KARABAKH MFA: CRIMEAN REFERENDUM ‘YET ANOTHER MANIFESTATION’ OF PEOPLE’S RIGHT TO SELF-DETERMINATION

KH for EODE Press Office / With Karabakh MFA / 2014 03 26 /

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EODE - Karabagh supports Crimean referendum (2014 03 26) ENGL

 Karabakh MFA: “Crimean referendum ‘yet another manifestation’ of people’s right to self-determination”

The Ministry of Foreign Affairs of the Nagorno-Karabakh Republic (the Artsakh Republic) considers the referendum held on March 16 in the Autonomous Republic of Crimea as “yet another manifestation of realization of the right of people to self-determination.”

In a statement released on Monday 17 march, the Ministry said that “the right of every people to choose its path of development and determine its destiny on its own through democratic expression of will, as it is enshrined in the UN Charter and a number of fundamental international documents, is a key principle of international law.”

“The experience of recent years, in particular the referendums envisaged in Catalonia and Scotland prove that the recognition and realization of the inalienable right of people to self-determination is the most optimal and democratic way for the peaceful settlement of this kind of issues,” it said.

“The Ministry of Foreign Affairs of the Nagorno-Karabakh Republic hopes that the situation following the referendum in the Autonomous Republic of Crimea will be addressed and resolved in the legal context exclusively by peaceful means.”

 NAGORNY-KARABAKH : THE SECOND ARMENIAN REPUBLIC

Nagorny-Karabakh (capital Stepanakert), which wants to be “the second Armenian State”, enclave with Armenian majority in Azerbaïdjan, made secession from  Baku at the end of a war which made, between 1988 and 1994, thousands of deaths.

Upper-Karabakh had the benefit, within the Soviet Republic of Azerbaïdjan, of the statute of autonomous region. In 1988, with the favour of Gorbachev’s perestroïka, the local population required the reunification of the enclave to the Soviet Republic of Armenia. In spite of multiple attempts of Moscow to restore calm in the country, a true war burst between the area and Azerbaïdjan after the fall of the USSR in 1991. September 2, 1991, the separatist authorities proclaimed the independence of the Republic of Upper-Karabakh including the autonomous region of Upper-Karabakh and the district of Chaoumian.

A “Frozen conflict”:

A cease-fire intervened in 1994 but the situation remains tense, in spite of efforts of mediation of the SOEC group of Minsk. Since, negotiations are in progress at various levels between Baku and Erevan.  A “frozen conflicts” last around these republic, that, with the support of NATO and of Washington, one tries to destroy by force.  The situation remains tense in Upper-Karabakh, in spite of the cease-fire and the efforts of mediation of the SOEC.

KH / EODE Press Office

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ALLUCINANTE! Grecia. Arrestata malata di Alzheimer di 90 anni per evasione fiscale

Se in Italia l’inquisizione fiscale è arrivata al punto di disporre accertamenti anche su chi è stato costretto dalla chemioterapia a lavorare meno del solito, con i conti correnti passati sotto la lente di ingrandimento, redditometro ed equitalia pronta a distruggere le famiglie pur di esercitare pressione e recuperare soldi, in Grecia grazie alle riforme volute dalla Troika se la passano ben peggio: QUESTO è CIO’ CHE POTREBBE ACCADERE IN ITALIA nei prossimi anni, poiché che la crisi si acuirà ulteriormente è scontato, vista la situazione,
ed i governanti per nascondere le VERE cause cercheranno di deviare l’attenzione sull’evasione, alimentando la “guerra tra poveri” e le tensioni sociali…

Staff nocensura.com
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Grecia. Arrestata malata di Alzheimer di 90 anni per evasione fiscaleUn paese sempre più lontano dalla realtà
Una donna di 90 anni malata di Alzheimer è stata la protagonista di un’incredibile storia in una Grecia sempre più lontana dalla realtà. In una notte di febbraio, riporta la vicenda il blog KTG il 3 marzo scorso, è stata arrestata a causa di una presunta evasione da 5 mila euro, a cui gli inquirenti sono arrivati tramite un’indagine sui conti dei familiari.

