Usa-Ue: “Voto Illegale” !

chiedere al popolo se vuole ancora 50 anni di lacrime e sangue per l’euro? Ma stiamo scherzando? Siamo in democrazia, ovvero il dominio dell’elite della finanza..non discutere
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Immaginate che domani ci sia un referendum in Italia per uscire dall’euro ed il 95% degli italiani voti a favore. Come reagireste alla notizia che UE ed USA dichiarino “illegale” il voto e minaccino sanzioni e addirittura azioni militari? Benvenuti nel “democratico” Occidente. (1)
In questi ultimi giorni, abbiamo assistito a dichiarazioni a dir poco deliranti e provocatorie dei leader occidentali che in pratica non solo non riconosceranno l’esito di un democratico referendum ma si sono spinti addirittura oltre, minacciando l’intervento armato contro la Russia che dal canto suo si sta solo limitando a tutelare gli interessi dei propri cittadini in un’area strategicamente importante.
Infatti, è in corso la guerra delle risorse naturali su cui i massoni ed i bilderberghini vogliono allungare i loro sporchi e diabolici zamponi e per far ciò hanno dapprima sobillato la popolazione ucraina, infiltrando cecchini e mercenari (sono stati loro a sparare a piazza Maidan, ma questo la disinformazione vigliacca di regime non ce lo dirà mai!), per deporre l’ex premier Yanukovich.
Poi non contenti di ciò, vogliono impedire alla Crimea di esercitare il diritto all’autodeterminazione dei popoli, sancito dalla carta ONU all’articolo 20. Sino ad arrivare allo scontro militare vero e proprio con la Russia che conta anche dell’appoggio della Cina.
Intanto, una prima forma di rappresaglia e risposta russa è arrivata, anche se per fortuna è solo telematica. Alcuni giorni fa, ricorderete, era stato attaccato dai pirati informatici, il sito internet del Cremlino per alcune ore. Un gruppo di hacker ucraini filo-russi ha infatti scatenato un poderoso attacco ai siti internet della NATO, inondando di richieste il suo server e mettendolo k.o. in pochissimi minuti. Chiarissimo il messaggio con cui i pirati telematici ribattezzatisi “CyberBerkut” hanno violato la sicurezza del sito dell’alleanza atlantica: “via i banditi della NATO da casa nostra!”
Tornando al referendum di oggi, un ultimo interrogativo va chiarito: perché per il Kosovo gli USA e gli UE si sentivano così paladini dei diritti umanitari punendo la Serbia con una serie di micidiali bombardamenti che la misero letteralmente in ginocchio, mentre per la Crimea non vale lo stesso discorso?
La voglia di affrancamento da parte di questa regione che si trova nel Mar Nero, nel bel mezzo di Russia ed Europa non va considerata da parte dei satrapi di USA ed UE. Questo semplicemente perché fa gola il gas che passa proprio da lì, e che arriva nelle nostre case, su cui qualche criminale speculatore vorrebbe metterci le mani sopra per trarne un ingentissimo profitto. Anche a costo di scatenare una pericolosissima guerra. (2)
 
Fonti:
1 – Press News
 

Sanzioni stile Crimea anche per il Veneto?

l’autodeterminazione dei popoli è evidente che, per i sostenitori dell’eguaglianza strabica, vale per alcuni cittadini ma guai per altri, esattamente come l’Occidente insegna. Quando sono i veneti o i sardi o i siciliani a parlare di indipendenza dallo stato centrale GUAI. Pure il Pd che vede nei sentimenti nazionali un’offesa alle supreme autorità sovrannazionali, ritrova tutto il suo amore per “l’integrità nazionale”. L’importante è rimanere fedele a due pesi e due misure

