Processo ai No Tav. Ancora scintille e in aula si sfiora la rottura

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Gli avvocati si ribellano alle provocazioni dei pm. L’ex prefetto Di Pace dipinge un quadro decisionale condizionato dalla lobby del Tav e i nuovi documenti prodotti dalla difesa ribadiscono le tante illegittimità dell’intervento poliziesco. Bagarre quando i procuratori dichiarano Perino inattendibile perchè già condannato in altro procedimento.

Posted on 9 aprile 2014

di Fabrizio Salmoni.

Aula bunker. Parterre di giornalisti delle grandi occasioni per le attese testimonianze di Alberto Perino, dell’ex Prefetto Di Pace (oggi a capo dei vigili del Fuoco della Protezione  Civile – una promozione?) e di Giorgio Cremaschi, ex presidente Fiom. La prima nota di cronaca segnala che finalmente gli avvocati reagiscono con forza ai commenti ” fuori campo” e ai sarcasmi dei pm: per bocca degli avv. Colletta e Ghia viene dato un fermo monito al Tribunale che se fossero continuati i disturbi le difese avrebbero abbandonato l’aula. Il Presidente Bosio ha visibilmente deglutito: non si aspettava una presa di posizione cosi dura da un collegio di avvocati che finora ha soprattutto subito.

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L’impeccabile ex prefetto ha risposto a domande che riguardavano l’urgenza del cantiere, gli impegni internazionali e ha ricordato le riunioni che hanno portato alla decisione dello sgombero. Di Pacedichiara di non aver mai letto le disposizioni del Cipe sulle prescrizioni assegnate e di non aver considerato che non esisteva progetto esecutivo del cantiere. Pressato da Virano sulla fiducia (“Non ritenevo di dover verificare l’autorevolezza del Commissario di Governo“) e dalle mail di Siim Kallas, responsabile delle tratte Ten-T europee, che imponeva la sua deadline a fine giugno 2011, Di Pace avrebbe disposto lo sgombero della Maddalena pur sapendo che l’area era stata regolarmente richiesta: era solo urgente aprire il cantiere, evidentemente a tutti i costi. Le sue ordinanze di chiusura dell’area contenevano sempre la deroga al Questore Faraoni, di cui anche si fidava ciecamente (” e di cui conoscevo l’equilibrio e il senso della misura” – 4900 lacrimogeni il 3 luglio e 480 il 27 Giugno- NdA), per interpretarne le linee a seconda delle esigenze: carta bianca, insomma. Anche sugli impegni internazionali, la sua principale fonte di informazione era Virano, corroborata a volte dalle risultanze del Tavolo istituzionale di Palazzo Chigi. Neanche dei confini delle aree interessate allo sgombero era al corrente e si affidava anche su questo al giudizio del Questore. Naturalmente non ha mai saputo di lesioni agli arrestati nè dell’uso spropositato di lacrimogeni malgrado le telefonate di Paolo Ferrero che lo avvertivano della grave situazione sul campo ma lui si fidava del Questore… Insomma, era uno che firmava ordinanze e sgomberi su pressione della lobby del Tav senza mai verificare quanto gli veniva comunicato.

La decisione dello sgombero gli viene sollecitata da relazioni allarmanti di Questore e Comandante dei CC che gli dipingono una situazione di massima illegalità alla Maddalena, un’area fuori dal controllo delle autorità “e dell’Enel” (“Il capitano Mazzanti si recò sul piazzale ma venne scoraggiato…”). Situazione ritenuta intollerabile malgrado si tenessero attività pacifiche su un’area autorizzata. E’ infine interessante sapere del coinvolgimento “su invito del Prefetto” del Procuratore Generale Caselli in diverse riunioni in cui si dovevano prendere delle decisioni “ma mai in occasione del Comitato di Sicurezza a cui partecipavano i politici“: la lobby al completo, seppur in momenti solo formalmente separati…E con questo, l’ex prefetto Di Pace esce dal processo per immergersi nell’oblio di una grigia carriera nelle pieghe dello Stato.

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E’ il momento allora dell’avv. Bongiovanni che interviene per calare un asso a sorpresa: una lista di documenti che smentiscono la necessità e l’urgenza delle operazioni: un formulario di domande del Ministero delle Infrastrutture ove si legge che non si tratta di linea ad Alta Velocità ma bensi di linea convenzionale; una brochure del Transnetwork di Kallas sugli assi di trasporto previsti dalla Ue dove si evince che la Torino-Lione non è una linea ad alta velocità; il regolamento Ue del 2013 ove si abroga la decisione Ue del 2010 che individua gli assi di collegamento e si annulla la linea AV Torino-Lione.

Il pm Rinaudo è costretto a rispondere che il Commissario Virano invece conferma le priorità della linea in altri documenti. Un altro tra i pochi che danno credito a Virano il quale sembra strumentalmente il depositario di tutte le verità anche quando è smentito.

E’ un Giorgio Cremaschi sereno e cordiale che si incarica di riportare per pochi minuti il dibattimento su toni positivi descrivendo la Libera Repubblica della Maddalena come “azione di resistenza civile, luogo di partecipazione popolare e presidio del territorio” ma i pm, tanto per rimettere le cose a posto, renderanno noto a margine dell’udienza che Cremaschi è indagato per aver tagliato in concorso con altri una recinzione durante la manifestazione del 23 ottobre 2011.

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Il secondo battibecco tra le parti avviene durante la deposizione di Ilaria Lisi che ricorda di essere stata ferita  a manganellate da un carabiniere presso le vasche il 27 Giugno. Si captano i commenti sarcastici dei pm escoppia la bagarre ma è solo l’anticipo di quella che si apre quando tocca a Alberto Perino testimoniare. Nel microfono ma molto sommessamente il pm Padalino mormora “Non facciamo domande a chi non è un teste attendibile essendo coinvolto in altri processi e condannato meno di un mese fa“. Si rischia l’abbandono della toga da parte dei difensori mentre il Presidente sembra paralizzato. Quando la calma torna faticosamente si ascoltano solo più due testi e si chiude. “E’ un processo già scritto – dichiara Alberto Perino – non vogliono ascoltare ragione“. E’ anche il parere di diversi avvocati ma il processo dovrà almeno servire a mettere in luce il contesto delle tante illegittimità che in  quell’estate del 2011 costrinsero un popolo a reagire alla violenza di uno Stato pilotato dalla cricca del Tav, come la testimonianza di Di Pace ha una volta di più evidenziato.

Airaudo e Giulietto Chiesa non si sono presentati e saranno quindi riconvocati. Prossima udienza il 15 Aprile.

F.S. (08/04/14)

Processo ai No Tav. Ancora scintille e in aula si sfiora la rotturaultima modifica: 2014-04-09T13:03:58+02:00da davi-luciano
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