Invece di portare la paziente di Alzheimer a casa in un luogo a lei sicuro, la polizia doveva applicare la nuova legge che prevede la detenzione e il processo penale. L’incredibile arresto si è dunque compiuto. Solo il giorno seguente, continua KTG, i parenti sono stati informati della detenzione e hanno trovato la donna in uno stato di attacco di panico nella cella della stazione di polizia, per poi scoprire come come non avessero il diritto di portare la donna a casa, dato che doveva apparire davanti al Procuratore.

Alla tv Mega TV, una nipote della donna ha spiegato tutta la vicenda e denunciato come la nonna fosse caduta dal letto durante la notte e avesse riportato alcune ferite. Solo dopo diverse insistenze da parte dei parenti, la donna è stata trasferita in una clinica psichiatrica pubblica dove è stata ricoverata per dieci giorni sotto sorveglianza della polizia. Solo dopo che l’ospedale ha confermato la malattia, la donna è potuta tornare a casa e i lProcuratore ha aggiornato il processo a aprile.

Anche una paradossale multa da 100 euro è stata imposta alla donna, rea di non aver risposto in tempo per e-mail alle richieste dell’ufficio delle tasse. Per la nuova legislazione del ministero delle finanze greco non è possibile non avere un account e-mail, ma non ci sono leggi, conclude KTG, che proteggano i diritti dei pazienti di Alzheimer.

Fonte: lantidiplomatico.it

Tratto da nocensura.com

tutte scuse direbbe il Pd che non crede che in Italia esista la povertà.

Rapporto shock! Acqua contaminata per 700.000 persone, in ospedali e scuole.

siamo proprio una nazione civile.

PESCARA – “L’acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole”. E’ il duro passaggio della relazione dell’Istituto Superiore di sanità che ha analizzato per l’Avvocatura dello Stato le acque contaminate dalla mega discarica di veleni tossici nel pescarese.

“La qualità dell’acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa”, prosegue la Relazione dell’ISS depositata agli atti del processo di Chieti dove sono sotto processo i vertici di Montedison e Solvay con oltre 20 indagati dopo l’inchiesta del Corpo Forestale. Il guasto “per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento”, spiega il documento.
“La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque”.
Così si legge nella relazione di 70 pagine che i consulenti tecnici dell’Avvocatura dello Stato Pietro Comba, Ivano Iavarone, Mirko Baghino e Enrico Veschetti hanno stilato sulla vicenda della mega discarica di veleni industriali di Bussi e sulla contaminazione delle falde acquifere della Val Pescara.
“Del significativo rischio in essere non è stata data comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli”, si legge tra le conclusioni. Ci sono quindi “incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l’utilizzo delle acque”, chiude l’Istituto Superiore della Sanità. (ANSA)
http://terrarealtime.blogspot.it/2014/03/rapporto-shock-acqua-contaminata-per.html

QUI CRITIQUE LUC MICHEL SUR LA CRIMEE ? UN JOURNAL FLAMAND RACISTE ANTI-NOIR : ‘DE MORGEN’ !

KH pour PCN-SPO / 2014 03 26 / Avec 7 sur 7 – lucmichel.net – Belga /

http://www.lucmichel.net/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

Au cœur du ‘Luc Michel Bashing’ actuel sur le Référendum en Crimée : un quotidien flamand DE MORGEN …

M/ais qui sont ceux qui voudraient nous donner des leçons ?

Des racistes anti-noirs qui viennent de se dévoiler au grand jour …

Suite à la Mission internationale de Monitoring pour le Référendum d’auto-détermination de la République de Crimée par l’Ong EODE, Luc MICHEL, administrateur-général de l’’Eurasian Observatory for Democracy & Elections’ est sous les feux d’une campagne internationale (plus de 800 articles violemment diffamatoires dans 17 pays). Nous y reviendrons dans les prochains jours …

Au cœur de cette campagne en Belgique, le quotidien flamand DE MORGEN, nid d’anciens trotskystes recyclés dans le journalisme subsidié au service de l’impérialisme américain, de l’OTAN et de la Russophobie galopante. Utilisant la fausse biographie de Luc MICHEL diffusée par Wikipedia – autre officine barbouzarde -, le quotidien de l’OTAN le qualifie d’ « extrémiste de droite » (sic), mis aussi « d’agent des services spéciaux russes ». Tout cela évidemment sans preuves ni documents …

Le crime de Luc MICHEL : avoir pris une part déterminante dans la validation du Référendum en Crimée en amenant les Observateurs internationaux indispensables à la validation du processus (130 observateurs, dont 120 députés, venus de 23 pays). Et avoir ainsi damné le pion à la puissante OSCE !

