un giornalista della rai, pagato coi soldi pubblici!”.

Poi ci sono le spese pagate con la carta di credito della provincia tra le quali bottiglie di vino da 70€ e aragoste in america; tutto ovviamente a carico nostro.

Matteo Renzi “Rottamare” e “cambiamento” sono le sue parole d’ordine. Ma come ha governato la provincia di Firenze quando era presidente? Su questo sta indagando la Corte dei Conti per danno erariale che ad oggi lo ha già condannato in primo grado.

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Elezioni in Valle. Il caso Condove. Se fossimo marziani

Lettera di Barbara De Bernardi a Luna Nuova e TG Vallesusa

Caro direttore, per quanto ultimamente ci sia poco da sorridere, ti chiedo di concedermi un po’ di spazio per una fiaba elettorale.

Immagina un po’ se un alieno, abitante in qualche lontana galassia, scendesse in questi giorni sulla terra per venire a conoscere “la politica” e per puro caso atterrasse con la sua astronave proprio sul Musiné, vicino alla nostra gigantesca scritta “TAV=MAFIE”.

E pensa un po’ quale bizzarra opinione si farebbe dell’argomento!

Osservando certa “politica” con il tipico disincanto di chi arriva da un altro mondo, scoprirebbe infatti che a volte qualcuno cambia partito con la stessa leggera disinvoltura con cui si cambia la cravatta o il taglio dei capelli.

Scoprirebbe che un tale Greganti, supporter PD della campagna elettorale di un tale Chiamparino, accusato di turbativa d’asta e corruzione, viene “sospeso” dal partito anziché essere cacciato a calci dal medesimo.

Scoprirebbe anche che il suddetto Chiamparino, candidato PD per il governo della Regione Piemonte, alle elezioni comunali di Susa suggerisce di votare Amprino, candidata del centrodestra (Si TAV), anziché Plano, (PD, ma dissidente e No TAV) e che lo stesso centrodestra in altri Comuni (per esempio a Bussoleno) rinuncia a candidarsi, sostenendo così indirettamente il cosiddetto centrosinistra, più o meno palesemente Si TAV.

Scoprirebbe poi che un tale Ferrentino, in odore di santità nel 2005 per la sua leadership No TAV, successivamente sostenitore del FARE e di un tale Senatore Esposito, oggi si candida in Regione nel listino bloccato PD-Si TAV e contemporaneamente nel Comune di Sant’Antonino in una lista civica (!) No TAV (?!)

Scoprirebbe infine che un tale Suppo, membro dell’Assemblea nazionale e segretario locale del PD, a sua volta sostenitore del FARE, che nel 2012 si era opposto alla candidatura del già citato Plano alle primarie del PD, correndo a sua volta per sottrargli le firme necessarie, si candida adesso nel Comune di Condove. Anche lui in una lista civica No TAV (?), in opposizione a un’alta lista civica, anch’essa -e storicamente- No TAV.

Immagino che a questo punto il nostro povero alieno, piuttosto confuso, preferirebbe accendere il motore dell’astronave e tornarsene indietro a casa sua.

Ma noi, che non siamo marziani e che a casa nostra ci siamo già, anche in vista dell’appuntamento elettorale di domenica prossima, dovremmo essere in grado di comprendere meglio dell’alieno quanto davvero ci sta accadendo attorno. E’ infatti sufficiente un po’ di buon senso per capire che non basta sventolare una bandiera trenocrociata per dirsi No TAV. Ed è sufficiente avere un po’ di buona memoria per trarre insegnamento dal recente passato e per saper apprezzare nei candidati la coerenza politica e l’onestà intellettuale. E semmai fossimo ancora colti da dubbi, ci basterebbe evangelicamente guardare ai frutti per riconoscere l’albero. Frutti che, quando si tratta di TAV, sono prese di distanza da certi personaggi politici. Sono delibere, esposti, voti di consiglio, denunce, carte bollate. Sono barricate di carta. E anche barricate vere. Quelle sulle quali, tra un lacrimogeno e l’altro, d’abitudine non c’è né modo, né voglia di scattarsi un selfie da postare su FB.

