Tasse, sempre tasse

di: Giuliano Augusto
Il governo del fare. Basta con le chiacchiere e basta con la vecchia politica. Con me si cambia registro. Rivolterò l’Italia come un calzino. E via delirando. Così si era presentato Matteo Renzi che, accantonate le esitazioni e cercando di sfruttare il vento favorevole, aveva deciso di imbarcarsi sul veliero di Palazzo Chigi, forte della recente investitura di segretario del Partito Democratico. Il partito delle banche. Ma una certa mentalità rapinatrice è dura a morire. Così l’ex sindaco e il suo compare all’Economia, Pier Carlo Padoan, in mancanza di idee migliori, hanno pensato bene di inaugurare la nuova stagione con un aggravio delle imposte sugli immobili. La Tasi, con aliquote tra l’1 e il 3,3 per mille, graverà così non soltanto sulle case di abitazione ma anche e soprattutto sulle aree di proprietà delle aziende destinate ad attività produttive, commerciali ed amministrative. E’ una vera e propria tassa patrimoniale, ha commentato tra l’incredulo e l’incavolato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, proprietario della Mapei. Una misura doppiamente idiota e criminale perché va a colpire le imprese in una fase di gravi crisi come quella che stiamo vivendo, aggiungendo un altro balzello che renderà ancora più problematico riuscire ad andare avanti. La chiusura di migliaia di aziende e l’aumento della disoccupazione, che è ormai un fenomeno di massa che interessa il 12,9% della popolazione in età lavorativa, sta lì a dimostrare che siamo quasi sul punto di non ritorno. La crisi, anzi la recessione, economica, originata dalla crisi finanziaria di Wall Street del 2007-2008, sta spazzando via il tessuto industriale italiano. Non si tratta soltanto del costo del lavoro, più alto rispetto alla realtà di Paesi europei meno avanzati del nostro, tipo la Polonia e la Romania, che ha spinto molte aziende a delocalizzare. Ma è anche la presenza di una burocrazia incapace ottusa e criminale che si fa forte del proprio ruolo e dell’applicazione di regole e circolari anche esse idiote e incomprensibili. Una burocrazia che a livello nazionale e locale sembra godere un mondo della possibilità di mettere i bastoni tra le ruote alle imprese che vogliano aprire una attività economica o più semplicemente ampliare quella esistente. Così il duo Renzi-Padoan, degno erede di Letta-Saccomanni, di Monti-Grilli e Berlusconi-Tremonti, non potendo e non volendo toccare le clientele legate al carrozzone politico, ha pensato bene di andare a raccogliere i soldi laddove era più facile trovarli. Nelle tasche degli italiani. Anzi, nel prendere possesso del Palazzo di Via XX Settembre, Padoan ha fatto sapere che si procederà speditamente ad una riforma del Catasto. Affermazione che significa un aumento delle rendite catastali e di conseguenza un aumento delle tasse sulla casa. Un’altra patrimoniale nemmeno troppo occultata. Del resto perché stupirsi? Padoan è stato membro del direttivo del Fondo monetario internazionale e capo economista dell’Ocse. Due organismi tecnocratici fautori del governo mondiale, per i quali la centralità della vita economica risiede soprattutto nella salute delle banche e del mondo finanziario. Una mentalità che comporta che i cittadini debbano essere puniti se preferiscono investire nel mattone piuttosto che farsi abbindolare dai giornali che li spingono a comprare titoli di società disastrate come la Fiat ma legate strettamente da interessi e da incroci azionari ai suddetti giornali e alle banche che le hanno finanziate. Da qui l’altro annuncio che verranno aumentate le tasse sulle seconde case come se fosse una colpa quella di possedere un secondo immobile acquistato con l’idea di destinarlo ai figli una volta divenuti adulti e in procinto di sposarsi. Si tratta della conseguenza di una mentalità dura a morire. Quella catto-comunista che vede una colpa nella ricchezza personale, anche se il più delle volte è poco più che modesta. Una mentalità che ha portato allo sfascio il nostro Paese e che purtroppo sembra condizionare anche uno come Renzi, cattolico di sinistra, che era stato presentato dal Time nel 2009 come “l’Obama italiano”. Un sostegno che la dice lunga su quali siano i referenti di Renzi oltre Atlantico.
03 Marzo 2014
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Spagna: Manifestazioni di massa contro l’UE

euroscettici…..cattivi cattivi…

Martedì, 04 Marzo 2014 08:36

MADRID- Disordini di massa sono avvenuti nella città spagnola di Bilbao, dove ha luogo il forum Foro Globale Espana 2014, in cui i politici e gli economisti europei discutono le prospettive di sviluppo economico dei Paesi membri dell’UE.
 
