L’ex autista del pm si è inventato l’aggressione No Tav

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Giuseppe Cangiano iscritto nel registro degli indagati per procurato allarme: né le immagini nè i testimoni hanno confermato il suo racconto sull’attacco che avrebbe subito l’11 aprile scorso.

15 maggio 2014 
L'ex autista del pm si è inventato l'aggressione No Tav

Giuseppe Cangiano, ex autista del pm Antonio Rinaudo, uno dei magistrati impegnati nelle inchieste No Tav, si è inventato tutto. nessuno lo ha aggredito e ferito la sera dell’11 aprile scorso come aveva raccontato. E’ questa la conclusione dell’indagine della Digos disposta  dal procuratore aggiunto Sabdro Ausiello. Sono state esaminate le immagini video-registrate dalle telecamere di sicurezza della zona, sentiti numerosi testimoni, effettuata una consulenza medica sulle ferite subite dall’autista, comparati orari, percorsi e circostanze. Le conclusioni: non esistono immagini che confermino in qualche modo il racconto di Cangiano; non ci sono testimoni che possano avvalorare la ricostruzione della presunta vittima dell’aggressione che erano state attribuite, in un primo a tempo, agli antagonisti. Per i periti le ferite alle braccia  e alla testa “non concordano con le riferite modalità del pestaggio”. Cangiano è ora iscritto nel registro degli indagati per procurato allarme. L’aggressione era stata attribuita, in un primissimo tempo, alla vicinanza dell’uomo con il magistrato che si occupa dei No Tav. Ma sono stati gli stessi pubblici ministeri della Procura di Torino, nel corso di un procedimento coordinato dal procuratore reggente Sandro Ausiello, i primi a nutrire dei dubbi e a svolgere accertamenti anche su altre possibilità.

Numerose le reazioni.”Noi lo avevamo detto subito”, sostiene  il sito Notav.info, la voce del movimento, che in effetti, oltre a prendere le distanze dall’episodio misterioso, aveva sottolineato fin da subito i dubbi e le incertezze che lo avvolgevano. “E adesso – si legge in un post – ci chiediamo con forza quando si comincerà ad indagare veramente” su tante altre vicende (dai pacchi bomba alle intimidazioni) attribuite ad attivisti e simpatizzanti.
Marco Scibona, del Movimento 5 Stelle, ne ha chiesto la rimozione per le sue “reiterate dichiarazioni” che all’indomani del fantomatico agguato erano comparse su un giornale. 
“Una storia che sconcerta e che rattrista – dice Stefano Esposito, senatore Pd – ma che dimostra come i magistrati e le forze dell’ordine indaghino senza pregiudizi”. Inventarsi un’aggressione  è “un’offesa nei confronti delle decine e decine di feriti veri che ci sono stati in questi anni”, osserva Pietro Di Lorenzo del sindacato di polizia Siap: “La situazione è già delicata di per sè e non c’è bisogno che qualcuno soffi sul fuoco”.

Tav. This is the end. Documenti alla mano

14-05-2014 Conferenza stampa: Il Movimento No TAV e l’Opposizione francese alla Lyon-Turin richiamano l’attenzione dei media su quanto sotto riportato

Revocato metà del contributo europeo – Nel marzo 2013, la Commissione Europea ufficializza la revoca di parte del contributo assegnato al progetto Torino-Lione. La decurtazione del contributo è ingente: dai 671,8 milioni di € inizialmente concessi a 395,3 milioni di € (una riduzione del 41%). Il pesante ridimensionamento riguarda tutto il programma, il cui importo complessivo passa da 2,09 miliardi di € a soli 891 milioni di € (una riduzione del 57%).

Finanziamenti persi, addio ai lavori ma triplicano i costi di LTF – Pressoché azzerati 1,63 miliardi di € di lavori per l’avvio del vero Tunnel di Base (57 km). 150 milioni di € dirottati su perforazioni (non previste) nella cosiddetta Galleria di Saint Martin La Porte. Alle stelle il costo di LTF (oltre 75 milioni di €), “premiata” per la sua gestione fallimentare del contributo europeo, dimezzato dalla Commissione.

LTF cominciò a scavare quando già sapeva di non finire nei termini – Quando cominciano a scavare la Galleria de La Maddalena a Chiomonte, LTF e i due Governi sanno perfettamente che il contributo è stato dimezzato, che il termine previsto (fine 2016) andrà ben oltre il 31 dicembre 2015 e che tutte le spese effettuate dopo tale data non saranno ammesse dall’Unione Europea.

La Galleria di Chiomonte a metà? La talpa va passo di lumaca – Scavati 641 metri su 7451 totali. Ad oggi la “talpa” di LTF ha viaggiato a 2,5 metri al giorno (anziché i 10 previsti). Anche a velocità doppia, al 31 dicembre 2015 risulterà scavata solo metà galleria; tutta solo a febbraio 2018 (al di fuori dei termini del contributo europeo). L’UE paga la galleria completa, si rischiamo ulteriori perdite di contributi.

“Difficoltà amministrative e tecniche”, altro che No Tav – La Commissione Europea “registra un notevole ritardo dovuto a difficoltà amministrative e tecniche”, ovvero a carico del promotore LTF e dei Governi Italiano e Francese. I ritardi accumulati e le conseguenti riduzioni di finanziamento, da parte della Commissione Europea, non sono pertanto dipesi dal Movimento No Tav come, invece, sostengono la Procura della Repubblica ed il Tribunale di Torino nel qualificare quale atto di terrorismo il danneggiamento di un compressore.

La linea esistente prima di una nuova Torino – Lione: una buona notizia – “Infattibilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza fare tutto il possibile affinché quella esistente torni a essere la principale arteria di trasporto in seguito ai lavori di ampliamento nel traforo ferroviario del Fréjus/Moncenisio”. A dirlo non è il Movimento No Tav bensì la Piattaforma del Corridoio Torino-Lione (Brinkhorst, Virano, LTF, i Governi…). Il Movimento NO TAV lo dimostra da anni, dati alla mano: la linea esistente è ampiamente sotto utilizzata non ostante il suo recente adeguamento che consente oggi il passaggio di treni merci di ogni tipo e dimensione. Anziché usare il Tav per fare carriera, i politici riflettano su quello che dicono.

