IL PRINCIPALE QUOTIDIANO TEDESCO: ”L’ITALIA E’ SULL’ORLO DELLA BANCAROTTA, E’ UN PAESE SENZA LAVORO E SENZA FUTURO”

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lunedì 7 ottobre 2013

Berlino – L’Italia e’ un Paese con un grande avvenire dietro le spalle: a fare la dura profezia e’ la ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’ (Faz), che in un articolo a tutta pagina dal titolo “Italia, un Paese senza futuro” elenca al lettore tedesco tutto cio’ che non va nello Stivale, descrivendo casi concreti di giovani senza lavoro e laureati costretti a occupazioni sottoqualificate.

Per la Faz anche il tramonto dell’era berlusconiana non segna “la fine della situazione precaria di un Paese tra i piu’ belli del mondo, ma la conferma di una bancarotta politica ed economica”. Il quotidiano spiega che “a molti italiani luccicano gli occhi quando parlano della Germania”.

“Difficile convincerli che in Germania non c’e’ tutto quel benessere che immaginano”, spiega la Faz, che tuttavia si rallegra del fatto che “a differenza della Grecia, nella teste della gente non ci sono sentimenti antitedeschi”.

Dopo aver lamentato i tanti privilegi mantenuti dalla casta politica a dispetto della crisi, l’articolo conclude: “Adesso la festa e’ finita e sul buffet non e’ rimasto niente, il Paese e’ sull’orlo della bancarotta” (AGI)

IL PRINCIPALE QUOTIDIANO TEDESCO: ''L'ITALIA E' SULL'ORLO DELLA BANCAROTTA, E' UN PAESE SENZA LAVORO E SENZA FUTURO''

Ucraina, il segreto che nessuno spiega (e che dovreste sapere…)

http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/03/04/ucraina-il-segreto-che-nessuno-spiega-e-che-dovreste-sapere/

Che cosa avete capito della crisi Ucraina? Verosimilmente che il popolo ucraino si è ribellato contro un presidente arrogante e autoritario, Viktor Yanukovich, il quale ha cercato di reprimere la protesta, uccidendo decine di persone, ma che alla fine è stato destituito. La Russia si è arrabbiata e per ripicca ha invaso la Crimea. Confusamente tu, lettore, avrai capito che il popolo vuole entrare nell’Unione europea, mentre Yanukovich e, soprattutto, Mosca si oppongono. Fine.

La realtà, però, è un po’ diversa e assai più interessante. Per capire cosa stia succedendo davvero occorre partire da un po’ più lontano, da una ventina d’anni fa, quando una delle menti più raffinate dell’Amministrazione Usa, Zbigniew Brzezinski – ancora oggi molto influente – indicò nell’Ucraina un Paese fondamentale nei nuovi equilibri geostrategici; da sottrarre alla Russia e portare nell’orbita della Nato e dell’America. Allora iniziò una grande partita a scacchi tra Washington e Mosca. Anzi, una lunga guerra, combattuta con armi non convenzionali.

Ad esempio usando le “rivoluzioni pacifiste”. Il metodo si ispira alle teorie dell’americano Gene Sharp e fu applicato per la prima volta in Serbia nel 2000 in occasione della caduta dell’allora presidente Slobodan Milosevic. Funziona così: proteste di piazza in apparenza spontanee sono in realtà pianificate con cura e guidate per il tramite di Organizzazioni non governative, Associazioni umanitarie e partiti politici; in un crescendo di operazioni pubbliche amplificate dai media internazionali e con appoggi all’interno delle istituzioni, in particolare dell’esercito, che finiscono per provocare la caduta del “tiranno”. L’esperimento serbo piacque molto al Dipartimento di Stato che decise di sostenerlo altrove: nel 2003 in Georgia (Rivoluzione delle Rose) e l’anno dopo in Ucraina, quando, a Natale, il candidato progressista Viktor Juschenko (ricodate? Quello col viso butterato) sconfisse in piazza proprio Yanukovich, durante la Rivoluzione arancione.

