Archivi giornalieri: 18 marzo 2014
GOLPE UCRAINA: LA VERA SANZIONATA SAREBBE l’UE
Prodi: l’Italia crei un’autorità mondiale dell’acqua
così una volta privatizzata l’Onu o FMI la cederà a chi farà il bravo, con il contagocce però.
Già che l’Italia, tra legge Bassanini, privatizzazione, quotazione in borsa delle municipalizzate può non essere il miglior esempio di gestione di bene comune???
Prodi ricordi il progetto realizzato di Ghedafi per portare l’acqua in superficie? E’ stato bombardato dai tuoi amici.
Organismo ad ampio raggio per prevenire futuri conflitti
28 febbraio, 18:46
ROMA – “In occasione dell’Expo 2015 vorrei che l’Italia prendesse un impegno forte di fronte al mondo per creare un centro mondiale che si occupi dell’acqua in tutti i suoi aspetti, quelli giuridici, militari, di irrigazione e tecnologici”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, intervenendo ad un evento a Roma. Prodi, che è inviato Onu in Africa, ha spiegato che “finché non ci sarà un’autorità mondiale l’acqua sarà una grande fonte di tensione per la storia futura, basterebbe invece gestirla per ridurre i problemi, con un po’ di organizzazione e tecnologie si può utilizzare un decimo dell’acqua per irrigare, e in questo senso l’Italia può dare un buon esempio con la pianura padana”.
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/acqua/ultimenews/2014/02/27/Prodi-Italia-crei-autorita-mondiale-acqua_10155787.html
certo, anche la Nato e la Ue sono nate per prevenire futuri conflitti.
E come non fidarsi di colui che disse, con l’euro si lavorerà un giorno in meno la settimana e si guadagnerà di più.
ULTIME DA SORGENIA, L’ENERGIA CHE TI FULMINA – L’ULTIMATUM DELLE BANCHE (CIRCA VENTI) ALLA PROPOSTA DI CIR: O RODOLFO DE BENEDETTI CACCIA ALMENO 150 MILIONI O SI PRENDONO L’AZIENDA – – – –
ma non dovrebbe stare in galera chi ha ucciso 442 persone? Ah giusto, i diversamente onesti come i protettori dell’lva possono uccidere impunemente e senza indignazione popolare.
18 MAR 2014 13:33
C’è poi il tema di Tirreno Power, la centrale a carbone di Vado Ligure controllata al 50% dai francesi di Gaz de France e di cui Sorgenia ha il 39% indiretto attraverso Energia Italiana (insieme con Hera e Iren all’11% circa a testa) che ha 800 milioni di debiti…
Fabrizio Massaro per ‘Il Corriere della Sera’
Il dialogo tra Sorgenia – la società di produzione elettrica controllata dalla Cir della famiglia De Benedetti e partecipata al 46% circa dall’austriaca Verbund – e le banche creditrici per oltre 1,86 miliardi sembra a un passo dalla rottura.
Gli istituti, che anche ieri hanno effettuato incontri e analisi sulla società che ha debiti eccessivi per 600 milioni e una cassa che basta forse fino a fine mese, avrebbero maturato una posizione comune: respingere la proposta da Cir di un aumento di capitale da 190 milioni totali della società guidata da Andrea Mangoni, coperto dall’azionista di maggioranza con 100 milioni e con un intervento delle banche che ricapitalizzino per 90 milioni e convertano i 400 milioni residui del debito di Sorgenia in nuovi strumenti partecipativi.
Nell’ipotesi della holding, Cir resterebbe con il 53% di Sorgenia e avrebbe le banche come secondo socio al posto di Verbund (che non vuole partecipare), mantenendo così il controllo dell’azienda.
Il «no» alla proposta di Cir e di Sorgenia sarebbe contenuto in una lettera che il consorzio delle circa 20 banche – in testa Mps con 600 milioni, a seguire Banca Imi, Unicredit, Banco Popolare, Ubi Banca, Bpm – dovrebbe inviare già oggi e alla holding presieduta da Rodolfo De Benedetti e guidata da Monica Mondardini.