Ieri sera durante gli scontri alcuni agenti di polizia hanno subito ferite di varia gravità, un ufficiale è stato ricoverato in ospedale.
 
I manifestanti che protestavano contro la situazione economica nel Paese hanno rotto le vetrine dei negozi e degli uffici pubblici nel centro della città, hanno incendiato alcuni cassonetti. Un gruppo radicale lanciava pietre contro un’auto della polizia. Le forze di sicurezza hanno arrestato due persone per disturbo dell’ordine pubblico.
 
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Disordini di massa avvengono nella città spagnola di Bilbao, dove ha luogo il forum Foro Globale Espana 2014, in cui i politici e gli economisti europei discutono le prospettive di sviluppo economico dei Paesi membri dell’UE.
 
Lunedì durante gli scontri alcuni agenti di polizia hanno subito ferite di varia gravità, un ufficiale è stato ricoverato in ospedale.
 
Le persone insoddisfatte dalla situazione economica nel Paeserompevano le vetrine dei negozi e degli uffici pubblici nel centro della città, hanno incendiato alcuni cassonetti. Un gruppo radicale lanciava pietre contro un’auto della polizia.
 
Le forze di sicurezza hanno arrestato due persone per disturbo dell’ordine pubblico.
 

LA BORSA DI PIERO – GRISSINO FASSINO ANNUNCIA LA FUSIONE MULTI-UTILITY IREN-A2A

E LO DICE UN IMPORTANTE AZIONISTA COME IL COMUNE DI TORINO C’E’ DA CREDERCI – MA LA PROSSIMA VOLTA, MAGARI, POTREBBE EVITARE DI FARLO A MERCATI APERTI
Qualcuno spieghi al sindaco di Torino, azionista di riferimento di Iren, che annunciare fusioni tra società quotate a mercati aperti non è solo scarsamente corretto. Sarebbe anche un pio’ vietato….

1. DAGOREPORT
Qualcuno spieghi al sindaco di Torino, azionista di riferimento di Iren, che annunciare fusioni tra società quotate a mercati aperti non è solo scarsamente corretto. Sarebbe anche un pio’ vietato. Ma evidentemente a Torino, morto l’Avvocato, si sono rassegnati a vivere nel paese dei fichi d’india. E si comportano di conseguenza. Unica ipotesi alternativa possibile, vedendo l’orario di uscita dell’agenzia con le dichiarazioni di Fassino, è che l’interessato pensasse che la Borsa chiuda un paio d’ore per pranzo, come le panetterie…
2. A2A: FASSINO, NON TRAMONTATA ‘SUPER MULTIUTILITY’ CON IREN
(ANSA) – “Ci stiamo lavorando, l’ipotesi non e’ tramontata”. Cosi’ il sindaco di Torino e presidente dell’Anci,Piero Fassino, risponde ad una domanda sull’ipotesi di far nascere una ‘super multiutility’ del nord che poggerebbe soprattutto sull’unione fra Iren e A2A.

“Stiamo lavorando per sviluppare delle forme di cooperazione e di alleanze: resta un obiettivo strategico”, aggiunge Fassino a margine di un incontro su Expo 2015 a Milano con 4 ministri
del Governo Renzi.

Ma per procedere all’eventuale fusione Iren-A2A si e’ sempre ritenuta necessaria una forte riduzione del debito. “Oggi con l’apprezzamento del titolo e la riduzione dell’indebitamento si rafforza questa opportunita’”, conclude il sindaco di Torino.
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/la-borsa-di-piero-grissino-fassino-annuncia-la-fusione-multi-utility-iren-a2a-se-72896.htm

Ucraina, Siria e Venezuela, tre governi rovesciati da Obama: ecco le prove

lunedì, 3, marzo, 2014
 
L’analisi di Thierry Meyssan, pubblicata da Megachip, è impeccabile e dimostra come la democratica America di Obama abbia rovesciato, contemporaneamente, tre governi: in Siria, Venezuela e Ucraina. In quest’ultimo caso, però, c’è da fare i conti con la Grande Madre Russia e con lo Zar Vladimiro (Putin). Che non ci sta a fare la figura del pollo e ha mandato l’esercito. Questa volta l’esportazione della democrazia “made in Usa” rischia di scatenare una guerra di dimensioni globali.
 
