Ma quanti diritti acquisiti nella nostra repubblica democratica e civile

Nessuno ad esprimere solidarietà? Nessun partito, Ongs della società civile ad aiutare in modo CONCRETO, REALE, CON FATTI queste persone? Già, ai suicidati ormai non serve più. Ma le loro famiglie? Chi vive disagio economico? Ah giusto, siamo un paese benestante perché evadiamo le tasse. A parole tutti tanto per la democrazia e diritti, tutti con i più deboli, A FATTI ZERO.

Tutti i giorni vi sono OMICIDI DI STATO per indigenza e disperazione.
E’ questo lo status quo che si difende dai pericoli “reazionari”?

Sorrento: 42enne in difficoltà si suicida impiccandosi in casa. Lascia moglie e figlia
8 aprile 2014
Continuano le notizie drammatiche di gesti estremi di uomini che in difficoltà si tolgono la vita lasciando una grande tristezza tra i propri familiari gli amici e i concittadini. Nel centro storico ci giunge la notizia di un uomo che si è tolta al vita …Stiamo verificando la segnalazione di un condomino a Via Tasso. Ci confermano tutto e i carabinieri appena siamo giunti sul posto per rispetto e riservatezza ci pregano di non fare foto del luogo. Rispettiamo il dolore di tutti e fdella famiglia Si parla di un ragazzo di 42 anni che ha deciso di farla finita con i problemi della vita quotidiana. Un certo Marco C. di 42 anni di Napoli, ma residente a Sorrento, si è impiccato inspiegabilmente dopo cena . Gli amici di Sorrento parlano di un uomo fatto con una separazione alle spalle ma ragazzo allegro apparentemente senza problemi e molto socievole. Lascia moglie e figlia convivente.(…)
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Padova: S’impicca ma i debiti passano al figlio. Tenta il suicidio, si salva, restano i guai

8 aprile 2014
Due storie di tragiche. Per colpa della crisi. Due storie di cui si sta occupando Federcontribuenti. È il 2008 quando un commerciante di Padova s’impicca perché non riesce più a far fronte ai debiti che rischiano di divorare i beni di famiglia. Sceglie di morire e ce la fa: i congiunti scoprono il suo corpo quando non c’è più nulla da fare. Ed è la famiglia a ritrovarsi ad affrontare tutti i guai. Così il figlio è costretto a vendere l’azienda per evitare di ritrovarsi travolto. Ma non basta a saldare i conti. Con il suo lavoro da autista, una moglie che pure lavora a tempo pieno e due figli in tenera età, sta svenandosi per pagare quasi 300 mila euro di mutui accesi per pagare tutti i debiti di un’azienda che non è più nelle mani della sua famiglia.
C’è chi, invece, non è riuscito a morire. E il caso di un artigiano di Giarre che, ingoiando barbiturici, ha cercato di farla finita nel 2010. Grazie al tempestivo intervento della moglie, è riuscito a evitare la morte. Ma non a scansare i problemi che c’erano prima di quel gesto estremo. E che sono rimasti anche successivamente alle sue dimissioni dall’ospedale. Da allora, le sue condizioni economiche non si sono riprese. Lui, piccolo artigiano nel settore elettrico, sta ancora aspettando il saldo di molte commesse: tra queste il lavoro svolto in un porto per circa 50 mila euro. Intanto è stretto fra mutui da pagare, fornitori da saldare, tasse da esaudire. (cri.gen.)
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quando c’è una donna di mezzo la società civile, che possiede tutti i media, non smette di parlare di casi di donne vittime di qualcosa.
TRANNE SE SONO SUICIDA PER INDIGENZA

Monteforte Irpino: Madre disperata e senza lavoro si butta giù dalla rupe di San Martino