Un articolo ironico di Russia Today sul doppiopesismo occidentale

Augusto Carletti   

A mo’ di cagnolino fedele, dopo la decisione Usa, con Barack Obama che ha stabilito per decreto sanzioni economiche e congelamento dei beni ai danni di diversi alti funzionari russi, tra cui stretti collaboratori di Vladimir Putin come Vladislav Surkov, Sergey Glazyev e il parlamentare della Duma, Leonid Slutsky e lo stesso ex presidente ucraino Ianukovich, anche la Ue ha adottato stolte “misure restrittive” contro 13 personalità russe e 8 della Crimea.
Saranno poi i capi di Stato e di governo della colonia europea-occidentale, nel vertice Ue di metà settimana, a prendere la decisione sull’eventuale annullamento del vertice G8 in programma a Sochi a giugno.
Unica nota non gradita agli eurocrati la dichiarazione controcorrente del loro maggiore protetto di Russia, Mikhail Gorbaciov. L’ultimo presidente sovietico, e premio Nobel per la pace ha plaudito al referendum in Crimea dove “il popolo ha deciso di correggere un errore” del passato e si è schierato contro le stolte sanzioni occidentali. ”Per dichiarare le sanzioni ci deve essere un motivo molto serio ed esse devono essere appoggiate dall’Onu”, ha dichiarato alle agenzie russe. ”L’espressione della volontà del popolo della Crimea, e anche la sua possibile annessione nella Federazione Russa come regione, non possono servire da motivo per le sanzioni”, ha sottolineato.
Con le sanzioni ai vertici russi, gli atlantici puntano a colpire l’economia di Mosca (individuando l’embargo in particolare sulla lucrosa commercializzazione di armamenti. In particolare si aspettano un vantaggio del 3% nel cambio tra il dollaro e il rublo. Contro ogni evidenza, Gli Usa hanno anche dichiarato di sospettare poi che ci siano stati “gravi brogli” al referendum  in Crimea.
Brogli che, però, non sono stati assolutamente visti dagli osservatori internazionali presenti nella Repubblica distaccatasi dall’Ucraina e che hanno definito votazione e spoglio “perfettamente trasparenti”.
Russia Today, il media russo più noto in Occidente, ha i9nfine dedicato nel giorno della proclamazione dei risultati del referendum, intanto, un articolo assai ironico sull’atteggiamento dei media europei-occidentali  riguardo al referendum di Crimea e sul doppiopesismo utilizzato in Europa non soltanto riguardo al vergognoso precedente del Kowsovo, provincia depredata alla Serbia con i bombardamenti della Nato, ma rispetto anche alle varie dichiarazioni di indipendenza succedutisi negli ultimi anni nel Regno Unito (Scozia) e in Spagna (Catalogna). E, con un affondo assai sintomatico, l’emittente ha anche preso in considerazione un evento tutto italiano, iniziato in parallelo proprio nella stessa domenica 16 marzo.
In particolare è stata focalizzata la notizia del lancio, on line, del referendum per la secessione del Veneto – e di Venezia – dalla Repubblica italiana, una consultazione che durerà fino a venerdì prossimo organizzata dal movimento indipendentista che reclama “con un ampio favore di popolo: oltre il 65%” la costituzione di una Repubblica Veneta autonoma. Secondo il responsabile del comitato organizzatore, intervistato da Russia Today, Lodovico Pizzati, i votanti di maggioranza dei 3,8 elettori veneti (su più di 5 milioni di abitanti) si pronunceranno per la secessione.
Il Veneto, infatti, come nota Russia Today è una delle più grandi e ricche regioni d’Italia che intende riequilibrare i suoi costi, pesantemente passivi, di dare-avere con il centro dello Stato italiano. Un gap che viene sottolineato in una differenza di 20 miliardi di euro tra quanto i veneti pagano di tasse e quanto ricevono dal potere centrale.
Una domanda sorge dunque spontanea da rivolgere  alla signora Federica Mogherini, ministro degli Esteri del governo Renzi, che si è diligentemente adoperata nel sostegno a tutto tondo alle sanzioni Ue contro Russia e Crimea.
Ha forse intenzione, questo governo, di vietare visti e congelare beni dei cittadini veneti – peraltro ricchi di antichi legami storici con la Crimea – che dichiareranno la loro adesione al progetto di indipendenza della loro regione dalla Repubblica Italiana?
Ci sarebbe da ridere. Ma, purtroppo, si tratterebbe di una risata amara.
17 Marzo 2014 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23163

La Banca d’Italia istiga all’Usura ?