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Washington, che nel 2011 non è riuscita a bombardare contemporaneamente, la Libia e la Siria, sta ora cercando una nuova dimostrazione della sua forza: organizzare dei cambi di regime in tre Stati contemporaneamente, in diverse regioni del mondo: Siria (CentCom), Ucraina (EuCom) e Venezuela (SouthCom).
 
Per fare questo, il presidente Obama ha mobilitato quasi tutta la sua squadra del Consiglio di Sicurezza Nazionale.
 
In Primis la Consigliera Susan Rice e l’ambasciatore alle Nazioni Unite, Samantha Power. Queste due donne sono campionesse nell’usare la parola “democratico”. Si sono specializzate da diversi anni, interferendo negli affari interni di altri paesi con il pretesto di prevenire genocidi. Ma dietro questi generosi discorsi, prendono in giro la vita dei non statunitensi come ha dimostrato Samatha Power in occasione crisi delle armi chimiche della Ghouta. L’ambasciatrice, che sapeva perfettamente dell’innocenza delle autorità siriane, era andata con il marito in Europa per un festival dedicato a Charlie Chaplin, mentre il suo governo parlava di crimini contro l’umanità dei quali era responsabile il presidente Assad.
 
E ancora, i tre responsabili regionali: Philip Gordon (Medio Oriente e Nord Africa), Karen Donfried (Europa ed Eurasia) e Ricardo Zuñiga (America Latina).
 
Phil Gordon (amico personale e traduttore di Nicolas Sarkozy), ha organizzato il sabotaggio della Conferenza di pace di Ginevra 2, e per questo la questione palestinese non sarà più risolta alla maniera USA. Durante la seconda sessione del convegno, mentre John Kerry parlava di pace, riuniva a Washington i capi dei servizi segreti giordani, qatarioti, sauditi e turchi per preparare l’ennesimo attacco. I congiurati hanno riunito un esercito di 13mila uomini, dei quali solo 1.000 hanno ricevuto un breve addestramento militare per guidare carri armati e prendere Damasco. Il problema è che la colonna rischia di essere distrutta dall’esercito siriano prima di arrivare nella capitale. Ma non riescono ad accordarsi su come difenderla senza distribuire armi antiaeree che poi potrebbero servire contro Israele.
 
Karen Donfried è l’ex ufficiale dell’intelligence nazionale per l’Europa. Ha per lungo tempo condotto il German Marshall Fund a Berlino. Oggi, manipola l’Unione europea per nascondere l’interventismo di Washington in Ucraina. Nonostante una conversazione telefonica trapelata dell’Ambasciatrice Victoria Nuland , è riuscita a convincere gli europei che l’opposizione a Kiev voleva unirsi a loro e che lottava per la democrazia. Eppure, più della metà dei ribelli di piazza Maidan sono membri del partito nazista e innalzano immagini di ritratti del collaborazionista Stepan Bandera.
 
Infine Ricardo Zuñiga figlio del Presidente omonimo del Partito Nazionale dell’Honduras che ha organizzato il golpe del 1963 e il 1972 a favore del generale López Arellano. Dirigeva la stazione della CIA all’Avana, dove reclutava e finanziava agenti per creare l’opposizione a Fidel Castro. Ha mobilitato la sinistra estrema trotskista venezuelana per rovesciare il presidente Nicolás Maduro, accusato di essere uno stalinista.
 
Tutte le operazioni sono mediatizzate agli ordini di Dan Rhodes. Questo specialista della propaganda ha già scritto la versione ufficiale dell’11 settembre 2001, redigendo il rapporto della Commissione presidenziale d’inchiesta. È riuscito a far sparire tutte le tracce del colpo di stato militare (il potere fu tolto dalle mani di George W. Bush intorno alle ore 10 del mattino e gli fu restituito solo alla sera; tutti i membri del suo gabinetto e quelli del Congresso furono collocati nei bunker di sicurezza “per garantire la loro sicurezza”) in modo da farci ricordare solo gli attentati.
 
In tutti e tre i casi, la narrazione USA si poggia sugli stessi principi: accusare i governi di uccidere i propri cittadini, qualificare gli oppositori come “democratici”, adottare delle misure contro gli “assassini” e in definitiva operare dei colpi di Stato.
 
Ogni volta, il movimento inizia con una manifestazione durante la quale gli oppositori pacifici vengono uccisi, e dove entrambe le parti si accusano di violenza. In realtà delle forze speciali Usa o Nato collocate sui tetti, sparano sia sulla folla sia sulla polizia. Questo è stato il caso di Daraa (Siria) nel 2011, Kiev (Ucraina) e a Caracas (Venezuela) questa settimana. Per loro sfortuna, le autopsie praticate in Venezuela mostrano che due vittime, un oppositore e un filo-governativo, sono state uccise dalla stessa arma.
 