E questo lo capirebbe anche un marziano.

I cimiteri delle auto invendute

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=7892

I cimiteri delle auto invendute

Milioni di vetture nuove invendute restano su piste e parcheggi di tutto il mondo a deteriorarsi

Il blog Zero Hedge ha, negli anni, documentato l’impennata di espedienti utilizzati dalle case automobilistiche statunitensi volti a mascherare la mancanza di domanda e vendita finale ai clienti di auto nuove. Milioni di vetture nuove invendute restano così su piste e parcheggi di tutto il mondo. Lì soggiornano, deteriorandosi lentamente senza manutenzione. E questo, si legge nel blog, costringe le case automobilistiche ad acquistare sempre più terreni solo per parcheggiare le proprie auto quando escono definitivamente dalla linea di produzione. La prova evidente che la recessione non è finita! Tuttavia, l’industria automobilistica non può smettere di produrre auto nuove, perché sarebbe costretta a chiudere fabbriche e licenziare decine di migliaia di dipendenti.
Per gentile concessione di Vincent Lewis, ZeroHedge pubblica le foto delle migliaia e migliaia di auto invendute parcheggiate a Sheerness, Regno Unito.
E dell’enorme parcheggio a Swindon, sempre nel Regno Unito.
O l’immagine della pista di prova Nissan di Sunderland, Regno Unito ormai in disuso perché ci sono troppe auto invendute parcheggiate!
E l’ennesimo parcheggio di auto invendute adiacente alla fabbrica Nissan.
Qui invece, un enorme parcheggio in Spagna
E nel porto di Valencia, sempre in Spagna
Ancora, qui di seguito è l’immagine di migliaia e migliaia di auto invendute parcheggiate su una pista vicino a St Petersburg in Russia. Auto importate dall’Europa, poi parcheggiate e lasciate lì a marcire. Di conseguenza, l’aeroporto è ormai inutilizzabile per il suo scopo originario.
O le nuovissime Peugeot invendute del porto di Civitavecchia.
Macchine,

Macchine,

E ancora macchine

Rigorosamente invendute e che le industrie automobilistiche non svenderebbero mai!

Tutto quello che devi sapere sull’Europa per un voto consapevole il 25 maggio.  Clicca qui

Simulazione, la MSU italiana insegna

Lo scenario è tipico per chi vive la piazza, ma non tutti sanno che è tutto già preparato in addestramento.

di Valsusa Report

16 maggio 2014. L’esercitazione simula una folla inferocita che dà l’assalto alla Kosovo Police. La motivazione: alcuni terreni sono stati espropriati e l’indennizzo riconosciuto dal governo non è ritenuto equo dagli ex proprietari, che scendono in piazza e protestano violentemente contro l’amministrazione pubblica.

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A Camp Vrelo, vicino all’aeroporto di Pristina, la simulazione è condotta da unità del battaglione di manovra della riserva tattica di Missione Kfor. La MSU (Multinational Specialized Unit) gestisce gli scontri, insieme ai Multinational battle groups East e West, a Eulex e alla Polizia kosovara.

L’unità specializzata multinazionale (MSU) è un’unità dell’Arma dei Carabinieri, con funzioni di polizia civile e polizia militare militare in ambito multinazionale, viene impiegata principalmente nelle missioni all’estero, in Italia è stata impiegata nelle Compagnie di contenimento e intervento risolutivo, (CCIR), durante la riunione del G8, a Genova, da giovedì 19 luglio a domenica 22 luglio 2001, per contrastare i tumulti durante il G8 di Genova.

È costituita da reparti operanti nella 2ª Brigata mobile Carabinieri a Livorno, è articolata su uno Stato maggiore, un centro addestramento, un servizio amministrativo e un reparto supporto.

