Votare non serve, l’Unione Europea è una farsa

di Ida Magli – 01/05/2014

Fonte: italianiliberi

Renzi “sfida l’Europa”, come afferma il Corriere della Sera, gridando ai quattro venti che l’Italia terrà fede ai parametri di Maastricht. Se non fosse che tali affermazioni riguardano sessanta milioni di cittadini italiani troveremmo paradossale o addirittura grottesca la situazione in cui si muove il capo del governo e le leggi che promette di mettere in atto entro i prossimi mesi. Sembra, infatti, che Renzi e tutti i politici insieme a lui, si siano dimenticati che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge con la quale l’attuale Parlamento è stato eletto. Di che cosa parla, dunque, Renzi? Riformare la Costituzione mentre si è fuori dalla Costituzione? È così sproporzionato alla realtà il suo vagheggiare: ad aprile questo, a maggio quest’altro, che si finisce col lasciarsi trasportare nel mondo surreale dei suoi sogni.

È atrocemente squallido invece, e tuttavia altrettanto paradossale, l’affannarsi di tutti i politici per convincere gli italiani a votarli alle prossime elezioni europee, assicurandoli che combatteranno così contro l’euro, contro i tanto odiati burocrati di Bruxelles. Poveri italiani! Non si rendono conto che a coloro che perseguono la mondializzazione distruggendo i singoli Stati, ai veri unici Capi di cui non conosciamo il nome, l’unica cosa che serve è che i cittadini votino, riconoscendo così la validità dell’Unione europea. Non ha nessuna importanza a quale scopo votino: il “parlamento europeo” è una finzione visto che l’Unione europea non è uno Stato. Serve a fornire ricchissime poltrone ai politici, ma il trattato di Lisbona ha certificato l’impossibilità dell’Ue di diventare uno Stato. Soltanto uno Stato, ovviamente, può godere di un “parlamento”, tanto che perfino i costruttori dell’Unione europea non hanno riconosciuto al parlamento un’autonoma capacità di fare leggi. Siamo dunque, anche in Europa, nel mondo surreale di cui parlavamo a proposito di Renzi il quale infatti assicura, navigando a vele spiegate nel suo Superuranio, che si vedrà di che cosa l’Italia è capace quando assumerà con il prossimo semestre la guida dell’Europa.

In Italia, però, i politici somigliano tutti a dei piccoli e forse meno simpatici “renzi”. Mantenere la finzione rappresenta la parte più cospicua della loro attività. L’impero europeo deve continuare a esistere, o meglio a fingere di esistere agli occhi dei poveri cittadini che del trattato di Lisbona così come dei parametri di Maastricht non sanno nulla. La bandiera europea, che il trattato obbliga ad esporre soltanto nel giorno della festa dell’Europa, in Italia affianca sempre i governanti e sventola perfino sulla caserma del Comando generale dei Carabinieri, non si sa in base a quale precetto. Roma sembra la succursale di Bruxelles o di Strasburgo: è tutto uno sventolio di bandiere celesti piene di stelle che fingono l’esistenza di un Impero immaginario. Dato che non è uno Stato ma semplicemente un’organizzazione internazionale, l’Ue non può concedere nessuna cittadinanza, concessione che pertanto è illegittima; è illegittima la costituzione di una Banca estranea agli Stati come la Bce (che infatti appartiene per la sua massima parte ad azionisti privati) ed è illegittima, e dunque invalida, la cessione della sovranità monetaria ad una banca privata che i governanti italiani hanno fatto in nome dell’articolo 11 della Costituzione.

E i famosi parametri di Maastricht, quelli per i quali ci siamo svenati fin dall’inizio quando i cari Prodi, Ciampi, Amato ci esortavano a soffrire pur di poter entrare nell’eldorado dell’euro? Ebbene di quei parametri è stato detto di tutto. Ci si sono messi i maggiori economisti, banchieri, Premi Nobel d’Europa e d’America, a definirli: arbitrari, cervellotici, bislacchi, perfino “stupidi” (parola di Prodi, il quale non si vergogna mai di se stesso), ma Renzi insiste: “Dimostreremo che siamo capaci di tenervi fede”. Surreale, grottesca, folle? Non si trovano parole per descrivere la situazione di degrado logico, di straripamento da qualsiasi regola di ordine politico e sociale, di abbandono di ogni principio di realtà nel quale nuotano ormai senza sapere dove vanno politici, giornalisti, intellettuali. Esaltano l’Europa gridando: “Credo perché è assurdo”.

È indispensabile che almeno quei gruppi di cittadini che criticano le istituzioni europee, che vogliono la riappropriazione della sovranità sulla moneta e su tutto l’ambito che riguarda la Nazione e il suo territorio, non vadano a votare alle elezioni europee e convincano il maggior numero possibile di cittadini a non andarvi a causa della loro illegittimità. Bisogna che piuttosto si uniscano in un solo partito per ottenere al più presto il ritorno alla legalità con nuove elezioni e imporre nel parlamento italiano l’uscita dall’euro e dalle normative europee.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=48348

LES HORDES NEONAZIES DE KIEV FRAPPENT : MASSACRE A ODESSA.

Fabrice BEAUR pour PCN-INFO / 2014 05 03 /

avec LVDR – AFP  – Correspondance à Odessa – lucmichel.net – PCN-SPO /

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office PIH - FB massacre à Odessa (2014 05 03) FR 2

Plus de 30 morts dans les affrontements à Odessa !

Que s’est-il vraiment passé dans la grande cité portuaire de la Mer noire ?

Que vous ont caché les politiciens et les médias de l’OTAN sur le massacre perpétré par les hordes de la Junte de Kiev ???

 4 personnes ont tout d’abord été tuée et des dizaines ont été grièvement blessées dans les affrontements entre les membres de Praviy sektor (Secteur droit) et les habitants de la ville d’Odessa qui sont sortis dans les rues en soutien des membres de la milice populaire de Slaviansk. Selon les médias locaux, une bagarre a éclaté dans centre de la ville, non loin de la place Gretcheskaïa. Les manifestants en colère ont utilisé des pierres, des cocktails Molotov et des engins explosifs artisanaux pour viser le côté ennemi, armé.