Qualificare gli oppositori come democratici è un semplice esercizio di retorica. In Siria, ci sono i takfiristi supportati dalla peggiore dittatura del mondo, l’Arabia Saudita, in Ucraina qualche sincero pro-europeista è circondato da molti nazisti; in Venezuela giovani trotskisti di buona famiglia sono circondati da milizie padronali. Ovunque il falso oppositore USA, John McCain, viene a portare il suo sostegno ai veri e falsi oppositori locali.
 
Il sostegno agli oppositori spetta al National Endowment for Democracy (NED). Questa agenzia del governo statunitense si presenta mendacemente come un ONG finanziata dal Congresso. Ma fu creata dal presidente Ronald Reagan, in associazione col Canada, il Regno Unito e l’Australia. È diretta dal neoconservatore Carl Gershman e dalla figlia del generale Alexander Haig (ex comandante della NATO, poi segretario di stato) Barbara Haig. È il NED, (in realtà il Dipartimento di Stato) che si serve del senatore di “opposizione” John McCain.
 
A questo dispositivo, occorre aggiungere l‘Albert Einstein Institute, una “ONG”, finanziata dalla NATO. Creata da Gene Sharp, per di più ha formato degli agitatori professionisti presso due basi, Serbia (Canvas) e Qatar (Academy of change).
 
In tutti i casi, Susan Rice e Samantha Power fanno la faccia scandalizzata prima di comminare sanzioni – ben presto replicate dall’Unione Europea – mentre in realtà sono le mandanti delle violenze.
 
I colpi di stato devono però ancora riuscire. E non l’hanno spuntata ancora.
 
Washington cerca così di mostrare al mondo di essere ancora il padrone. Per essere più sicuro di sé, ha lanciato le operazioni in Ucraina e in Venezuela durante i Giochi Olimpici di Soči. Era cosa certa che la Russia non si sarebbe mossa per paura di vedere la sua festa perturbata da attentati islamisti. Ma Soči si è conclusa questo fine settimana. Ormai la mossa tocca a Mosca.
 
 

Ucraina. E` la Russia che va difesa

Come italiani ed europei occorre difendere la Russia a fronte del precipitare degli eventi politici in Ucraina. Non bisogna farsi ingannare dalle suggestioni che i mezzi di informazione internazionali rovesciano sull’opinione pubblica. L’esaltazione di  immagini di statue di Lenin abbattute o di supposti fascisti a Kiev sono manipolazioni di chi auspica che l’Europa si spacchi, perché c’è chi teme un  Europa va dall’Atlantico agli Urali, da Roma a Mosca.
Apriamo gli occhi: Obama sta conducendo una lotta geopolitica contro la Russia in Europa e nel Mediterraneo.
Togliamo l’ipocrisia di chi si strappa le vesti sull’invasione dell’Ucraina. Chi  parla? La Nato che nel 1999 bombardò Belgrado e invase il Kosovo? Gli USA che dal 2001 hanno un esercito in Afghanistan? Gli USA che nel 2003 hanno invaso l’IRAK? Obama e la Francia che nel 2011 hanno bombardato la Libia? Ancora Obama che arma i ribelli in Siria?
La realtà è che da anni è in corso una politica aggressiva a guida  USA nel Mediterraneo che noi europei seguiamo servilmente, in ordine sparso, credendo alternativamente di avere qualcosa da guadagnare e mai il coraggio di opporsi.
Ma Putin e la Russia hanno impedito l’attacco francese e di Obama alla Siria. L’Egitto si è stabilizzato. Il caos dilagante sembra aver trovato una barriera.
E, invece, ecco la piazza di Kiev, organizzata, piena di mezzi, appoggiata dalle ambasciate straniere, decisiva, perchè l’Ucraina è decisiva per la vita della Russia. Il Governo ucraino abbattuto con una manovra di piazza non era andato al potere con la violenza, aveva vinto le elezioni dopo il disastro e la corruzione dei governi della Rivoluzione arancione, anch’essa pesantemente appoggiata da Washington. Certo in Ucraina esistono ancora conti aperti dalla Seconda Guerra Mondiale che spesso fu anche guerra civile. Ma oggi l’Unione Sovietica non c’entra. Putin difende le radici d’Europa contro il relativismo. Questo non è il 1945 dove Stalin era alleato degli USA, né la Guerra Fredda dove USA e URSS si spartivano il mondo con il ricatto della guerra nucleare.
Siamo coinvolti in un conflitto geopolitico dove si vuole impedire che gli stati dell’Unione Europea e la Russia facciano la cosa più naturale: abbiano rapporti di alleanza e di amicizia: perché non ci sono barriere naturali, perché siamo tutti cristiani, perché ci scambiamo le risorse energetiche e tecnologiche, perché i nostri popoli hanno origine dalle medesime terre e sono compatibili.
Oggi dobbiamo difendere la Russia, i patrioti europei non si combattano l’uno con l’altro.
Centro Studi Italia

03 Marzo 2014
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Protesta contro Putin, le Femen fermate a Bruxelles

lunedì, 3, marzo, 2014
Le Femen, il movimento femminista ucraino, lanciano su Twitter un appello ai leader europei a non tradire “le idee democratiche dell’Europa e di battersi contro Putin” mentre alcune attiviste sono state fermate a Bruxelles dopo una protesta mentre è in corso il Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri Ue .
“Chiediamo all’Europa di smettere di benedire il dio gas e di battersi per la libertà dell’Ucraina e la libertà del popolo russo”, su legge sul profilo francese del movimento che aggiunge: “Non un solo metro cubo del gas di Putin vale la vita di essere umani che si battono per il diritto di essere liberi”. Infine un messaggio diretto al presidente russo: “Le Femen avvertono Putin: saremo ovunque, a ogni angolo di strada. Questa è una vera dichiarazione di guerra”.

http://www.imolaoggi.it/2014/03/03/protesta-contro-putin-le-femen-fermate-a-bruxelles/

Giovedì pranzo di capi di Stato a Bruxelles per parlare dell’Ucraina
martedì, 4, marzo, 2014
Un summit straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea si terrà giovedì a Bruxelles sulla crisi in Ucraina: lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy.
Alla riunione, che inizierà verso e 11,30 e terminerà verso le 15, i partecipanti “discuteranno degli ultimi sviluppi in Ucraina e dei mezzi per far diminuire la tensione”, ha indicato Van Rompuy in un breve comunicato pubblicato dopo una riunione d’urgenza dei ministri degli Esteri dei Ventotto.

Ucraina, Ban Ki-moon: Putin non peggiori la situazione. La Russia invia 18 velivoli militari
lunedì, 3, marzo, 2014

3 mar 2014 – Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha intimato oggi alla Russia di evitare azioni che potrebbero peggiorare la situazione in Ucraina. ”Esorto la Federazione russa ad astenersi da qualsiasi atto che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa poco prima dell’incontro con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Soldati e velivoli militari russi stanno entrando in Crimea. Secondo quanto riferito dalla polizia di frontiera ucraina, nelle ultime 24 ore, 10 elicotteri e otto aerei militari cargo sono atterrati nella penisola sul Mar Nero, mentre nel porto di Sebastopoli hanno attraccato quattro navi da guerra russe da sabato. Le autorita’ di Kiev non ha ricevuto avvertimenti dei movimenti delle truppe, nonostante questo sia richiesto dagli accordi internazionali che regolano la presenza della Marina russa nel Mar Nero.
La Crimea, che ha ospitato le navi russe fin dal 18mo secolo, e’ ormai sotto il controllo delle forze di Mosca e della milizia locale che sostiene il Cremlino, che hanno circondato diverse basi militari ucraine. Il ministro della Difesa ucraino, Igor Tenyukh, ha accusato la Russia di aver inviato in Crimea almeno 6.000 soldati in piu’ rispetto alla normale presenza. Sabato, il Parlamento russo ha dato al presidente Vladimir Putin il via libera all’invio di militari in Ucraina, aprendo la strada a una crisi che minaccia di diventare la peggiore dalla fine della guerra fredda. (fonte AFP)
http://www.imolaoggi.it/2014/03/03/ucraina-ban-ki-moon-putin-non-peggiori-la-situazione-la-russia-invia-18-velivoli-militari/