PCN-SPO - De Morgen raciste (2014 03 26) FR 1

LES CARRICATURES RACISTES DU MORGEN

 Mais qui sont les gens du MORGEN ?

L’actualité brûlante les montre tels qu’ils sont : des racistes anti-noir !

Et c’est çà qui ose diffamer Luc MICHEL, bien connu de milliers et de milliers d’Africains pour son engagement anti-impérialiste et panafricain, ainsi que pour sa défense de la Jamahiriya libyenne …

Le quotidien belge De Morgen vient en effet de publier une caricature inadmissible du couple Obama. Après Christiane Taubira, c’est au tour du couple Obama d’être comparé à des singes. Alors que le couple est aujourd’hui en Belgique, un quotidien du pays a republié un montage datant de 2011, « qui a fortement choqué les internautes » (selon Belga).

Nos lecteurs savent que nous sommes des adversaires radicaux de Washington et que nous ne ménageons pas Obama l’imposteur, un des grands criminels de guerre de ce XXIe siècle naissant. Mais rien n’excuse ces caricatures racistes, ni les attaques immondes sur l’épouse d’Obama. PCN-SPO - De Morgen raciste (2014 03 26) FR 2

Comme le rappelle le site belge 7 sur 7, le dessin était publié dans une page satirique, titrée “The Obama Herald”, en page 2 du journal. Le responsable de cette page, Marc Van Springel, explique sans honte – ce qui en dit long sur le mode réel de pensée du Morgen derrière les postures gauchistes – au site « y avoir republié ce montage photo mis en ligne en 2011 sur le site 4chan, alors que Barack Obama avait dû diffuser son acte de naissance. Plusieurs autres clichés caricaturant Obama en singe avaient alors été diffusés ».

« Alors que des centaines d’internautes ont pointé du doigt le journal », Van Springel explique sans vergogne qu’il n’y avait aucune intention raciste dans cette publication (resic). “Dans ce cas-là, c’est une photo raciste; il n’y a pas de doute. Mais ce n’était pas mon intention”, explique t-il.

Le journal ose « rejeter toute intention raciste » (sic). La direction du quotidien, meltingpot d’orientation sociale-démocrate et trotskyste, assurant que leur publication “condamne systématiquement et avec conviction toutes formes de racisme” (resic). Le quotidien a par ailleurs publié dans son édition d’hier lundi une longue tribune titrée “De Morgen est-il raciste ?”, dans laquelle les éditeurs prêchent leur bonne foi (sic), et estiment “avoir sous-estimé en amont le risque” d’une telle publication. Ce qui en clair veut dire que la publication de ces caricatures racistes ne relève à aucun moment d’une erreur !

LES SILENCES D’ABRAMOWICZ …

Autre comparses du MORGEN : les antifascistes alimentaires du régime belgicain de l’officine ‘RESISTANCES’, dont le porte-parole Abramowicz, qui a fait carrière dans un ‘Centre pour l’égalité des chances’ dépendant des services du Premier Ministre belge et est aussi un ancien trotskyste, est au cœur du “Luc Michel bashing” des médias de l’OTAN. En Belgique ou en Tchéquie notamment.

Après s’être tu depuis les débuts du ‘Maidan 2014’ sur les néonazis de Svoboda et Praviy Sektor ou la chasse aux juifs en Ukraine orangiste, Abramowicz si prompt à condamner les ennemis du régime belgicain, surtout les républicains flamands, se tait encore et toujours sur les caricatures du Morgen …

KH / PCN-SPO

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L’Ucraina ha dichiarato ricercata la famosa procuratrice della Crimea

Foto: RIA Novosti
Il Servizio di sicurezza dell’Ucraina ha dichiarato come ricercata la procuratrice della Repubblica di Crimea Natalia Poklonskaya.