 ODESSA : AFFRONTEMENT ENTRE PRO-KIEV ET PRO-RUSSES, LES VERITABLES INFOS

 Cet après-midi dans la ville portuaire d’Odessa, dans le sud-est de l’Ukraine des affrontements ont commencé entre des partisans du référendum pour l’auto-détermination et des groupes pro-Kiev. Ces derniers composés de hooligans – les mêmes qui ont organisé les pogroms anti-russes à Kharkov dimanche dernier – encadrés par la milice nazie Praviy Sektor envoyée par la Junte de Kiev ont affronté des militants pro-russes qui campent dans le centre ville d’Odessa depuis des semaines.

 Un manifestation avait commencé dans la ville quand un homme a ouvert le feu en direction des représentants du mouvement pro-russe. Immédiatement, les partisans de la fédéralisation ont voulu prendre d’assaut le bâtiment, où, selon leurs informations, se trouve le siège de “Secteur Droit”. Mais celui-ci était protégé par les forces spéciales de la police ukrainienne qui les empêchaient de pénétrer à l’intérieur. Plusieurs militants fédéralistes ont trouvé près du bâtiment une voiture remplis de cocktails molotov.

 C’est ensuite que les affrontements ont commencé. On a pu voir selon un journaliste russe des militants pro-russes traîner un policier blessé pour le soigner.

 Selon les manifestants, la milice nazie cherche à faire un gros coup, une provocation avec le soutien du “gouvernement” de Kiev. En effet, à Odessa, aussi, les putschistes ne peuvent compter sur la police pour mettre en oeuvre leur politique de guerre civile.

 Il n’y a pas que Donetsk ou Lugansk qui luttent contre le gouvernement fasciste de Kiev. Il y a aussi Odessa. Rappelons qu’il y a moins de deux semaines à Odessa a été proclamé la “République populaire de la Nouvelle Russie”. Cela vous ne l’avez pas lu dans les médias de l’OTAN …

 PHASE 2/ PRAVIY SEKTOR INCENDIE LE CENTRE VILLE D’ODESSA

 Les affrontement se poursuivent ensuite à Odessa. C’est alors la Maison des Syndicats qui est en feu. La foule de la racaille pro-Kiev et de Praviy Sektor empêche les pompiers d’aller porter secours aux gens à l”intérieur du bâtiment. On entend les activistes nazis de Praviy Sektor crier “Ne les aidez pas ! Laissez les crever !”

 L’offensive de la Junte de Kiev est donc bien globale et le choix de la guerre civile clairement assumé par la clique de fascistes soutenue par l’Occident.

 31 MORTS ASSASSINES PAR PRAVIY SEKTOR :

LA GUERRE CIVILE A COMMENCE /

 Les nazis de Praviy Sektor ont donc mis le feu à la Maison des Syndicats, un imposant bâtiment connu pour être un bastion des partisans de la fédéralisation. Ces “nazis démocrates” (selon les USA et l’UE) empêchant les pompiers de venir à l’aide des personnes pris au piège, nous avons donc à l’heure actuelle un bilan de 31 morts. Brûlés et intoxiqués, sans aide extérieure. Les sorties étant bloquées par la racaille nazie !

 L’offensive de la Junte de Kiev vient donc de perpétrer son premier massacre de masse de la guerre civile qu’elle a engagée concrètement ce vendredi 2 mai 2014. La guerre civile est son objectif car c’est la voie tracée par ses protecteurs et commanditaires de Washington et les piteux et honteux américanolâtres de l’UE, qui se font une fois de plus complices de la politique criminelle de l’impérialisme U.S.

 La Junte de Kiev et ses troupes de choc nazies de Praviy Sektor, à Slaviansk comme à Odessa, tue des civils. Le but n’est pas de reprendre le contrôle mais bel et bien d’anéantir ses “ennemis”. Le peuple n’est pas avec nous ? Il est donc contre nous. Expulsé de la communauté nationale ukrainienne, qualifié de “russe” et par ce simple fait à exterminer sans pitié. Comme en 1941-44 …

 Car la Junte de Kiev, c’est le fascisme en action. Le fascisme assassin !

Un pas vient d’être franchi en Ukraine ce vendredi 2 mai 2014. LA GUERRE CIVILE A COMMENCE !

 FB

 # PCN-TV/ ODESSA. LA MAISON DES SYNDICATS INCENDIEE PAR LES NEONAZIS DE ‚PRAVIY SEKTOR’

Odessa, ce 2 mai 2014 …

3 Video sur :

http://www.youtube.com/watch?v=VdSexaH-ggw&feature=player_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=h1b05Xkgudg&feature=player_embedded

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http://www.scoop.it/t/pcn-spo

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Ma possibile che questa roba passa sotto silenzio !?