Le banche insistono: Cir deve mettere almeno 150 milioni per poter arrivare a una governance condivisa, mentre le banche convertirebbero i 600 milioni di debiti in eccesso in azioni e in strumenti partecipativi. In alternativa, la conversione in azioni da parte elle banche riguarderà gran parte del debito eccessivo, facendo diventare così gli istituti socci di controllo, con Cir azionista di minoranza e fuori dai giochi.
Ma non è detto che Cir alla fine non preferisca questa ipotesi, come già alcuni analisti (Equita sim) aveva suggerito di fare. D’altronde la holding dei De Benedetti deve affrontare altre incognite: il possibile rimborso di un bond da 260 milioni di euro ( anticipato proprio per la crisi di Sorgenia); l’eventuale garanzia sul pagamento della fornitura di gas naturale (cosiddetti contratti «take or pay») se Sorgenia dovesse ritirare meno materia prima.
C’è poi il tema di Tirreno Power, con la centrale a carbone di Vado Ligure sequestrata nell’ambito dell’indagine della procura di Savona per disastro ambientale e omicidio colposo. Tirreno Power – controllata al 50% dai francesi di Gaz de France e di cui Sorgenia ha il 39% indiretto attraverso Energia Italiana (insieme con Hera e Iren all’11% circa a testa) – ha 800 milioni di debiti e il nuovo direttore generale Massimiliano Salvi sta preparando un piano per farvi fronte, anche con l’eventuale partecipazione del socio francese.
Intanto ieri i legali della società, capitanati dall’ex ministro della Giustizia Paola Severino, ha incontrato il procuratore capo Francantonio Granero, il pm Chiara Maria Paolucci e il gip Fiorenza Giorgi: non è escluso che gli avvocati, accettando la supervisione di tecnici nominati dal giudice nella fase di produzione di energia, rinuncino al ricorso contro il sequestro.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/ultime-da-sorgenia-lenergia-che-ti-fulmina-lultimatum-delle-banche-circa-venti-alla-proposta-73827.htm
Malaysian Airlines MH370: Inside job?
Aangirfan – 16 marzo 20141
Il 16 marzo 2014, l’esperta di antiterrorismo inglese dr.ssa Sally Leivesley avrebbe detto che, nel caso MH370, sembra che vi sia la pianificazione di qualcuno dalle ampie ed avanzate conoscenze ingegneristiche. I dirottatori avrebbero cambiato velocità, altitudine e rotta dell’MH370 inviando segnali radio al sistema di controllo del volo di bordo. Possono averlo fatto atterrare o schiantare via telecomando. Tra i possibili colpevoli una potenza straniera.
James R. ha detto: “L’annuncio che l’MH 370 era ancora in volo e che venne rilevato sul radar alle 08:11, indica che le ricerche sul mare della Cina meridionale siano state una perdita di tempo farsesca. Eppure qualcuno ha avuto questa informazione ed apparentemente non fece nulla, lasciando che l’inutile ricerca continuasse per quasi una settimana. Le informazioni rilasciate dalle autorità malesi indicano che l’aereo fu dirottato via telecomando. L’equipaggio non poteva nascondere l’aeromobile ai radar. Il radar non dipende da alcuna attrezzatura sull’aereo, non può essere spento. Solo notevoli capacità di guerra elettronica possono far scomparire un aereo dai radar sull’oceano… quasi certamente gli Stati Uniti o una società alleata sotto il loro controllo (hanno fatto sparire l’aereo)“. Come riportato dal Telegraph, è emersa la prova di un possibile complotto della CIA in stile 11/9 riguardo l’MH370. Sajid Muhammad Badat di origine inglese, un agente ‘CIA-MI6-al-Qaida‘, ha recentemente detto in tribunale che 4-5 malesi progettavano di dirottare un aereo usando una bomba nascosta in una scarpa per abbattere la porta della cabina di guida. Saajid Muhammad Badat ha detto che aveva incontrato agenti malesi di CIA-MI6-al-Qaida, uno dei quali pilota, in Afghanistan dandogli una bomba-scarpa da utilizzare per prendere il controllo di un aeromobile. La possibilità di un tale complotto, ordito dalle menti della CIA degli attacchi dell’11/9 alle Torri Gemelle di New York, è stata sostenuta dall’ammissione di Najib Razak, primo ministro della Malesia, secondo cui i sistemi di comunicazione del Boeing 777 furono deliberatamente spenti “da qualcuno a bordo”. I genitori di Sajid Muhammad Badat, Muhammad Badat e Zubayda Patel, giunsero in Gran Bretagna dal Malawi, dove facevano parte della comunità asiatica portatavi per governare il Paese quando era una colonia inglese. Suo padre è un giornalaio e ancora gestisce l’edicola. Badat frequentò il ginnasio Cript nel Regno Unito, dove ebbe il diploma.
