La bella vita della sinistra al caviale

Tutti ad aspettare gli 80 euro di Renzi, poi c’è Fuksas
che ha incassato venti milioni e si lamenta. Poverino…

C’è un signore che abita in un attico sul Lungotevere che affaccia su Castel Sant’Angelo e guarda a via della Conciliazione. E non è Jep Gambardella. È un signore che da sempre si dichiara di sinistra ma che i migliori affari li ha fatti con la destra. Ed è un gran paraculo. Un signore che dal ’98 è riuscito a farsi dare venti milioni di euro dai vari sindaci che si sono alternati alla guida di Roma, Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, per realizzare la grande opera denominata “Nuvola”, all’Eur, che oggi, a distanza di quasi sedici anni dal suo concepimento, non solo non ha visto ancora la luce, ma già non si sa più che cosa farne, visto che l’attività congressuale ed espositiva in Italia s’è praticamente fermata.  Questo signore, di nome Massimilianio Fuksas, architetto, anzi, archistar, meglio conosciuto (grazie a Maurizio Crozza) con il nome di Massimiliano Fuffas, oggi sulle colonne del Corriere della Sera minaccia di ritirare la firma dalla “Nuvola”, dopo aver incassato “solo” venti milioni di euro, per 275 milioni complessivi di investimenti di Eur Spa. Lui sostiene di averne spesi dieci per i consulenti e di avr anche pagato le tasse. «Sa quanto è rimasto a me? Solo cinque milioni,.», spiega Fuksas. Poverino. Pensate che il Comune gli aveva chiesto di lavorare gratis per un anno, visto il favoloso compenso già incassato e la crisi economica. Che strano, Fuffas ha rifiiutato.
Intanto noi aspettiamo, con la bava alla bocca, gli 80 euro in più in busta paga che ci ha promesso Renzi. Sperando che anche lui non sia Fuffas e che la sua “spending review” non si trasformi, ancora una volta, in una “spending per cul” fatta di archistar e nuvole d’oro.

Fonte:http://ilportaborse.com/gli-italiani-con-la-bava-alla-bocca-per-80-euro-poi-ce-fucksas-che-ha-invassato-venti-milioni-per-la-nuvola-e-si-lamenta/

La truffa dell’unità d’Italia: dal ladro Garibaldi ai Rothschild

– di Enrico Novissimo –

Il processo di Unità di Italia ha visto come protagonisti una sfilza di uomini più o meno celebri, i cosiddetti padri del Risorgimento. Dal nord al sud Italia ogni piazza o via principale si fregia di nomi illustri: Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele etc.
Il popolo viene indottrinato fin dalla più tenera età a considerare costoro dei veri eroi, gli artisti li raffigurano esaltando il loro valore in maniera da rafforzare il mito che li circonda. Innumerevoli sono infatti le opere d’arte che ritraggono l’eroe dei due Mondi ora a cavallo…ora in piedi che impugna alta la sua spada, alcune volte indossa la celebre camicia rossa…altre volte si regge su un paio di stampelle come un martire. Tuttavia un ritratto che di certo non vedremo mai vorrebbe il Gran Maestro massone, Giuseppe Garibaldi, privo dei lobi delle orecchie. E dire che nessuna raffigurazione potrebbe essere più realistica poiché al nostro falso eroe furono davvero mozzate le orecchie, la mutilazione avvenne esattamente in Sud America, dove l’intrepido Garibaldi fu punito per furto di bestiame, si vocifera che fosse un ladro di cavalli. Naturalmente nessuna fonte ufficiale racconta questa vicenda.
È dunque lecito chiedersi quante altre accuse infanghino le gesta degli eroi risorgimentali? Quante altre macchie vennero lavate a colpi d’inchiostro da una storiografia corrotta e pilotata? Ma soprattutto quale fu il ruolo dei banchieri Rothschild nel processo di Unità d’Italia?