Per Van Rompuy le elezioni europee sono superflue, tanto le decisioni si prendono altrove…
Conference on youth employment in Paris
Il Presidente del Consiglio Europeo  Herman Van Rompuy nel disinteresse degli Europei alle elezioni europee, riconosce l’istinto certo dei cittadini. In una intervista ha detto:
„la vera decisione“ avviene altrove e non in parlamento. Una tale aperta diffamazione di una presunta istituzione democratica, indica che la EU nella sua attuale struttura è un meeting- retrobottega autoritario e tale vuole restare.
Il Presidente della EU, il premio Nobel e poeta Herman Van Rompuy cosi ha detto dei suoi ricordi di una serata a Oslo: „Non scordero’ mai come Hollande ha stretto la mano della Merkel e come lei ha fatto un balzo. E’ stato un momento molto emozionante.“ (Foto: dpa)
In una intervista al Süddeutschen Zeitung il Presidente del Consiglio d’Europa,  Herman Van Rompuy ha gettato uno sguardo esausitivo sul significato che la democrazia oggi svolge nella EU. In breve: nessuno.
Nel gergo tecnocratico Van Rompuys, alla domanda, perchè c’è cosi poco interesse in Europa per le votazioni europee, ha detto:
„ C’è sempre stata scarsa partecipazione alle elezioni europee, dal 1979 ad oggi, ben prima della crisi finanziaria e della euro-crisi. I cittadini non erano cosi interessati perchè queste non hanno alcuna influenza sul loro quotidiano.“
Oggi è diverso, contrappone Van Rompuy al SZ:
„Si, l’Europa cambia il nostro quotidiano. E naturalmente il Parlamento europeo svolge un ruolo importante, se non altro da quando c’è il Trattato di Lisbona..Ma i cittadini sanno anche che le grandi decisioni non avvengono solo il Parlamento, ma anche
altrove. “
Il [quotidiano] SZ, sconvolto perchè avrebbe voluto sentire tutt’altro, ovvero che tutti come buoni democratici dovrebbero partecipare alle elezioni europee, chiede quindi: “oltrove , ma dove?“
Van Rompuy:
„Nel Consiglio d’Europa, sotto i capi di stato e di governo. Al cittadino è molto chiara questa differenza, tra il Parlamento e coloro che veramente decidono.“
(…). Van Rompuy:
„Il risultato elettorale dipende da molti altri fattori, dalle sensibilità nazionali che non hanno nulla a che vedere con l’Europa o i candidati di punta.“
(…) Van Rompuy:
„Il Trattato di Lisbona prevede che ci siano trattative. Il Consiglio d’Europa nominerà qualcuno che parla con il Parlamento. Diciamo che io quindi mi confrontero’ con i desideri del Parlamento . Il Trattato prevede anche che ho bisogno di due maggioranze . Una in Parlamento. E, cosa estremamente importante, il Consiglio farà una proposta.“
(…) alla domanda sulla crisi, cosi Van Rompuy definisce la sua visione:
„L’Europa è altro. Ci sono 28 capitali. Alcune sono piu’ importanti di altre. E ci sono le Istituzioni europee. E dipendiamo dai mercati finanziari. All’inizio della crisi abbiamo avuto spesso l’impressione che i mercati fossero anch’essi nello spazio, in cui abbiamo fatto delibere…“
Questo significa che i popoli d’Europa non sono stati in quello spazio in cui i politici, i cui nomie le cui funzioni i cittadini spesso non conoscono,  hanno deciso il destino dei cittadni europei. I mercati, invece, da cui dipende la EU, hanno mostrato una forte presenza.
Il motivo di cio’ sta nel fatto che la EU nella sua forma presente non è altro che un sindacato lobbistico per i complessi partitici che agiscono a livello internazionale
Il modello del business sta nel fatto di illudere i cittadini di essere loro stessi a decidere del loro destino.
E per fare questo senza lavorare e affaticarsi troppo,  si è riunito il  cartello dei partiti dell’industria finanziaria. Insieme azionano il motore del debito: i complessi partitici si fanno finanziare i loro debiti dalle banche e per questo i “mercati” sono “nello spazio” se la faccenda si fa dura.
Bisogna lodare Van Rompuy, il burocrate di legno che in Europa non avrebbe mai l’1% dei voti dei cittadini, per saper menare il can per l’aia. Il Parlamento EU non serve alla formazione delle volontà democratiche in Europa. E’ una riserva aggiuntiva delle Spa partitiche perchè per esprimere un “desiderio” al Consiglio, non servono 751 funzionari.
Nella logica di Van Rompuys basterebbe infatti che 28 parlamenti delle nazioni avessero un voto non vincolante, come quello del mostruoso Parlamento europeo.
Quindi si risparmierebbe denaro al contribuente europeo che potrebbe darlo per le cose per cui desidererebbe decidere privatamente, senza una tutela statale
(…) la frase di Herman Van Rompuys: “al cittadino è molto chiara la differenza tra il Parlamento e coloro che veramente decidono…“ è un appello al non voto che non ha bisogno di frivolezza dialettica.
Chi va a votare si rende scimmia, dato che gli viene chiarito prima del voto che il suo voto non vale nulla. Chi non va, rafforza tuttavia la frazione dei tecnocrati nella EU.
traduzione e sintesi dalla fonte:

Van Rompuy hält EU-Wahl für überflüssig: „Entschieden wird woanders“

Deutsche Wirtschafts Nachrichten  |  23.04.14, 00:32  |  294 Kommentare

EU-Ratspräsident Herman Van Rompuy erkennt im Desinteresse der Europäer an der EU-Wahl den sicheren Instinkt der Bürger. In einem Interview sagte er, „wirklich entschieden“ werde anderswo und nicht im Parlament. Eine solch offenherzige Diffamierung einer vorgeblich demokratischen Institution zeigt: Die EU ist in ihrer aktuellen Struktur eine autoritäre Hinterzimmer-Veranstaltung – und will das auch bleiben.

EU-Präsident, Friedensnobelpreisträger und Poet Herman Van Rompuy über seine Erinnerungen an einen Abend in Oslo: „Ich werde nie vergessen, wie Hollande die Hand von Merkel ergriffen hat und sie aufgestanden sind. Das war ein sehr bewegender Moment.“ (Foto: dpa)

EU-Präsident, Friedensnobelpreisträger und Poet Herman Van Rompuy über seine Erinnerungen an einen Abend in Oslo: „Ich werde nie vergessen, wie Hollande die Hand von Merkel ergriffen hat und sie aufgestanden sind. Das war ein sehr bewegender Moment.“ (Foto: dpa)

In einem Interview mit der Süddeutschen Zeitung gab der scheidende Ratspräsident Herman Van Rompuy einen aufschlussreichen Einblick in die Bedeutung, die dieDemokratie in der EU heute spielt.

Kurz gefasst: Keine.

Im Technokraten-Jargon Van Rompuys, zum Mitschreiben:

Der Ratspräsident sagte auf die Frage, warum sich kaum einer in Europa für die Europawahl interessiere:

Es gab immer geringe Wahlbeteiligungen, von 1979 bis heute, also lange vor der Finanzkrise und auch vor der Euro-Krise. Die Bürger waren nicht so interessiert, weil es ihr tägliches Leben nicht beeinflusst hat.“

Das sei heute anders, entgegnet die SZ. Van Rompuy:

„Ja, Europa verändert unseren Alltag. Und natürlich spielt das Europäische Parlament eine wichtige Rolle, spätestens seitdem der Lissabon-Vertrag gilt. Aber die Bürger wissen auch, dass die großen Entscheidungen nicht nur im Parlament fallen, sondern auch woanders.

