Trucchi e bacucchi

Il documento di economia e finanza del Napolitano ter o Letta bis, che dir si voglia, è un taglia e cuci da apprendista sarta strabica e poco dotata.
Enzo Ferro    

Tra una battuta da bar sport e i soliti convenevoli da salotto con gli amici muniti di taccuino, Matteo Renzi ha esposto sulla bancarella governativa, il fin troppo reclamizzato Def. Il cambiamento promesso c’è stato, non lo si può negare. Il segretario del Pd è riuscito infatti a fondere lo stile da televendita di pentole del Cavaliere di Arcore con la pedissequa riproposizione del rigorismo eurocratico di Monti e Letta.

Sotto il sole non vi è nulla di nuovo e quello che già c’era, non emette di certo un buon odore. Il documento di economia e finanza del Napolitano ter o Letta bis, che dir si voglia, è un taglia e cuci da apprendista sarta strabica e poco dotata. Le auspicate coperture derivanti dalla Spending review arriveranno chissà quando e chissà in che misura; l’aumento dell’imposta sulle quote rivalutate del capitale della Banca d’Italia ed il gettito Iva conseguente al pagamento dei debiti della PA genereranno entrate una tantum a fronte di un intervento, quello degli 80 euro al mese, che è strutturale, seppur tutto da verificare. Spuntare leggermente le tasse ad alcuni e aumentarle ad altri, lo sanno anche i bambini, è solo mera redistribuzione del reddito e non porta vantaggi a chi è realmente in difficoltà.

Il taglio delle stime di crescita del Paese e la sforbiciata agli stipendi dei manager pubblici a 238mila euro annui che non riguarderà (guarda caso…) le società quotate, smentiscono quanto fatto trapelare dai diretti interessati nei giorni scorsi. Bazzecole per boccaloni. Assoluto invece il rispetto dei parametri di Maastricht con il deficit 2014 fermo al 2,6 per cento. E poi spazio alle privatizzazioni per 10-12 miliardi. Nessuna misura incisiva per frenare l’aumento della disoccupazione (al 13%) e tanti saluti all’obiettivo del 10% entro la fine del 2018, annunciato con troppa spavalderia dallo stesso Renzi.
La strada battuta è sempre la stessa e porta dritta alla povertà. Dopo la tornata elettorale delle europee, dalla quale il presidente del Consiglio spera di uscire vincitore, anche grazie al fumo negli occhi degli 80 euro promessi al ceto medio “statale” a stipendio fisso che in larga parte vota Pd, entrerà nel vivo la seconda fase del suo mandato, quella che più sta a cuore ai tecnocrati di Bruxelles, al servizio di quelli d’oltreoceano. Quasi superfluo dire quale sarà il suo piatto forte: la svendita del patrimonio pubblico italiano per far cassa. Addio beni ed attività strategiche e addio, conseguentemente, ad indispensabili e seri piani per il lavoro.
Naturalmente, però, questo il Fonzie demitiano non lo dice. Peggio ancora fa il codazzo plaudente che popola le trasmissioni televisive di approfondimento politico che vanno per la maggiore. Tra il damerino tutto inchini improvvisamente rapito dal fascino dei neomelodici, la siliconata bilderberghina devota alla flessibilizzazione, i due occhialuti sapientini dal ditino severo e dalle voci soporifere, consacrati anima e spocchia al Barbapapà di Civitavecchia ed il baffetto che ha fatto fortuna sulle tragedie umane e politiche dei “neri” che mostra ridacchiando come si possa vivere con pochi euro e molti coupons, non si corre alcun rischio che si possa parlare di argomenti seri.
Continuano a ridere e scherzare, mentre il paese reale sprofonda. Proprio mentre vi scriviamo, un altro nostro connazionale si è tolto la vita. Licenziato da una ditta di pulizia, senza lavoro da mesi, in difficoltà economica e divorato dalla depressione, si è impiccato nella sua abitazione.
E’ accaduto a Nola, in provincia di Napoli.
09 Aprile 2014 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23302

Trucchi e bacucchiultima modifica: 2014-04-11T11:52:24+02:00da davi-luciano
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