Ucraina, Obama minaccia: Isoleremo la Russia, un intervento militare costerebbe caro a Mosca”

che carino, fa lo sconto a Mosca, non attacca la Russia perché poi costerebbe troppo a Mosca….mica a loro…. Il re del cambiamento, sentitelo quanto è diverso e differente dal guerrafondaio bianco ( si raccontava che il colore della sua pelle indica una maggiore sensibilità alla sofferenza causata dai conflitti bellici…)

lunedì, 3, marzo, 2014

3 mar. – Il presidente americano minaccia di “isolare” la Russia se dovesse portare avanti un intervento militare in Ucraina. Gli Stati Uniti stanno esaminando una serie di “iniziative economiche e diplomatiche” che isoleranno Mosca, ha sottolineato Barack Obama, nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Con un intervento militare in Ucraina, ha poi avvertito il presidente Usa, la Russia si metterebbe “dal lato sbagliato della storia”.
Barack Obama ha rinnovato la sua “profonda preoccupazione” per la situazione in Crimea e ha sottolineato che un intervento militare russo costerebbe caro a Mosca. “E’ il momento per loro di considerare se possono giovare ai loro interessi, ricorrendo alla diplomazia al posto della forza”, ha avvertito il presidente americano nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu.
Obama ha inoltre rivolto un appello al Congresso affinche’ approvi un in tempi rapidi provvedimenti di assistenza alla popolazione ucraina. (AGI)
La diplomazia cerca di trovare una via d’uscita a quella che e’ la peggiore crisi tra Mosca e l’Occidente dai tempi della guerra fredda. Anche oggi la repubblica autonoma di Crimea ha vissuto ore di estrema tensione a causa di un ultimatum russo, poi smentito, che preannunciava una “tempesta” all’alba di domani.
La flotta russa del Mar Nero che ha occupato il porto di Sebastopoli, ha chiarito di non avere piani di attacco alle unita’ militari ucraine in Crimea, smentendo di fatto l’ultimatum con cui, secondo la Difesa di Kiev, aveva chiesto alle forze ucraine di arrendersi entro l’alba di domani.
“Sarebbe una pericolosa escalation di tensione, ha commentato il Dipartimento di Stato Usa, che ha avvertito: la Russia sarebbe da noi considerata direttamente responsabile”. Mosca considera inaccettabili le minacce Usa di isolamento, mentre stasera si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Giovedi’ prossimo invece i capi di Stato e di governo dell’Unione europea si riuniranno a Bruxelles per un vertice straordinario. La decisione e’ stata presa oggi dai ministri degli Esteri dei 28 che si sono riuniti a Bruxelles. Dalla riunione non e’ emersa una visione comune sulle eventuali sanzioni contro Mosca, che invece Washington sembra piu’ decisa a varare. Dopo l’incontro, il capo della diplomazia dell’Ue Catherine Ashton ha chiesto alla Russia di ritirare le sue truppe dalle basi militari della Crimea e avviare un dialogo con il governo ucraino. Ashton sara’ domani a Kiev, dove e’ atteso anche il segretario di Stato Usa John Kerry, per l’ennesima missione diplomatica. Ma prima l’Alto rappresentante Ue incontrera’ a Madrid il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, il quale ha visto a Ginevra l’omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Il Cancelliere tedesco Angela Merkel, nel corso di una telefonata con il presidente americano, Barack Obama, ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin, “ha perso il senso della realta’”. Da Kiev intanto, il presidente a interim Oleksandr Turchinov ha avvertito che la presenza russa in Crimea sta aumentando, e ha chiesto a Mosca di fermare le azioni di “aggressione e pirateria. Questo e’ un crimine e ne risponderete”, ha detto. La situazione in alcune regioni dell’est e del sud del Paese e’ “difficile” ma ancora “sotto controllo”, ha aggiunto riferendosi alle azioni dei filo-russi in alcune regioni ucraine. Gli Stati Uniti stanno gia’ preparando sanzioni, ha annunciato il Dipartimento di Stato americano, sottolineando che e’ disponibile “un’ampia gamma” di opzioni.
Il vice presidente Joe Biden ha messo in guardia il primo ministro russo Dmitry Medvedev sul “crescente isolamento politico ed economico” cui la Russia andra’ incontro se non ritirera’ le proprie forze dall’Ucraina. Tra i due c’e’ stata una lunga telefonata, avvenuta su iniziativa Usa. Il premier russo ha difeso l’intervento in Crimea con la “necessita’ di proteggere gli interessi di tutti i cittadini ucraini”, ivi compresi quelli della penisola ribelle, come pure quelli “dei cittadini russi che vivono” nella Repubblica ex sovietica. Il ministro degli Esteri polacco ha fatto sapere che la’Ue e’ d’accordo a considerare sanzioni contro la Russia se non ci sara’ una de-escalation in Crimea.
Ma le posizioni a Bruxelles non sembrano per ora univoche: la maggioranza dei paesi (fra gli altri anche Italia, Germania, Francia) si sarebbe espressa contro. Si spera che la posizione europea si chiarisca giovedi’ nel vertice dei capi di Stato e di governo. Sulla riunione di oggi riferira’ domani in Parlamento il ministro degli Esteri Federica Mogherini al termine della riunione. “Non esiste l’opzione di una soluzione militare”, ha chiarito il ministro.
I 28 confidano di trovare una soluzione.
Da parte sua la Russia non cede, promette di rimanere in Crimea fino a quando i diritti della minoranza russa saranno rispettati; il neo-primo ministro della Repubblica ex sovietica, Arseniy Yatsenyuk, replica che non cedera’ la Crimea a nessuno. La tensione resta alta mentre i mercati piombano in rosso. Il rublo ha toccato un nuovo minimo storico contro il dollaro, mentre l’indice Micex della borsa di Mosca ha perso quasi l’11%. La Crimea intanto, anche se non e’ stato sparato neanche un colpo, e’ sotto il controllo russo. Due basi militari ucraine sono circondate e installazioni-chiave come aeroporti sono occupate e serpeggia il timore che la crisi possa allargarsi a Est. Le guardie di frontiera ucraine hanno segnalato un ammassarsi di veicoli corazzati sul lato russo dello stretto di Kerch, il sottile canale che divide la Crimea dal territorio russo. Alle navi russe delle flotte del Mar Baltico e del Nord si sono unite a quelle della flotta del mar Nero nel porto di Sebastopoli. Secondo un portavoce del governo filo-russo della penisola, e’ passata sotto il comando diretto delle autorita’ ribelli anche la base aerea numero 204 di Belbek, alle porte di Sebastopoli, la principale della Crimea. Il portavoce ha aggiunto che sono ormai circa seimila i militari schieratisi con la Repubblica autonoma. (AGI)
http://www.imolaoggi.it/2014/03/03/ucraina-obama-minaccia-isoleremo-la-russia-un-intervento-militare-costerebbe-caro-a-mosca/