Die SZ, aufgeschreckt, weil sie eigentlich lieber hätte hören wollen, dass doch alle als gute Demokraten zur EU-Wahl gehen sollten, fragt nach: „Nämlich wo?“

Van Rompuy:

„Im Europäischen Rat, unter den Staats- und Regierungschefs. Dieser Unterschied zwischen dem Parlament und denen, die wirklich entscheiden, ist den Bürgern sehr klar.“

Die SZ fragt, ob der Spitzenkandidat einer der großen Parteien die besten Chancen habe, Kommissionspräsident zu werden.

Es ist Van Rompuy hoch anzurechnen, dass er den ganzen Popanz um einen „Wahlkampf“ von zwei Spitzenkandidaten, die eine demokratische Wahl schlagen, bei der die Bürger wenigstens indirekt das Recht haben, mitzubestimmen, ins Reich der Träume verweist. Er hält nichts von der Idee der Spitzenkandidaten, weil sich die EU-Bürger gar nicht für das EU-Parlament interessieren. Van Rompuy:

„Ich bin kein begeisterter Anhänger dieser Idee mit den Spitzenkandidaten. Das wird, vorsichtig gesagt, das Verhalten der Wähler nicht groß beeinflussen. Der Wahlausgang hängt von vielen anderen Faktoren ab, von nationalen Sensibilitäten, die nichts mit Europa oder Spitzenkandidaten zu tun haben.“

Sodann schildert Van Rompuy, wie der Kommissionspräsident wirklich bestellt wird. Die SZ fragt: „Sie haben die Chefs (der Parteien, vermutlich meint die SZ nur die großen, Anm.d.Red.) zum Abendessen eingeladen, zwei Tage nach der Wahl. Wird der Kommissionspräsident zwischen den Gängen ausgehandelt?“

Van Rompuy:

„Der Lissabon-Vertrag sieht vor zu verhandeln. Der Europäische Rat wird also jemanden bestimmen, der mit dem Parlament redet. Dann werde ich mit den, sagen wir mal, Wünschen des Parlamentes konfrontiert. Der Vertrag schreibt allerdings vor, dass ich zwei Mehrheiten brauche. Eine Mehrheit im Parlament. Und, ganz wichtig, der Rat wird einen Vorschlag machen.“

Bei der Ernennung seien ganz andere Kriterien wichtig als die Frage, ob jemand eine Mehrheit bei den Wählern hat. Van Rompuy:

„Es ist vollkommen egal, ob der Kandidat ein Deutscher ist. Es stellen sich ganz andere Fragen, etwa: Kann ein Politiker aus dem SüdenKommissionschef werden? Oder aus einem Land, das den Euro-Rettungsschirm gerade verlassen hat? Kann es ein Kandidat aus einemNicht-Euro-Land sein? Und vergessen Sie nicht, dass wir ein ausgeglichenes Verhältnis zwischen Männern und Frauen wollen.“

Van Rompuy offenbarte sich an einer anderen Stelle mit einem Detail, das viel über die Wirkungsweise der EU aussagt. Befragt über die Krise, definierte Van Rompuy seine Sicht auf die EU:

„Europa ist anders. Sie haben 28 Hauptstädte. Manche sind wichtiger als andere. Und Sie haben die europäischen Institutionen. Und wir hängen ab von den Finanzmärkten. Am Anfang der Krise hatten wir oft den Eindruck, die Märkte seien mit in dem Raum gewesen, in dem wir Beschlüsse gefasst haben…“

Das bedeutet: Die Völker Europas sind nicht in dem Raum gewesen, in dem Politiker, deren Namen und Funktionen die meisten der betroffenen Bürger gar nicht kennen, über das Schicksal der EU-Bürger entschieden haben. Aber die Märkte, von denen die EU „abhängt“, haben eine starke Präsenz gezeigt.

Der Grund dafür liegt darin, dass die EU in ihrer gegenwärtigen Form nichts anderes ist als ein großer Lobbyverein für die international agierenden Parteienkonzerne. Deren Geschäftsmodell besteht darin, den Bürgern vorzugaukeln, sie selbst könnten über ihr Schicksal bestimmen. Um dies möglichst ohne Arbeit und Anstrengung zu bewerkstelligen, hat sich das Kartell der Parteien mit dem Kartell der Finanzindustrie zusammengeschlossen. Sie betrieben gemeinsam den Turbo-Vertrieb von Schulden: Die Parteien-Konzerne lassen sich ihre Schulden von den Banken finanzieren, dafür sind „die Märkte“ mit im Raum, wenn es hart auf hart kommt.

Man muss Van Rompuy, den hölzernen Bürokraten, den in Europa niemals mehr als 1 Prozent der Bürger wählen würde, dafür loben, dass er nicht um den heißen Brei herumredet. Das EU-Parlament dient nicht der demokratischen Willensbildung in Europa. Es ist ein zusätzliches Versorgungsreservoir für die Parteien-AGs(Mathew D. Rose). Denn um einen „Wunsch“ an den Rat zu richten, braucht man keine 751 Abgeordneten.

In der Logik Van Rompuys würde es nämlich reichen, wenn die 28 nationalen Parlamente ein Votum hätten – das genauso wenig bindend ist wie das des monströsen EU-Parlaments.

Doch dann würde man dem europäischen Steuerzahler Geld sparen, und er könnte es für Dinge ausgeben, über die er privat entscheiden möchte, ganz ohne staatliche Bevormundung. Das wäre jedoch ein fundamentaler Verstoß gegen dasGeschäftsmodell der Parteien-Konzerne. Sie haben sich nämlich nicht nur die einzelnen Nationen Europas unter den Nagel gerissen. Sie haben ihren eigenen Bürgern eingeredet, dass es zu vollkommenen Glück auch den „Überbau“ eines EU-Parlaments geben müsse.