La Banca Nazionale degli Stati Sardi era sotto il controllo di Camillo Benso conte di Cavour, grazie alle cui pressioni divenne una autentica Tesoreria di Stato. Difatti era l’unica banca ad emettere una moneta fatta di semplice carta straccia. Inizialmente la riserva aurea ammontava ad appena 20 milioni ma questa somma ben presto sfumò perché reinvestita nella politica guerrafondaia dei Savoia. Il Banco delle Due Sicilie, sotto il controllo dei Borbone, possedeva invece un capitale enormemente più alto e costituito di solo oro e argento, una riserva tale da poter emettere moneta per 1.200 milioni ed assumere così il controllo dei mercati.
Cavour e gli stessi Savoia avevano ormai messo in ginocchio l’economia piemontese, si erano indebitati verso i Rothschild per svariati milioni e divennero in breve due burattini nelle loro mani. Fu così che i Savoia presero di mira il bottino dei Borbone. La rinascita economica piemontese avvenne mediante un operazione militare espansionistica a cui fu dato il nome in codice di Unità d’Italia, un classico esempio di colonialismo sotto mentite spoglie. L’intero progetto fu diretto dalla massoneria britannica, vero collante del Risorgimento. Non a caso i suddetti eroi furono tutti rigorosamente massoni.
La storia ufficiale racconta che i Mille guidati da Giuseppe Garibaldi, benché disorganizzati e privi di alcuna esperienza in campo militare, avrebbero prevalso su un esercito di settanta mila soldati ben addestrati e ben equipaggiati quale era l’esercito borbonico. In realtà l’impresa di Garibaldi riuscì solo grazie ai finanziamenti dei Rothschild, con i loro soldi i Savoia corruppero gli alti ufficiali dell’esercito borbonico che alla vista dei Mille batterono in ritirata, consentendo così la disfatta sul campo. Dunque non ci fu mai una vera battaglia, neppure la storiografia ufficiale ha potuto insabbiare le prove del fatto che molti ufficiali dell’esercito borbonico furono condannati per alto tradimento alla corona. Il sud fu presto invaso e depredato di ogni ricchezza, l’oro dei Borbone scomparve per sempre. Stupri, esecuzioni di massa, crimini di guerra e violenze di ogni genere erano all’ ordine del giorno. L’unica alternativa alla morte fu l’emigrazione. Il popolo cominciò a lasciare le campagne per trovare altrove una via di fuga. Ben presto il malcontento generale fomentò la ribellione dei sopravvissuti, si trattava di poveri contadini e gente di fatica che la propaganda savoiarda bollò con il dispregiativo di “briganti”, così da giustificarne la brutale soppressione.

A 150 anni di distanza si parla ancora di questione meridionale. Anche i più distratti scoveranno diverse analogie con quella che oggi viene invece definita questione palestinese. Stesse tecniche di disinformazione, stesse mire espansionistiche e soprattutto stesse famiglie di banchieri.

Solo che un tempo gli oppressi erano chiamati briganti…oggi invece sono i cattivi terroristi.

Fonte: http://iltalebano.com/2012/03/09/la-truffa-dellunita-ditalia-dal-ladro-garibaldi-ai-rothschild/

Tratto da: http://ununiverso.altervista.org/blog/

Fa davvero male il mercurio nei vaccini? Le istituzioni negano ancora

Chissà come mai i medici raccomandano di non mangiare pesce di grossa taglia a causa del mercurio in esso contenuto, ma poi quando si tratta dei vaccini pare che non ci siano controindicazioni di sorta. Der resto il mercurio pare sia pericoloso nei termometri (dai quali è stato eliminato) ma nonnelle lampadine “a risparmio energetico” (dove si trova all’insaputa della maggior parte delle persone).
 
Di recente su “le scienze” è comparso un articolo sui danni cerebrali da sostanze chimiche diffuse nell’ambiente, e in apertura di articolo si vedono immagini comprovanti l’effetto negativo del metilmercurio sul cervello, ma sul sito istituzionale vaccinarsi leggiamo tutto il contrario … (http://www.vaccinarsi.org/contro-la-disinformazione/nessuna-relazione-tra-mercurio-contenuto-in-alcuni-vaccini-e-patologie-neurologiche.html)
 
Errori causali, scienza incoerente, conflitto di interessi? Certo si potrebbe sempre pensare ma … del mercurio è nota la tossicità da almeno un secolo e gli errori nel campo della salute dove dovrebbe quanto meno valere il principio di precauzione SOPRATTUTTO RIGUARDO AI NEONATI ED AI BAMBINI.
 
Ed invece sin dal 1943 si sono utilizzati vaccini al metilmercurio (addizionato come conservante), e solo da pochi anni il mercurio nei vaccini sta via via scomparendo (lo troviamo però ancora in molti vaccini multidose o in certi vaccini polivalenti). In compenso però vengono aggiunti nuovi additivi forse ancora più pericolosicome polisorbato 80 e squalene. In particolare il polisorbato 80, che nelle femmine di ratto ha causato degenerazione degli organi sessuali femmminili, lo troviamo nei vaccini “dedicati alle donne” (quelli contro il papilloma virus). A questo punto chi ha occhi per vedere vede, e chi è cieco resta cieco.
 

Leggi anche:
 

CANTIERE TAV: PURTROPPO AVEVAMO RAGIONE

post — 14 marzo 2014 at 09:29

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Le bugie (di Virano, della politica, di LTF, della stampa e TV e di alcuni sindaci collaborazionisti, …) hanno le gambe corte

Primi dati sulle polveri sottili al cantiere Tav, la situazione è preoccupante.

Abbiamo avuto la possibilità di visionare i dati sui primi campionamenti ambientali del cantiere di Chiomonte, le conferme sono amare, non erano allarmismi i nostri, la situazione è preoccupante. I dati sono di Ltf, non vi sono quindi dubbi sul fatto che provengano da chi l’opera la sostiene. I dati sintetizzano i valori di pm10, polveri sottili responsabili di un gran numero di decessi e patologie, riscontrati nel punto di rilevamento denominato 5.4 a La Maddalena, con un campionamento giornaliero da marzo a settembre 2013.