Un capolavoro, che però, risvegliò Putin, il quale si accorse di tali metodi e, ossessionato dal timore che potessero essere usati nelle strade di Mosca contro di lui, avviò la “nuova guerra fredda” con gli Stati Uniti. I rapporti da cordiali divennero glaciali. E i suoi servizi pianificarono la riconquista dell’Ucraina, usando, a loro volta, strumenti non convenzionali quali ricatto del gas, sabotaggio dell’economia, disagi sociali, tecniche spin per demotivare e indebolire i partiti della coalizione arancione. Risultato: nel 2010 Yanukovich fu eletto presidente e l’Ucraina lasciò l’orbita americana per tornare in quella russa.

Arriviamo così ai giorni nostri, con l’emergere di un’ulteriore, sorprendente variante. La protesta da pacifica, diventa, almeno in parte, violenta. Per opera di chi? Non certo direttamente di soldati stranieri sul campo, bensì di estremisti. E che estremisti! Come ormai noto, ad assaltare i ministeri di Kiev non sono stati i pensionati ucraini, bensì milizie paramilitari neonaziste, ben istruite e ben armate. I pacifisti sono serviti da corollario, soprattutto mediatico, ma a rovesciare Yanukovich sono stati guerriglieri antisemiti, fanatici e ultraviolenti. Autentiche canaglie, il cui tempismo è stato perfetto: la sommossa ha raggiunto il suo apice durante i Giochi di Sochi ovvero nell’unico momento in cui la Russia non poteva permettersi rovinare il ritorno di immagine delle Olimpiadi. Kiev bruciava ma il Cremlino era costretto a tacere.

Operazione sofisticata e magistrale, ufficialmente senza paternità, che però – ammainate le bandiere olimpiche – ha innescato la risposta del Cremlino, meno raffinata ma altrettanto spregiudicata. Obama non immaginava che Putin potesse occupare la Crimea, così come il Cremlino non si aspettava la guerriglia filoamericana di Kiev. Si sono sorpresi a vicenda. E non finisce qui. La guerra, sporca e asimmetrica, durerà a lungo sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale che assisterà a tutto senza capire, ancora una volta, nulla.

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Noam Chomsky, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono”

http://www.osservatorioglobale.it/noam-chomsky-ecco-10-modi-per-capire-tutte-le-menzogne-che-ci-dicono/

mid-noam_chomsky_2011_interview_part_4-ogvNoam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.

La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).

2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.

3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.

5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.

6) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.

8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.

9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.

10) I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.

Alla Pellerina apre il cantiere per la centrale idroelettrica

http://www.torinotoday.it/cronaca/cantiere-pellerina-centrale-idroelettrica.html

Nel parco della Pellerina è in corso un cantiere per la realizzazione di una centrale idroelettrica. Con il progetto si tende a minimizzare l’impatto dell’opera e di apportare al parco alcune migliorie che ne enfatizzino la qualità ambientale

All’interno del parco della Pellerina sono in corso i lavori per la realizzazione di una centrale idroelettrica che sfrutterà il “salto idraulico” della Dora Riparia per la produzione di energia. Il Comune di Torino ha concesso alla società un diritto di superficie in sottosuolo fino al 2040; il progetto tiene conto di una serie di richieste dell’amministrazione che tendono aminimizzare l’impatto dell’opera e di apportare al parco alcune migliorie che ne enfatizzino la qualità ambientale.

A fronte di alcuni disagi che gli abituali frequentatori del Parco stanno indubbiamente subendo per la presenza del cantiere, al termine dei lavori l’area tornerà al suo aspetto naturale, con alcuni interventi migliorativi che il concessionario si è impegnato a realizzare.

Il cantiere è stato studiato attentamente da parte di funzionari e tecnici dei Verde pubblico del Comune in termini di rapporto tra costi e benefici dal punto di vista economico e ambientale, al fine di ridurre i disagi sia per i cittadini, sia per l’ambiente naturale del parco.

IMPATTO SUL VERDE – Nonostante le garanzie di un impatto quasi nullo, ci saranno una serie diabbattimenti per quanto riguarda gli alberi presenti. A tal proposito in questi giorni – fanno sapere dal Comune – sono arrivati una quarantina di alberi “quercus robur” che saranno piantati nella prossima stagione autunnale e invernale. Cartelloni informativi saranno nei prossimi giorni installati in prossimità del cantiere per illustrare i dettagli tecnici dell’intervento.