So kommen die Parteien in den Genuss ihres „vollkommenen Glücks“: Sie können herrschen, ohne kontrolliert zu werden. Sie können Verordnungen erlassen, für die sie als Industrie-Lobbyisten wieder kassieren – und keiner kann es ihnen nachweisen. Sie können „Deals“ abschließen, über die niemand erfährt, solange die Deals verhindert werden könnten (wie etwa die Freihandelsabkommen). Sie können sogar Krieg spielen, wie in der aktuellen Ukraine-Krise. Und die Parteien-Konzerne können alle Kritiker ihrer Machenschaften mundtot machen mit dem Hinweis auf das EU-Parlament, das sie den Wählern als Vorzeige-Institution der europäischen Demokratie andrehen wollen.

Herman Van Rompuys: „Dieser Unterschied zwischen dem Parlament und denen, die wirklich entscheiden, ist den Bürgern sehr klar.“ – ist ein Wahlaufruf, der andialektischer Frivolität nicht zu überbieten ist.

Denn: Wer hingeht und wählt, macht sich zum Affen – weil ihm vor der Wahl erklärt wurde, seine Stimme sei wertlos. Wer nicht hingeht, bestärkt jedoch die Technokraten-Fraktion in der EU. Sie werde die schlechte Wahlbeteiligung zu ihren Gunsten umdeuten und sagen: „Die Leute in Europa sind so intelligent! Sie wissen, dass das Parlament nichts ausrichten kann. Der Unterschied zwischen dem Parlament und denen, die wirklich entscheiden, ist den Bürgern sehr klar. Lasst uns machen im Hinterzimmer, das ist für alle das Beste…“

Vor vielen Jahrzehnten hat der Niedergang der Demokratie damit begonnen, dass das Parlament als „Quatschbude“ diffamiert wurde.

Doch mit historischen Barbaren kann der feinsinnige Ratspräsident (“Wenn ich mein Büro verlasse, bin ich nicht von Feinden umgeben“) Herman Van Rompuy nicht verglichen werden.

Die SZ fragte den Präsidenten: „Waren sie mal richtig glücklich, dieses Amt zu haben?“

Van Rompuy antwortet wörtlich (Achtung, das ist jetzt keine berüchtigte DWN-Satire):

„Das war im Rathaus in Oslo, als wir den Friedensnobelpreis für die Europäische Union entgegengenommen haben. Ich hätte mir viele Sachen im Leben ausmalen können, aber das nicht. Ich werde nie vergessen, wie Hollande die Hand von Merkel ergriffen hat und sie aufgestanden sind. Das war ein sehr bewegender Moment.“

Tränen.
Vorhang.
Aquavit.

BAMBINI DI FALLUJA – L’OSPEDALE DEGLI ORRORI

Ogni volta che andate a fare un presidio contro qualche ambasciata indicata da Wasghinton per “invocare un intervento umanitario”, “per fermare le atrocità del dittatore”, sappiate che non basta poi emettere un comunicato che non si è né con la Nato né con il “dittatore indicato dagli Usa”. SI è complici di questi genocidi, senza ipocrisie.
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DI ROBERT FISK
 
independent.co.uk
 
Bambini nati morti, handicap, deformazioni troppo raccapriccianti da descrivere  – quali sono le bugie che si nascondono dietro l’angoscia del Fallujah General Hospital?
 
Le foto scorrono sullo schermo, in un piano alto del Fallujah General Hospital (Policlinico di Fallujah). E, di colpo, l’ufficio amministrativo di Nadhem Shokr al-Hadidi si trasforma in una piccola camera degli orrori. Un neonato con una bocca terribilmente deformata . Un altro con una malformazione del midollo spinale, con materia midollare che fuoriesce dal corpicino. Un neonato con uno spaventoso, enorme occhio da ciclope. Un altro neonato, con solo mezza testa, nato morto come i precedenti, data di nascita 17 giugno 2009. Un’altra foto passa sullo schermo: data di nascita 6 luglio 2009, mostra un minuscolo neonato con solamente un mozzicone del braccio destro, del tutto privo della gamba sinistra e senza genitali.
 
“Assistiamo continuamente a scene del genere”, dice Al-Hadidi, quando un medico donna entra nella stanza e volge lo sguardo verso lo schermo. Ha fatto nascere alcuni di questi bambini nati morti. “In tutta la mia carriera, non ho mai visto niente di così raccapricciante”, dice tranquillamente. Al-Hadidi risponde al telefono, accoglie i visitatori nel suo ufficio, ci offre del tè con i biscotti mentre queste immagini da brivido si materializzano sullo schermo. Ho chiesto di poter vedere queste fotografie per assicurarmi che i bambini nati morti, con le loro deformità, fossero reali. C’è sempre un lettore o uno spettatore che, sottovoce, grida alla “propaganda”.
 
Ma le fotografie rappresentano una schiacciante, orribile ricompensa a tali dubbi. 7/1/2010: un bambino con la pelle sbiadita, giallognola e le braccia deformi. 26/4/2010: una massa grigia su un lato della testa del bambino. Un dottore accanto a me parla di “Tetralogia di Fallot”, un difetto del setto interventricolare. 3/5/2010: una creatura dall’aspetto di una rana in cui – commenta il medico appena entrato nella stanza – “è come se tutti gli organi addominali cercassero di uscire dal corpo”.
 
È troppo. Le fotografie sono eccessivamente crude; incarnano un dolore e una angoscia che ne rende la visione, per lo meno ai poveri genitori, impossibile. In poche parole, non possono essere pubblicate.
 