7 aprile 2014
Madre disperata e senza lavoro giù dalla rupe di San Martino, a Monteforte Irpino. La donna da cinque mesi non riusciva neanche a pagare il fitto. Per questo motivo la scorsa notte in preda alla disperazione la donna, di origini rumene, si è allontanata da casa e dai figli minorenni per raggiungere proprio la zona isolata. I figli impauriti per le parole della madre avrebbero deciso di chiamare alla locale stazione dei Carabinieri ed è stato proprio il comandante, il maresciallo Angelo Perrone a decidere di pattugliare la zona alla ricerca della donna. Il sottufficiale ha fatto squillare il telefonino della donna. Lo hanno sentito improvvisamente squillare tra i rovi di quel burrone. La donna è stata trovata in un cespuglio di rovi. Sono stati subito allertati i soccorsi. Un’ambulanza del 118 arrivata tempestivamente sul posto e ha trasportata al Moscati, dove è ricoverata in prognosi riservata. La donna ha riportato fratture multiple su tutto il corpo, ma è in pericolo di vita.(…)
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Parona: Sale su un traliccio con coltello, denunciato disoccupato di Cilavegna
7 aprile 2014
E’ salito su un tralicco dell’alta tensione ubicato in aperta campagna e lì è rimasto per oltre due ore sino a quando i carabinieri, che erano stati avvisati dai passanti che, approfittando della giornata di sole si erano concessi una passeggiata nelle campagne di Parona, lo avevano notato. Quando ha visto i militari E.A., 58 anni, disoccupato residente a Cilavegna, ha tentato inutilmente di liberarsi di un coltello, che è stato recuperato. E una volta a terra ha fornito ai militari delle false generalità.(…)

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Padova: Da piccolo imprenditore a clochard, 58enne vive in auto e di elemosina
7 aprile 2014
Ha pagato le tasse per un’intera vita, prima da dipendente, poi da piccolo imprenditore. Ha versato 36 anni di contributi. Ha chiuso la sua ditta, di fronte all’impossibilità di fronteggiare la concorrenza con nuovi investimenti: le banche non erano disposte ad accendere prestiti o fidi. Ora, senza un soldo, senza uno stipendio e senza una casa, si ritrova a vivere in mezzo alla strada Vito Monte, classe 1955, originario di Partanna nel Trapanese, padovano d’adozione da più di quarant’anni.
Da venerdì scorso l’auto di proprietà, una Ford Focus vecchio modello, è tornata a essere la sua “casa”. Una “casa” a motore sempre spento (non ha soldi per la benzina e l’assicurazione è scaduta) in perenne sosta nel parcheggio del supermercato Alì, tra le vie Carlo Alberto Diano e slargo Gardenia, giusto tra il confine di Padova, nel quartiere Guizza, e di Sant’Agostino di Albignasego. Lo scorso dicembre, per pochi giorni, era nella stessa situazione. Poi il passaparola e un articolo sul Mattino si erano tradotti in vitto e alloggio gratuiti offerti da una famiglia che aveva temporanea necessità di un aiuto in casa. «Me ne sono andato spontaneamente anche se mi avevano invitato a restare: la famiglia era in difficoltà e una persona in più pesa sul bilancio familiare… Non mi è rimasto che tornare qui» racconta il signor Vito, nonostante tutto curato nell’aspetto perché, se di fatto è un “senzatetto”, vuole difendere a ogni costo la propria dignità di persona. «Mio padre lavorava all’Enel e nel 1971 ottenne il trasferimento a Padova» spiega, «Ho preso il diploma di ragioniere, poi nel 1977 ho trovato lavoro come vigilante alla Civis, poi alla San Marco di Mestre, infine alla Cooperativa Vigilanza Privata di Marghera dove rimasi fino al 1994. L’azienda andava male, gli ultimi stipendi ancora mi spettano come la liquidazione…». Vito non si perde d’animo e trova un altro posto, stavolta nel commerciale, vendendo macchinette e caffè per aziende. Nel 2004 la scelta di mettersi in proprio. «Apro una piccola impresa a Vigodarzere nello stesso settore, assumo anche cinque dipendenti» rammenta. «All’inizio tutto sembra andare bene poi, tra crisi e concorrenza, non riesco più a far tornare i conti» ammette. Vuole evitare il fallimento: paga i debitori e chiude tutto. «Ho sempre saldato i conti: con i fornitori, i dipendenti e lo Stato. Con quel che mi è rimasto mi sono trasferito in affitto a Legnaro nel 2011… Sempre cercando un’altra occupazione che non è mai arrivata. A un certo punto i soldi messi da parte sono finiti e il proprietario della casa mi ha intimato lo sfratto perché non riuscivo più a pagare l’affitto di 670 euro al mese. Alla fine lo sfratto è diventato esecutivo: l’ufficiale giudiziario me lo ha notificato due volte. Alla terza, mi aveva informato, sarebbe arrivato accompagnato dalla forza pubblica… È umiliante essere cacciati di casa, almeno lasciatemi la dignità: per questa ragione ho preferito andarmene e sono finito a vivere in macchina».(…)