Il patto del silenzio della burocrazia europea – Fino ad oggi la Decisione C(2013) 1376 della Commissione Europea è rimasta nascosta al legittimo controllo dei cittadini contribuenti. Solo la pressante azione del Movimento No Tav ha permesso di squarciare il velo sull’insuccesso di LTF e delle politiche dei Governi Italiano e Francese. Continua lo scandalo del silenzio sulla gestione della Torino-Lione, il Movimento No Tav prosegue la sua azione di garanzia.

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È la fine del progetto Tav?

Il dossier sui contributi europei dimezzati e tenuti nascosti dai media e dai partiti. Ma i costi dei lavori intanto triplicano. Un altro caso Expo in gestazione?

di Fabrizio Salmoni

Torino, 14 maggio 2014.    Il Tav è un progetto in estinzione, come sostiene il Movimento No Tav? Sì e no, viene da dire esaminando i dossier prodotti oggi dagli esponenti della resistenza valsusina ma comunque chi gestisce il progetto ha mentito ai contribuenti tenendo nascoste le risoluzioni della Commissione Europea.

È infatti del marzo 2013 la comunicazione ufficiale della robusta decurtazione del contributo per la Torino-Lione: dai 671,8 milioni di euro a 395,3 (41%) il cui importo complessivo passa da 2 miliardi a 891 milioni (-57%). Vengono quasi del tutto cancellati i circa 2 miliardi destinati allo scavo del tunnel di base e 150 milioni vengono dirottati su perforazioni non previste nella cosiddetta galleria di St. Martin La Porte, uno dei rami minori del tunnel di base sul versante francese. La motivazione dichiarata è “difficoltà amministrative e tecniche“, dicitura che ignora le difficoltà sul campo dovute all’opposizione sul terreno ma che in questo caso porta acqua al mulino della difesa dei quattro ragazzi in carcere con l’accusa di “aver contribuito a far ritardare i lavori con conseguenti tagli ai finanziamenti europei” anche perché come dimostrano i documenti, i tagli erano già stati decisi e comunicati. E Ltf e i due governi cominciano a violare La Maddalena (con tutto il corollario di altre illegittimità) quando già sanno che i fondi sono stati dimezzati e che non potranno stare dentro i termini previsti (31 dicembre 2015).

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Nel frattempo i costi di Ltf lievitano enormemente specie se confrontati con i costi dei francesi. Come mai? Probabilmente perché Ltf sa di poterlo fare in Italia dove le cose vanno come la magistratura milanese sta dimostrando in questi giorni. I No Tav e Pro Natura negli anni hanno più volte segnalato quanto i costi di Ltf fossero abnormi ma nessuna indagine o controllo ne è mai seguito concedendo la solida sensazione che tutti i protagonisti si muovessero a piacimento senza badare a norme o limiti, economici, amministrativi o politici. Sarà quindi difficile che l’Ue paghi per la galleria geognostica di Chiomonte anche perché i pagamenti avverrebbero al completamento, se entro il 31 dicembre 2015 e non sembra che ai ritmi di scavo odierni ce la possano fare visto che la “talpa” ha finora scavato 641 metri su 7451, una media di 2,5 m al giorno. Una lentezza più volte rilevata sia dagli osservatori No Tav esterni al cantiere sia durante le visite di controllo dei parlamentari 5 Stelle.

Ma non è tutto qui: nei documenti spicca il giudizio di “infattibilità politica di una nuova linea senza fare il possibile affinché quella esistente torni ad essere la principale arteria di trasporto in seguito ai lavori di ampliamento del Frejus-Moncenisio” cioè esattamente quello che sostiene da sempre il Movimento No Tav sul sottoutilizzo della linea “storica”. Una Waterloo per Ltf e la lobby del Tav che comunque sapeva e ha tirato avanti distribuendo soldi e appalti con grande nonchalance, per dirla alla francese.

Allarmante inoltre – viene fatto notare – che l’ex direttore dei lavori Ltf, Marco Rettighieri,   sia appena stato messo a capo del progetto Expo: “L’uomo giusto al posto giusto” ha constatato Alberto Perino. Le similitudini avanzano e probabilmente, come anche noi abbiamo già scritto, forse anche le possibilità che una magistratura diversa da quella torinese prima o poi faccia luce sugli sprechi di denaro pubblico finora effettuati dai politici e da Ltf per far procedere il Tav.

Dove sta l’incertezza che abbiamo espresso all’inizio di questo articolo? Sta nel fatto che, contributi europei o meno, il progetto Tav (inteso come limitato solo alla galleria di base e alle opere collaterali in territorio italiano) possa essere trascinato all’infinito con l’iniezione di fondi scarsi anche irregolari nel tempo e diventi una seconda Salerno – Reggio Calabria. Un incubo ambientale ed economico per il Paese che svela in se stesso l’unica ragione per proseguire: predare denaro pubblico e distribuirlo sul sistema di potere dei partiti. Sempre che… qualche deciso cambiamento politico non porti a decisioni diverse e la magistratura a intervenire. Su cosa se non gli appalti? Ma sulla devastazione ambientale, sull’inquinamento e sulle minaccce alla salute collettiva prima che la situazione sanitaria precipiti e si debbano tenere fra decenni processi come quello Ipca. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Noi vorremmo vederli tutti in galera molto prima.

Per consultare tutta la documentazione:

http://www.presidioeuropa.net/conferenza-stampa-tav-14-maggio-2014-dossier/ 

F.S. 14.5.2014

Le grandi opere che dividono l’Europa (ed uniscono i popoli nella lotta)

Un posto per tutti: per chi lotta in strada ed intorno ai cantieri, per chi resiste nei tribunali ed in galera, per chi vive la politica con spirito di sacrificio ed onestà, per chi dà il buon esempio pensando che anche le attività economiche debbano essere condotte nella massima trasparenza in ottica di equità.

di Daniele Forte*

Rosia Montana, Romania, seconda settimana di maggio sotto un sole che non ha fatto mancare i propri favori: a sorpresa (per alcuni di noi) il IV Forum Internazionale contro le Grandi Opere Inutili ed Imposte (4° FAUIMP) si è tenuto in un contesto agricolo lontano dai centri congressi che ingenuamente siamo portati ad immaginare quale sede ordinaria per eventi di questa caratura.

