Valle Scrivia: le FfOo caricano e feriscono manifestanti e il Senatore Marco Scibona

 http://www.tgvallesusa.it/?p=6982

La manifestazione contro il terzo valico viene interrotta dalla carica di polizia e carabinieri. Feriti alcuni partecipanti. Il comunicato stampa di Marco Scibona presente alla manifestazione.

Posted on 6 aprile 2014

 di Davide Amerio

L’ennesima manifestazione pacifica da parte dei movimenti (composti da numerosi cittadini) che si oppongono alle assurdità delle grandi opere riceve nuovamente la benedizione dei manganelli da parte delle FfOo.

 Questa volta è toccato agli oltre mille attivisti NoTav che hanno marciato ieri in valle Scrivia (AL) verso il cantiere di Radimero dove dovrebbe passare il Terzo Valico per collegare la zona dell’alessandrino con il porto di Genova (5o chilometri di percorso di cui 30 in galleria).

I manifestanti sono arrivati alle reti che recintano la zona e hanno tentato di abbatterle in segno di protesta. Polizia e carabinieri, in tenuta antisommossa, hanno dapprima bloccato un gruppo di manifestanti che voleva costeggiare il cantiere poi hanno compiuto una carica con lacrimogeni e manganelli.

In prima fila il senatore valsusino Marco Scibona (M5S) che riesce ad evitare di essere colpito. Peggio è andata per il pensionato Bartolomeo Sanita di 68 anni che ha riportato un profondo taglio alla testa.

Nella giornata Marco Scibona ha rilasciato il seguente comunicato stampa:

Si è svolta oggi una marcia popolare ad Arquata Scrivia, un lungo corteo verso il cantiere Cociv di Radimero. Un’altra tappa importante del lungo percorso di lotta del Movimento No Tav – Terzo Valico contro la costruzione di una grande opera devastante per l’ambiente e la salute delle popolazioni che abitano le valli interessate dal progetto.
 
Ho partecipato anche io, in prima fila con i miei concittadini che lottano per l’ennesima grande opera inutile. Abbiamo percorso le strada di Arquata fino al cantiere dove ad attenderci vi erano numerose Forze dell’Ordine schierate.
 
Mi sono posizionato in un punto critico, fra un terrapieno ed una scarpata,  in mezzo alle FF.OO e ai cittadini proprio per vigilare sulla situazione, da lì ho visto cadere circa 200 metri di retri dell’ingiusto ed inutile cantiere, voluto dalla solite lobbies, avverso agli Italiani.
 
Ad un certo punto, dopo un primo momento di contatto, contemporaneamente al lancio di due lacrimogeni, è partita una carica delle forze dell’ordine, e trovandomi in mezzo sono stato spinto per terra, con addosso due operatori in antisommossa. A questo punto un operatore della terza fila ha pensato bene di tirarmi una manganellata che fortunatamente sono riuscito a schivare, mentre i manifestanti urlavano sbigottiti.
 
Questa volta ho avuto i riflessi pronti ed ho evitato un doloroso epilogo, visto che lo status di Senatore, o forse è meglio dire lo status di Senatore a 5 Stelle, non garantisce l’incolumità dalle manganellate gratuite.
Meno fortunati 2 manifestanti che si sono allontanati sanguinanti….
 
Successivamente è tornata la calma, grazie alla maturità dei manifestanti che hanno indietreggiato, imitati dalle Forze dell’Ordine.
 
Non sarà questo episodio a farci demordere, continueremo a lottare per un utilizzo delle risorse economiche per servizi utili a tutti i cittadini e per far si che le scarse finanze pubbliche non finiscano in mano a potentati e collusi.
 
Marco Scibona – Senatore M5S Piemonte

Soros prende a servizio Scientologist per soggiogare Ukraina.

