Maxi Processo No Tav, Castelli: “Ci fu una resistenza pacifica”

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La deputata del Movimento 5 Stelle ha detto che il 27 giugno 2011 la situazione era diventata pericolosa a causa del comportamento delle forza dell’ordine. “Fu usata una pinza meccanica molto pericolosa e vennero lanciati lacrimogeni”

Redazione 6 Maggio 2014

Questa mattina è ripreso il maxi processo ai No Tav per gli scontri avvenuti a Chiomonte il 27 giugno 2011. In aula è stata ascoltata dalla difesa Laura Castelli, deputata del Movimento 5 Stelle. Ai giudici ha dapprima spiegato come ad oggi non sia a conoscenza di un progetto esecutivo dei lavori del Tav, nonostante le sue continue richieste, fatte anche alla Presidente del Consiglio dei ministri. Questo fatto renderebbe illegale il cantiere di Chiomonte secondo i No Tav.

Quanto agli scontri del 2011, Laura Castelli ha detto che in realtà ci fu una “resistenza pacifica” da parte degli attivisti No Tav, dettata da una “situazione che diventò pericolosa” a causa di come fu sgomberato il presidio della Maddalena di Chiomonte da parte delle forze dell’ordine. In particolare la deputata grillina ha fatto riferimento all’utilizzo di una grande pinza meccanica con cui fu sgretolata una delle barricate erette. Quella macchina, ha spiegato meglio uno dei 53 imputati che ha lavorato anche per la New Holland, è una pinza meccanica così pericolosa da poter essere utilizzata solo in un ambiente circondato da transenne.

Un altro fattore sottolineato da Castelli è stato il lancio di lacrimogeni, utilizzato dalle forze dell’ordine per allontanare i presidianti dalla zona. “Le persone che ho visto io – ha risposto la deputata ad una domanda dei pm – non erano travisati

Maxi Processo No Tav, Castelli: “Ci fu una resistenza pacifica”ultima modifica: 2014-05-07T14:23:32+02:00da davi-luciano
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