La Crimea cambia campo: prima d’una lunga serie?

Potendo offrire solo asservimento alla sua euro-burocrazia, Bruxelles teme che gli attuali clienti siano attratti dalla libertà e dal denaro di Mosca. [Thierry Meyssan]

«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°74
di Thierry Meyssan.

Al di là di grida enfatiche dell’Occidente contro l’adesione della Crimea alla Federazione russa, il vero problema sta nel sapere se si tratti di un evento unico o se prefiguri un’Europa orientale che cambia campo verso Mosca. Avendo da offrire solo l’asservimento alla burocrazia brussellese, Bruxelles teme che gli attuali clienti siano attratti dalla libertà e dal denaro di Mosca.

Nell’illustrazione: scene di giubilo a Simferopoli in occasione dell’adesione alla Federazione russa

Gli occidentali si sgolano per denunciare l’«annessione militare» della Crimea da parte della Russia. Secondo loro, Mosca, tornando alla “dottrina Bre?nev”, minaccia la sovranità di tutti gli Stati che furono membri non solo della ex URSS, ma anche del Patto di Varsavia, ed è in procinto di invaderli come fece in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968.
È vero? Risulta evidente che gli stessi occidentali non sono convinti dell’imminenza del pericolo. Benché assimilino a parole l’«annessione» della Crimea da parte di Vladimir Putin a quella dei Sudeti da parte di Adolf Hitler, non pensano che ci si muova verso una Terza Guerra Mondiale.
Tuttalpiù hanno adottato delle teoriche sanzioni a danno di alcuni dirigenti russi – inclusi russi di Crimea – bloccando i loro conti, nel caso in cui volessero aprirne presso banche in Occidente, o vietando loro di viaggiare là, qualora ne avessero voglia. Il Pentagono ha inviato 22 aerei da combattimento in Polonia e nei paesi baltici, ma non ha intenzione di fare più di questo gesto, al momento.
Che cosa succede esattamente? Dalla caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989, e dal vertice di Malta che gli fece seguito, il 2 e il 3 dicembre, gli Stati Uniti non hanno mai smesso di guadagnare terreno e – in violazione dei loro promesse – a far passare uno per uno tutti i paesi europei, tranne la Russia, alla NATO.
Il processo è iniziato pochi giorni dopo, a Natale del 1989, con il rovesciamento dei Ceau?escu in Romania e la loro sostituzione con un altro dignitario comunista improvvisamente convertitosi al liberalismo, Ion Iliescu. Per la prima volta, la CIA organizzava un colpo di Stato davanti agli occhi di tutti, mentre lo metteva in scena come una “rivoluzione” grazie a un nuovo canale televisivo, CNN International. Questo fu l’inizio di una lunga serie.
Una ventina di altri obiettivi avrebbero fatto seguito, spesso con mezzi altrettanto fraudolenti: l’Albania, la Germania Est, l’Azerbaigian, la Bosnia-Erzegovina, la Bulgaria, la Croazia, l’Estonia, la Georgia, l’Ungheria, il Kosovo, la Lettonia, la Lituania, la Macedonia, la Moldavia, il Montenegro, la Polonia, la Serbia, la Slovacchia, la Slovenia, la Repubblica Ceca e l’Ucraina.
Nessun documento fu firmato in occasione del vertice di Malta, ma il presidente Bush Sr., consigliato da Condoleezza Rice, prese l’impegno verbale sul fatto che nessun membro del Patto di Varsavia sarebbe stato accettato nella NATO. In realtà, la Germania Est vi entrò de facto, con la semplice adesione alla Germania Ovest. Venendo così aperta la porta, sono oggi ben 12 gli Stati ex membri dell’URSS o del Patto di Varsavia che vi hanno aderito e gli altri che sono in attesa di aderire all’Alleanza.
Tuttavia, «le cose belle finiscono». La potenza della NATO e del suo versante civile, l’Unione europea, vacilla. Certo, l’Alleanza non è mai stata così numerosa, ma i suoi eserciti sono poco efficaci. Eccelle nei piccoli teatri di operazione, come l’Afghanistan, ma non può andare in guerra contro la Cina, né contro la Russia, senza la certezza di perdere, come abbiamo visto in Siria la scorsa estate.
In definitiva, gli occidentali sono stupiti dalla velocità e dall’efficacia russe. Durante i Giochi Olimpici di Soci, Vladimir Putin ha stoicamente evitato qualsiasi commento sugli eventi di piazza a Kiev. Ma ha reagito non appena ha avuto le mani libere. Tutti hanno potuto constatare che calava sul tavolo delle carte che aveva preparato durante il suo lungo silenzio. In poche ore, le forze filo-russe hanno neutralizzato le forze pro-Kiev della Crimea, mentre una rivoluzione è stata organizzata a Simferopoli per portare al potere una squadra filo-russa. Il nuovo governo ha convocato un referendum di autodeterminazione che ha ratificato un’immensa ondata pro-russa, compresa la popolazione tatara. Poi, le forze russe ufficiali hanno fatto prigionieri assieme alle loro attrezzature i soldati che ancora si richiamavano a Kiev. Tutto questo senza sparare un colpo, con l’eccezione di un cecchino ucraino filo- NATO che è stato arrestato a Simferopoli dopo aver ucciso una persona di entrambe le parti.