L’opera sarà affiancata da un percorso didattico che ne illustrerà il funzionamento, insieme all’evoluzione paesaggistica dell’area; per agevolare l’ittiofauna del fiume nel suo passaggio attraverso la barriera, verrà realizzato un canale dedicato. Le sponde del canale saranno realizzate con tecniche di ingegneria naturalistica e la società ne curerà la manutenzione, insieme al canale scolmatore e all’isolotto, per tutta la durata della concessione. Anche l’area cani, parzialmente interessata dal cantiere, sarà sezionata per garantirne l’uso in sicurezza.

Passera e la giornata no al cantiere di Chiomonte

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Passera e la giornata no al cantiere di Chiomonte

Corrado Passera, sorridente come non mai, ieri è giunto in Valsusa, proprio in Val Clarea, proprio nel cantiere TAV.

La sua visita al cantiere come ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti era dovuta alla volontà di controllare l’avanzamento lavori.
In effetti il povero ex ministro (già amministratore delegato di Intesa Sanpaolo) ci ha provato a verificare “l’eccellente lavoro svolto” ma proprio mentre se ne congratulava con il sempre più olivastro Virano, ha dovuto intterrompere il discorso a causa delle nubi di polvere che si alzano nel cantiere al minimo alito di vento (non solo polveri sottili, ora pure radioattive).

Per spostare l’attenzione dalla scarsa sicurezza del cantiere e dai gravi problemi che sta già creando ha colto l’occasione per fare un po’ di passerella con il suo neonato movimento politico “Italia Unica”. Il nome dice già molto, un paese unico, unico al mondo per la corruzione, un paese unico che da nord a sud spende soldi pubblici per il tav, cancella i servizi e smantella lo stato sociale.

Ma purtroppo nemmeno questo ripiego funziona. Nell’incontro con i sindaci del centrodestra, raccimolati dalla collina morenica all’alta valle, appena pochi secondi dopo aver dichiarato: “Dobbiamo essere vicino agli amministratori, alle imprese e ai lavoratori coinvolti e sostenere il loro impegno per lo sviluppo di quest’opera infrastrutturale”  chi gli rompe le uova nel paniere? Pinard.

Arrabbiatissimo si rivolge al ministro: “Nel mio Comune la metà dei dipendenti é No Tav, nell’ufficio tecnico sono tutti No Tav. E così non riesco a concludere niente. La gestione dei progetti sulle opere di compensazione di Chiomonte l’ho affidata ai funzionari della Regione proprio per questo” – della serie è tutta colpa dei no tav, e continua – “I soldi sulle opere di compensazione sono elastici, un po’ ci sono e un po’ spariscono, a seconda dei casi – ha detto a Passera – e nei nostri Comuni, anziché aiutarci nel migliorare i servizi, ci vengono tolti. Se le cose continuano così, per le elezioni che ci saranno a maggio a Chiomonte, stiamo pensando di non fare più una nuova lista in continuità con l’amministrazione attuale, a favore della Tav, lasciando spazio ad altri. Non ci candidiamo più per protesta”. Sta a vedere che come l’orologio fermo che 2 volte al giorno segna l’ora esatta anche Pinard talvolta ne pensa una giusta!

Ecco come una bella giornata in Val Susa, una gita fuori porta, può diventare un incubo.
Un cantiere che in 3 anni ha scavato poco più di 300 metri con tutti sti costi per tenerlo lì e con tutta sta polvere che si insinua ovunque, una vergogna a cui solo l’uomo politico può dimostrarsi impassibile, e come se non bastasse anche i sindaci “amici” hanno scoperto che le compensazioni non arriveranno mai e si lamentano che gli ospedali vanno a pezzi…che dire?!
Proprio una giornata no.

vento in Clarea_2  24 gen 2014

Operai e guardie: oltre alle polveri sottili pure quelle radioattive.

Operai e guardie: oltre alle polveri sottili pure quelle radioattive.

 Chiunque abbia avuto la ventura di essere fermato da digos o reparti speciali dei carabiniere in Clarea intorno all’area di cantiere negli ultimi mesi, e abbia scambiato con questi due parole, si sarà accorto di una cosa.