L’atteggiamento dei medici di Falluja è molto pratico. Sono consapevoli che la loro tragedia non ci è ignota. Infatti, le deformità dei bambini di Fallujah non rappresentano una novità. Già altri corrispondenti – tra cui il mio collega Patrick Cockburn – hanno visitato Falluja per denunciare quel che sta accadendo. Quel che è veramente vergognoso è che queste deformità si ripetono senza alcun tipo di monitoraggio o controllo. Un medico di Fallujah, una ostetrica formatasi in Gran Bretagna, dove ha acquistato a sue spese uno scanner da 79.000 sterline per la rilevazione prenatale delle anomalie congenite destinato alla sua clinica privata – e che è rientrata a Fallujah solo cinque mesi fa – mi dice il suo nome e mi domanda perché il Ministero della Salute a Baghdad non promuova una approfondita indagine ufficiale sui bambini deformi di Fallujah.
 
“Sono andata ad incontrare il ministro”, dice. “Diceva che avrebbe creato un comitato. Sono andata ad incontrare il comitato. Non hanno fatto nulla. Non sono riuscita ad ottenere alcun tipo di risposta”. Più tardi, ventiquattro ore dopo, la stessa donna inviava un messaggio ad un mio amico, un altro medico iracheno, in cui mi chiedeva di voler restare anonima.
 
Nonostante il numero di bambini nati morti di Fallujah sia altissimo, il personale medico presso il Policlinico di Fallujah dimostra la propria onestà invitando ripetutamente a non formulare conclusioni avventate.
 
“Ho fatto nascere io quel bambino”, dice l’ostetrica mentre l’ennesima immagine raccapricciante viene proiettata sullo schermo. “Non credo che questo abbia qualcosa a che vedere con le armi americane . I genitori erano parenti stretti. I matrimoni tribali qui in Iraq coinvolgono parecchie famiglie che hanno tra loro legami di sangue. Bisogna riconoscere che se una madre partorisce in casa un neonato nato morto a causa di simili malformazioni, l’evento non ci viene affatto segnalato, ed il bambino verrà sepolto senza che se ne sappia nulla”.
 
Le fotografie proseguono sullo schermo. 19/1/2010: un bambino con arti minuscoli, nato morto. Un bambino nato il 30/1/2010, con labbro leporino e palatoschisi, ancora in vita , un buco nel cuore, un difetto facciale, che necessitava di cure ecocardiografiche. “Il labbro leporino e la palatoschisi sono anomalie congenite abbastanza comuni”, dice tranquillamente la dottoressa Samira Allani. “Ma è l’aumento della frequenza che è allarmante”. La dott.ssa Allani cita una ricerca su “l’aumento della diffusione delle deformazioni alla nascita” a Fallujah, uno studio su quattro padri di famiglia “con due sole linee di discendenza”. I difetti cardiaci congeniti , dice il documento, hanno raggiunto “cifre senza precedenti ” nel 2010.
 
Le cifre continuano a crescere. Proprio mentre stiamo parlando, un infermiere viene a chiamare la dott.ssa Allani. Immediatamente andiamo nella sala parto dell’ospedale; ci mostra il corpicino di un bambino, dentro un’incubatrice, nato appena da 24 giorni. Zeid Mohamed è ancora troppo giovane per sorridere; dorme sotto lo sguardo della madre, al di là del vetro. La madre ha acconsentito affinchè io potessi vedere il suo bambino. Suo padre è una guardia di sicurezza, la coppia si è sposata tre anni fa. Nelle loro famiglie di provenienza, non vi è mai stato alcun caso di deformazione alla nascita. Ma Zeid ha solo quattro dita su ciascuna delle sue manine.
 
Negli archivi informatici della dott.ssa Allani si trova circa un centinaio di Zeids. Chiede ad un altro medico di convocare alcuni genitori. Saranno disposti a parlare con un giornalista? “Vogliono sapere cosa è successo ai loro figli”, dice . “Meritano una risposta”. Ha ragione. Ma né le autorità irachene, né gli americani, né gli inglesi – marginalmente coinvolti nella seconda battaglia di Fallujah, in cui hanno perso quattro uomini – né alcuna delle più importanti ONG, appaiono disposti ad aiutare, o in grado di farlo.
 
Quando i medici cercano di ottenere dei finanziamenti la ricerca, capita che a volte si rivolgono a organizzazioni che hanno un preciso orientamento politico. Lo studio della Dott.ssa Allani, ad esempio, ha ricevuto finanziamenti dal “Kuala Lumpur Foundation to Criminalise War” (Fondazione malese per mettere al bando la guerra)  – un’entità che in maniera appena marginale si oppone all’uso di armi da guerra statunitensi  a Fallujah. Anche questo, temo, è parte della tragedia di Fallujah.
 
L’ostetrica che mi ha chiesto di restare anonima parla sconsolata della mancanza di attrezzature e di formazione. “Difetti cromosomici – come la sindrome di Down – non possono essere corretti in uno stadio prenatale. Ma siamo in grado di trattare un’infezione fetale, e possiamo correggerla grazie al semplice prelievo di un campione di sangue del bambino e della madre. Ma nessun laboratorio qui a Fallujah possiede le apparecchiature adatte. Una semplice trasfusione di sangue è ciò che serve a prevenire il verificarsi dell’infezione. Certo , ciò non risponderebbe ancora alle nostre domande: perché l’incremento degli aborti, perché l’aumento dei bambini nati morti, perché l’aumento delle nascite premature?”
Il dottor Chris Busby , professore esterno proveniente dall’Università dell’Ulster, che ha esaminato  circa 5.000 persone a Fallujah, confessa che è impossibile precisare la causa dei difetti alla nascita, così come quella dei tumori. “Alcune forti esposizioni ad agenti mutageni sono sicuramente avvenute nel 2004, quando si avvennero i bombardamenti”, ha scritto due anni fa. Il report del dottor Busby, redatto in collaborazione con Malak Hamdan ed Entesar Ariabi, afferma che la mortalità infantile a Falluja è pari ad 80 su ogni 1.000 nati, rispetto ai 19 in Egitto, 17 in Giordania e solo 9,7 in Kuwait.
Un altro dei medici di Fallujah mi dice che l’unico contributo che hanno ricevuto dal Regno Unito proviene dal dottor Kypros Nicolaides, primario in medicina fetale presso il King’s College Hospital. Dirige un ente di beneficenza, la Foetal Medicine Foundation (Fondazione per la medicina fetale), che ha già formato uno dei medici di Fallujah. Lo contatto. È carico di rabbia.
 