Il miliardario, magnate del petrolio G. Soros, finanziatore del Partito Democratico ha schierato Arsenij Yatsenyuk , leader of Fatherland Party per infiammare la rivoluzione del regime dei cambiamenti contro il governo di Kiev. Mr. Yatseniuk è importante membro della Scientology e grande fan di Tom Cruise. Al Jazeera riporta: “I tre principali giocatori della opposizione sono reciprocamente ostili. Il campione del box e leader del UDAR Vitalij Klitschko è percepito come uno affascinante e ingenuo. Yatseniuk , invece come un ubbidiente strumento degli U.S. e di Soros. Il leader ultranazionalista del “Freedom-Svoboda” Oleh Tianhnybok è visto come uno pericoloso. The U.S. State Department da quanto viene riferito, favoreggia il più debole di tutti tre: “liberal” Yatsenyuk.
Yatsenyuk ha assunto la direzione della Banca della Scientology in Ukraina, chiamata Aval Bank.
Secondo Wikipedia ,” E’ riferito che Yatsenyuk diplomato alla school of Dianetics in Kiev, è entrato nella Scientology come organizzazione nel 1998 , mentre lavorava come consulente del dipartimento crediti del Aval Bank. Lo stesso anno ha firmato un contratto con la così chiamata “Sea Organization”, struttura elitaria della Chiesa della Scientology. Yatsenyuk è attualmente il membro di alto grado della setta e ha il livello di “auditing “ chiamato OT-6. Sua sorella Alina, cittadina americana, è ugualmente connessa con la Chiesa della Scientology. Alina Petrovna Steele è attiva nella diramazione della setta a Santa Barbara ( California), e occupa livello OT-4, su 8 livelli possibili.
La moglie e i figli di Yatsenyuk risiedono attualmente a Santa Barbara per incrementare globale influenza degli Scientologisti.
Soros Hires Scientologist to Conquer Ukraine (Arseniy Yatsenyuk)

by Tom McGregor Tue, Feb 18, 2014
http://www.dallasblog.com/201402181010101/dallas-blog/soros-hires-scientologist-to-conquer-ukraine.html
traduzione a cura di Stan44
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=197527#197527

I nuovi misteri sull’oro italiano

Alla fine sappiamo dove si trova l’oro di Banca d’Italia: metà a Roma, in via Nazionale, nella cosiddetta sagrestia, e l’altra metà – ovvero 1.200 tonnellate – fra Stati Uniti, Svizzera e Inghilterra. Di più non è stato precisato dai funzionari ai senatori 5 Stelle Molinari, Vacciano e Cioffi che, esercitando i poteri ispettivi connessi alla carica, hanno ottenuto lunedì scorso di visitare fisicamente i locali dove sono conservati i lingotti.
A dire il vero non hanno controllato il numero, né verificato il tenore del metallo, ma pure dando per buono il dato, sarebbe ormai impossibile – o meglio possibile solo in Italia – evitare che un procuratore della Repubblica o Salvatore Nottola (Procuratore generale della Corte dei Conti) aprano un’indagine. Aspettiamo. Negli ultimi decenni l’Italia ha depositato almeno mille tonnellate d’oro presso soggetti giuridici stranieri e, contemporaneamente, pagato interessi stratosferici sul debito pubblico, in buona parte verso soggetti esteri. Ma l’oro non è una commodity qualsiasi: ha valore monetario e viene, appunto, considerato riserva. Qual è il contratto sottostante al deposito? Quali sono gli accordi reali? Riferiscono (via Facebook) i nostri senatori che il solerte funzionario di banca ha precisato che una delle ragioni della scelta di tenere all’estero i lingotti è “la vicinanza ai mercati”.

Ufficialmente si tratta di un Safe keeping deposit, cioè deposito infruttifero. Ma non sono nate così le banche e le banconote? Il mercante teneva presso di sé monete d’oro, a fronte di lettere di cambio cartacee, con l’impegno a restituirle e nel frattempo ne era lui l’utilizzatore. Se è un mero servizio, qual è il suo costo. O forse si tratta di una garanzia, mai formalizzata a favore dei nostri creditori internazionali? E purtroppo, come ha ampiamente illustrato Bottarelli su queste pagine ( http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/4/3/SPY-FINANZA-La-tagliola-dell-Ue-che-mette-in-svendita-l-Italia/488167/ ) , non si tratta di ipotesi remota, ma di obblighi concreti scaturenti da risoluzioni europee approvate negli ultimi anni. Se non riusciremo (come quasi certamente accadrà) a portare al di sotto del 60% del Pil il debito pubblico, saremo costretti a dare – basta lasciargliele tenere! – le 1.200 tonnellate d’oro.

E, ingenuamente, i nostri senatori hanno chiesto anche: ma di chi è l’oro di via Nazionale? E la risposta ottenuta – “di Banca d’Italia” – si traduce ormai in quella più concreta “di Intesa SanPaolo, Unicredit, Mps, Unipol, Allianz, Generali, ecc.” Perché con quella che è ormai legge dello Stato, le quote di proprietà – prima teoricamente pubbliche – sono state definitivamente iscritte nei bilanci di queste aziende private.

E, così, mentre Grillo va in giro sui palcoscenici a raccontare dei 7 miliardi e mezzo (che in realtà sono un po’ meno) regalati alle banche, i nostri tre piccoli eroi scoperchiano il vaso di “Pan d’oro” della sagrestia. Il guadagno delle banche è molto semplicemente una lauta, ma normale, commissione per il servizio di “portage”, prestato nello scippo ai danni degli italiani di circa 80 miliardi (il valore attuale delle 2.500 tonnellate d’oro della Banca d’Italia).