Vent’anni fa, gli stessi abitanti della Crimea avrebbero certamente votato contro la Russia. Ma oggi, la loro libertà è meglio assicurata da Mosca che da Kiev, dove un terzo del governo si rifà ai nazisti e gli altri due terzi ai rappresentanti degli oligarchi. Inoltre, la loro economia in bancarotta è stata immediatamente rilevata dalla Banca di Russia, intanto che, nonostante il FMI e i finanziamenti degli Stati Uniti e della UE, Kiev è condannata a un lungo periodo di povertà. Non era necessario parlare russo per fare questa scelta e, nonostante la propaganda occidentale, i tatari l’hanno fatta così come i russofoni.
È la stessa scelta dell’88% dei militari ucraini di stanza in Crimea, che si sono uniti a Mosca con la ferma intenzione di farsi raggiungere dalle loro famiglie e far loro ottenere la cittadinanza russa. È altresì la scelta dell’82% dei marinai ucraini che si trovavano in mare, troppo contenti di poter diventare russi, e che si sono uniti a Mosca con le loro navi senza esservi costretti in alcun modo.
La libertà e la prosperità, che sono stati i beni in vetrina dell’Occidente per quasi 70 anni, hanno cambiato campo.
Non si tratta qui di affermare che la Russia sia perfetta, ma di constatare che per gli abitanti della Crimea e in realtà per la maggior parte degli europei, essa risulta più attraente rispetto al campo occidentale.
Ecco perché l’indipendenza della Crimea e la sua adesione alla Federazione Russa segnano un movimento contrario nella bilancia. Per la prima volta, un popolo ex-sovietico decide liberamente di riconoscere l’autorità di Mosca. Quel che temono gli occidentali è che questo evento abbia un effetto paragonabile alla caduta del Muro di Berlino, ma nella direzione opposta. Perché mai non vedremmo Stati membri della NATO – come la Grecia – o semplicemente dell’Unione europea – come Cipro – seguire la stessa via? Il campo occidentale a quel punto si disintegrerebbe e poi sprofonderebbe in una profonda recessione, come la Russia di Eltsin.
Inoltre, si porrebbe inevitabilmente la questione della sopravvivenza degli Stati Uniti. La dissoluzione dell’URSS avrebbe dovuto preparare quella del suo nemico (e nondimeno suo partner), poiché queste due superpotenze esistevano solo l’una contro l’altra . Ma non è successo. Essendosi Washington sbarazzata del suo concorrente, si è lanciata alla conquista del mondo, ha globalizzato l’economia e ha installato un Nuovo Ordine. Sono occorsi due anni e un mese all’Unione Sovietica per dissolversi dopo la caduta del muro di Berlino. Vedremo presto la dissoluzione degli Stati Uniti e dell’Unione europea in più entità, come insegna Igor Panarin all’Accademia Diplomatica di Mosca?
Il crollo sarà ancora più veloce quando Washington ridurrà le sovvenzioni ai suoi alleati e Bruxelles i suoi fondi strutturali.
Nessuno deve temere l’attrattiva della Russia, perché è un potere imperiale, ma non imperialista. Sebbene Mosca tenda a snobbare i piccoli paesi che protegge, non vuole estendere la sua egemonia con la forza. La sua strategia militare è il “divieto di accesso” al suo territorio. Le sue forze armate sono le prime al mondo in termini di difesa anti-aerea e anti-navale. Possono distruggere flotte di bombardieri e di portaerei. Ma non sono attrezzate per partire alla conquista del mondo, né sono impiegate in una quantità di basi esterne.
È particolarmente strano sentire gli occidentali denunciare l’adesione della Crimea alla Federazione Russa in quanto contraria al diritto internazionale e alla Costituzione dell’Ucraina. Non furono forse loro ad aver smembrato l’URSS e il Patto di Varsavia? Non furono forse loro ad aver rotto l’ordine costituzionale a Kiev?
Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, deplora una presunta volontà russa di «tagliare in due l’Europa». Ma la Russia si è sbarazzata della dittatura burocratica sovietica e non intende ripristinare la cortina di ferro. Sono gli Stati Uniti a voler tagliare in due l’Europa per evitare emorragie verso est. La nuova dittatura burocratica non è più a Mosca, ma a Bruxelles, e si chiama Unione europea.
Sin d’ora, Washington tenta di inchiodare i suoi alleati nel suo campo, sviluppa la sua copertura missilistica in Polonia, Romania e Azerbaigian. Non fa più mistero del fatto che il suo “scudo” non sia mai stato destinato a contrastare i missili iraniani, essendo stato invece concepito per attaccare la Russia. Cerca anche di spingere i suoi alleati europei ad adottare sanzioni economiche che potrebbero paralizzare il continente e spingerebbe i capitale a fuggire… verso gli Stati Uniti.
L’ampiezza di questi aggiustamenti è tale che il Pentagono sta esaminando la possibilità di interrompere il suo «perno per l’Estremo Oriente», ossia, il ridislocamento delle sue truppe d’Europa e Medio Oriente per posizionarle in vista di una guerra contro la Cina. In ogni caso, qualsiasi mutamento nella sua strategia di lungo termine disorganizzerà ancora di più le sue forze armate sul breve e medio termine. Mosca non chiedeva tanto, osservando con piacere le reazioni delle popolazioni dell’Ucraina orientale e, perché no, della Transnistria.