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Belluno: Banco alimentare a rischio gli aiuti per 5 mila bellunesi. Fondi europei finiti
8 aprile 2014
È emergenza alimentare in provincia di Belluno. Sono quasi esaurite le scorte di cibo del concluso programma europeo Agea (che costituivano circa la metà di quanto la rete del Banco alimentare distribuisce alle associazioni caritatevoli convenzionate), mentre il nuovo programma Fead e il piano nazionale che dovrebbero sostituirlo devono ancora partire. Così, per aiutare le tante persone che chiedono un aiuto per poter mangiare, la Fondazione del banco alimentare ha deciso di recuperare quanto manca, attivando una Colletta alimentare straordinaria, che si svolgerà il 14 giugno.
A livello bellunese, la coordinatrice Maddalena Garolla si sta già muovendo per contattare le singole associazioni che fanno capo all’iniziativa, con l’obiettivo di verificare la disponibilità per questa giornata di raccolta per i poveri.
Il problema. Lo scorso novembre Garolla aveva lanciato l’allarme, avvisando che il 31 dicembre 2013 il programma europeo di aiuti alimentari, su cui si basava gran parte dell’attività del Banco, avrebbe chiuso i battenti. Una chiusura dettata dall’indisponibilità di alcuni Stati membri a finanziare, attraverso la nuova politica agricola comunitaria, l’acquisto di generi alimentari per scopi sociali. A livello europeo, questo programma dovrà essere sostituito da un fondo (Fead) di aiuti Ue agli indigenti diverso dal precedente, a cominciare dal fatto che non sarà più inserito nella politica agricola comune, ma nel Fondo sociale europeo. A Roma le modalità di utilizzo del fondo dovranno essere definite entro luglio. «Ma nel frattempo come faremo a garantire l’aiuto alle persone bisognose?», si domanda Garolla, che sottolinea come la chiusura dei fondi europei determinerà una perdita di 40 mila tonnellate di alimenti, pari a 1.740 Tir. Nella sola provincia di Belluno mancheranno 900 tonnellate di prodotti.(…)
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Latina: “Il sindaco non ci vuole incontrare”, 4 famiglie sfrattate si barricano nei bagni del Comune
7 aprile 2014
Momenti di grande tensione questa mattina in Comune. Alcune famiglie che occupano la famosa palazzina di via Respighi nel quartiere Q5 si sono chiuse nel bagno al primo piano del palazzo municipale, proprio accanto agli uffici che ospitano il primo cittadino. E l’azione dimostrativa è stata decisa proprio per protestare contro il sindaco Giovanni Di Giorgi che questa mattina ha deciso di non incontrarli “nonostante fosse stato fissato da tempo un appuntamento per trovare una soluzione all’imminente sfratto a cui vanno incontro le famiglie, fissato per la fine di maggio”. Sono 4 i componenti di altrettanti nuclei familiari che hanno deciso di chiudersi a chiave negli antibagni del Municipio, dove nel frattempo è arrivata anche la Digos nel tentativo di riportare la calma.(…)
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Rosate: Problemi economici, disoccupato perde la testa e distrugge casa
7 aprile 2014
Folle gesto di un disperato verso le 16 di ieri a Rosate. Un uomo, in preda a una crisi di nervi, forse a causa di motivi economici o in seguito a una lite con la moglie, ha iniziato a inveire contro la compagna e a demolire il suo appartamento gettando dalla finestra del secondo piano, che affaccia in via Piave, alcuni mobili di casa. L’uomo, dopo aver demolito l’appartamento, è sceso dalle scale, brandendo un coltello, e si è diretto verso il cortile che affaccia su viale Europa.
Durante la fuga ha distrutto tutto ciò che incontrava incluse le finestre delle scale. Arrivato in strada si è messo a litigare anche con gli avventori del locale che si trova di fianco al portone. Il proprietario del bar gelateria “Il castello”, vedendo l’uomo con il coltello in mano, si è spaventato e ha abbassato la saracinesca per non farlo entrare. Il gestore ha dato subito l’allarme chiamando il 113 e dopo qualche minuto sul posto, infatti, sono arrivati i carabinieri.(…)