È accusata di reati secondo la prima parte dell’articolo 109 del codice penale (“atti, eseguiti per cambiare forzatamente o rovesciare l’ordine costituzionale o la conquista del potere statale, in associazione alla cospirazione nella commissione di tali atti”.)
Il Consiglio Supremo di Crimea ha approvato Poklonskaya come procuratore della Repubblica l’11 marzo. Poco dopo è diventata molto popolare tra gli utenti Internet in Giappone e successivamente in altri Paesi. Sui social network si pubblicano i ritratti di Natalia Poklonskaya in immagine della protagonista di anime con gli occhi enormi.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_03_26/LUcraina-ha-dichiarato-ricercata-la-famosa-procuratrice-della-Crimea-8497/

Guardie del corpo di Obama sono state mandate a casa per ubriachezza

Foto: EPA
Tre agenti dei servizi segreti americani che garantivano la sicurezza del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, sono stati inviati dai Paesi Bassi negli USA per violazione della disciplina.

Uno degli agenti, essendo ubriaco, ha perso coscienza in un hotel di Amsterdam. Altri due agenti sono stati inviati in congedo amministrativo fino a quando non saranno chiarite le circostanze dell’incidente, in quanto loro non hanno impedito la violazione della disciplina.
Obama è giunto ad Amsterdam lunedì per partecipare al summit per la sicurezza nucleare dei Paesi di G7.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_03_26/Guardie-del-corpo-di-Obama-sono-state-mandate-a-casa-per-ubriachezza-1571/

Venezuela: Eletta ambasciatrice del Panama, perde l’immunità parlamentare

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L’incredibile storia di una leader golpista assuefatta alla pubblicità
La fazione golpista più radicale ha perso un altro pezzo pregiato. Maria Corina Machado non è più deputata del parlamento poichè svolge la mansione di “ambasciatrice alterna” del Panama. I suoi sponsors del Dipartimento di Stato degli USA, per rilanciare internazionalmente sul terreno mediatico il golpismo e rafforzare il profilo della Machado, aveva ingiunto al Panama di nominarla “ambasciatrice” presso l’organizzazione panamericana (OEA). Con questo sotterfugio speravano che potesse parlare da una in tribuna internazionale per implorare sanzioni contro i “massacri, torture e la dittatura” venezuelana. La manovra è stata bocciata in pieno da 29 nazioni americane, e solo 3 (USA, Canada e Panama) favorevoli alla manovra per dare diritto di parola a una dei leader della destabilizzazione.
 
panama_carta de acredito Corina machado
Lettera di nomina a ambasciatrice
 Questo terzetto è recidivo. Solo qualche settimana fallì un altro tentativo di isolare o marchiare come “violatore dei diritti umani” il Venezuela. Cozzzando contro la realtà del loro isolamento dal consesso continentale. Stavolta, l’imprudente e impudente ex deputata Machado, accettando l’incarico di “ambasciatrice” di un paese straniero con cui -tra l’altro- sono rotte le relazioni diplomatiche e commerciali, si è praticamente auto-esclusa dal Parlamento. Ha violato l’art.149 della Costituzione che vieta ai parlamentari di accumulare altri incarichi istituzionali, ad eccezione di quelli accademici senza fine di lucro.
 
L’ex deputata Machado, erede della colossale fortuna accumulata dalla una famiglia dell’oligarchia dai tempi coloniali, ha spianato la strada ai magistrati che stanno indagando sui fini apertamente eversivi perseguiti e che lei rivendicava davanti alle telecamere. Insomma una signora di altobordo, con un profilo politico da operatrice di una Restaurazione “macha“, i cui intimi contatti con ineocons e i Bush inducevano l’idea dell’intoccabilità.