Riunione di apertura esaltante, un cerchio cosmopolita sorridente ed appassionato delimita con le panche il verde smeraldino del prato nella fattoria che ha ospitato il forum dell’edizione 2014, organizzato dal movimento Salvati Rosia Montana. La località montana è il centro del movimento di lotta che, da quattordici anni, con esito favorevole, combatte lo sfruttamento minerario aurifero da parte di compagnie canadesi che vorrebbe barattare laghi di cianuro e voragini a cielo aperto con pochi edifici ristrutturati ed una manciata di posti di lavoro. Uno schema noto alle centinaia di facce e volti di partecipanti, ciascuno recante testimonianza di lotte per la difesa dei propri territori, visi segnati dalle rughe di chi studia carte e dai calli di chi ha costruito barricate e presidi. Ma quanto colpisce di più è il senso di generale rispetto e responsabilità: sentieri obbligati (ma condivisi) per non rovinare il manto erboso (divenuto il bene comune per antonomasia), cautela nel raccogliere immagini video e fotografiche, misura e pacatezza nel dibattito anche acceso, sintonia tra esperienze di lotta mature e nuove istanze di giustizia e legalità. La disposizione circolare, il senso diffuso di parità, esaltano la percezione di trovarsi di fronte alla parte migliore dell’umanità, sopravvissuta al tracollo dei movimenti sociali di inizio millennio, all’introduzione dell’euro e pure allo stato di guerra permanente condotta entro e fuori i confini (comunque assurdi, quali essi siano).

Delle dichiarazioni finali, delle petizioni e dei risultati istituzionali del Forum, lascerò che parlino penne più informate e competenti. Quanto voglio trasmettere al lettore è la grandezza del contatto con la natura e la solidarietà genuina e sincera, fatta di pane cotto a legna, tavolate collettive e turni per lavare i piatti. Non poteva esserci dimostrazione più concreta del fatto che si può parlare dei massimi sistemi in cinque lingue (EN, DE, RO, FR, IT) facendo esperienza tangibile della collaborazione tra persone e popoli. Per svolgere il “lavoro sporco” non sono stati fatti più di due appelli. Cibo ottimo, rigorosamente vegano: nemmeno mangiando i partecipanti hanno abbandonato coerenza ed impegno. Il collettivo in cucina ha lavorato senza tregua con risultati eccellenti soprattutto sotto il profilo del gusto: sono certo che in tanti abbandoneranno per sempre il coltello da carne per passare al cucchiaio della zuppa di legumi. Una vera rivoluzione se si pensa al tradizionale menù romeno. Finanziamento: ad offerta libera, chiusura in attivo al netto del pagamento delle spese di viaggio di chi non poteva permetterselo (compreso un meraviglioso ospite marocchino).

Poi c’è l’Italia (che poi è Europa ed Occidente liberista), che ti aspetta con il codazzo di corrotti, spartizioni, colate di cemento e situazioni surreali, compresa la militarizzazione di Torino per una manifestazione pacifica, lo stupore per le infiltrazioni mafiose nei cantieri dell’Expo, le notizie deviate sulla crisi Ukraina.

Bastano cinque giorni di libertà per capire definitivamente che il mondo che ti accoglie al ritorno è un teatrino costruito ad arte, un apparato di controllo mentale, di offuscamento delle coscienze, un sistema di condizionamento che ti costringe ad accettare il macabro paradosso secondo il quale, per convivere pacificamente, occorra bombardare, picchiare, controllare, depredare e nella migliore delle ipotesi ridurre il dialogo interpersonale ad una perpetua bagarre da talk show elettorale.

Quando assaggi il pane che ha il gusto del sudore di tutti, non puoi pensare di tornare indietro, il tuo unico pensiero è di coinvolgere le persone più care perchè sperimentino questi percorsi, perchè possano leggere i quotidiani con il medesimo disgusto che proviamo oggi al nostro ritorno, perchè possano pensare che riuniti in cerchio, su un prato d’erba, sotto un telone che a stento ripara dal sole, si possa costruire un mondo in cui i valori della solidarietà, della libertà e del rispetto siano i pilastri sui quali erigere una comunità nuova in cui si sia posto per tutti.

Un posto per tutti: per chi lotta in strada ed intorno ai cantieri, per chi resiste nei tribunali ed in galera, per chi vive la politica con spirito di sacrificio ed onestà, per chi dà il buon esempio pensando che anche le attività economiche debbano essere condotte nella massima trasparenza in ottica di equità. Etinomia, presente, l’ha ribadito più volte, con forza, tra l’approvazione generale. Nel prossimo V Forum, che si tenga in Marocco, in Turchia o nei Paesi Baschi dovrà esserci posto per tutti, perché si parte e si torna insieme: è l’unico modo per vincere la lotta globale che vede tutti uniti contro la devastazione (ambientale ed economica), di cui il TAV, il fracking, lo sfruttamento minerario e le incondizionate colate di cemento sono solo episodi particolari.

«Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.» (Bertolt Brecht)

D.F. 13.05.14

*Presidente di Etinomia

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Quinto: Non uccidere

Tutto sotto controllo. Eppure la polvere s’alza e ammorba l’aria. Tutto il bosco al cantiere si sta ricoprendo della roccia tritata della montagna.

di Gabriella Tittonel

Un tempo era una splendida, quieta vallettina, oggi è l’inferno della polvere, consegnata a questo avverso destino dalla caparbietà, dalla sete di potere e di denaro di cervelli votati a una devastante visione di progresso.

Tu comprendi la sua bellezza percorrendo l’agevole sentiero che dalle ultime case di Giaglione segue il sinuoso percorso che attraversa un monte ricco di alberi che fino a pochi decenni fa si contendevano i fianchi con coraggiosi vigneti aggrappati a terra e pietre.

Qui ci sono zone d’ombra percorse dai ripidi passi dei caprioli e alberi accoglienti che danno ospitalità a stormi di uccelli, particolarmente ciarlieri all’alba e alla sera.