Le bugie (di Virano, della politica, di LTF, della stampa e TV e di alcuni sindaci collaborazionisti, …) hanno le gambe corte

Il valore massimo di pm10 consentito per legge nelle 24 ore è di 50μg/m3, viene permesso uno sforamento a questo valore per un massimo di 35 giorni all’anno. La media annuale non deve superare i 40μg/m3.

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Noi abbiamo a disposizione nel 2013 i dati per 189 giorni, da marzo a settembre, durante i quali ci sono stati ben 88 sforamenti! Corrisponderebbero a 170 sforamenti l’anno. 5 volte il consentito. Particolarmente allarmanti i valori riscontrati in alcune giornate, il 4 marzo il valore medio era di 179μg/m3, il 12 dello stesso mese 189μg/m3, il 18 aprile 127μg/m3, il 31 luglio 140μg/m3. E stiamo parlando di valori medi giornalieri, non di picchi.

Il valore medio di concentrazione delle polveri è anch’esso inquietante. In nessun mese è stato inferiore al valore limite (40μg/m3) e la media totale è di 53,3μg/m3. Tenete conto che stiamo parlando di un punto di rilevazione che seppur non distante da una autostrada è pur sempre situato in una ventosa valle alpina! Ma veniamo proprio all’autostrada. Qualcuno potrebbe pensare che questi valori siano dovuti alla circolazione autostradale, cosa sicuramente vera, ma solo in parte. Abbiamo infatti a disposizione anche i rilevamenti fatti da Ltf ante operam, nel 2012 (che poi davvero ante operam non sono, dato che dal luglio 2011 sono iniziati i lavori preparatori). Su 63 giorni campionati ci sono stati 6 sforamento del limite di 50μg/m3, e la media della concentrazione di pm10 è stata di 34,9μg/m3. Nel 2012 vi è 1 sforamento ogni 10 giorni campionati, non quasi 1 sforamento ogni 2 giorni come nel 2013. E non è credibile che emissioni così importanti siano causate dal traffico autostradale, che è rimasto sostanzialmente identico con un leggero calo. Tenete conto che i preoccupanti dati del 2013 si riferiscono per di più a un periodo in cui ancora non era incominciato lo scavo vero e proprio del tunnel, con le colonne di polveri visibili a chiunque abbia la ventura di passare per la Clarea. Ci dispiace per gli operai e per i guardiani che quotidianamente sono costretti a respirare schifezze, ma abbiamo più a cuore la vita e la salute di chi ci sta attorno, dei nostri figli e delle nostre figlie, piuttosto di quella di chi quest’opera costruisce e difende. Crediamo che questi dati non abbiano bisogno di commenti. Sono semplicemente la conferma di ciò che sosteniamo da sempre: il Tav oltre ad essere un enorme spreco di risorse pubbliche per un’opera inutile, è anche un grosso rischio per la salute di tutti quanti noi. Il pensiero che qualcuno, per il suo profitto, non solo dissangua le finanze pubbliche ma pure mette a repentaglio la vita nostra e dei nostri cari ci fa tremare le vene dalla rabbia. Ci permettiamo una domanda, rispettosa ma risoluta, a due Sindaci. Se alla Maddalena l’aria è così densa di polveri sottili la colpa è anche di chi ha accolto a braccia aperte quel cantiere sperando in fantomatiche compensazioni (come se ci fosse qualcosa che possa compensare la salute, che, come riporta anche la Costituzione, è un dirittonon negoziabile: art.32, la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività). Sindaco Pinard, lei è il responsabile ultimo della salute di ogni chiomontino. Che provvedimenti intende prendere, dopo aver verificato che le nostre contestazioni sono fondate? Nei prossimo anni, a Susa, il sindaco vorrebbe aprire un cantiere assai più grande a due passi dalla città. Sindaco Amprino, lei è pronta ad assumersi la responsabilità per la salute dei suoi concittadini e dei valligiani che respireranno tutte quelle polveri? Riportiamo un’articolo dell’ansa per una volta che segnala l’esperimento che ha fatto ieri al convegno di Torino, Salute pubblica: i rischi dello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il TAV Torino-Lione, il Prof. MAssimo Zucchetti (ANSA) – TORINO, 1 MAR – C’è della radioattività naturale nelle polveri sollevate dal cantiere del Tav in Valle di Susa. A dimostrarlo, attraverso un piccolo esperimento compiuto a beneficio del pubblico, è stato Massimo Zucchetti, docente di “Protezione dalle radiazioni” al Politecnico di Torino, nel corso di un convegno dedicato ai “Rischi dello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il Tav”, durante il quale vari relatori, oltre a parlare dei potenziali pericoli della salute, hanno sollevato il problema della scarsa informazione sull’argomento. Zucchetti ha avvicinato un “rilevatore di radioattività” ad alcuni campioni prelevati a ridosso del cantiere e l’apparecchio, inerte fino a quel momento, ha cominciato a mandare segnali luminosi e sonori: si tratta di radioattività legata al “decadimento naturale dell’uranio”, registrata in una quantità superiore al cosiddetto “fondo naturale”. “La quantità si può definire rilevante – ha spiegato – nel senso che può essere rilevata dagli strumenti. Non è niente di drammatico. Però esiste. Nonostante le tesi contrarie”. “Da quelle parti – ha continuato con una battuta – l’uranio era presente nel Cretaceo, vi è rimasto fino agli anni Sessanta e poi, negli anni Settanta, è sparito per decreto. Questo rilevatore, che ho comperato a Milano in un laboratorio certificato, adesso segnala della radioattività. E non credo che si tratti di un apparecchio No Tav”. Mario Cavargna, di Pro Natura, ha fatto presente che l’intera opera, per il tratto che arriva fino a Settimo Torinese, comporterà l’estrazione e l’accumulo almeno 21 milioni di metri cubi di smarino, e che gli scavi nella collina morenica di Rivoli potrebbero generare un volume di polveri sottili che investirà anche l’abitato di Torino. (ANSA).

NO TAV – NO AI SINDACI COLLABORAZIONISTI

Comitato NO TAV Alta Valle di Susa

Ospedale di Susa: confronto tra amministratori e comitato Mamme

 http://www.tgvallesusa.it/?p=6520

Incontro tra dirigenti amministrativi dell’Asl, il Sindaco di Susa, il Primario dell’ospedale e il comitato mamme per dirimere le questioni sulla chiusura del reparto nascite

Posted on 13 marzo 2014

di  Davide Amerio 

Mercoledì 12 marzo la sala consigliare del comune di Susa ha ospitato l’incontro tra l’amministrazione comunale (con il sindaco Gemma Amprimo), il responsabile degli ospedali di Susa e Rivoli dei reparti di Ostetricia e Ginecologia (Dott. Andrea Chiappa), il Dott. Vittorio Mura e la Dott.sa Luisella Cesari per la Asl e un nutrito gruppo di rappresentanti per il Comitato delle Mamme (abbreviazione del più articolato “Comitato delle mamme “noi che abbiamo partorito a Susa”) con pargoletti e qualche marito al seguito.

Scopo dell’incontro era il chiarimento più volte richiesto dalle mamme, e dai cittadini di Susa, sul destino del reparto di Ginecologia dell’ospedale. Da circa due anni la situazione è incerta; voci di chiusura del reparto, successive smentite e poi conferme. A decretare la chiusura la mannaia dei tagli imposta dal Ministero della Salute e dalla Regione Piemonte. Contro questa chiusura è attivo il comitato che ha continuato a chiedere chiarimenti dimostrando sopratutto che la città di Susa non vuole perdere l’ottima struttura che ha visto nascere tanti bambini e ha assistito con professionalità le partorienti.

Scopo dell’incontro era il chiarimento più volte richiesto dalle mamme, e dai cittadini di Susa, sul destino del reparto di Ginecologia dell’ospedale. Da circa due anni la situazione è incerta; voci di chiusura del reparto, successive smentite e poi conferme. A decretare la chiusura la mannaia dei tagli imposta dal Ministero della Salute e dalla Regione Piemonte. Contro questa chiusura è attivo il comitato che ha continuato a chiedere chiarimenti dimostrando sopratutto che la città di Susa non vuole perdere l’ottima struttura che ha visto nascere tanti bambini e ha assistito con professionalità le partorienti.

Proprio il cambiamento di rotta nel modo di assistere e di trattare le mamme è stato il tema con cui Claudio Savio, papà e rappresentante del comitato mamme, ha esordito elencando un numero eccessivo di casi in cui il trattamento delle puerpere è stato ben poco professionale e molto discutibile. Troppo sovente le neo mamme si sono trovate di fronte medici che improvvisamente hanno rilevato anomalie in alcuni esami  clinici. Un vero e proprio choc psicologico per i genitori. All’approssimarsi del termine di gravidanze condotte senza problemi alla mamma veniva comunicato, spesso da un medico mai visto prima, che alcuni valori degli esami  indicavano possibili patologie (mai riscontrate prima) che potevano creare seri problemi  e pertanto veniva loro consigliato di effettuare il parto nella struttura più idonea dell’ospedale di Rivoli.

Recatisi all’ospedale di Rivoli per partorire e per fare esami di accertamento alle stesse madri veniva chiesto che ci facessero lì a Rivoli avendo a disposizione un ospedale a Susa e le patologie preoccupanti comunicate loro in precedenza venivano ridotte di importanza e pericolosità. Devono inoltre essere considerati con attenzione tutti i pericoli e i disagi che sono connessi con il trasferimento della partoriente a Rivoli. In caso di urgenza, queste devono essere trasportate in ambulanza con il rischio di partorire durante tragitto (evento quasi accaduto e documentato); per le famiglie che hanno già dei figli avere la mamma in ospedale a Rivoli significa creare disagi  sopratutto ai bambini rimasti a casa.