Istat: record debito/Pil 2013, sale al 132,6%. Serve una Banca di Stato

lunedì, 3, marzo, 2014
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Istat, record debito/Pil 2013. Sale al 132,6%. Serve una Banca di Stato. Con l’euro preso in affitto dai cravattari della Bce, nessun mago della finanza, nessun fenomeno dell’economia riuscirà mai a ripagarlo, perchè continuerà ad aumentare di 70/80 miliardi all’anno. Per debellare questo cancro, per mettere fine a questo crimine e risparmiare almeno 50/60 miliardi all’anno di questi 70/80 miliardi che bruciamo ogni anno a favore dei burocrati della finanza eurocida, basta fare una delle cose più banali di questo mondo: ripristinare una Banca Nazionale, una Banca di Stato, come quella che era un tempo la Banca d’Italia. Una Banca, preposta dallo Stato a prendere in prestito la moneta dai bankster della Bce e a metterla in circolo attraverso le banche di investimento e commerciali (di cui auspichiamo la separazione quanto prima).
 
Il debito sale nonostante il Pil e l’avanzo di Bilancio perchè è dovuto soprattutto a questa spesa anomala, un tumore, un corpo estraneo, che ha invaso e pervaso l’Italia e gli italiani, dove la Bce, una Banca privata, presta soldi alle Banche private italiane ad un tasso sotto l’1%, e queste lo cedono allo Stato Italia con un interessre di almeno il 3%.
 
I sovranisti, i nazionalisti, i patriottici, gli antieuro, gli antieuropeisti si concentrino su questa soluzione, al fine di porre in atto questo primo e importante obiettivo che effettivamente produrrebbe risultati tangibili e indiscutibili da subito, in modo che i neorazzisti, gli europeisti, i filodittatura, non possano portare argomentazione negative e, quello che più conta, non essere in contrasto coi trattati europei (perchè previsto).
 
Si ripristini dunque una una Banca di Stato  invece di porsi – agli occhi della controparte – come chi vuole uscire dalla Ue e dall’euro senza nessuna certezza sul futuro – mentre qui il futuro è tangibile: poveri, deboli e schiavi – e probabilmente si farebbe una cosa buona e giusta per il proprio Paese.
 
Armando Manocchia

Ucraina: Usa, gia’ al lavoro su sanzioni contro la Russia – Ucraina: guarda un po’…il nuovo Primo Ministro è un banchiere

ma non è chiaro che una nazione non è democratica se non comandano i banchieri?