Ma poi giungi al torrente, al Clarea, e da qui l’orizzonte muta, chiuso da file di recinzioni di cemento e ferro, da rotoli di filo spinato, quello israeliano, per intenderci, quello delle migliori zone di guerra, realizzato per fare male, per lacerare.

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Qui è tutto lacerazione, distruzione, in nome della grande opera che s’ha da fare, perché l’Europa la vuole, le lobby la vogliono, i famelici del business la vogliono, i devastatori della terra la vogliono, quasi un mantra quello ripetuto dai promotori di turno, un noioso bla, bla…. Tutti a sostenere quest’immaginario collettivo, di cui molti parlano senza aver mai visto, scrivono senza aver mai visitato, tutti a parlare di un inizio di buco nel ventre della terra, una sorta di masturbazione mentale dove l’immaginario viene accresciuto dalla presenza dei tanti posti a vigilare sul cantiere, persone messe con i loro corpi a intimidire diverse presenze di cittadini intorno e persone costrette a diventare “nemici” per difendere interessi altri.

Qui i rumori del bosco scompaiono, annullati dal frastuono delle trivelle, dei mezzi di cantiere, compreso quello del pur incredibile camioncino dispensatore d’acqua sulle strade interne, su e giù tutto il giorno per trattenere  almeno un poco la polvere…

Già, la polvere… Finissima, invadente, impossibile tenerla lontana, più tenace del più focoso fra  gli amanti, che  penetra ovunque… polvere di roccia, polvere di galleria, polvere delle tonnellate di cemento che qui già sono state sversate, ancora nelle viscere della terra… polvere che danza sul nastro trasportatore e poi precipita nei mucchi in basso, polvere che un attimo prima era mista all’acqua e che poi subito dopo, asciutta, galleggia impalpabile nell’aria, s’alza verso l’alto, si conquista il piano dell’autostrada, poi la collinetta a fianco e quindi scende lungo il canalone della Dora e poi ancora s’allunga equamente  fra bassa e alta valle, in una sorta di placido riposo dopo tanta fatica affrontata per venire fuori dal buio…

Polvere. Nei progetti si afferma che nulla si sarebbe disperso… tutto sotto controllo… e neppure amianto, uranio… Tutto costantemente monitorato… Una brutta favola anche questa, perché questa anonima cipria intanto che si presenta al mondo del fuori perde la propria identità… non ha più nome… solo un’unica possibilità, quella di fuggire ovunque…

E così s’alza e s’abbassa e le fibre più piccine, più insidiose e pure più desiderose d’affetto e protezione, vicino alla terra rimangono… volano su e giù per la valle, dentro e fuori gli umani, alla ricerca di un luogo confortevole dove porre dimora… piccole fibre assassine che già hanno iniziato a dare i primi segnali… Un improvviso fiotto di sangue dal naso, ad esempio…  una tosse che persiste… non ci sono confini di protezione nella valle… E lo si capisce meglio nelle giornate di vento, nelle quali maggiore è la polvere che danza…

Il bosco intorno al cantiere sta ricoprendosi tutto della roccia tritata della montagna, finissima polvere bianca che giorno dopo giorno impedirà anche allo stesso di respirare…

Da giorni, con il peggiorare della situazione, dopo alcuni giorni di vento, le Forze dell’Ordine sono meno visibili nel cantiere, a eccezione di alcuni giovanissimi soldati alla baita, quelli sempre presenti, in mezzo allo scrosciare della polvere… Alcuni soldati e gli operai… Nessuna protezione, consegnati al ruolo di macchine anch’essi al servizio della grande macchina dell’alta velocità… Consegnati a un inferno in terra che non potrà non presentare, in un futuro forse neppure troppo lontano, pesantissimi conti…

In tanto vociferare di compensazioni, qui loro le avranno sicuramente… Ma non saranno quelle sbandierate ai quattro venti… saranno compensazioni rese visibili attraverso le malattie, le morti precoci… Compensazioni di cui in valle tutti potranno usufruire, come se non bastasse quanto già esiste sul territorio.

Ultimamente una nuova parola si sta facendo strada, “terrorismo”… Ebbene c’è… Sta facendo vittime, grazie al tacito consenso di coscienze addormentate o pigre, che pur vedendo, pur sentendo, girano la testa e la ragione altrove… Non è una storia nuova… È storia che cammina a fianco dei tanti morti per l’amianto, per l’inquinamento, come nella terra dei fuochi… là i fuochi, qui la polvere… Là stanno portando fiori a chi è già entrato in quell’oltre, qui la storia è appena iniziata… Storia che si erge davanti alla coscienza di ciascuno con un perentorio quinto comandamento, quello di non uccidere. Direttamente o indirettamente…

Siamo dunque al capitolo successivo di questo più che ventennale romanzo: non si tratta dunque più di essere in linea di principio favorevoli oppure no alla grande opera e neppure si può più conservare una posizione neutra “per non creare divisioni nella collettività”. Ora si parla di vita.

Per ciascuno oggi è giunto il tempo di Caino: “Sono forse responsabile per mio fratello?”

Non c’è altra storia dopo…

G.T. 16.05.14

Un No Tav in Europa. Colloquio con Gigi Richetto, candidato europeo 2014 per la Lista Tsipras

Gli abbiamo posto domande a tutto campo: le elezioni europee, quelle regionali, le amministrative a Bussoleno, il Tav, il M5S, l’Anpi, il ruolo dei cattolici, il Pd.

di Fabrizio Salmoni

 (le foto sono di Luca Perino)

Torino, 13 Maggio 2014.   L’attività, l’impegno elettorale sembrano aver vitalizzato Gigi Richetto, ex insegnante di storia e filosofia a susa e Bussoleno, uno dei Padri Fondatori del Movimento No Tav e dei Cattolici per la Vita della Valle, se si eccettua la voce roca per gli sforzi eccessivi al corteo di sabato 10 Maggio.

“Per portare la bellezza e la forza della Valle di Susa in Europa” dice il suo pieghevole che lo presenta come candidato europeo nella lista L’altra Europa con Tsipras. Sta facendo la sua campagna elettorale da solo, senza neanche tanti appoggi dalla Lista perchè – ci tiene a precisare – “sono totalmente indipendente dalle molteplici sigle e ambienti che hanno lanciato la lista“.