Sono preoccupati. Vedono anche loro le colonne di polveri che si alzano dal cantiere.
Sentono anche loro quell’insano gusto fra gola e narici. Anche se non ufficiali, girano dei dati sulla concentrazione di polveri sottili alla Maddalena che sono assai preoccupanti, soprattutto per chi si trovasse a lavorare otto ore al giorno in quell’ambiente.
A più riprese ci è capitato di parlare, con chi fa la guardia a quel maledetto cantiere, delle conseguenze che produrrà lavorare in un posto del genere. Perché se c’è una cosa democratica, è la polvere.

 vento in Clarea  24 gen 2014
Si infila nelle narici di chi vive in Valle, di chi la produce con il suo lavoro, di chi difende l’opera e di chi va nel cantiere per fare una passerella politica. Certo che per il politico che sta 2 ore in Clarea la porzione è minore rispetto al poliziotto che otto ore al giorno, cinque giorni su sette, passa il suo tempo nel cantiere tav.
Così come meno polvere respira il giornalista che talvolta si affaccia al cantiere rispetto al valligiano che ha la sventura di abitare a valle e a favore di vento.

Notizia di ieri che nei corpi di guardie e operai non si infilano soltanto polveri sottili, ma pure radioattive, ecco il lancio dell’ANSA:

TAV: ESPERTO, POLVERE RADIOATTIVA IN CANTIERE VAL SUSA.

TORINO, 1 MAR – C’è della radioattività naturale nelle polveri sollevate dal cantiere del Tav in Valle di Susa. Ad affermarlo Massimo Zucchetti, docente al Politecnico di Torino, nel corso di un convegno dedicato ai “Rischi dello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il Tav”. Mario Cavargna, di Pro Natura, ha fatto presente che l’intera opera, per il tratto che arriva fino a Settimo Torinese, comporterà l’estrazione e l’accumulo almeno 21 milioni di metri cubi di smarino.

Ora, ci pare scontato che teniamo di più alla salute nostra, dei nostri figli e di chi ci sta vicino, piuttosto che a quella di chi è causa di questo problema. Anche se in realtà ci sarebbe qualcuno che dovrebbe occuparsi anche di chi lavora in situazione rischiose, siano essi operai o forze dell’ordine.
I sindacati degli edili, per carità, non hanno tempo per seguire questo genere di cose essendo impegnati a propagandare la bontà del Tav così anche i sindacati di polizia troppo indaffarati nello scrivere faziosi comunicati stampa contro i no tav.

20140301-234830

Una domanda sorge spontanea, ma allora chi si occupa di tutelare la salute di chi in Clarea volente o nolente ci si trova a passare le sue giornate?

CHIOMONTE, LO SFOGO DI PINARD: “IN MUNICIPIO I DIPENDENTI SONO QUASI TUTTI NO TAV. CI HANNO LASCIATI SOLI: FORSE NON CI RICANDIDIAMO”

BY  – PUBLISHED: 03/04/2014 – SECTION: INDISCRETO

“Nel mio Comune la metà dei dipendenti é No Tav, nell’ufficio tecnico sono tutti No Tav. E così non riesco a concludere niente. La gestione dei progetti sulle opere di compensazione di Chiomonte l’ho affidata ai funzionari della Regione proprio per questo”. Il sindaco uscente di Chiomonte Renzo Pinard é un fiume in piena, un amministratore che parla diretto, senza convenevoli, e non le manda certo a dire. Ieri pomeriggio, durante l’incontro con alcuni sindaci Si Tav e l’ex ministro Corrado Passera presso il cantiere della Maddalena, ha espresso senza tanti giri di parole il suo disappunto. Non solo verso i No Tav, ma anche verso le istituzioni e la politica che – secondo il sindaco – “hanno abbandonato Chiomonte”. Sono nauseato dalla vicenda Tav, e credo che alla fine scriverò un libro”. Lo sfogo é avvenuto al termine della visita in cantiere. Pinard ha finito i suoi due mandati da sindaco, e non ha mai temuto di dire quello che pensa, senza badare alle convenienze e ai giochi di partito. “I soldi sulle opere di compensazione sono elastici, un po’ ci sono e un po’ spariscono, a seconda dei casi – ha detto a Passera – e nei nostri Comuni, anziché aiutarci nel migliorare i servizi, ci vengono tolti”. Ad esempio? “I tagli all’ospedale di Susa, il tribunale – dice il sindaco – e pure a Chiomonte l’unico sportello bancario della Sanpaolo ha chiuso”. Ma non solo: “Per poter garantire un minimo di ritorno economico e di indotto in paese, volevamo con alcuni imprenditori sistemare l’ex albergo di Chiomonte per ospitare lavoratori e forze dell’ordine, anziché farle dormire altrove”. E cosa hanno risposto? “Che non si può fare, é tutto fermo per motivi di sicurezza. Che senso ha?”. Pinard ha ricordato anche un episodio personale: “Quando tempo fa ho portato mio figlio all’ospedale di Susa per fare una radiografia, ci hanno detto che non potevano perché era rotto lo strumento, e siamo dovuti andare a Rivoli. Che casualità….”. La riflessione di Pinard é chiara: “Pur essendo amministratori a favore dell’opera, da una parte non veniamo aiutati dalle istituzioni, e dall’altra ovviamente ci osteggiano i No Tav”. Per tutto questo il sindaco é stufo, e minaccia: “Se le cose continuano così, per le elezioni che ci saranno a maggio a Chiomonte, stiamo pensando di non fare più una nuova lista in continuità con l’amministrazione attuale, a favore della Tav, lasciando spazio ad altri”. In teoria, il successore di Pinard sarebbe l’attuale vicesindaco Ollivier: “Stiamo pensando di non candidarci più, in segno di protesta”.

