Venti di Guerra

per fortuna che la Ue era un progetto necessario per preservare la pace.

I polacchi sono abituati a prendersela con le minoranze


Posted on 26 marzo 2014 by vocialvento

 Il governo polacco manda cartoline di precetto richiamando nella riserva cittadini polacchi che vivono in europa.
Che vengano richiamati i riservisti ucraini ha anche un senso, e infatti la Tymoshenko parla di imbracciare le armi e nuclearizzare gli otto milioni di russi che vivono in Ucraina. Che la cosa riguardi i polacchi è allarmante.
 
I segnali di un’incombente nuova grande crisi finanziaria continuano.
A differenza del 2008, oggi andrebbe però ad innestarsi in un quadro di recessione e di crisi politica internazionale e l’effetto potrebbe essere devastante.
Per questo, e anche a fronte del segnale euroscettico proveniente dalle recenti elezioni francesi, il governatore della Bundesbank inizia a vedere come possibili le misure cui la Germania si era sempre opposta: ovvero tassi del denaro negativi e quantitative easing da parte della Bce.
 
Le sanzioni economiche imposte alla Russia a seguito della secessione e annessione della Crimea sono pesanti e creano un ulteriore profondo solco fra la potenza nucleare russa e la Nato.
 
Era inevitabile che la Russia reagisse.
Nei mesi scorsi è partita a tamburo battente una campagna di demonizzazione nell’opinione pubblica occidentale sui temi etici.
Ormai l’esperienza insegna che lo schema è sempre quello: l’opinione pubblica viene preparata adeguatamente illustrando in vari modi e a diversi livelli le diversità culturali come delle vere e proprie violenze, ideologiche e/o fisiche subite dall’inerme popolazione del paese oggetto dell’attenzione, in balia del dittatore di turno. Poi s’innescano prospetti di violenze di massa, sanguinose repressioni, fosse comuni, armi chimiche, gas. Quindi intervengono “per la pace e la democrazia” e si prendono il paese. Le sue risorse in particolare.
 
Nella fattispecie Russa-Ucraina ovviamente lo scenario di adatta alla necessità-possibilità di prendersi l’Ucraina. Cioè di sfilarla dall’orbita russa.
Solo che in ucraina vivono milioni di russi e la Crimea è russa dal 1700, nonché base militare russa.
 
L’episodio in cui la Russia si opponeva ad una soluzione Libica della crisi Siriana, ovvero all’intervento delle forze angloamericane a sostegno dei “ribelli” con conseguente guerra civile conclamata e distruzione del paese non è stato ovviamente casuale.
Ci sono vari fronti di scontro, quello strategico certamente, con il controllo di determinati territori essenziali per la difesa o il commercio. Ma anche quello economico finanziario, con Usa e Ue che cercano di mantenere la propria posizione di dominio globale.
 
Quindi, sul filo delle “rivoluzioni arancioni” di Soros, l’occidente si è preso l’Ucraina.
In modo abbastanza spudorato, peraltro, fomentando i disordini e caos nelle piazze, non facendosi alcuno scrupolo di defenestrare un governo (come in egitto, del resto) democraticamente eletto e che aveva promesso nuove elezioni a breve, affidandosi ad organizzazioni dichiaratamente naziste (come in siria e libia ha foraggiato fondamentalisti islamici).
 
La strategia Usa consistente nel circondare il più possibile la Russia con basi militari dai confini est europei a quelli meridionali centroasiatici è fin troppo evidente e ha un duplice scopo: poter minacciare militarmente sia la contingua Russia che la non lontana Cina.
 
Chiariamo bene una cosa. Chi ha invaso l’Ucraina? Tutti i giornali italiani e occidentali continuano a ripetere, sistematicamente, che la Russa ha invaso l’Ucraina. Niente di più falso. La Russia ha semplicemente replicato all’occupazione del Paese da parte dell’Occidente. Questo è quello che è avvenuto. Oltre alla questione della Crimea, c’è il problema – non da poco – dei 10 milioni di russi che vivono in terra ucraina. In tutto questo, poi, i missili della Nato verranno posizionati 300 km più a Nord di dove erano prima. [Giulietto Chiesa su Inizia una nuova guerra fredda
 
Quello che fa pensare, non è tanto questo gonfiare di muscoli. Quanto il fatto che come dicevo sopra questa crisi potrebbe essere un fattore concomitante in un quadro di crisi economica e finanziaria in cui sono in molti ad avere interesse che il tavolo venga buttato per aria, visto che la partita non sta andando troppo bene.
 
Fa pensare anche che il segno della campagna elettorale, impostata da Napolitano alla commemorazione delle Fosse Ardeatine sia stato di questa natura:
 
“Bisogna sempre saper ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato e per quel che riguarda il nostro e gli altri paesi europei è una conquista dovuta a quella unità europea, a quel progetto europeo che oggi da varie parti si cerca di screditare”
 
E che immediatamente gli abbia fatta eco la Serracchiani dalla segreteria del piddi:
 
”Ogni volta che si disprezza l’Europa, si dovrebbe ricordare che la Crimea non è così lontana e che sono passati solo 15 anni da quando la Nato bombardava Belgrado”
 
Si serrano i ranghi e ci si prepara. Oggi accogliamo festosi il premio Nobel per la pace Obama.
Nel febbraio del 69, una roma blindata accoglieva Nixon. Gli scontri in quei giorni portarono alla morte di uno studente all’università di Roma, Domenico Congedo.
I mesi successivi furono quelli dell’autunno caldo. E poi a dicembre iniziarono le stragi.
http://vocialvento.altervista.org/blog/venti-di-guerra/
Venti di Guerraultima modifica: 2014-03-26T15:01:40+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo