No Tav accusati di terrorismo: la Cassazione rimanda gli atti al Tribunale della libertà

L’accusa nei confronti dei quattro attivisti dovrà essere riformulata

di MEO PONTE

No Tav accusati di terrorismo: la Cassazione rimanda gli atti al Tribunale della libertà

Il compressore bruciato nell’attentato al cantiere  Attesa per ore, la sentenza della sesta sezione della Corte di Cassazione è arrivata pochi minuti prima della mezzanotte: annullata la sentenza del tribunale della libertà che ora dovrà riformulare il reato per i quattro in base alle indicazioni della Cassazione. I ricorsi sono stati presentati dai legali di Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi, i quattro attivisti in carcere da cinque mesi con l’accusa di terrorismo. Soddisfatto uno dei legali degli attivisti, Claudio Novaro, che afferma: “Era un’accusa che non stava in piedi in alcun modo. Non stiamo parlando di una manifestazione di piazza e quello che accadde non ha nulla a che vedere con fatti di terrorismo”. Nella vicenda sotto la lente della Suprema Corte per la prima volta è stato applicato il reato del ‘270 sexies’, “attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti”.

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L’accusa della Procura è stata appoggiata anche dal Tribunale della libertà di Torino lo scorso 9 gennaio. “E’ ravvisabile la finalità di terrorismo – ha scritto il riesame – L’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese. E’ stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”. Ma quella sentenza è stata annullata dai giudici della Suprema corte e ora andrà riformulata.
La decisione dei giudici della Cassazione, riferita ad un ricorso presentato dopo la decisione del Tribunale della Libertà e quindi nella cosidetta “fase cautelare” dovrebbe incidere solo marginalmente sul processo che si aprirà giovedì prossimo nell’aula bunker della Vallette ma di certo è destinata a pesare in modo determinante sulle strategie investigative e giudiziarie della Procura della Repubblica di Torino. Strategia decise con grande sofferenza da Giancarlo Caselli nel suo ultimo anno come capo della Procura torinese che affermò un principio: “Non perseguiamo la protesta ma semplicemente i reati commessi”.

No Tav accusati di terrorismo: la Cassazione rimanda gli atti al Tribunale della libertàultima modifica: 2014-05-16T11:34:51+02:00da davi-luciano
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