Ne è nato tra i Segusini il chiaro sospetto che qualcuno stesse lavorando per far dirottare le gravidanze a Rivoli facendo diminuire il numero dei parti presso l’ospedale di Susa (dove già sono calati da 400 a 185 nel giro di qualche anno) in modo da giustificarne la chiusura. I sospetti sono inevitabilmente caduti anche sul Dott. Chiappa che gestisce i reparti dei due ospedali ma in molti ricordano le dichiarazioni dei responsabili dell’Asl, pubblicate dai giornali, secondo i quali l’ospedale era inevitabilmente destinato a chiudere a causa del basso numero degli interventi.

La battaglia condotta dal comitato delle mamme in questi anni  si è basata su una serie di domande fondamentali: perché il reparto nascite dell’ospedale di Susa ha visto in pochi anni un tracollo dei parti mentre era considerato un punto di eccellenza in valle? Come mai sono state improvvisamente riscontrate patologie che il ginecologo di fiducia non aveva scoperto nell’arco di tutta la gravidanza? Perché molti operatori sanitari  sono diventati scontrosi nei confronti delle donne che vogliono partorire a Susa? Perché far viaggiare le puerpere lungo la valle, non sarebbe meglio far viaggiare i medici?

La gravidanza non è una patologia da curare, hanno più volte sottolineato le mamme e un ospedale sito in un punto così strategico sul territorio come quello di Susa non può essere chiuso per una questione di numeri. Se gli aspetti economici sono importanti lo sono molto di più le vite umane dei nascituri e delle partorienti che sono in gioco in questa vicenda.

Bersagliati da domande pressanti i responsabili dell’ospedale e delle Asl hanno fornito le loro spiegazioni a quanto accaduto. Il Dott.  Chiappa ha raccontato le difficoltà che l’ospedale di Susa si è trovato a vivere a seguito dei pesanti tagli imposti dalle istituzioni governative. Impossibilità di sostituire personale medico e sanitario prossimo al pensionamento; diminuzione drastica dei fondi a disposizione delle attrezzature (e conseguente impossibilità di avere personale specializzato per farle funzionare). Negli ultimi due anni, confessa il primario, abbiamo dovuto far fronte a situazioni difficilissime anche perché la prevista chiusura dell’ospedale per il 31 dicembre 2013 faceva si che nessuno si preoccupasse di sopperire alle carenze di personale e strutturale di quel periodo. Il personale è costretto da molto tempo a subire turni di lavoro pesanti con molte ore di straordinario.

Sotto la pressione della cittadinanza (e del comitato mamme) e del Sindaco Amprimo, la situazione è cambiata: la Regione ha deciso di consentire una deroga per l’ospedale di Susa che rimane aperto. Ora l’ospedale può contare su nuovi medici di rinforzo. Il Dott. Chiappa, dal canto suo, ha riconosciuto che ci sono stati difetti nella comunicazione con le pazienti e con il territorio. L’imposizione dei nuovi protocolli e l’impegno richiesto ai medici di viaggiare tra Susa e Rivoli per coprire i turni non sempre sono state accettate con favore e hanno creato qualche malumore tra il personale che potrebbe essersi tradotto in superficialità nelle valutazioni.

La volontà di far tornare il punto nascite un centro apprezzato e stimato come in passato è stata confermata dalla Dott.sa Cesari la quale ha però specificato che ciò dipenderà anche dall’esito delle prossime elezioni Regionali e dalla nuova giunta che governerà il Piemonte.

Proprio la questione “politica”, cui non è stata fatta menzione durante il dibattito, serpeggia tra gli umori dei segusini fuori e dentro l’ospedale. Ci si domanda: non è che questa deroga è solo frutto della prossima campagna elettorale? Oppure siamo di fronte ad una “compensazione” mascherata per il progetto Tav che può favorire l’amministrazione  uscente per le prossime elezioni comunali? Poi che succederà?

Preoccupazioni vengono manifestate dal personale all’interno dell’ospedale: già oggi i turni sono massacranti e sovente le giornate di riposo saltano ma cosa succederà se altro personale si trasferisce in altra sede e non viene sostituito? Come si comporterà la Regione dopo le elezioni?

Molte domande rimangono ancora senza una risposta certa. Pare incredibile che una città con 6mila abitanti e un territorio di 37 comuni sparsi per la valle non possano avere un presidio sanitario completo a disposizione.

Al momento è importante e apprezzabile la disponibilità data dal Dott. Chiappa di condividere in futuro con i rappresentanti del comitato mamme le problematiche vissute dall’ospedale. Si è pertanto stabilito un prossimo incontro tra le parti (probabilmente verso metà aprile) nel quale dirigenti e cittadini cercheranno di condividere le ipotesi di soluzione ai problemi in sospeso e a quelli nuovi che si presenteranno. Un nuovo legame tra territorio e presidio sanitario salutato con favore dal sindaco Gemma Amprimo che ha concluso l’incontro ringraziando tutti i partecipanti per la loro disponibilità e fattiva partecipazione.

