La mannaia di Renzi sull’agricoltura

Imu sui terreni agricoli in collina e montagna ma anche un cambio del regime fiscale per la produzione di energie rinnovabili da parte delle aziende agricole
 
Roma, 28 aprile 2014
Spulciando i vari titoli del decreto legge Irpef varato dal Consiglio dei ministri il 19 aprile, e attualmente alla firma del Presidente della Repubblica, si scopre come in politica l’inganno sia spesso malcelato con parole adulterate. Ed è proprio come in un gioco di prestigio che Renzi e il suo esecutivo si giocano la propria reputazione: rendere verosimile per la gente ciò che invece non esiste in natura.
 
Così succede che dietro alle roboanti promesse – leggasi lo sbandierato bonus di 80 euro di cui abbiamo recentemente svelato una parte dell’inganno in data 21 aprile – ci sia sempre il gioco di prestigio che consiste nel far apparire dei soldi da una parte facendoli sparire dall’altra.
 
All’interno del nostro decreto legge preso in esame troviamo così che del miliardo di euro di tagli alle agevolazioni alle imprese, ben 600 milioni riguarderanno il settore primario: l’agricoltura. L’Imu verrà introdotta sui terreni agricoli collinari e montani (3/4 della superficie nazionale agraria secondo le stime de Il Sole24 Ore), verrà rivisto al ribasso il regime fiscale agevolato per le rinnovabili legate all’agricoltura e non per ultimo, l’introduzione dello spesometro che si tradurrà in un ulteriore aggravio per tutte quelle piccole imprese agricole con un volume di affari inferiore agli 8000 euro annui.
 
Tradotto in soldoni e facendo una veloce simulazione, togliendo le esenzioni Imu sui terreni agricoli collinari e montani, un imprenditore di media piccola grandezza per ogni 1000 euro di Irpef versata dovrà versarne altrettanti di Imu. Per la serie: come ti raddoppio le imposte dirette sbandierando un bonus di poche decine di euro ad altre categorie produttive.
 
Anche sul terreno delle rinnovabili il governo Renzi si è mosso come un elefante in una cristalleria. Lo Stato dopo aver incentivato per anni questa forma di produzione energetica, di colpo cambia registro riscrivendo le regole fiscali. Una scorrettezza che si veste di beffa soprattutto per quegli imprenditori agricoli che ancora oggi si stanno sobbarcando mutui pluriennali puntando nel settore delle energie pulite.
 
Interessante constatare come le parole più dure siano state espresse da Riccardo Illy, arcinoto vicepresidente dell’azienda di famiglia, nonché da sempre vicino all’area del Partito Democratico. In un comunicato stampa, peraltro ripreso in toto dal sito di Confagricoltura, il noto imprenditore si scaglia contro il decreto Irpef e il governo Renzi: “Il Governo Renzi ha annunciato che gli sgravi Imu di cui beneficiavano gli immobili rurali di collina e di montagna saranno aboliti o ridotti per reperire le risorse necessarie a coprire altre misure volte a sostenere i redditi più bassi. Già il Governo Monti ci aveva provato ed era toccato poco dopo a Letta ripristinare gli sgravi. In comune i Governi Monti e Renzi hanno soprattutto due cose; la fretta e l’inesperienza. Le quali, se assommate all’arroganza (di chi pensa che prima di lui ci fossero solo disonesti e incapaci) che ha contraddistinto il primo e che speriamo non contagi il secondo dei due Governi, può portare a commettere gravi errori”. Illy ha poi proseguito affermando che: “In tutta Europa (anzi in tutto l’Occidente) gli agricoltori sono favoriti perché svolgono due ruoli; quello di produttori del settore primario e quello, implicito ma meno noto, di manutentori del territorio. Senza l’agricoltura oltre a mancare il cibo avremmo ancora immense paludi e un territorio ancora più fragile per l’assenza di opere di canalizzazione delle acque e di consolidamento dei versanti instabili”.
 
Sicuramente dettagliata e oculata la critica di Riccardo Illy, anche perchè la mannaia renziana ricade su di un settore che tra balzelli, e imposizioni eurocratiche parte già ampiamente svantaggiato rispetto ai produttori agricoli di altre nazioni. Un’ulteriore dimostrazione di come si stia procedendo speditamente verso la completa destrutturazione produttiva dell’Italia intera.
 
Giuseppe Maneggio

Sorgenia ha un debito di 600 milioni di euro con Monte Paschi

29 apr 2014 

La Banca Monte dei Paschi, il principale creditore di Sorgenia (gruppo Cir – De Benedetti) con circa 600 milioni di esposizione, ”ritiene opportuno privilegiare ogni possibile tentativo al fine di garantire il recupero dell’ingente esposizione creditoria.
La Banca, attraverso i suoi advisor e con il pieno supporto degli altri creditori, ha recentemente provveduto ad inviare una lettera alla societa’ in cui si e’ ipotizzato un preciso percorso che dovrebbe garantire la continuita aziendale attraverso una ingente ricapitalizzazione da parte degli azionisti.
Tale operazione, se non realizzata dai principali soci di Sorgenia, prevede una conversione di parte del debito in capitale da parte delle Banche, nella prospettiva di consentire alle Banche il recupero, in tutto o in parte dei propri crediti”, questa la risposta scritta del Monte dei Paschi a un quesito posto da un azionista. asca
http://www.imolaoggi.it/2014/04/29/sorgenia-ha-un-debito-di-600-milioni-di-euro-con-monte-paschi/

Crisi: in Italia 4 milioni di poveri. In 300mila alle mense Caritas

IN nome dell’eguaglianza, vale per ogni famiglia o disoccupato italiano sfrattato vero?
Per dettagli vedere allegato, per chi dovesse pensare siano “leggende”.
 

martedì, 22, aprile, 2014
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Roma, 21 apr. – Sono 4.068.250 le persone che in Italia sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento del 10 per cento sull’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della relazione sul “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013″ realizzato dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), in riferimento ai dati Istat sulle famiglie senza redditi da lavoro.
 
Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando – sottolinea la Coldiretti – un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti neanche a sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. In particolare – precisa la Coldiretti – nel 2013 si contano 303.485 persone che hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa.
 
Una situazione drammatica che – continua la Coldiretti – rappresenta la punta di un iceberg delle difficolta’ che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa. Secondo l’Istat infatti – continua la Coldiretti – ben il 16,6 per cento degli italiani non puo’ neanche permettersi una pasto con un contenuto proteico adeguato almeno una volta ogni due giorni. L’effetto piu’ eclatante della riduzione del potere di acquisto degli italiani e’ stato il taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro di oltre 30 anni sui livelli minimi del 1981.
 
Nel 2013 i consumi alimentari sono diminuiti del 3,1 per cento secondo l’Istat perché con il calo del potere di acquisto le famiglie italiane hanno tagliato dal pesce fresco (-20 per cento) alla pasta (-9 per cento), dal latte (-8 per cento) all’olio di oliva extravergine (-6 per cento) dall’ortofrutta (-3 per cento) alla carne (-2 per cento) mentre aumentano solo le uova (+2 per cento), sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi undici mesi.
migranti sassari

“LO STATO DEVE AVERE IL MONOPOLIO NELLA CREAZIONE DELLA MONETA”. M. WOLF DEL FINANCIAL TIMES

28 APR 2014
  
“Lo Stato deve avere il monopolio nella creazione della moneta”. M. Wolf del Financial Times
 
“E’ tempo di strappare alle banche private questo potere. Un gigantesco buco per le economie di mercato”
 
Martin Wolf nel suo ultimo articolo sul Financial Times torna a occuparsi – lo aveva già fatto anche qui – dell’attività bancaria e a chiedere di dare allo Stato il monopolio nella creazione di moneta. “Una delle più importanti proposte in tal senso era quella contenuta nel Piano di Chicago, avanzata negli anni ’30, tra gli altri, da un grande economista, Irving Fisher. Il suo punto centrale era il requisito del 100% di riserve sui depositi. Fisher sosteneva che questo avrebbe ridotto notevolmente i cicli economici, messo fine alle corse agli sportelli e ridotto drasticamente il debito pubblico. Uno studio del 2012 dello staff del Fondo Monetario Internazionale suggerisce che questo piano potrebbe funzionare bene”, scrive Wolf.
 
“Il nostro sistema finanziario è così instabile perché prima lo Stato gli ha permesso di creare quasi tutta la moneta dell’economia e poi è stato costretto a assicurarlo nell’esercizio di tale funzione. Si tratta di un gigantesco buco nel cuore delle nostre economie di mercato. Potrebbe essere chiuso separando la emissione di moneta, che è giustamente una funzione dello Stato, dalla fornitura di finanziamenti, che è una funzione del settore privato. Questo non accadrà ora. Ma ricordiamo questa possibilità. Quando la prossima crisi arriverà – e sicuramente arriverà – dobbiamo essere pronti”. conclude.
“Mettere al bando le banche”: la proposta non è così folle come sembra. Business Insider
 
World Affairs
 
La creazione di moneta nell’economia moderna
 
Sempre più persone, riporta Business Insider, chiedono di “mettere al bando le banche” e la proposta non è così folle come può sembrare.
 
Nel quadro di un nuovo sistema ci sarebbero ancora soggetti chiamati “banche”. Ma avrebbero una funzione radicalmente ridimensionata: sarebbero luoghi che elaborano i pagamenti e detengono depositi e verrebbero privati della loro funzione primaria, la creazione di denaro.
 
Questo è un punto che sfugge alla maggior parte della popolazione. Si guarda ai soldi e si pensa che si tratti di qualcosa creato dal governo. Il denaro è per la maggior parte creato dalle banche private.
 
Nel mese di marzo, la Bank of England ha pubblicato un eccellente documento dal titolo “La creazione di moneta nell’economia moderna” (“Money Creation In The Modern Economy”) .
 
Il lavoro spiega, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, che una banca non fa prestiti prendendo i depositi di un cliente e poi prestando quegli stessi depositi. Al contrario, la banca crea denaro dal nulla. Se desiderate ottenere un mutuo per una casa, e la banca vi reputa degni di credito, metterà la quantità di denaro necessario sul vostro conto. Quel denaro sul vostro conto diventa un passivo per la banca. E il mutuo che ora possiede è un patrimonio della banca.
 
Queste due immagini del documento della Bank of England rendono meglio l‘idea di come funziona.
 