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano “Al-Watan” (Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information Clearing House”, in francese sul “Réseau Voltaire”.

Thierry Meyssan, 23 marzo 2014

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=100136&typeb=0&La-Crimea-cambia-campo-prima-d-una-lunga-serie

Siria: Dichiarazioni del pilota attaccato dai turchi

Dichiarazioni d’acciaio del pilota di aereo dell’armata araba siriana !

“La mia missione era quella di perseguire i terrorristi armati sul suolo della Repubblica araba siriana a circa 7 chilometri dalla frontiera … Di ritorno dalla mia missione, un missile con un aereo turco ha improvvisamente colpito il mio apparecchio ed ho deciso di abbandonare il velivolo espellendomi ”
E aggiunge con un coraggio da eroe: “Il mio obiettivo era sul nostro territorio, dove mi sono espulso e voglio rassicurare coloro che mi hanno preso di mira che sono di ritorno da loro, a Dio piacendo, sono in buona salute e galvanizzato e sono pienamente pronto , se Dio vuole a riprendere i miei doveri nei confronti dei combattimenti per inseguire i gruppi terroristici armati per l’eliminazione dell’ultimo elemento nei territori della nostra amata Siria ”
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=7pEFy8YbO3Y
Fonte:
http://allainjules.com/2014/03/23/video-journal-de-syrie-du-2332014-la-turquie-poursuit-son-agression-contre-la-syrie/

Probabile escalation in Syria in risposta ai fatti in Crimea???

rt.com/news/syrian-jet-down-turkey-681/

A Syrian military jet has been intercepted near the Syrian-Turkish border after it violated the Turkish airspace, Prime Minister Recep Tayyip Erdogan has said. Conflicting reports said the jet was shot down from the ground and crashed on the Syrian side.
The Syrian Air Force jet was shot down near the Kasab crossing in Latakia province, where fierce fighting between Syrian forces and armed insurgents has been going on for three days, Reuters reported.
Addressing supporters at a Sunday rally, Erdogan confirmed that Turkish armed forces had downed the jet.

“A Syrian plane violated our airspace. Our F-16s took off and hit this plane. Why? Because if you violate my airspace, our slap after this will be hard,” Erdogan said, congratulating the Turkish Air Force on its actions. 