Lo scoop che imbarazza Obama (e che purtroppo riguarda anche te) + Il Muos e il Tar della Sicilia, mentre Roma aspetta Obama

Lo scoop che imbarazza Obama (e che purtroppo riguarda anche te), Marcello Foa
Perché l’America spende decine di miliardi di dollari per violare la privacy di tutti noi, senza distinzione di nazionalità: americani, europei, cittadini del mondo?
DI RASSEGNA STAMPA · 14 MARZO 2014
    
Insomma, cari amici americani, volete dirci perché continuate a intercettarci? La sua superagenzia di intelligence, la Nsa, ha messo sotto controllo a tappeto i nostri telefoni, i nostri computer, le nostre email, memorizzato le nostre pagine Facebook, le nostre ricerche su Google, i nostri cinguettii su Twitter ; persino – è l’ultima rivelazione ddell’eroe che risponde al nome di Snowden – persino gli innocui ma tanto divertenti giochini digitali (sì quelli che i vostri figli scaricano gioiosamente sul vostro tablet), i quali contengono un « cavallo di troia », che permette di spiare tutto quel che fate.

Beh, la spiegazione ufficiale la conosciamo. La ripete il grande presidente Obama, il quale non smette di ricordarci che, anziché criticarlo, dovremmo ringraziarlo, perché quelle intercettazioni hanno consentito di sventare decine di sanguinosi attentati.

E mediaticamente è plausibile. Ora, però, una fonte insospettabile e autorevole la contraddice. Non si tratta del solito pensatore libero, ma addirittura della New American Foundation, un think tank legatissimo all’establishment di Washington, che qualche giorno fa ha pubblicato uno studio assai interessante. Quattro stimatissimi esperti di Sicurezza hanno potuto analizzare i files riguardanti 225 estremisti islamici accusati di terrorismo. E – sorpresa! – hanno scoperto che la tesi del governo è, cito, « esagerata e persino ingannevole », poiché i 225 sono stati bloccati grazie ad attività di intelligence tradizionali, ovvero selettive e mirate. L’intercettazione di massa non è servita a nulla. Zero assoluto. Naturalmente la notizia è passata praticamente inosservata, ed è stata ripresa solo da alcuni siti anticonformisti o da siti accademici specializzati in politica estera e di sicurezza. In mezzo, ovvero nella grande stampa mainstream, il vuoto; pochi, distratti articoli.

E allora, dopo questa rivelazione, io, umile cittadino che ancora crede nella democrazia e nello stato di diritto, mi chiedo: ma se il Grande Fratello non serve a combattere i terribili sovversivi islamici, perché continuano a intercettarci? Perché l’America spende decine di miliardi di dollari per violare la privacy di tutti noi, senza distinzione di nazionalità: americani, europei, cittadini del mondo?

Fonte: ll Giornale

Il Muos e il Tar della Sicilia, mentre Roma aspetta Obama
Tra saluti e sorrisi istituzionali, mentre il Tar renderà pubblico un giudizio già ampiamente deciso in altra sede, un corteo composto da 26 auto blindate e 8 moto scorterà un Premio Nobel per la Pace mentre gli italiani saranno ancora una volta chiamati in massa ad applaudire il liberatore.
DI ROBERTA BARONE · 26 MARZO 2014
La più grande ipocrisia del ventunesimo secolo consiste proprio nel difendere la pace preparando la guerra. “Per amare la pace bisogna armare la pace” ha dichiarato recentemente l’ex ministro della difesa, Mario Mauro, riguardo gli acquisti militari italiani che non vedono mai crisi. Una sorta di imperialismo sempre più sofisticato, moderno, veloce ma tanto nascosto sotto le vesti di un falso interventismo umanitario: niente più guerre di trincea, niente più dichiarazioni di attacco ufficiali. Controllo climatico e droni comandati a distanza permettono ormai di servire la guerra nel tavolo dei più potenti senza sporcarsi le mani.

Da anni l’Italia partecipa con i propri mezzi ad una serie di interventi militari nei paesi in cui organizzazioni mondiali come l’Onu o la Nato decidono di operare: la nostra Costituzione all’art. 11 prevede infatti una forte limitazione di sovranità a favore di quelle organizzazioni che lavorano per assicurare la pace nel mondo.