P.S.: E non si tratta, caro Bottarelli, solo di miopia dei nostri eletti: il disegno di mandare al Parlamento europeo inetti e incapaci è di grande portata, attraversa tutte le forze politiche e mette in campo le risorse più oscure. Non per nulla Casaleggio parla di macchina del fango contro il Movimento e nel frattempo si propone l’espulsione del senatore Molinari.

Gianfranco D’Atri
Fonte: www.ilsussidiario.net
Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/4/6/SPY-FINANZA-1-I-nuovi-misteri-sull-oro-italiano/488689/
6.04.2014

Goldman Sachs, il super-potere che fa il lavoro di Dio

 Dall’inizio della crisi economica, la Goldman Sachs, una delle maggiori banche d’investimento a livello mondiale, è stata spesso presa di mira e perfino scambiata per una specie di Leviatano di predatori finanziari senza scrupoli. In un articolo pubblicato su “Rolling Stone” nel 2009, Matt Taibbi l’ha definita una macchina che produce bolle e crisi economiche a ripetizione. Un paio d’anni dopo, lo scrittore americano William Cohan ha paragonato la Goldman Sachs a un oscuro e potentissimo “governo del mondo”. Le solite teorie del complotto da aggiungere alla lunga lista di deliri virali che popolano il magico mondo della rete? Non è proprio così. Nel 2007, la Goldman Sachs ha indirettamente contribuito alla crisi mondiale del cibo attraverso ingenti speculazioni nei mercati dei derivati che, a loro volta, hanno provocato aumenti vertiginosi dei prezzi dei generi alimentari.

Questo ha inevitabilmente incrementato la malnutrizione e scatenato rivolte popolari in molti paesi in via di sviluppo. Nel 2008, la banca di Wall Street ha contribuito al crollo dell’economia mondiale attraverso la diffusione dei mutui tossici sub-prime e le scommesse contro le “collateralized debt obligations”. È importante ricordare inoltre che la Goldman Sachs è stata riconosciuta colpevole da un punto di vista penale per le attività di “insider trading” nello stato della California. Nel 2009, la banca americana ha contribuito a creare alcune delle condizioni della crisi nell’Eurozona, aiutando ad esempio il governo della Grecia a “cucinare” e mascherare i dati sul debito pubblico nazionale tra gli anni 1998 e 2009. La metafora “Goldman Sachs, macchina delle crisi” sembra chiarita ora, ma perché parlare anche di “governo del mondo”?

Dall’inizio degli anni ‘80, dopo l’avvento della finanziarizzazione neoliberista, la Goldman Sachs ha aumentato in modo esponenziale il suo potere politico. Le ingenti quantità di ricchezza accumulate attraverso l’uso e l’abuso dei derivati sono state in parte investite in finanziamenti di campagne elettorali e attività di lobby. La Goldman Sachs è poi riuscita, grazie al sistema delle “porte girevoli”, a piazzare alcuni dei suoi uomini migliori in posizioni politiche di rilievo nei governi degli Stati Uniti e in Europa. Tra gli ex banchieri della Goldman Sachs, che hanno ricoperto cariche politiche importanti negli Stati Uniti, ricordiamo Henry Paulson, ex segretario al Tesoro durante l’amministrazione Bush figlio, Robert Rubin, ex segretario al Tesoro durante l’amministrazione Clinton, Timothy Geithner ex segretario al Tesoro durante l’amministrazione Obama, Mark Patterson, ex capo del personale al segretario al Tesoro e Stephen Friedman, ex presidente della Federal Reserve Bank di New York.

Tra i leader di Goldman Sachs che hanno occupato importanti cariche di governo in Europa, ricordiamo invece Mario Draghi, attuale capo della Banca Centrale Europea (Bce), Mario Monti, ex primo ministro d’Italia, Otmar Issing, ex membro del consiglio della Bundesbank e della Bce, Karelvan Miert, ex commissario alla concorrenza dell’Unione Europea, Antonio Borges, ex capo del Fondo Monetario internazionale (Fmi), Lucas Papademos, ex primo ministro della Grecia e Peter Sutherland, ex procuratore generale d’Irlanda. Non male, vero? L’assunzione di alte cariche istituzionali da parte di ex dirigenti della Goldman Sachs non è tuttavia evidenza sufficiente per dire che “governa il mondo.”