D.A. 13.03.14

Comunicato Stampa – Docufilm No Muos

http://www.tgvallesusa.it/?p=6447

Posted on 10 marzo 2014

Il 26 marzo al Presidio No Tav di Venaus alle ore 21, siamo felici di ospitare per la prima volta in Piemonte Giuseppe Firrincieli, il regista del documentario sul Muos e sulla lotta No Muos di Niscemi. Il documentario verrà presentato a Torino e al Presidio No Tav di Venaus.

TRAMA
“Come il fuoco sotto la brace” è un film documentario che racconta l’esperienza NOMUOS che vivono uomini, donne, giovani, anziani e bambini di Niscemi, insieme ai comitati nomuos che si sono formati in Sicilia. La protesta non violenta che negli anni è diventata una lotta di tutti coloro che si oppongono agli accordi presi tra il governo degli Stati Uniti, il Governo Italiano e la Regione Sicilia, riguardo l’installazione, all’interno della base Militare Usa, del sistema radar MUOS (Mobile User Objective System), sia del devastante sistema di46 antenne N.R.T.F. (Naval Radio Transmitter Facility), che dal 1991 viola la riserva naturale della Sughereta di Niscemi (Sito di Interesse Comunitario) e alla militarizzazione dei nostri territori. Il documentario è lo sguardo attivo su un ”presidio permanente fatto di persone, voci, canzoni, coperte, sedie, tavoli, legna che arde, pentole per cucinare ogni giorno. E ogni notte il fumo della stufa sale in alto a manifestare la presenza della vita che resiste sullo sfondo della mega antenna, la più alta ma non l’unica, un simbolo di oppressione e di morte che nasconde dietro la collina l’ancora più opprimente MUOS in costruzione”(cit.).
Ma qualè la verità sul muos?
COME IL FUOCO SOTTO LA BRACE
REGIA: Giuseppe Firrincieli
ARRANGIAMENTO TESTI: Giuseppe Firrincieli
RIPRESE E MONTAGGIO: Giuseppe Firrincieli
MUSICHE: Fratelli La Strada
ANIMAZIONE: Dario Guastella (ManiaCreativa)…
TAVOLE: Bruna Fornaro
VOCE NARRANTE: Alessandro Sparacino
Parte dei testi sono tratti dal libro di Antonio Mazzeo “Un eco MUOStro a Niscemi”

Salute pubblica e cantiere: Richiesta di confronto pubblico da Pro Natura

http://www.tgvallesusa.it/?p=6600

Posted on 15 marzo 2014

Comunicato Stampa 15 marzo 2014

A seguito del convegno “Salute pubblica: i rischi dello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il TAV Torino-Lione”, che ha messo in evidenza il considerevole impatto sulla salute che hanno i grandi cantieri come quello TAV di Chiomonte, si invia in allegato il documento inviato giovedì 13 marzo u.s. da Pro Natura Piemonte richiedendo un confronto pubblico con le parti interpellate (ARPA, ASL, INAIL, ISPESL, Ispettorato provinciale del Lavoro, sindacati confederali, di base e di Polizia e, per conoscenza, ai Presidenti della Repubblica, del Consiglio dei Ministri, delle Regioni italiane e al Ministro delle Infrastrutture) per avere delle risposte chiare in merito a come si stia monitorando e come si intenderà monitorare la situazione e tutelare la salute dei cittadini della zona interessata dal cantiere della Maddalena di Chiomonte.

A disposizione per chiarimenti, ringraziamo per la cortese attenzione e porgiamo cordiali saluti.

La segreteria

Pro Natura Piemonte

50 giorni d’azione antinucleare.

http://www.youtube.com/my_videos?feature=mhee

I due più grandi disastri della storia del nucleare sono ancora in corso : vasti territori contaminati per migliaia di anni , le persone sacrificate vittime e radioattività.

Posted on 11 marzo 2014

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Tuttavia l’interruzione di energia nucleare non è ancora all’ordine delgiorno e il governo prevede di estendere il rischio nucleare, estendendo la durata di vita dei reattori.Tale decisione potrebbe aumentare ancora di più la possibilità di una catastrofe in una delle centrali. Estenderebbe tutte le operazioni dell’intero ciclo nucleare, dall’estrazione dell’uranio al trattamento dei rifiuti, Ovunque in Francia , dall’8 marzo al 26 aprile, saranno 50 giorni per informare e denunciare. L’8 marzo e il 26 aprile sono le date che segnano l’inizio del disastro di Fukushima e Chernobyl.

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Questo fine settimana passato, sDomenica 9 marzo, una grande mobilitazione in Alsazia ha chiesto la chiusura immediata di Fessenheim.