La prima mostra come il denaro viene creato dal punto di vista di una banca.
 
After-banks

L’impero della finanza alla prova delle Europee

Notizie ed analisi contrastanti continuano a caratterizzare l’economia mondiale e quella italiana in particolare ed a riempire le prime pagine dei giornali. Per l’agenzia Fitch la recessione in Italia si è conclusa e quindi venerdì ha rivisto al rialzo le prospettive (outlook) (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/25/fitch-tira-la-volata-a-renzi-recessione-conclusa-prospettive-italiane-positive/963604/ ) della Penisola portandole da una valutazione “negativa” “stabile“. La capitalizzazione delle banche italiane è migliorata, sempre secondo Fitch, peccato che nel rapporto non si spieghi come ciò sia avvenuto, dando alla Banca d’Italia il potere di trasformare parte del patrimonio nazionale (di cui il popolo è proprietario) in capitale bancario, una mossa che ha prodotto una ricapitalizzazione ed il corrispondente aumento del valore dei pacchetti azionari di chi ne è proprietario, tra cui le grosse banche commerciali italiane.
 
Negli Stati Uniti intanto ha grande successo il libro di Thomas Pikkety, che non solo dimostra la fallacità delle teorie neo-liberiste in termini di benessere economico ma suggerisce un sistema di tassazione mondiale per alleviare a disgustoso sistema di sperequazione dei redditi prodotto dal sistema economico mondiale gestito in primis dall’alta finanza di cui le agenzie di rating come Fitch fanno parte (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/09/tasse-globali-per-redistribuire-la-ricchezza-la-proposta-di-piketty/874685/ ) .
 
C’è poi chi parla addirittura di nuovo apartheid in relazione ai privilegi connessi con il censo ( http://www.ft.com/cms/s/2/be6cf4d4-ca7e-11e3-8a31-00144feabdc0.html#axzz300cJsDuI ) . Come nel lontano Medioevo chi nasce ricco ha vantaggi che chi nasce povero o semplicemente all’interno di una famiglia della classe media non avrà mai.
 
Alcuni dati sembrano contraddire l’entusiasmo per la ripresa europea: circa 26 milioni persone sono ancora disoccupate ed in molte nazioni, come la Grecia, salari e pensioni sono stati ridotti all’osso, infine il debito pubblico continua a salire. Nel 2013 quello italiano è aumentato raggiungendo quota 132,2 per cento del Pil, bastano questi numeri per farci dubitare della validità della formula lacrime e sangue applicata da Bruxelles.
 
Per chi poi voglia conoscere la verità si consiglia di andare a fare la spesa al supermercato e confrontare il potere d’acquisto odierno con quello di 10 anni fa, oppure mettere a confronto le bollette della luce e del gas o quanto costa un pieno di benzina. Ormai il benessere delle masse non interessa più a nessuno, neppure ai politici che da una parte usano i giudizi degli organi dell’alta finanza, come le agenzie di rating, o soprannazionali, come il Fondo monetario o l’Unione Europea, per legittimare il loro operato ed una abilissima propaganda verbale per convincere l’elettorato che sono dalla parte del popolo.
 
A ridosso delle elezioni europee è bene riflettere su tutti questi punti, chi ci dice che i candidati faranno ciò che promettono durante la campagna elettorale? Ancora più incerti sono i programmi d’azione. In fondo il ruolo del Parlamento europeo è molto limitato, può sì esprimere giudizi ma non governa; chi dirige l’Unione è la Commissione che certamente non è eletta dal popolo ma dalla macchina burocratica europea e dai leader dei paesi membri, a loto volta ‘aiutati’ economicamente nelle campagne elettorali dall’élite del denaro.
 
Forse la propaganda maggiore è proprio quella che ci vuole far credere nel funzionamento della macchina democratica nel regime imperiale dell’alta finanza.
 
Loretta Napoleoni

La profezia di Huxley: verso un totalitarismo soft in cui la gente narcotizzata gode della propria schiavitù

29 Aprile 2014

Le previsioni sul nostro futuro ingabbiato dai network si possono trovare tutte negli incubi dell’immaginazione di Aldous Huxley e del suo collega di Eton George Orwell. Orwell temeva che saremmo stati distrutti dalle cose di cui abbiamo paura – l’apparato di controllo statale così suggestivamente evocato in 1984. L’incubo di Huxley, rappresentato ne «Il Mondo Nuovo», il suo grande racconto distopico, era che noi saremmo stati annientati dalle cose che tanto amiamo.

«Il Mondo Nuovo» fu pubblicato nel 1932. Il titolo deriva dalle parole di Miranda nella Tempesta di Shakespeare: «Oh meraviglia! / Quante buone creature vi sono qui! / Come è bella l’umanità! Oh splendido mondo nuovo, / fatto di tali genti».

E’ ambientato nella Londra d’un lontanissimo futuro – il 2540 – e descrive una società immaginaria ispirata da due fattori: l’estrapolazione effettuata da Huxley delle tendenze scientifiche e sociali; ed il suo primo viaggio negli USA, durante il quale fu colpito da come la popolazione potesse essere palesemente soggiogata dalla pubblicità e dal consumismo. In quanto intellettuale affascinato dalla scienza, intuì (correttamente, come si è poi visto) che i progressi scientifici avrebbero finito per dare agli uomini dei poteri fino allora considerati di esclusiva appartenenza degli dei. I suoi incontri con uomini dell’industria come Alfred Mond lo indussero a pensare che le società sarebbero state gestite con criteri ispirati al razionalismo manageriale della produzione di massa(“fordismo”) – ed è perciò che l’anno 2540 diventa nel racconto “l’anno 632 del Nostro Ford”.