C’è dell’altro, però. Oltre a contribuire a generare crisi mondiali, aiutare politici a vincere le elezioni, fare lobby per ottenere favori fiscali e piazzare i suoi uomini negli uffici governativi che dovrebbero disciplinare le attività speculative, la Goldman Sachs si permette pure il lusso di suggerire ricette economiche ai governi. Provate a pensare alle riforme adottate negli Stati Uniti e in Europa negli anni successivi il collasso della Lehman Brothers. Prima c’è stato il salvataggio delle banche “troppo-grandi-per-fallire” con circa 12 trilioni di dollari di denaro pubblico (il Prodotto Interno Lordo del mondo è di circa 70 trilioni di dollari). Poi, sono arrivate le riforme finanziarie all’acqua di rose che hanno evitato di regolare i circa 600 trilioni di dollari di derivati che hanno messo in ginocchio l’economia. Infine, sono state adottate le famose politiche di austerità. Ma chi ha guadagnato da queste riforme?
A pensar male si fa presto, ma sentite cos’ha scritto John Williamson, ideologo delle politiche di deregolamentazione finanziaria neoliberista del Consenso di Washington: «I tempi peggiori (come le crisi economiche) danno luogo alle migliori opportunità per chi comprende la necessità di fondamentali riforme economiche». Poi ha aggiunto: «Ci si dovrà chiedere se, concettualmente, potrebbe avere un senso pensare di provocare una crisi deliberatamente… in modo da spaventare tutti ad accettare questi cambiamenti». Qualche tempo fa, un giornalista ha chiesto a Lloyd Blankfein, amministratore delegato della Goldman Sachs, se fosse giusto imporre dei limiti ai compensi dei suoi top manager. Il banchiere ha risposto che «mettere un limite alla loro ambizione sarebbe sbagliato perché i banchieri adempiono un compito fondamentale nella società: fanno il lavoro di Dio».

(Roberto De Vogli, “Goldman Sachs, la macchina delle crisi che fa il lavoro di Dio”, da “Il Fatto Quotidiano” del 14 marzo 2014).

Fonte: www.libreidee.org
5.04.2014

NON CI FACCIAMO MANCARE NULLA: UNA DEPUTATA E’ INDAGATA PER TRAFFICO ILLECITO DI #VIRUS MORTALI. NEL SILENZIO DEI MEDIA.

si parla tanto di quella dama bianca con un bel carico di cocaina e per quanto sia disgustoso il fatto, qui si parla di potenziali PANDEMIE scatenate a pagamento. SI parla di potenziali MORTI DEVASTANTI. SI parla, ma i media corrotti e asserviti stanno zitti. Bella scienza….l’etica prima di tutto no?

Ceppi di #aviaria spediti in #Italia per posta. Accordi tra #scienziati e aziende.

L’inchiesta segreta dei #Nas e della procura di Roma ipotizza un vero e proprio traffico illegale. E nel registro degli indagati c’è un nome eccellente: quello di Ilaria Capua, virologa di fama e deputato. Che respinge le accuse.