Ci incontra nel nuovo Campus Einaudi dell’Università mentre gli piovono inviti telefonici da tutto il Piemonte ma riusciamo a ritagliarci il tempo di farci raccontare il suo pensiero.

 GigiR

L’Europa

TGV: la Lista Ts. è stata voluta da Sel e raccoglie l’impegno degli ex Ingroia, intellettuali, briciole della sinistra storica. Ti ritrovi personalmente in una di queste aree?

G.R.: La Lista Tsipras non è stata voluta da Sel ma proposta da alcuni garanti tra cui Barbara Spinelli, figlia di AltieroGuido Viale e Marco Revelli e altri. Io mi sono ritrovato in questa Lista come espressione della società civile e dei movimenti. Non sono in quota nè per Sel nè per Rifondazione, non dipendo da nessuno e per la campagna elettorale mi autogoverno completamente. Sono totalmente indipendente come da spirito dei garanti della Lista. Quella di riferire la Lista a Sel è stata una speculazione mediatica. I personaggi della politica tradizionale non c’entrano assolutamente nulla in una campagna elettorale come la mia, fatta con i territori e le realtà di lotta.

 TGV: Alcuni di questi promotori, come la Spinelli, hanno dichiarato l’intenzione di ritirarsi se eletti e cedere il posto. Non è un segno di scarsa considerazione dell’elettorato?

G.R.: No, mi sembra che Barbara Spinelli sia sufficientemente matura ed esperta della situazione politica italiana e internazionale, una delle firme più libere di tutto il giornalismo italiano per non lasciare trasparire quei pensieri. L’ho incontrata a Roma ed abbiamo parlato di tutto e mi sembra secondario che lei accetti o lasci il posto ad altri. Il problema è di capire che questa lista è profondamente diversa da altre esperienze del passato come quella di Ingroia o dei vari arcobaleni. E’ una Lista che nasce dal basso ed io ho accettato questa candidatura perchè credo che una nostra presenza in Europa aiuti i territori ad autorappresentarsi. Credo profondamente a una partecipazione democratica che possa ruotare intorno al mio nome. sono uno dei granelli di sabbia che potrebbero inceppare il vecchio modello di Europa per costruire un’altra Europa pacifica, solidale, giusta, libera. Questo mi interessa.
GRichetto3

TGV: Tra i candidati c’è Curzio Maltese, uno che non ha mai nascosto la sua ambiguità sulla questione del Tav …

G.R.: Non mi permetto di giudicare persone che conosco troppo poco. Io ho sentito Curzio fare un discorso molto laico sul giornalismo abbastanza onesto, credo, al Teatro Gobetti di Torino in cui ha spiegato come il giornalismo italiano vada avanti per campagne cercando di incatenare l’opinione pubblica ad argomenti assolutamente secondari e futili e in questo mi sento di condividere. Poi ognuno ha i suoi problemi che però non influenzano il mio sentire. Certo, per dirla tutta, forse avrei preferito avere come capolista Zagrebelski, uno di statura morale e intellettuale altissima. Non ho scelto io l’ordine dei nomi e il capolista ma auguro a tutti quelli che partecipano a questa avventura di maturare cammin facendo a contatto con la realtà non solo europea ma anche locale.

 TGV: Per chi vuole cambiare, gli obiettivi in questa fase politica, sia in europa che per il piemonte, sono : ridimensionamento del Pd e rendere affrontabile concretamente il dibattito su nuovo modello di sviluppo. Pensi che la Lista T. possa riuscire a tanto?

 G.R.: La Lista Tsipras è impeganata a livello europeo ed è la finanza che sta dettando i tempi purtroppo e quindi noi dovremo confrontarci con quei poteri forti e non trasparenti. Per quanto riguarda il Piemonte già l’altra volta la Bresso si è fatta un grosso autogoal mettendosi frontalmente contro la Val Susa. Chiamparino addirittura è arrivato alla provocazione di dire che riunirà la prima giunta al cantiere in Val Clarea. Faccia pure e avrà delle sorprese. Se vogliono suicidarsi politicamente lo facciano, sono fatti loro.

Non ho seguito molto il confronto regionale. Sabato 17 sarò a Savigliano dalle 10-12 in piazza Santore di Santarosa per un dibattito a parlare di Tav e diritto alla resistenza, dialtra velocità, e saro li con il presidente dell’Associazione Italiana Esposti Amianto e con il presidente dell’Ecoistituto di Ricerche per la Sostenibilità. Con loro, parleremo di ambiente inquinato, di tumori. Io insisterò sul principio di precauzione. C’è un articolo preciso, il 191 del trattato sul funzionamento dell’UE che parla di questo principio e cioè che bisogna proteggere l’ambiente con interventi preventivi tutte le volte che si presentino dei casi di rischio. Bene, sappiamo che i primi 600 m di quella galleria che vorrebbero aprire a Susa sono pieni di amianto, che l’Ambin è pieno di uranio, che i due versanti della Valle sono pieni di amianto. E allora, dobbiamo aspettare i processi dell’Ipca di Ciriè, i morti dell’Olivetti per avviare iniziative contro i responsabili o non facciamo meglio ad avviare una politica di prevenzione, di attenzione per i bisogni prioritari del paese come la tutela della salute come ci ricorda l’art. 32 della Costituzione per esempio? La salute è un bene primario nell’interesse della collettività. Penso che la nostra lotta ultraventennale contro il Tav abbia dimostrato che noi non siamo egoisti: la difesa della salute, dell’ambiente e della democrazia sono una cosa sola. Difendendo in Valle queste priorità diamo anche un esempio al paese di come dobbiamo muoverci per cambiare le cose.

