Istat: l’Italia ha perso un quarto di produzione industriale in 5 anni

gli italiani son choosy. Ma le risorse in arrivo e già approdate risolleveranno la situazione
domenica, 30, marzo, 2014
L’andata e ritorno della crisi hanno lasciato il segno sull’economia italiana, che sta ancora attraversando una fase recessiva ”particolarmente lunga e intensa”: sommando il primo round (2008-2009) al secondo (2011-2013) si ottiene un effetto devastante sulla produzione industriale del paese; in 5 anni ha perso un quarto del prodotto.
 
E’ quanto emerge dal rapporto Istat 2014, sulla competitività dei settori produttivi, che ha analizzato le performance delle imprese e dei comparti manifatturieri italiani. Tra il 2011 e il 2013, sottolinea l’istituto, il periodo recessivo è stato ”caratterizzato da una forte e persistente caduta” della domanda interna e da un rallentamento, nel 2013, di quella esterna.
 
 

Senza alcun dubbio: la propaganda guerrafondaia dei nostri media e il film censurato dai media mainstream

Il ruolo dei media mainstream occidentali nel promuovere qualsiasi guerra o conflitto non può mai essere sottovalutato -come la storia ha dimostrato più volte, con la loro disponibilità a promuovere ciecamente gli obiettivi di politica estera delle multinazionali e del governo ombra- il che provoca sempre la morte di innumerevoli innocenti. Ciò deve finire.
Questa è la storia di un film che nessuno di voi avrebbe dovuto vedere. Non perché il film non fosse all’altezza di standard giornalistici professionali, o perché fosse di qualità scadente. Né l’una né l’altra cosa. Sfidando le probabilità e il cartello dei media internazionali posseduto dall’elite, il premiato regista e giornalista John Pilger rivela una delle accuse più incriminanti verso i media mainstream americani e britannici.

Il contenuto di questo film senza tempo è scioccante, e mostra aldilà di ogni ragionevole dubbio che i nostri media non solo sono complici nel far avanzare i conflitti in tutto il mondo, ma sono attivamente coinvolti nel promuoverli per conto di coloro che cercano di trarre profitto dalle conflagrazioni internazionali.
Da notare anche il testo della lettera tra Pilger e Noam Chomsky, che rivela come perfino ai livelli più alti della “sinistra liberale” ci sono finanzieri che agiscono da controllori e guardiani dell’informazione.
John Pilger ha realizzato 25 documentari, ma questi non ha ricevuto un’accoglienza calorosa nell’America di Obama
Gli inviti degli autori alla prima USA sono stati cancellati appena 48 ore prima che prendessero l’aereo per Santa Fe, nel New Mexico. Lo sponsor, l’ultra-liberale multi-milionario Patrick Lannan, ha fatto spedire loro da un valletto una email di “scusate l’inconveniente”. Il motivo per l’esclusione? Nessuna spiegazione. Ecco la lettera scritta da John Pilger su quello che è successo…
“10 giugno 2011
Lettera aperta a Noam Chomsky e al pubblico.

Caro Noam,
Sto scrivendo a te e a molti altri amici, soprattutto negli USA, per avvisarvi della straordinaria esclusione del mio film sulla guerra e i media “La guerra che non vedete”, e dell’improvvisa cancellazione di un importante evento alla Fondazione Lannan a Santa Fe, alla quale io e David Barsamian avremmo dovuto discutere di libertà di parola, politica estera USA e censura nei media.
Lannan aveva invitato me e David un anno fa, e ben accolto la mia proposta di ospitare anche la prima USA de “La guerra che non vedete”, in cui giornalisti americani e britannici descrivono il ruolo spesso nascosto dei media nella promozione della guerra, in particolare in Iraq e Afghanistan. Il film è stato ampiamente acclamato nel Regno Unito e in Australia; il trailer e le recensioni sono sul mio sito www.johnpilger.com
L’esclusione e la cancellazione, che hanno scioccato me e David, sono state ordinate da Patrick Lannan in persona, la cui ricchezza finanzia la Fondazione Lannan quale centro liberale di discussione sulla politica e sulle arti. Qualcuno di voi ci sarà stato e conoscerà la Fondazione Lannan come una meritevole sostenitrice delle cause liberali. Infatti io ci sono stato invitato nel 2002 per presentare un premio Lannan alla giornalista Amy Goodman.
Ciò che è profondamente allarmante dell’esclusione è che è successa così all’improvviso e senza spiegazione: 48 ore prima che David Barsamian e io partissimo per Santa Fe, abbiamo ricevuto una breve email di “scusate l’inconveniente” da un impiegato di Lannan che appena pochi giorni prima mi aveva detto quale “grande onore” fosse ospitare la prima USA del mio film alla Lannan, me presente.
Vi invito caldamente a visitare il sito di Lannan, www.lannan.org. Vi si mostra come partecipanti alla discussione sulla libertà di parola gente per bene come Michael Ratner, Jeremy Scahill e Glenn Greenwald. Ci sono anch’io, ma il mio nome è quello con la linea sopra e la parola “Cancellato”.
Né David Barsamian né io abbiamo ricevuto una parola di spiegazione. Tutti i miei messaggi a Lannan non hanno ricevuto risposta; le mie telefonate non sono ritornate; i miei voli sono stati sommariamente cancellati. Su richiesta del giornale New Mexican, Patrick Lannan ha pubblicato una sola frase di scuse verso la “comunità” che supporta Lannan a Santa Fe. Di nuovo, non fornisce alcuna spiegazione per l’esclusione. Ho parlato al direttore del cinema di Santa Fe che avrebbe dovuto mostrare “La guerra che non vedete”. Ha ricevuto una telefonata a tarda notte. Ancora nessun  motivo per l’esclusione, gli si dava appena il tempo di annullare la pubblicità nel Nex Mexican, costretto a perdere un servizio importante.
In tutto questo c’è un simbolo convincente dei nostri tempi straordinari. Un individuo e un’organizzazione ricca e potente, che abbraccia la libertà di pensiero, si è mossa senza scrupoli e senza doverne rendere conto per schiacciarla.
Cordiali saluti,
John Pilger”

Traduzione: Anacronista

Fonte: 21 st Century Wire

Guardate questo incredibile pezzo cinematografico che espone totalmente la cultura di menzogna e inganno nei media americani e britannici:

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