Virus dell’aviaria spediti dall’estero in Italia in plichi anonimi, senza nessuna autorizzazione e violando tutte le norme di sicurezza, per produrre vaccini. Con il rischio di diffondere l’epidemia. “L’Espresso” nel numero in edicola domani rivela l’esistenza di un’inchiesta choc dei carabinieri del Nas e della procura di Roma su un traffico internazionale di virus. Con un sospetto, messo nero su bianco dagli investigatori dell’Arma: c’è un business delle epidemie che segue una cinica strategia commerciale. Amplifica il pericolo di diffusione e i rischi per l’uomo, spingendo le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d’urgenza. Che si trasformano in un affare da centinaia di milioni di euro per le industrie. In un caso, gli inquirenti ipotizzano perfino che la diffusione dell’influenza tra il pollame del Nord Italia sia stata direttamente legata alle attività illecite di alcuni manager. E l’indagine ricostruisce i retroscena sullo sfruttamento dell’allarme per l’aviaria nel nostro Paese, che nel 2005 spinse il governo Berlusconi ad acquistare farmaci per 50 milioni di euro, rimasti inutilizzati. L’inchiesta è stata aperta dagli investigatori americani, che hanno ottenuto le confessioni di Paolo Candoli, manager della filiale italiana di Merial, sui ceppi patogeni di aviaria spediti illegalmente a casa sua in Italia e poi venduti ad aziende statunitensi. Nel 2005 la Homeland Security Usa ha trasmesso i documenti ai carabinieri del Nas, che già si erano occupati a Bologna di una organizzazione criminale dedita al traffico di virus ed alla produzione clandestina di vaccini. La nuova inchiesta dell’Arma si è allargata, seguendo le intercettazioni disposte dai magistrati di Roma. Candoli nella capitale sa come muoversi: sponsorizza convegni medici organizzati da professori universitari, regala viaggi e distribuisce consulenze ben pagate e questo gli permette di avere “corsie preferenziali” al ministero della Salute per ottenere autorizzazioni, riesce a far cambiare parere alla commissione consultiva del farmaco veterinario per mettere in commercio prodotti della Merial. Tra i suoi referenti più stretti c’è Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, attualmente deputato di Scelta Civica e vice presidente della Commissione Cultura alla Camera. Fino all’elezione alla Camera, era responsabile del Dipartimento di scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie con sede a Padova. Il risultato degli accertamenti del Nas ha portato il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, a ipotizzare reati gravissimi. La Capua e alcuni funzionari dell’Izs sono stati iscritti nel registro degli indagati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all’abuso di ufficio e inoltre per il traffico illecito di virus. Stessa contestazione per tre manager della Merial. Anche il marito della Capua, ex manager della Fort Dodge Animal di Aprilia, attiva nella produzione veterinaria, è indagato insieme ad altre 38 persone. Nell’elenco ci sono tre scienziati al vertice dell’Izs di Padova; funzionari e direttori generali del mistero della Salute; alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario; coinvolta anche Rita Pasquarelli, direttore generale dell’Unione nazionale avicoltura. I fatti risalgono a sette anni fa ma molti degli indagati lavorano ancora nello stesso istituto. Alcuni dei manager al telefono si vantano dei metodi usati per trasferire i virus clandestinamente in tutto il mondo: dalla Francia al Brasile, nascondendoli in pacchi anonimi o tra gli abiti delle valigie. «Abbiamo fatto cose turche», dicono. Secondo gli investigatori del Nas, anche la Capua e l’Istituto Zooprofilattico sono coinvolti nel traffico illegale: la scienziata sarebbe stata pagata per fornire agenti patogeni. In una conversazione registrata è la stessa virologa a farne esplicito riferimento, sostenendo di aver ceduto ceppi virali in favore di un veterinario americano. Contattata da “l’Espresso”, Ilaria Capua respinge tutte le accuse: conferma di conoscere Candoli ma spiega «di non aver mai venduto ceppi virali. Sono dipendente di un ente pubblico e non vendo nulla personalmente».

http://www.losai.eu/il-business-segreto-della-vendita-dei-virus-che-coinvolge-aziende-e-trafficanti/

Giudicate voi quanto sono “stupide” le galline…

animali dolcissimi…intelligenti altro che l’uomo (inteso come essere umano)

Non sono cibo ma persone

Vi presento Arancia. La gallina presa al mercatino del bestiame, un posto orribile… Ci sono stata poche volte e ogni volta sono andata via di lì piangendo. Avevo 3 pulcine (di cui una è poi morta e 2 sono andate a stare in un meraviglioso agriturismo in mezzo ai boschi a Borgotaro) che all’epoca erano piccolissime e stavano in giardino. Io temevo che me le mangiassero i gatti selvatici che girano qui da noi e allora sono andata al mercatino a cercare una gallina grande che potesse proteggere un po’ le piccole. E mi imbatto in questo recinto orrendo dove uno dei venditori (erano in 7-8 di questo allevamento di Verona) non permetteva alle galline di accucciarsi, costringendole ad alzarsi in piedi di continuo. E c’era questa gallina che stava sempre seduta.

La gente comprava le galline e tutti dicevano: “Non darmi quella con la zampa rotta”. Allora ho chiesto alla vecchia che faceva parte di quel gruppo di venditori: “Perché ha la zampa rotta?”. E lei mi risponde: “Mah, signora, si sarà impigliata nella gabbia”. Ed io: “Ed ora cosa le succederà, a questa gallina?”. E lei mi risponde bella tranquilla: “Ma niente, signora, guarisce, guarisce da sola!”. E poi tira su questa gallina per portarla sul camion e in quel momento io vedo che la zampa è completamente spezzata, a penzoloni, praticamente attaccata ad un lembo di pelle e con tutto il sangue fuori. Ed io in quel momento scoppio in lacrime, immaginando il dolore che provava questa povera creatura. E la vecchia mi guarda strano e cerca comunque di portare via la gallina. E allora io capisco che questa gallina non può che essere abbattuta, che probabilmente non arriva nemmeno viva all’allevamento e allora grido alla vecchia: “La prendo io, me la dia subito, la prendo io!”. E la vecchia, mentre la mette nel cartone, dice, rivolgendosi alla gallina: “Ehi, sei stata fortunata, hai trovato chi ti cura”. Così ho portato a casa questa povera anima e ho pianto tutto il pomeriggio sentendomi impotente di fronte al suo dolore. Era di domenica, le ho messo una stecca e solo il giorno dopo il mio veterinario le ha messo un tutore vero, che lei ha poi portato per più di un mese. L’osso si è riparato, ma la zampa è rimasta gravemente danneggiata.