Diversa però risulta la situazione in Sicilia, isola da sempre cerniera di ricongiungimento tra Oriente e Occidente, che oggi diventa capitale mondiale dei droni statunitensi, zona strategica per lo scacchiere internazionale, altro che pace. È da Sigonella che partono le operazioni militari in Medio Oriente, ed è proprio da lì che i droni destinati a bombardare interi villaggi scaldano i motori della guerra.

Ma l’arma forse ancora più importante per il controllo dei mezzi della Marina Militare Statunitense (terrestri, aerei o navali) prende le forme di tre grandi antenne paraboliche situate a Niscemi, paesino siciliano in Provincia di Caltanissetta: si chiama MUOS ed è l’acronimo di Mobile User Objective System. Del Muos se ne parla ormai da tempo, ma su cosa sia realmente e quali pericoli comporti per l’impatto sul territorio e sulla salute umana, le opinioni si dividono sempre in due grandi rami. Da una parte lo studio iniziale del Politecnico di Torino seguito da quello di numerosi studiosi che testimoniano i pericoli derivanti dall’emissione di onde elettromagnetiche per un raggio che copre i tre quarti dell’isola, dall’altro quello dell’Istituto Superiore di Sanità che ne assicura l’innocuità dello strumento.

 E per convincere ancora di più il mondo della non pericolosità del Muos, gli Stati Uniti avrebbero anche offerto un viaggio ai giornalisti delle più importanti testate nazionali presso le altre tre stazioni dell’impianto presenti nel mondo. Evidentemente il fine degli Usa era quello di invitare gentilmente la stampa nazionale ad assicurare la popolazione italiana e quella gente che, negli ultimi tempi, avrebbe smesso di vedere nel militare americano l’esempio di quel ragazzo robusto mandato in Italia durante la liberazione.

Ad approvare l’installazione del Muos, ricordiamo bene, fu proprio Ignazio La Russa che firmò un Protocollo d’intesa con l’ex Presidente della Regione Sicilia, Lombardo, e gli Usa. Manifestazioni e rivolte spontanee seguirono i primi lavori nella zona naturale “Sughereta” di Niscemi: dopo le promesse in tempo di campagna elettorale dell’attuale Presidente siciliano, Rosario Crocetta, che si impegnava a revocare le autorizzazioni, la costruzione del Muos divenne ben presto un’imposizione. Dal  conflitto d’attribuzione tra Stato e Regione e la minaccia di sanzionare la Sicilia per aver danneggiato gli Usa nel ritardo del progetto Muos, in pochi mesi le antenne furono sollevate.

Ma, come riferisce il Comitato No Muos di Palermo in un comunicato, proprio il 27 Marzo il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar), lo stesso che il 9 Luglio dell’anno scorso ribadì l’applicazione del principio di precauzione per il quale la tutela della salute umana doveva prevalere sugli altri interessi, sarà chiamato a giudicare i cinque ricorsi sull’installazione dell’impianto, ultimato due mesi fa nonostante i procedimenti giudiziari non si fossero ancora conclusi.

“Nel corso dei procedimenti, in cui sono intervenuti alcuni cittadini niscemesi supportati dal Coordinamento regionale dei Comitati No MUOS, sono emersi i numerosi vizi dell’iter autorizzatorio – scrivono i rappresentanti del Comitato – Inoltre la perizia del verificatore nominato dal tribunale ha messo in luce tutte le mancanze degli studi su cui si sono basate le autorizzazioni”.