Mantova: «Appalti e lavori solo agli amici». Lo scandalo tocca gli ospedali e l’autostrada

23 marzo 2014
Attorno ad Infrastrutture Lombarde esisteva un sistema ben rodato che garantiva ad un ristretto gruppo di professionisti e imprese l’assegnazione di appalti e consulenze. Così anche per i lavori agli ospedali di Mantova, Asola e Bozzolo, e all’autostrada Mantova-Cremona. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Andrea Ghinetti su richiesta del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei pm Antonio D’Alessio e Paola Pirrotta.
L’inchiesta ha portato all’arresto di otto persone, tra le quali Antonio Rognoni, il dimissionario direttore generale di Infrastrutture Lombarde, la società interamente partecipata dalla Regione Lombardia e al centro dell’indagine della procura milanese. Secondo la quale una sorta di “struttura parallela” avrebbe pilotato gli incarichi in modo da privilegiare gli stessi consulenti, ma anche garantirsi ritorni in termini di controllo degli appalti stessi.
Turbate 25 gare. Le intercettazioni indicherebbero che Rognoni, assieme al capo dell’ufficio gare della società pubblica, Pierpaolo Perez (gli unici due finiti in carcere), e ad alcuni professionisti, avrebbe “turbato” 25 appalti relativi ad ospedali, autostrade e all’Expo, per un valore di circa 224 milioni di euro.(…)

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Tav: maxi processo, all’ingresso perquisito senatore M5S

TORINO
(ANSA) – TORINO, 24 MAR – Si e’ aperta con una polemica l’ udienza di oggi, a Torino, del maxi processo ai No Tav. I difensori hanno fatto notare che il senatore Marco Scibona (M5S), convocato come teste, e’ stato “fermato e perquisito” all’ingresso dell’aula bunker nonostante avesse “esibito il tesserino” di parlamentare. “E’ grave – ha detto al tribunale l’avvocato Danilo Ghia – e’ una violazione della Costituzione”.

ecco come la formazione serve all’occupazione…..dei truffatori

Messina: Formazione, corsisti scambiati come figurine
23 marzo 2014
Diverse intercettazioni documentano un vero e proprio “mercato”: gli allievi passavano da un ente all’altro per garantirsi i finanziamenti. Altro che no profit: il corrispettivo spesso consisteva in una percentuale dei fondi ottenuti. In attesa degli interrogatori di martedì, emergono nuovi particolari sullo scandalo della formazione professionale e il caso “Corsi d’oro”. Particolari che toccano diversi aspetti di un sistema vastissimo e dai mille volti. Alcune intercettazioni, ad esempio, documentano un vero e proprio “mercato” dei corsisti, per i quali gli interlocutori interessati a questo o a quell’altro ente utilizzano termini come “trattativa”, “scambio”, “apprendisti venduti”. Vere e proprie compravendite: allievi in cambio di percentuali dei finanziamenti ottenuti dalla Regione.(…)

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http://www.crisitaly.org/notizie/messina-formazione-corsisti-scambiati-come-figurine/

Un licenziamento significativo

SENZA PAROLE. NON TOCCATE IL PROFITTO SULLA PELLE UMANA

FONTE

Testo di Angelo Bavaro

La mia amica Dott.ssa Michela De Petris mi ha chiesto di diffondere questo importante accadimento:

Mercoledì 5 marzo a “Le Iene” su Italia1 è andato in onda un interessante servizio tutto documentato su come un signore malato di tumore sia riuscito a bloccare la malattia grazie anche all’introduzione di una alimentazione vegana, in gran parte crudista. Michela, dott.ssa sia privata ma anche specialista al San Raffaele di Milano, ha dato la sua disponibilità a spiegare alle telecamere in che modo tutti i suoi pazienti siano riusciti a trarne tanto beneficio. Consiglio di vedere il servizio. Il giorno dopo ha iniziato a ricevere migliaia di chiamate da tutta Italia a cui lei sta cercando di dare risposte, perché è una persona eticamente corretta.
L’ho incontrata oggi e mi ha detto che ieri il suo primario del S.Raffaele l’ha chiamata e l’ha licenziata in tronco.

Lei mi ha spiegato che il suo ospedale prende molti soldi dalle cure farmacologiche che danno ai pazienti malati di tumore e quindi, per interessi prettamente economici, il suo intervento ha danneggiato la struttura.
Capite? Se ne fottono della salute dei pazienti!