Arancia cammina lentissima, evita l’asfalto perché, evidentemente, appoggiare la zampa malata sulla superficie dura le fa male. Allunga la strada camminando sull’erba piuttosto che tagliarla camminando sull’asfalto. Arancia aveva anche lei il becco tagliato malissimo che non le permetteva di mangiare bene e aveva anche lei il terrore delle persone. Ora che ce l’ho da un anno il becco lo abbiamo un po’ migliorato limandolo, e di terrore ne ha un po’ meno. Ora si fida di me, si avvicina, però non ama il contatto fisico. Non ha la possibilità di scappare come le sue amiche e quindi, se si avvicina qualcuno, si accuccia e trema visibilmente. E’ rimasta molto fragile psicologicamente: basta una novità, un piccolo scombussolamento della sua quotidianità perché lei interrompa la deposizione delle uova. A volte le fa per settimane, a volte si ferma per alcuni giorni, a volte salta 1-2 giorni, a volte sta ferma dei mesi. Ovviamente, chissenefrega della uova…
E’ solo per dire che è sensibile ai cambiamenti. E’ una creatura solidale ed empatica, una volta ha passato ore e ore sotto la finestra di un ufficio dove era volata una delle galline piccole perché spaventata da un fulmine. La gallina piccola non è uscita e allora l’Arancia è andata via al tramonto, ma è ritornata all’alba del giorno dopo a chiamare la sua amica ed invitarla ad uscire. Infatti, poi la piccola è uscita. (Noi non avevamo le chiavi di quell’ufficio e non potevamo che attendere che uscisse da sola perché il fattaccio era successo di sabato-domenica).

Un’altra volta l’Arancia ha attirato la mia attenzione da lontano, gridando fortissimo con un particolare richiamo d’allarme che ho imparato a riconoscere e quando sono andata a vedere (ero a 60-70 metri di distanza), ho trovato la gallina piccola, Ruga, che era impigliata nei rovi oltre il recinto del pollaio e non riusciva a liberarsi. La cosa strana è che la piccola che era in difficoltà stava zitta e cercava di liberarsi in silenzio, l’Arancia invece era agitatissima, camminava lungo la rete e urlava. Se lei non mi avesse avvisato quella volta, io avrei trovato la piccola Ruga incastrata nei grovigli di piante spinose solo alla sera, al rientro dal lavoro… Insomma, giudicate voi quanto sono “stupide” le galline…

Fonte: https://www.facebook.com/Ludmila72
5.04.2014

via http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2014/04/non-sono-cibo-sono-persone.html

La campagna per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti ha lanciato una petizione on-line contro la privatizzazione di Poste Italiane.

Vi invitiamo a firmarla e a farla firmare al maggior numero di persone possibile
http://www.change.org/it/petizioni/poste-un-servizio-e-un-diritto-da-garantire-ai-cittadini-il-governo-receda-dalla-privatizzazione?recruiter=15848486&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=email&utm_source=share_petition

Crisi? Recessione? No, i bilanci vanno a gonfie vele.

smaschera l’ipocrisia del governo. E’ una vertenza che ha le sembianze dello scandalo.

E allora eccoci di fronte alla protervia della dirigenza straniera di una multinazionale che semplicemente ha deciso una ristrutturazione globale in cui l’Italia è vittima sacrificale, con 419 dipendenti messi in mobilità e la forza lavoro nel nostro Paese tagliata di circa il 40%.

La italo-francese STMicroelectronics sei anni fa aveva fuso il suo ramo memorie con quello della Intel, dando vita a Numonyx che poi, nel 2010, era stata acquistata dall’americana Micron.

Ora i manager a stelle e strisce hanno deciso di delocalizzare, rubandoci competenze e know-how industriale.

I dipendenti italiani giustamente protestano sotto le finestre di Renzi perché è inaccettabile essere messi per strada da un’azienda che l’anno scorso ha visto passare il fatturato da 6,8 a oltre 14 miliardi di dollari.

Micron non può e non deve andare via. Il M5S è dalla parte dei lavoratori.

M5S Camera

5 Aprile 2014

http://www.beppegrillo.it/2014/04/i_lavoratori_della_micron_contro_lipocrisia_al_governo.html

NoTav-Terzo Valico: in marcia per riprendersi la propria terra (in aggiornamento)

Sabato 05 Aprile 2014

La polizia carica, il corteo resiste !

Moltissime persone cominciano a giungere ad Arquata Scrivia per la marcia popolare che percorrerà le strade del paese e arriverà fino al cantiere di Radimero, per dimostrare ancora una volta che fermare il Terzo Valico è possibile e per chiedere di rinunciare alla costruzione dell’opera e investire quei soldi nella cura del nostro territorio e nella messa in sicurezza delle aree in dissesto idrogeologico.