Il 15 marzo 2014, il primo ministro malese Najib Razak ha detto:
1. il Volo 370 è stato probabilmente dirottato da qualcuno a bordo
2. il Volo 370 ha volato per più di sette ore, e potrebbe aver raggiunto il Kazakhstan
Il primo ministro Najib Razak ha detto che anche se i movimenti fossero stati coerenti con atti deliberati, ciò non confermava che l’aereo fosse stato dirottato. In relazione all’MH370, funzionari e altri hanno fatto dichiarazioni contrastanti, suggerendo che alcuni di loro possano avere qualcosa da nascondere.
1. Una teoria, avanzata dalla Professional Pilots Rumour Network, afferma che l’MH 370 è stato colpito da missili e che i Paesi limitrofi sono coinvolti in una cover-up o cospirazione. Tuttavia, i satelliti statunitensi non avrebbe rintracciato alcuna esplosione.
2. C’erano voci secondo cui l’MH370 era atterrato in Cina, a Xian o Nanjing. Queste voci sono state smentite dalleMalaysian Airlines.
3. Le Malaysia Airlines inizialmente dissero che l’MH370 perse il contatto con il controllo del traffico aereo alle 02:40. Le Malaysia Airlines più tardi disse che il contatto fu perso alle 01:30, come mostrano i dati sui siti web di monitoraggio dei voli.
4. Il governo malaysiano ha detto, il giorno della scomparsa dell’MH370, che c’erano indicazioni che l’aereo aveva ‘tentato di rientrare’. Giorni dopo, un ufficiale avrebbe detto che i militari avevano rilevato quello che poteva essere l’aereo sulle registrazioni radar della difesa aerea, indicando che l’aereo potrebbe aver volato sullo Stretto di Malacca. Il generale malese Rodzali Daud più tardi disse che “non fece tali dichiarazioni“.
5. Funzionari malesi, inizialmente dissero che quattro o cinque passeggeri avevano fatto il check-in per il volo, ma non salirono a bordo e il loro bagaglio fu sbarcato dall’aereo. Giorni dopo, i funzionari malesi dissero che nessun bagaglio era stato rimosso.
6. Il ministro degli Interni malese Ahmad Zahid Hamidi inizialmente descrisse i due passeggeri con i passaporti rubati dai lineamenti asiatici. Il giorno dopo, il capo dell’aviazione civile della Malesia, Azharuddin Abdul Rahman, sembrava indicare che uno di questi passeggeri fosse nero. I due uomini furono successivamente identificati dall’Interpol come iraniani. Le foto dei due uomini diffuse dalla polizia malese, dalle gambe identiche, si sono rivelate manipolate digitalmente. La risposta malese al volo scomparso MH370
7. Il Wall Street Journal ha detto che investigatori dell’aviazione e funzionari della sicurezza nazionale statunitensi credevano che l’aereo, dopo la scomparsa, avesse volato per cinque ore, secondo i dati scaricati automaticamente dai motori dell’aereo. Tuttavia, il 14 marzo 2014, la Rolls-Royce avrebbe detto di essere d’accordo con il governo malese, secondo cui l’MH370 non può aver volato per ore dopo la scomparsa.