Il 6 Maggio sono venuti degli studenti berlinesi a visitare la nostra Valle. Fanno parte di un equipe che a Luglio aveva relazionato all’Accademia delle Scienze di Berlino sui progetti transfrontalieri e sul loro impatto sulle popolazioni locali. Li abbiamo accompagnati in Clarea, io, Luca Giunti Claudio Giorno Paolo Perotto e Eleonora Ponte di Etinomia. Passato il ponticello sul torrente abbiamo ammirato un paio di esemplari di orchidee selvatiche quand’ecco che sbucano dalle reti i carabinieri in mimetica. Ci han chiesto passaporti e documenti. Ho avuto il tempo di estrarre dallo zaino la Costituzione e di leggere loro l’articolo 9 sulla tutela del paesaggio, il 16 sulla libertà di circolazione, il 32 sulla difesa della salute,. Quei giovani carabinieri mi hanno ascoltato poi ci hanno restituito molto in fretta i documenti perchè certo non erano li per ascoltare una lezione sulla Costituzione e alla fine gli ho anche dato la mia propaganda elettorale dicendo: “Guardate qui, tra i punti qualificanti del mio programma pretendo la messa al bando dei gas Cs perchè sono cancerogeni e mutageni e voi li state respirando come noi”. La nostra battaglia ha un respiro universale.

 TGV: La critica   sostanziale che si fa alla ListaTsipras è di mettere a repentaglio la possibilità concreta di dare un colpo mortale al sistema di potere attuale, sottraendo voti alla forza che ha più probabilità di darlo questo colpo…Cosa non va nel programma dei 5S? Cosa c’è di cosi diverso da voi?

 G.R.: Bisogna distinguere le cose, non fare confusione. Io non voglio giudicare l’impegno dei singoli 5 Stelle e neanche la loro ambizione di portare una ventata nuova, come anche vogliamo noi, in Europa. Però il programma loro è molto inadeguato: questa storia del referendum contro l’euro fa ridere. Come fai a contrastare la finanza internazionale? Sai cosa significa uscire dall’euro per le nostre esportazioni? Vuol dire mettere il paese in ginocchio, un paese che ha già qualche limite strutturale non indifferente per quanto riguarda le materie prime.

Ma qui il problema non è tanto il braccio di ferro con Pd o 5Stelle, il Pd ci pensa da solo a rovinarsi. Il problema è che i 5Stelle non hanno ancora sciolto il loro orizzonte: con questa storia che non sono nè di destra nè di sinistra rischiano di imbarcarsi in situazioni molto critiche. Pensa al fenomeno della Lepin. Loro si sono differenziati ma i voti poi vanno riempiti di contenuti e se ci fosse poi un’attrazione di voti verso la destra nazionalista, di chiusura identitaria, temo che i 5Stelle non avendo delle coordinate culturali salde, perchè c’è un problema di politica culturale di fondo nel M5 Stelle, corrano il rischio di essere risucchiati da una detra più organizzata, non solo in Francia ma anche nell’est. E già sappiamo cos’è quella in Ungheria. Quindi direi che il discorso debba essere fatto in altra direzione.

C’è poi il problema dell’Ucraina. Io ho aderito alla proposta del documento di Franco Gesualdi , un allievo di Don Milani, per cui dovremmo essere in grado in politica estera di fare proposte concrete che non ci mettano nelle mani dei blocchi est o Ovest ma che sviluppino un pensiero autonomo: come Europa dobbiamo fare proposte di pace, di solidarietà.

Il Pd non è un’alternativa alla Merkel perchè il Pd sarebbe disposto a fare in Europa quello che sta facendo in Italia cioè l’inciucio con la destra. Renzi è un democristiano di formazione ma non è nè Sturzo nè De Gasperi. E’ ormai chiaro a tutti che c’è un tale conformismo al ribasso che questa politica dell’inciucio sperimentata qui da noi, suddita dei poteri forti, quelli che Bobbio ci ha insegnato a combattere, se si rafforza il Pd a livello europeo non sarà certo rovesciata, Se stanno cosi bene con Alfano in Italia figurarsi se non troverebbero altri Alfano in Europa.

 TGV: Tu di cosa ti occuperai a Bruxelles?

 G.R.: Da buon valsusino e montanaro sono abituato ad andare con i piedi ben piantati per terra. Mio padre mi ha sempre detto: “Guarda lontano ma fa attenzione a dove metti i piedi” Ma ciò su cui insisto nella mia campagna elettorale è di svegliare le coscienze e dare spazio ai movimenti in modo che ci sia la consapevolezza che non andiamo li a rappresentare o ad aprire scatole di tonno ma per dare spazio ai cittadini che con pari diritti e pari doveri esercitino una effettiva cittadinanza, che siano al nostro fianco. Io sarò davvero uno che conta uno e nella misura in cui dentro il mio voto confluisse la forza dei movimenti e dei territori, cercherò di onorare questo mandato per il Movimento No Tav e per tutti i cittadini che credono in una democrazia sostanziale.

 Regione

TGV.: E alle regionali cosa voterà Richetto?

 G.R.: Sono molto indeciso perchè se bastasse votare 5Stelle per mandare a casa Chiamparino sarei molto felice di fare quella scelta. Da come sta andando la campagna per le regionali non c’è tanta chiarezza se non su questo nemico comune, uomo dell’inciucio e del Comune più indebitato d’Europa, però conosco molti compagni bravi nella Lista L’Altro Piemonte. C’è ancora tempo per pensarci ma non me la sentirei di dire votate questo o quello, piuttosto direi: votate secondo coscienza, votate persone valide, cerchiamo di non disperdere voti se possibile e di mandare a casa queste cariatidi del malcostume e della provocazione come il Chiamparino ha una volta di più dimostrato di essere venendo con Ferrentino in Valle dopo tutto quello che ha combinato Ferrentino…

 Bussoleno

TGV. Invece sulla lista civica a Bussoleno, cosa ci dici? Com’è la situazione? Chi vince?

G.R. Ma li non cisono dubbi: la lista # 2, dove c’è anche mio figlio, quella di Casel, è la lista del cambiamento. Ci sono due liste apparentemente entrambe di sinistra. C’è da dire che la sindaca di Bussoleno ha partecipato alla manifestazione No Tav di Torino insieme ad altri sindaci. Io non ho nulla di personale contro di lei penso però che Bussoleno abbia bisogno di qualcosa di più e che la lista di Casel sia una buona lista, più legata ai bisogni del paese e che può indicare un rinnovamento sostanziale nel breve periodo e mi pare che i cittadini di Bussoleno si stiano orientando in quella direzione. L’ultima volta la lista di Casel ha perso per solo 4 voti quindi oggi dovrebbe fare meglio.