Nei prossimi mesi infatti, il governo deciderà se rifinanziare l’opera e stanziare i soldi necessari al proseguimento dei lavori, già in fortissimo ritardo sulla tabella di marcia anche grazie alle iniziative di opposizione del movimento.

E proprio ad Arquata, vorrebbero portare prossimamente “la talpa” per scavare il tunnel di valico ed estrarre da Radimero oltre due milioni di metri cubi di smarino contenenti amianto. Dove i due acquedotti rischiano di essere distrutti, centinaia di camion ogni giorno percorreranno le strade del paese e dove lavora la ditta Lauro Spa, recentemente accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Aggiornamento ore 15.30: La manifestazione è partita da circa 15 min e in questo momento sta attraversando le strade di Arquata Scrivia. Sono diverse centinaia le persone arrivate dal territorio ligure e piemontese, in un corteo che vede la grande partecipazione dei comitati notav posizionati in testa al corteo con uno striscione che riporta le parole d’ordine della giornata: “Riprendiamoci la nostra terra”. Molto variegata la composizione della manifestazione. A partecipare infatti vi sono numerosi giovani e bambini e persone di tutte le età.

Aggiornamento ore 16.00: Alla manifestazione, oltre ai moltissimi notav, anche il movimento di lotta per la casa, per dibadire ancora una volta che l’unica grande opera accettabile è quella di casa e reddito per tutti e tutte. In questo momento il corteo sta ancora procedendo per le vie del paese, dirigendosi poco a poco verso il cantiere.

Aggiornamento ore 16.20: Il corteo è in prossimità del cantiere, si contano migliaia di persone partecipanti a questa giornata di lotta. In questo momento, poco a poco il corteo sta percorrendo il perimetro delle reti poste a protezione.

Aggiornamento ore 16.45: Le reti del cantiere sono state tagliate. Dopo aver buttato giù un discreto perimetro, la polizia in assetto antisommossa è intervenuta, caricando il corteo e sparando lacrimogeni. Attualmente la situazione è in fase di stallo, con i corteo che fronteggia la polizia schierata che impedisce il passaggio ai manifestanti.

Aggiornamento ore 17.00: Le cariche della polizia hanno provocato alcuni feriti, tra cui un signore di 70 anni, ferito alla testa. Il corteo si sta lentamente muovendo per andare via.

Aggiornamento ore 17.20: Nonostante le precedenti cariche, centinaia di manifestanti si trovano nel prato davanti al cantiere, dove in questi attimi si sta montando il palco per un concerto. Qui la paura non è di casa!

Aggiornamento ore 17.40: Si conclude l’odierna giornata di lotta, in cui il movimento NoTav-Terzo Valico ha dimostrato la propria determinazione a opporsi contro un’opera inutile, dannosa e dispendiosa. Almeno 40 metri di recinzione sono caduti giù. La reazione della polizia ha solo dato prova del fatto che l’opposizione popolare fa paura, dunque resisteremo un metro e un minuto in più di loro!

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/11318-notav-terzo-valico-in-marcia-per-riprendersi-la-propria-terra-in-aggiornamento

TG R del 05-APR-2014 ore 1930

 https://www.youtube.com/watch?v=pbqRSGzf3z8

 

 NO TAV Terzo Valico. Oggi Marcia-manifestazione ad Arquata Scrivia per protestare contro il terzo valico, tagliate le reti (circa 200 m) del cantiere per il tunnel, la Polizia reagisce con la solita “delicatezza” di quando ha a che fare con Militanti NO TAV, a base di manganelli e lacrimogeni; un anziano è stato ferito ed un Senatore della Repubblica (Marco Scibona) è stato spintonato ed atterrato. Perchè la Polizia non agisce allo stesso modo quando ha a che fare con politici (non 5 stelle) o con pericolosi criminali (mafiosi, camorristi ecc.)?

Eugenio Orso – Secessione e repressione

Sembra che il pericolo “anarco-insurrezionalista”, sbandierato da anni a scopo propagandistico, e la “sovversione” dei politicamente scorretti No-Tav non bastino più al potere vigente come nemici da crocifiggere.

Quando la situazione sociale si fa di ora in ora più pesante, la mano ideologico-propagandistica del sistema, ma soprattutto il tradizionale pugno di ferro repressivo si spostano su obiettivi nuovi, giudicati maggiormente paganti. Se l’intontimento mediatico di massa, da solo, potrebbe non bastare per garantire la stabilità del sistema, ecco che, allora, si ricorre ai corpi di uomini in armi posti alla sua difesa. E si fa un abbondante uso della magistratura e dei suoi uffici, come, ad esempio, quelli della procura di Brescia. La repressione poliziesca vecchio stile non è un semplice ripiego, in condizioni di emergenza, ma “la continuazione della propaganda sistemica con altri mezzi”, parafrasando il prussiano Carl von Clausewitz.