Sopra, vediamo la distanza minima, circa 2500 chilometri, che l’MH370 può aver coperto dopo la ‘scomparsa’.
La Rolls-Royce concorda con la Malaysia sui dati dei motori del jet scomparso
Le principali basi militari. 8) Brunei, 10) Corea del Sud, 11) Giappone
L’MH370 avrebbe potuto raggiungere alcune delle basi militari qui sopra.
12) Guam – Andersen Air Force Base.
14) Diego Garcia.
C’è una base militare nelle isole Andamane
L’MH370 potrebbe essere stato costretto ad atterrare a Guam? Guam potrebbe essere stato il bersaglio di un complotto terroristico con questo aereo? Nel febbraio 2014, sull’Andersen Air Force Base di Guam, più di 1800 effettivi e circa 50 aeromobili di US Air Force, US Navy, Japan Air Self-Defense Force, Royal Australian Air Force eRepublic of Korea Air Forces si riunirono per un’esercitazione militare. L’esercitazione era caratterizzata da velivoli comando e controllo (AWACS) di Stati Uniti, JASDF e RAAF. Cope Nord 2014 inizia sull’Andersen AFB a Guam
Andersen Air Force Base, Guam: Colonnello Charles McMillan, Comandante del 36.th Contingency Response Group, saluta i membri del ministero della Difesa cinese ad Andersen, 19 giugno 2006. Più di 40 osservatori di diversi Paesi, tra cui Cina, Australia, Giappone, India, Singapore, Repubblica di Corea e Russia assistettero aValiant Shield, esercitazione che mostrava la capacità degli Stati Uniti e l’interoperabilità nella cooperazione come forza congiunta. Valiant Shield
Alcune domande sul Malaysia Air Flight 370
“L’ultima traccia sui radar militari suggerisce che l’aereo volava verso le isole Andamane dell’India, un arcipelago tra il Mar delle Andamane e il Golfo del Bengala.” I dati dei radar: esclusivo
L’India ha una base navale nelle isole Andamane. Nel 2013, gli Stati Uniti avrebbero avuto dei piani per una base aerea nelle Isole Andamane. I piani per una base militare degli Stati Uniti nelle isole Andamane
L’ambasciatore malese in Cina ha ricevuto conferma che i militari malesi avevano rilevato un jet ignoto solo un’ora dopo che il volo MH370 era svanito. Jet Rogue
Si ritiene che il Volo 377 delle compagnie aeree malesi sarebbe stato dirottato da un aereo AWACS dell’aviazione statunitense. L’11/9 aerei AWACS furono visti osservare o controllare i crash contro le torri gemelle. (JimStone freelance)
Gli Stati Uniti hanno basi per aerei AWACS in Asia. AWACS significa ‘Allarme e controllo precoce aeroportato’.
I due uomini con “passaporti rubati”. Malaysia Airlines e il caso delle gambe mancanti
Il Wall Street Journal ha riportato che gli investigatori statunitensi sospettano che il jet di linea malese scomparso abbia volato per 4-5 ore una volta perso il contatto con i controllori del traffico aereo. Ciò sulla base di dati provenienti dai motori dell’aereo, che vengono scaricati e trasmessi a terra automaticamente nei programmi di manutenzione ordinaria. L’aereo scomparso delle Malaysia Airlines ha ‘volato per quattro ore’ dopo la scomparsa dai radar…
Il 13 marzo 2014, le autorità malesi hanno detto che non vi era alcuna prova che l’aereo di linea avesse volato per ore dopo aver perso il contatto con i controllori del traffico aereo, continuando a trasmettere i dati tecnici. La Malaysia dice che non c’è alcuna prova che l’aereo scomparso abbia volato per ore dopo aver perso i contatti
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Stamani su Radio 24
Stamani su Radio 24 due osceni personaggi hanno ripetuto le velineUSraeliane sulla legittimità del colpo di stato in Ucraina e della necessità di costringere la Crimea a restare con i golpisti portati al potere dalla Nato, BCE e USraele.