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Albano Laziale: 50enne chiede l’elemosina e distribusce volantini, “Sono italiano e cerco lavoro”
7 aprile 2014
Al distributore chi chiede l’elemosina è anche un 50enne connazionale: che cerca un impiego e distribusce volantini ai “clienti”. Giorni fa ero in macchina, guidavo lungo l’Appia, venivo da Roma ed ero quasi vicina ad Albano. Erano circa le due e mezza del pomeriggio e la spia della benzina segnava rosso fisso ormai da qualche chilometro. Incontro un benzinaio, “aperto” c’era scritto; entro e vedo le serrande abbassate del gabbiotto. “È solo self service a quest’ora” ho pensato; ma io avevo un pezzo da cinquanta e potevo mettere solo dieci euro. Si è avvicinato un uomo abbastanza alto, carnagione chiara, massimo 50 anni. All’inizio credevo fosse il benzinaio che aveva appena chiuso, gli ho chiesto se aveva da cambiarmi i soldi e sì, li aveva; mi ha poi messo la benzina e nel frattempo faceva segno di aspettare alle altre macchine: era un mettitu. Non senza imbarazzo ho aperto il borsellino, ho preso delle monete e gliele ho date. L’accento non sembrava straniero e io iniziavo a sentirmi a disagio; quegli spicci erano più un lava-coscienza, una manifestazione di buonismo da due soldi e falso altruismo: avrebbero fatto sentire me “a posto” più che costituito un reale aiuto per chi avevo di fronte. Mi ha fatto segno di aspettare. È andato a un’altra macchina, poi è tornato da me e mi ha dato un volantino: “Sono italiano e cerco lavoro”.(…)

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Alessandria: Disoccupato scatenato, è diventato il “terrore degli uffici assistenza”
6 aprile 2014
È una escalation di violenza. Un film già visto. Uno di quelli che spesso terminano nel sangue. Per ora il finale deve essere ancora scritto, ma se dovesse essere tragico nessuno potrà dire “Non lo sapevamo”.
Il protagonista si chiama Krimi Laroussi, 52 anni, tunisino, abitante ad Alessandria. Da tempo è disoccupato, ha due figli, di cui uno disabile. Non riesce a contenere la sua disperazione che si trasforma in violenza. E le sue mani si armano.
È l’uomo che l’altro giorno è entrato al Poliambulatorio dell’Asl in via Pacinotti, si è diretto nello studio di un medico e gridando “Questo è un Paese di m….” ha preso la rincorsa e gli ha lanciato un mattone di 4 chili. Il medico si è salvato, colpito di striscio al collo. Motivo? L’invalidità negata.
Arrestato dai carabinieri per il momento è ai domiciliari.
Quello che preoccupa è che questo è il quarto caso
Il primo episodio risale a due anni fa, quando all’ufficio del Lavoro quando aveva aggredito un funzionario.
Il secondo è datato 12 giugno 2013 quando ha spaccato un quadro ed una vetrata di un ufficio a piano terra del Comune . Si era presentato con il figlio di 7 anni chiedendo aiuto al vicesindaco (e ginecologo della moglie) Oria Trifoglio. Non avendo ottenuto risultato aveva devastato l’ufficio ed era stato bloccato dalla polizia municipale.(…)

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Ma quanti diritti acquisiti nella nostra repubblica democratica e civileultima modifica: 2014-04-09T08:26:47+02:00da davi-luciano
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