Huxley descrive la produzione di massa di figli attraverso ciò che oggi chiamiamo fecondazione in vitro; la manipolazione del processo dello sviluppo dei bambini per produrre diverse “caste” con livelli di capacità attentamente modulati, in grado di renderli adeguati ai vari ruoli sociali ed industriali ad essi assegnati; ed infine il condizionamento pavloviano dei bambini fin dalla nascita.

In questo mondo nessuno si ammala, tutti hanno la stessa durata della vita, non esistono guerre, e le istituzioni, il matrimonio e la fedeltà sessuale sono superflue. La distopia di Huxley è una società totalitaria, gestita da una dittatura apparentemente benevola, i cui soggetti sono stati programmati per godere della propria sottomissione attraverso il condizionamento e l’uso di un narcotico – soma – che è meno dannoso e più gradevole di qualunque droga conosciuta. I governanti del Mondo Nuovo hanno risolto il problema di far amare alle persone la propria schiavitù.

http://www.iltimone.org/30771,News.html

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Droga, una pessima legge avanza nel silenzio

di Alfredo Mantovano
29-04-2014

C’è una bella differenza fra essere menagrami, essere profeti di sventura ed essere realistici. Portare sfortuna o credere che qualcuno la porti ha molto a che fare con l’irrazionalità; diverso è l’atteggiamento di chi intuisce che da una scelta potrà venire fuori una sciagura, e mette in guardia per quel che può: Cassandra aveva visto giusto, non è stata creduta dai suoi concittadini, e certamente non era simpatica. Ma invece, prevedere che determinati comportamenti provocheranno dei danni e darne le ragioni, è qualcosa che non ha nulla di superstizioso né di profetico: è un atto di buon senso, che meriterebbe considerazione. È quello che hanno provato a fare, all’inizio della discussione alla Camera del decreto legge sulla droga davanti alle Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali, gli esperti tossicologici e i responsabili delle comunità: la risposta di larghissima parte del Parlamento e del Governo è andata nella direzione opposta. E, per di più, allorché il testo è arrivato in Aula, il Governo ha stroncato ogni discussione e ieri sera ha posto la fiducia.

Il provvedimento che oggi sarà votato da Montecitorio è una pessima legge: fa tornare indietro di dieci anni e pone le condizioni perché riprendano a crescere i consumi di droga e i decessi per uso di stupefacenti, calati a partire dal 2007, e perché diminuiscano gli incentivi verso i recuperi, che erano aumentati proprio dal 2007, a seguito dell’inizio di operatività della Fini-Giovanardi. Dalla sua applicazione, soprattutto dopo i peggioramenti apportati alla Camera, lo spaccio di ogni tipo di droga trarrà un impulso inaspettato, grazie al ripristino della non punibilità per uso personale; con la Fini-Giovanardi un decreto del ministro della Salute stabiliva per ogni droga la quantità di sostanza al di sotto della quale vi è solo un illecito amministrativo e oltre la quale l’illecito è invece reato: un confine fisso, senza margine di dubbi. Grazie a un emendamento approvato dalle Commissioni, importare, comprare, detenere droga non costituiranno più reato – vi sarà solo sanzione amministrativa – se tali condotte saranno tenute “per farne uso personale”. A far presumere questa destinazione, oltre il limite di quantità, varranno le “modalità di presentazione” della droga, il “confezionamento frazionato” o “altre circostanze dell’azione”: da parametri oggettivi si passa così alla estrema genericità, che legittimerà le applicazioni più estese, come è già accaduto in passato nelle interpretazioni giurisprudenziali, allorché esisteva una norma simile. È un emendamento che potrebbe definirsi “salva-dama bianca”: in assenza del solo limite quantitativo oggettivo, nessuno può escludere che chi – come è accaduto il 13 marzo all’aeroporto di Fiumicino alla signora Federica Gagliardi – verrà sorpreso con chili di cocaina, importati e detenuti con discrezione, non frazionati né confezionati in dosi, si difenderà sostenendone la destinazione per proprio uso personale, e potrà essere dichiarato non punibile. Una benedizione per trafficanti e spacciatori!

È un testo sul quale sarà arduo intervenire al Senato: trattandosi di un decreto e dovendo essere convertito in legge entro 60 giorni dalla pubblicazione, va votato nella versione definitiva entro il 20 maggio; a Palazzo Madama restano pochi giorni utili, e non è facile immaginare modifiche che lo facciano tornare in tempo utile alla Camera. Quel che sconcerta non è che in questo precipizio ci si trovi, per l’ennesima volta, in virtù di una sentenza della Corte costituzionale (che pure si è basata su una questione di forma e non è entrata nel merito). Né meraviglia lo sforzo che, contro ogni evidenza scientifica e statistica, le forze politiche collocate a sinistra hanno posto in essere in Commissione per distruggere una delle poche riforme che hanno prodotto risultati positivi. Né sorprende l’assenza quasi totale di informazione: per gran parte dei media la quota di componenti di elezione diretta del prossimo Senato merita spazio di gran lunga superiore alla quotidiana tragedia della droga, e alla possibilità di limitarne i danni con norme adeguate.