Di buon senso c’era solo Pino Arlacchi … ho cercato di chiamare per entrare, ma mi hanno fatto stare in attesa, per dirmi poi che mi avrebbero chiamato loro…ovviamente…alla fine “non c’era più tempo”…
Questa foto e la pernacchia dell’orsetto ‘Crimea’ sono le mie risposte ai personaggi di scuola sionista, che da conduttori o da ospiti riempiono le rubriche di Radio 24, magari ‘suggeriti’ dalle stesse grandi banche che impiccano gli imprenditori aderenti a Confindustria
Fernando Rossi
https://www.facebook.com/fernando.benini.182
La nuova Gladio in Ucraina
18 Marzo 2014
di Manlio Dinucci | da il manifesto, 18 marzo 2014
Kiev guerrigliaIl suo nome di battaglia è Delta. È uno dei capi militari della «rivoluzione ucraina» anche se, come lui stesso dichiara, non si considera ucraino. Sotto l’elmetto porta la kippah. Ne racconta la storia l’agenzia di stampa ebraica Jta (con sede a New York), che l’ha intervistato in condizioni di anonimato, fotografandolo in tuta mimetica e giubbotto antiproiettile col viso coperto da occhiali scuri e una sciarpa nera.
Delta è un veterano dell’esercito israeliano, specializzatosi in combattimento urbano nella brigata di fanteria Givati, impiegata nell’operazione Piombo Fuso e in altre azioni contro Gaza, tra cui il massacro di civili nel quartiere Tel el-Hawa. Rientrato qualche anno fa in Ucraina in veste di uomo d’affari, ha formato e addestrato insieme ad altri ex militari israeliani il plotone «Caschi blu di Maidan», applicando a Kiev le tecniche di combattimento urbano sperimentate a Gaza.
Il suo plotone, dichiara alla Jta, è agli ordini di Svoboda, ossia di un partito che dietro la nuova facciata conserva la sua matrice neonazista. Proprio per tranquillizzare gli ebrei ucraini che si sentono minacciati dai neonazisti, Delta sottolinea che l’accusa di antisemitismo nei confronti di Svoboda è una «stronzata».
La presenza in Ucraina di specialisti militari israeliani è confermata dalla notizia, diffusa dalla Jta e altre agenzie ebraiche, che diversi feriti negli scontri con la polizia a Kiev sono stati subito trasportati in ospedali israeliani, evidentemente per impedire che qualcuno rivelasse altre scomode verità. Tipo quella di chi ha addestrato e armato i cecchini che, con gli stessi fucili di precisione, hanno sparato in piazza Maidan sia sui dimostranti che sui poliziotti (quasi tutti colpiti alla testa).
Tali fatti gettano ulteriore luce sul modo in cui è stato preparato e attuato il golpe di Kiev. Sotto regia Usa/Nato, attraverso la Cia e altri servizi segreti sono stati per anni reclutati, finanziati, addestrati e armati i militanti neonazisti che a Kiev hanno dato l’assalto ai palazzi governativi, e che sono stati poi istituzionalizzati come «guardia nazionale». Una documentazione fotografica, che circola in questi giorni, mostra giovani militanti neonazisti ucraini di Uno-Unso addestrati nel 2006 in Estonia da istruttori Nato, che insegnano loro tecniche di combattimento urbano ed uso di esplosivi per sabotaggi e attentati.
Lo stesso fece la Nato durante la guerra fredda per formare la struttura paramilitare segreta di tipo «stay-behind», col nome in codice «Gladio». Attiva anche in Italia dove, a Camp Darby e in altre basi, vennero addestrati gruppi neofascisti preparandoli ad attentati e a un eventuale colpo di stato.