“A mio avviso, l’aspetto da incriminare maggiormente di tutto questo è che, durante la guerra, né il governo inglese né quello americano son stati capaci di recarsi da Woolworths (centro commerciale, ndr) ad acquistare dei computer con cui poter documentare le morti in Iraq. Esiste una pubblicazione Lancet in cui si stima che il numero dei morti durante la guerra si aggiri intorno ai 600.000. Eppure le potenzeoccupanti (USA e Gran Bretagna) non hanno avuto la decenza di dotarsi di un computer del valore di anche solo 500 sterlinein modo da dire “questo corpo è ci è stato portato oggi e questo era il suo nome”.
 
Ora sapete che esiste un paese arabo che ha un numero di malformazioni o tumori maggiore di quello dell’Europa intera e avete bisogno di un adeguato studio epidemiologico. Sono sicuro che queste deformazioni sono in relazione con l’uso di armi da parte dei soldati americani. Ma ora abbiamo un “Dio sa quale” governo in Iraq e non disponiamo di alcuno studio epidemiologico. Chiudere gli occhi è molto facile per chiunque – tranne che per qualche professore pazzoide e sensibile come me che, da Londra, cerca di fare qualcosa”.
 
Nell’ufficio di al-Hadidi, le fotografie vanno al di là delle parole. Come si può anche solo immaginare di descrivere un bambino nato morto, con una sola gamba e la testa che misura quattro volte la taglia del suo corpicino?
 
Robert Fisk
 
 
 
26.04.2014
 
Traduzione a cura di ROBICH per www.Comedonchisciotte.org
 

Violentata e picchiata per ore: arrestato l’ex fidanzato marocchino

un’altra brutale e vile aggressione ai danni di una donna, ma non se ne deve parlare. L’aggressore è straniero e sarebbe razzismo. La vittima donna? Chi se ne frega, una “diversamente” vittima.

venerdì, 2, maggio, 2014
 
Dopo mesi di litigi e violenze decide di troncare con il fidanzato, che le dà un appuntamento, la costringe ad assumere psicofarmaci e poi la picchia e la violenta per ore. La terribile vicenda si è consumata a Cisterna, in provincia di Latina. L’uomo, un marocchino di 37 anni, è stato arrestato nei pressi della stazione Termini di Roma. Dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata e sequestro di persona.
Mesi di litigi e minacce – La vittima ha raccontato alla polizia di aver troncato la relazione dopo mesi di litigi e violenze anche a scopo di rapina. L’uomo, non contento, ha però continuato a minacciarla, arrivando persino a forzare la porta del suo appartamento. Il triste epilogo della vicenda è avvenuto giovedì sera, quando la donna ha accettato di incontrare il suo aguzzino nei pressi delle stazione ferroviaria di Cisterna, non prima di aver avvisato un’amica chiedendole di chiamare aiuto.
La folle violenza dell’uomo si è conclusa quando è arrivato il fratello della vittima, che è stata poi soccorsa. La fuga del 37enne marocchino, invece, è terminata con l’arresto alla stazione Termini di Roma.
http://www.imolaoggi.it/2014/05/02/violentata-e-picchiata-per-ore-arrestato-lex-fidanzato-marocchino/

Le banche italiane non restituiscono i soldi alla Bce

venerdì, 2, maggio, 2014
 
2 magg – Al 23 aprile, le banche italiane avevano restituito alla Bce solo “79 mld, corrispondenti al 31% dell’importo iniziale, contro il 62% degli altri Paesi dell’area”. ”La decisione della Bce di estendere almeno fino a luglio del 2015 la procedura di piena aggiudicazione dei fondi consente alle banche di programmare una graduale strategia di rientro -continua Bankitalia-. Nostre stime indicano che, se si protraessero le recenti favorevoli condizioni dei mercati della provvista e dei titoli di Stato, le banche italiane avrebbero a disposizione scorte di attivita’ liquide sufficienti per riportare l’indebitamento con l’Eurosistema sui livelli precedenti la fase acuta della crisi del debito sovrano”.
 
In ogni caso, ”le valutazioni sulle maggiori banche italiane ricavate dagli indicatori di mercato sono in netto miglioramento dalla fine del 2013, in seguito alla riduzione degli spread sovrani e ai piani di rafforzamento patrimoniale”. ”Tra novembre dello scorso anno e la metà di aprile, i credit default swap (CDS) bancari sono diminuiti in media di 127 punti base e i corsi azionari sono cresciuti del 20 per cento; -continua Bankitalia- nello stesso periodo per la media delle principali banche europee i CDS si sono ridotti di 47 punti base e i corsi azionari sono aumentati dell’11 per cento”.

MOSCOU CONDAMNE L’AGRESSION MILITAIRE DE KIEV CONTRE SON PEUPLE

# PCN-SPO / avec LVDR – lucmichel.net / 2014 04 02 /

KREMLIN / KIEV ASSUMERA LA RESPONSABILITE DE L’OPERATION PUNITIVE (PESKOV) 

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Les responsables politiques de Kiev qui ont pris la décision de mener l’opération punitive dans l’est de l’Ukraine, en seront inévitablement tenus pour responsables, et avant tout, devant leur peuple, a indiqué vendredi le porte-parole du président russe Dmitri Peskov.

Les militaires ukrainiens ont commencé ce vendredi matin l’assaut de la ville de Slaviansk (région de Donetsk) en utilisant les milices néonazies, l’aviation et les blindés. L’opération a déjà fait plusieurs victimes. A Moscou, les actions de Kiev ont été qualifiées « d’opération punitive qui détruit réellement le dernier espoir de réalisation des accords de Genève sur la désescalade des tensions en Ukraine ».

 MOSCOU EXHORTE KIEV A CESSER L’OPERATION DANS L’EST DU PAYS

Moscou exige que Kiev mette fin à l’« opération punitive » menée dans la ville de Slaviansk (est) et renonce à toute violence à l’encontre du peuple ukrainien, a annoncé ce vendredi le ministère russe des Affaires étrangères.