 Cattolici e informazione

 TGV. C’è un fatto di oggi da commentare, che riguarda la Valle di Susa e i cattolici in generale: la notizia che Ltf abbia acquistato o concordato con il periodico cattolico La Valsusa uno “spazio di dibattito” sul Tav. Cosa ne pensi?

G.R. Io mi ritovo sulla linea del Comitato Susa-Mompanteroche è stato fortemente critico verso un giornale che non è equidistante mentre dovrebbe esserlo per dare un’informazione corretta. Accettare un condizionamento da parte di Ltf squalifica la stampa cattolica perchè la fa succube dei poteri forti. Per fortuna su quel giornale c’è anche una pagina aperta ai lettori dove si esprimono prevalentemente critiche al Tav ma è proprio il metodo che è sbagliato: non puoi, perchè ti danno dei soldi, appaltare una pagina intera a Ltf perchè vuol dire che tra Dio e Mammone scelgono Mammone. Non entro nel punto di vista teologico. Con Dio ognuno se la vedrà individualmente ma certo la Valle   si merita un’informazione più corretta tanto più che alla Valsusa giornale ci lavorano diverse persone intelligenti che seguono il Movimento No Tav da sempre: mi viene in mente un bel reportage da L’Aquila quando il Movimento era andato all’incontro tra sindaci con la proposta di usare i soldi del Tav per la ricostruzione della città. Sono quindi convinto, per parafrasare Gramsci, che la forza della ragione agisce anche tra i cattolici. Se poi questa ragione ha un nome che è lo Spirito, esso soffia dove vuole e farà saltare tante di quelle quercie che se loro si mettono sotto la tutela di Ltf vuol dire che non seguono lo Spirito ma l’interesse di Mammone che ha i giorni contati. Quel sistema li, che in Sicilia chiamerebbero “della fetenzia” si sta sbriciolando. Pensiamo all’Expo: sono alla frutta Non hanno più pudore, non hanno ancora consapevolezza di essere neanche più sul Titanic ma già sui relitti del Titanic.

 L’antifascismo

TGV: Sei sempre stato in prima fila sull’antifascismo militante. Nei giorni scorsi è uscita una lettera di Diego Novelli, presidente provinciale dell’Anpi che, a differenza di un’altra sua lettera di tre annni fa in cui diceva che pur non prendendo posizione pro o contro il Tav sosteneva che il problema da affrontare fosse quello della democrazia. Invece, in quest’ultima lettera, si limita a dire che l’Anpi non deve prendere posizione sul tav. Cosa ne pensi?

G.R.: Ho grande stima di Diego Novelli quindi non voglio tranciare giudizi. Diego, proprio perchè è avanti negli anni, ha avuto più anni di altri per documentarsi sul Tav e questa dichiarazione non è delle sue migliori. Come Caselli diceva “Non mi pronuncio sul Tav, non conosco abbastanza la questione“. Ma come? Veniva a fare le vacanze in Val Susa, ci conosceva uno per uno, sa benissimo che persone siamo e si mette a fare il discorso del terrorismo? Ebbene, se sei antifascista non dovresti avere dubbi perchè quando hai la militarizzazione del territorio, quando il consenso è estorto con la forza, con i fili spinati,quando si bruciano i presidi, quando le donne vengono maltrattate e rovinate, come Marinella che nel 2010 venne calpestata dagli uomini in divisa, dubbi non dovrebbero esserci. Penso che l’unica divisa per tutti dovrebbe essere quella dell’onestà, prima di tutto intellettuale. Se qualche anno fa potevano ancora esserci dubbi sulla natura del Tav, adesso alla luce anche di tutte le inchieste i dubbi dovrebbero essere caduti. Nando Dalla Chiesa è stato esplicito su Expo 2015 e le sue dichiarazioni non lasciano dubbi su qual’è il suo giudizio sulle grandi opere. Cosa si aspetta ancora per capire cosa sono le grandi opere? Basta leggere il libro di Imposimato per sapere che Falcone e Borsellino stavano studiando il “modello tav” dove sta la matrice di tanti disastri finanziari, morali e politici. Se non vogliamo guardare in faccia la realtà non guardiamola ma lasciamo stare l’antifascismo e la Resistenza perchè i partigiani si rivolterebbero nella tomba a sentire parlare di equidistanza tra l’onesto e il disonesto. (F.S. 13.5.2014)

Siria. Suora: jihadisti crocifiggono i cristiani e giocano con loro teste

Su La 7 i kompagni si oppongono a Salvini affermando che i profughi siriani scappano da Assad reo di crocifiggere i cristiani
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Siriana cristiana orribilmente torturata e uccisa
 
SIRIA – Cristiani siriani crocefissi se rifiutano di abiurare la loro religione e di abbracciare l’Islam; jihadisti che giocano a pallone con le teste delle loro vittime fra cui dei bambini: a denunciarlo è una suora siriana in un’intervista a Radio Vaticana in francese, in cui racconta di atrocità commesse dai ribelli jihadisti nelle città e nei villaggi da loro occupati nel conflitto siriano.
 
“Nelle città o nei villaggi occupati dagli uomini armati – si legge nell’intervista di suor Raghida, che vive in Francia – i jihadisti e tutti i gruppi musulmani estremisti propongono ai cristiani la ‘shahada’ (la professione di fede musulmana) oppure la morte. Alcune volte chiedono solo un riscatto e in questi casi si offrono l’abiura, un riscatto o la morte. Ma è impossibile per loro rinnegare la loro fede, dunque subiscono il martirio”.
 
”E si tratta di un martirio terribilmente disumano, di una violenza indicibile. Se volete degli esempi,a Maalula hanno crocefisso due ragazzi perchè non hanno voluto recitare la shahada. Così i jihadisti hanno detto ‘allora voi volete morire come il vostro maestro nel quale voi credete? A voi la scelta: o recitate l’abiura, oppure sarete crocefissi”.
 