Una analoga struttura paramilitare è stata creata e usata oggi in Ucraina, servendosi anche di specialisti israeliani. Il colpo di stato non avrebbe potuto però riuscire se la Nato non avesse legato a sé gran parte dei vertici militari ucraini, formandoli per anni nel Nato Defense College e in «operazioni per la pace» a guida Nato. E non è difficile immaginare che, sotto quella ufficiale, sia stata costruita una rete segreta. Le forze armate ucraine hanno così obbedito all’ordine della Nato di «restare neutrali», mentre era in corso il golpe.
Dopo, la loro direzione è stata assunta da Andriy Parubiy, cofondatore del partito socialnazionalista ridenominato Svoboda, divenuto segretario del Comitato di difesa nazionale, e, in veste di ministro della difesa, da Igor Tenjukh, legato a Svoboda. Sicuramente è già iniziata l’epurazione (o eliminazione) degli ufficiali non ritenuti affidabili. Mentre la Nato, che già di fatto si è annessa l’Ucraina, dichiara il referendum in Crimea «illegale e illegittimo».
In Grecia le autorità procederanno al sequestro dei conti bancari senza avvisare i debitori
Il Ministero delle finanze greco è intenzionato a fare cassa, che i contribuenti possano permetterselo o no. Il lblog Ktg riporta come il lungo braccio dell’ufficio delle imposte sequestrerà i debiti dai conti bancari di chi ha pendenze entro due settimane. E senza avvisare preventivamente il debitore.
Secondo quanto diffuso da capital.gr, l’ufficio esattoriale notificherà il debito da riscuotere alla banca e questa procederà al trasferimento di denaro all’ufficio stesso senza informare il titolare del conto. Esente da confisca sono salari e pensioni nonché i depositi al di sotto dei mille euro. L’obiettivo del Ministero delle Finanze è riuscire a recuperare circa 2 miliardi e 200 milioni di euro, mentre l’ammontare totale del debito verso lo Stato è di circa 63 miliardi di euro.
fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=7150
Intervento circa le violenze a danno di un NoTav a Padova e per la calendarizzazione del DDL sul codice identificativo ff.oo
http://www.marcoscibona.it/home/?p=414
«Pestato alla fermata del tram e tenuto per sette ore in cella di sicurezza in questura nonostante avesse una costola rotta». Questo è quanto riportano diversi articoli di giornale riferendosi al caso che ha visto coinvolto Zeno Rocca, un giovane padovano NoTAV.
Sempre dalla cronaca apprendiamo come il 10 marzo Zeno, mentre attendeva un tram in direzione della stazione a Padova, è stato avvicinato da circa dieci agenti del reparto celere che, scesi da una camionetta che si era fermata bruscamente proprio davanti a lui, dopo averlo strattonato, provocato e perquisito, lo hanno obbligato a tirar fuori tutti gli oggetti in suo possesso. Il ragazzo stava spiegando che era appena uscito dalla questura, dove si reca tre volte alla settimana in quanto sottoposto all’obbligo di firma, e stava estraendo la carta d’identità, quando sarebbe stato circondato dagli agenti delle celere e colpito alle gambe, al torace, afferrato per le braccia nonché ammanettato.
Infine, sarebbe stato per sette ore in cella di sicurezza senza che gli venissero contestati i reati per i quali era in stato di fermo e, soprattutto, senza avere la possibilità, nonostante le continue richieste, di contattare un avvocato. Solo alla sera Zeno, una volta rilasciato, si è recato in ospedale, dove gli veniva refertata una costola rotta, distorsione della cervicale e contusioni multiple. Sui polsi i segni delle manette serrate troppo strette.
Questo è l’ennesimo caso che segue quello di Giuseppe Uva e tanti altri episodi che certa politica e certi sindacati di categoria continuano a minimizzare, invece è ora di mettere fine a queste repressioni di polizia da dittatura del terzo mondo: vanno epurate le mele marce nella Polizia di Stato ed in generale nelle forze dell’ordine. Basta climi omertosi dentro queste amministrazioni! Non sono più singoli episodi, ma sintomi di una deriva a cui la politica deve, subito, mettere un freno.