Quel che meraviglia è che questo disastro stia per diventare legge senza l’attenzione e la discussione che merita, dentro e fuori il Palazzo. La Consulta ha disarticolato passaggi significativi della Fini-Giovanardi con la motivazione che queste disposizioni sono state introdotte nel 2006 in sede di conversione di un decreto-legge che trattava altra materia, e quindi non ne ha affrontato le questioni di sostanza; a sua volta, la depenalizzazione di fatto dello spaccio e la reintroduzione della erronea distinzione fra droghe “leggere” e “pesanti” avvengono senza problemi con un decreto d’urgenza, senza dibattito e senza approfondimento dei suoi singoli passaggi proprio perché il governo pone la fiducia! Quali sono le ragioni per le quali di qualcosa di così grave diventa impossibile perfino parlare? Quando era in corso la stesura della Fini-Giovanardi, certamente non mancò il confronto sui media, in convegni e in Parlamento: vi fu una lunga trattazione in Commissione al Senato: adesso si calpestano le conclusioni scientifiche e i dati oggettivi senza nemmeno spiegare perché.

Soprattutto meraviglia la sostanziale indifferenza verso un colpo di mano come quello senza che nessuno solleciti alla riflessione. La partita del voto di fiducia di oggi è importante in sé, per quanto fin qui riassunto. Ma è importante pure perché segna un punto a favore della rivincita dell’ideologia post-sessantottina, che nella Legislatura in corso punta al maggior numero di obiettivi. Guai a perdere di vista il legame esistenza fra: a) lo sforzo di scardinare la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna – il divorzio sprint, in discussione alla Camera, b) la sostanziale equiparazione al matrimonio, per come finora è stato disciplinato, dei diritti e dei doveri derivanti dall’unione civile, anche fra persone dello stesso sesso, in discussione al Senato, c) l’ammissibilità della fecondazione eterologa, reso possibile dalla Consulta, che consentirà a queste unioni di “avere figli”, d) le sanzioni penali del d.d.l. Scalfarotto, con cui dovrà fare i conti chi oserà obiettare qualcosa in proposito. Nel frattempo, canna libera, e non solo canna, per tutti e senza ostacoli…

No, non c’è bisogno di scomodare né la mala sorte né Cassandra. È solo il caso di svegliarsi, mettendo da parte un torpore che forse non è solo da cannabis.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-drogauna-pessima-legge-avanzanel-silenzio-9074.htm

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=70330

La Russofobia di Washington colpirà l’Europa

Trascrizione dell’intervista di PressTV allo storico e scrittore Webster Tarpley. PressTV: L’Occidente continua a minacciare la Russia di ulteriori sanzioni. Se scoppiasse una grave guerra di sanzioni, chi avrebbe la meglio dal punto di vista economico?

W. Tarpley: Credo che sarebbe un disastro dovunque, ma penso che la questione delle sanzioni abbia questo potenziale: oggi abbiamo visto l’agenzia di rating Standard & Poors svalutare il debito russo a una tacca dal livello spazzatura; l’effetto che ciò sta avendo è di distruggere, o potenzialmente distruggere, l’intero apparato che noi chiamiamo ‘globalizzazione’.
‘Globalizzazione’ è una bel modo di descrivere il sistema finanziario mondiale unipolare che è prevalso dal 1991. Davvero, l’unico modo in cui questo sistema potrebbe essere abbattuto, il che credo sia nell’assoluto interesse di gran parte della popolazione mondiale, sarebbe di avere un paese enorme come la Russia costretto ad uscirne e che probabilmente risponderebbe con il controllo sui capitali, sui cambi, con la nazionalizzazione o la confisca degli investimenti stranieri e cose di questo genere, il tipo di cose che succedono durante o in prossimità di una guerra. La gente qui di Washington non lo afferra minimamente.

A Washington abbiamo una sorta di psicosi da russofobia; abbiamo una classe dirigente così fissata con l’idea di egemonia e mondo unipolare, che non si rende conto che ciò non è fattibile nel mondo odierno, e sta quindi spingendo istericamente per queste sanzioni. Non credo che le sanzioni funzioneranno; la mia stima è che tra 7-10 giorni al massimo ci sarà una grande escalation militare, il giorno che sta ora circolando è il due di maggio; e questa sarà un’importante mossa russa, non necessariamente la classica invasione attraverso i confini, ma qualcosa di spettacolare, magari la defezione di diverse brigate ucraine, o qualcosa di simile. In sostanza abbiamo una guerra civile, è stata guidata da Brendon della CIA e dal vicepresidente Biden, speaker russi sono stati uccisi e la Russia ha emesso questi moniti severi per tutta la settimana, che però non sembrano recepiti dai comandi USA, britannici e della NATO; perciò, per così dire, l’Ucraina va in cerca di guai.

PTV: Quanto e perché l’Ucraina è importante per l’Occidente, che per ottenerla ha deciso di combattere con la Russia ? Ne valeva la pena?