Nel regno di Santa Laura, la protrettrice di Bankitalia….Le perizie della finanza van bene solo per Equitalia quando deve pignorare le case

Posted By antonio miclavez On 12 marzo 2014

Processo contro al BPM, la Banca Popolare di Milano.

Ecco l’iter. Febbraio 2012 parte una mia denuncia; il PM apre le indagini; la guardia di Finanza riconosce il superamento del tasso soglia d’usura normato da legge, e superarlo vuol dire dal 2 ai 10 anni di galera; il PM Raffaele Tito come capita qui a Udine chiede l’archiviazione per la “presunta buona fede degli organi apicali bancari”; il GIP si oppone – mitico – e ordina l’imputazione coatta.

Si va alle indagini preliminari. Il PM chiede di nuovo l’archiviazione: le cifre sono “spiccioli”, ma soprattutto “che interesse avevano i dirigenti bancari a derubare il cliente che neanche conoscevano ?” Gli avvocati delle parti lese (i nostri) osservano che gli spiccioli si riferiscono ad un conto fermo, le migliaia di euro usurarie invece ai conti attivi; riportano un fascicolo scaricato da internet con 52 pagine di premi per i dirigenti bancari; la filiale che sfora il tasso soglia di 20 € al mese per utente aumenta l’utile annuo di € 1.200.000, e di questi il 5% viene diviso fra i dirigenti bancari; crolla l’ipotesi della mancanza di interesse dei dirigenti.

Un nostro avvocato, Cristiano Coppi, si infervora: ” se l’usuraio di strada viene condannato mentre l’usuraio dal colletto bianco viene assolto, tolgo la toga ed esco”. Silenzio in aula. L’avvocato non si toglie la toga e continua l’arringa.

L’avvocato della BPM è un milanese che aveva bloccato il processo dichiarando che la perizia della guardia di finanza era sbagliata: con un sorriso di sufficienza sbatteva sul tavolo un malloppo in cui un il solito perito filobancario dimostrava che il 45% di interessi non sono usura; il GIP decide giustamente di far rifare la perizia ad un valido CTU di Trieste, il Dr Renier Presidente dei Commericalisti di Trieste che conferma la perizia della Guardia di Finanza. Non sempre i CTU tengono per chi comanda, ogni tanto c’è una persona onesta.

Sbugiardata la perizia anti-Guardia di Finanza, la vittoria sembra in pugno. Ma ora avviene il colpo di scena: messo nell’angolo, l’avvocato milanese si infervora: è colpa della BANCA D’ITALIA !! La sua povera assistita, ma BPM, si era solo rifatta alle istruzioni di Bankitalia; sono quelle che inducono all’usura, la BPM non aveva alternatva. Ed inizia a leggere paragrafi, postille, formule che ottengono l’effetto desiderato: il GIP annaspa fra i numeri, è confuso, e rimanda al 25 Marzo, per le conclusioni difensive.

Il PM, si complimenta con il milanese (ma da che parte sta il PM? Con noi vittime d’usura è aggressivo, quasi fossimo noi i delinquenti, e con le banche sorride… ) e noi usciamo con l’amaro un bocca, con la netta sensazione di aver trovato un muro di gomma: che fare contro la banca d’Italia? Certo che l’Avvocato della BPM ha dichiarato al Giudice che la Banca d’Italia fa usura !! Se fosse è vero, è grave: tutte le banche italiane hanno l’alibi per applicare liberamente tassi usurari , come in effetti sta accadendo. Ma se fosse falso, l’Avvocato della BPM va querelato per diffamazione!

Abbiamo chiesto alla Banca d’Italia di prendere una posizione netta: entro il 25 povremmo avere una risposta (dubito). Ma la risposta, se ci sarà, chiarirà finalmente un dilemma: il nocciolo della piaga sociale dell’usura è la Banca d’Italia o le banche commerciali che ne interpretano ad usum le istruzioni?

http://www.stampalibera.com/?p=72020

Crimea, Scaroni: «L’Ue può restare senza gas»

L’amministratore delegato di Eni: «Forte dipendenza da Mosca».
 