Proprio lo stesso giorno però la Capitale italiana si prepara ad accogliere Barack Obama che sarà ricevuto sia da Papa Francesco che dal Capo dello Stato Napolitano e dal Capo del Governo, Matteo Renzi. Tra saluti e sorrisi istituzionali, mentre il Tar renderà pubblico un giudizio già ampiamente deciso in altra sede, un corteo composto da 26 auto blindate e 8 moto scorterà un Premio Nobel per la Pace mentre gli italiani saranno ancora una volta chiamati in massa ad applaudire il liberatore.
http://www.lintellettualedissidente.it/il-muos-e-il-tar-della-sicilia-mentre-roma-aspetta-obama/

Finmeccanica: l’inchiesta giusta al momento giusto

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Roma, 26 mar – Associazione per delinquere e corruzione. Queste le accuse con le quali sono finiti agli arresti domiciliari alcuni imprenditori romani e due ex dirigenti Finmeccanica: Lorenzo Borgogni, all’epoca a capo delle relazioni esterne del gruppo e Stefano Carlini, già direttore operativo della controllata Selex Management. Indagato anche Pier Francesco Guarguaglini, amministratore delegato dal 2002 al 2011 e che dovette passare il testimone proprio a causa di un’inchiesta poi rivelatasi totalmente infondata. Lo stesso per quanto riguarda il suo successore Giuseppe Orsi, il quale però è ancora in attesa di giudizio.
 
Le misure cautelari sono state richieste al termine di un’indagine condotta dalla procura di Napoli in merito al Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti ancora non entrato in servizio pienamente effettivo. Lo schema ipotizzato dagli inquirenti vede una serie di false fatturazioni dalle quali venivano distratti fondi neri con cui pagare tangenti per l’aggiudicazione degli appalti proprio ai due dirigenti ai domiciliari.
 
Sarà la magistratura ad accertare i fatti contestati. Nel mentre non ha invece perso tempo il Financial Times che, come riportato dall’agenzia Radiocor,ritiene essenziale procedere nel breve termine alla cessione di AnsaldoBreda, «magari impacchettata con la profittevole Ansaldo Sts». Il quotidiano della City non si limita però a questo, sottolineando come siano necessari anche tagli ed efficientamenti nel settore della difesa e dell’aeronautica. Il piano lanciato da Finmeccanica prevede certo un disimpegno nell’ambito civile -da qui la vendita della controllata Ansaldo Energia al Fondo strategico italiano– e però con contestuale rafforzamento in quello militare. Ristrutturazioni nel secondo non sembrano così rispondere alla logica portata avanti dal Financial Times. “Efficientamento” è infatti troppo spesso parola legata ad una riduzione del perimetro industriale: la storia della svendita delle imprese di Stato di inizio anni novanta lo insegna. D’altronde è notizia recente l’ottimo bilancio della controllata Alenia Aermacchi, che rientra proprio all’interno dell’ambito aerospaziale che si vorrebbe portare a progressivo consolidamento e che mal si concilia con presunte necessità di riorganizzare (con l’obiettivo di economizzare) la struttura societaria.
 
Inchieste a catena e contestuale pressione dall’esterno per l’ormai obiettivo preferito da magistratura, fondi d’investimento e giornalismo d’oltremanica: che Finmeccanica possa essere la prossima vittima sacrificale sul piano delle privatizzazioni sembra essere ormai una certezza.
 
Filippo Burla

Della Valle contro Moretti? Senti chi parla…

” «Io prendo 850mila euro l’anno, il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezzo”
 
un operaio tedesco quanto prende? Ed uno romeno? Il tuo omologo romeno quanto prende?
Pur essendo d’accordo con Della Valle, l’appunto finale su di lui è giusto. Tutto il resto, sulla storia del Moretti bravo manager contabile è ridicolo. E’ come se chiamassi qualcuno a risanare l’Inps il quale disponesse lo sterminio dei pensionati.
 
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Roma, 26 mar – «Se Mauro Moretti avesse il coraggio e la dignità di andarsene, troverebbe milioni di italiani pronti ad accompagnarlo a casa: sono tutti quei passeggeri costretti a viaggiare su treni vecchi e ad usare stazioni decrepite e poco sicure, senza nessun rispetto per la loro dignità». Non usa mezzi termini Diego Della Valle per commentare la presa di posizione dell’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato che, pochi giorni fa, aveva velatamente minacciato una possibile uscita dal gruppo FS se il suo stipendio fosse stato tagliato nell’ambito della spending review che mira a colpire anche i dirigenti pubblici. «Io prendo 850mila euro l’anno, il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezzo: siamo imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna avere la possibilità di retribuire. I dirigenti non possono prendere meno del presidente della Repubblica», ha affermato Moretti, chiosando poi: «Lo Stato può fare quello che desidera: sconterà che una buona parte di manager andrà via, lo deve mettere in conto».
 