Veneto Stato, Brescia Patria e l’indipendentismo disobbediente sardo, con una spruzzata di piemontesi, cadono proprio a fagiolo, consentendo di additare a un’opinione pubblica che definire idiotizzata è poco, il nuovo nemico interno. Si contribuisce, così, a porre in ombra i veri problemi, quelli che minacciano la stessa sopravvivenza quotidiana di fasce sempre più ampie del popolo italiano. Del popolo italiano tutto, bene inteso, da nord a sud.

Non bastano più gli show di Renzi, per ammansire il volgo e illuderlo che la sua condizione futura migliorerà, che si lotterà strenuamente per cambiare l’”Europa delle banche”? E’ del tutto evidente che queste comparsate possono non bastare, perché la “realtà parallela”, creata nell’interazione fra i media e una politica euroserva, non elimina gli alti tassi di disoccupazione, gli effetti concreti della spremitura fiscale e quelli delle crescenti insufficienze di reddito. Anzi, li amplifica nonostante gli annunci di salvifiche riforme del venditore di fumo fiorentino. Ecco che si affaccia il pericolo secessionista/ indipendentista, alimentato da pochi, presunti facinorosi e violenti. Il meccanismo è un classico della repressione sistemica e dell’inganno di massa. Da un lato, si lancia sul mercato del consenso il prodotto sub-politico Matteo Renzi, con il suo governo da operetta (tutti i membri, esclusi il pericoloso ministro Padoan e il viscido sottosegretario Del Rio). Dall’altro lato, si indica un pericolo interno più inquietante degli abusati “anarco-insurrezionalisti” (ma veramente sono mai esistiti?), per distrarre, impaurire e dividere il popolino vessato.

Se veramente Renzi avesse in mente di applicare politiche sostanzialmente diverse da quelle applicate, con una certa continuità, dai suoi predecessori non eletti, cioè Monti e Letta, non sarebbero stati necessari gli arresti di ventiquattro “pericolosi indipendentisti” e l’ondata di perquisizioni a danno soprattutto dei veneti. Non si sarebbe data tanta importanza al ridicolo “tanko”–pala meccanica, custodito in un capannone industriale desolatamente vuoto a Casale di Scodosia, in provincia di Padova. Ma Renzi deve rispettare fino in fondo le “regole europee”, imposte dal grande capitale finanziario, così come fecero Monti e Letta, e non può venire incontro in alcun modo ai veri bisogni del popolo italiano. Può solo produrre un’altra legge elettorale in odor di truffa (e incostituzionalità) e precarizzare ancor di più il lavoro, come ha fatto con il recente decreto lavoro 134/2014, e come si appresta a fare con il contratto d’ingresso “a tutele crescenti” (ma inizialmente mancanti), oggetto di disegno di legge con tempi più lunghi.

Se i conati “secessionisti”, alimentati dalla crisi produttiva e occupazionale, cadono a fagiolo per riattivare la repressione e continuare così con altri mezzi la propaganda sistemica, ciò potrebbe porgere il destro per infliggere, da qui alla scadenza elettorale europea di fine maggio, un colpo in testa alla lega di Salvini, oggi in rimonta di consensi. Sì, proprio alla lega non più separatista, che però è il gruppo di “euroscettici” legali più vicino alle istanze indipendentiste dei veneti, dei bresciani, dei piemontesi e financo dei sardi. Sarebbe sufficiente, a tale scopo, che qualche procura trovi, o costruisca abilmente, un collegamento con rilievo penale fra esponenti leghisti (magari candidati alle europee) e i gruppi contro i quali si è scatenata la repressione. Si può cogliere l’occasione per inguaiare qualche altro capo dei Forconi, com’è accaduto con Luigi Chiavegato, onde prevenire in alcune regioni la ricomparsa di questo (effimero) movimento di popolo.

Non è quindi il “tanko” di Casale di Scodosia, fra il paramilitare e il carnascialesco, non sono Rocchetta e le sue presunte milizie della Liga Veneta che devono spaventarci, ma la repressione sistemica che è in arrivo e che domani potrà colpire anche chi si oppone, senza tanki e senza armi, al progetto criminale dell’euro e al potere assoluto degli euroservi locali.

Eugenio Orso
Fonte: http://pauperclass.myblog.it/
Link: http://pauperclass.myblog.it/2014/04/04/secessione-repressione-eugenio-orso/
4.04.2014