Crimea, Scaroni: «L’Ue può restare senza gas»

L’amministratore delegato di Eni: «Forte dipendenza da Mosca».
 
La crisi delle relazioni internazionali in Crimea rischia di costare cara all’Europa. A dirlo, in un’intervista al Financial Times, è l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni.
«L’Europa si troverà ad affrontare problemi nelle forniture di gas e prezzi più elevati il prossimo inverno se le tensioni con la Russia comporteranno l’interruzione dei flussi di gas attraverso l’Ucraina», ha spiegato Scaroni. «Italia, Austria e Germania del Sud sarebbero particolarmente a rischio dato che i loro mercati sono molto esposti al gas russo via Ucraina».
 
«RISCHIO RIALZO DEI PREZZI». Secondo il leader del colosso energetico, «con una domanda di gas debole e stoccaggi ad elevati livelli, il mercato potrebbe assorbire con facilità un’interruzione delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina nell’immediato. Ma un’interruzione il prossimo anno significherebbe prezzi più elevati del gas e indurrebbe l’Europa ad affidarsi maggiormente a forniture di gas russo provenienti da altre vie, come il Nord Stream nel Baltico. L’Europa sarebbe inoltre vulnerabile a eventuali problemi sulle forniture dall’Algeria e dalla Libia».
 
«NEL BREVE TERMINE IMPOSSIBILE FARE A MENO DEL GAS RUSSO». Scaroni ha spiegato che «nel breve termine, non sarebbe possibile per l’Europa fare a meno del gas russo», mentre, «in un periodo più lungo, potrebbe limitare la sua dipendenza attraverso lo sviluppo dello shale gas domestico, e attraverso un incremento dell’utilizzo di altre fonti energetiche incluso nucleare e carbone. Potrebbe anche acquistare maggiori quantità di Gnl dagli Stati Uniti, quando gli impianti di esportazione entreranno in funzione, anche se questo potrebbe essere una soluzione costosa».
 
Lunedì, 17 Marzo 2014
 
Crimea, Scaroni: «L’Ue può restare senza gas»ultima modifica: 2014-03-18T08:38:07+01:00da davi-luciano
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