WT: Abbiamo questo apparato di rivoluzioni colorate, abbiamo la AID statunitense (Agenzia per lo Sviluppo Internazionale), il National Endowment for Democracy (Sovvenzioni Nazionali per la Democrazia), e questi hanno sperperato $5 miliardi in sostanza per fomentare il fascismo in Ucraina, che è quello che la signora Nuland ci ha detto. Hanno investito $5 miliardi quindi a loro piacerebbe sicuramente saccheggiare la regione fertile dell’Ucraina, il potenziale di carbone e acciaio, […] e a loro piacerebbe anche, o sarebbe piaciuto, espellere la Russia dal Mar Nero. Credo sia più probabile che, quando si saranno calmate le acque, tutto il territorio lungo la costa settentrionale del Mar Nero, dalla Russia fino alla Transnistria in Romania, sarà nelle mani della Russia. La cosa principale al momento però credo sia questo isterismo, l’idea di non voler tollerare una potenza che è abbastanza forte da dire ‘no’, e che ha la capacità storica e culturale di dire no, che la Russia certamente ha.

PTV: L’Unione Europea dipende moltissimo dal gas russo. Quanto crede queste dispute danneggeranno l’UE?

WT: Credo che sarebbe disastroso in particolare per due paesi: la Germania e l’Italia; altri paesi minori soffrirebbero, ma questi due sono quelli che dipendono maggiormente dalle esportazioni verso i mercati russi e anche dal gas russo, perciò per loro sarebbe un disastro. Molti giochi sporchi sono in corso, gli USA vorrebbero imbrogliare l’Unione Europea e farle accettare queste sanzioni, che la colpiranno. […] I britannici vogliono vedere il sacrificio di Germania e Italia, perciò c’è molto tradimento nel campo occidentale. […] La signora Merkel in particolare sta giocando col fuoco, la sua Unione Cristiano Democratica ha una base industriale, è formata in prevalenza da industriali e persone con forti interessi nel commercio tra est e ovest. Se irrita questa base, l’era della Merkel potrebbe finire molto prima di quanto pensiamo.

Fonte: Tarpley.net (http://tarpley.net/ukraine-fascist-premier-yatsenyuk-raves-of-world-war-iii-russian-move-likely-in-coming-week-psychosis-of-russophobia-grips-washington-elites/ )

Fonte: http://www.controinformazione.info/
Link: http://www.controinformazione.info/la-russofobia-dellelite-di-washington-avra-gravi-conseguenze-in-europa/
27.04.2014

IL LAVORO NELL’EUROPA DELLE BANCHE

di Fernando Rossi
 
27 aprile 2014
I partiti e i media, del sistema creato dalla grande finanza, ci dicono che l’uscita dall’Euro e dall’Europa delle banche sarebbe una sciagura, ma sanno benissimo di mentire; sono costretti a farlo perché questa è ormai la loro natura. La loro esistenza, funzione, organizzazione e finanziamento sono indissolubilmente legati ai servizi che sono chiamati a svolgere su input politico-culturale dei centri decisionali quali la Trilaterale, il Bilderberg, il CFR, l’Aspen …
 
Loro sanno benissimo che è tragicamente folle e suicida una ‘competizione’ con sistemi paese europei ed extraeuropei, politicamente e finanziariamente controllati dalla stessa grande finanza che ora ha in mano l’Europa e la BCE, in cui ci sono condizioni più ‘competitive’ (su costo del lavoro e dell’energia, nonché per via delle varie ‘regalie’ insediative, tributarie e ambientali, concesse loro da governi da loro gestiti) .
 
Il ‘divenuto’ Segretario del PD e Presidente del Consiglio che prima, tra le seconde e terze file, stava al gioco, è ora stato promosso per sostituire chi, essendo da tempo in prima linea, toglieva efficacia alle invenzioni mediatiche ed alle cortine fumogene con cui hanno programmato di condurci fiduciosi e speranzosi, verso il baratro.
 
Renzi, uscito dalla riunione in cui la BCE ha deciso di accreditarci altri miliardi di € di debito, che noi non vedremo nemmeno, poiché andranno al fondo necessario per coprire le spese del colpo di Stato in Ucraina (e per finanziare il banchiere messo alla sua Presidenza), ha avuto un incontro con Obama, l’Amministratore Delegato di USraele, che è la struttura istituzionale formalmente incaricata dalla grande finanza di gestire il disbrigo delle questioni politico-militari, e non ha battuto ciglio quando si è sentito dire che la “loro” libertà ha un costo.
 
Da ubbidiente scolaretto si è infatti impegnato a pagare quel costo ed a continuare con nuove Contro-riforme.
 
Avrebbe potuto dire che abbiamo già milioni di disoccupati e imprese chiuse o fallite, che milioni di italiani non avranno la pensione poiché non riusciranno mai ad avere 40 anni di contributi lavorativi, ecc., ecc., invece ha sorriso ed annuito. Avrebbe potuto dire che come servi fedeli, già paghiamo la metà dei costi delle 113 basi militari con cui loro occupano il nostro paese, che da quasi 70 anni compriamo le loro armi e facciamo tutte le loro guerre o che non è chiaro da quale ‘terrorismo’ ci dobbiamo difendere se è USraele, utilizzando anche  la sua NATO e la sua Arabia Saudita, ad istruire, armare e finanziare le organizzazioni terroristiche salafite, di Al Qaeda e di al Nussra che loro hanno inviato in Siria per rovesciare un paese la cui banca centrale ha la colpa di essere della Siria e non dei Rothschild. Avrebbe potuto dire che sono la ‘loro’ globalizzazione e la ‘loro’ moneta debito che ci stanno strangolando e ci impediscono di avere la risorse pubbliche necessarie per difendere ed estendere l’occupazione e l’imprenditoria italiana.
 