Ha alle dipendenze:

  • 7º Reggimento Carabinieri “Trentino-Alto Adige”, reparto mobile con propensione all’impiego estero, con sede a Laives (BZ);
  • 13º Reggimento Carabinieri “Friuli-Venezia Giulia”, reparto mobile con propensione all’impiego estero, con sede a Gorizia;
  • 1º Reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania”, reparto paracadutisti con propensione all’impiego estero, con sede a Livorno;
  • Gruppo di intervento speciale (GIS), antiterrorismo e operazioni speciali, con sede a Livorno.

Dal 12 ottobre 2011 la brigata è comandata dal generale di brigata Sebastiano Comitini. Le unità operative della MSU, in stretto coordinamento con l’IPTF (International Police Task Force), assolvono alle funzioni fissate a Petersberg nel 1992:

  • rispondere a disordini e mantenimento dell’ordine pubblico;
  • supportare le forze di polizia locali;
  • monitorare la situazione sotto il profilo della pubblica sicurezza.

L’Italia nel marzo 1999 formò il Reparto, fu previsto il consueto periodo di addestramento presso il 7° Battaglione “Trentino-Alto Adige” che comprendeva Diritto internazionale umanitario, procedure della Nato, tecnica della circolazione stradale, caratteristiche specifiche della Polizia Militare internazionale. Una professionalità raggiunta dal reparto è nel settore dell’informatica e della sua applicazione alla lotta di contrasto contro la criminalità organizzata: i carabinieri della Msu-Kfor hanno realizzato uno dei migliori data base in termini di informazioni sulle attività criminali e su coloro che detengono il controllo della illegalità diffusa.

I risultati ottenuti dalle Unità Specializzate (Msu), vengono definite “Ben

rispondente alle esigenze attuali di mantenimento della stabilità e della sicurezza di un territorio, in un quadro di competenze specifiche e molto particolari, che trattano anche di problematiche in cui sono coinvolte le popolazioni civili”.

Così con l’esercitazione “Silver Saber”, per il controllo della folla e dei disordini (Crowd and Riot Control – CRC), il grado di preparazione e coordinamento tra le tre componenti ogni sei mesi viene verificato. L’unità creata anche per l’ordine pubblico, riesce con le sue qualifiche a intervenire nei territori impedendo sommosse popolari, e attivando addestramenti specifici praticamente su piani militari in tempo di pace.

Missione Valle di Susa continua.

V.R. 19.05.14

Flappy Giacu. Una app per Giacu dla Clarea

Giacu sullo smart. Nasce una app per gli appassionati del taglio delle reti

di Massimo Bonato

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Esce in questi giorni una applicazione per smartphone e IPhone che ha per protagonista il famoso Giacu dla Clarea, realizzato da Luca Perino.

Nato dalle mani dell’artista Piero Gilardi, Giacu dla Clarea è l’ormai famoso folletto silvano simbolo della libertà e della lotta No Tav valsusina. Dalle goliardiche incursioni notturne alle manifestazioni in cui sempre viene chiamato a gran voce, Giacu sarà ora presente anche su telefonini.

“Flappy Giacu è un gioco molto semplice che racconta, in modo ironico, l’eterna battaglia ambientalista contro la distruzione del pianeta. L’obiettivo del gioco è infatti quello di fermare la cementificazione dei luoghi ancora verdi e impedire la distruzione del patrimonio boschivo e forestale.

Flappy

Tale difesa viene messa in atto dal folletto Giacu che tagliando le reti di protezione ai cantieri nascenti, ostacola il proseguimento dei lavori e la distruzione dell’ecosistema.

Il gioco riprende la logica del famosissimo Flappy Bird e lo estende aggiungendo il taglio del filo spinato.

L’idea del taglio del filo spinato si lega ai fatti di cronaca degli ultimi anni durante i quali, in momenti diversi, e in luoghi lontani si sono verificate scene del tutto simili accomunando le lotte ecologiste di gran parte dell’Europa”.

La app è scaricabile dallo store di PlayGoogle.