Ebbene, Michela, che è una grande professionista, guardandomi negli occhi mi ha detto che lo rifarebbe altre cento volte, perché è molto più importante informare le persone piuttosto che lasciarle all’oscuro di certe cose così importanti solo per interessi economici.

Se volete, aiutatemi a diffondere la notizia.
Queste sono esattamente le parole di Michela, quindi non è una mia interpretazione. Lei stessa mi ha chiesto di aiutarla a diffondere la verità al fine di aiutarci.

Grande stima da parte mia, cara Michela.
http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2014/03/un-licenziamento-significativo.html

Fassino contestato ribatte ai No Tav: “Amianto nelle rocce? Allora chiudiamo il Frejus…”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/03/22/news/fassino_va_a_susa_i_no_tav_lo_contestano-81632047/

Il sindaco di Torino era in municipio per parlare del progetto della Città metropolitana: gli attivisti lo hanno insultato all’entrata, poi un piccolo gruppo scortato dai carabinieri è entrato in sala. “Se nella montagna c’è l’amianto, come dite voi, allora chiudiamo anche il Frejus” ha detto Fassino

di FABIO TANZILLI

Fassino contestato ribatte ai No Tav: "Amianto nelle rocce? Allora chiudiamo il Frejus..."

L’arrivo del sindaco Fassino in municipio a Susa 

Scontro acceso in municipio a Susa durante la presentazione del progetto della Città metropolitana. Durante l’incontro il sindaco di Torino, Piero Fassino, si é confrontato animatamente con un piccolo gruppo di attivisti No Tav in cui c’era anche una candidata alle Regionali di M5S, scortati dai carabinieri per motivi di sicurezza. “Bisogna parlare in modo razionale di queste cose, vi sembra giusto che venga contestato e insultato sotto il Comune solo perché vengo a parlare di città metropolitana?” ha detto Fassino rivolgendosi ai No Tav – se davvero nella montagna dove vogliono far passare il treno c’è l’amianto come dite, allora chiudiamo subito anche il traforo del Frejus, visto che è la stessa”. Gli attivisti hanno replicato ricordando il problema delle polveri sottili in cantiere, di cui recentemente si è occupata anche Repubblica. Polemica, da parte dei No Tav, anche sulla scorta di carabinieri che li ha accompagnati in sala dopo che all’ingresso Fassino era stato insultato: “Siamo cittadini come altri, non é giusto essere trattati così mentre partecipiamo ad un dibattito pubblico” ha dettoo Stefania Batzella, candidata alle Regionali per i Cinque Stelle. “E’ giusto fare una discussione civile sulla Tav – ha replicato il sindaco di Almese Bruno Gonella – ma quando ho invitato il presidente della Provincia, Saitta, e altre autorità torinesi a parlare di Torino-Lione, sono stato messo in croce dai No Tav e i manifestanti hanno impedito il dibattito”.

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Commento:  Dalle risposte scombinate (il tono della voce era sempre più alto), assurde (chiudiamo il Frejus) e affannose (rispondendo gesticolava e si guardava intorno per raccogliere i consensi della platea opportunamente selezionata), é EVIDENTE che TRE DONNE (non armate ma SCORTATE dalle FFOO) sono riuscite a mettere in grande difficoltà il povero sindaco metropolitano……

 

Mentana Vs Grillo Vs Tsipras Vs No Tav

 http://www.tgvallesusa.it/?p=6727

La7 intervista Beppe Grillo: un faccia a faccia con Mentana lungo un’ora nel quale si parla di movimento e di Europa

Posted on 22 marzo 2014

di Davide Amerio

Sandro Pertini me lo ricordo bene. Se lo rammentano ancora molti Italiani con i quali condivido la nostalgia per quello che rimane, per me, l’ultimo dei Presidenti della Repubblica degno di questo nome. Ci regalò un fervore morale intenso facendoci respirare i valori della Resistenza, dell’antifascismo, della lotta per la libertà; ci fece vivere il pathos di una generazione dedita per una vita intera al sogno di una democrazia compiuta, pagando il prezzo del carcere, del confino, della morte.

