Italo: treno privato, soldi pubblici

è in perdita con una rete già fatta A SPESE DEI CONTRIBUENTI ITALIANI
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Roma, 6 mar – Mille contratti di solidarietà e riduzione media dell’orario di lavoro di 1,5 giorni di lavoro al mese, con impegno contestuale a recuperarle in attività di formazione. Questo l’accordo sindacale raggiunto per evitare 80 licenziamenti in seno a Ntv – Nuovo trasporto viaggiatori.
 
La S.p.a. dei trasporti nasce nel dicembre 2006 con l’obiettivo di inserirsi negli spazi di liberalizzazione sulle tratte ferroviarie ad alta velocità. Un azionariato d’eccellenza: Diego Della Valle e Luca Cordero di Montezemolo i nomi più noti, a dare una garanzia di affidabilità al vettore. Fiutando il potenziale affare, nel frattempo si aggrega alla compagine anche il gruppo bancario Intesa San Paolo, già presente nel settore dei trasporti con la quota in Alitalia. Partner industriale è invece la francese Sncf, azienda pubblica controllata dal governo di Parigi e che opera le strade ferrate d’oltralpe in regime di sostanziale monopolio. Lo stesso materiale rotabile -il rinomato treno Italo– viene prodotto, pur se in uno stabilimento italiano, dalla transalpina Alstom.
 
La strategia adottata da ntv è subito aggressiva: le offerte erodono quote di mercato a Trenitalia, costringendo il fu ente economico ad un ridimensionamento dei prezzi. Da più parti si levano polemiche verso Rfi, soggetto incaricato della gestione della rete ferroviaria, parte dello stesso gruppo Ferrovie dello Stato e accusata di non garantire parità di trattamento agli operatori. Imputazione questa in realtà abbastanza pretestuosa, dato che la concessione assegnata dal ministro dei Trasporti del governo Prodi II, Alessandro Bianchi (Comunisti Italiani), coinvolge le sole redditizie tratte ad alta velocità, escludendo il servizio universale e pendolari che rimane per larghissima parte in carico alle Ferrovie pubbliche. Non è un caso che, sulle gare per il trasporto pubblico locale, Ntv abbia solo prodotto annunci senza mai -al momento- impegnarsi concretamente.
 
Nonostante le condizioni di partenza, tuttavia, Ntv sta piano piano erodendo il proprio partimonio. Da quando l’azienda è diventata concretamente operativa, infatti, non un bilancio si è chiuso in utile: 77 i milioni di perdita nel 2012, il primo anno di marcia dei convogli Italo. Analoghe le perdite del 2013 con 76 miliardi di rosso e nonostante un fatturato triplicato, che allontanano la previsione di raggiungere il pareggio entro il secondo semestre di quest’anno. Da qui l’esigenza di intervenire, al fine di tagliare i costi, sul personale ricorrendo così alla più classica delle tagliole e appoggiandosi agli ammortizzatori sociali. Segno che, probabilmente, in un monopolio naturale per eccellenza come il settore ferroviario è difficile far convivere con efficienza -e senza pregiudizio per i cittadini contribuenti- più di un soggetto.
 
Filippo Burla
Italo: treno privato, soldi pubbliciultima modifica: 2014-03-06T22:28:36+01:00da davi-luciano
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