Una lettera dall’Ucraina

SALVE .mi chiamo Oleksyeyenko Khrystyna sono ucraina. Vorrei rivolgermi a Lei ,sa meglio di me la situazione in Ucraina della falsa “rivoluzione”. Il “governo” di oggi è filo nazista , e non nascondono di essere, stanno morendo le persone, il corpo di polizia BERKUT equivalente ii Carabinieri in Italia è stato eleminato, le loro famiglie sono sotto le minace di morte tutti i giorni . Le leggi razziali come quella che vieta la lingua russa prevedano le responsabilità penali, le nuove forze di cosi detti d’ordine sarà il “PRAVII SECTOR” che è un movimento di banditi- nazisti , le mass midia ucraine raccontano solo le falsità pro “rivoluzione” e quanto pare anche quelle italiane. Ho scritto le lettere ai giornali e televisioni italiane ma sono stata ignorata , non pretendo niente ,voglio solo che qualcuno cominci a guardare la verità in faccia. La democrazia è solo una parola che a perso il senso . Adesso pur troppo qualunque vada la guerra è inevitabile , vincono i nazisti, la parte del sud-est e Crimea saranno in rivolta, che vincono i candidati dell’antimaydan , moriranno i cittadini ucraini filo russo. So che lei è uno dei pochi che sanno che cosa sta succedendo La prego di farsi sentire la sua e la mia voce perché veramente non so più cosa fare. Grazie .

Cara Cristina, la sua è una delle tantissime lettere che ho ricevuto in queste settimane. Lettera di cittadini di Ucraina, russi e ucraini. Un’altra signora ucraina mi ha scritto ;”sono d addolorata per i miei due paesi”. Come lei, come tanti, si sentono e sono amici della Russia, oltre che cittadini fedeli al proprio paese. Come lei, come tanti, vedono la menzogna e la violenza. Non vogliono la guerra, ma temono di essere lasciati soli contro le orde naziste e ultranazionaliste che hanno abbattuto il governo di Yanukovic. La decisione di Putin, di predisporre le difese della Crimea, è stata un atto di grande tempismo e responsabilità. Il quadro è purtroppo drammaticamente chiaro. E non sembra che in Occidente si faccia strada un barlume di ragione, che metta il bavaglio ai cani nazisti. Siamo oltre la menzogna più spudorata, che rovescia il bianco nel nero e viceversa. E il sistema informativo occidentale mostra ora con tutta evidenza la peggiore censura, e autocensura, di tutta la sua storia.
Io faccio quello che posso, e continuerò a farlo. Posso solo dire a lei, cara Cristina, che molti italiani, sebbene siano sotto la pressione psicologica di un mostruoso sistema di inganni, comprendono da che parte sta il giusto e da che parte sta l’ingiustizia, l’aggressione, la violenza. Siamo relativamente silenti solo perché non possediamo gli strumenti per difenderci con un’informazione adeguata. Ma non siamo pochi. Io, con molti amici, sto costruendo un nuovo canale tv. Per ora webtv, Pandoratv. org. Domani vedremo. Da questo canale raccoglieremo quanta più verità sarà possibile. Siamo certi che aiuteremo la pace.
Buona fortuna.