« La Russie est indignée par le lancement à Slaviansk d’une opération militaire punitive impliquant des terroristes de Praviy Sektor et d’autres organisations ultranationalistes », lit-on dans un communiqué ministériel. La Russie demande à l’Occident de « renoncer à la politique destructrice à l’égard de l’Ukraine » et exige que les autorités de Kiev cessent leur « opération punitive » et libèrent les « prisonniers politiques ».

« Comme nous l’avons à plusieurs reprises indiqué, le recours aux forces armées contre son propre peuple constitue un crime et pousse l’Ukraine à la catastrophe », poursuit le ministère.

 KH

MERCENAIRES US A SLAVIANSK / INFO EXCLUSIVE

LUCMICHEL.NETavec LVDR – PCN-SPO / 2014 04 02 /

LES MERCENAIRES DE BLACWATER/ACADEMI EN UKRAINE.

SLAVIANSK : DES ETRANGERS PARLANT ANGLAIS PARTICIPENT A L’OFFENSIVE (AUTODEFENSE)

 « Des soldats étrangers parlant anglais entre eux participent à la deuxième phase de l’opération spéciale des forces de l’ordre ukrainiennes au sud-est de l’Ukraine », a indiqué le porte-parole de l’Etat-major des forces d’autodéfense de Slaviansk.

« En utilisant la liaison radio, nos soldats ont entendu des personnes communiquer en anglais à plusieurs reprises », a indiqué le représentant, ajoutant qu’il s’agit « d’une preuve de la participation des ressortissants étrangers à l’opération punitive menée à Slaviansk. »

Conseillers militaires occidentaux et mercenaires vraisemblablement …

 QUE SAIT-ON DES MERCENAIRES OCCIDENTAUX EN UKRAINE ?

 Relire l’interview de Luc MICHEL sur LA VOIX DE LA RUSSIE, qui une fois de plus annonçait l’info dès le 14 avril :

« Les mercenaires étrangers renforcent la puissance militaire de Kiev ».

Interview Audio recueillie par Igor Yazon.

http://french.ruvr.ru/radio_broadcast/5646129/271199910/

 Voici ce qu’en disait LVDR : « Depuis fin février on voyait dans les reportages télévisés de l’Euromaïdan à Kiev des jeunes gens en uniforme inconnue en Ukraine couleur de sable, équipés de fusils d’assaut qui ne ressemblaient pas aux « kalachnikovs » avec leurs grands sacs. Ils figuraient parmi les rebelles du Praviy sector. Ils ne parlaient ni russe ni ukrainien. Les experts supposaient que c’étaient des mercenaires étrangers. Ils ont eu raison. En effet, près de 300 soldats de la société militaire privée « Greystone Limited », filiale du « Xe Services LLC », ex « Blackwater USA », participent aux opérations dans les points les plus chauds en Ukraine. »

« Qui a appelé ces entreprises en Ukraine et qui paye leurs services ? »

 KH / PCN-SPO

Aldrovandi, Sap plaude agenti. Renzi alla madre: ‘Indegno’

http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2014/04/29/aldrovandi-lungo-applauso-per-agenti-condannati_9b57b66e-2040-4d35-b9ac-d0c630b1f035.html

La Cassazione li condannò a tre anni e sei mesi, per loro standing ovation al Congresso del sindacato autonomo di Polizia. Pansa: ‘Comportamento offensivo’. Alfano: ‘Gesto gravissimo’. Ma il sindacato relica: ‘Per i colleghi un danno infinito’

Circa cinque minuti di applausi e delegati in piedi alla sessione pomeridiana del Congresso nazionale del Sap, il sindacato autonomo di Polizia, per tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte del 18enne Federico Aldrovandi durante un controllo il 25 settembre del 2005 a Ferrara: Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani.

I tre agenti presenti al congresso del Sa, sono stati condannati dalla Corte di Cassazione il 21 giugno del 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, tre anni dei quali coperti dall’indulto. Oltre ai tre poliziotti presenti al congresso riminese, nel caso Aldrovandi era coinvolta anche un’altra poliziotta, Monica Segatto. I quattro hanno trascorso alcuni mesi in carcere.

“E’ terrificante, mi si rivolta lo stomaco” ha detto a caldo Patrizia Moretti, madre di Federico. “Cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? E’ estremamente pericoloso”.

Matteo Renzi le ha telefonato per esprimerle solidarietà per “l’indegna vicenda” accaduta al congresso del Sap. Alla solidarietà del premier si sono associati i vicesegretari del Pd, Deborah Serracchiani e Lorenzo Guerini, che hanno espresso totale vicinanza alla signora Patrizia.

Il capo dello polizia Alessandro Pansa esprime “vicinanza e solidarietà” alla madre di Federico Aldrovandi “non riconoscendosi in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell’operato delle donne e degli uomini della polizia”.

Per il ministro dell’Interno, Alfano, “Gli applausi sono un gesto gravissimo e inaccettabile che offende la memoria di un ragazzo che non c’è più e rinnova il dolore della sua famiglia. Applausi che danneggiano la polizia e il suo prestigio”.

Ma il sindacato, per bocca del neosegretario generale, Gianni Tonelli,  replica: “L’onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito.Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito”.

Condanna No Tav in cella per terrorismo

http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2014/04/29/condanna-no-tav-in-cella-per-terrorismo_078d1f02-cba1-41e2-96e5-8c4d85c3a394.html

In processo per mancato rispetto foglio di via da Valle Susa

(ANSA) – TORINO, 29 APR – Un mese di arresto è la condanna inflitta oggi a Torino a Niccolò Blasi, uno dei 4 anarchici No Tav in carcere per terrorismo. In questo processo era accusato del mancato rispetto, nel 2011, di un foglio di via che gli impediva di andare in Val Susa; stessa pena è stata inflitta all’altra imputata, Fabiola D.C. Blasi è detenuto ad Alessandria. Nel corso dell’udienza i molti compagni fra il pubblico hanno scambiato qualche parola con lui e alla fine lo hanno salutato gridando “libertà”.