La crisi delle relazioni internazionali in Crimea rischia di costare cara all’Europa. A dirlo, in un’intervista al Financial Times, è l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni.
«L’Europa si troverà ad affrontare problemi nelle forniture di gas e prezzi più elevati il prossimo inverno se le tensioni con la Russia comporteranno l’interruzione dei flussi di gas attraverso l’Ucraina», ha spiegato Scaroni. «Italia, Austria e Germania del Sud sarebbero particolarmente a rischio dato che i loro mercati sono molto esposti al gas russo via Ucraina».
 
«RISCHIO RIALZO DEI PREZZI». Secondo il leader del colosso energetico, «con una domanda di gas debole e stoccaggi ad elevati livelli, il mercato potrebbe assorbire con facilità un’interruzione delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina nell’immediato. Ma un’interruzione il prossimo anno significherebbe prezzi più elevati del gas e indurrebbe l’Europa ad affidarsi maggiormente a forniture di gas russo provenienti da altre vie, come il Nord Stream nel Baltico. L’Europa sarebbe inoltre vulnerabile a eventuali problemi sulle forniture dall’Algeria e dalla Libia».
 
«NEL BREVE TERMINE IMPOSSIBILE FARE A MENO DEL GAS RUSSO». Scaroni ha spiegato che «nel breve termine, non sarebbe possibile per l’Europa fare a meno del gas russo», mentre, «in un periodo più lungo, potrebbe limitare la sua dipendenza attraverso lo sviluppo dello shale gas domestico, e attraverso un incremento dell’utilizzo di altre fonti energetiche incluso nucleare e carbone. Potrebbe anche acquistare maggiori quantità di Gnl dagli Stati Uniti, quando gli impianti di esportazione entreranno in funzione, anche se questo potrebbe essere una soluzione costosa».
 
Lunedì, 17 Marzo 2014
 

LADRI IMPROVVISATI PER REGGERE ALL’URTO DELLA CRISI

italiani, evasori e pure ladri. Altro che brava gente….al rogo!!contro suicidio tasse

 Scritto il 17 marzo 2014 alle 10:05 da Redazione Finanza.com

Boom di furti e rapine con molti italiani che si trasformano in “ladri improvvisati” per riuscire ad arrivare indenni a fine mese. La crisi economica degli ultimi anni ha prodotto un’escalation dei furti e non solo. Dal 2010 al 2013 le rapine sono passate da 35mila a 44mila, più di 120 al giorno, con un incremento del 25%; nello stesso periodo gli scippisono passati da 14mila a 21mila (+50%); i furti in appartamento da 149mila a 246mila (+ 65%).
 
Oltre 3 mld di euro di merce rubata ai supermercati
Solo nei supermercati, secondo i dati Coldiretti, più di 3 miliardi di euro all’anno di merce viene rubata dagli scaffali. “E qui oggetto di furto è qualsiasi tipo di prodotto – spiegaCarlo Rienzi, presidente del Codacons – dall’abbigliamento ai profumi, dai salumi aiformaggi, passando per prodotti cosmetici e alcolici. Ma a cambiare è anche e soprattutto la tipologia di chi commette furti e rapine: non più ladri di professione ma “ladri improvvisati”. Si registra cioè un fortissimo incremento di cittadini che, vedendo ridotte le proprie capacità di acquisto a causa della crisi economica, decidono di ricorrere al furto come ultima possibilità per far fronte alle proprie esigenza di vita.
 
Il Codacons rimarca come tale ondata spaventosa di furti, rapine e scippi sia il prodotto della crisi economica e si deve parlare di una vera e propria emergenza nazionale. “I numeri sui piccoli reati economici ci dicono che siamo di fronte ad una escalation di furti, rapine, scippi e taccheggi, che trova la sua causa nella crisi economica che ha colpito il nostro paese” rimarca Rienzi.