Oltre all’augurio ed alla sollecitazione affinché gli organi competenti, in primis il Ministro dell’interno, facciano luce su questi fatti, lancio un appello a tutti voi, colleghi (in realtà non tantissimi), ed alla Presidenza del Senato: si inizi subito a discutere i disegni di legge sui codici identificativi per le forze di polizia, è già stato depositato un testo del Movimento 5 Stelle a mia prima firma da cui si può partire immediatamente. Mettiamoci al passo con tutte le altre democrazie europee!
Le Brache Calate (Salvare la Faccia davanti a Putin)
Ben 21 oligarchi Russi e Ucraini subiranno sanzioni economiche!
A parte il fatto che gli Oligarchi, quelli doc per nascita, ora sono al governo di Kiev e che Dio salvi gli Ucraini da loro.
A parte il fatto che se le sanzioni fossero davvero effettive ci sarebbe un flusso di ritiri di denaro dalle banche europee che attualmente proprio non si vede. E meno che mai imprese Russe investirebbero in Europa come ha fatto OGGI Rosneft in Pirelli.
Comunque, ora sapete che succede?
Intanto succede che dal primo di aprile i cittadini della Crimea avranno stipendi in Rubli e non in carta straccia Ucraina, e c’è da scommettere che i cittadini delle regioni vicine NOTERANNO la differenza. E se ancora avessero dei dubbi probabilmente se li faranno passare in tempo zero.
In altre parole, Putin alzando anche di poco il tenore di vita di ex-Ucraini ha posto le basi di farselo chiedere per favore dalle altre regioni russofone di entrare a far parte della federazione Russa.
Se davvero l’occidente vorrà l’Ucraina dovrà pagare e pagare bene. Il che non mi sembra sia nelle intenzioni specie del Nord Europa.
Ora non è chiaro quale sia l’Intenzione della Russia:
Fermarsi per ora, con la Crimea in tasca e sedersi al tavolo della trattativa con l’Europa avendo il sentimento dei cittadini delle regioni dell’est Crimea spostato verso la Russia.
Continuare con le annessioni delle regioni dell’est confidando nella debolezza dell’occidente, e poi sedersi al tavolo delle trattative con gli europei.
I mercati oggo hanno votato per la sconfitta dell’occidente e la fine delle ostilità.
da Euronews
Scattano le prime sanzioni europee per cercare di disinnescare la crisi tra Ucraina e Russia, lo hanno deciso i ministri degli Esteri europei a Bruxelles. Spiega l’alto rappresentante per la politica estera Cathrine Ashton:
“Abbiamo deciso di adottare misure restrittive, in modo particolare contro ventuno persone responsabili di azioni che hanno minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”
Nel mirino dell’Europa sono finiti dunque 13 russi e 8 ucraini, filorussi in Crimea, i loro beni saranno congelati e non potranno viaggiare in Europa. Ma non solo, spiega il ministro degli Esteri britannico William Hague: “Sarà possibile aggiungere altre misure, questa non è una lista scritta nella pietra, potremo aggiungere altri provvedimenti in futuro, tutto dipenderà dalla reazione russa”
A poche centinaia di metri dalla riunione dei ministri europei, alcuni attivisti ucraini, tra cui la cantante Ruslana, hanno chiesto all’Europa di scegliere la linea dura contro Mosca, ma avverte l’inviato di Euronews, James Franey:
“Ora la palla passa ai russi: Riconoscere la Crimea come parte della Russia, dicono i diplomatici europei, significherebbe far scattare ulteriori sanzioni economiche e finanziarie. I leader europei si riuniranno giovedi’ per decidere fino a dove spingersi con queste misure”.
FunnyKing
Fonte: www.rischiocalcolato.it
17.03.2014