La speranza di pace in un seme e in un albero

Giunti a S. Giuliano i semi di Nagasaki e a Venaus il caco di Hiroshima

di Gabriella Tittonel

Era il 1945 e in Giappone, sulle città di Hiroshima e Nagasaki furono sganciate due bombe atomiche da parte del Governo americano, bombe che portarono inimmaginabile devastazione e morte. Tutto fu bruciato, distrutto, annientato nelle aree circostanti e davvero parve un miracolo ritrovare, a distanza di tempo, piccoli segnali di vita, alcuni semi, che, gelosamente raccolti e curati, riuscirono a far rinascere piante. Da qui nacque  una iniziativa che, prima contenuta sul territorio giapponese, poi si estese al mondo intero grazie all’organizzazione Green Legacy di Hiroshima. Iniziativa che intende portare segnali di pace, speranza nei territori particolarmente segnati dai conflitti e che vede come rappresentante italiana Tiziana Volta. Una dolcissima e tenace rappresentante che da circa due anni si è messa in moto per  portare in Valle di Susa, territorio segnato dalla questione del tav, un segno di speranza, di pace, di rispetto per la natura

E nel giorno del 25 aprile, anniversario importante, della Liberazione,  dalle terre così duramente segnate del Giappone sono giunti in valle i semi da Nagasaki e il piccolo caco da Hiroshima.

I semi, consegnati al Comitato No Tav Susa Mompantero nel Presido di S. Giuliano, diverranno un grande albero di Ilex Rotonda, un sempreverde, che, dopo un primo periodo in vaso, verrà collocato nel piccolo giardino zen appositamente preparato e presentato ai gioiosi intervenuti alla cerimonia della consegna da parte di Tiziana Volta.

Il viaggio della responsabile è poi proseguito per Venaus, dove, nel pomeriggio, c’è stata la piantumazione del caco di Hiroshima, già portato a Venaus, per acclimatarsi,  circa un mese fa.

È stato questo avvenimento occasione di una bella festa, coordinata dal primo cittadino Nilo Durbiano e che si è tenuta prima nel nuovo e davvero bello giardino della pace e poi nel salone polivalente.

Il via è stato dato dalle note della Filarmonica, con l’immancabile inno nazionale, poi è stata messa in luce una incredibile scultura, ideata dall’artista Daniela Balbo, uno stupefacente fiore della pioggia, fatto in collaborazione con i ragazzi delle scuole. Fiore della pioggia accanto al quale è stato collocato il piccolo caco, affidato ora alle cure e ai pensieri positivi di una intera popolazione nel luogo dove nel 2005 vi furono gli scontri  tra polizia e manifestanti No Tav. Primo cittadino, l’insegnante Paolo Bertini, i giovani allievi e anche un giovanotto di ieri, partigiano, hanno voluto interrare l’albero, segno di una collaborazione gioiosa e proficua di più generazioni. Poi il gruppo si è spostato nel bel salone dove Tiziana Volta ha presentato il progetto a tutti i presenti, con commozione particolare nel momento in cui ha ricordato l’albero consegnato un mese fa alla sezione femminile della Casa circondariale Lorusso e Cutugno di  Torino o leggendo la poesia scritta dagli allievi sopravvissuti al terremoto dell’Aquila.

Bello anche l’intervento del maestro Paolo Bertini, che ha parlato della sottile ma chiarissima differenza tra le parole “dono” e regalo”, dove dono è qualcosa di dato senza desiderare contraccambi, perché è, nella sua essenza, dono di sé. E proprio in questo spirito è stato realizzato dagli allievi e  insegnanti un bel pannello, composto da tante strisce colorate con pigmenti naturali e che verrà inviato in Giappone, all’ideatore di questa stupenda iniziativa.

Un modo bello per dirsi amicizia, rispetto, voglia di pace, appartenenza a quest’unica casa viaggiante, troppo spesso segnata da desideri di distruzione.

G.T. 25.04.2014Gabriella_61_caco S.,Giuliano Venaus 25 4 2014 064Gabriella_61_caco S.,Giuliano Venaus 25 4 2014 051

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La speranza di pace in un seme e in un alberoultima modifica: 2014-04-26T22:01:59+02:00da davi-luciano
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