Le “azioni rotonda” si sviluppano sempre più in tutta la Francia, permettono, con un piccolo numero di attivisti, di essere altamente visibili ed educare così gli automobilisti e ciclisti sui pericoli del nucleare.

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L’idea è quella di disporsi e installare il materiale militante, essere chiaramente visibili aipassanti e di sfida alle autorità. Gli attivisti No Nuke si vestono in tuta bianca,ricordando i liquidatori di Chernobyl eFukushima, anche per essere più visibili.

Con questa modalità gli automobilisti sonoa velocità molto basse, e si possonodistribuire volantini e opuscoli. Un altra modalità usata in questi giorni di informazione è la modifica dei segnali stradali, vengono apposte tramite adesivi o panino, le scritte rivolte alla contestazione nucleare.

Viene usato anche il die-in, è una forma di mobilitazione. I partecipanti si sdraiano e rimangono immobili. Nel frattempo altri attivisti visualizzano i loro corpi scrivendo i contorni con il gesso. La forma del corpo rimarrà visibile per qualche tempo. Nelle piazze affollate, arrivando da diversi angoli, gli attivisti con ombrelli di due colori si dirigono nel centro, solo allora aprono gli ombrelli formando un disegno antinucleare. L’obbligo all’informazione diventa certa.

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Inoltre il programma comprenderà attività festive e catene umane su sette ponti del Reno, seguiti da una manifestazione tri-nazionale di fronte alla stazione. Molti altri eventi si terranno in tutta la Francia.

Il 16 mar 2014, è prevista vicino al confine inPiazza del Mercato a Briançon ore 10:00-12:00 una manifestazione antinuclearista di Sortire du Nucleaire, informeranno sulla commissioneparlamentare d’inchiesta “costi nucleari”. Ci sarà distribuzione di volantini, opuscoli dellereti di Enercoop ed energia condivisa, dibattito video di cortometraggi.

L’acqua perduta in Clarea

http://www.tgvallesusa.it/?p=6579

Posted on 14 marzo 2014

di Gabriella Tittonel

Vi fu un tempo in cui, alla Maddalena, c’era una sorgente. La conoscevano già gli abitanti di seimila anni fa, che in questo luogo abitarono, trovando casa dentro grandi caverne  create dalla geometria di grandi massi. Gli stessi che un giorno, a causa di chissà quale evento, spostandosi, distrussero parte del sito abitato, lo sotterrarono, e questo fatto tragico permise però  ai futuri umani dei giorni nostri di poter conoscere antichi stili di vita.

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La stessa sorgente, viva per millenni, terminò la sua corsa quando fu costruita l’autostrada che serpeggia lungo tutta la valle e unico rimase, più in basso, un ruscello, prezioso per il bosco intorno, ruscello che, attraversando la conca della Clarea, proprio dove ora è iniziato il cantiere del tunnel geognostico dell’alta velocità, andava a congiungersi con il torrente Clarea. Torrente che fino agli anni ’30 s’allargava sulla conca stessa e che poi fu spostato  più a est.

Ma da qualche tempo anche il ruscello è sparito, succhiato dalle ganasce metalliche della ruspa e anche nelle vasche di raccolta a fianco del Campo della Memoria l’acqua non c’è più.

L’acqua se ne va. Non c’è sorpresa in questo, da tempo chi sta opponendosi all’inutile opera lo sta dicendo.

Non più sorgenti, non più ruscelli d’acqua limpida.

Oggi, nel cantiere tenuto in piedi da quantità incredibili di cemento che s’annidano in tutte le fibre del suolo distruggendolo, i ruscelli sono altri, quelli che scorrono dentro la galleria, quelli che scendono lungo le pendici delle fittizie colline di terra, acque di risulta dalla lavorazione delle trivelle, acque che si disperdono nel terreno, che arrivano al torrente, nelle gorge della Dora attraverso il lungo tubo di raccolta… Acqua e oli, acqua e miscele di acidi che dovrebbero contrastare pericolosi elementi immessi… acqua che dovrebbe essere vita per pesci, animali del bosco e poi umani…

Aria dalle nanoparticelle, acqua dai micro elementi tossici… questo il gran sogno, meglio, il gran delirio, della modernità che non tiene conto di come tutti stiamo navigando sulla stessa navicella nello spazio, dove l’acqua corre tra monti e oceani e l’aria si affida alle nuvole viaggiatrici.

Sarebbe bene pensarci molto seriamente prima che sia troppo tardi per tutti. Un portafoglio gonfio in tasca di qualcuno non potrà mai pagare il prezzo di tante vite umane sacrificate.

Gabriella Tittonel

Obama contro il Diritto all’Autodeterminazione

WakeUpAmerica
Washington è tanto arrogante che mai gli capita di pensare su quello che possa valutare il resto del mondo circa la sua flagrante ipocrisia.
 