Invece, triplo salto mortale e rieccolo blaterare di Jobs act, che, manco a dirlo, sotto la terminologia anglosassone nasconde la solita ricetta globalizzatrice: precariato, contratti a termine, apprendistato e flessibilità, per ridurre diritti e costo del lavoro.
 
Poi vengono a dirci che uscire all’Euro e dall’Europa globalizzata dalla banche sarebbe un guaio per gli italiani.
 
Il dramma è che la loro potenza mediatica e clientelare, gli consente di ‘imbambolare’ e ‘ipnotizzare’ delegati sindacali in buona fede, attivisti politici di destra, centro e sinistra, in buona fede…che, come nella storiella della rana nella pentola…gli avessero detto nel 1993 che le loro famiglie e l’Italia si sarebbero ridotte nella attuale situazione avrebbero riso in faccia all’indovino, prendendolo per pazzo, mentre ora se ne stanno allineati e coperti dietro i loro capi partito, sindacato, associazione di CENTRODESTRASINISTRA, che ogni tanto allungano un ‘biscottino politico’.
Il ‘biscottino’ che ora va per la maggiore, essendo all’orizzonte l’appuntamento con le elezioni del parlamento europeo (sovrastruttura che non conta nulla in termini di potere politico, economico, finanziario e militare, ma che rischia di far emergere dalle urne un risultato contro l’€ e la ‘loro’ Europa, che potrebbe aprire nuovi scenari e/o complicare le ulteriori tappe globalizzatrici), è quello del cambiamento, “ora ci impegniamo davvero e vedrete che cambiamento”!
 
Ma poi a Obama, Draghi, Schultz e Merkel (che di recente ha fatto lo stesso giochino nelle elezioni in Germania), chiariscono che non va preso sul serio quello che stanno dicendo in campagna elettorale e che possono stare tranquilli e continuare a confidare sulla loro fedeltà.
 
Diranno “Le condizioni categoriche che porremo alla BCE , alle multinazionali della ERT e alla Commissione Europea, non potranno essere rifiutate perché noi siamo un paese europeista, che ha fondato l’Europa e siamo ancora una delle 20 economie più forti del mondo. Se le  nostre richieste non verranno esaudite, allora si che usciremo dall’€ e dall’Europa , o autorizzeremo gli italiani a dirci, con un referendum, se dobbiamo star dentro o uscire!”, ma lo faranno perché siamo in campagna elettorale e se loro non catturano i voti delle vittime dell’Euro e dell’Europa delle banche c’è il rischio che il giochino si rompa.
 
Quando i partiti che governano e hanno governato (Renzi o Berlusconi, Tsipras o Fratelli d’Italia, Lega o Casini), vanno in TV e negli altri media a dire che ‘le cose in Europa debbono cambiare’ , che ‘loro lavoreranno per cambiarle’ .. nella migliore delle ipotesi ciò che hanno in mente per l’Italia è solo un guinzaglio più lungo, un riparo di fortuna e qualche osso, o i resti della tavola dei banchieri … almeno la domenica !
 
Quando CgilCislUil, tutti gestiti da persone del PD & complici, fingono di ‘difendere’ i posti di lavoro, le conquiste salariali ed i diritti acquisiti dai lavoratori italiani (salute, previdenza, normative rispettose dei diritti civili), sanno di svolgere una parte in commedia e che la china in cui ci hanno messo aderendo alla globalizzazione, all’Euro ed all’Europa delle banche ci porterà tutti sulle orme della Grecia, che è il primo paese europeo occupato e destrutturato dalla finanza globalizzatrice.
 
 

Case farmaceutiche e corruzione: lo scandalo planetario della Glaxo Smith Kline

La Glaxo Smith Kline è con le spalle al muro. La casa farmaceutica inglese sta collezionando accuse di corruzione in giro per il mondo, senza tregua. Le ultime arrivano da Libano e Giordania. Il 16 aprile il Wall street journal 8 http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702304810904579505303079461622) scrive che è entrato in possesso di mail secondo cui lo staff dell’azienda avrebbe corrotto i medici locali con viaggi e campioni di farmaci in omaggio che avrebbero potuto vendere direttamente ai pazienti.
 
Appena due giorni prima un’inchiesta del programma Panorama della Bbc (http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://www.theguardian.com/business/2014/apr/14/glaxosmithkline-bribery-allegations-poland ) rivela che in Polonia il manager regionale della Glaxo Smith Kline e 11 dottori sono sotto indagine per un presunto giro di mazzette versato ai camici bianchi in cambio della prescrizione del farmaco antiasmatico Seretide. L’episodio risale a quattro anni fa e a denunciarlo è un ex rappresentante della ditta, Jarek Wisniewiski. Proprio in quel periodo (dal 2010 al 2012) il colosso del farmaco inglese dichiara di essere impegnato in un programma di formazione sull’asma. Ma Wisniewiski smentisce: i soldi investiti in realtà servono a pagare i dottori compiacenti che assicurano di aumentare gli ordini del farmaco. Ai microfoni della Bbc l’ex dipendente va giù schietto: “Al meeting ho detto che ho pagato il corso e che ho bisogno di più prescrizioni di Seretide. Così hanno capito esattamente per quale motivo stavo pagando”.
 
