Arrivano i Marines a Sigonella.

BY LOCCHIODIHORUS – 16 MAGGIO 2014
Arrivano i Marines a Sigonella. Si tratta un reparto speciale di pronto intervento che è appena giunto nella stazione aeronavale catanese. Il dipartimento della Difesa Usa, d’accordo con quello di Stato, ha inviato il plotone con lo scopo di proteggere il personale e le infrastrutture americane in Nord Africa.
 
Una parte del team di pronto intervento Special-Purpose Marine Air-Ground (della task force crisis response dei marines americani) è’ stato così spostato nella stazione aeronavale di Sigonella. Si tratterebbe di un eccesso di cautela per tutelare gli uomini e le donne che servono gli Stati Uniti nelle ambasciate americane nel mondo in caso di emergenza improvvisa.
 
Sono pronti ad assistere il commando nelle missioni di attacco in Libia, Siria e nell’Africa sub sahariana, lungo una fascia che taglia orizzontalmente il continente, dal Senegal all’Eritrera, passando per Mauritania, Niger, Mali e Sudan.
 
La nuova casa dei marine americani incaricati di “combattere il terrorismo” si trova in Italia, nella base militare di Sigonella, in teoria sotto comando italiano ma di fatto in mano alle forze Usa sin dal 1959.
 
Da punto di appoggio e partenza di azioni aeronavali per la potente sesta flotta americana, in passato impegnata a contrastare le forze sovietiche, si sta trasformando in una base logistica e di appoggio per le forze speciali che, di volta in volta, dovranno uccidere un presunto leader di al Qaeda, far saltare un bunker nemico, oppure liberare eventuali ostaggi (in gergo operazioni di “estrazione”) catturati da gruppi paramilitari in Africa.
 
La svolta strategica decisa da Washington per il nostro Paese si completerà con l’arrivo a Sigonella di 200 militari della Special purpose marine air-ground task force, unità specializzata nelle azioni di “basso profilo” da eseguire in territorio ostile.
 
Assieme alle forze speciali, Sigonella ospiterà anche i ricognitori robot (senza equipaggio e pilotati da terra) chiamati Global Hawk, ufficialmente disarmati, almeno nella versione dislocata in Sicilia: ma non si può escludere, come avvenuto per i droni Predator, che nei prossimi mesi arrivi anche un modello in grado di lanciare missili e bombe sugli obiettivi nemici.
 
 L’Italia diventa un presidio avanzato nella guerra totale contro il terrorismo
 
Il governo italiano, prima con Silvio Berlusconi, poi con Mario Monti e poi con Enrico Letta, ha tenuto nei suoi cassetti per quasi due anni il via libera dato agli Usa per modificare il ruolo bellico dell’Italia: da “portaerei” contro il Patto di Varsavia a presidio avanzato nella guerra globale contro il terrorismo.
 
Nel rapporto su Sigonella che il Cesi, Centro studi internazionali, ha realizzato e diffuso in collaborazione con l’Osservatorio di politica internazionale di Camera, Senato e Farnesina, si legge infatti che «l’autorizzazione allo schieramento di questa unità è stata ottenuta a livello politico nel 2011». Eppure, soltanto il 16 maggio, il ministro Emma Bonino ha annunciato alle Commissioni esteri del Parlamento l’arrivo dei marine e il nuovo ruolo della base. Eppure, già dal gennaio del 2012, gli organi di stampa americani spiegavano ai loro lettori che presto il volto delle forze Usa in Italia sarebbe cambiato.
 
Le aree di intervento di queste forze speciali, che secondo fonti militari Usa dovrebbe presto passare da 200 ad almeno 500 unità, riguardano in primo luogo i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. La guerra contro Muammar Gheddafi del 2011 non ha certo risolto i problemi della Libia, ma li ha anzi aggravati, gettando il Paese nordafricano in un sanguinoso caos di cui non si vede l’uscita.
 
L’ambasciatore americano è stato ucciso in un attentato a Bengasi, mentre migliaia e migliaia di lavoratori stranieri (soprattutto provenienti dall’Africa sub sahariana) rifugiati in Italia raccontano come i ribelli, appena preso il potere, abbiano chiuso e devastato le fabbriche in cui erano impiegati, costringendoli a fuggire senza nulla con sé per poter almeno avere salva la vita.
 
Così gli Usa considerano la Libia a forte rischio per i propri interessi militari ed economici e hanno deciso di schierare i marine e i ricognitori robot in Sicilia per essere pronti a colpire rapidamente, in ogni momento. Secondo l’allora Bonino, con la conferma delle note ufficiali del Corpo dei marines Usa, i militari dislocati a Sigonella «non combatteranno», ma dovranno assistere i commando americani in Africa con tutte le attività tecniche di supporto: rifornimenti, comunicazioni, gestione di armi ed esplosivi, intelligence.
 