Una dichiarazione, quella di Moretti, che ha scatenato una ridda di commenti da parte politica e non, censurando quella che si vuole far passare per una boutade o –peggio- un’incapacità del bambino viziato di accontentarsi del tanto che già ha. Certo, nel momento attuale a fare i preziosi su “qualche” centinaia di migliaia di euro si rischia di passare per maleducati, dimostrando di avere poco tatto. E però, il discorso che fa l’ad delle Ferrovie è proprio sbagliato?
 
Amava sottolineare Andreotti che esistono due categorie di matti: chi si crede Napoleone e chi pensa di poter risanare le Ferrovie dello Stato. Moretti non ha certo il physique du role del primo, eppure sembra riuscito in qualche modo a perseguire il secondo obiettivo. Le Ferrovie vivono sì di contributi pubblici –come d’altronde è stato dalla loro creazione ad inizio novecento- ma non avevano mai presentato un bilancio con i conti in ordine. Risultato raggiunto invece dall’attuale gestione: il conto economico si chiude senza rosso da ormai quattro esercizi, con investimenti fatti all’interno -dunque senza la generosa mano pubblica- in costante crescita e significativi successi nel settore dell’alta velocità. Il costo di tutto questo? Riduzioni anche dolorose dell’organico, processi di efficientamento interno, focus sui treni rapidi lungo la dorsale Milano-Roma-Napoli, aumenti di tariffe. Con ovvi disagi per quanto riguarda il “residuo” trasporto pendolari, sul quale tuttavia occorre precisare che le Ferrovie fondano il (discutibile, allo stato delle cose) servizio universale sulla base di accordi con quelle sacche di inefficienza che sono le amministrazioni regionali, cui è stata senza troppa logica affidata la competenza in materia. Luci e ombre quindi, come in qualsiasi realtà di grandi dimensioni.
 
Nel rapporto costi/benefici si può quindi tirare una somma sull’entità dello stipendio di Moretti? Difficile, se non addirittura perfettamente inutile. Anzitutto perché le Ferrovie non sono più un ente pubblico economico ma una società per azioni, soggetta al diritto privato e dunque solo indirettamente potranno essere toccate dal processo in corso di revisione della spesa. In secondo luogo perché la questione di fondo non concerne il trattamento economico degli alti dirigenti ma, semmai, le loro capacità ed il modo in cui un’azienda –e di più se svolge un servizio pubblico- è gestita. Invece che riflettere sugli 850mila euro dell’ad delle Ferrovie per spuntare forse una riduzione molto scenografica quanto senza risultati all’atto pratico, sarà forse il caso di ripensare l’intero servizio. Non serve che Renzi affronti l’argomento in termini di differenze salariali, visto che un serio modo di far fronte alla questione partirebbe dal presupposto che la garanzia dell’accesso a tutti i cittadini ad un sistema di trasporto efficiente ha molti più tratti di giustizia sociale di qualsiasi altro discorso mediatico sulla distanza in busta paga fra operai e alta dirigenza.
 
Curioso, in ultimo, che ad intervenire a gamba tesa sulla questione sia stato proprio Diego Della Valle. Stiamo parlando di quel Della Valle la cui società ferroviaria –guarda caso proprio diretta concorrente delle Fs- non è ancora riuscita a chiudere un bilancio in utile. E sempre lo stesso imprenditore marchigiano che de localizza le proprie industrie tra Cina e Romania, decantando un supposto “made in Italy” mentre il settore calzaturiero nazionale ha visto scomparire centinaia di aziende artigiane non in grado di reggere la concorrenza sleale dei paesi asiatici e dell’est Europa. Ecco allora che qualche dubbio rimane: saranno i pendolari italiani ad accompagnare Moretti all’estero, o forse è più probabile che saranno gli operai lasciati a casa dalle politiche del signor Tod’s a fare letteralmente le scarpe a quest’ultimo?
 
Filippo Burla