Un altro ex rappresentante della Gsk, che però preferisce rimanere anonimo, racconta che da una parte l’azienda remunera con denaro i medici per tenere lezioni inesistenti e dall’altra, i medici fanno schizzare le vendite del farmaco. Un do ut des papale papale. Wisniewiski conferma: “Cento sterline dovevano fruttare oltre cento prescrizioni del prodotto”. E aggiunge che non si comporta così di sua spontanea volontà: l’ordine di fare i giochi sporchi è impartito dal manager regionale. Anzi, a lui non sta bene, lo fa presente all’azienda ma i capi minacciano di licenziarlo o di emarginarlo. La Gsk in effetti ammette di avere ripreso e punito un suo impiegato nel 2011. In un report pubblicato sul sito web della multinazionale (http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://www.gsk.com/responsibility/responsibility-reports-and-resources.html ) si legge che solo nel 2013 sono state commesse dallo staff 161 violazioni delle politiche di marketing e vendita e 113 segnalazioni. Con il risultato che 48 persone sono state licenziate o hanno lasciato volontariamente il posto di lavoro.
 
Ancora in aprile, il 6: una persona informata degli affari di Gsk in Medioriente rivela al Wall street journal ( http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702303532704579476862300832806) che in Iraq l’azienda di nascosto arruola come sui rappresentati di vendita 16 medici e farmacisti che lavorano nel Governo. A questi paga anche le trasferte per le conferenze internazionali. In più, dà delle tangenti sostanziose ad altri medici in cambio delle prescrizioni dei suoi prodotti. Come da copione, la Gsk vince un contratto con il ministero della Salute iracheno per la fornitura del vaccino Rotarix contro la gastroenterite e i funzionari del ministro con le loro famiglie se ne vanno in vacanza in Libano spesati dall’azienda.
 
A luglio 2013 scoppia lo scandalo in Cina ( http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://www.theguardian.com/business/2013/jul/22/glaxosmithkline-admits-bribery-china) . Qui la multinazionale inglese spende 320 milioni di sterline per corrompere la classe medica con denaro e favori sessuali. La strategia ogni volta è fare finta di cadere dalle nuvole. Per questo qualche giorno fa la Gsk invia dei nuovi dirigenti ( http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://www.theguardian.com/business/2014/apr/25/glaxosmithkline-china-new-bosses-gsk-bribery-reputation ) per controllare che le vendite siano fatte in modo pulito tentando di salvarsi la reputazione. Come se la pratica del comparaggio dipendesse soltanto dai singoli rappresentanti e non dai vertici.
 
Il record è negli Stati Uniti ( http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://www.bbc.com/news/world-us-canada-18673220 ) : nel 2012 l’azienda paga tre miliardi di dollari di multe per aver corrotto i dottori in cambio della prescrizione di antidepressivi per indicazioni non autorizzate.
 
Lo scorso dicembre Andrew Witty, l’amministratore delegato della Gsk, intervistato dal New York Times ( http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-admin/post-new.php#http://www.nytimes.com/2013/12/17/business/glaxo-says-it-will-stop-paying-doctors-to-promote-drugs.html?_r=0 ) promette che la sua azienda d’ora in poi farà la brava e non darà più soldi sottobanco ai dottori. Ma i danni ormai sono fatti e nessuno ci assicura che non siano ripetuti.
 
Chiara Daina
27.04.2014

MH370: Blackstone e J. Rothschild ?

Le ricerca internazionale dell’aereo scomparso MH 370 ha mostrato che Washington era in grado di seguire il velivolo ben oltre ciò che ha affermato finora e ci ha messo una settimana per rivelare ciò che sapeva. Esse hanno mostrato anche che la Cina non aveva porti di rifornimento per dislocare la sua marina in una così vasta area. Ma al di là del fatto diverso e di quel che rivela dalle capacità strategiche di ciascuno, è chiaro che questa scomparsa enigmatica fa felici: Blackstone e Jacob Rothschild.

Nell’era geostrategica tripolare del mondo del post-Crimea tra Stati Uniti, Russia e Cina, è imperativo mettere in contrastaro la stravolgente disinformazione dell’Occidente attraverso lo sguardo inaggirabile del portale russo multimediale Russia Today.

Come spesso accade in incidenti misteriosi, la sparizione inusuale del volo MH 370 Malaysia Airlines, la cui spiegazione non soddisfa nessuno, ancor meno la più parte dei cinesi colpiti, ha portato ad innumerevoli interpretazioni, alcune strambe e altre inquietanti.

Mentre la guerra infuria sulle sanzioni da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea contro Vladimir Putin, Russia Today ha pubblicato in maniera pressata quattro giorni dopo che il volo MH 370 era scomparso, che un brevetto di semi-conduttori è stato approvato dall’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti [1]. La guerra dei brevetti è scoppiata?

trad.kefos93

continua:
http://www.voltairenet.org/article183463.html