Barack Obama ha dichiarato varie volte, erroneamente ed in modo stupido, di essere “contrario alla legge internazionale” circa la possibilità che la Crimea eserciti il diritto all’autodeterminazione.
L’autodeterminazione, come la intende Washington, è solo un termine propagandistico al servizio del suo impero ma l’utilizzo di questa, da parte del popolo reale, gli sembra inadeguato. Il 6 di marzo 2014, Obama ha chiamato per telefono Putin per dirgli nuovamente che soltanto Washington ha il diritto di intervenire in Ucraina. E, contro ogni logica, Obama ha insistito che soltanto il governo di Kiev, insediato attraverso un golpe orchestrato da Washington, è “legittimo e democratico”. (!)
 
In altre parole, un governo non eletto a Kiev ed imposto da Washington sarebbe l’espressione stessa dell’autodeterminazione e della legittimità mentre che il governo eletto di Crimea che chiama la sua popolazione a pronunciarsi sul suo proprio futuro sarebbe “antidemocratico” ed “illegittimo”.
Dai tempi del governo di Clinton, Washington non ha fatto altro se non violare il diritto internazionale in Serbia, in Kosovo, in Afganistan, in Iraq, in Siria, in Iran in Pakistan, nello Yemen, in Somalia, in Venezuela, in Ecuador ed in Bolivia.
La Russia dispone forse di un comando militare per l’Africa? No. Washington invece lo ha. Forse che la Russia sta circondando gli USA di basi militari? No, tuttavia Washington sta utilizzando la NATO, la cui ragione di esistenza è venuta meno 23 anni addietro, per creare una Europa occidentale, nell’est d’Europa ed anche nel sud di questo continente, come un esercito imperiale con basi avanzate nelle vicinanze della frontiera russa.
Washington sta decidendo di estendere i limiti della Organizzazione del Trattato dell’Atlantico Nord in Georgia – in Asia centrale – in Ucraina – nel Mar Nero. Tanto la Georgia come l’Ucraina furono parte della Russia e dell’Unione Sovietica. Washington sta facendo esattamente lo stesso anche con la Cina e con l’Iran. Washington sta lavorando per la creazine di nuove basi navali ed aeree nelle Filippine, in Sud Corea, in Vietnam, in Thailandia ed in Australia per bloccare il flusso di petrolio e di altre risorse verso la Cina. L’Iran si trova circondato da circa 40 basi americane e la Marina da Guerra degli USA mantiene costantemente le sue navi di fronte alle coste iraniane. Tuttavia la propaganda di Washington ci presenta questo evidente militarismo come “difesa della democrazia”.
 
Il governo russo continua ad operare come se le minacce di Washington contro l’indipendenza e gli interessi strategici della Russia possano risolversi con il buon senso e la buona volontà. Purtroppo Washington manca di entrambe le cose. Dai tempi del governo di Clinton il governo statunitense è rimasto nelle mani di una banda di ideologi convinti che gli USA siano “un paese eccezionale ed indispensabile” dotato di un reale diritto di egemonia sul resto del mondo. Tutto quello che ha fatto Washington, da quando ha iniziato il secolo 21, è stata la determinazione ad arrivare a questo obiettivo.
 
In realtà Washington ha intenzione di destabilizzare la stessa Federazione Russa. Washington distribuisce enormi somme di denaro alle ONG che svolgono il lavoro di quinta colonna all’interno della Russia e che collaborano strettamente con il regime statunitense screditando le elezioni libere che si realizzano in questo paese, demonizzando il presidente Putin ed il governo russo, diffondendo propaganda anti russa e facendo un lavoro di sobillazione. Risulta sorprendente vedere quanti russi credono realmente alla propaganda occidentale.
 
Washington si sforza allo stesso modo di isolare anche la Cina, utilizzando per questo la Trans- Pacific- Partnership, benché oggi stia concentrando i suoi sforzi per destabilizzare ed isolare la Russia. Washington sta cercando disperatamente di rompere l’asse dei BRICS, l’organizzazione emergente che raggruppa Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Mettendo insieme come membri i paesi più grandi del mondo – che rappresentano inoltre la metà della popolazione del pianeta – il gruppo dei BRICS sta sorgendo come un potere politico ed economico, specialmente con l’organizzazione di un progetto che mira ad abolire l’utilizzo del dollaro come moneta di riserva.
 
Il fatto di circondare la Russia di basi missilistiche mette in pericolo la sovranità e l’indipendenza del paese e di conseguenza debilita il BRICS come contropotere all’egemonia di Washington. La propaganda di Washington ha ingannato molte persone. Il mondo si sta svegliando poco a poco. Tuttavia si sta svegliando per tempo?
 
I media della stampa statunitensi e molti media in Europa ripetono in coro la propaganda di Washington, demonizzano le proprie vittime o gli obiettivi e preparano i popoli dell’Occidente per fare più guerre. I media della stampa occidentale, ugualmente come i loro governi, sono sprovvisti di qualsiasi integrità. Viviamo sotto un impero di menzogne e di puttane.
 
Tratto da Arianna Editrice
Traduzione: Luciano Lago