In questo piano strategico, maturato negli anni al Pentagono e alla casa Bianca e poi comunicato ai governi italiani, ha un ruolo centrale anche Vicenza, dove il raddoppio della caserma Ederle e l’uso dell’aeroporto Dal Molin sono inseriti nel nuovo comando Usa in Veneto chiamato Africom, perché ha proprio il compito di coordinare le operazioni militari in Africa. Qui ha sede poi la 173esima Brigata aerotrasportata americana che proprio da Vicenza parte per compiere azioni di guerra anche in Afghanistan e che ha celebrato la memoria dei suoi caduti in questo interminabile conflitto.
 
Vicenza resta cruciale anche per la turbolenta area balcanica: le basi della Ederle e di Longare (dove ha sede lo spionaggio militare con sofisticate apparecchiature nascoste dentro un tunnel) durante le guerre degli Anni ’90 nella ex Jugoslavia hanno diretto le operazioni di attacco e, in caso di nuove crisi, sono pronte a svolgere ancora il medesimo ruolo.
 
 La Delta Force americana opera al fianco delle forze libiche nel sud del paese. Azioni da commando con l’appoggio di droni e di altri mezzi per contrastare gruppi qaedisti. A rivelarlo il quotidiano “Le Figarò” che cita fonti militari francesi. Un intervento che potrebbe allargarsi anche a reparti mobilitati da Londra e Parigi.
 
Il confine meridionale della Libia e quello con la Tunisia sono considerate zone senza legge dove terrorismo e traffici d’ogni genere trovano il loro “letto caldo”. I libici non hanno la forza per contrastare la minaccia, dunque hanno accettato l’aiuto americano. I commandos statunitensi si vestono come i nomadi, coordinano e inquadrano l’attività delle truppe locali, si muovono su mezzi 4×4, usano la ricognizione dei droni e, probabilmente, di aerei spia U28. Una volta individuato il nemico – scrive “Le Figarò” – lasciano ai lealisti il compito di chiudere la partita con gli avversari.
 
Nei mesi scorsi si è parlato anche della presenza di una base americana nella parte meridionale della Tunisia per contrastare la presenza di Al Qaeda. Non è però chiaro se l’avamposto sia ancora attivo o se invece sia stato chiuso. Ad ogni modo il Pentagono ha tra le sue priorità il Nord Africa. Diversi elementi lo indicano. Primo. Alcuni reparti ritirati dall’Afghanistan sono addestrati all’intervento nella regione: gli Usa, a questo proposito, hanno reclutato ex soldati nord africani per impiegarli come “nemici” nel training. Secondo. La base di Sigonella svolge un ruolo di pilone a supporto della strategia nell’area e come trampolino per azioni speciali. In caso di emergenza (tipo assalto ad un’ambasciata Usa) o necessità di affiancare un governo amico. Da pochi giorni è arrivato in Sicilia un contingente dell’Ottavo Battaglione Marines di stanza in Nord Carolina. Terzo. Il ricorso alle Special Forces così come ai droni si inquadra alla perfezione nella dottrina Obama che lascia molto spazio alla “guerra segreta”.
 
Infine è interessante rilevare come la Francia, già impegnata in Mali contro i militanti islamisti, non escluda un ampliamento dell’offensiva. Pochi giorni fa il capo di stato maggiore uscente, ammiraglio Edouard Guillaud, ha ipotizzato un’operazione internazionale insieme agli alleati nel sud della Libia. Ne sentiremo parlare ancora.
 
ORA ALLA LUCE DEI FATTI A NOI CI SEMBRA UNA GROSSA ED ENNESIMA FALSE FLAG ,L’OBIETTIVO  E’ FERMARE L’AVANZATA CINESE SULL’ACCAPARRAMENTO DELLE RISORSE ENERGETICHE AL NORD D’AFRICA , TERRA DI CONQUISTA DEI SIGNORI DELLA GUERRA ..QUINDI OCCHIO A CIO CHE CI MANDANO I MEDIA….E RICORDATE L’AMERICA ,SCHIAVA DEI SIONISTI ,NON E’ ESTRANIA  ALLA GUERRA DEL TERRORE E ALLA GUERRA AL TERRORISMO PER GIUSTIFICARE I SUOI ATTI DI INTRUSIONE NEI PAESI CHE NON SONO SOTTO IL LORO CONTROLLO..LO STATO ITALIA SI MACCHIERÀ DI ALTRO SANGUE INNOCENTE ..I COLLAZIONATORI, CONOSCIUTI SUI LIBRI DI STORIA NON SONO MAI MORTI …AMERICA -INGHILTERRA -SPAGNA FRANCIA -ITALIA, TUTTI RIUNITI IN UN UNICA BANDIERA, QUELLA BANCARIA….. ( SERGIO COCO E PATRIZIA CABRAS)
Arrivano i Marines a Sigonella.ultima modifica: 2014-05-18T20:45:30+02:00da davi-luciano
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