“Uno � stato crocefisso davanti al suo papà, che poi è stato ucciso a sua volta”. “E successo, per esempio ad Abra, nella zona industriale, alla periferia di Damasco: appena entrati in città, – aggiunge Raghida – hanno cominciato a uccidere gli uomini, le donne e i bambini. E dopo il massacro, prendevano le teste e ci giocavano a calcio. Per quanto riguarda le donne incinte, prendevano i loro feti e li impiccavano agli alberi con i cordoni ombelicali. Per fortuna la speranza e la vita sono più forti della morte”.

Da Basf a Mercedes, l’industria tedesca corre al summit di Putin e fa arrabbiare Obama

per forza la Germania è cattiva, disobbedisce al padrone

Dal 22 al 24 maggio si terrà il vertice finanziario di San Pietroburgo, noto come la “Davos russa”. La Casa Bianca ha convinto i colossi americani a disertare l’appuntamento: Goldman Sachs & Co. stanno a casa. Ma in Germania si prepara una nutrita delegazione, mentre il governo Merkel resta imparziale
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO – Non importa se verranno sanzioni occidentali dure alla Russia, non importa come continuerà l’escalation del confronto tra Occidente e Mosca e tra il Cremlino e Kiev sulla crisi ucraina. I big dell’economia tedesca hanno deciso di accettare come ogni anno l’invito, e andranno al massimo livello alla conferenza economica annuale di San Pietroburgo, dal 22 al 24 maggio. Un evento in grande stile, cui sarà presente anche il presidente della Federazione russa, Vladimir Vladimirovic Putin. E insieme, un evento che Washington cerca di boicottare con ogni mezzo. Sia con dichiarazioni ufficiali dell’amministrazione Obama, sia con pressing confidenziali dei consiglieri del presidente, che sono già riusciti a convincere le più importanti imprese e banche degli Stati Uniti a disertare l’appuntamento nella città natale di Putin, la splendida metropoli delle “notti bianche”.

“La Davos russa”, così la conferenza è chiamata da anni negli ambienti economici, è ritenuta la risposta del Cremlino al Forum economico internazionale che ogni inverno riunisce i big decision makers del mondo nella località montana svizzera resa nota tra l’altro dal romanzo “La montagna incantata” di Thomas Mann. E come ogni anno, anche adesso, tra una decina di giorni, i tedeschi saranno gli ospiti più importanti. I rappresentanti di Daimler (cioè Mercedes), E.on (energia), Basf (chimica, lavora con Gazprom nei giacimenti siberiani), Metro (distribuzione), TUI (un
enorme tour operator) e la filiale tedesca di Boston consulting, tra gli altri, hanno confermato ieri a Spiegel online la loro partecipazione. Per il colosso dell’auto di Stoccarda, Daimler – che in Russia costruisce autocarri e tir tra l’altro – “conferenze di questo tipo, orientate a favore del dialogo, sono opportune specialmente in momenti come questo”. La Daimler sponsorizzerà la conferenza, oltre a parteciparvi, e fornirà a tutti gli ospiti un servizio di limousine Mercedes. Viaggia sempre più spesso su una Mercedes (una classe S speciale superblindata) anche il presidente Putin, cui le limousines russe non piacciono. Tanto che il Cremlino si prepara ad affidare alla Porsche la costruzione della futura auto ufficiale del presidente, ed è alle porte l’apertura di un grande impianto in Russia per produrre supersportive, suv, ma anche auto familiari adatte al mercato e alle condizioni atmosferiche locali.

Il governo di Angela Merkel ha scelto di mantenere la neutralità e non prendere posizione. Diversamente dall’amministrazione Obama che appunto ha chiesto con successo ai big del made in Usa di disdire la loro partecipazione alla “Davos russa”. Così hanno infatti deciso aziende come Goldman Sachs, PepsiCo, Morgan Stanley, Conoco Phillips, Alcoa. Ma da tempo il mondo economico tedesco preme sul governo federale contro ogni ipotesi di sanzioni dure che possano colpire comparti interi. Afferma che sarebbero a rischio fino a 300mila posti di lavoro in Germania, sebbene i rapporti economici e commerciali con la Russia siano minori di quelli con la Polonia e non siano assolutamente paragonabili alle relazioni con giganti come Cina o Brasile. Il dilemma, partecipare o no al Forum economico internazionale di San Pietroburgo con Putin come protagonista, riguarda ovviamente in modo urgente anche le molte aziende italiane impegnate in Russia.
(12 maggio 2014)
http://www.repubblica.it/economia/2014/05/12/news/russia_germania_putin_summit_san_pietroburgo-85944901/

NATO: SCUDO ANTIMISSILE IN ROMANIA PRONTO DAL 2015

 (ANSA) – BUCAREST, 15 MAG –

Il segretario di stato agli esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha dichiarato che non ci sono ritardi sulla messa a punto dello scudo antimissile di Deveselu, in Romania, che diventerà operativo nel 2015. Aurescu ha parlato a margine della conferenza internazionale sulla sicurezza ‘Globasec’ in corso a Bratislava, in Slovacchia. Per il rappresentante romeno lo scudo antimissile è una delle operazioni più importanti nel quadro della difesa strategica dell’Unione Europea e della Nato. (ANSA) YY8-QN 15-MAG-14

MESTRE: IMPRENDITORE CALZATURIERO SI SUICIDA IMPICCANDOSI NELLA PROPRIA ABITAZIONE

il tg non ve lo ha detto? Non vi vuole rattristare dando brutte notizie, meglio pensare agli acquisti di Belen.
Che a nessuno venga in mente di pensare che mentre l’economia mondiale crolla pure nel ricco nord-est succede lo stesso…guai. Si deve pensare che son tutti ricchi perché evadono oltretutto. Evadono dall’inferno nell’unico modo che conoscono, purtroppo.

On:  15 May 2014
Si è ucciso Lorenzo Meggetto, titolare dell’omonima catena di negozi di calzature diffusi in tutto il Veneto. Aveva 67 anni. Si è impiccato all’interno della sua abitazione, in via Castellana a Mestre. Il corpo senza vita è stato trovato dalla moglie, mercoledì pomeriggio. L’ipotesi che filtra, tutta da verificare, è quella di un sucidio dovuto a problemi di carattere finanziario anche se, come sempre di fronte a tragedie.(…)
http://www.crisitaly.org/notizie/mestre-imprenditore-calzaturiero-si-suicida-impiccandosi-propria-abitazione/