Roma, arsenico nell’acqua. Vietato bere dai rubinetti per 10 mesi

bravo Marino, ma non avevi detto che pensavi al bene della cittadinanza tutta? Oltre  a ripagare i 7 miliardi di derivati del comune di Roma avanzano spiccioli per non fare bere veleno ai cittadini o hai bisogno di un altro paio di tasse extra?

L’Italia è sempre più una nazione da “terzo mondo”. C’è poco lavoro, ed è pagato in modo sempre peggiore; lo stato sociale è in via di smantellamento: pezzo per pezzo, mese per mese; il dissesto idrogeologico peggiora costantemente, con la totale assenza di interventi di manutenzione e di prevenzione; gli acquedotti sono sempre più obsoleti, e perdono buona parte dell’acqua che trasportano; e ora, l’acqua è anche INQUINATA! Vediamo cosa è emerso a Napoli, alcuni mesi fa, ed a Roma, alcuni giorni fa:

 
Alcuni mesi fa è emerso che l’acqua che esce dai rubinetti di Napoli e provincia è inquinata; a rivelarlo non sono state le autorità italiane, che dovrebbero tutelare almeno 3 milioni di persone, bensì quelle americane, che hanno condotto un lungo studio per tutelare i 3.000 soldati che vivono nella città partenopea. Di seguito il servizio del Tg La7
 
Ora emerge che anche l’acqua di alcune zone della Capitale è avvelenata: al punto che non solo non deve essere utilizzata per scopi alimentari, ma nemmeno per l’igiene personale! E l’ordinanza è stata pure resa nota con una settimana di ritardo…
 
 
Ecco l’articolo:
 
Acqua contaminata e imbevibile a Roma. L’ordinanza che vieta l’uso potabile a Roma Nord resa nota con una settimana di ritardo.
 
Il divieto è totale e non solo per l’utilizzo alimentare, ma anche per l’igiene personale.
 
Divieto di bere acqua fino a dicembre. Dieci mesi all’asciutto per alcuni abitanti di Roma Nord, perché l’acqua che esce dai rubinetti non è sicura, contiene agenti chimici pericolosi.
 
«Il divieto di utilizzo di acqua – specifica l’Assessorato allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale – emesso tramite ordinanza n.36 del 21 febbraio 2014 riguarda un numero molto limitato di utenti dei municipi XIV e XV. Si tratta di circa 500 utenti con allaccio agli acquedotti rurali dell’agenzia regionale Arsial».
 
Le zone interessate sono: Malborghetto, Brandosa, Casaccia, Casal di Galeria, Monte Oliviero, Piansaccoccia, Camuccini». «L’ordinanza con l’elenco completo delle utenze -aggiunge la nota- è disponibile sul sito del Comune. Le zone interessate sono esclusivamente: Malborghetto e aree ex ente Maremma di Osteria Nuova nel XV, e Santa Maria di Galeria, Tragliatella, Piansaccoccia e una porzione del consorzio di Cerquette Grandi nel XIV.
In particolare si fa presente che le zone di Labaro, Primavalle, Giustiniana non sono interessate dal provvedimento.
 
Sotto accusa il Comune per il ritardo con cui sono state date le informazioni.
Gli acquedotti interessati dall’ordinanza sono gestiti dall’Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura. Lo specifica l’ordinanza del 21 febbraio, dove si legge che gli acquedotti coinvolti saranno oggetto di trasferimento a Roma Capitale e poi ad Acea. La quale, per statuto, può acquisire solo reti idriche perfettamente a norma; dunque non quella dell’Arsial, almeno per il momento: «Siamo aperti a qualsiasi acquisizione – dicono fonti di Acea – per il momento Ato 2 sta procedendo alla sistemazione della rete Arsial con fondi della Regione, ma dobbiamo ancora fare una valutazione dell’impatto finanziario che questa operazione avrà sulle nostre casse».
 
Ad effettuare le analisi sull’acqua è stata l’Asl Roma C. I risultati hanno evidenziato «acqua con caratteristiche chimiche e batteriologiche ovvero solo batteriologiche non adatte al consumo umano a causa del superamento dei valori di parametro prescritti». È quindi scattato il divieto di utilizzo dell’acqua fino al 31 dicembre 2014 per le utenze Arsial servite dagli acquedotti Malborghetto, Brandosa, Camuccini (che parte da Sacrofano), Piansaccoccia, Monte Oliviero, Casal di Galeria, Casaccia-S.Brigida.
 
I DISAGI
 
In concreto è prevista una valanga di disagi per i residenti colpiti dal provvedimento e non ancora avvertiti dal Comune. Mentre l’Acea procede al risanamento degli acquedotti, l’Arsial dovrà assicurare la fornitura di acqua mediante punti di rifornimento dislocati sul territorio. Ma come funzionerà l’approvvigionamento? In quali orari verrà distribuita l’acqua ai residenti? E in quali vie? Sono sette le pagine dell’ordinanza per indicare le quasi 300 vie oggetto del provvedimento. Tra le vie segnalate ci sono tra l’altro via Flaminia (civici 1901, 1756, 1850, 2006), via Arcore, via Barlassina, via Cornalba, Via Malborghetto, via Vignanello, via Angelo Signorelli, via Braccianese (km 6,500), via Nicola Zanichelli, via Carlo Voghera, via Crescentino, via Prato della Corte, via Giaveno, via Cherasco, via Valle Muricana.
 
LE MISURE
 
Il divieto dell’uso dell’acqua è totale e non solo per l’utilizzo alimentare, ma anche per l’igiene personale. Nessuno era stato informato dell’enorme disagio che in migliaia saranno costretti a subire: l’ordinanza è del 21 febbraio e ad allarmare i cittadini nord sono stati i rumors sul web. Nell’atto si prevede tra l’altro di comunicare ai residenti l’emergenza con manifesti da affiggere in strada che però nessuno ha ancora visto. L’ordinanza è solo sul sito del Comune di Roma, poco visibile in home page.
 
 
Il Campidoglio fa sapere che i cittadini potranno avere informazioni anche telefonando allo 06.06.06.
 
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Messaggero – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
 
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ROMA (WSI) – Duro il Codacons contro il Comune di Roma per la vicenda dell`arsenico nell`acqua nei municipi XIV e XV.
 
“Abbiamo deciso di depositare oggi un esposto in Procura affinché siano verificati eventuali ritardi od omissioni da parte dell`amministrazione capitolina nelle informazioni rese agli utenti – afferma il presidente dell’associazione dei consumatori Carlo Rienzi – Nello specifico vogliamo che la magistratura accerti se la salute dei cittadini sia stata garantita e se la tempistica seguita dal Comune nel diramare l`allarme sia stata congrua”.
 
Ma il Codacons va oltre e chiede provvedimenti a tutela dei residenti delle aree dove l`acqua risulta contaminata da arsenico.
 
“I cittadini coinvolti dal problema devono essere esentati dal pagamento delle tariffe idriche, fino a che l`acqua non tornerà potabile – spiega Rienzi – Comune e Asl devono inoltre disporre in favore di costoro analisi del sangue gratuite, volte a verificare la presenza nell`organismo di metalli tossici pericolosi per la salute umana”.
(TMNews)
 
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Roma, arsenico nell’acqua. Vietato bere dai rubinetti per 10 mesiultima modifica: 2014-03-06T22:17:47+01:00da davi-luciano
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