19:54 03 MAR 2014

(AGI) – Washington, 3 mar. – Gli Stati Uniti stanno gia’ preparando sanzioni contro la Russia per l’escalation in Ucraina. Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato americano, sottolineando che e’ disponibile “un’ampia gamma” di opzioni.
“A questo punto non stiamo solo considerando le sanzioni per le azioni della Russia”, ha sottolineato la portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, nel corso di una conference call, “e’ probabile che le metteremo in atto e ci stiamo preparando per questo”. La portavoce ha avvertito che gli Stati Uniti hanno “a disposizione un’ampia gamma di opzioni”.

(G.F.) – Arsenij Jacenjuk, il nuovo premier ucraino è il capogruppo del partito di Iulia Timoshenko, ‘Patria’, ed è stato presentato come “candidato premier” ucraino a Kiev già durante la rivolta,  in una piazza Indipendenza affollata di gente. Il nuovo premier è giovane, ha 39 anni, e tuttavia ha esperienza istituzionale: è infatti già stato ministro dell’Economia, ministro degli Esteri e presidente del parlamento. Ma soprattutto è un banchiere (ma guarda un po’) ed è  l’uomo che era stato indicato per questo incarico dall’assistente segretario di Stato Usa Victoria Nuland in un imbarazzante colloquio telefonico – condito da frasi irridenti sull’Ue – intercettato ancora nel pieno della protesta di Kiev.

Questa grigia controfigura del grigiocrate per eccellenza, Mario Monti, allevato nella scuderia della Timoshenko ed imposto agli inconsapevoli ucraini dagli artigli dei mercati ha il solito curriculum che ti aspetti da questa razza di persone. Economista e giurista di formazione, le sue conoscenze tecniche  sono state contrabbandate agli ucraini come indispensabili in questo momento di grave crisi non solo politica, ma anche economica. Un altro professore, dunque. Un altro banchiere, se vi piace il genere. Il settimanale ‘Focus’, nel solito panegirico preparatorio,  lo ha definito un “banchiere intellettuale”, una novità nei vezzeggiativi alla categoria,  ma il nuovo premier oltre a ciò ha  anche un altro asso nella manica: quello di avere origini ebraiche. Un vero asso di quadri.
Originario di Cernivtsi, nell’Ucraina sud-occidentale, già nel 2001 Iatseniuk è diventato ministro dell’Economia della Crimea – la repubblica autonoma russofona che adesso rischia di staccarsi dall’Ucraina -, e due anni dopo, nel 2003, era già vice governatore della banca centrale.
Nel 2005, dopo la Rivoluzione arancione filo-occidentale è stato ministro dell’Economia, carica che ha mantenuto per poco meno di un anno, fino all’agosto del 2006. Dal marzo al dicembre del 2007 è stato poi ministro degli Esteri (in un governo di coalizione presieduto proprio dal futuro presidente e nemico Ianukovich), per diventare presidente del parlamento dal dicembre del 2007 al novembre del 2008.
 
Il suo partito, ‘Fronte per il cambiamento’, d’impronta liberale, si è fuso nel 2012 con il più populista ‘Patria’, di Iulia Timoshenko, in vista delle legislative. Iatseniuk è quindi diventato il capogruppo in parlamento del partito dell’ex premier. Insomma un bel tipino proprio la cui calata dall’alto prefigura già quale sarà il futuro della povera Ucraina e del suo sventurato popolo.
http://informare.over-blog.it/article-ucraina-guarda-un-po-il-nuovo-primo-ministro-e-un-banchiere-122801838.html

IMPRENDITORE SUICIDA NEL BRESCIANO: ERA SEGUITO DA CARITAS (ANSA)

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– BRESCIA, 3 MAR –

«C’è rammarico per non essere riusciti ad aiutare una persona in difficoltà. Il Comune non ha però risorse per chi è rimasto senza lavoro»: così il sindaco di Travagliato (Brescia) Renato Pasinetti ha commentato la notizia riportata stamani dai quotidiani locali del gesto estremo di un impresario edile di 42 anni, residente in paese,che si è tolto la vita dopo mesi di difficoltà per la perdita del lavoro. L’uomo, padre di tre figlie, l’11 febbraio scorso in preda alla disperazione aveva tentato di rapinare un distributore di benzina. Arrestato, era ai domiciliari e da settimane era seguito dalla Caritas. L’uomo si è tolto la vita impiccandosi nella cascina dove abitava con la famiglia. (ANSA). YA3-LH 03-MAR-14