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A mia madre non piaceva. Ne parlammo un giorno nel quale le chiesi spiegazioni. Mi raccontò di aver assistito, per caso, ad un suo comizio molti anni addietro. Non fu il comizio in sé che le generò una antipatia verso il personaggio, che seguì ben poco essendo lei decisamente estranea alle vicende politiche, ma una battuta che carpì per caso, passando vicino al palco: Pertini stava parlando con un’altra persona e diceva parole poco lusinghiere sugli abitanti del paesello ligure presso il quale si teneva il comizio. Il breve dialogo tra i due la disturbò profondamente; non si pose la questione se il nostro Sandro avesse una qualche ragione per quelle affermazioni e in lei sopravvisse sempre un’avversione per l’uomo pur riconoscendo, da persona intelligente qual era, i suoi meriti nell’esercizio dell’alta funzione di Presidente della Repubblica.

tsipras

A distanza di decenni mi torna in mente l’episodio per un analogo caso accaduto a me. Pare, e il dubitativo è d’obbligo essendo notizia giuntami dai giornali, il candidato Tsipras, giunto in Italia per presentare la sua lista per le elezioni europee, alla domanda su cosa pensasse di Beppe Grillo abbia riposto che Grillo è uno che dice sempre e solo di no.

A me questa affermazione ha generato sconcerto; potrebbe non essere vera o non così vera ma visto l’entusiasmo con il quale pezzi (brandelli) della sinistra hanno abbordato il carrozzone Tsipras capeggiati da intellettuali che non amano certo il movimento, temo risulti vera. Conoscendo un po’ ciò che il M5S sta facendo da cinque anni a questa parte, quello che Grillo va dicendo da 20 anni e i risultati elettorali conseguiti sino ad oggi(pur avendo il “mondo” contro) un’affermazione del genere mi fa seriamente dubitare del personaggio: o non sa o sa poco (nel qual caso sarebbe stato meglio per lui tacere) oppure ha voluto assecondare (e questo si è populismo) quel popolo della sinistra che continua a cercare un vate ispiratore  ed esaurita la ricerca nelle proprie fila è disposta a emigrare all’estero per importarne uno (tanto gli rode che un comico abbia conseguito in cinque anni un risultato che loro hanno mancato in cinquanta).

Cercherò di non commettere l’errore di mia madre. Siamo tutti molto fragili nei giudizi. Imploriamo una seconda possibilità per noi stessi quando commettiamo errori ma abbiamo molta difficoltà a concedere la change quando si tratta degli altri.

Ieri sera un vivace e bravo Mentana ha tenuto testa a un quasi mansueto  Grillonell’intervista andata in Onda su La7. Domande incalzanti da parte del giornalista, risposte dell’intervistato che dovrebbero chiarire, per chi ha un po’ di onestà intellettuale, un numero infinito di dicerie e maldicenze sul movimento.

Uno dei punti trattati è stato proprio quello delle prossime elezioni europee. Con chiarezza Beppe ha dichiarato che il movimento non è contrario all’Europa o intende far uscire l’Italia dall’Unione Europea. L’obiettivo del M5S sarà quello di portare l’Unione a riconsiderare l’impostazione data ai trattati; quegli stessi che, se attuati così come sono stati condivisi dai nostri governi non eletti, porterebbero l’Italia ad un inesorabile declino economico e sociale. Il referendum per chiedere agli Italiani se uscire dall’euro è un piano B da attuare se la Comunità Europea continuerà sulla sua strada compromettendo il futuro dell’Italia(da mesi invece, nei media e nei social, viene divulgata la menzogna di Grillo che vuole uscire dall’Europa tout court).

La lista Tsipras è disposta a fare gli stessi passi? Se l’UE risponderà picche alle sollecitazioni e alle modifiche dei trattati (variazioni che hanno come obiettivo quello di rendere “pagabile” il debito e non di soffocare la società a favore delle banche) che cosa farà Tsipras? E cosa faranno i simpatizzanti (compresi encomiabili personaggi valsusini ) che la sostengono?

La mia impressione è che, a sinistra, molti anti-grillini viscerali siano vittime delle classiche distorsioni dei media: mi fa specie che non se ne rendano conto alcune persone qui in Val di Susa. Abbiamo ampiamente documentato (vedi qui e qui) i mezzi con i quali viene manipolata l’informazione per conseguire obiettivi non dichiarati; mi domando come mai se si parla di Tav riconosciamo le menzogne raccontate mentre invece quando i media ci parlano del M5S nei modi più visceralmente negativi le stesse persone tendono a dare più credibilità ai media. “Misteri” della sinistra ma con il rischio di mancare il sostegno all’unica forza politica che è stata inequivocabilmente e senza tentennamenti a fianco della Valle nella lotta contro il Tav: non è che ce ne “siamo” dimenticati perché i “grillini” hanno il buon senso di partecipare alle manifestazioni senza innalzare di continuo bandiere di parte?!?

Sapori di libertà

http://www.tgvallesusa.it/?p=6764

Posted on 23 marzo 2014

di Gabriella Tittonel

Elvio papà di Claudio

Elvio papà di Claudio

Sapori di libertà. Sapori di cibo, di legami intrecciati, di tante cartoline scritte che arriveranno a Chiara, Claudio, Mattia  e Niccolò, i giovani amici no tav in carcere con l’accusa di terrorismo. Questi gli ingredienti di una domenica davvero speciale, l’odierna, iniziata al presidio di Venaus con il pranzo condiviso e la raccolta di prodotti locali da far giungere oltre i portoni delle carceri in cui i ragazzi stanno attendendo l’evolversi delle vicende giudiziarie.

Cristina mamma di Mattia

Cristina mamma di Mattia

“La miglior solidarietà che si può portare a chi finisce in carcere è l’intestardirsi con ancora più tenacia nella  lotta.. Negli ultimi tre mesi si è deciso sempre di più…. Per riuscire a dire che l’ostinazione dei no tav non si spaventa davanti ad accuse pesantissime o a multe astronomiche….L’altra metà della solidarietà è fatta di attenzioni, ha il profumo di carta da lettere, il costo di un francobollo, il gusto di un buon cibo cucinato con solidarietà. E’ la parte più timida e nascosta, ma non meno importante. E così un formaggio valligiano, qualche fetta di salame, possono tessere un filo diretto con chi sta fuori e gustandoli, sapendo che è un pensiero dedicato, riuscire ad alleviare la solitudine e dar colore ad una giornata anche dentro le grigie mura del carcere” –  questo il testo dell’invito che ha fatto giungere a Venaus tanti amici, che si sono stretti con affetto intorno ai genitori ed i parenti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, venuti in valle per l’occasione. Per condividere con loro cibo e parole, sorrisi e sguardi eloquenti della tanta sofferenza e fatica affrontata.

Patrizia mamma di Nicolò

Patrizia mamma di Nicolò

“Ci fa sentire meglio essere qui con voi, abbiamo attraversato mesi difficilissimi, travolti da quanto era accaduto, poi abbiamo iniziato a reagire.. è nata, tra l’altro, l’idea delle lettere” – così ha sottolineato Cristina, la mamma di Mattia, attorniata dai figli, una famiglia splendida la sua, con quel buon profumo di onestà così raro da trovare. Lo stesso profumo colto nei famigliari degli altri ragazzi.

“Come ho saputo di Niccolò? Ero in ufficio, ho sentito una notizia diramata dall’Ansa.. subito ho avuto tanta paura, poi ho cercato di prendere le distanze, ma basta un piccolo particolare per sprofondare nell’angoscia… ma bisogna andare avanti” così ho proseguito Patrizia, la mamma di Niccolò.

I sentimenti espressi sono stati gli stessi di Elvio, il papà di Claudio, dei famigliari, del compagno di Chiara, attraverso l’incontro personale, nel tepore del presidio e nel vento freddo del Cenischia, sentimenti che per le famiglie sono diventate in questi mesi impegno e condivisione di fatica, tensione, ma anche realtà comune per affrontare meglio la situazione.

Gabriella_50_no tav Clarea e Venaus parenti 4 - 23 3 2014 022

Nella fredda domenica marzolina c’è stato il pranzo condiviso, ci sono state le tante parole scritte sulle cartoline che arriveranno nelle carceri insieme ai cibi raccolti. E poi, immancabile, c’è stato lo spazio della visita al cantiere della Clarea. Affrontando il sentiero spazzato dal vento e dai tanti passi che in questi anni lo stanno percorrendo.

Gabriella_50_no tav Clarea e Venaus parenti 4 - 23 3 2014 035

Passi di genitori, di famiglie, di ragazzi,  che si sono sovrapposti ad altri passi precedenti, anche a quelli dei quattro amici in carcere, tanti passi per ribadire il no a un’opera così inutile, devastante e, oggi lo sappiamo, portatrice di morte come quella dell’alta velocità valsusina.

G.T. 23 3 2014